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Autore: dino_s    07/08/2015    0 recensioni
Sono trascorsi 10 anni da quando i Digimon Tamers sconfissero il D-Reaper: ora Takato e gli altri sono adulti.
La vita va avanti, ma nel fondo del cuore pesa ancora il dolore per aver detto addio ai loro amici digitali. Anche i Digimon, lontani dai compagni umani, hanno cercato di riorganizzarsi e ora vivono assieme in un villaggio a Digiworld.
Non si sono più rivisti da allora...ma spesso i loro pensieri si toccano, cercando di superare la barriera fra i due mondi apparentemente invalicabile.
Ad un tratto però, una serie di fenomeni misteriosi avvolge la vita dei ragazzi e dei Digimon, insinuando la fievole speranza che il momento di ritrovarsi sia vicino...
Sarà l'ennesima illusione? O forse questi eroi potranno davvero riabbracciarsi, accendendo un'altra volta le strade cittadine con la magia e l'emozione del passato...?
Cosa può significare, per un Digimon, ritrovare il suo domatore adulto? Quanto saranno cambiate le loro vite?
"Digimon tutta la vita" è la storia con cui vorrei restituire a voi lettori quell'atmosfera di tanti anni fa, quando ci sedevamo di fronte alla tv impazienti per la nuova puntata. Un nuovo tuffo, dopo tanto tempo, in quel mondo caro.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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puntataDT2          (canzone: P!nk - Conversation with my 13 years old self)
         Il bianco cappello a forma di Digignomo giaceva a terra, consumato dalle fiamme.
         «Hai...fatto entrare quel Digimon?!!» tuonò atterrita Violetta, e Jeri sembrò spaesata «...non avrei dovuto? Sono una Digimon Tamer!...
         ...e Impmon...è il mio Digimon!»...«Co...Cosa?!» boccheggiò l’altra. Ma Impmon balzò sulla spalla di Jeri «Non hai orecchie buone?!...
         ...ti ha appena detto che noi siamo una squadra!»
         «Una squadra?! VOI DUE?!»...«Oh calmati Violetta, ti vedo proprio stressata!» ironizzò Jeri, gettando uno sguardo attorno a sè «Forse sono i preparativi per questa festa!»...«Come hai potuto farmi questo...?»
         ...mormorava profonda, con occhi pieni di indignazione «Ti avrei accolta come una figlia...
         ...non mentivo, avevo realmente preparato un regno che si prostrasse ai tuoi piedi!»...«Grazie tante!! Il tuo regno non mi interessa! Io voglio soltanto che i terrestri e i Digimon vivano liberi...!!»
         «Non posso creeederci...» gemette Violetta «...avevo calcolato tutto fino all’ultima variabile! Tu...non avevi più nulla per cui lottare! Il rapporto con il tuo Digimon era perso per sempre, la tua disillusione era alle stelle, CHI E’ IN GRADO DI SPIEGARMI DOVE HO SBAGLIATO?!»
         «Io...!» rispose con naturalezza Jeri, avanzando verso di lei «E’ proprio vero quanto dici Violetta, effettivamente l’analisi che avevi condotto su di me corrispondeva a verità. Ma avevi tralasciato un particolare. Vedi questo Digimon accanto a me...?» alludendo con la coda dell’occhio all’orgoglioso Impmon, che incrociava le braccia «...lui ha messo in subbuglio le mie certezze! E mi ha fatto capire che c’è...sempre...qualcuno che ha bisogno di noi, anche quando non lo vediamo.»
         Violetta sbigottiva...
         «Tu eri convinta...che la disperazione mi avrebbe risucchiata fino ad annullare la mia volontà. Mi hai persino dato la chiave del tuo castello inespugnabile, certa che non mi sarei mai presentata qui con il mio amico digitale!! Mi spiace...ma non si esce mai vittoriosi quando si confida ciecamente nello sconforto, dando per scontato che la speranza non riaffiorerà. Il tuo errore è stato quello che fanno molti...
         ...e alla fine ci è cascata anche un’esperta stratega come te! Spiacente Violetta, hai perso la scommessa.» Impmon aggiunse «Ritenta, sarai più fortunata!!»
         «Che tu sia maledetta...
         ...!!!» arretrava Violetta con le lacrime agli occhi, ed il volto contratto dall’orrore «Sputi sul potere che ti avrei offerto...per riscattarti dalla tua abietta esistenza!»...«Ehm sì, purtroppo credo che la corona da regina del D-Reaper non donasse affatto al mio aspetto...» sollevando il suo Digivice sotto gli occhi dell’incredula nemica «...io ho una predilezione per gli ingranaggi...!!!»
         Ma in quel momento si spalancò una porta. E gli occhi di Jeri incrociarono quelli della sua insegnante «Signora Asanuma...» così come quelli di Impmon puntarono a quel Digimon dal capo chino «...IceDevimon!!»



         «Guilmon!!» esclamava l’elegantissimo Henry, tenendo stretta la mano del rapper «Tu sei Guilmon, Leaf!!» ed anche Terriermon esclamava «Guilmooooon??? SEI DAVVERO TU, AMICO MIO?!»
         «No!!» tirò via la mano Leaf disperato «Voi due...vi sbagliate!» ma Henry insistette «Il modo in cui hai reagito al gioco, e la tua risposta ingenua sono quelli identici di dieci anni fa!!» per poi adagiargli le mani tremanti sulle spalle «...perché nascondersi, caro amico...? Questo...
         ...questo è un miracolo!» affermava palpitante di emozione, mentre Terriermon aveva le lacrime agli occhi «Guiiilmon...»
         «Takato non sa nulla...?» chiedeva Henry aggiungendo «Dobbiamo dirglielo subito, e fermare il matrimonio! Ogni sua decisione dev’essere rivista alla luce del fatto che tu sei qui!! Che tu sei vivo!!» ma il ragazzo gemeva «Nooo!!! Voi due vi state confondendo, siete vittime dei vostri ricordi! Io non sono un Digimon! Non sono Guilmon, lasciatemi in pace!!» scattando in una corsa fulminea, mentre Benji indicava ancora «Guilmon! Guilmon!!»
         Terriermon saltò dalla borsa «Fermo qui Henry, ci vado io!» e il domatore «Aspetta, Terriermon!!...
         ...oh no...meglio stare attenti o qui succederà un disastro!»


         Leaf correva ad occhi stretti «N-Non posso! Non posso compromettere un’altra volta il futuro di Takato! Lui è sicuro delle sue scelte...la mia influenza lo porterebbe su una strada sbagliata!» ma si fermò un attimo prima di travolgere il Digimon che gli si parò di fronte «Terriermon...p-per favore, lasciami passare!!»
         Ma l’altro con le lacrime agli occhi «Amico, voglio dirti solo una cosa! I tempi stanno cambiando...e noi Digimon assomigliamo sempre più agli umani! Forse alcuni di noi si sposeranno, e questo va bene! Forse impareremo a lavorare al loro fianco. E questo va bene!! Ma non dobbiamo cambiare troppo...fino ad arrivare al punto...di accettare compromessi come fanno loro! Noi Digimon ci siamo distinti per la purezza del nostro cuore, e la capacità di agire d’istinto! Su questo è meglio rimanere diversi dagli uomini, altrimenti un giorno...non saremo più in grado di guidarli!»
         Leaf dilatò i suoi occhi increduli «Terriermon...»
         «Guilmon, se hai qualcosa da dire...dilla adesso! Come avresti fatto un tempo, come avresti fatto dieci anni fa! E vedrai che tutto andrà bene...
         ...momentai, Guilmon.» dileguandosì così, mentre le lacrime affioravano agli occhi del rapper «Amici miei...
         ...come vorrei liberarmi da queste bende! Magari fosse possibile!» rivolgendo uno sguardo accorato al sole del parco (fine-canzone)



         «Menomale che sei arrivata, Nami...» mormorava Violetta «...la tua alunna...è qui. Con l’espresso intento di eliminarti!»
         «Non le dia ascolto!!» prorpuppe Jeri, ma Violetta insistette «E’ animata da odio e brama di sfida, e ha introdotto qui il suo Digimon!!»
         «Le sue sono soltanto menzogne!!» ribatté la domatrice, oltrepassando Violetta «...e scansati!!» per poi aggrapparsi alla sua insegnante dall’aspetto disfatto «Signora Asanuma, basta con questo gioco, la commedia è finita! Quello non è il suo Digimon, e lei, questa donna, ha ucciso suo marito!!»
         Lo sguardo della maestra era ormai perso nel vuoto, mentre Impmon si aggrappava ad IceDevimon «Possibile che non capisci che quest’arca è tua figlia?!! Devi strapparla dalle grinfie di Violetta!!» ma il Digimon rimaneva immobile, come un involucro vuoto e privo d’anima.
         «Il signor Mori, il nostro maestro...» insisteva ancora Jeri «...è morto per mano di questa donna! E la sua Digimon, quella Digimon che ha atteso per tanti anni esiste davvero e io la conosco!! Il suo nome è LadyWizardmon, e la attende là fuori!»
         Impmon scagliava fiammate contro il demone di ghiaccio «Ahhh, ma insomma vuoi svegliarti?! Arkanomon è sangue del tuo sangue!!!»
         «Il vostro è fiato sprecato.» annunciò però Violetta «Nami...
         ...io ti ho riferito come sono andate realmente le cose.» al che Asanuma mormorò «Akiko ha ucciso Tokiashi...
         ...lui è scivolato sul ghiaccio da lei liberato...trafitto da una stalattite nata dal suo potere. Io sono una madre fallita.» ma Jeri scosse il capo «Mi ascolti...sua figlia è una piccola Digimon, nel suo ruolo è facile commettere errori! Ma è stata Violetta a farle perdere il controllo dei suoi poteri!! E a fare in modo che colpisse suo padre...»
         «Io sono suo padre...» precisò IceDevimon «...è colpa mia se adesso Akiko non parla più.» ma Jeri si aggrappò alle sue spalle «IceDevimon, reagisci!!» ed Impmon esclamò «Ascoltate, siete i genitori di Arkanomon! Non potete restare indifferenti al suo sguardo afflitto, siete gli unici a poter fare qualcosa!!» (canzone: P!nk - I don't believe you)
         Jeri sollevò la mano della sua insegnante «Mi creda, non la sto ingannando...» adagiandovi il diario reperito a scuola «...se viene con me sarà la sua Digimon a confermarglielo.» ma Asanuma la scostò con rabbia «Come hai osato ficcare il naso nei fatti miei?!!» facendo cadere il diario, e pestandolo con il suo tacco «Quella donna non esiste più...la vita l’ha cancellata assieme a quei giorni di illusioni! E assieme a suo marito...»
         La ragazza obiettò «Ma quella Digimon esiste ancora...LadyWizardmon l’ha attesa quanto lei!» Violetta si intromise «Nami rifletti: può un Digimon attendere un umano che ha fallito?»
         Jeri sfoderò sguardo deciso «...la risposta è sì!» e accostandosi a Impmon aggiunse «Noi ne siamo la testimonianza!!» ma Asanuma alzava il Digivice «Maledetta sciocca, tu hai ancora un futuro, mentre invece il mio destino è segnato!! Te la farò pagare estremamente cara...»...«No! Io non voglio combatterla!!» insistette la ragazza, ma Violetta ghignava «Bene così, Amnesyamon appari!!...
         ...e cancella questi due dalla storia dei Digimon!!» puntando il dito contro Jeri e Impmon, il quale affermava «Non abbiamo altra scelta, Jeri!»
         ...assumendo le sembianze di Beelzemon, mentre Jeri chinava il capo «Me ne rendo conto: facciamo il nostro dovere!»

         In quel momento giungevano Orphanmon e gli altri. Il tondo cucciolo restò col fiato sospeso «Ahhh! Guardate, è mamma Jeri!!!»

         «BIODIGIEVOLUZIONE DELL’OBLIO!!!» esclamarono Asanuma e IceDevimon.
         «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!!» esclamarono Jeri e Impmon.

         «ICEDEVIMON BIODIGIEVOLVEEE...»
         ...nello srotolarsi dell’interminabile coda di cristallo, il cui tintinnio risuonò nell’aria mentre i siringoni affilati si caricavano di potere.
         Il ghiaccio plasmava il volto di quell’austera regina dai riflessi rossastri, del colore del sangue «...AMNESYAMON!!!»

         «BEELZEMON BIODIGIEVOLVEEE...»
         ...in un vortice di piume nere che regalarono la tecnologia ad un corpo femminile. Il suo volto si divise in due metà, una di esse interamente trasparente, ma dall’identico sguardo intenso.
         Il tracciato le regalò i suoi stivali borchiati...
         ...ed il bazooka alla terminazione del braccio destro, che seppur così possente non limitava la grande agilità di quella guerriera «...ROYALMON!!!»

         La regina ghiacciata puntò i siringoni alla parete, per sfondarla con un dardo e schizzare all’esterno.
         Mentre Royalmon planò lentamente...e quando incrociò lo sguardo dei cuccioli, sorrise dolcemente «Ci si rivede, ragazzi...
         ...perdonatemi per il mio aspetto oscuro. Chiudete gli occhi se vi faccio tanta paura...»
         Però Orphanmon scosse la testa «Guarda che tu stai fraintendendo. Non hai nulla da farti perdonare, mamma Jeri!»
         «Ahhh!» trasalì Royalmon «...come...mi hai chiamata, Orphanmon?»
         La loro memoria tornò a quel giorno a Digiworld, in cui l’incredulo cucciolo aveva affermato “Tu non sei nostra madre...
         Lo stesso Digimon ora spiegò «...né io né i miei amici abbiamo mai avuto paura del tuo aspetto. La tua biodigievoluzione è meravigliosa! Quel giorno è stato qualcos’altro che abbiamo temuto...
         ...e cioè che quelle ambizioni così alte, supportate da un potere così grande...ti avrebbero potuta allontanare da noi! Noi siamo così piccoli, e dobbiamo ancora crescere per poter un giorno essere come te. Temevamo che tu non ci volessi più bene!!»
         L’attonita Digimon si rivide nel vano cittadino, quando suo fratello le aveva confessato...    
         
         “Ma ogni volta mi tornava in mente il tuo volto...
         ...gli occhi con cui mi guardavi...in piedi, accanto a papà, mentre io e la mamma oltrepassavamo la porta! Senza dirci una parola...
         ...senza...un solo grido per trattenerci...
         ...quel giorno ho pensato...che tu non mi volessi più bene.”

         «Di nuovo quelle parole...
         ...anche voi come Masahiko. Ma allora...mai niente ha infranto il nostro affetto!»
         Orphanmon scosse il capo...ed i suoi amici dietro di lui sorridevano «Ti abbiamo aspettata in tutto questo tempo!» disse Stillymon «Eravamo certi che saresti arrivata a salvarci.» parlò Grassmon «Tu sei la nostra eroina!» aggiunse Fogmon, e Vapormon «Evviva mamma Jeri! Facciamo tutti il tifo per lei!!»
         Sullo sfondo delle loro esultanze, i fili che sorreggevano l’occhio di Royalmon scintillarono fino a produrre una lacrima «...quante cose ho frainteso...
         ...quanto affetto ho ignorato. I malintesi della vita hanno allontanato le nostre strade...
         ...in realtà io sono piena di amici!»
         Beelzemon parlò dal suo cuore “Te ne rendi conto, Jeri? Questi Digimon credono in te!!” e lei sorrise asciugandosi gli occhi «Sì, Beelzemon...
         ...la loro fiducia mi conferisce una forza che non ho mai sentito scorrere dentro me.» spalancando le sue ali di ingranaggi, e rivolgendosi a loro «Vi prometto che usciremo da quest’incubo: vi riporterò dalla vostra maestra!»
         «Però sta attenta ti prego, mamma Jeri!» si raccomandò Orphanmon «Noi siamo perduti senza di te!»
         Rassicurandoli con il suo sguardo, Royalmon schizzò oltre il varco aperto da Amnesyamon...

         Nubi iniziavano ad addensarsi presso la torre di Tokyo, mentre gli occhi di Arkanomon si muovevano lentamente per scrutare le avversarie ai suoi lati...
         La coda di Amnesyamon e l’ala di Royalmon sbucavano da dietro la luna di cristallo, mentre il crepitio dei tuoni annunciava lo scontro ormai prossimo...
         Royalmon pensava “La strada è stata lunga, ma arrivata a questo punto...
         ...sento di capire cosa significa essere un Digimon Tamer. E’ qualcosa che non ha a che fare con le ambizioni e il potere. E sento forse...
         ...di aver trovato finalmente un antidoto alla mia paura. Questo antidoto...è la fiducia in chi ti circonda. Caro Leomon, forse è questo che cercasti di spiegarmi fin dall’inizio...
         ...perdonami se lo capisco così tardi.” alzando il suo bazooka “Ma forse non è ancora troppo tardi per realizzare i nostri sogni antichi! Sfrutterò ogni goccia di questa forza per accendere una luce di speranza...e salvare il mondo dall’oscurità!”
         Amnesyamon generò una sfera di ghiaccio «Deflagrazione tagliente!!!» frantumandola in una pioggia di schegge.
         Royalmon invocò «Circuito di stelle!!» rispondendo con i suoi cerchi luminosi che contrastarono il gelo.
         La collisione accese gli occhi di Arkanomon.

         La gente in strada indicava attonita...
         «Guardate, lassù è scoppiata una battaglia!»
         «Non si tratterà di effetti speciali, per celebrare l’anniversario?»
         «No...quelli sono due Digimon veri. Forse dall’esito dello scontro dipenderà il nostro destino...
         ...che vinca il migliore...» pronunciavano col fiato sospeso, puntando gli occhi a quelle luci nel cielo come un tempo i bambini facevano col televisore (fine-canzone)



         Quando Henry prese posto tra i sedili all’aperto, si scambiò uno sguardo attonito con Leaf, mentre Rea mormorava «Hai visto...? Si è coperto il sole...
         ...sono nervosa Henry, temo stia succedendo qualcosa. Ho paura che non ci lasceranno il tempo per pianificare, la nostra unica speranza è il profumo di Muskmon. Henry...? Mi stai ascoltando? Va tutto bene...?»...«...cosa dicevi, amore mio? Scusa, ero distratto!» al che la moglie pensò appenata “Ecco, si è accorto di qualcosa! Il modo in cui fissa quel rapper non lascia spazio a dubbi, di certo adesso starà sospettando di me! E tutto per colpa di quei sogni che non riesco a ricordare!! Anche se...
         ...da quando ho sentito quel profumo...è come se qualcosa si stesse lentamente svelando...” massaggiandosi il capo, e scrutando la schiena rigida e vagamente tremante di Leaf.
         Costui, pallido come un cencio, non riusciva a smettere di fissare Takato in piedi presso il banco del guidice. Ed il domatore non smetteva di guardare lui, per motivi che egli stesso stentava a focalizzare...
         Suzie si fece spazio accanto a fratello e cognata «Scusate...il ritardo-ops! Permesso, signora? Grazie...
         ...sono ancora in tempo per il momento clou, vero?» ed Henry mormorò «...dipende da quale intendi, sorellina.»...«Cosa? Che vorresti dire, Henry?» chiese la giovane, ma Mako accanto a lei bisbigliò «Ptsss, ragazzi: sta succedendo qualcosa alla torre. Speriamo che facciano presto, perché temo dovremo intervenire alla svelta!»...«Qualcuno di voi ha visto Cindermon?» domandò Suzie, e Rea «Vedo arrivare adesso suo padre e sua sorella. Il momento dovrebbe essere vicino...»
         Henry si sfregava le mani «...Terriermon...
         ...sei riuscito a farti dire qualcosa?» ma il Digimon dalla borsa replicò «...non ha risposto alle mie parole, e non potevo rimanergli di fronte o mi avrebbero visto!»...«...ora come facciamo a essere sicuri che sia lui?» chiedeva il ragazzo fortemente scosso, e Terriermon rispose «Non lo so, ma l’ho guardato negli occhi...Henry io...credo di aver rivisto il nostro Guilmon!»
         Takato nel frattempo si chiedeva “Leaf...
         ...perché mi guardi così, quasi come se mi chiedessi di fermarmi? E’ perché sei innamorato di Cindermon? Oppure...
         ...c’è qualche altro motivo...?”
         Il rapper non smetteva di tormentarsi le sue mani bendate, e di respirare affannosamente...

         Diamon intanto prendeva posto accanto a suo marito, il quale chiese «Ci siamo tutti?» Lei, i cui capelli coprivano la metà del volto composta di diamanti, scrutò attorno «Mancano Puppet e Calumon!»...«Accidenti...se tarderanno ancora si perderanno il fatidico sì!» commentò Kazu, mentre Cyclemon si affiancò a loro, debitamente incappucciato «Le gambe di mia figlia tremano. Ma come in battaglia è decisa ad andare fino in fondo, fra poco la vedremo comparire, in ogni caso è qualcos’altro a preoccuparmi. Sentite questo vento...è innaturale...» Il domatore chiese «Dici che la Torre Digitale si è ormai consumata?»...«...temo di sì...
         ...il D-Reaper sta per scivolare nelle mani di Violetta.» sentenziò l’anziano Digimon, ed il ragazzo si passò la mano tra i capelli impomatati...
         Poco più avanti, una ragazza bionda in abito nero faceva un cenno brioso a Rika e Ryo «Ho dovuto sgomitare per arrivare fin qui. Neanche a trarre i vantaggi dalla mia consistenza!» La rossa accennò «Himi, forse non conoscevi Alice.»...«Tu sei quella che ha pensato di rifilarmi il Digivice?!» chiese la prima, e l’altra «Tu sei la nuova domatrice di Imagomon? E’ un piacere fare la tua conoscenza.»...«Il piacere è mio!! Tu hai dato un’organizzata alla mia vita!» ma Rika si alzava sulle punte cercando di scorgere qualcosa oltre la stretta di mano delle amiche. Il marito le chiese «I Digimon sono...dove avevamo detto?»...«Nascosti tra gli alberi, sono ovunque attorno. Piuttosto Ryo, guarda chi sta arrivando...» Il domatore pelato si sporse, per poi sobbalzare «Uhm! Guai in vista...»

         La gente infatti additava il ragazzino col berretto domando «Ma quello non è un famoso cantante?»...«...dicono sia imparentato con la famiglia Matsuki...ma non chiedetemi di più, è una faccenda oscura...»
         Oscura come l’abito della donna che lo apostrofò «E’ inutile che tu ti sia spinto fin qui! Sono cose per gente adulta, e soprattutto...
         ...per gente viva.»
         Nakao si aggiustò gli occhiali da sole, replicando composto «...è il matrimonio di mio fratello...non potevo mancare.» ma la madre dello sposo lo puntò con sguardo beffardo «Eppure sei mancato in tutta la sua crescita! Un po’ tardiva la tua apparizione, ragazzino: per questo rinfresco non è previsto alcun concertino!»...«Dov’è mio padre, signora? Ho bisogno di parlare con lu-»...«Shhh!!! Ti proibisco di dire queste cose scandalose di fronte a tutta questa gente, nessuno deve sapere che tu sei figlio di...uh? Ma...dov’è finito quell’imbecille di mio marito?!»

         Takehiro posò le mani sulle spalle di Takato «Figliolo! Se non ami Cindermon non devi sposarla! Ascolta...lo so che i nostri rapporti non sono stati un granché nella tua crescita, ma questo è un passo decisivo! Non devi dare ascolto a tua madre, lei...è condizionata da ciò che le ho fatto, e dall’esistenza di Naka-» ma Mie lo afferrò per il braccio «Hai davvero un talento naturale per rovinare i matrimoni!»...«Mie, sto parlando con mio figlio!»...«Ma intanto l’altro ti aspetta con le lacrimucce agli occhi! Quello bastardo, intendo.»...«Cosa?! Nakao è qui?!»...«Va a raggiungerlo, o si metterà a invocare il nome della donna che amavi!»
         Il marito la guardò duramente...per poi allontanarsi chiamando «Nakao!»
         Mie ne approfittò per avvicinarsi al figlio, posargli le mani sulle spalle e rivolgergli un bacio sulla fronte...
         ...benché quella stretta evocasse in lui una rigidità sofferente...
         «Mi fai tanto felice, figlio mio! Oggi è il giorno...più bello della mia vita...» asciugandosi gli occhi «...mi raccomando, abbi cura di tua moglie: non fare come tuo padre!»...«Mamma...
         ...papà non ha commesso solo errori.»...«Cosa?!»...«E’ l’autore della mia infanzia felice. Come...lo sei anche tu. E io voglio bene a entrambi voi.»
         La donna restò in silenzio, ed il figlio sussurrò «Dai...prendi posto, sta arrivando la mia Digimon. Cioè!...la mia sposa.»
         Mie si allontanò lentamente e con sguardo sospettoso...

         ...mentre Nakao, senza dire niente, andava a sedersi accanto a Leaf «Uh?»
         Il ragazzino rimase a guardare il rapper per lunghi istanti, come se implicitamente lo invitasse a sfilargli gli occhiali da sole.
         La mano bendata del giovane si alzava tremante, fino a compiere quel gesto. Un raggio di sole fece breccia tra le nubi, Nakao serrò i denti e lo resistette (canzone: Alessandra Amoroso - Amore puro)
         ...per permettere all’altro di riconoscere “Takato!!!”
         Il volto di quel ragazzino con il quale aveva tanti ricordi, e che ora sembrava ripresentarsi a lui sotto quella frangetta di capelli neri.
         Ma che si sovrapponeva anche a quello del giovane sposo, che dando le spalle agli invitati, estraeva da sotto la giacca il vecchio cane marionetta consumato “Jeri...
         ...!!” stringendolo nel ricordo di quell’ultima dolce notte a scuola, trascorsa a parlare come vecchi amici e ad attendere il giorno...
         ...come la folla, in estasi, attendeva quella sposa in abito bianco ma dal ciuffo rosso, che iniziò ad avanzare sul tappeto.
         Scuotendo il capo rassegnato, Takato nascose quel vecchio ricordo...
         ...e si volse ad incrociare quegli occhi azzurri amorevoli.
         Cindermon era più bella che mai, e andò incontro al raggio di sole che attraversava il parco, sfilando sotto gli occhi di quei domatori che avevano imparato a conoscerla e ad apprezzarla, e dinanzi a tutte le loro famiglie...
         Leaf tratteneva il respiro, come se la cravatta gli stringesse il collo...
         ...ma di tanto in tanto tornava a fissare quel ragazzino in abiti sportivi, che resisteva al sole affinché potesse leggere in lui il volto del passato.
         Ripensò al momento del loro primo incontro...
         ...quando un po’ sporco e spettinato, così diverso da quello sposo impeccabile, il piccolo Takato era corso incontro al draghetto digitale.
         Ma ora era una sposa composta di dati a farsi sempre più vicina a lui...

         Takehiro aveva sguardo titubante, ma sua moglie si drizzava orgogliosa sulla schiena “Finalmente ce l’ho fatta! Sto riabilitando la mia immagine agli occhi di tutti: la crescita tormentata di mio figlio...
         ...sarà dimenticata con questo matrimonio! E’ il giusto compenso per aver dovuto sopportare la disgregazione della mia famiglia...un tempo così bella.”

         Takato prese la mano di Cindermon...
         ...ma Terriermon sbucava dalla borsa di Henry «Guilmon, coraggio...!!!»
         «Oh?!» si volse attonito il rapper, mentre Nakao mormorava «Non senti quello che dice Terriermon?»
         Leaf smarrì la sua mente nel ricordo di Jeri e Takato, giovani e abbracciati all’interno del D-Reaper...
         ...per poi ripensarli alla finestra della scuola, adulti e così innamorati...
         Le parole di Terriermon riaffiorarono alla sua mente:

         “Noi Digimon ci siamo distinti per la purezza del nostro cuore, e la capacità di agire d’istinto! Su questo è meglio rimanere diversi dagli uomini, altrimenti un giorno...non saremo più in grado di guidarli!
         Guilmon, se hai qualcosa da dire...dilla adesso! Come avresti fatto un tempo, come avresti fatto dieci anni fa! E vedrai che tutto andrà bene...
         ...momentai, Guilmon.

         Fu in quel momento che lo sguardo del rapper si fece deciso.
         Estrasse la sua foglia luminosa e la strinse forte, per poi alzarsi in piedi...
         ...ed indicare gli sposi «Fermate il matrimonio!!!»

         Si levò un mormorio di stupore...
         ...ma mai nessuno era attonito come Takato «Leaf...»

         Il rapper corse avanti e supplicò «Takato, non sposarti! Non sarebbe un matrimonio d’amore!»
         Il domatore e la sua Digimon in bianco si guardarono tra loro...
         ...mentre la madre dello sposo boccheggiava «M-Ma cosa f---»...«Ferma!» la trattenne però il marito.

         «Sono altre ragioni a spingerti a sposarti!» affermò il rapper «La gratitudine verso quella ragazza...
         ...e il senso di colpa verso i tuoi genitori! Ma questi elementi non bastano a rendere un matrimonio felice! Condanneresti la tua vita per sempre, e questo io...non posso permetterlo!!» strappandosi la cravatta, e gettandola a terra.
         «Il nome della ragazza che ami davvero è...
         ...JERI KATOU!»
         Takato impallidì.
         Il ragazzo insistette «Quella ragazza che ami fin da bambino! E che ora...ha tanti problemi. Ma i problemi vanno affrontati, amico mio! Altrimenti non si riuscirà mai a trovare la felicità. Jeri è malata, e allora?» stringendo le sue strette spalle «Farai avanti e indietro da una clinica! Passerai mesi, anni forse a parlare con gli psichiatri! Ma un giorno, in fondo alla strada...potrai essere felice con lei, è quello che hai sempre sognato!! Anche se la vita assomiglia a un’eterna battaglia...
         ...è meglio lottare fino in fondo per ciò in cui si crede!! Lo hai sempre fatto! Non smettere proprio adesso...
         ...non privare il mondo...dell’eroe che sei sempre stato!»
         Aggiungendo più piano, fra sé e tra le lacrime «...nè il sottoscritto...del suo domatore.»

         «Incredibile...»...«Hai visto, Kazu?» trasalirono Kazu e Kenta.
         Rika si scambiò un sorrisetto compiaciuto con le sue amiche e si rimise a sedere, mentre Ryo era rimasto in piedi imbambolato.
         Henry socchiuse gli occhi, mormorando «Bravo, Guilmon...» mentre Rea si volse attonita «Cosa? Guilmon?!! Auchhh!» portandosi una mano al capo. Suzie la sostenne «Rea cos’hai?! Ti fa male la testa?!!» e Mako gridò «Presto, aiutiamola a stendersi!»

         Takato scuoteva il capo incredulo «Leaf...ma tu...» però la sposa lo trattenne «Aspetta Takato. Lui ha ragione.»...«Ma Cindermon!»
         Però costei si sfilò il velo «Senti, finiamola con questa commedia: nessuno di noi due si sente se stesso. Lo sapevamo entrambi, ma siamo voluti andare avanti. E’ un altro il rapporto che ci lega...»
         Il ragazzo dilatava i suoi occhi, ma lei gli sorrideva con affetto «Tu sei il mio domatore...ed io sono la tua Digimon. Niente di più.» adagiandogli il velo tra le mani «Mi terresti questo, per favore? Devo fare una cosa.»
         Takato strinse quel velo, e la tanta tensione evocò nuove lacrime ai suoi occhi.

         Ma mai quanto quelle del rapper che tirava su col naso, si asciugava gli occhi e se ne andava tristemete «Ebbene! Il mio ultimo disastro l’ho combinato...altro che la scorpacciata di panini della scuola!»...«Fermo là tu, nanerottolo!» lo apostrofò una voce.
         Lui si volse di scatto «Ahhh, Cindermon...!!!» parandosi terrorizzato come se lei volesse picchiarlo. Ma costei «Posso dirti una cosa?...
         ...bravo.»...«Oh?» riaprì gli occhi timidamente, quando lei gli sfiorò il capo in una carezza.
         «Sei intervenuto appena in tempo, impedendo a me e a Takato di commettere una sciocchezza. Mi puoi togliere una curiosità, molto gentilmente???...
         ...tu sei un Digimon?»...«Cosa?!»
         La sposa senza velo gli sorrideva «Perché se sotto quelle bende nascondessi artigli, da qualche parte ci sarebbe anche un domatore tanto fortunato. Tu hai un talento naturale per questo mestiere!! Sei un vero amico.»
         «I-Io veramente...» balbettava il ragazzo...ma le lacrime gli impedivano di proseguire.


         Takato asciugava le sue con quel velo rimastogli in mano, quando un cane marionetta gli si fece vicino «Bau! Takato!»
         Il domatore sussultò...
         ...alla vista del ragazzino biondo «...Masahiko...»
         Costui, dal volto appenato, dischiuse l’altra mano rivelando «Calù!! Stanno lottando presso la Torre di Tokyo! Una è Amnesyamon! E l’altra è...
         ...Royalmon!!!»
         «Jeri!!!» esclamò Takato (fine-canzone)



         (canzone: Anastacia - Staring at the sun)
         Le due Digimon ruotavano come satelliti ai lati di Arkanomon, che seguiva lo scontro con occhi assai attenti.
         «Signora Asanuma!» esclamava quella composta da ingranaggi «Per l’ultima volta, ponga fine a tutto questo! Violetta vuole solo ingannarla, la sta sfruttando per i suoi scopi!! Le ha mentito circa la morte di suo marito...»
         «Sta zitta piccola Jeri...dammi una buona ragione per cui dovrei crederti! Tu mi hai sempre odiata...»...«Non è vero!!...
         ...lo ammetto, volevo sconfiggerla per la mia sete di riscatto! Desideravo diventare...sempre più potente, ma adesso non è più così!!»
         «Non ti credo!! Tu e i tuoi amici siete soltanto dei bugiardi, mi aveve confinata nell’oblio per realizzare i vostri sogni!» caricando i suoi siringoni di potere gelido...
         ...ed elevandosi sulla sommità della luna «Siete responsabili della catena di dolore che ha travolto mia figlia!!»
         «Sua figlia può ancora salvarsi!» ribatté Royalmon raggiungendola.
         Arkanomon alzava il suo sguardo per contemplare le due sopra di lei.
        «Akiko può tornare la bambina che era, glielo dico per esperienza personale! Il dolore può trasformare una creatura innocente...
         ...in un mostro, ma l’affetto e il calore sono l’antidoto all’incantesimo!»
         «Calore...?» chiese scetticamente Amnesyamon, coprendosi il volto con l’ago affilato «Nel mio cuore non vi è più calore...
         ...c’è solo gelo senza limiti, E TU SARAI LA PRIMA A SENTIRNE IL SOFFIO! INIEZIONI CONGELANTI!!»
         ...liberando una moltitudine di getti di ghiacco che fecero ruotare all’impazzata gli occhi di Arkanomon.
         Royalmon volava con tutta l’agilità che aveva, tuffandosi dietro al reticolato della rete ma Amnesyamon faceva lo stesso «Ti prenderò!!!»
         L’avversaria reagiva con un colpo scintillante di bazooka.


         E la gente in strada parcheggiava le auto per seguire lo scontro, che si faceva sempre più accanito «Non capisco chi sta vincendo!»...«Si muovono troppo rapidamente!»


         «Mamma Jeri!!!» esclamava Orphanmon con il cuore appenato, sul ciglio della parete sfondata assieme ai suo compagni...

         ...mentre Violetta incrociava le braccia presso la sala comandi «Molto bene, l’ex-alunna e la maestra stanno lottando! Jeri non ha speranza, la frustrazione accumulata da Amnesyamon è inimmaginabile, ho fatto bene a lasciarla allenare in solitudine...
         ...ora finalmente riverserà tutto il suo odio e il suo rancore sulla sua nemica. E in questo modo mi libererà da quella traditrice!!»


         Di nuovo Amnesyamon innalzò la sfera di ghiaccio «Deflagrazione tagliente!!!» ma Royalmon reagì con «Fulmine roteante!!!» volteggiando nella sua piroetta elettrificata per disperdere le schegge.
         Amnesyamon tornò a celarsi dietro la luna, la quale aveva occhi sempre più timorosi.
         «Maestra...
         ...per favore!» insisteva Royalmon «Non mi costringa a colpirla, e non si barrichi dietro sua figlia! Affronti i suoi occhi, piuttosto...
         ...io vi leggo l’amarezza e il disorientamento di tutta una vita. Violetta le parla di Arkanomon come una macchina senza cuore, ma in realtà lei sente e vede tutto! Ora sta assistendo alla nostra battaglia...
         ...e sono pronta a scommettere che teme per i suoi genitori, ma non può parlare!! Come io...temevo nel vedere mio padre minacciato dal D-Reaper...» mentre il vento faceva volare i suoi capelli castani «...ma le mie grida non giungevano da quella fonda prigione. Né da quella della mia adolescenza. Ma anche uno sguardo silenzioso le assicuro che può parlare!! Venga al mio fianco e guardiamolo insieme!!!»
         «La tua è soltanto una trappola...» mormorò la Digimon nascosta, e la sua coda all’improvviso sgorgò dalla luna «...IO NON MI FARO’ METTERE NEL SACCO DA TE!»
         «Ahhh!» Royalmon si ritrovò in pochi secondi imbrigliata da quella catena di cristalli.
         «Uhmuhmuhm...sei in trappola.»
         Ma vi si aggrappò con tutte le forze, evocando «Circuito...di stelle...!!!» illuminando il suo corpo ed accentuando la rotazione degli ingranaggi: l’elettricità sprigionata riuscì a liquefare la coda «Che cosa?!!» e a propagarsi fino all’avversaria «NoooOOOOOOOOO!»
         ...in un’esplosione fragorosa nella quale la coda sembrò staccarsi...
         ...ma la mutilata Amnesyamon si tuffò a recuperarla, attorcigliandola a un siringone e riciclandola come frusta «Aaaaaaaaaaaaargh!!!» piombando sull’avversaria in una violenza inaudita.
         «SI FERMI!» gridava Royalmon «LA SMETTA, O COLPIRA’ SUA FIGLIA!» ma l’altra ribatteva «STA ZITTA! TACIIIIIIIII!» fino a che ad un tratto, dopo che Royalmon ebbe schivato un colpo, questi si abbatté su Arkanomon, crepandole la fronte e scoprendo i suoi ingranaggi.
         «Oh no Akiko!!!» trasalì Amnesyamon.
         Gli occhi della creatura si strinsero di dolore, fino a illuminarsi di un potere incredibile che si concentrò in un fascio luminoso...
         ...e centrò in pieno la regina ghiacciata «GYAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!» disgregando la sua coda cristallo per cristallo, e facendo esplodere i siringoni.
         «Signora Asanuma!!» esclamò Royalmon, ma Beelzemon dentro di lei suggerì “Jeri! E’ il momento giusto, è disarmata!! Prendi la mira...”
         «S-Sì...» balbettò la Digimon, alzando lentamente il suo bazooka trapsarente che iniziava a caricarsi di luce...
         Il fumo dopo l’esplosione svelò lo spettacolo agghiacciante di una creatura menomata, senza più né braccia né coda, i cui residui grondavano tra ghiaccio e dati...
         L’essere gemeva «Fiiigliooolaaa...» e la luna di cristallo riprendeva fiato, mentre la sua fronte squarciata zampillava di elettricità.
         Gli ingranaggi di Royalmon roteavano sempre più rapidi, concentrando tutto il potere nel bazooka. La Digimon avvicinava il mirino al suo occhio scoperto...
         ...al centro del quale comparve il volto ghiacciato e spoglio di speranze della sua maestra.
         La voce del Digimon diede il via “Adesso, Jeri!!!”
         Ma proprio quando stava per assestare quel colpo...(fine-canzone)
         ...il bazooka si spense. Royalmon abbassò il suo braccio.
         “Che cosa ti prende?!” chiese Beelzemon, e lei chinò il capo «...mi dispiace, non posso.» (canzone: Steps - Why)
         Amnesyamon sgranò gli occhi incredula...
         Royalmon versava una lacrima mormorando «Amici miei...alla fine siete riusciti a convincermi. E’ più forte di me, non posso aprire il fuoco contro la nostra maestra.»
         “Jeri...” pronunciò il suo Digimon pieno di comprensione...
         ...e costei la rivedeva con il gessetto in mano, mentre quel cielo plumbeo attorno a loro crepitava sempre più fondo...
         ...ed il bazooka si spegneva definitivamente.


         «Takato, la mia sorellina è andata lassù, sarei pronto a scommetterlo!!» esclamava Masahiko, aggrappandosi appenato al suo vestito da sposo «Sono certo che è lei una di quelle luci in alto nel cielo!»
         Il ragazzo guardò attonito verso l’alto, mentre il più piccolo affermava «Questa mattina è sparita assieme a Beelzemon! Si è tuffata incontro al nemico senza dirci nulla, il suo desiderio era proteggerci!!»
         “Jeri!!...sei davvero tu una di quelle luci?!”
         Il giovane implorò «Ti prego, devi salvarla, sei l’unico che può farlo!! Sei quello che l’ha sempre fatto...» e quando Takato si volse, lui pronunciò tra le lacrime «Lei...ti ama tanto...»
         Così il domatore si slacciò rapidamente la cravatta, gettandola a terra in un deciso «Vieni!!» dopo il quale il ragazzino lo seguì «Calù!»


         Il vento si innalzava tra gli alberi del parco, così come il panico tra gli invitati. Ma Leaf e Cindermon sembravano non accorgersene, ed il rapper ormai arresosi, stava permettendo alla Digimon di srotolare lentamente le sue bende...ma furono interrotti da Mie «Tuuu!!! Maledetto!!! Sei la rovina della mia famiglia, magari quelle tue bende prendessero fuoco!!» minacciando di avventarsi su di lui, che arretrò spaventato. Ma Cindermon le afferrò il braccio «Che cosa ha detto?!»...«E lasciami tu, brutta stupida!»...«SENTA! Ne ho abbastanza dei suoi insulti e delle sue maledizioni!!! E se fossi in lei eviterei di parlare di fuoco perché...» accendendo fiamme sulle sua dita smaltate «...siamo noi che lo sprigioniamo!!!» puntandole occhi ancor più ardenti da far indietreggiare la donna. Quando Takato giunse da loro «Cindermon!! Cindermon, dobbiamo...
         ...andare! Jeri! Sta combattendo...è in pericolo...»...«Che cosa hai detto?» fece la Digimon, spegnendo le sue fiamme «Certamente Takato, andiamo!» quando lo sguardo del domatore incrociò quello del rapper. I due si vennero incontro lentamente...
         ...scivolando in un abbraccio intenso e pieno di gratitudine. Leaf sussurrava «...v-vedrai...andrà tutto bene...» mentre Cindermon si chiedeva che aspetto avessero quelle mani che carezzavano i capelli del suo domatore...



         «Rea! Ti senti meglio, amore mio?!» esclamava Henry tra le sedie vuote.
         «Henry...» gemette la moglie massaggiandosi la testa «...devo parlarti, ho ricordato una certa cosa anche se...non ne sono sicura...»...«Sì, anch’io devo dirti una cosa di cui non sono sicuro! Però adesso...non sforzarti!»...«Ma che sta succedendo...?» si guardava attorno smarrita «Perché si è alzato un tale vento?» e Suzie mormorò «Si è formato un campo digitale nei pressi di Arkanomon: il momento è arrivato...»...«Benji?!» esclamò Rea «Non temere, è con i nostri genitori!» rispose Henry, ed anche Terriermon sbucò «Momentai, Rea!» mentre costei diceva «...a-aiutatemi ad alzarmi...dobbiamo intervenire.»...«Sì, ma fai con calma!» la ammonì il marito.


         “I Digimon Tamers stanno per scendere in campo...” pensava Nakao “...è meglio che mi ritiri: io non sono uno di loro.” ma sentì qualcosa strusciare presso le sue caviglie, e scostando gli occhiali da sole dilatò il suo sguardo.
         Si trattava di una gatta nera dall’aria triste «...tu sei Scratchmon...»...«Ti prego! Non c’è più da aver paura di me: io sono solo uno spirito!» disse la gatta «E sono lontani i tempi in cui con Ufomon ti facevamo i dispetti: ora tra le tante fans che gridano il tuo nome...
         ...la mia bambina lo invoca dal buio con un filo di voce...
         ...sta morendo, Nakao!!!»...«Che cosa?!!» trasalì il ragazzino, prendendo in braccio la gatta «Dov’è?! Come posso fare per raggiungerla?! Scratchmon ti prego, rispondi!!»...«E’ all’interno di Arkanomon...» e a Nakao caddero i suoi occhiali da sole...
         ...ma furono raccolti da una mano smaltata di nero, come scure erano le striature sui suoi capelli biondissimi.
         Con occhi azzurri ingenui e spaesati si accostò al ragazzino e si rivolse a Scratchmon «Tu sei...la gatta a cui lei ha voluto tanto bene?»
         Nakao la pose spontaneamente tra le braccia di Rapunzelmon «E tu sei quella sorella che mi ha sostituito?» chiese la gatta, mentre la Digimon supplicava «Ti prego Scratchmon, portaci da lei!» e l’altra mutò in Iasugnumon «Non temete, andremo tutti assieme...»
         In quel momento giunsero Mako e Sandmon «Che succede?!» esclamò il domatore. Ma Gravemon fece capolino dietro suo padre «Scratchmonina!!!» correndo incontro a Iasugnumon, che cercò di abbracciarlo seppur trasparente «Bambino mio...»
         La spalla di Mako fu sfiorata da Takato «Ascoltami Mako, posso chiederti un favore? Io devo correre da Jeri, ha bisogno di aiuto...tu potresti prenderti cura di mio fratello?» Il ragazzo rispose «Ma certo, è un grande onore!»...«Ti ringrazio...
         ...ci vediamo dopo!!!» fece Takato correndo via.



         ...mentre il cielo del parco si faceva scuro, i Digimon si accostavano ai loro domatori «Ormai ci siamo...» disse Renamon balzando al fianco di Rika, mentre Imagomon si accostò ad Himi chiedendo «Hai paura?» ma questa replicò un deciso «No!» estraendo il Digivice serpentifero.
         Il vento portava via la torta nuziale, e un pezzo fu afferrato dalla zampa di Cyberdramon «Uhm, buona!» mentre Ryo al suo fianco gli diceva «Preparati cucciolo, perché raggiungiamo Arkanomon! Non abbiamo un piano studiato ma...
         ...quelli fanno parte dell’infanzia, giusto?»
         Suzie e Lopmon risposero un convinto «Giusto!»
         Kazu si raccomandava a Diamon «Tu mettiti al sicuro mentre io e Guardromon pensiamo a tutto, ok?» mentre Kenta alla moglie «Tu invece vieni con me!»
         Un fulmine li sovrastò...
         ...ed i ragazzi guardarono quel cielo che dieci anni fa li aveva separati dai loro amici. Rika decretò «Andiamo a scrivere il finale che più ci piace.»
         Il cielo tuonò, mescolandosi ai passi rapidi dei ragazzi, e al suono dei balzi dei loro compagni digitali (fine-canzone)



         La luna dalla fronte squarciata versava lacrime, ed esse cadevano nel D-Reaper sempre più esteso sotto di lei.
         Fluttuando sulla massa rossastra, le due combattenti erano una di fronte all’altra «Che aspetti a eliminarmi, Jeri?!!» esclamava la regina di ghiaccio sprovvista di braccia «O forse sei troppo vigliacca per sferrare il colpo di grazia?!» ma Royalmon le volava vicino, ferendosi le dita per carezzarle le spalle tranciate di netto «Perché...? Perché continuare questa guerra inutile...?» ma a quel punto da arrogante Amnesyamon si fece supplichevole «Jeri...te lo chiedo per favore! Eliminami...
         ...poni fine con un colpo dei tuoi, potentissimi, a quella che è stata la mia esistenza senza senso...»
         «Si sbaglia, signora...
         ...è scritto nei miei ricordi il senso della sua esistenza. Ma non solo.» scostandosi di poco, affinché vedesse la luna di cristallo «...è scritto negli occhi di sua figlia. Non vede quanto sta soffrendo? Ma non è il dolore fisico a richiamarle quelle lacrime. Akiko si sente sola e abbandonata...non posso credere che questo la lasci indifferente. Vuole che Violetta seguiti a torturarla, trattandola come un arca giocattolo e dimenticando che anche lei ha dei sentimenti?»...«Sentimenti? Sì, è vero...(canzone: Claudio Baglioni - In un'altra vita)
         ...mia figlia prova un sentimento grande e profondo, l’odio per me che sono sua madre.  Ho combattuto con tutto il mio ardore nell’estrema speranza di conquistarmi la sua stima, ma è stato inutile. Osservami, sto perdendo dati...
         ...mi sto distruggendo lentamente perché lei mi ha riversato contro tutto il suo rancore.» ma Royalmon si volse verso la luna con sguardo compassionevole, per poi rivelare «Akiko non voleva farle del male...
         ...si è solo difesa perché non sa più chi è l’amico e chi è il nemico. E’ una ragazza confusa...solo l’affetto dei suoi cari può aiutarla a uscire da questo tunnel.»...«L’affetto dei suoi cari...» replicava la creatura, tra lacrime di ghiaccio «...ora come non immagini rimpiango che Tokiashi non sia più con noi: lui avrebbe avuto le parole adatte per comunicare con lei anche ridotta in questo stato...
         ...ma lui è morto...ed è stata...la mia bambina stessa ad ucciderlo. Io ho messo mia figlia contro mio marito...la mia è una storia di sangue, Jeri! Storie come questa meritano di sprofondare...
         ...forse adesso capisco perché è stato creato il D-Reaper: per cancellare ciò che non va, come il cammino percorso dalla mia famiglia! Il mio operato di questi dieci anni...» ma Royalmon la sostenne rivelando «Il D-Reaper cancella e basta, non è dotato di un sistema per distinguere ciò che è perduto da ciò che può essere salvato: non è dotato di un cuore...» alludendo pacatamente alla massa rossastra sotto di loro «...non può distinguere i fiori che germogliano sulla distesa di ghiaccio. Finirebbero travolti e cancellati anch’essi! E questo...non è giusto.»...«...fiori...?» chiese dubbiosa Amnesyamon «Dove riesci a scorgere ancora fiori, Jeri? Io intorno a me vedo solo distruzione. Forse...è il ricordo ancora vivo della tua infanzia spensierata a trarti in inganno. Come sarebbe bello se quei giorni potessero tornare...ma purtroppo...è impossibile...» in un sussurrò sconfortato.
         Però ad un tratto si udì una voce “Nami...io visto nascere un fiore dal presente!” «...IceDevimon!» esclamò sorpresa Amnesyamon «Sei sicuro...di non esserti sbagliato?!» “Ma sì...!” replicava la voce del demone in una dolce intonazione “...è nato nel mio limbo di ghiaccio! Puoi chiederlo a nostra figlia se non ci credi...
         ...lei...era lì con me quando lo abbiamo scoperto...
         ...mi stava parlando dei suoi sogni, che erano così tanti...da riempire Digiworld di nuovi Digimon, e scrivere una nuova serie lunga da qui...fino all’eternità.”
         «Non...può essere vero...» fece Amnesyamon, ma Royalmon le sfiorò il volto «Ascolti le parole del suo Digimon, questa...è la sola verità! I tempi felici non sono andati, sono solo nuvole passeggere a coprire il sole.» mentre la pioggia iniziava a discendere su di loro «Possiamo scacciarle grazie alla nostra buona volontà! Come dicevano quei ritornelli tanto lontani...ma che nessuno di noi ha dimenticato realmente.»
         La creatura mutilata aveva sguardo tanto spaesato, ma la voce dentro di lei la esortava “Nami...! Ascolta la tua ex-alunna! Lei ha ragione! Se addirittura è nato un fiore dal mio cuore arido, da tiranno digitale incallito...per nostra figlia c’è ancora speranza! Non dobbiamo abbandonarla...noi siamo i suoi genitori...”
         Royalmon sorrideva, mentre la pioggia bagnava i suoi capelli...


         ...e Takehiro in automobile chiedeva «Devo lasciarvi presso la torre di Tokyo?»
         «Sì!» rispose appenato suo figlio nei sedili posteriori, ed il padre «Vi supplico, siate prudenti.»
         I tergicristalli lottavano contro la pioggia, mentre Leaf seduto accanto a Takato gli diceva «Perdonami per quello che ho fatto! Io...ho agito d’istinto, senza pensarci poi tanto! Tu hai detto che Guilmon ti avrebbe esortato a sposarti, però io...
         ...non sono d’accordo!» piegando umilmente le sue spalle «B-Basandomi su ciò che mi hai raccontato di lui, e sul fatto...che tenesse al tuo futuro più d’ogni altra cosa.»
         «Chi può dirlo...» sussurrò Takato smarrendo lo sguardo oltre il finestrino bagnato «...sono vissuto dieci anni senza di lui, ho perso l’abitudine ai suoi semplici e al contempo tanto saggi consigli. Col mio ricordo non riesco a ricrearli, questo è il lato più duro della lontananza. E’ probabile che tu abbia ragione...» volgendosi verso di lui, e sollevandogli la mano «...tu gli assomigli tanto.»
         Il rapper si asciugò un po’ il naso, mentre Takato affermava «Tanto che a volte ho timore di svegliarmi, e scoprire che anche tu te ne sei andato. Leaf...
         ...ma tu chi sei in realtà? Ti fingi un rapper, ma sei così...magico. Come quei miracoli che sfiorano la tua vita per qualche anno, per poi andarsene, come l’infanzia...»
         Takehiro annunciò «Siamo arrivati.» fermando l’auto mentre il rapper rispondeva «Chi sono? E chi lo sa. Forse sono un rapper. Forse sono un gioco. Forse soltanto un disegno. Ma quel che è certo è che non devi temere di perdermi, Takato, perché chiunque io sia...» mentre il domatore smontava, e fronteggiava per l’ennesima volta la pioggia infilandosi gli occhiali da sole...
         «...io ti resterò vicino per tutta la vita.» assumendo per pochi secondi le sembianze di Guilmon mentre Takato era di spalle, per poi smontare anche lui dall’auto ed indosare gli occhiali da sole, che lo avrebbero condotto assieme al ragazzo nel campo digitale.
         Entrambi si avviarono con passo adulto e deciso...



         ...mentre Amnesyamon implorava Roylamon «Jeri...
         ...io non ti chiedo di perdonarmi per ciò che ti ho fatto, poiché sarebbe impossibile! Ti chiedo solo se tu...che sei così potente...puoi avere compassione della mia povera bambina! Mi piacerebbe tanto che avesse un futuro diverso dal mio! E potesse anche lei godere di quel sole che filtra dalle finestre della scuola...»
         L’altra Digimon la carezzò «Porterò ad Akiko un’importante messaggio...
         ...l’amore dei suoi genitori...» scostandosi affinché potessero contemplare assieme la luna piangente «...così capirà che anche lei può cambiare il suo destino!!!»
         Rivolgendo uno sguardo di speranza verso sua figlia in lontananza, Amnesyamon pronunciò «Grazie...» sicché una sua lacrima dissolse la biodigievoluzione...
         ...e l’insegnante poté adagiarsi fra le braccia protettive del diavolo di ghiaccio, che però piegò il capo «U-Ugh...»...«Ice...Devimon, sei ferito...?»
         Il Digimon era piuttosto malconcio, ma rispose «Non è niente, sono soltanto graffi. Ti porto in salvo, Nami.» e Royalmon gli pose le mani sulle spalle «IceDevimon, se ancora ce la fai...ti chiedo un favore: porta la mia maestra da LadyWizardmon, è casa mia che l’ha aspetta.»
         «Jeri...» mormorò Asanuma con sorriso stremato «...non mi hai mentito, è vero ciò che mi hai detto? La mia Digimon...esiste...
         ...mi sta aspettando...»...«Sarà lei a confermarglielo fra non molto, signora!»...«Io ho conosciuto LadyWizardmon ma...non l’ho riconosciuta...la mia Digimon era diversa, però forse...è stata la mia immaginazione a trarmi in inganno.»
         Royalmon replicò «I Digimon hanno tanti volti, è facile confondersi se non si ascolta il proprio cuore! Io sono sicura che non appena vedrà LadyWizardmon...questa volta la riconoscerà, e potrete stare sempre assieme!»
         «A-Ahhh!» IceDevimon serrò i denti, per spalancare le sue ali grondanti di pioggia e  sangue «T-Tieniti forte, Nami...stai per conoscere la tua vera Digimon.»
        «Ti affido mia figlia...» sussurrò Asanuma dolcemente, e Royalmon ammise «La salverò!»
         Così la mano dell’insegnante scivolò da quella meccanica e smaltata della sua alunna. Quest’ultima spiegò le ali scrollandosi dalle gocce, armata di nuova motivazione «Sei pronto, Beelzemon?» “Certamente Jeri!” «Perfetto, allora voliamo all’interno di Arkanomon e salviamo Akiko!» “Perfetto! Jeri...a proposito!” «...uh, sì?» chiese la Digimon, mentre già sorvolavano ad alta velocità il D-Reaper, diretti verso la luna sofferente “Prima, quando hai perdonato la tua insegnante...” accennò Beelzemon “...ho rivisto quella bambina di tanti anni fa: è questa la Jeri che io conoscevo!!!”
         Royalmon sorrise dolcemente, e sussurrò un «Grazie...» versando una lacrima dal suo occhio sfrigolante...
         ...per poi librarsi verso quel Digimon sferico e circondato da nubi (fine-canzone)


         (canzone: Valerio Scanu - Could it be magic)
         Ma le nubi più fitte crepitavano negli occhi di quella donna in abito bianco «Tanta fatica per plasmare Amnesyamon...
         ...ed un secondo per perderla...!!» scandì in un sussurro, picchiando sulla pulsantiera «Che tu sia maledetta, Jeri Katou...» mentre i display oculari inquadravano il volo di Royalmon oltre le gocce di pioggia «...ti farò pentire amaramente di esserti messa contro di me!! Bambole digitali!!...
         ...ghgh, è il vostro momento, spezzate le catene che vi imbrigliano! E rifilate all’intrusa l’adeguata accoglienza...
         ...ti avrei fatta entrare con tutti gli onori ma è ora per te di assaggiare la vera potenza della casa...!!...
         ...DISTRUGGETELAAAAAA!!!»
         Si udì in risposta un tenebroso “SI’ REGINA VIOLETTA!



         Cindermon si chinava su suo padre «Tu pensa solo a trovare un rifugio sicuro...» sistemandogli il cappuccio, ma Cyclemon si aggrappò alle sue mani «Figlia mia! Ho paura, non voglio lasciarti andare da quella donna!» Diamon li separò con dolcezza «Papà!...
         ...Cind è una guerriera esperta, ed ha il suo domatore ad attenderla.»...«Grazie sorellina...» sospirò Cindermon, e Diamon le aggiustò il ciuffo guardandola dritta negli occhi «Mi raccomando, siamo tutti con te.»...«Grazie! Cercherò di non deludervi.»...«Lo spirito della mamma guiderà i tuoi passi...
         ...io e papà intanto andiamo a metterci al riparo, ok?»...«Sì sì, voi andate!» fece Cindermon sgranchendosi i muscoli «Largo a quelli che menan le mani...dove ho lasciato il mio domatore? Ah, eccolo!»
         ...raggiungendo Takato ai piedi della torre di Tokyo.
         «Lassù si trova la donna che ha ucciso tua madre.» disse il ragazzo, e la Digimon «Lassù si trova la nemica che vi impedisce di sognare.»
         Takato le porse la sua mano con il Digivice «Cindermon, la mia poca forza umana è al tuo servizio.»
         Sotto gli occhi di Leaf, la Digimon poneva la mano sul congegno a foglia dorata «Takato, il mio sfolgorante potere digitale è tutto tuo, fanne buon uso!»
         Gli altri domatori li raggiungevano con i loro Digimon...
         ...ma in quel momento gli occhi di Rea incrociarono attoniti quelli di Leaf. Terriermon la richiamò «Rea, presto, muoviti!» sicché fu costretta a procedere, ma il rapper ipotizzò «E se avesse ricordato qualcosa...?»
         La domatrice in questione sfoderò il Digivice a cuore verde, accostandosi a suo marito. Rika estrasse il congegno perlato, Himi quello a groviglio.
         Kazu sfoderò agilmente il Digivice stellato, Kenta il cuore rosa dagli ornamenti aurei.
         Suzie preparò il congegno con le ali bianche, Ryo alzò la zampa nera di drago. Fu lui a decretare «Pronti ragazzi?»
         E poi tutti in coro, e una volta per tutte «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!!»

         «CINDERMON BIODIGIEVOLVEEE...»
         “Ragazzi...il piano rimane quello di dieci anni fa: troviamo Jeri e portiamola in salvo!” stabilì Takato «...RUBYMON!»

         «TERRIERMON BIODIGIEVOLVEEE...» “Purtroppo fra noi e Arkanomon si innalza una barriera magica!” osservò Henry, e Rea “Proviamo col potere dei ricordi, e facciamo leva sui suoi sensi sviluppati!” «...CUPIDMON!»

         «RENAMON BIODIGIEVOLVEEE...» “Amici, non dimentichiamoci di una cosa: Arkanomon è una bambina...non possiamo abbatterci su di lei con violenza, dobbiamo agire con delicatezza.” suggerì Rika «...IRISMON!»

         «IMAGOMON BIODIGIEVOLVEEE...» “Io non c’ero l’altra volta con voi, e sono ancora alle prime armi! Ma sono certa che con la vostra guida me la saprò cavare!” parlò Himi «...VIPERMON!»

         «GUARDROMON BIODIGIEVOLVEEE...» “Non preoccuparti, Himi! Dieci anni fa anche io e Kenta eravamo nella stessa situazione!” disse cordialmente Kazu «...CARERMON!»

         «MARINEANGEMON BIODIGIEVOLVEEE...» “Ma grazie alla vicinanza dei nostri Digimon la missione si rivelò un successo!” ricordò Kenta «...GENIUSMON!»

         «LOPMON BIODIGIEVOLVEEE...» “...tra l’altro proprio oggi è l’anniversario dei Digimon, non siete emozionati?” scherzò Suzie «...LADYCANNONMON!»

         «CYBERDRAMON BIODIGIEVOLVEEE...» “E’ tempo di dimostrare al pubblico il potere di noi adulti!” decretò infine Ryo «...REBIRTHDRAMON!»

         In un volo congiunto, sfidarono la pioggia e le onde di D-Reaper.
         «Accidenti, è più accanito dell’altra volta!!» esclamò Cupidmon, e Geniusmon disse «Non ricordo che si esibisse in geyser serpiginosi!»
         Rebirthdramon specificò «Vi ricordo che adesso il D-Reaper è controllato!! Violetta sta cercando di centrarci come i nemici di un videogioco!!»


         «Ahahahahahah!!!» si divertiva in fatti la riccioluta nemica, premendo un pulsante rosso con la lettera “A”.

         «Ragazzi, che cosa sono quelli?!» esclamò Vipermon.
         Carermon replicò «Mi ricordano qualcosa ma...non vorrei sbagliarmi!»
         Irismon a seguire «Mi sembrava strano che finora non si fossero svelati...» e poi una sconcertata LadyCannonmon «...GLI AGENTI!!!»

         Infatti una moltitudine di creature stava sgorgando dalla massa rossastra.
         Rubymon in testa a tutti sfoderò la sciabola e descrisse «Guardate ragazzi, sono diversi dall’altra volta! All’epoca avevano tutti l’aspetto di Jeri mentre invece ora...»
         I soldati del nuovo D-Reaper erano agili donne guerriere dalle bardature borchiate, e i lunghi riccioli metallici.
         «Assomigliano a Violetta!!!» esclamò Irismon.



         «AHAHAHAHAHAH!» rideva la nemica ai comandi «Molto bene, ora assaggerete la potenza dei miei cloni famelici!!!»


         Le guerriere metalliche si schierarono di fronte ai Digimon, intrecciando i loro riccioli e veicolando potenti scariche elettriche.
         «A-AHHHHH!!!» la squadra reagì con un getto congiunto di poteri, ma il loro scudo avrebbe ceduto presto.
         In un moto di coraggio, Cupidmon tese la mano «M-Mi dispiace, ma non impedirete così il nostro passaggio...» materializzando una boccetta di profumo, e versandola nel suo serbatoio...
         ...per poi emergere più in alto nel cielo, e liberare «FLUIDO ANALGESICO!!!»

        Il suo geyser di luce verde sovrastò le ondate di D-Reaper fino a disperdersi attorno ad Arkanomon.
        I quieti scintillii incantarono gli occhi della luna, che sembrarono socchiudersi...


         «Che succede?!!» fece Violetta pistando qua e là «I comandi sono impazziti!! Ahhh...
         ...riconosco questo profumo...
         ...è quella maledetta della mia Digimon, si è alleata con loro per distruggermi!!!»
         Ma improvvisamente echeggiò una voce nella sala comandi “Muskmon non è la tua Digimon...
         ...il tuo Digimon sono io, Violetta.
         Al che la donna dilatò i suoi occhi «Come...?!...
         ...e tu chi saresti...?» pronunciò con un filo di voce...
         Ma la risposta “Io...sono...QWZUGHYGUWYAMAYMYMMM...” si smarrì in un suono distorto e inarticolato «Oh no, il sistema radio è danneggiato...» constatò Violetta, strillando più che poteva «Ti sto parlando, riesci a sentirmi?!!» (fine-canzone)



         «LadyWizardmon, ti supplico...» mormorava Masahiko, chinandosi sull’insegnante digitale dal cappello a punta «...veglia su mia madre, io devo raggiungere i miei compagni. Mia sorella è in pericolo! Non posso restare con le mani in mano...»
         «D’accordo...» replicava con voce profonda la Digimon, tendendo al ragazzino i suoi guanti consumati mentre le finestre della casa scricchiolavano a causa del vento «...penso io a lei, ma tu mi raccomando, abbi cura del tuo Digimon e di te stesso.»...«Farò del mio meglio!» promise il ragazzino, mentre Calumon si concentrava «Calùùùùùù...» lasciando che il simbolo rosso sulla sua fronte brillasse...
         ...e lo tramutasse nel possente minotauro alato. Snowhitemon spalancò le sue ali «Ciò che è iniziato assieme...non può che concludersi assieme. Masahiko, sei pronto?»...«Prendo il berretto e andiamo.»
         Così si congedarono, dopo un bacio alla signora che quando li vide uscire scoppiò in lacrime «Oh, LadyWizardmon! Sono così in pena, e se i miei figli dovessero non tornare da quell’incubo?»
         La Digimon le carezzava il capo «...stia tranquilla...io la capisco: anch’io, lo sa, ho i miei piccoli alunni prigionieri lassù in cima. Però io so che in questi casi il bene vince sempre. Come nella favola di Crystalmon.»...«Crystalmon? E’ uno dei vostri alleati...?» chiese dubbiosa la mamma di Masahiko. LadyWizardmon rispose «E’ un Digimon protagonista di una storia lontana...(canzone: Laura Pausini - Mi dispiace (strumentale) ) io la racconto ogni anno ai miei studenti. Egli era una creatura composta di cristallo limpido, come il suo carattere sincero. Era un Digimon bambino...ma dall’infinita bontà e generosità. Del suo animo si vedeva tutto, sicché...
         ...un giorno che disse una bugia, nel suo petto apparve una palla oscura, e nera come i suo rimorso...»

         Intanto, presso il giardino della casa allagato dalla pioggia, atterrava IceDevimon «Nami...cooough!»...«IceDevimon!» si premurò l’insegnante, ma lui la scostò «No, non pensare a me! Là dentro c’è la tua Digimon!»...«Ma tu sei ferito gravemente...»
         Il ghiaccio che componeva il demone iniziava a creparsi, lasciando sgorgare sangue sul suo volto candido «...è mia la colpa di ciò che ti è successo...io ti ho portato sulla cattiva strada, coinvolgendoti in storie...
         ...sporche come il mio passato! Se fossi stato un bravo Digimon ti avrei esortato a riconciliarti con tuo marito. E ora probabilmente nostra figlia sarebbe al riparo. E invece è lassù, a prendersi...tutta questa pioggia. I bambini parlano con facilità dei “Digimon malvagi”...ma questa è una brutta parola. Dal loro operato nascono cose...davvero ingiuste. Oh!...
         ...guarda qui, Nami. Che bel giardino pieno di fiori, la persona che abita in questa casa deve curarlo con molto amore. Lo sai che mi piacerebbe coltivare un giardino, se solo...»...«Se solo...?» chiese timorosa Asanuma.
         Ma lui, che si appoggiava a un albero, le sorrise «...su, va incontro a lei...
         ...ti sta aspettando. Da un po’ troppo tempo.»...«Ohh...s-sì!» fece la donna, avanzando timorosa verso la casa.
         IceDevimon sorrise, sussurrando «...addio Nami...» e rivelando nella sua mano grondante di sangue i resti cristallini del loro Digivice che si dissolveva...

         Asanuma si appoggiò alla porta socchiusa, e sbirciò all’interno...
         «Una palla oscura? Oh povero bambino! Poi cosa accadde?»...«Beh...» fece LadyWizardmon «Crystalmon si decise a dire la verità. E allora come per magia quel gorgo oscuro scomparve. Però purtroppo...
         ...quelli sinceri come lui non sono mai amati da chi vuole comandare, trincerandosi dietro gli inganni e i raggiri.»
         “Questa voce...” pensava Asanuma con occhi commossi “...assomiglia a quella di lei in effetti, solo che...è più anziana!”
         Non si accorgeva che IceDevimon, alle sue spalle, si allontanava lentamente...



         Gli stivali borchiati di Royalmon planavano sul terreno metallico «Beelzemon...forse ci siamo.» sussurrò nel silenzio “Lo credo anch’io, Jeri!!”
         La Digimon alzò lo sguardo verso l’enorme cristallo di ghiaccio che troneggiava in quell’ampia sala “Questo dev’essere il generatore del potere di Arkanomon!!!” pronunciò la voce di Beelzemon.
         Dall’occhio scoperto di Royalmon emerse un monocolo con cui analizzare il cristallo, all’interno del quale delineò la sagoma di una bambina «Ahh! Akiko!!» compiendo un passo avanti «La sua controparte corporea è addormentata in quel cristallo!» “Sbrighiamoci a liberarla, in questo modo Arkanomon perderà tutta l’energia!!”
         Ma d’un tratto il terreno tremò «Ahhh! Che succede?!» “Non lo so, Jeri! Ahhh?!...
         ...cosa sono quelle creature che escono dal muro?!”
         I tasselli che componevano la parete iniziarono ad aprirsi, nell’eco collettivo “ORDINI DELLA REGINA VIOLETTA – ELIMINARE TUTTI GLI INTRUSI.
         «Sono l’esercito della nuova specie!!» esclamò Royalmon, e Beelzemon “Dannazione, sono tantissimi!!!”
         «Non perdiamoci d’animo, Beelzemon!» disse lei, sollevando il bazooka trasparente e caricandolo di nuova energia «Circuito di stelle!!!»
         I due cerchi luminosi si intrecciarono di nuovo attorno a lei, cospargendosi di stelle come due bracciali...
         ...per poi essere scagliati contro l’attacco congiunto delle creature meccaniche.
         I riflessi della battaglia illuminavano il volto di Akiko, i cui occhi si contraevano appena come se il suo sonno fosse turbato da incubi...



         «Un tiranno crudele comandava quel villaggio con il pugno di ferro. E venuto a sapere che un Digimon poteva mandar all’aria tutti i suoi intrighi...» narrava LadyWizardmon, inconsapevole di essere udita da Asanuma «...fece imprigionare il piccolo Crystalmon nel sotterraneo più profondo. Egli era solo, e tremava di paura...
         ...ma una notte...gli abitanti del villaggio videro una luce divampare da quel carcere oscuro: era la luce...
         ...del cuore puro di Crystalmon, che anche se in prigione era più forte del tiranno! Da quel giorno, tutti vissero felici in quel villaggio, liberi di realizzare i loro sogni.»
         La mamma di Masahiko aveva preso sonno, e LadyWizardmon le rimboccò il lenzuolo «Abbia fiducia, signora: la luce che guida i buoni e i coraggiosi non smette mai di splendere...
         ...oh?!» ma quando si volse, trovò l’altra insegnante ad attenderla in silenzio.
         Gli occhi verdi della Digimon la scrutarono profondamente «Mi sono concessa anch’io un sogno...»
         Le finestre sbattevano, mentre LadyWizardmon avanzava «Questa notte io non ho potuto dormire, seguitando a ripetermi le parole di Jeri...e ad immaginarla mentre leggeva il diario che era andata a cercare nella sua vecchia scuola...»
         «La scuola di Jeri è quella dove io ho prestato servizio...
         ...sulle pagine di quel diario...
         ...ho immaginato una Digimon. Era un’insegnante come me, ma laboriosa e creativa, regina delle danze e i festeggiamenti, non come me che sono così imbranata! Nei lunghi pomeriggi in cui mi trattenevo a correggere compiti, io...
         ...immaginavo di parlarle!» mentre una lacrima sgorgava dagli occhi di LadyWizardmon, generando una luce sempre più intensa...
         «Le confidavo...del mio amore per il mio collega! E dell’affetto...così grande e profondo che provavo per i miei alunni. E che non riuscivo ad esprimere nei miei giorni comuni!!!» piegandosi a terra, e versando lacrime «Io non sono come quel Digimon di cui narravi!!!...
         ...io non sono come Crystalmon! Sarebbe bello essere limpidi come un cristallo!!! Ma...non sempre ci si riesce...» però la sagoma di fronte a lei aveva cambiato forma...
         ...e adesso una mano dal guanto candido le si appoggiava sul capo «Però sempre si può ritentare.» pronunciò dolcemente la creatura, e Asanuma alzò il suo sguardo incredulo «Carnevalmon...sei tu?»
         Il cappello a punta rotolava ormai a terra...
         ...al posto di LadyWizardmon era comparsa una signora dalla tuta a rombi colorati. Ma aveva quegli stessi occhi verdi incorniciati da una mascherina nera, solo che era più giovane. E dai capelli non più grigi, ma rossi e pieni di vita.
         «Non posso crederci, io...sto sognando.»
         «Sì, e allora?» piegò il capo Carnevalmon «Che c’è di male...? I sogni sono il motore della vita. Sono solo dicerie quelle che ne parlano come illusioni, che svaniscono al mattino. I sogni sono sinonimo di lavoro e di impegno, come l’allestimento di uno spettacolo: avevo scordato la mia indole creativa e dinamica...» avanzando verso di lei «Sei stata tu a farmela ricordare. Grazie, mia domatrice...»
         ...mentre tra di loro calava un Digivice a rombi variopinti come la tuta della Digimon. Il suo bagliore inondava gli occhi dell’incredula Asanuma, mentre Carnevalmon le spiegava «Lo vedi? Questo è il nostro Digivice, e rispecchia i colori della tua anima: quando sei stata sincera, con te stessa e con me, la luce che si nascondeva nel tuo cuore gli ha permesso di apparire. Come per Crystalmon!...
         ...che anche se in prigione era più forte del tiranno. Ho sempre trovato che fosse una storia meravigliosa, ma spesso i miei alunni non riuscivano a capirla...
         ...perché erano troppo piccoli! Per comprendere queste cose occorre il cuore di un adulto...non sei d’accordo con me...Nami?»
         Accogliendolo tra le mani come un uccellino ferito, la donna ricevette il suo Digivice e vi lasciò cadere le sue lacrime. Ma quelle braccia colorate si facevano lentamente attorno a lei «Non piangere, non è troppo tardi...
         ...c’è la tua Digimon con te, adesso...»
         Asanuma alzò le sue braccia tremanti...per poi stringerla fra impetuosi singhiozzi, con tutto il trasporto soffocato per anni.
         Da quella casa si propagava un bagliore accecante come in quella leggenda. Era la luce nata dal loro profondo affetto...



         ...nel frattempo Akiko si rigirava nel sonno, ma Royalmon lottava senza tregua «Fulmine roteante!!!»
         ...piroettando a travolgendo con le scariche gli innumerevoli soldati meccanici “Non finiscono mai!!!” «Ahhh, non arrendiamoci! Akiko ha bisogno di noi!...
         ...siamo l’ultima speranza per lei e per la terra, Beelzemon!» elevandosi in un ennesimo volo sulle sue ali di ingranaggi, e scatenandosi in una mitraglia luminosa con il suo bazooka.
         Gli ingranaggi roteavano più che mai, e quei Digimon falsi esplodevano uno dopo l’altro...
         Il soffitto della sala accennava a crollare, e l’immenso cristallo di ghiaccio sfrigolava. Ma Akiko si rigirava e ripeteva «...un fiore...
         ...un fiore rosso-arancio...
         ...papà! Fammi volare...
         ...portami nella Città della Rinascita...
         ...tanti piccoli Digimon aspettano di nascere. Andremo da loro insieme, vero papà?»
         I suoi sussurri sognanti si mescolavano alla mitraglia decisa e determinata della Digimon di ingranaggi, contro un esercito di creature false e senza umanità (fine-canzone)



         I cloni di Violetta intrecciavano i loro capelli, e si libravano in aria volteggiando come una ruota, dalla quale sgorgava elettricità senza limiti.
         «AAAAAAAAAHHH!!!» la squadra era costretta nuovamente a sparpagliarsi, e Rebirthdramon annunciava «La loro tattica è troppo avanzata! Senza una strategia precisa non andremo molto lontano...»
         «Cosa si fa?!» fece Geniusmon, e Vipermon disse «E’ solo un suggerimento, ma per me è inutile fronteggiarle direttamente: guardate!» indicando Rubymon, Cupidmon e Carermon impegnati a duellare con gli agenti «Ne sgorgano sempre di più!»
         Irismon osservò «In effetti il D-Reaper ha sempre avuto un sistema di replicazione illimitato!» e LadyCannonmon suggerì «Ragazzi...sniff, sniff...annusate attorno! Il profumo si è sparso nell’aria grazie al fluido di Cupidmon! Ora sta a noi creare l’atmosfera adatta per rievocare cari ricordi...»...«Con quelle pazze che ci danno il tormento?! Una sfida niente male!» osservò la Digimon dai capelli a serpenti, e LadyCannonmon aprì le braccia «Degna di una squadra esperta, come la nostra! Pensiamoci ragazzi: ognuno di noi possiede delle caratteristiche uniche...
         ...basta fonderle in un’azione coordinata, in questo modo riusciremo a portare indietro il tempo anche se è impossibile!» (canzone: Laura Pausini - Surrender)
         «Questa sì che è un’idea geniale!!!» esclamò Rebirthdramon «Suzie...e poi chiamano me “domatore leggendario”! Io ti eleggo mio successore!»...«Oh! Quale onore Ryo.»
         Al che Irismon volò ad annunciare all’altro gruppo «Presto, mettiamo in pratica il piano di LadyCannonmon! Congiungiamo i nostri attacchi per stimolare la memoria di Akiko!»
         «Cosa le facciamo ricordare?» chiese Cupidmon.
         «Suo padre, sicuramente!!» suggerì Rubymon «Cioè, il signor Mori!»
         «Giusto!» fece Carermon «Una bella gita con l’uomo che l’ha cresciuta! Il nostro maestro adorava scampagnate e campeggi!»
         Geniusmon diede disposizioni «Stai indietro, Irismon! Tu sei incinta, e devi metterti al riparo dai colpi! Però puoi occuparti dei riflettori!» al che la Digimon interpellata volò più in alto che poté, sfoderando la perla splendente «Faro della purezza!!!»
         Carermon le si parò di fronte «Il mio corpo di vetro ti farà da proiettore!» lasciandosi travolgere dalla luce...
         «Mentre io...mi occupo di dipingere il cielo!» esclamò Geniusmon sovrastando la luna con gli occhi ed evocando «Flusso stellato!!!» di modo da liberare una scia dalla sua lampada magica che circondò Arkanomon di stelle.
         L’attonita luna si guardava attorno spaesata, ma Carermon disse «Lascia ad un altro la parte della luna, tu sei solo una bambina...» evocando dolcemente «Carezza lunare...» così che la sua mano artigliata completasse quel cielo con una luna innocua e lontana, che gli occhi di Arkanomon fissavano con titubanza.
         «Il falò! Il falò ragazzi presto!!» suggeriva Vipermon da brava organizzatrice di spettacoli, e Rubymon raccolse entusiasta «Ci penso io!!!» spiegando le ali e tuffandosi in volo «Soffio incandescente!!!» fino a rendere se stesso una cometa infuocata, che in un vortice di foglie generò una fiammata proprio sotto la sempre più incredula luna.
         Carermon e Irismon orientavano il riflesso della perla, e il primo disse «Scenario cittadino...appari.» di modo che il suo corpo proiettasse tante sagome di palazzi sullo sfondo del cielo.
         Vipermon insistette «Luci, riempitelo di luci più che potete! Abbiamo bisogno di luci per contrastare le nubi!»
         «Lasciate fare a me!!» esclamò LadyCannonmon «Girandola di piombo!!!» ma quando slacciò le cartucce non indirizzò i suoi proiettili contro la nemica, bensì li lasciò fluttuare lenti sulle sagome dei palazzi, così che sembrassero tante piccole finestre illuminate.
         «Che scenario meraviglioso...» commentò Carermon, ma Cupidmon esclamò «Ragazzi attenzione!! Gli agenti!!»
         In effetti i cloni di Violetta piombavano più accaniti di prima, ma una voce evocò «Granata solare!!!» travolgendo le guerriere del D-Reaper con una sfera scagliata grazie a un colpo di coda. Era Rebirthdramon «Lasciate ai più grossi il lavoro sporco, voi occupatevi del palcoscenico!» recuperando la sfera luminosa ed esibendosi in voli, capriole e palleggi per sgominare le numerose nemiche grazie al suo solo, rapidissimo bolide.
         «Siamo al completo?» chiese Geniusmon, ma Vipermon smentì «Loro, mancano loro!!»...«Loro chi???» restava in dubbio il genio digitale, ma la Digimon dai capelli a serpente rispose «Servono due ologrammi, per rievocare le sagome del padre e della piccola!»
         «Giusto! E di questo...mi occupo io!» stabilì Cupidmon afferrando due frecce, una più lunga, e una più corta. E scagliandole con un colpo secco attorno alla grande fiammata.
         Arkanomon vide nascere dal loro riflesso verdino la sagoma di un uomo e una bambina che si venivano incontro...
         «Arkanomon...» parlò la voce del falò, cioè quella di Rubymon «...con tutto questo vogliamo dirti...che tu sei Akiko, una bambina con i suoi ricordi! Non un Digimon distruttore. Andiamo, non avrai di certo scordato il profumo di quelle belle giornate in mezzo al verde: il signor Mori sognava...che tu crescessi sotto la luce del sole, proprio come noi suoi alunni!»
         Il volto di Arkanomon era spiazzato e impietosito dinanzi all’abbraccio dei due ologrammi di luce verdina.
         «Restare per mano, ad aspettare la notte...» seguitava a narrare Rubymon «...imparando i nomi dei fiori, fino a che il cielo si tingeva di stelle. Non puoi aver rimosso questi ricordi, anche dal fondo del tuo sonno doloroso. Come faccio a saperlo? Beh perché...
         ...tutti noi, che abbiamo allestito questo palcoscenico...
         ...a modo nostro, chi più chi meno, siamo stati allontanati dai ricordi più cari, per ritrovarci circondati dalle nubi. Però nella vita questo è normale...e anche se adesso tutto sembra lontano, nel tuo cuore c’è un falò acceso come questo...
         ...e là vive per sempre il ricordo dell’uomo che ti ha cresciuta. E che adesso ti abbraccia come in questo film allestito in fretta. Quell’ologramma non è un’illusione...
         ...è una piccola storia che ti accompagnerà per tutta la vita. Anche quando sarai grande, il suo fuoco ti indicherà la strada, e non sarai mai sola. Devi solo liberarti dalle tue catene...
         ...e riacquistare la fiducia in te stessa! Sei una piccola Digimon dai promettenti poteri, lavora sodo e lotta per i tuoi ideali! Tuo padre sarà orgoglioso di te...!!»
         La bocca della luna iniziò a muoversi...impegnandosi con tutte le forze per spezzare i fili di ferro, e pronunciare la parola «Pa...pà...»
         «GUARDATE, HA PARLATO!» esclamò Vipermon.
         Le cuciture saltarono completamente «Papà, dove sei...?» intonò la sua voce appenata.
         Un vetro prima invisibile iniziò a creparsi dinanzi a lei.
         «Ragazzi, la barriera cede!!!» esclamò Irismon.
         Rebirthdramon decretò «Presto, tutti dentro!!!» frantumandone i residui con il lancio della sua granata, che trascinò con sé una quantità cospicua di cloni.
         I Digimon si innalzarono in volo, dirigendosi verso quella bocca che non faceva che ripetere la parola «Pa...pà...
         ...pa...pà...» (fine-canzone)


         (canzone: Evanescence - Missing)
         «Quella voce misteriosa ha smesso di parlare...» mormorò Violetta, per poi volgersi indignata verso gli oblò oculari «...e quei seccatori hanno infranto la mia barriera!!! Devo fare presto!» avventandosi nuovamente sul pannello di controllo «Devo sbrigarmi a ripristinare il segnale radio, mi giunge solo una sequenza di suoni distorti! Ma quella voce sembrava parlare proprio a me...
         ...ha detto di essere il mio Digimon...»
         Le sue mani svettavano rapide sulla tastiera «Segnale radio, segnale radio!! Pronto prova qui è Violetta! Acc...
         ...diamine...
         ...segnale radio!!!»


         Sull’eco martellante dell’allarme, i residui delle bambole digitali fumavano distrutti...
         ...ed un’affannata Royalmon si affacciava sul cristallo centrale “Jeri, sei stremata!” «Non preoccuparti Beelzemon...
         ...ce la faccio ancora. Dobbiamo recuperare Akiko e...
         ...p-portarla fuori di quiii!» scivolando con lo stivale sul ghiaccio “Jeri!!”
         Il bazooka trasparente sfrigolava “Il nostro arsenale è compromesso...” «Non importa, deve solo sparare un ultimo colpo...
         ...e poi...sarà tempo di deporre le armi.» tendendo la sua mano tremante al volto pallido di quella bambina addormentata, che non smetteva di invocare «Papà, dove sei...
         ...ho tanto freddo. Portami nella Città della Rinascita, te ne prego! Il calore del pelo dei cuccioli mi riscalderà...»
         «Akiko...» sussurrava Royalmon accogliendola fra le sue braccia «Akiko, mi senti...?»
         «Chi sei tu...?»...«Io sono...
         ...una vecchia alunna della tua mamma. Sono una domatrice di Digimon, sono venuta qui per portarti in salvo!» ma la bambina gemeva «No, ti prego, sta lontana da me...
         ...io porto sventura a chi mi si avvicina. Se sei una Digimon Tamer...lotta per difendere il pianeta, e dimenticati di me.»...«Neanche per sogno!!!» ribatté Royalmon «Non potrei mai lasciare una bambina in pericolo!»...«Io...sono...
         ...un Digimon. Non sono un’umana come te, né come l’uomo che mi ha cresciuta. Tu conoscevi il signor Toshiaki Mori...se...hai frequentato quella scuola.»...«Certo, era il mio maestro!»
         Gli occhi di Akiko si riempirono di lacrime «...l’ho ucciso io...
         ...!!! I miei poteri l’hanno travolto...io volevo difenderlo, ma ho perso il controllo. Che utilità può avere un Digimon come me? Quale destino può mai attenderlo...?»...«Akiko, ascolta...» Royalmon si chinò, cercando di riscaldarla con le sue ampie ali di ingranaggi «Anch’io...ho ucciso mio padre!!»...«Che cosa? Mi prendi in giro?» ma l’altra sussurrò «Tu sei una bambina intelligente...e comprendi quando un’altro dice la verità. Sai che non ti sto mentendo, anch’io ho ucciso mio padre. E non perdendo il controllo dei miei poteri nel tentativo di difenderlo! Io ho provocato la sua morte...
         ...con il mio rancore, e le mie ambizioni smodate! Il suo cuore non è stato forte abbastanza da sopportare...che sua figlia fosse cresciuta gelida e crudele! Io sono cosciente del fatto che porterò questo rimorso con me...
         ...lungo il mio cammino! Ma se avessi ceduto alla mia voglia di scomparire...non potrei essere qui, ora, a parlare con te. E a portarti un importante messaggio, e cioè che...
         ...i tuoi genitori si sono arresi! Dinanzi al tuo dolore hanno preferito smettere di lottare. Loro ti vogliono bene, Akiko!! E...non è stata colpa tua la morte del signor Mori...»
         D’un tratto proruppe una voce «Royalmon dice la verità!!!»
         Lasciando impronte insanguinate che si congelavano il secondo dopo, un demone si faceva strada con un fiore in mano.
         «...IceDevimon!» esclamò Royalmon, e il Digimon si accostò a lei «Lasciala a me, è mia figlia. Tu va a cercare Violetta, e sconfiggila una volta per tutte.»...«Ma io...»...«Dico davvero, Royalmon. Io sono il padre. Non temere...
         ...a chi più potrei far del male in questo stato...? Ma anche se fossi il guerriero oscuro e temibile di un tempo...
         ...non oserei sfiorare questa creatura, se non con un fiore.»
         «IceDevimon, è lei? Cioè...sei tu?» si corresse rapidamente Akiko, e lui accennò un sorriso «Uh, allora ti ricordi che fra noi si era...rotto il ghiaccio.»...«Quel giorno non sapevo ancora che ero tua figlia.» replicò la piccola sorprendendolo, per poi parlare con tono maturo «Royalmon...grazie per avermi salvata. Puoi lasciarmi con il mio papà, assieme a lui non ho paura.»
         «Siete sicuri...?» chiese la Digimon, ma IceDevimon le tese la mano «Ti prego, è importante! Quella donna è una minaccia per tutti noi, e solo tu puoi sconfiggerla. Prendi l’ascensore per la sala comandi e...» ma mentre parlava versava limpide lacrime «...poni fine a quest’incubo che ci ha coinvolti tutti, buoni e cattivi!» asciugandosi gli occhi col braccio.
         «D’accordo!» replicò Royalmon con decisione...congedandosi con un sorriso di tenerezza da loro abbracciati «Siate prudenti...»
         IceDevimon ripiegava le sue ali sulla bambina, mettendosi a sedere sul cristallo distrutto «Finalmente un po’ di tempo per stare da soli...
         ...mia piccola IceLilymon...»...«IceLilymon...è il mio nome da Digimon, vero?»...«Oh...sei proprio una bambina sveglia. Anche nel pericolo hai la risposta pronta: una degna guerriera della nuova generazione.»...«Oggi è l’anniversario dei Digimon, lo sapevi papà?»
         Royalmon prendeva l’ascensore, compiendo un respiro profondo per radunare tutte le sue forze, abbandonandosi all’eco delle chiacchiere fra padre e figlia...
         «Papà...non mi mentire: è vero che la mamma si è pentita?»
         «...tua madre ti ha sempre voluto bene: sono stato io a far litigare i tuoi genitori.»...«Ma mio padre sei tu, e se parli così vuol dire che tu e la mamma non siete più in lite!»...«...forse hai ragione.»...«...ci salveremo?»...«...
         ...ma certo.» era un sussurro lieve...
         ...mentre l’ascensore era sempre più in alto «...i Digimon buoni ci salveranno.» (fine-canzone)



         «Segnale radio!!! Violetta chiama Digimon. Violetta chiama Digimon, segnale radio rispondete!» mentre l’ascensore si faceva sempre più vicino «Pronto, prova!!»
         «Stai chiamando le tue bambole?» insinuò la voce di Royalmon, e Violetta si volse di scatto.
         «Mi spiace, non credo che possano udirti.»...«...le hai distrutte?!!» ringhiò la donna in bianco, e Royalmon aprì le braccia «Che potevo fare? Sono stata costretta a difendermi, mi hanno attaccato in massa...» attirandosi lo sguardo d’odio dell’altra.
         «Ti comunico gli ultimi sviluppi! Arkanomon sta per scomparire, il suo nucleo del potere è stato appena rimosso e mentre noi siamo qui a parlare, qua sotto ci sono Akiko e suo padre che si staranno sfinendo dalle risate nello scommettere se sei già morta o no!»...«O più precisamente...chi è morta tra noi due.» replicò Violetta con un sorrisetto beffardo.
         «Ah...e così non vuoi arrenderti...»...«Toglimi una curiosità, Jeri: perché mai dovrei arrendermi...
         ...di fronte a un avversaria che è giunta ormai al limite delle sue forze...» scrutando la Digimon da cima a fondo «...e che si ritrova con un arsenale danneggiato...!» alludendo al bazooka sfrigolante «In quelle condizioni aprire il fuoco potrebbe essere estremamente pericoloso! Può bastare in teoria un solo colpo...per mandare in corto circuito il sistema...
         ...e generare una fragorosa esplosione...»...«Oh, povera me! Non ci avevo pensato, e adesso come faccio?» replicò Royalmon con visibile ironia, alzando lentamente il bazooka «Ma non capisci?!...
         ...non mi importa!!!» decretò con rabbia mentre Violetta serrava i denti, rimanendo aggrappata al pannello di controllo.
         «Ormai non c’è più niente che possa fare su questa terra...» descriveva la Digimon «...quindi tanto vale farla finita saltando in aria assieme a te, Violetta.»...«Ahh! Getteresti via la tua gioventù, la tua bellezza e i tuoi grandi poteri?!!»
         Le scariche pervadevano il bazooka sempre più luminoso «Tutto questo non ha più importanza...» sussurrava Royalmon «...Takato a quest’ora dev’essersi già sposato...» (canzone: Laura Pausini - You are)



         ...mentre Rubymon faceva ingresso dalla bocca di Arkanomon, e accennava ai suoi compagni di seguirlo...


         «...probabilmente gli staranno tirando confetti...» sussurrava la Digimon con tenerezza «...ti auguro tanta felicità, amore mio...!!» mentre Violetta esclamava «Dannazione!!»
         L’arma assemblava lentamente il colpo definitivo, quando d’un tratto “Jeri!! Che stai facendo?!” «Beelzemon, ascoltami attentamente...» mormorò lei «...non appena avrò fatto fuoco...tu dissociati da me e vola via il più lontano possibile. Per favore, fa di tutto per sopravvivere.» “...io non permetterò che ti sacrifichi in questo modo!!!” «E’ la cosa migliore che possa fare, dopo una vita di sbagli! Ascolta, amico mio...
         ...LadyWizardmon...
         ...lei è...una brava Digimon! E ti vuole molto bene. So che è un po’ più grande di te e...
         ...che nel tuo cuore è ancora vivo il ricordo di Akemi! Però...se puoi...non fare come me, che ho scoperto l’amore quando era ormai troppo tardi! Se quel giorno, dopo che ve ne andaste...mi fossi accostata a Takato e gli avessi detto...i nostri amici non ci sono più...però ci sarò sempre io per te!...probabilmente oggi tutto sarebbe diverso! Ma quella volta ho perso il treno...
         ...e l’unica volta che ero a bordo con lui...non potevo parlare...per confessargli i miei sentimenti!» “JERI!!!” «Addio, Beelzemon.»
         Ma un attimo prima che partisse il colpo, Violetta mosse una leva «SPIACENTE PER VOI DUE!» aprendo una piccola grata sul soffitto, dalla quale piovvero sfere esplosive «Confetti bomba!!»
         «Ahh!» Royalmon si mosse di scatto per evitare quel getto, ma Violetta estrasse l’Ipad «Bambole digitali, ATTACCATELAAA!!!» dando il comando per aprire i portelli laterali dai quali emersero i pupazzi di Gazimon e Deputymon “AI TUOI ORDINI, REGINA!
         Nonostante la loro mole ridotta, il coniglio e il pistolero si avventarono con inaudita violenza contro Royalmon «A-Ahhh!!!» fino a spingerla contro il vetro dell’occhio sinistro, per poi inseguirla all’esterno sullo sfondo delle «AHAHAHAHAHAHAH!» risate della nemica «Ci vuole ben altro per sconfiggermi!!!» che si rimise prontamente ai comandi.
         La battaglia infuriò in aria in men che non si dica, Deputymon liberava colpi dalle sue pistole, ma Royalmon agitò impetuosamente la sua ala fino a rispedirli al mittente, che saltò in aria. Gazimon elettrificò le sue orecchie e puntò contro Royalmon a tutta velocità ma costei reagì  tempestiva con un calcio che ne decretò l’esplosione.
         I residui delle bambole caddero nel D-Reaper fino ad essere inghiottiti, mentre Royalmon riprendeva fiato “Jeri...resisti...!”
         ...inconsapevole di essere nel mirino del cannone che sgorgava dall’occhio ancora intatto.

         «Uhmuhmuhm...immortaliamo una domatrice leggendaria...» mormorò Violetta, svettando sulla pulsantiera «...NEL SUO ULTIMO ATTO!!»
         Il cannone si caricò di energia...

          ...mentre Beelzemon chiedeva “Ascolta...non ti sembra strano che abbia indirizzato contro di noi delle bambole così deboli? Qui c’è qualcosa che non va...”
         Ma in quel momento gli occhi di Royalmon si dilatarono più che mai.

         «ADDIO PER SEEEMPREEE!»

         «Beelzemon scappa!!!» gridò.
         Ma fu troppo tardi. Il colpo luminoso la attraversò da parte a parte.
         Il vetro trasparente della sua schiena era squarciato. I suoi ingranaggi erano fusi.
         «...Beel...ze...mon...» “E’...fi...nita, Jeri.” si dissero la domatrice e il Digimon.

         «CENTROOOOOO, LA MIA MIRA MIGLIORA DI GIORNO IN GIORNO!!!» esultò Violetta in saltelli festanti.

         Royalmon rivolse sguardo al cielo tempestoso, per poi precipitare nella fitta massa rossastra.


         «Presto, ragazzi!» incitava Cupidmon, mentre i Digimon penetravano all’interno dell’arca digitale.
         Ma d’un tratto lo spirito autunnale sembrò avere un presentimento, e rimase immobile.
         «Che cos’hai, Rubymon?» chiese Rebirthdramon.
         Il Digimon dalle ali di foglie si volse alle sue spalle «Ho sentito qualcosa!!» spiegando nuovamente il volo verso l’esterno «Aspetta, dove vai?!!»

         Rubymon si tuffò oltre la bocca di Arkanomon, e scrutando tra le onde del D-Reaper d’un tratto la vide «Ahhh!!!»

         Era accasciata su un isolotto di pietra. Distesa come una action figure infranta, ma con un sorriso sereno e gli occhi volti al cielo come se ancora lo aspettasse.
         Incredulo, il suo spirito autunnale planò lentamente...
         ...e benché le sue foglie ardenti si adagiassero sul viso di Royalmon, lei non tradiva alcun dolore. Né alcun segno di vita.
         «Non è possibile, Jeri!...
         ...questa volta sono arrivato troppo tardi. Non può essere la fine, amore mio!!» prendendola tra le sue braccia e versando lacrime «Rispondi, ti prego!! Non può essere la fine!!»
         Ma un ultimo ingranaggio rotolava dal suo petto infranto...
         ...inabissandosi all’interno del D-Reaper, mentre Rubymon singhiozzava «Perdonami! Perdonami Jeri!! E’ colpa mia...
         ...soltanto colpa mia!!»

         I compagni si affacciavano dalla bocca della luna, e le lacrime dai loro occhi alla vista del pianto sconsolato del loro amico...
         ...che galleggiava su un isolotto di pietra con la sua amata tra le braccia, e un Digignomo sulla spalla a consolarlo «Io ti amo...
         ...ti amo, Jeri!! Per favore non lasciarmi...» (fine-canzone)



         «...Jeri Katou è morta...» bisbigliava Violetta «...Royalmon ormai è solo un ricordo. Bene! Ora non resta che passare alla fase finale dell’operazione, e travolgere la terra e Digiworld con uno tsunami di D-Reap---AAAAAAAAAAAAHHH!!!»
         ...gridò a squarciagola riparandosi il capo, quando il soffitto esplose sopra di lei «Che succede adesso?!!» avventandosi sulla pulsantiera «Oh no, il sistema è andato completamente in tilt, a-aaaahhhh!!!» ma persino dal pannello divampò una fiammata «Accidenti! Quella mocciosa prima di tirare le cuoia ha rimosso il mio nucleo del potere, ora per colpa sua Arkanomon sta dando i numeriii!»
         I pannelli attorno a lei seguivano a ruota nel saltare in aria, e schegge di vetro si spargevano ovunque a terra dai display in progressiva distruzione «Se continua così non riuscirò più a controllare il D-Reeeeeeaper, senza Akiko da cui attingere energia l’arca sta colando a picco! Io me la filo!» affrettandosi presso la piattaforma centrale, e cominciando ad agitare la leva «AscensoreeeEEEEEE!!!»
         ...fino a che questa non le restò in mano. E dalla metà recisa non sgorgò una fiammata «GYAAAAAAHHHH, L’ASCENSORE E’ BLOCCATOOO!!!»
         In un tripudio di esplosioni, Violetta si spinse contro la parete «Oh nooo, adesso come facciooo??? Sono bloccata qui dentro, e di questo passo mi trasformerò in un carboncino abbrustolito! Aiutooooooo, qualcuno mi salviiiiiii, aiutooooooooo!!!» gemette stridulamente, fino a che una voce non echeggiò “Violetta! Riesci a sentirmi?
         «Ahhh! Ancora tu...» esclamò la donna dai capelli ricci, al culmine dello stupore.
         “La tua sola via per salvarti è biodigievolvere con me.
         «Biodigievolvere??? Ma si può sapere chi sei?!»
         “...io sono il tuo Digimon...
         «Come sarebbe?! La storia è fin troppo chiara, e io non ho nessun Digimon! Muskmon mi fu affidata tanti anni fa, ma lei mi ha tradita!»
         “...lo hai detto tu stessa: lei era la Digimon che ti è stata affidata. Io invece sono il Digimon che tu hai disegnato.
         «Cosa?! Disegnato?! Intendi dire...che ho creato! Sei uno dei miei soldati!»
         “No, Violetta...
         ...io non sono una di quelle creature di argilla. E’ strano che non ricordi di me...
         ...io e te ci siamo conosciuti. E abbiamo trascorso molto tempo insieme. Hai fatto ricorso ai miei servizi molte volte...
         Quella voce misteriosa aveva incantato il volto della donna, che quasi dimenticava del fuoco attorno a lei e della pioggia di detriti dal soffitto.
         “Come Guilmon per Takato...
         ...io sono un riflesso di te. E se Scratchmon rappresentava la tua parte buona e i tuoi antichi sentimenti...
         ...io sono lo specchio del tuo lato più oscuro e della tua disillusione: se ti fondi con me diventeremo potentissimi!!!...
         ...e riusciremo ad annientare i Digimon Tamers una volta per tutte...
         «Il mio lato oscuro...
         ...la mia disillusione, la mia rabbia...» pronunciò Violetta osservando la distruzione attorno a sè «I miei sogni andati in fumo...»
         ...serrando un pugno tremante, e decretando infine «E va bene, biodigievolviamo!!! Ti offro tutta me stessa, purché tu mi renda imbattibile!! E mi permetta di vendicarmi!!»


         Dallo squarcio sulla fronte di Arkanomon iniziò a zampillare energia oscura.
         I Digimon appostati presso la bocca avvertirono che la struttura tremava «Ragazzi, qui sta succedendo qualcosa!» annunciò Carermon, e LadyCannonmon esortò «Presto, sparpagliamoci!!!» benché le loro voci suonassero infrante dal dolore...


         ...come infranta era la corazza trasparente di quella guerriera tra le braccia di Rubymon «Ecco come finisce, per un eroe...» ammise tristemente, stringendola a sè «...non sono riuscito a mantenere la promessa che ti avevo fatto. Un giorno ti dissi...
         ...che ti avrei amata comunque tu fossi stata. In qualsiasi modo la crescita...ti avrebbe resa.»
         Le foglie dai suoi capelli e dalle ali si adagiavano sul corpo inerte di lei «Riuscii a fronteggiare i tuoi cloni, quando eravamo bambini...
         ...ma poi...di fronte all’oscurità dell’età adulta...
         ...di fronte alla tua rabbia, e ai tuoi...problemi...
         ...non ce l’ho fatta. Ho preferito scappare, e ti ho lasciata sola a combattere. Ti ho lasciata sola...di fronte al tuo destino, amore mio! Come potrò mai perdonarmelo?» cadendo in ginocchio «Che...senso ha avuto tutto questo? Se adesso scompari la mia lotta è inutile...
         ...non ho più nessuno da salvare. Io non servo a niente...»
         “Takato!” lo chiamava la voce di Cindermon, ma lui continuava a versar lacrime «Jeri! Amore mio...» “Takato, vuoi ascoltarmi, accidenti?!” «...Cindermon...
         ...è tutto inutile, è finita ormai. Sono arrivato tardi! Stavolta non ce l’ho fatta...»
         “Non gettare la spugna!”
         «Ma...non c’è nient’altro che possa fare, ormai!»
         “Sì invece! Guardare bene!”
         «Oh...?»
         “Quella che è andata infranta...
         ...è solo la parte meccanica!”
         «Cosa?!»
         “Ma Jeri non è fatta solo di ingranaggi...
         ...ha anche un cuore! I pezzi di ferro possono essere sostituiti, ma il suo cuore è unico! Cerca il suo cuore Takato, può darsi che sia ancora intatto! Può darsi...
         ...che batta ancora per te...” (canzone: Celine Dion - Always be your girl)
         I suoi occhi dal riflesso infuocato si spalancarono «Tu pensi...che ci sia ancora speranza, Cindermon?!»
         “Tu non ti arrendere, e cerca il suo cuore sepolto!!” lo esortò la Digimon.
         «Il tuo cuore...Jeri?!» esclamò Rubymon affondando la sua mano nello squarcio, finché non gli sembrò di sentire qualcosa «Ahhh! Eccolo qua! Io lo farò tornare a battere!!»
         “Bravo il mio domatore!” approvò la Digimon.
         Così Rubymon si mise a raccogliere gli ingranaggi sparsi «Io...riparerò tutti i tuoi danni! Curerò...
         ...le tue ferite!»
         Ad una ad una quelle rotelle meccaniche tornavano a scivolare in lei...
         «Ti darò nuovo carburante, perché tu possa tornare a volare!»
         ...persino l’ingranaggio inabissato riaffiorò dal D-Reaper, richiamato dal potere dello spirito autunnale che con le sue movenze eleganti lo attirò a sè...
         ...per stringerlo tra le mani con premura, e regalarlo alla sua amata dagli occhi chiusi.
         «Tornerai a sorridere...
         ...tornerai la ragazzina spensierata di un tempo! Riaprirai gli occhi dinanzi al mio amore...
         ...e questa volta io non ti abbandonerò più, mai più!»
         “Ancora un piccolo sforzo Takato...ooooiissaaa!”
         «Perché ancora non si sveglia, Cindermon...?»
         “Beh, se io fossi in lei...
         ...avrei bisogno di ancora un po’ di calore...affinché il mio cuore riacquistasse energia.”
         «D’accordo...» chiuse gli occhi lui dolcemente...ed affondò la mano nello squarcio, illuminandosi di una luce aurea «...ti conferisco tutto il mio calore...
         ...affinché tu ti senta amata...» “Takato, ti aiuto anch’io, con il mio potere digitale! Vedrai...riuscirà a risvegliarsi. Ah! Guarda! Guarda attentamente, Takato!!”
         «Ohhh!» il Digimon dilatò incredulo i suoi occhi...
         ...quando vide che grazie al suo calore, gli ingranaggi lentamente riprendevano a girare «Sta tornando in funzione!! Non era compromessa del tutto!»
         “Te l’avevo detto!! Modestamente...io ci azzecco sempre!”
         «Jeri! Jeri, mi senti?! Apri gli occhi...»
         Una luce si irradiò dal cuore luminoso di Royalmon, sopito fra mille ingranaggi...
         ...questa conferì nuovo carburante al suo occhio scoperto, affinché potesse riaprirsi in una timida scintilla «...a...amore mio...
         ...sei arrivato...finalmente...»...«Non posso crederci...è un sogno!» disse lui tra le lacrime, quando sentì il suo volto carezzato dalla mano di lei.
         «...Ta...kato, è bello...rivederti...» sorrise Royalmon «...avevo tanta voglia...di riabbracciarti...»
         «Le stesse parole di allora...» disse lui incredulo, spiegando le ali e sollevandosi con lei, sotto gli sguardi felici degli altri compagni in volo.
         «...alle quali io rispondo...ancora un piccolo sforzo, amore!» disse Rubymon «L’altra volta il D-Reaper era sconfitto! Adesso...manca ancora l’ultimo passo, ma poi ti assicuro...che dove qui vedi tristezza e distruzione...guarda!»
         ...indicando col suo artiglio luminoso la città, gravata dalla massa rossastra e sovrastata dalla tempesta «...si estenderà l’azzurro del cielo, e la città che accoglierà il nostro amore! Perdonami per averti abbandonata, non volevo! Ma sono felice che non sia ancora tardi...ti prometto di fronte a questo D-Reaper...che resterò al tuo fianco per tutta la vita! Noi diventeremo grandi insieme...»...«Ti amo...»...«Anch’io Jeri, anch’io!! Con tutto me stesso...»
         ...ed un raggio di sole filtrava tra le nubi, ad illuminare il loro amore palpitante, che regala le ali. I loro compagni che li osservavano, sorridevano di tenerezza nel ricordarsi di quel bambino in maglietta azzurra, che sosteneva la coetanea in abito verde nello stesso identico modo. La luce del sole e della crescita ora sovrapponeva a loro le sagome di quei due Digimon: lo spirito dai capelli di foglie, e la guerriera dal corpo di ingranaggi.
         Ma l’amore nei loro sguardi era più forte, e rinvigorito dagli anni.
         D’un tratto, una scia di piume bianche li avvolse, nell’echeggiare dell’esclamazione «Takato!!! Jeri!!!»
         «Ahh! Snowhitemon!» esclamò Rubymon, e Royalmon sussurrò «Ma...sa...hiko!»...«Sorellina! Sei salva, per fortuna!!» esclamò il ragazzino con le lacrime agli occhi, ed il minotauro bianco affermò «Abbiamo tutti temuto di perderti.»
         «Masahiko, Snowhitemon, vi devo chiedere un grande favore.» disse Rubymon «Posso affidarvi Jeri? Vi prego, portatela lontano di qui! Io ho ancora da ultimare un compito...» volgendo il suo sguardo fiammeggiante verso Arkanomon che si oscurava...
         ...e sotto i loro occhi insospettiti planava lentamente, inabissandosi nel D-Reaper.
         «Tranquillo Takato...ci pensiamo noi.» promise Snowhitemon, ed il ragazzino «Ora sei al sicuro, sorellina!»
         «U-Un attimo...!» fece Royalmon «...h-ho bisogno...di appurare una cosa!...
         ...Beelzemon!...sei ancora qui?...
         ...riesci a sentirmi?!» e dopo qualche istante di silenzio...
         “...Jeri! Certo che sono qui. Io non ti ho mai abbandonata...sono felice che tu sia salva.” «Anch’io amico mio...» versò una lacrima «...anch’io sono felice di risentirti.» per poi annunciare «Takato, una cosa importante!...
         ...la nostra maestra si è arresa. E Akiko...è salva, con suo padre. Ma ora...
         ...dov’è Arkanomon?»
         Rubymon rispose «E’ penetrato nel D-Reaper...probabilmente Violetta vuole scatenarlo, ma noi la fermeremo in tempo.»...«Vi prego...state attenti.»...«Non temere! Stavolta manterrò la promessa! Il tuo contributo è stato fondamentale...
         ...ora riposa e fidati di me. Ti restituirò il mondo che hai sempre sognato.»
         «Tu sei il mio eroe...» pronunciò lei piena d’amore, mentre le loro mani si separavano lentamente, e lui prometteva «Ci rivediamo sotto la luce del sole!» raggiungendo i compagni «Ragazzi, siamo pronti?!...
         ...tuffiamoci nel D-Reaper e fermiamo Violetta!»
         «SI’!» risposero i Digimon, piombando in picchiata a tutta velocità...
         ...e penetrando nella massa rossastra dopo dieci anni (fine-canzone)



         (canzone: Sugababes - Stronger)
         La luna di cristallo, dal volto ormai sfigurato, cadeva a peso morto.

         Akiko al suo interno sentì la terra tremare «Che succede, affondiamo?!» ma IceDevimon si accasciò «Cough!»...«Ahh, papà!! Cos’hai, ti senti male?!»...«Akiko, scap...pa!»...«PAPA’! RESISTI!» gridò la bambina.
         Ma il cristallo di ghiaccio si spense, oscurando tutte le luci della sala.
         «Oh no!» furono le parole della piccola...


         «Eccoci di nuovo qui!» annunciò Rebirthdramon, e Geniusmon domandò «Differenze dalla prima volta?»
         Irismon non perse tempo «L’atmosfera è molto diversa! Questa volta nessuno ci attacca, tutto è avvolto da un’apparente tranquillità.»
         In effetti lo scenario circostante assomigliava al fondale di un oceano rosso, decorato da detriti di cemento, ma spoglio di qualsiasi manifestazione di vita.
         «Hai detto bene, “apparente”!» sottolineò Carermon «Qui c’è qualcosa che non mi convince.»
         Vipermon domandò «Vuoi dire che il D-Reaper non è sempre stato così desolante?» ma Cupidmon descrisse «L’altra volta qui era un autentico campo di battaglia: emergevano agenti di tutte le specie! Fu molto dura arrivare fino al suo nucleo...»
         Rebirthdramon riprese la parola «Qualsiasi sia il mistero dietro questa pace, si cela all’interno di Arkanomon: presto, passiamo dalla bocca!»
         I guerrieri aumentarono la velocità, mentre Rubymon si abbandonava ai ricordi «Ormai la carta rossa non serve più...
         ...i Digimon sono cresciuti abbastanza da sopravvivere in questo spazio senza problemi...»


         Intanto, ai piedi della torre di Tokyo, Leaf cercava di alzarsi sulle punte dei piedi «Non vedo più Takato e gli altri...
         ...e Arkanomon si è inabissata...»
         La sua voce si velava d’angoscia, che crebbe quando Cyclemon comunicò alla figlia «Sono preoccupato, Diamon: quando mi sono assopito ho sognato tua madre...
         ...e lei mi ha svelato che Violetta è biodigievoluta.»...«Cosa?!» si portò una mano al petto la Digimon «Ci mancava anche questa, sono già tanto angosciata!»
         Il rapper dilatava lo sguardo, mentre li udiva parlare...
         «Ma quale Digimon potrebbe essere così basso e meschino da fondersi con una come lei?!»...«...non lo so, questo tua madre non è riuscita a dirmelo: mi sono svegliato prima.»...«Oh nooo...Kazu, Cind!»
         Leaf mormorava senza fiato «...Takato...» quando all’improvviso udì una familiare voce di ragazzino, che gridava «Da questa parte, Alice!!!»
         Nakao perdette il suo berretto, ma lo raccolse tempestivamente per accostarsi al rapper e fissarlo dritto negli occhi «...dov’è finita Arkanomon?»
         Leaf con le sue dita bendate fece allusione al D-Reaper, ed il ragazzino si sfilò gli occhiali da sole rivelando sguardo attonito «...oh no...
         ...là dentro c’è la Digimon che amo! Lei sta morendo!!!»
         In quel momento arrivò anche Alice, e si soffermò con pena a scrutare il ragazzino. Ma poi i suoi occhi azzurri incrociarono quelli di Leaf, che accennò «...tu...sei...»
         La ragazza sorrise «Devi essere il rapper che vive a casa Matsuki.» ma quando dietro di lei sbucò il cane nero evanescente, Leaf non poté fare a meno di trasalire «DOBERMON?!!» al che questi ringhiò, trasformandosi in un altrettanto aggressivo Refrainmon «E tu come fai a conoscermi?!!»
         «Ihm!!!» Leaf si ritrovò il bastone argentato puntato sotto il collo.
         Cyclemon e sua figlia si avvicinarono, e poco dopo giunsero Mako e Sandmon.
         Refrainmon esclamava «Attenti, potrebbe essere una spia dei nemici!!» ma Nakao gridò «Fermo, Refrainmon!!!...
         ...lui è Guilmon! Il primo Digimon di mio fratello!!»
         La notizia lasciò tutti senza fiato.
         «Guilmon?!!» fece Mako «Impossibile, ma non era morto?!» però Diamon sussultò «Ecco perché cercavo ovunque il suo spirito e non lo trovavo da nessuna parte!!»
         Il rapper serrò gli occhi, cosciente ormai di non potersi più nascondere. E si fece avvolgere dalla luce fino ad assumere le sue reali sembianze «Sì, è vero!! Sono proprio io!» strillò appenato.
         Refrainmon tornò Dobermon, e gli si rivolse più gentilmente «Ma allora perché non sei laggiù ad aiutare il tuo domatore?»...«Per una serie di motivi, troppi per essere elencati! Gli eventi della vita ci hanno separati, Dobermon! Ma io continuo a temere per Takato come se fosse il primo giorno!! Come se fosse ancora un bambino!»
         Alice si chinò su di lui «Non preoccuparti, noi ti capiamo.»...«Alice...quanto tempo.»
         La ragazza sorrise «Ascolta, ti chiederemmo un piccolo favore: l’altra volta io e Dobermon vi aiutammo a digievolvere. Non è che stavolta potresti ricambiare, così da darci un passaggio all’interno del D-Reaper? Ci sono...
         ...molte persone altrettanto divise dai loro cari.» indicando con le sue dita smaltate a Iasugnumon e Rapunzelmon in fondo alla strada, assieme al piccolo Gravemon.
         Guilmon balbettò «D-D’accordo...
         ...voi volete tutti tuffarvi nel D-Reaper?»
         Gravemon gli corse incontro, aggrappandosi al suo muso «Ti prego! Là c’è la mia sorellina!» al che il draghetto socchiuse dolcemente gli occhi «Va bene piccolo...
         ...Guilmon vi fa volare di nuovo...»
         La luce lo avvolse...

         «GUILMON DIGIEVOLVEEE...
         ...GROWLMON!»
         ----DIGIEVOLUZIONE MATRIX---
       «GROWLMON MATRIXDIGIEVOLVEEE...
         ...WARGROWLMON!»

         Scratchmon montò sulla sua armatura meccanica, mentre lui accoglieva tra le sue braccia Gravemon e Nakao.
         Dobermon invitò «Salta su, Alice!»...«Sì!» e lei gli montò a cavallo.
         Aladynmon si accostò a Rapunzelmon «Vieni, sorellina!» e questa balzò sul tappeto volante.
         Sandmon nascose Mako sotto il suo mantello, ed insieme balzarono verso il D-Reaper, facendosi strada sui detriti fluttuanti.

         WarGrowlmon pensava “Takato...
         ...chissà se è arrivato il momento della verità per noi due.” dopodiché tutto attorno fu rosso, ed il D-Reaper inghiottì lui e gli altri visitatori (fine-canzone)



         Rubymon solcava l’ingresso di Arkanomon assieme ai suoi compagni.
         «La corrente è saltata...» disse illuminando il buio con il suo alito di fuoco, e LadyCannonmon commentò «Non sembra esserci anima viva...» avanzando sulle zolle dissestate.
         «Facciamo attenzione...» avvertiva Geniusmon «...tutto questo potrebbe essere una trappola di Violetta. E ogni nostro passo...un passo falso.»
         Irismon mosse tempestivamente la sua perla splendente «Ho visto qualcosa muoversi!»
         All’apparenza c’era solo buio, decorato dalle bolle rossastre del D-Reaper che fluivano dall’entrata. Ma poi sembrò intravedersi un alone «Non dovete avere paura! Sono io!»
         Ciò nonostante i guerrieri si misero in allerta.
         «Ci siamo incontrati nel Regno Abbandonato!» disse quella voce maschile, e Vipermon sottolineò «Questa voce io la conosco! Ragazzi, non vi ricordate? L’unicorno, quello nato dalla fusione del trittico!»
         In effetti quando avanzò sui suoi zoccoli, oscillando i filamenti dorati della coda, Rubymon chiamò «Lonemon!»
         Costui rispose «E non sono solo!» rivelando altre tre luci: verde, argentea e rossa...
         «Supremi...!» esclamò LadyCannonmon «Siete tutti qui?»
         Zhuquiaomon planò «Siamo giunti per mettervi in guardia: la vostra nemica ha appena compiuto una biodigievoluzione, dovete stare molto attenti.»
         Cupidmon si stupì “Violetta è biodigievoluta?!” chiese la voce di Henry, e quella di Rea domandò “E con quale Digimon?!”
         Baihumon il leone rispose «Non lo sappiamo, ma percepiamo il suo potere.» passando la parola a Ebonwumon la tartaruga «...è immenso...e carico di oscurità...»
         Lonemon nitrì affermando «Non vorremmo sbagliarci, ma crediamo si tratti...
         ...di un’ennesima arca digitale!»
         Carermon chiese «Un’arca digitale? Non sarà la stessa Arkanomon?» ma Zhuquiaomon chinò il capo «No...ormai quest’arca è soltanto un relitto. Non sappiamo chi sia quella nuova e perché sia rimasta nascosta fino ad ora.»
         Di nuovo Lonemon «Il tempo stringe ragazzi...
         ...in fondo a questa nave ci sono le risposte che cercate. Io e i miei amici vi aiuteremmo volentieri ma...
         ...siamo troppo vecchi. Noi Supremi siamo adatti per governare, non più per combattere. Il futuro dei nostri mondi dipende da voi.»
         Rubymon restò assorto a scrutare qualcosa sul guscio d’erba di Ebonwumon. Vi erano adagiati cinque piccoli Digimon privi di sensi «...quelli sono gli alunni di LadyWizardmon...» disse lo spirito autunnale, ed il Supremo sorrise con le sue due teste «Eheh...in situazioni di emergenza, anche vecchi politici come noi cercano di rimboccarsi le maniche.»
         Cupidmon garantì «Non temete, lasciate fare a noi!» e Baihumon avvertì «Occhi aperti, qua attorno dovrebbero esserci delle altre forme di vita. Sono innocue ormai...
         ...potrebbero avere bisogno d’aiuto.»



         (canzone: Marco Masini - Parlo di noi)
         Infatti, nella sala ormai buia risplendevano timidi riflessi di ghiaccio «Piccola IceLilymon...»...«Papà!!»
         «E’ giunto...il momento della fine.» ma lei lo stringeva «Ti prego, non lasciarmi!!»
         Le sue lacrime splendevano come gli artigli di lui che cercavano di asciugarle «Ho paura da sola in quest’arca...se non c’è...
         ...un Digimon come te a difendermi!»...«Uhmuhm, IceLilymon...parli come una ragazzina terrestre! Che buffo, fino a poco tempo fa ti mostravi scontrosa...
         ...nascondendo al mondo il tuo sogno di avere un Digimon. Invece cara...» descriveva dolcemente «...quello che devi trovare, adesso è un...domatore! Pensa che cosa meravigliosa...
         ...magari potrebbe essere...una dolce ragazza della terra, con cui farti lunghe chiacchierate...un po’come una sorellina! O magari...
         ...un bravo e assennato ragazzo...che potrebbe diventare anche il tuo fidanzato! Però...non offrire i tuoi poteri a chiunque, mi raccomando: io non potrò essere lì a scegliere il genero che mi vada...più a genio, fa attenzione!...
         ...il mondo è anche pieno di mascalzoni, umani e digitali. Guarda tuo padre per credere!» ma lei strillava «NON DIRE QUESTE COSE!!...
         ...NON PARLARE COSI’ DI TE!! SEI IL DIGIMON PIU’ BELLO CHE ESISTA!»...«No, figliola...
         ...non è così e lo sanno tutti, ed è importante che ti dica queste cose. E’ importante che ti metta in guardia...
         ...io cercai di raggirare Rika approfittando della sua adolescenza. Ed ho ingannato tua madre...facendo leva sui suoi dolori da adulta. Questi sono...i nemici, IceLilymon. Chiaro? Ecco, tu devi combattere...quelli che fanno come tuo padre. Sei un Digimon, e devi schierarti puntualmente...dalla parte dei più deboli! Ahhh!»
         Con le sue poche forze di bambina, lei cercava di sostenerlo «E invece non farò niente di tutto questo! Quelli non sono i nemici, quelli sono i...
         ...genitori dei più deboli! Sono i loro cari, e sono creature che hanno bisogno di una guida! Io non diventerò un giustiziere, io...
         ...li aiuterò a cambiare! Affinché nasca sempre un fiore sul loro cammino ghiacciato.»
         Quelle mani splendenti e insanguinate sollevavano il fiore rosso-arancio, carezzandovi il volto della piccola «Il fiore della mia vita...
         ...la mia bambina, mia figlia...
         ...ma cosa ho fatto per meritarmi una cosa simile? Chi c’è lassù, che semina fiori all’impazzata...?»...«Qualcuno che ci vede più a lungo di noi, papà!» replicò Akiko asciugandosi gli occhi, e aggiungendo «E ci mette poco! Qui è così buio, e io non ho neanche i miei occhiali!»...«...fatteli ricomprare...
         ...quando tutto sarà finito studia sodo, così l’uomo che ti ha cresciuto sarà orgoglioso. Egli ti guarda dall’alto, e...
         ...un’altra cosa: abbi pazienza con tua madre...Nami non è una donna facile...ora ha trovato la sua Digimon, ma lei ha bisogno del tuo affetto. Conto molto su di te eh, non mi deludere.»
         Quando improvvisamente la porta si spalancò. Rubymon esclamò «Akiko!!» e lei «...TAKATO, RAGAZZI! VENITE PRESTO! MA NON PENSATE A ME, PENSATE A MIO PADRE, LUI STA MORENDO!»
         «Fatemi spazio!» fece Vipermon, ma quando si chinò su IceDevimon per mordere il suo braccio con i suoi serpenti curativi, il braccio si staccò come ghiaccio sbrinato, e la Digimon fece «Oh no...!!...
         ...non c’è più niente che possa fare per lui.»
         «Siete tutti qui...
         ...meno male!» sorrise IceDevimon «In questo modo posso chiedervi perdono per...tutti i problemi che vi ho creato! Se penso agli anni trascorsi provo un po’ di vergogna...quanto tempo sprecato, quando avrei potuto seminare fiori.»
         Rubymon promise «IceDevimon, non temere! I quattro Supremi sono qua fuori e porteranno tua figlia in salvo!»
         Il diavolo di ghiaccio iniziava a dissolversi «Vedete...dove fluiscono i miei dati? L’ascensore è bloccato, ma è lassù che dovete volare: ho visto aprirsi un campo distorto...oltre quelle nubi vi attende la battaglia finale. Oltre la battaglia...
         ...la felicità promessa, aahhh! Non riesco più a sollevare il mio braccio...
         ...chi è che lo sta sostenendo per me, permettendomi di carezzare mia figlia?»
         Si trattava di Irismon, che lo aiutava in quegli ultimi gesti d’affetto «Rika...avrei dovuto immaginarlo. Ragazzi, vi auguro tanta felicità...
         ...avete affrontato noi Digimon malvagi un milione di volte...vi meritate un futuro di pace...
         ...addio IceLilymon...sarò sempre al tuo fianco.»
         «Papà...» pronunciò un’ultima volta Akiko.
         Dopodiché i suoi ultimi resti caddero come ghiaccio residuo da un frigorifero.
         Ma nelle mani di lei era rimasto un fiore, e mentre entravano i Supremi a far luce nel buio...
         ...i dati di IceDevimon fluivano tra quei petali, che Akiko portò vicino al cuore pronunciando «Ti acquisirò io...così ti porterò sempre dentro di me.»
         Lonemon l’unicorno guardò verso l’alto ed annunciò «E’ il momento.»
         «Ok.» rispose Rubymon, spiegando le ali e volando con i suoi compagni verso il gorgo d’oscurità...
         Il campo digitale li accolse, conducendoli chissà dove.
         Mentre Akiko si accostava all’unicorno dorato, che la proteggeva con le sue ali ed asciugava le sue lacrime, aiutato dagli altri tre come amorevoli parenti (fine-canzone)



         Ai piedi della torre di Tokyo, Diamon chiudeva gli occhi «Mammina...per favore! Dimmi il nome di quel Digimon! Svelami chi è...quella creatura misteriosa!» ma tanto era concentrata che quando sentì una mano sfiorarle la spalla, si volse di scatto con le dita incrociate «Vade retro!!» ma il biondo uomo fece «Calma, calma!!» tanto che Diamon si stupì «Ah ma...siete voi! Mamma mia, io sono proprio esaurita: papà, guarda! Ci sono il signor Yamaki con sua moglie!»
         «Come stanno procedendo le cose?» chiese Cyclemon, e Riley rispose «Era proprio questo che venivamo a riferirvi...» alzando gli occhi verso il marito che si sfilò gli occhiali da sole «...hanno abrogato la legge anti-Digimon.»
         «Ahah! VAIIIIIIIIII!» saltellò Diamon, prendendo le mani del padre «Fi-Figliola...non mi sembra il caso!»...«E perché no??? Siamo Digimon, e possiamo circolare per le strade liberamente! UOUUUUUUUU!!!»
         Tally si accostò ai colleghi e aprì le braccia «Non appena hanno visto le brutte i Digimon sono ritornati DI COLPO gli eroi della scena: va sempre così, quando serve aiuto sono i primi a piangere, ma quando tutto si appiana riprendono a creare problemi!»...«Purtroppo queste sono le imperfezioni del mondo, e dobbiamo tollerarle.» ammise l’anziano Digimon, ma poi Mitsuo si piegò su di lui «Cyclemon...ciò che mi interessa sapere è come stanno i ragazzi: siamo rimasti barricati fino a poco fa...non abbiamo potuto fare niente per aiutarli...»
         Cyclemon svelò «...se la stanno cavando da soli...hanno rivelato capacità straordinarie...»
         Mitsuo tornò a indossare gli occhiali, e accostandosi a sua moglie e a Tally non poté che contemplare il D-Reaper, come tutti i comuni cittadini...



         Una foglia infuocata si adagiò su un lucido pavimento, introducendo i passi di una creatura dalle unghie lucenti.
         Rubymon esplorava l’oscurità attorno a sé, mentre i suoi compagni bisbigliavano «Sarà questa l’arca di cui parlavano i Supremi?»...«Che strano luogo...quante statue di Digimon...» dissero Carermon e Geniusmon.
         «L’arredamento è di ottima qualità...sembra un museo.» commentò Irismon, e Vipermon «Trovi? A me sembra alquanto lugubre.» scorrendo il suo dito sulle superfici impolverate.
         Rebirthdramon si fece strada «Andiamo, un po’ di senso dell’umorismo! Del resto cosa sarà mai? Semplicemente...un Digimon oscuro...
         ...di cui nessuno ha sentito parlare nonostante la nostra secolare esperienza.» LadyCannonmon scherzò «Volevi spaventarci? Ci sei riuscito, bene e ora cosa hai concluso?!»...«Che tutto è incredibilmente più appassionante...!» rimbeccò il drago argentato.
         La voce femminile di Cupidmon pronunciò “Sarà, ma a me questo corridoio dà i brividi! E il pensiero che un Digimon la stia aiutando mi fa rabbia!!” e quella maschile “Mi domando chi possa essere: se erano alleati, perché non l’ha indirizzato prima contro di noi?”
         Vipermon suggerì «Non può essere che non sapesse della sua esistenza?»
         “Violetta? Ne dubito...” ipotizzò la voce di Rea, ma quella di Henry osservò “Eppure non è mai detto: certi Digimon rimangono molto ben nascosti...
         ...e appaiono solo al momento opportuno...”
         LadyCannonmon protestò «Ahhh, fratellinooo! Ora ti ci metti anche tu!» “La mia era solo un’ipotesi!” ed Irismon si lasciava scappare una risata «Uhmuhmuhm! Certo che non cambiamo mai...
         ...né a Digiworld...né nel D-Reaper...
         ...e nemmeno qui, che non sappiamo neanche che posto sia. Ma questa in teoria non sarebbe una mia battuta, io sarei la dura del gruppo...» avanzando, fino a sfiorare la spalla dello spirito autunnale «Giusto, Rubymon?»...«Come Irismon...? Scusa, ero assorto a pensare.»...«Cos’è, ripensamenti circa il matrimonio???»...«Ptsss, c-come ti viene in mente di fare battute simili in un posto del genere?!»...«Scusa, cercavo solo di spezzare un po’ la tensione!» aprì le braccia la guerriera dal manto bianco.
         «Mi stavo ricordando...» iniziò Rubymon «...Cyclemon una volta parlò di un “limbo”...il limbo dei sogni sfumati...
         ...era stato creato da Violetta, dai detriti dei suoi sogni di ragazza! Non potrebbe essere quella l’arca in cui ci troviamo?!»
         I compagni si fecero seri all’improvviso, le ultime risate lasciarono posto a una concorde riflessione...


         ...mentre Diamon all’esterno riapriva gli occhi «...grazie mammina...» volgendosi ad annunciare a suo padre «Limbomon...»


         ...come confermava la perla di Irismon, che al suo interno raffigurava gli ambienti circostanti «Hai ragione, questo campo è un ambiente eterogeneo! Un elegante museo...
         ...stanze di bambini, sotto di noi! Una veranda, un giardino...
         ...e qua in fondo...» alzando il capo «...una sala da pranzo principesca. Con un terrazzo che dà su un cielo stellato.» descrisse la guerriera.
         Rubymon sussurrò «...un terrazzo...» ricordando di esserci stato «...l’ho sognato la notte che ho incontrato Cindermon...
         ...è lì che ho conosciuto mio fratello!!!»
         Rebirthdramon esortò «Sappiamo dove siamo, ragazzi!! Ora non ci resta che anda---!!!»
         Ma la squadra intera sussultò nell’eco di un fruscio fulmineo.
         «Che...cosa è stato?» balbettò LadyCannonmon.
         La tatuata Vipermon indicò «Qualcosa è passato sopra di noi...e sta volando più in là, in mezzo alle statue.»...«Dev’essere qualcosa di incredibilmente veloce...» osservò Geniusmon, e Cupidmon disse «Occhio, ragazzi: se Violetta è biodigievoluta, vuol dire che questo limbo ha una controparte corporea.»
         «Sarebbe l’affare che è appena passato...?» chiese Vipermon poco motivata.
         Rubymon accese i suoi occhi come fari «C’è un solo modo per scoprirlo...» (canzone: Renato Zero - Nei giardini che nessuno sa (strumentale) ) iniziando ad avanzare tra le statue, seguito dai compagni...



         ...mentre Nakao stava per lanciarsi in una stanza buia, ma fu trattenuto dalla zampa di WarGrowlmon «Attento, Nakao! Potrebbe essere pericoloso.» pronunciò con intonazione paterna, ma il ragazzino alzò gli occhi sui di lui «Quale pericolo potrebbe scalfirmi, ormai...a parte il dolore della verità?»
         Ma alle loro spalle udirono «WarGrowlmon ti prego, fammi spazio! Là c’è mia figlia!!!» supplicava il guerriero di sabbia, ed il drago dall’armatura meccanica si scostò «Corri da lei, Sandmon.»
         «Figliola!!!» si lanciò costui assieme al suo bambino «Starshipmon!!!»
         Ma qualcuno li aveva preceduti...
         ...lo spirito di una gatta nera si avvicinava timidamente ad una mano insanguinata sulla quale vi erano ancora tracce di smalto.
         Nonostante Scratchmon fosse trasparente, quando si chinò a leccarla si udì una voce «...riconosco la tua linguetta...
         ...ce ne hai messo di tempo per arrivare, Scratchmon.»...«Starshipmon! Riesci a riconoscermi?»...«...come potrei non farlo? Era lo stesso gesto con cui mi venivi a svegliare.»
         La guerriera, dal corpo per metà seppellito sotto la colonna crollata, alzò stremata lo sguardo finché non mise a fuoco le sagome dei presenti. Quella visione le regalò un sorriso «Ah...incredibile, siete tutti qui. In questo modo mi lascerete andare con un dolce ricordo.»
         «SORELLINA!» gridarono al contempo una guerriera bionda ed un bambino castano, chinandosi ai lati di lei «Gravemon, Rapunzelmon...
         ...i miei fratelli. Mi raccomando, abbiate cura l’uno dell’altra quando non ci sarò più.»
         «Ma come, Starshipmon?!» obiettò il bambino con le lacrime agli occhi «Vuoi dire che non crescerai assieme a me?! Che non...combatteremo più assieme?! Che ci sarà un giorno in cui smetterai di essere più grande di me?»...«P-Proprio così...
         ...non sei contento? E’ quello che hai sempre desiderato...
         ...non piangere...sei un uomo ormai. Prenditi cura...di Akirmon, che non dice niente perché è orgogliosa. Ma so che soffre in silenzio.»
         Rapunzelmon le carezzava con tenerezza i capelli, trattenendo a stento il pianto.
         «...sorella cara...» bisbigliò Starshipmon «...ti affido il mio fratellino. Ptsss...abbine una cura particolare, lui è un bambino...molto sensibile, anche se nasconde una grande forza. Esortalo a tirarla fuori...però...con dolcezza. So che ci riuscirai perché sei dotata...di una gentilezza ereditaria.»
         «Anche tu.» si limitò a sussurrarle Rapunzelmon, facendosi da parte per far strada a Sandmon «Piccola mia...a-andrà tutto bene! Ti tireremo fuori di qui...»...«Shhh...caro papà, non fare illudere Gravemon...» sussurrò la guerriera, mentre il padre la stringeva tra le braccia «...e...perdonami...per essere stata una figlia ribelle...!! E per averti abbandonato...»
         Gravemon le si aggrappò al collo singhiozzando, mentre Sandmon faceva «F-Figliolo, non così forte...poi la soffochi!»...«MA IO NON VOGLIO SEPARARMI DA LEI!»
         Starshipmon gli baciò il capo «...non ti abbandonerò mai...
         ...pensami qualche volta. Sì, è vero, i miei attacchi magici...
         ...il bracciale galattico...l’ultrasuono stellare...e tutti gli altri rimarranno nei tuoi ricordi. Ma la loro forza non smetterà mai di affiancarti...»
         I suoi dati iniziavano ad evaporare, la sua immagine a farsi più sfocata, ma la sua voce echeggiava gentile in quel silenzio «Che bello andarsene così...questo sì che è il calore della famiglia. Finalmente riesco a sentirlo...»
         Mako si appoggiava al singhiozzante Sandmon per fargli coraggio...

         ...mentre WarGrowlmon insisteva «Che cosa aspetti, Nakao?!»...«Ti ho detto di no, WarGrowlmon!» rimbeccava il ragazzino rimettendosi il berretto «E’ circondata dai suoi cari, che senso ha che vada anch’io da lei?! Io sono soltanto un estraneo!» Il drago insistette «Sono più che certo che lei ti vuole accanto!» ed anche Alice gli afferrò il braccio «Ascolta!...
         ...io avrei tanto voluto qualcuno come te...al momento di quel brutto incidente.»
         Il ragazzino rimase attonito...
         ...finché non udì la voce di Starshipmon «Cosa fai lì, amore mio? Non vieni a salutarmi...?»
         A quel punto WarGrowlmon gli sfilò il berretto dalla testa ordinandogli «Corri da lei!» ma lui non se lo fece ripetere «STARSHIPMON!»
         ...scansando tutti, mentre lei gli chiedeva «Non sei arrabbiato con me per tutto quello che ti ho fatto passare...?»...«...i-io ti amo...»...«...anch’io, ed è proprio questa la ragione del mio comportamento! Non riuscivo ad accettare che quel...terremoto ti avesse portato via così presto. Tu eri come un oggetto meraviglioso...dietro la vetrina infrangibile, di un negozio troppo caro! A-Ahhh...»...«Povera Starshipmon...»...«No, non dire così...! Mia madre, conducendomi verso questo destino mi ha fatto inconsapevolmente il più bel regalo...
         ...la vetrina di quel negozio sta per infrangersi, e il nostro...n-non è un addio, ma solo un arrivederci! Molto presto ci riuniremo per l’eternità...sempre che...
         ...riesca a vivere felice: le tue fans non me lo perdoneranno...non sarò una Digimon molto amata. Di solito noi portiamo le mode...
         ...io invece una me la prendo, e me la porto via lontana. Ma questa è la vita, e non si può più cambiare né per te...né per me.»
         «Io non ho mai potuto cambiare niente...» ammise Nakao «...la vita è passata su di me ed io...non ho potuto mai lasciare alcun segno! Forse solo qualche canzone...» ma lei gli sussurrava all’orecchio «...hai la stoffa dell’eroe...
         ...e gli eroi, presto o tardi, trovano la via per risplendere alti nel cielo...»...«Ma per me è tardi! Per me è...davvero tardi, Starshipmon!!»...«Non dire così...
         ...hai un fratello come me...un fratello è una cosa preziosa. Aiutalo...quando verrà il momento: sento le nubi addensarsi sul cielo dei Digimon...
         ...e vedo te...Nakao...brillare come una luce di speranza...»...«Me?! Ma cosa...
         ...Starshipmon! Amore mio...»...«Addio...»...«AMORE!»
         «Baceresti una...vecchia tardona digitale innamorata di te?» chiese in ultimo Starshipmon.
         Nakao le portò le mani al capo con profonda delicatezza, e la avvicinò con il saper fare di un attore professionista. Nonostante la sua giovane età, tutti restarono incantati da quel bacio...
         «...a più tardi...» fu l’ultimo sussurro di Starshipmon, e la sua bocca l’ultimo dettaglio a dissolversi.
         Nakao non ritrovò nulla tra le sue mani, e poté solo commentare «Che cosa triste, la morte...anche quando ci sei già passato.»
         Sandmon disse tristemente «Non mi rimane...niente di lei. Non posso neanche coprirla col mantello!» ma Mako sussurrò «...lasciate che i morti seppelliscano i loro morti...»
         Scratchmon però annunciò «Padroncino, ti sbagli! Guarda i dati di Starshipmon!»
         Una scia stellata pervadeva quella stanza buia, dividendosi in tanti flussi e dirigendosi verso Gravemon...Rapunzelmon...e lo stesso Sandmon...
         «Una parte di lei resta in ognuno di voi!» affermò la gattina, e Nakao la raccolse tra le braccia...
         ...dirigendosi a passo triste verso l’imponente drago corazzato «Ho...perso la ragazza che amo, WarGrowlmon...
         ...voglio andare in quel mondo! Subito!!! Come posso fare per raggiungerlo?!» ma Alice lo sfiorò «Sta calmo! Sta calmo Nakao, presto ci andremo...
         ...assieme, ma dobbiamo prima accertarci di cosa sta accadendo a tuo fratello e ai ragazzi.»
         Nakao tornò a infilarsi il berretto, e WarGrowlmon si chinò su di lui «...mi dispiace, Nakao.»
         Il ragazzino si lanciò tra le sue braccia, e il drago esclamò «Dobbiamo essere forti!!...
         ...lo so, è dura ma dobbiamo resistere!»
         Refrainmon intanto si accostava alla commossa Alice, e lei gli appoggiava il capo sulla spalla.
         Aladynmon si dirigeva a confortare Rapunzelmon e Gravemon, stretti fra le lacrime.
         WarGrowlmon osservava quello scenario e pensava “Un giorno...
         ...riaffioreremo da questo pozzo oscuro! Un giorno...questa pioggia di lacrime si placherà, e tornerà l’arcobaleno che ricordo ancora!!” annunciando poi «Coraggio ragazzi...aspettano solo noi, nel nome di chi ci ha lasciato proseguiamo fino in fondo.»
         Di Starshipmon era rimasto un ultimo bracciale di pianeti colorati, che suo padre raccolse e nascose sotto il mantello.
         Dopodiché tutti si avviarono a seguito di WarGrowlmon, lasciando quella stanza con passo deciso, e sguardo diretto che affiorava dalle lacrime (fine-canzone)



         La sala da pranzo era buia e dissestata. Dalla finestra che dava sul terrazzo giungeva una quieta brezza, che faceva muovere la tenda.
         «Voi vedete qualcosa...?» chiese LadyCannonmon, ma Rebirthdramon rispose «E’ buio, ma questo posto è grande. E’ possibile che si sia nascosta presso le stanze inferiori.» Carermon ipotizzò «Dovremmo giocare a nascondino per tutto il limbo...?» ma Irismon rispose «Non è prudente avventurarci per un luogo sconosciuto: aspettiamo...
         ...è suo interesse toglierci di mezzo. Verrà.» e fu così ferrea da zittire tutti in un’oscura consapevolezza.
         I loro sguardi erano attratti da quel cielo stellato che faceva capolino oltre la tenda svolazzante...
         ...tranne quello di Cupidmon che fissava a terra, presso il terreno cosparso di detriti di marmo. E che poi si alzò verso il compagno dai capelli di foglie, poco più avanti di lui «Rubymon...» accennò ponendogli la mano sulla spalla. Costui si volse con delicatezza «...dimmi, Cupidmon.»...«C’è una cosa importante che devi sapere...e di cui finora non ho potuto parlarti: approfitto di questo momento...
         ...riguarda Guilmon...»
         Rubymon dilatò i suoi occhi lucenti «...il mio Digimon...?» sussurrò alitando fuoco.
         Cupidmon accennò «Ecco...per quanto sembri incredibile...»...«...sì?» fece l’altro «Continua, perché ti sei fermato?»
         L’arciere esitava “Rea...parli tu o parlo io?”
          ”Io a dire il vero volevo prima parlarne con te, Henry! C’è una cosa che mi è tornata in mente...ma avevo bisogno di una conferma!”
          ”Anch’io ho scoperto una cosa importante! Ma volevo sapere se tu ne sapevi qualcosa!”
         Rubymon accennò un sorriso «Insomma...vi decidete a parlare? Non vorrete scatenare una crisi coniugale solo per questo. Cos’altro si potrebbe dire...ora...
         ...di un Digimon che non c’è più?»
         “E’ proprio questo, Takato!!” esclamò la voce di Henry, seguita da quella di Rea “Guilmon! Lui è...”
         Ma proprio in quel momento Irismon afferrò il braccio di Cupidmon «SHHH!!!...
         ...eccola.» annunciò solennemente.
         Rubymon si volse lento...e tutti gli altri compagni si accorsero che sul pavimento luccicava una catenina con la scritta Digimon.
         Questa però adesso si impigliava con gli artigli della creatura appena giunta a passi sommessi.
         «E’ lei...» assottigliò lo sguardo Rebirthdramon.
         «La fusione di Violetta con Limbomon?» chiese Carermon, e Geniusmon mormorò «La sua essenza corporea...»
         L’essere sembrava non avere fretta, e si soffermò a scrutare i suoi avversari. Non si trattava di una figura dalla stazza possente, né dalla statura elevata.
         Aveva la fisionomia di una donna, il cui corpo era composto interamente d’ombra. Infatti nell’ombra trovava il suo habitat naturale, e sembrava esitare a venirne fuori. Le sue movenze erano agili e prudenti come quelle di un gatto. Quasi una sorta di timore si poteva leggere nei suoi occhi luminosi...
         ...unico particolare distinguibile nel materiale oscuro di cui era fatta, assieme agli artigli, anch’essi forti di una luce fredda e penetrante.
         Tutto il resto, oscuro e lucido come quei suoi riccioli ancora riconoscibili.
         O come le grandi ali che spalancò lentamente e silenziosamente, dal taglio demoniaco.
         Vipermon bisbigliò «...è l’essere che prima ci è passato accanto: è velocissima.» e Rubymon chiese «Violetta, sei tu?»
         La creatura parlò con voce distorta «Non più Violetta...
         ...ora il mio nome è...
         ...Holemon...»
         Irismon analizzava nella sua perla «Holemon...anche detto il Digimon-buco nero. Digievoluzione al livello mega di Limbomon. Ha il potere di inglobare dimensioni spazio-temporali...
         ...e di farle sprofondare nell’oscurità.» Vipermon provocò «Ed immagino abbia anche una gran voglia di sfruttarli, questi poteri!»
         «Ma noi glielo impediremo...!!!» scandì LadyCannonmon, mentre Cupidmon sfoderava le frecce...
         ...e Rubymon la sciabola «...che intenzioni hai?»
         Holemon indicò con l’artiglio luminoso «Vedete quel cielo?» (canzone: Agnes - Nothing else matter)
         Tutti orientarono lo sguardo verso le stelle oltre la finestra «Ha un’estenzione pari all’immaginazione dei viventi! Se spiccherò il volo da quel terrazzo...» avanzando verso la finestra «...e risucchierò nel mio corpo oscuro ogni sua stella, questa dimensione non avrà più alcun cielo a cui aggrapparsi! E crollerà sulle altre...
         ...schiacciandole senza possibilità per nessuno di sopravvivere, uhmuhmuhm!»
         Carermon esclamò «E così hai desistito dal tuo intento di creare un mondo di bambole!» e Holemon chinò il capo «Le mie bambole sono andate distrutte...
         ...e anche se le riprogettassi da capo, non è detto che non scoprirebbero di avere un cuore sotto l’argilla, come è stato per Sandmon e gli altri!»
         «Parli di avere un cuore come se fosse un difetto.» commentò Irismon «E INFATTI LO E’!» si volse rabbiosa la creatura «I cartoni non hanno un cuore, per questo danno felicità! Noi umani invece sì, per questo abbiamo tanto sofferto!»
         Cupidmon esclamò «Tu ti sei privata di un cuore! Ti senti forse felice?!...
         ...è merito del nostro cuore se siamo arrivati fin qui, superando il dolore!» preparandosi a scoccare le frecce, ma Holemon agitò le sue ali «FATE SILENZIO!! Ormai mi sono fusa con Limbomon, nelle mie vene scorre il disincanto e la solitudine! Le vostre armi sono inutili...» infatti quando l’arciere scagliò i suoi dardi, lei li respinse con un colpo d’ali evocando poi «Catene del crepuscolo!!» liberando dal suo corpo una moltitudine di catene oscure, e colpendo duramente l’arco di Cupidmon «Ahhh!» frantumandolo a terra.
         Carermon provò a reagire con «Schiuma dei sog...AAAHHH!» ma fu atterrato prima di attaccare, e stesso destino toccò a Geniusmon «Riflesso dei deside-AAAHHH!!!» la cui sciabola si spezzò.
         «AHAHAHAH!» ghignò la creatura ombrosa che manovrava le numerose catene «Le vostre biodigievoluzioni di speranza non possono niente in un luogo privo di questa parola! Limbomon fu creato da me come un regno di favola! Io avevo sogni come tutti voi, desideravo dei bambini da far giocare in giardino!»

         ...pensando ai giochi arrugginiti nell’arido giardino del limbo...

         «Sognavo una casa accogliente, per riempire le sue stanze d’amore...»

         ...vagando con l’immaginazione oltre la veranda, su cui si affacciavano mobili abbandonati e in decadenza...

         «Volevo prendermi cura dei Digimon, affinché non fossero mai dimenticati!»

         ...carezzando col pensiero le statue crepate del desolato corridoio, ma ai suoi avversari rifilava colpi feroci con le sue catene «Desideravo festeggiare in allegria, in una sala come questa!! Con un terrazzo a cui affacciarsi, per continuare a sognare!! Tutto questo mi è stato impedito...»
         ...mentre LadyCannonmon tentava invano il contrattacco «Capriola-mitr-AAAAAHHH!!!» ma un colpo di catena la stendeva.
          «...sono stata tradita! INGANNATA!» infieriva Holemon, e quando Vipermon esortò «Resistete! Pioggia salvifica!» il suo fluido curativo fu disperso dal vento liberato dalle ali demoniache «Ho visto i miei sogni corrodersi e andare in rovina...» mormorò la nemica, e anche la Digimon tatuata fu spinta contro la parete dal forte vento «AAAHHH!»
         «Ditemi perché non dovrei desiderare il nulla!!!» gridò Holemon balzando con una capriola sulla ringhiera.
         Rubymon replicò «Perché c’è sempre una speranza, anche quando le nubi offuscano il cielo!!!» accorrendo da lei assieme a Cupidmon e Irismon.
         Lo spirito autunnale sfoderò la sua sciabola «Soffio incandescente!» e la guerriera in manto bianco alzò la perla «Faro della purezza!»
         Ma gli occhi di Holemon luccicarono di perfidia «Fantasmi delle tenebre!!!» liberando dal suo corpo ologrammi di Digimon feroci, che con il loro ruggito fecero tremare la terra.
         I tre Digimon non poterono resistere al loro attacco congiunto, e furono spazzati via con violenza «AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!»
         Quando i loro corpi si schiantarono contro la parete, la sciabola infuocata era spezzata. La perla iridescente era infranta.
         Ma soprattutto, il cielo stellato ora era un caleidoscopio di inquietanti fantasmi dai colori multipli, in cui Holemon ne approfittò per confondere la sua sagoma oscura «Uhmuhmuhm!»
         Rubymon trasalì «D-Dobbiamo fermarla! Sta spiccando il volo nel cielo...» ma Irismon disse «E’ inutile...non abbiamo più forze.» spaventandosi poi quando vide suo marito tuffarsi oltre la finestra «Rebirthdramon, fermo!!!»
         «Non posso lasciarla andare così!!» esclamò il grande drago argentato, scavalcando la ringhiera...
         ...ma dopo pochi secondi trascorsi fra quegli ologrammi «GYAAAAAAAAAHHHH!!!» fu spinto via con inaudita violenza, frantumando il vetro e scardinando la finestra.
         Il suo corpo fumava, e lo stemma sulla sua coda era fuso «Quel...muro...è...invalicabile.»
         «Come facciamo...?» si chiese con pena Cupidmon.
         Ma tra i loro corpi atterrati vi erano solo schegge e distruzione...

         Holemon volava a velocità mozzafiato fra gli ologrammi da lei liberati «Uhmuhmuhm! Molto presto la luce del cielo sarà consumata...»
         Il suo corpo oscuro risucchiava la luce di ogni stella...

         «...dopo tanta strada...» parlava a fatica Rubymon «...non...può finire qui!»
         Ma egli non aveva neanche le forze per alzarsi (fine-canzone)



         Un ragazzino e un drago solcarono l’erba di un arido giardino «E così siamo di nuovo qui, WarGrowlmon...?»...«E’ qui che tutto è iniziato...» mormorò il più grosso, piegandosi sul suo corpo possente per raddrizzare quei giochi con gesto impietosito.
         Mako si guardava attorno stupito «Il limbo...!» e Sandmon piegava il capo tristemente «Il malinconico ricordo di tempi andati...»
         Alice si consultava con Refrainmon «E’ un luogo dove si respira tanta tristezza...» mentre Rapunzelmon, dagli occhi arrossati dal pianto, chiedeva a Gravemon in condizioni simili «E così...anche tu sei vissuto qui per un po’?»
         Il bambino annuiva timidamente, e quando Aladynmon si avvicinava a loro, la sorella svelava «Io e Starshipmon volevamo renderlo un luogo...
         ...moderno e adatto a due ragazze. Il trampolino di lancio per tanti progetti futuri.» Il ragazzo-volpe si chinò su di lei «Chissà che da qui non cominci un nuovo capitolo per noi Digimon.»...«...fratello...» mormorava la bionda guerriera «...come staranno i nostri genitori? Ho paura per loro! Ho paura di perdere altre persone care...»...«Ptsss, su non fare così, il bambino può sentirti!» fece Aladynmon accogliendola tra le sue braccia, e sussurrandole «...mamma e papà sono forti...vedrai che se la caveranno.»
         Scratchmon si allontanava solitaria presso la veranda, ma Gravemon trovò le forze per rincorrerla, intonando con la sua vocina «...aspetta, Scratchmonina! Ti apro la porta se no non passi.»
         La gatta sorrise di tenerezza, per il fatto che il bambino dimenticava che lei fosse trasparente.
         WarGrowlmon chiese «A che cosa pensi, Nakao?» poiché aveva notato che il ragazzino era assorto «...alle ultime parole di Starshipmon. Che cosa avrà voluto dire? Ha detto di avermi visto...brillare nel cielo. Ma si sa che io non potrei comunque far niente! Che utilità può avere un bambino morto...quando il mondo rischia di essere distrutto? Nessun Digimon può biodigievolvere con me perché altrimenti...
         ...lo trascinerei nel mio stesso destino!»...«...però...» obiettò il drago, grattandosi il capo «...quando abbiamo cantato insieme io non sono morto.»
         Nakao replicò con sguardo disilluso «...quello era soltanto un duetto...
         ...era diverso...» avviandosi poi in una corsetta verso la veranda.
         Il drago corazzato ne osservava i movimenti, e si avviava lentamente a suo seguito nell’eco di un ricordo lontano...
           “Takato! Forza, combattiamo insieme!”
           “Cosa, noi due insieme?...ma si hai ragione, siamo o non siamo una squadra, coraggio Guilmon!”           
           “Però scusa, come facciamo a combattere insieme? Io non sono un mago o uno stregone, mi sconfiggerà facilmente!”
           “Fidati di me, sono sicuro che se pensi con tutto il cuore di unirti a me accadrà realmente e diventeremo fortissimi”
         ...fino a che le sue zampe non sfiorarono la veranda.
         Nakao, già dall’altro lato, si fermò a scrutarlo negli occhi come per cercare di interpretare i suoi pensieri.
         «E’ possibile che niente, oltre la musica, possa infrangere questo vetro?» si domandò WarGrowlmon, ma il ragazzino taceva come se per sempre qualcosa li avrebbe separati...



         In quel desolante scenario di sconfitta, Cupidmon iniziò a muoversi come se volesse avvicinarsi a Rubymon «Cupid...mon...
         ...sta attento, qui è pieno di schegge, ti taglierai!»...«Non importa, devo dirti...quella cosa!»...«C’è ancora...
         ...qualcosa su Guilmon...che io non so?» domandava stremato, e un pizzico incuriosito lo spirito autunnale, mentre una foglia si staccava dai suoi capelli e si adagiava a terra, prima di essere soffiata via dal vento.
         L’arciere sollevò a fatica la sua mano «A-Ahhh!» fino ad afferrare quella del compagno.
         “Takato...” intonò la debole voce del domatore «...dimmi, Henry...» “...poco fa ho parlato con mia moglie...
         ...Rea ha scoperto...una cosa incredibile quella notte al campeggio. Ma poi quel colpo alla testa le ha fatto perdere la memoria...”
         Dopodiché si udì la voce di Rea, altrettanto affaticata “...finché questa mattina, improvvisamente ho ricordato. Ma avevo paura che si trattasse di un sogno! Però Henry mi ha appena svelato di aver scoperto lo stesso...e tutto questo...è stato confermato da nostro figlio.”
         «Cosa...state cercando di dirmi...?» domandò a fatica Rubymon con gli occhi socchiusi...
         La voce di Henry mormorò “Takato...
         ...Guilmon...è vivo!”
         La voce di Rea pronunciò “Guilmon...
         ...è Leaf.”
         (canzone: Mariah Carey - Through the rain)
         «Che...cosa dite?» chiese incredulo Rubymon.
         “...ti assicuriamo che è vero!” garantì Henry, e Rea “Benji era con me quella notte...in cui si trasformò davanti ai nostri occhi. E oggi, stimolato dal profumo di Muskmon...
         ...lo ha riconosciuto. Lui è stato colui che...
         ...raggirato dai nostri nemici, ha sparato quel colpo di pistola contro di te.”
         Rubymon ricordò  quel ragazzo dal volto coperto dal casco, che aveva estratto una pistola dal giubotto scuro...
         “...ma poi...pentito...” continuò Rea “...e tanto preoccupato per la tua vita...promise di rinunciare per sempre alla tua amicizia, e di non svelarti mai...la sua vera identità...se tu ti fossi salvato.”
         «Leaf...» pronunciò Rubymon «...Guilmon!» versando una lacrima splendente.
         “Il tuo Digimon...vive ancora, Takato...” sussurrò Henry “...e non ha mai smesso di volerti bene...né di vegliare su di te.”
         Lo spirito dai capelli di foglie si immerse nei ricordi...
          “Leaf...
         ...caro e fedele amico. Il rapper che mia madre condusse nella mia casa, contro la mia volontà.” delineando nella sua mente il volto spiritoso e un po’ ingenuo di quel cantante di bassa statura, dalle spalle strette e quei baffetti appena accennati.
         “Quel ragazzo che non mi accusava mai, anche se gli rivolgevo brutte parole! E che quella notte seppe perdonarmi tutto, diventando mio amico...
         ...ed accogliendo i miei segreti. Prendendosi cura delle mie paure...” ripensando al loro abbraccio di quella sera...
         ...e sovrapponendolo a quello del bambino dai capelli castani, che stringeva il draghetto rosso “...chi l’avrebbe mai detto, che eravamo già stati amici molto tempo fa!!”


         Mentre WarGrowlmon faceva strada agli altri, attraversando a passo rapido le stanze dei bambini ed avviandosi lungo le scale...



         “Chi l’avrebbe mai detto...
         ...che eri proprio tu! Il mio Digimon! Il mio primo...
         ...grande amico. Disegnato col potere della mia fantasia!” ricordando quel primo, originario disegno “...e che quel giorno mi lasciò...”
         ...per poi rivedersi mentre lo salutava, lasciando che la luce iridescente lo portasse via “Ma non fu per sempre!!! Tu tornasti da me...
         ...e io lo dicevo che le tue parole avevano qualcosa di speciale, che andava oltre la tua abilità nel rap!”

         ”Forse sono un rapper. Forse sono un gioco. Forse soltanto un disegno. Ma quel che è certo è che non devi temere di perdermi, Takato, perché chiunque io sia...
         ...io ti resterò vicino per tutta la vita.”

         “Amico mio...ora finalmente capisco. Guilmon! Mio caro e prezioso compagno di giochi...la sola cosa che mi chiedo è...
         ...perché, se la vita ci ha tenuto così lontani per poi farci riunire, io devo scoprirlo solo adesso!” rivolgendo sguardo timoroso alla moltitudine di fantasmi che oscuravano il cielo “Adesso che forse è arrivata la fine. Adesso che forse nessuno sopravviverà...
         ...perché, Guilmon? Sai spiegarmelo...?”



         Ma circondata da luci colorate, Akiko finiva di asciugarsi gli occhi con la coda di Lonemon e rivolgeva sguardo al soffitto oscuro.
         I quattro Supremi la guardavano con tenerezza, e si scambiavano occhiate fino a che Ebonwumon non le accostò una delle sue teste «Vuoi che ti racconti una favola sul nostro mondo?» ma lei sorrise «...no, grazie Ebonwumon. Se non vi dispiace...
         ...sono io che vorrei raccontarne una a voi.»
         L’altra testa della tartaruga sorrise, e l’unicorno si chinò su di lei «Siamo tutti orecchie! Io e i miei compagni saremo felici di ascoltarti.»
         «C’era una volta...» iniziò a passeggiare Akiko, con il fiore in mano «...una piccola Digimon che aveva perso suo padre. Ma lui le aveva lasciato qualcos’altro oltre a un cumulo di dati nel suo corpo, e a un fiore tra le sue mani.» volgendosi verso le creature leggendarie, ed affermando «Le aveva lasciato una luce di speranza! Lei non voleva arrendersi al cielo piovoso! Lei non voleva restare con le mani in mano...
         ...anche con le sue poche forze, lei voleva dare il suo contributo alla specie a cui apparteneva, i Digimon!!»
         «Cosa stai cercando di dirci, Akiko...?» planò lentamente l’uccello di fuoco, ma lei disse «Perdonami se ti contraddico, Zhuquiaomon! Ma il mio nome è IceLilymon.»
         Il suo sguardo era determinato «Anzi! Io non so ancora quale sia il mio nome...» correndo tra di loro «...perché è quello della mia digievoluzione, con la quale voglio aiutare i miei amici! Vi prego Supremi, permettetemi di digievolvere! Possiedo già i dati di mio padre, basta un piccolo tocco e potrò fare anch’io il mio dovere per questa terra!!»
         «E’ troppo pericoloso!» disse il leone, e lei accennò un sorriso «Mi aspettavo questa risposta, Baihumon...
         ...ma pensateci un attimo! Se anche voi non foste creature secolari, ma foste giovani come me!...
         ...con già tante lacrime, e abbracci perduti alle spalle...non sentireste che è quello il vostro posto?» indicando sopra di lei «Là, in mezzo alle nubi oscure dove creature di ogni specie hanno bisogno di voi, umane e digitali! Non sognereste un incantesimo per ringiovanire, e avere anche voi l’occasione...di portare un sorriso?»
         Lonemon la sfiorò con il suo corno, affermando «Amici...io capisco questa piccola Digimon! Ha tanto amore da offrire, come noi creature del Regno abbandonato.»
         «Grazie del sostegno, Lonemon.» fece lei, carezzandogli la criniera.
         I tre anziani Digimon si consultarono, ed Ebonwumon decretò «Ma sì, io credo possiamo fidarci di lei. Azulongmon lo avrebbe fatto, e avrebbe rivisto nel suo sguardo...
         ...quello di tante anime volenterose, che hanno scritto una leggenda senza fine.»
         «Ahah! Questo vuol dire che mi aiuterete?!» sussultò Akiko, e Zhuquiaomon disse «Vieni avanti, IceLilymon.»
         La bambina avanzò fino a porso al centro, tra i quattro Supremi.
         Zhuquiaomon disse «Lonemon, a te l’onore.» e l’unicorno spiegò le ali «Con il potere a me conferito invoco la digievoluzione!!!»
         Il suo corno splendette nel buio, e Akiko si illuminò di luce.
         «ICELILYMON DIGIEVOLVEEE...»
         Lingue di ghiaccio splendente sgorgarono dal terreno, accompagnate da un flusso di petali rosso-arancio che compose le sue ali.
         Era una Digimon di bellezza irreale, dai lunghi capelli neri e affusolati occhiali composti di ghiaccio «...IceAngemon...
         ...ora conosco il mio nome. Grazie, cari Supremi...»
         Le quattro creature furono sommerse da una cascata di petali colorati, quando lei spiegò le sue ali e si diresse verso il gorgo, lasciandosi alle spalle una scia di gelo “E grazie a te, papà. Ma ora mi raccomando, ho bisogno di tutta la tua forza!”
         Sparì in un bagliore accecante, mentre l’unicorno la definiva «La signora dei Digimon buoni. Amici miei, pazientate ancora: sono fiducioso, credo che lei ci salverà.»
         Anche loro, come innocui spettatori, si strinsero tra loro per tifare la loro beniamina (fine-canzone)

         
         La perfida Holemon aumentava la velocità del suo volo «Uhmuhmuhm! Se continuo così fra poco raggiungerò l’ultima stella!» ed il groviglio di fantasmi ruggenti sbarrava la strada alle sue spalle.


         Rebirthdramon strisciava a fatica tra le schegge, per adagiare una zampa sul ventre di Irismon «Come ti senti...?» e la guerriera dal manto bianco rispondeva «Ho paura per il nostro bambino! In che mondo potrà crescere, se lei distrugge tutto?»
         LadyCannonmon gemeva a terra «Mako...amore mio, perché non siamo insieme in questo momento...?»
         Carermon invocava «Genitori miei...suggeritemi qualcosa, voi che vedete il mondo dall’alto!» e Geniusmon «...Yuki...sei ferita?» “...non nel corpo! Ma nel cuore al pensiero di non poterti aiutare!” «...non è colpa tua: esiste un limite anche per voi Digimon, e noi...l’abbiamo superato.»
         La voce femminile di Cupidmon svelava “Non è questo quello a cui ho sempre creduto...sono cresciuta sostenendo che il bene vincesse sempre!”...”Per me è lo stesso, amore mio...e lo ripeterei a mio figlio anche adesso, persino in questo momento!”
         I serpenti di Vipermon si accasciavano stremati e senza fiato «Che ne sarà dei nostri sogni? Dei nostri tanti progetti...»
         Ma lo sguardo più malinconico sembrava quello di Rubymon «...Guilmon...
         ...scomparirò senza poterti salutare...?» “...coraggio, Takatoooo!” «Ho paura, Cindermon! Ho paura che i nostri sforzi siano stati vani...» “Anch’io! Ma ancora non perdo la speranza...” «Neanch’io...ma non so per quanto resisterò...» “Takato...cos’è quella luce?” «Una...luce?» si volse a fatica il Digimon...
         Tra quelle schegge di vetro, avanzavano i passi gentili di stivali di ghiaccio.
         «E tu chi sei...?» chiese Rebirthdramon.
         «Sono IceAngemon!» rispose lei «E-Ehm, sono Akiko! Sono venuta ad aiutarvi...»
         Vipermon trovò la forza di sorridere «...accidenti! E’ proprio vero che esistono gli angeli custodi.»
         IceAngemon si piegò su Takato «E’ stata lei a farvi questo...? Dov’è ora? Ditemi dov’è andata ed io andrò ad affrontarla.»
         Rubymon riuscì solo ad accennare debolmente a quel cielo dai colori angosciosi, che si specchiarono negli occhi della Digimon «E’ lì...? Bene...» avviandosi verso il terrazzo e saltando sulla ringhiera. Ma Rebirthdramon la chiamò «Aspetta!!»
         IceAngemon si volse appena, e il drago argentato rivelò «Non puoi resistere fra quei fantasmi! Io ci ho provato ma...non lo raccomando a nessuno...»
         La Digimon però rispose «Dei fantasmi non possono fare alcun male reale. Possono solo intimorire un cuore. E’ questo lo scudo di cui fa uso lei: si barrica dietro la paura, perché il suo corpo è in realtà molto fragile. Se i nostri spiriti saranno uniti, e si terranno per mano in questa traversata, potrò raggiungerla e sconfiggerla. Non vi chiedo uno sforzo con i vostri corpi già provati. Vi chiedo solo di assistermi con l’anima, e di donarmi...
         ...tutto il coraggio che vi ha guidato.» (canzone: Anastacia - You'll never be alone)
          Detto questo, saltò nel vortice di spettri lasciandosi dietro una scia di ghiaccio.
         «Aspetta, IceAngemon!!!» gridò Rebirthdramon, e Irismon parlò «Non possiamo abbandonarla ragazzi, presto! Dobbiamo conferirle la nostra speranza...»

         Il bellissimo angelo ghiacciato spiegò le sue ali di petali, ma i fantasmi ruggirono più che mai pronti a bloccarla.
         Vicino a lei però udì la voce di Irismon “Sono con te...” e l’ologramma della guerriera in manto bianco la difese per mezzo di «Frusta arcobaleno!!»
         Gli spiriti si dissolsero, e IceAngemon disse «Ti ringrazio!» aumentando la velocità del suo volo.
         Emersero ancora più fitti e ancora più oscuri, ma l’ologramma di un arciere si accostò a parlarle “Le mie frecce ti spianeranno il cammino! Perimetro dell’amore!” scoccando una raffica dal suo arco di nuovo intatto: la luce verde fece breccia nell’oscurità «Appena in tempo!» fece lei, ed il fantasma si allontanò “Momentai, IceAngemon! Fatti valere!”
         “Con la mia schiuma sarai più veloce.” disse un ologramma dal corpo vitreo, evocando l’attimo dopo “Schiuma dei sogni!” ed avvolgendo IceAngemon di bolle scintillanti, che allontanavano gli spiriti «Molte grazie, Carermon!»
         “Non preoccuparti, ti copriamo noi...” disse la confidenziale voce di LadyCannonmon, ed il suo ologramma mutò in una sfera “Capriola-mitra!!!” perforando il cielo con i suoi proiettili, che centravano una moltitudine di spettri.
        «Proprio quello che ci voleva!» ammise IceAngemon.
         Ma d’un tratto il volo si fece più buio, e l’angelo di ghiaccio dovette pararsi gli occhi dalle lingue di tenebra «A-Ahhh!»
         Di questo ne approfittò una creatura aggressiva per sferrarle una zampata «AAAHHH!» ma poi una voce la incoraggiò “Non temere, questo potrà guarirti!” e nel riflesso di mille serpenti echeggiò “Pioggia salvifica!
         La luce avvolse la Digimon «Ne avevo proprio bisogno...» e sempre il fantasma di Vipermon attaccò con “Effigi pietrificanti!” dissolvendo gli spettri con i suoi tatuaggi di pietra, per poi esortare “Prosegui pure, anche se è buio non ti lasciamo!”...«Grazie!» sicché riprese il volo più motivata di prima, addentradosi in un vortice di oscurità...



         «Ahahahah, molto bene!» ghignava Holemon «Vedo brillare l’ultima stella al termine del sentiero! Quando l’avrò inghiottita l’universo finalmente scomparirà!!»
         Ma una luce brillò alle sue spalle, spingendola a voltarsi attonita «Ahhh! Non può essere! Come è possibile che qualcuno mi segua?!»



         «Aspettami Holemon: noi due abbiamo un conto in sospeso!!» minacciò IceAngemon.
         Uno spettro gigantesco emerse in un assordante ruggito, ma prima che potesse attaccare fu perforato da “Riflesso dei desideri!!!” un raggio potentissimo, proveniente dalla spada di un genio “Ormai ci sei quasi! Non arrenderti!!” «Non lo farò, Geniusmon!»
         ...e mentre percorreva l’ultimo tratto, si ritrovò a volare al fianco di uno spirito dai capelli di foglie “Il signor Mori sarebbe orgoglioso di te.” «Lo pensi davvero, Takato?...
         ...oh?!! Attento!!»...”Non temere, sono un veterano dei Digimon! Lampo inafferrabile!
         ...e con uno scatto fulmineo, spezzò la spada del fantasma nemico con la sua sciabola lucente “Prosegui Akiko, la strada è aperta!”
         «Vi sono debitrice!!»




         Fu nell’angolo più remoto di quel cielo infinito, che in controluce presso l’ultima stella, la aspettava la demone dal corpo d’ombra che spalancò le ali «Sarei curiosa di sapere da dove spunti!»
         «Ti informo subito! Sono quella bambina con gli occhiali.»
         «Akiko?!!» si irrigidì Holemon «Non può essere...quella mocciosa era piena di paure, priva di fiducia in se stessa! Come può essersi fatta strada fino a qui?!»
         «...l’affetto dei miei amici è stato il mio faro nel buio: Violetta, tu hai eliminato l’uomo che mi ha cresciuta senza alcuna pietà per la sua vita! Devo mettere fine al tuo operato, il mio ghiaccio ti purificherà!» materializzando una stalattite lucente nella sua mano.
         «Non credo proprio...catene del crepuscolo!!!» imbrigliandola con le sue catene oscure. Ma d’un tratto echeggiò “Piuma della speranza!” ed un dardo piombò dall’alto, spezzando le catene in un vortice di piume «Ma cosa è stato?!!» gridò Holemon.
         «Molte grazie, Rebirthdramon!» esclamò IceAngemon, e il drago argentato la incitò “Siamo tutti con te! Fatti valere!!” «Certo!» rispose lei e l’ologramma si congedò, lasciandola sola di fronte al nemico.
         IceAngemon e Holemon volarono vorticosamente ai lati della stella, e quest’ultima ghignò «Non esistono soltanto spiriti amici!...
         ...fantasmi delle tenebre!!!» liberando nuovi ologrammi feroci.
         Ma questa volta IceAngemon si limitò a chiudere gli occhi “Non ho più paura...so che i miei amici sono sempre al mio fianco. Mia madre mi vuole bene, e lo spirito dei miei due papà mi guarda dal cielo. Non c’è motivo di tremare ancora.”
         I fantasmi si dissolsero da soli «Ahhh! Come è possibile che il mio potere abbia perso il suo effetto?!»...«Smettila di difenderti grazie ai fantasmi, Violetta! Le tue tenebre non ci fanno più paura.» lanciandosi in picchiata contro di lei.
         Holemon affilò i suoi artigli per tentare di bloccarla «Ahhh!! Stammi lontana!! No!!» ma IceAngemon lottò con tutte le sue forze, e alla fine...
         ...prevalse, riuscendo a piantare quella stalattite di ghiaccio nel petto di Holemon «NO!!...
         ...AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!»
         Il suo grido lacerò l’universo.
         Il suo corpo si crepò emettendo mille fasci di luce, fino all’espolsione definitiva...
         ...che dissolse l’oscurità, e restituì al cielo le sue stelle.



         Dalla finestra squarciata divampò un bagliore incredibile «Ragazzi, ci siamo...?» domandò timidamente Cupidmon.
         Rubymon si parava gli occhi e ipotizzava «La felicità attesa...?»



         Dinanzi ad IceAngemon non era rimasta che la stalattite luminosa, che sfumò in un bagliore. La Digimon poté così abbandonarsi alla luce confortante dell’ultima stella, carezzata dai petali rosso-arancio delle sue ali «Papà...credo di esserci riuscita. Grazie di avermi guidato per mano. Grazie anche a voi, amici...per tutto il vostro aiuto.» appoggiando il capo stanco a quell’astro splendente...



         I Supremi alzavano il capo là dove prima c’era il gorgo «Amici...guardate che luce!» segnalò Lonemon «Forse IceLilymon ce l’ha fatta.»
         Zhuquiaomon planò «Forse è l’inizio di una nuova era: spero che anche gli occhi stanchi di Azulongmon possano percepirne una scia...»
         Restando incantati, con i loro cuori sospesi sul futuro che sarebbe seguito (fine-canzone)



         Il tremore iniziò a scuotere la terra dell’arido giardino, abbattendo quei giochi che già si reggevano in modo precario.
         Nakao stava salendo le scale ma d’un tratto quella sensazione lo portò a ripararsi la testa. Strinse gli occhi per pochi secondi...lasciando poi andare le mani lentamente «...non ho più paura. Inizio a distaccarmi da questo mondo. Starshipmon, voglio raggiungerti!» ma WarGrowlmon lo esortò «Sbrigati, Nakao! Dovremmo ormai essere all’ultimo piano!»...«Sì!» reagì prontamente il ragazzino, e il Digimon si premurò «Hai paura del terremoto?»...«Non più ormai...» gli sorrise il ragazzino.
         «Bene!» fece il drago corazzato «Perché credo che fra poco qui si ballerà più che sul palco!» proseguendo così la scalata.


         Prima di loro era arrivata una gatta, le cui zampe nere avanzavano esitanti tra le schegge di vetro. Finché qualcosa di luminoso non le giunse dinanzi, ed i suoi occhi gialli lo riconobbero “Questo è il cuore di Violetta!!”
         Il talismano a forma di fiore fluì nuovamente verso di lei, che lo accolse con un’agile capriola. Gravemon la raggiunse «Scratchmonina, il limbo sta crollando, dobbiamo scappare!»...«...bambino mio, sono preoccupata per chi ci lasceremo indietro.» rispose la gatta, e sfiorandosi le labbra nel suo consueto e timido gesto, Gravemon chiese «...la mamma non c’è più...?»
         Gli occhi di Scratchmon si fecero appenati.


         Poco più in là, nella sala da pranzo irradiata dal bagliore, le sagome dei Digimon iniziavano a sfumare.
         “Rika...” disse la voce di Renamon “Non riuscirò a mantenere questa forma per molto.” «...dissociati, Renamon.» disse debolmente la ragazza «Hai combattuto tanto...» così le loro sagome si divisero.
         LadyCannonmon accennò «Ragazzi, ditemi una cosa...» per poi lasciar libera la coniglietta marrone «...secondo voi è finita per Violetta?» chiese Suzie.
         Vipermon rispose «E te lo chiedi persino?» liberando la stanca volpe nera «Nessuno potrebbe sopravvivere a una simile esplosione!» sentenziò Himi.
         Ma Rubymon, la cui luce negli occhi si stava quasi offuscando, disse con voce stremata «Amici...stavo riflettendo su una cosa.»
         «Di cosa parli, Takato?» chiese Cupidmon, prima di dividersi in moglie e marito con il malconcio Terriermon tra le braccia.
         Lo spirito autunnale rispose «...Violetta...si è privata del suo cuore tanto tempo fa...
         ...lei non è realmente una creatura vivente.»
         «E allora...?» chiese Carermon, liberando il robottino marrone.
         «Cosa sarebbe in realtà?» disse Geniusmon, sciogliendosi nei due innamorati abbracciati.
         Rubymon replicò «...soltanto uno spirito. Carico di rabbia...e di sofferenza. IceAngemon è riuscita a infrangere la sua biodigievoluzione...» gettando uno sguardo appannato alla piccola Akiko, addormentata tra le braccia di Rebirthdramon «...ma finché il suo dolore non si placherà...non potremo mai...essere...
         ...realmente al sicuro.»
         «...erano le ultime parole che speravo di sentire!» ammise il drago argentato, scindendosi in due sagome di cui quella umana ancora teneva in braccio la bambina «Cosa possiamo fare? Ormai noi abbiamo dato tutto il possibile!» disse il ragazzo pelato.
         «Non temete, amici...» disse a bassa voce lo spirito autunnale «...io ho un piano.» prima di accasciarsi e di liberare Cindermon, la quale chiedeva «Davvero, Takato...? Stavolta io sono a corto di idee...ma mi fido di te!»
         Il ragazzo accennava un sorriso, mentre i suoi occhi mettevano a fuoco un paio di scarpe alla moda e un paio di zampe di drago che si dirigevano verso di lui.
         Il drago corazzato restò indietro, come timoroso. Mentre il ragazzino si piegava su di lui «Fratello mio...come stai?» sfiorandogli i capelli con la mano pallida.
         «...talmente bene...» rispose Takato «...che ho una missione per te, Nakao.»...«Cosa...? Per me? M-Ma...cosa avete tutti quanti oggi? Credete tutti...che io possa fare qualcosa!»
         Takato, steso a terra, contemplava con un gentile sorriso quelle zampe rosse che intravedeva oltre le lacrime e la stanchezza.
         WarGrowlmon non osava avvicinarsi, ma era commosso «...Takato, per fortuna stai bene...anche stavolta il destino non ci ha divisi!» mormorava fra sè, asciugandosi gli occhi col braccio meccanizzato.
         Il domatore accasciato descrisse «Vedi la finestra alle tue spalle, fratellino...?» e Nakao si volse di scatto.
         «A seguito della battaglia...lo spirito di Violetta deve essersi disperso in quel cielo. Se qualcuno non la aiuta a trovare la pace, seguiterà a vagare in eterno. Questo qualcuno puoi essere tu.»...«Io?!!» si volse di nuovo il ragazzino «Ma Takato, cosa dici...?»
         Il fratello però fu irremovibile «...biodigievolvi con Guilmon, Nakao...» (canzone: H & Claire - Invincible)
         «Come?!» sussultò il ragazzino. E anche WarGrowlmon spalancò gli occhi.
         «So che lui è qui...» sussurrava Takato «...biodigievolvi con lui e andate a recuperarla...prima che sia troppo tardi.»...«Fratello, questo non posso farlo!!» ribatté Nakao «Io sono morto, e se mi fondo con Guilmon...morirà anche lui.»
         «E questo chi l’ha detto?» sorrideva Takato, nel più grande sbalordimento del fratello.
         «Sono state dette tante stupidaggini...sui Digimon, e sulla vita. Tanto che crescendo si comincia a riconoscerle. Un giorno...mi dissero che lui era solo un file, riproducibile un numero illimitato di volte. Allora mi fece paura...ma adesso...
         ...quando ascoltiamo le sue canzoni rap...fa solo sorridere il pensiero che ci possa essere un altro...bravo come lui.»
         «Ahhh!» sussultò il drago corazzato «M-Ma allora...sa tutto! Ha scoperto la mia vera identità!!»
         Takato teneva stretta la mano pallida del ragazzino «Biodigievolvi con Guilmon e mettici...tutto il tuo amore per la vita, come se fossi sul palco, davanti a un pubblico in delirio! Una canzone non può uccidere, se cantata con amore...anche se dalla voce di un...
         ...morto...»
         Nakao si inginocchiò accanto al fratello, carezzandogli il capo e sussurrando «...e così tu...
         ...ti fidi così tanto di me tanto da affidarmi il tuo Digimon? Il Digimon che hai tanto atteso, proprio ora che l’hai ritrovato! Lo affideresti proprio a me sapendo che rischia grosso?!»...«...io sono tranquillo...perché so che è morto solo il tuo corpo: la tua anima palpita di vita...
         ...e sarà quella a dare forza a Guilmon, e a restituirci la pace.»
         Nakao rimase spiazzato, e portò la mano al viso per coprire gli occhi umidi «...quale immenso errore, il mio!» esclamò in un sussurro intenso «Credevo non ti fidassi di me...credevo volessi volare lontano, con il tuo successo e i tuoi ricordi. Per questo ti ho sempre trattato con distacco...s-se solo avessi saputo che...!!»...«...che motivo avrei di volare lontano...» disse Takato «...quando i miei affetti sono qui...siete voi. Biodigievolvi con Guilmon, fratellino, per una volta fammi fare lo spettatore. Regalami un’emozione, come i cartoni di tanti anni fa...»
         WarGrowlmon si accostò al ragazzino «Facciamo come dice lui, Nakao.» e la luce lo avvose riducendolo alle dimensioni di Guilmon.
         «Non hai paura?» chiese il bambino, ma il draghetto scrutò il ragazzo «...ho imparato a fidarmi del mio domatore, dopo tanta collaborazione! Ma non è solo questo. E’ che mi fido di te. Leggo nei tuoi occhi la luce di allora! Ed è una luce più forte della morte...»
         Nakao avanzò verso Guilmon, promettendo «Ci metterò tutto il mio impegno! E le tracce di vita che restano in me.»...«Bravo! Immaginiamo che sia un altro duetto!»
         Gli occhi appannati di Takato li guardavano amorevoli, come una proiezione del passato, quando un vortice di luce li avvolse «BIODIGIEVOLUZIONE!!!»
         «GUILMON BIODIGIEVOLVEEE...»
         ...unendo le loro sagome...in una lotta all’ultimo sangue contro le spirali di tenebre e di morte. Ma proprio quando il gorgo d’ombra sembrava aver soffocato ogni bagliore...
         ...fu proprio dall’ombra che si distinse un’armatura nera e oro, ed un mantello corvino e strappato. Ma la sua lancia brillava più delle stelle, ed il suo scudo più del sole.
         «...EMOGALLANTMON!!!»
         I ragazzi restarono abbagliati alla vista del guerriero. Henry chiese «...sto sognando?» e Rika si accostò a lui «...è tornato. Riveduto e corretto come il presente esige!»
         La versione di Gallantmon dalle venature dark, tra le braccia del quale saltò agilmente Scratchmon «Presto, portatemi da Violetta, vi prego!! Deve ricongiungersi al suo cuore!»
         Takato comandò «...andate.» ed EmoGallantmon lo guardò intensamente «D’accordo, Takato...» rispondendogli con voce profonda che fondeva l’affetto del domatore e del Digimon.
         Così spiccò il volo dalla finestra squarciata, facendosi sempre più lontano nella luce.



         Infatti, in un angolo remoto di quel cielo infinito, un gorgo oscuro stava assorbendo l’ultima traccia che restava di quella minaccia: un paio di occhi luminosi, ma dall’espressione non più insidiosa, soltanto impaurita.
         “Quei Digimon mi hanno sconfitta...la mia grande forza si è dissolta in un attimo. Ora che ne sarà di me? Probabilmente...sprofonderò in un buco sempre più oscuro, oscuro come tutto il male che ho fatto! Sento il suo gelo avvicinarsi...
         ...ed ho paura del mio destino!!! Però non posso cambiarlo...
         ...non esiste eroe che tende la mano al malvagio...e che si immerge nel buio per recuperarlo.” solo che ad un tratto le sue congetture furono smentite “Ohhh?!!”
         ...da un bagliore che fece spalancare di stupore quegli occhi lucenti.
         Tra le braccia di EmoGallantmon, Scratchmon esclamava «Violetta! Violetta mi senti?! Sono la tua gatta! Quella che viveva con te, Sandmon e i bambini!!»
         “Scratchmon...?! Cosa ci fai qui anziché...a correre e giocare nel paradiso dei Digimon? Questo gorgo è stato creato per me. Forse sono io stessa...”
         Ma la gatta rispose «Anch’io sono te: tu non sei stata sempre questo Violetta, ed io sono venuta a portarti qualcosa...
         ...che tu un giorno, sbadatamente lasciasti indietro. Lasciami, EmoGallantmon.» Il guerriero chiese «Sei sicura?» e la gatta nera rispose «Sì...
         ...addio. Salutami i miei cari.»
         «Addio, Scratchmon.»
         Quel felino inafferrabile saltò nel vuoto, e si dissolse in un fiore luminoso affinché la sua luce desse conforto a quegli occhi “Il mio cuore...
         ...quanto tempo è passato da quando ancora sognavo. Da quando ero ancora giovane...e non ero malvagia.” versando una lacrima in quel buio senza fine.
         Ma il guerriero chiese «Mi riconosci, Violetta...?» e lei spalancò lo sguardo “...Nakao!!! E c’è anche Guilmon! Ma come avete fatto? Come riuscite voi a smentire tutte le teorie sui Digimon...e sugli uomini?”
         «Con la luce del nostro affetto: non c’è teoria che tenga dinanzi a questo.» replicò il guerriero alzando la sua lancia lucente.
         “Un tempo vi credevo anch’io...” rispose Violetta “...ma ormai il mio cammino è disseminato di errori per cui non esiste riscatto, né perdono. Andate finché siete in tempo! A te Nakao attende il paradiso, mentre a te Guilmon...una vita felice accanto al tuo domatore.”
         Ma EmoGallantmon rispose «Io non me ne vado. Io compirò la mia missione fino in fondo.» restando sospeso tra i fulmini minacciosi di quel vortice oscuro (fine-canzone)



         Il soffitto della sala da pranzo iniziava a disgregarsi, quando giunsero anche Alice e Dobermon.
         «Vi portiamo via di qui!» disse la bionda domatrice accingendosi a sollevare Rika «Siete stati bravissimi...»...«A-Alice...» balbettò affaticata la giovane dai boccoli rossi.
         Renamon si appoggiava a Rapunzelmon «Ce la fai, mamma?»...«...sì figliola, non temere.» mentre Aladynmon sorreggeva Imagomon «Non aver paura, papà!»...«Sono tranquillo...se tu sei qui accanto a me.»
         «...SUZIE!!» si precipitò Mako a raccoglierla da terra «Amore mio, appena in tempo.» lei gli prese la mano, mentre Sandmon imitava il suo domatore «LOPMON!!»...«A-Ahh...di nuovo insieme.» sorrise la coniglietta marrone.
         Takato e Cindermon si aiutavano a vicenda per rialzarsi, ma il ragazzo prometteva «Io non vado via di qui senza Guilmon...»...«Vedrai, riuscirà a tornare in tempo!» garantiva la guerriera dal ciuffo rosso «Il tuo Digimon è un tipo in gamba...e tuo fratello Nakao non è da meno!»
         Il domatore si appendeva a quella speranza, mentre il crollo dei detriti li circondava...



         «Se il suo spirito non riesce a placarsi non ci sarà mai pace...» si ripeteva EmoGallantmon «...devo trovare un sistema per dissipare questo buco nero.»
         “Guilmon, sforziamoci!” «Hai ragione Nakao! Cosa può ridare luce a un cuore spento? Guarda là...
         ...quel fiore tenta di brillare, ma è soffocato dal nero di questo spazio distorto! Se riuscissimo a fargli emanare una luce accecante avremmo compiuto la nostra missione!»
         “Beh, io sentivo il mio cuore accendersi...quando immaginavo di sorvolare il D-Reaper a bordo di un Digimon!” «Mentre io...provo lo stesso quando sono su un palco a cantare! Quando cerco di realizzare i miei sogni! Oh? Un attimo! I sogni!!!» ”Il D-Reaper!!!” sembrarono intuire simultaneamente «Pensi anche tu quello che penso io, Nakao?» ”Credo di sì, Guilmon...dal tuo interno mi sembra di sentirti...”
         Così il guerriero puntò il suo sguardo a quel fiore, contemplato con malinconia da quegli occhi luminosi «Ascoltaci bene, io e Nakao abbiamo avuto un’idea per te. In fondo tu sei come noi! Tutto il tuo dolore è nato...dall’impossibilità di realizzare i tuoi sogni!» “...ed il tuo amore inespresso è mutato in odio e rancore.” completò il ragazzino.
         “Questo è vero...” rispose la voce femminile “...ma il vostro operato mi ha dimostrato che la luce è più forte dei fantasmi del buio.” assumendo un’espressione triste “Se lo avessi saputo prima avrei potuto fermarmi in tempo! Ma sfortunatamente, non possiedo più un corpo per rimediare ai miei errori...”
         «E’ qui che ti sbagli!!!» esclamò il guerriero, ed il ragazzino al suo interno affermò “Tu hai perso il corpo, ma non ancora il tuo cuore! Mentre il D-Reaper è solo massa corporea, e si dice che mai abbia avuto un cuore! Per questo cresce in maniera sregolata...e cancella ogni cosa sul suo cammino...”
         “Cosa...state cercando di dirmi?” chiesero gli occhi intimoriti.
         «E’ semplice, anche se all’inizio può far paura!» rispose EmoGallantmon, ed il ragazzino spiegò “Se lasci cadere il tuo cuore nel D-Reaper, finalmente lo doterai di sentimenti!” «Ed il tuo amore inespresso...potrà cavalcare le sue onde, e spargersi in tutta la sua estensione!»
         Quegli occhi lucenti si strinsero “No, non voglio!! Nel mio cuore non alberga soltanto luce! E se le tenebre dovessero prevalere di nuovo?! Immersa nel D-Reaper...finirei per distruggere ogni cosa!” (canzone: Laura Pausini - La voce)
         Ma in quel momento si udirono due voci:
         “Non temere, Violetta!”
         “Ci saremo noi ad aiutarti là in fondo!”
         ...e così a quel fiore si affiancarono altri due talismani splendenti: un maschera, e un diamante circondato da foglie.
         “Haruko...? Hideki, siete voi?” scrutarono quegli occhi alla sua destra e alla sua sinistra.
         “Se ti immergerai nel D-Reaper verremo con te, così non dovrai aver paura di te stessa!” promise la voce femminile, e quella maschile “Sono convinto che le nostre luci congiunte potranno scongiurare la minaccia, e trasformare il D-Reaper in uno strumento di pace!”
         Gli occhi lucenti erano increduli “Voi...vi immergereste con me nel pericolo?! Dopo quello che vi ho fatto?”
         “Ascolta Violetta...” parlò Haruko il diamante “...anche noi abbiamo colpa per ciò che è successo.”
         Poi fu il turno di Hideki la maschera “Non abbiamo saputo capirti, e spalleggiarti nelle tue insicurezze. Il minimo che possiamo fare è starti accanto ora, nella nostra ultima missione.”
         Quegli occhi sembrarono farsi sognanti “Ci prenderemo per mano...come tanti anni fa...? E lotteremo uniti per il mondo dei Digimon?”
         “Proprio così, Violetta...” rispose Haruko “...tutti e tre avremmo avuto tanti sogni da realizzare. Ma purtroppo le vie della vita ce lo hanno impedito.”
         “A volte va così per gli amici, ma giunge sempre un’occasione per rimediare. Il piano di questo domatore, e di questo Digimon è perfetto! E ci permetterà di vedere dall’alto...
         ...il futuro per cui abbiamo lottato.”
         Gli occhi lucenti si addolcirono “E’ incredibile, era così tanto tempo che non sentivo il calore di un sogno pulsarmi così vicino...
         ...compagni miei...
         ...perdonatemi per esser stata tanto crudele!!”
         Il diamante si avvicinò a lei “Eri solo una bambina indifesa...” e lo stesso la maschera “...come tanti altri nell’universo. Ma non temere, ora ci sono i tuoi amici con te. Vedrai, ce la faremo.”
         I tre cuori, stretti nella luce, iniziarono a discendere.
         Quegli occhi luminosi svanirono così “Addio EmoGallantmon!!”
         Il guerriero mormorò «E’ fatta, Nakao.» “Lo sento, Guilmon. Sono felice...
         ...finalmente sto volando!”
         Così le nubi si dissiparono, lasciando quel guerriero dal mano strappato a troneggiare su un cielo infinito dai colori dell’alba.
         Per Takato che si affacciava al terrazzo, egli era solo un puntino in controluce. Ma lo vide volgersi verso di lui, e gli rivolse un sorriso «...bravi.» mentre Cindermon gli poneva il braccio attorno al collo «Te l’avevo detto che ce l’avrebbero fatta!»

         Dall’interno del guerriero giunse un sussurro “Addio, Guilmon...” «M-Ma come, Nakao?! A-Ahhh! Non riesco più a mantenere questa forma!»
         “Abbi sempre cura di mio fratello.” «Aspetta non andartene così!»
         Ad EmoGallantmon caddero la lancia e lo scudo.

         Takato si asciugò una lacrima «...addio, piccolo eroe. Voce che canta. Cuore che sogna. Addio fratellino!» mentre Cindermon lo stringeva.

         EmoGallantmon si dissolse: una luce schizzò nel cielo, mentre il draghetto rimasto solo «NAKAOOOOOOOOOOOO!!!» precipitò nel vuoto.

         Takato sobbalzò «GUILMON!!» e Cindermon «Presto Takato, scendiamo di sotto, forza!!»...«Sì!» rispose lui appenato.


         

         Nel frattempo, la massa rossastra soffocava la terra e il mondo dei Digimon.
         Ma dal cielo giunsero tre cuori, guidati da una voce maschile “Ci siamo amici...ora un bel respiro.”
         Quando planarono dolcemente tra i suoi flutti, il bagliore sprigionato fu grande, e sembrò cambiare il colore del D-Reaper.
         “Haruko, Hideki...ce l’abbiamo fatta?!”
         “Proprio così, Violetta...” rispose la voce femminile, quando quella densità sanguigna sfumò in una quieta scia iridescente “...ora il D-Reaper è il nostro corpo, e possiamo sfruttarlo per ridare colore a questo mondo.”
         “Che bello...” sussurrava la voce di Violetta “...finalmente posso lasciar libera la mia creatività...” mentre quelle gocce di rugiada piovevano sulle lande, restituendo loro quel rosso intenso di vita “...e costruire, dove ho seminato distruzione.”
         La scia infatti attraversò il cielo, e riversandosi sul palazzo reale lo riedificò bello come un tempo.
         “Il D-Reaper non avrà più bisogno di essere sorvegliato, ora che finalmente ha dei sentimenti!” spiegò Hideki “Il suo flusso resterà libero come la nostra anima, e proteggerà per sempre il mondo dei Digimon. Veglierà sul loro futuro. Venite con me, amiche mie...
         ...è finito il tempo di zaini e lunghe scarpinate. Ora per viaggiare basta volare...”
         La scia scomparve ai confini più remoti di quel cielo di nuovo azzurro...



         ...azzurro come gli occhi di Alice, affacciata al terrazzo assieme a Refrainmon che chiese «Andiamo?» e lei «Sì! Shhh...
         ...adesso che nessuno ci vede!»
         Lui mutò in Dobermon, e lei stava per montarvi a cavallo.
         Ma la voce di Rika alle sue spalle intimò «Non ci provare.»
         La ragazza bionda si volse di scatto, e la rossa domatrice la abbracciò «Grazie...di tutto...fino all’ultima goccia!»
         «Abbiate cura di voi...e rimanete sempre come oggi.» si fece promettere Alice.
         Rika si riunì ai compagni, che con sguardo grato congedavano la domatrice, la quale disse «In bocca al lupo, ragazzi!»
         Lo spirito di Dobermon le si affiancò «Arrivederci! Chissà dove e chissà quando.» dopodiché lei vi montò a cavallo...
         ...e in un balzo scavalcarono la ringhiera, per una corsa a perdifiato verso il cielo che si confuse con l’ultima stella del mattino.
         «Arrivederci Alice.» diceva Rika asciugandosi gli occhi «Perché tra le vie infinite della terra e del cielo, sono sicura che un giorno ci rivedremo.»
         Ryo si affiancò a lei «Amore, non credi che un giorno o l’altro quei due ce li troveremo dietro le spalle?»
         Eloquente fu il sorriso della ragazza. Così come quello dei compagni che si guardavano tra di loro, consapevoli di ciò che erano nuovamente riusciti a realizzare.
         «Direi che ce l’abbiamo fatta...!» si sfregò le mani Rea, e Terriermon saltellava «Momentaiii! Io ve l’avevo detto di continuare a pensare positivo! Momentai per tutta la vita!» Henry lo prese in braccio «Hai proprio ragione Terriermon! Oggi abbiamo scoperto che lo stesso spirito che ci guidò un tempo...non dovrà mai smettere di accompagnarci, non importa quante o quali siano le nubi della vita. Sarà questo che insegnerò ai miei figli, e parlerò loro...
         ...di questo cielo. Venite, guardiamolo assieme.»
         I domatori si affacciarono sul terrazzo assieme ai loro Digimon, smarrendo lo sguardo nel sole dell’alba che si estendeva nell’infinito.
         «Ragazzi! Scusate, io avrei una domanda!» esordì Kazu con eco di Guardromon «Io avrei una domanda.»
         «Dov’è finito Takato?» chiese il domatore rimettendosi il cappello nero. Kenta esclamò «Giusto, Takato!» e Suzie «E Guilmon, c’è anche Guilmon!!» così tutti cercarono di sporgersi dalla ringhiera distrutta, e di scorgere qualcosa... (fine-canzone)



         Là dove prima c’erano le stanze dei bambini, ora c’era solo un cumulo di rovine ed il soffitto era squarciato.
         Fu proprio dal mucchio di quei detriti che iniziò ad echeggiare una voce «Ohi ohi ohi ohi, che volo...
         ...e che botta, auch, accidenti! Non riesco neanche più a capire se ho l’aspetto umano o digitale, non sento più il mio corpo!»
         Le pietre si muovevano, come se qualcuno rimasto sepolto stesse facendo del suo meglio per riemergere.
         (canzone: S Club 7 - Never had a dream come true)
         Nel frattempo, un ragazzo con un tatuaggio alla gamba destra scendeva cautamente le scale distrutte...
         La sua Digimon gli venne incontro «Io ho cercato nel giardino, non c’è traccia di lui!» ma il giovane mormorò «...io continuo a cercare...»
         Lei annuì, e percorse i gradini verso l’alto mentre lui ad un tratto notò qualcosa...
         ...e discese cautamente, attento a non fare rumore...

         Una zampa rossa sbucò dai detriti «Oh! Finalmente...credevo di affogare fra quei sassi.»
         Il domatore si portò le mani alla bocca.
         Ma colui che veniva fuori, a dispetto delle premesse era un ragazzo come lui, che si puliva la maglietta dai detriti «Accidenti come sono ridotto. Il colpo deve aver invertito la trasformazione, ho di nuovo l’aspetto umano! Ma le mie bende si sono strappate, e devo anche aver perduto le scarpe in quel capitombolo! Chissà dove sono finite: qui ci sono la lancia...
         ...lo scudo, ma le scarpe non le ved---!!!»
         Ad un tratto, si accorse che lui lo stava guardando dalla cima di quei gradini, incredulo come quando era bambino se non forse di più «Questo...è un miracolo, amico mio...» disse il domatore.
         Inizialmente il rapper rimase interdetto...ma poi si passò la zampa su quei capelli cortissimi «Ciao, Takato...
         ...quanto tempo...» scrollandosi gli ultimi sassi, che caddero tra i detriti.
         «Ciao, Guilmon...» avanzò il ragazzo con gentilezza e discrezione.
         Leaf accennò un sorriso «Come stai...? Non sei cambiato!» e Takato replicò «Neanche tu.»
         L’altro si guardò indosso, dando modo a Takato di correggersi «Beh, sei cresciuto! Hai l’aria più adulta.»
         Leaf rispose «Anche tu sei cresciuto: però vedo ancora sulle tue labbra quel famoso sorriso, ti ricordi? Vuol dire che hai mantenuto la promessa.»...«Uhm...più o meno, ma quello che ha le novità più grosse sei tu!»...«Io?»...«Altroché! Non avrei mai creduto che il mio Digimon fosse anche...» ponendogli le mani sulle spalle «...un rapper di così grande talento!»...«Neanch’io avrei creduto che il mio Digimon Tamer fosse anche...
         ...un ragazzo così coraggioso e così tenace. Da attraversare indenne un acquazzone, e resistere fino all’arrivo dell’arcobaleno. Congratulazioni Takato: sono fiero di te.»...«...anch’io sono fiero di te, Guilmon...» disse il giovane fra lacrime di gioia «...e sono anche tanto...tanto felice! Finalmente potremo riprendere a giocare assieme...!»
         «Credo proprio di sì. L’incubo è finito. La tempesta è cessata.» ammise il rapper con sguardo maturo, e Takato lo avvolse in un abbraccio «Guilmon...!!!»
         La luce avvolse Leaf...e lo tramutò nel draghetto rosso «Takaaatooo!!!»
         La lancia e lo scudo rimasti a terra evaporarono, mescolando i loro dati alle lacrime dei due amici, così felici di essersi ritrovati.

         I compagni li osservavano dalla cima del terrazzo, e Kazu poté annunciare «Bene ragazzi, adesso siamo al completo: possiamo tornare a casa, e dare finalmente inizio a una nuova era per noi e per i Digimon!»
         Rika rispose «Se questa è la volontà del sovrano!» ma Kazu le lanciò il cappello «E piantala di fare la spiritosa!»
         Le loro risate giunsero fino ai due tra le rovine, e Guilmon alzò una sua zampa «Ahah! Ciao amici!! Sono così contento di rivedervi!!!»



         Il tempo passò, fino a vestire gli alberi di tante foglie simili a quella da cui Leaf aveva tratto il suo nome.
         Come un tappeto rosso decoravano il prato del cimitero, e su di esso si faceva strada il passo un po’ claudicante ma volenteroso di una giovane.
         Inginocchiandosi di fronte a una lapide, adagiò con cura e affetto un bouquet e scostò le foglie secche «Ciao, Akemi. Era molto tempo che non venivo qui, ma oggi ho ottenuto un permesso speciale per cui ci tenevo a portarti dei fiori.»
         Aggiustandosi i suoi occhiali da sole, smarrì lo sguardo nel cielo «Come tu forse già sai, sono andata a vivere con la mia matrigna e Masahiko. Da quando tutto è finito ho scelto io stessa di allontanarmi dai miei amici, e da lui. E questo, non perché abbia smesso di amarlo...
         ...ma solo perché ho bisogno di affrontare prima me stessa, per poter tornare un giorno e chiedergli di ricominciare, se ancora mi vorrà al suo fianco. Comunque mi sento serena! Accanto alle persone della mia famiglia, sembra che i fantasmi del passato facciano meno paura...
         ...mio fratello, e quella donna che per me è come una madre, vegliano su di me come angeli custodi. Calumon è accorto e premuroso come sempre, e LadyWizardmon viene a trovarci spesso: sai, lei fa avanti e indietro dal carcere in cui la mia maestra sta scontando la sua pena. La mia matrigna invece si è battuta con tutte le forze...
         ...ed è solo grazie a lei se io ho ottenuto gli arresti domiciliari. Sto curando il mio corpo...e anche la mia mente, e se tutto fila liscio presto mi opererò alla gamba. A volte non ti nascondo che immergersi nel passato...
         ...ed affrontare il rifesso di se stessi fa ancora male. Però ho una certezza a confortarmi, e cioè che ogni volta che mi sentirò fragile...
         ...mi basterà indossare una giacca ed uscire in giardino, per trovarlo a coltivare le nostre piante, e a chiacchierare con i suoi amici Digimon: mi riferisco ovviamente...
         ...a quell’amico digitale che tu mi hai lasciato in dono, che ogni giorno mi ricorda che sono una ragazza forte...e che devo tirare avanti per la mia strada.» alzandosi in piedi, e respirando profondamente «Ah! Comunque mi ha detto che stanno ricostruendo il convento. E molto presto grazie al loro impegno sarà più bello di prima. Spero che possa piacerti...e che tu non ci faccia mai mancare dall’alto la tua preziosa guida. Un bacio, cara compagna...» soffiandolo assieme al vento autunnale «...anche da parte del tuo Digimon ovviamente.» per poi stringersi la giacca e allontanarsi tra la gente...



         “All’inizio non è stato facile...” era il pensiero di un domatore di Digimon “...ma lentamente...giorno dopo giorno...la nostra vita è tornata alla normalità.
         L’avventura che abbiamo vissuto, per quanto insolita e pericolosa, ci è servita da insegnamento. Ci ha resi più responsabili...
         ...e ha rafforzato l’amicizia fra tutti noi.”        

         ...erano parole che si perdevano nel tempo, pronunciate per chissà quale avventura, chissà se dalla voce di un bambino o da quella di un ragazzo.

         “Sai Guilmon...
         ...ogni tanto passo davanti al tuo nascondiglio e mi fermo a guardare...

         ...il vecchio blocco di pietra ormai è solo un ricordo, ma è giusto così: è normale che nella vita tante cose cambino.
         Ora al suo posto c’è...” (fine-canzone)



         (canzone: Agnes - Somewhere down the road)
         ...un elegante cancello di pietra, decorato da luci che sembrerebbero magiche, se la neve ad imbiancare gli alberi del parco non li identificasse come addobbi natalizi.
         E quel ragazzo avvolto in una sciarpa pesante, era intento a scattargli una foto dal finestrino della sua auto.
         Dopo aver cliccato sul pulsante del cellulare, si ritirò all’interno «Brrr...» ma qualcuno sbucò dai sedili posteriori «Com’è venuta, Takato?!»
         I suoi lievi baffetti spuntavano da sotto il berretto di lana.
         «Ahah, Guilmon non hai freddo? Dai, mettiti i guanti o ti si screpoleranno le zampe!»...«Mmm, adesso che ci penso forse hai ragione!» affrettandosi a nascondere gli artigli sotto la lana, ma qualcuno gli rifilò uno spintone «Ahhh, freddolosi!! Imparate da me, sono a mio agio in qualsiasi clima!»
         Era una ragazza dal ciuffo rosso, che indicò il cellulare «Takato sei riuscito a inquadrarla o è meglio che ci avviciniamo?»...«Lo zoom è abbastanza elevato...» osservò il giovane «Ma per un ricordo del genere tanto vale immortalarla da vicino.» così aprì lo sportello dell’auto chiedendo «Chi è il più coraggioso?»
         Leaf scattò subito fuori «Io!» ma Cindermon li apostrofò «Ahhh, ma lasciate stare! Vi morite dal fred...
         ...mmm, BRRRRRR!!! OH MAMMA!»...«E poi chi era il freddoloso fra di noi?!»...«Senti un po’, nanerottolo, io no dispongo mica di un equipaggiamento come il tuo!»
         Tra una baruffa e l’altra, si soffermarono ad osservare dolcemente quella costruzione che emergeva nel bianco.
         «Certo che è incredibile. Chi avrebbe potuto pensarlo?» diceva il rapper «Là dove sorgeva il vecchio blocco di pietra, ora c’è il cancello per Digiworld!»
         «Eh già!» ne convenne Cindermon sfregandosi le mani «Prima o poi sono riusciti a ufficializzarlo!»
         «La strada da percorrere è ancora lunga...» descriveva Takato raddrizzandosi gli occhiali da sole «...però intanto questo è il primo grande passo: i mondi degli umani e dei Digimon iniziano a sfiorarsi. Non c’è più bisogno di nascondere il Digivarco...ora si può circolare liberamente. E questa sera noi saremo lì...
         ...a festeggiare il Natale con i nostri amici. Ragazzi, non siete emozionati...? Io...
         ...in questi casi ancora è come se varcassi quel cancello per la prima volta.»
        Si fecero più vicini, come se la loro amicizia li riscaldasse dall’inverno.
        Finché non si udì uno squillo «Cellulare!» segnalò Cindermon «Chi è di noi tre?» Leaf tastò la sua giacca «Il mio non è.» ma Takato esclamò «Il mio! Niente paura ragazzi, è il mio: Henry, come pensavo! Scusate, faccio in un attimo. Pronto, Henry?!...
         ...sì, sono qui al parco con i miei Digimon, e dalle tue parti invece che si dice? E’ tutto pronto per il matrimonio di stasera? Chi è più nervoso? Terriermon, Lopmon o i rispettivi partner?» allontanandosi con un lieve sorrisetto.
         E ancora una volta, gli sguardi del rapper e della ragazza digitale si sfiorarono.
         «Sono felice per Takato.» svelò lui «In questi giorni non si è fermato un attimo, è sempre pieno di iniziative! Però si vede che fa tutto volentieri.»...«Eh già! Il nostro domatore è un creativo nato!» replicò Cindermon, osservando «Realizzare tutti quei tatuaggi per le fans gli ha fatto sentire meno la mancanza di suo fratello.»...«Hai visto Cindermon? Alla fine anche il signor Matsuki ha ceduto: si è fatto...
         ...incidere da suo figlio, vicino al cuore, il nome di Nakao.»...«Eh già...anche il buon Takehiro che sembrava tanto contrario!» fece lei, ed il ragazzo chiese «Ma che cos’hai? A dire il vero mi sembri un po’ triste. Non sarà mica...per...?» avvicinando il suo guanto a lei che guardava Takato. E che alla fine svelò «Sì, a essere onesti un pelino sono dispiaciuta!» volgendosi verso lo spaesato Leaf, e confessandogli nel sottofondo della voce di Takato «Tutto questo va bene! Lui è felice, è contento, organizza di qua e di là e anche al panificio le cose sembrano star migliorando! Ma sua madre, Guilmon! Sta di fatto che la signora Matsuki non è più tornata: è da quando il D-Reaper è scomparso che lei vive dal nipote a Okinawa, e con l’aria che tira sembra non voler cedere neanche per Natale!»
         «E’ vero, la mamma di Takato...» incrociò le braccia pensieroso Leaf «...nonostante tutto lei non è riuscita ad accettare quel tradimento.» e Cindermon «Quella non è riuscita ad accettare un sacco di cose, troppe per essere elencate! Ma io so per certo che a Takato farebbe piacere vederla!»...«Questo è sicuro! Ma noi...cosa potremmo far...»
         «Niente. Assolutamente niente.» disse Takato tornando da loro.
         La sua espressione era serena «Amici, dovete capire che non è compito vostro risolvere tutto.»
         «Sì però noi Takato...» accennò Leaf, e Cindermon completò «...ci terremmo che tu potessi festeggiare alla grande!»...«Uhm, e cosa mi manca? Ci siete voi.» appoggiandosi alla sua auto, e rivelando «Ormai non sono più un bambino, e so che certe realtà vanno...soltanto accettate. Ma cosa potrei chiedere di più? I miei amici accanto a me sono felici, e noi tre dividiamo ogni cosa: ogni gioia, sfida o avversità. Con il vostro sostegno non mi sento mai solo...
         ...credevo che la vita mi avesse privato dei Digimon per sempre...» smarrendo lo sguardo verso quel cancello addobbato, mentre un Digignomo volava nella neve «...chi l’avrebbe mai detto che mi avrebbe ricompensato in questo modo? Che me ne avrebbe donati due, e speciali come voi! Al vostro fianco...
         ...sento di poter superare qualsiasi ostacolo.»
         I tre unirono le loro mani «Noi siamo il magnifico trio, non ce lo dimentichiamo!» sorrise Cindermon, seguita da Leaf «E staremo insieme per sempre!»
         Takato confermò «Giusto, per sempre! Saremo amici tutta la vita. E cresceremo insieme...»
         Gli occhi di Leaf si adagiavano delicati su quella ragazza accanto a lui, e anche lei sembrava guardarlo benché in modo molto sfuggente.
         Takato si allontanò a passi cauti, ed estrasse il cellulare «Lasciate che vi faccia una foto.»
         «S-Sì...c-come dobbiamo metterci?» chiese Guilmon, e Cindermon «Versacci, boccacce?» ma il domatore «N-No, niente di tutto questo però...più vicini.»
         Facendo flash, mentre entrambi stemperavano sfoggiando il segno di vittoria.
         Takato pensava “Il mio orgoglio, l’immagine della mia felicità! Ecco cosa mi manca ancora, che voi capiate di esser fatti l’uno per l’altra...
         ...mi piacerebbe tanto, e in qualche modo riuscirò ad ottenerlo. Quando mi metto in testa una cosa...!”
         «Com’è venuta, Takato?»...«Falla vedere a me prima, non al nanerottolo!»...«Senti un po’, spilungona! Sappi che il vino buono...è nella botte piccola!»...«Coooosa?!! Che vorresti dire con questooo?!!»
         Takato si avvicinò «Non vi si può proprio sentire. Quasi quasi me ne scappo nel varco e vi lascio qui. Comunque ecco, la foto è questa!»
         «Uhm, carina.» fece Leaf, e lei «Insomma, io potevo venire con una faccia migliore!»...«Cosa vuoi farci se sei troppo alta che non entri nemmeno nell’obiettivo!»...«Senti! Per fare una foto a te dovrebbero inventare un cellulare formato-formiche!»...«Spiritosa...» e così via...
         ...mentre un Digignomo li osservava, per poi scrollarsi dalla neve e volar via tra i fiocchi (fine-canzone)



         Il mare d’inverno offriva uno spettacolo impetuoso e suggestivo, tanto che una donna non smetteva di contemplarlo, finché un ragazzo non si accostò a lei «Zia vieni dentro, fa freddo.» Mie rispose «Ancora un po’ Kai, ti prego, mi rilassa trattenermi sulla spiaggia.» Il nipote sorrise «...lo so...non hai fatto altro da quando sei qui. Pensi a Takato, vero? E magari ti ritorna in mente il giorno in cui ha disdetto il suo matrimonio. Ma devi capire, mio cugino è così, è un ragazzo determinato: quando si mette una cosa in testa...non c’è mai stato verso di fargli cambiare idea. Dieci anni fa su questa spiaggia mi confessò di voler bene a una certa ragazza, che all’epoca era in pericolo...»
         ...rivelava quel giovane di bell’aspetto e lunghi capelli scuri, infilando le mani in tasca e perdendo lo sguardo nel mare «...eravamo ragazzini...ma si leggeva nei suoi occhi che non era solo un gioco. Si trattava di una cosa seria! Takato...mi farebbe piacere rivederlo e sentirlo parlare di quella ragazza che...certo...
         ...doveva essere davvero speciale...per stregare il cuore di uno come lui...»
         Mie chinava il capo, assorta in profonde e silenziose riflessioni, finché il nipote non scrutò nella neve «Oh? Zia, mi sembra stia arrivando qualcuno. Ma una di loro non è una persona comune...
         ...è un Digimon!»
         Mie si volse di scatto: in fondo alla spiaggia si intravedevano due figure nella neve.
         Una ragazza dai lunghi capelli castani che la fissava, accompagnata da una creatura in tuta variopinta.
         «...Jeri Katou...cosa ci fa lei qui?» si domandò la donna, ed il nipote sgranò gli occhi «Non posso crederci zia, è lei?»...«Kai, mi faresti un favore? Ti chiedo scusa, ma avrei bisogno di parlare da sola con lei.»...«Ma certo! Io rientro in casa, venite anche voi quando volete.»
         Così Mie costeggiò la riva, avanzando verso le due che la attendevano.
         «Buon Natale...signora.» esordì la ragazza «E’ tanto tempo che noi due non ci vediamo...»...«Ti premetto che non ho intenzione di rinvangare vecchie storie.» replicò Mie, ma Jeri disse «Le assicuro che non sono venuta a parlarle di me. Sono qui esclusivamente per accompagnare Carnevalmon: aveva...qualcosa da darle.»...«Questa Digimon? A me...?» si stupì Mie, incrociando i grandi occhi verdi che spuntavano dalla mascherina nera. La Digimon dai capelli rossi tese il suo guanto candido, porgendole un biglietto «Glielo manda la mia Digimon Tamer...» pronunciò con la sua voce velata.
         Mie si stupì, ed avvicinò la mano tremante al biglietto fino a prelevarlo...
         ...aprire la busta, i cui residui si mescolarono al mare e alla neve.
         Jeri respirava profondamente, mentre Carnevalmon si accostava a lei. La ragazza la confortò con un gesto, come per dirle che aveva fatto il suo dovere.
         Mie sembrava aver fretta di leggere cosa c’era scritto, sicché appena poté immerse gli occhi tra quelle parole: (canzone: Anastacia - I dreamed you)

         “Cara signora Matsuki,
           finalmente trovo il coraggio di scriverle, dopo tante lettere iniziate, e poi accartocciate e gettate via. Non è mai facile affrontare il proprio passato, specie se si sono commesse azioni gravi come le mie. Come lei sa le scrivo dal carcere: è lì che sto trascorrendo i miei giorni, confortata dalla compagnia della mia Digimon, e dall’affetto di mia figlia.
         Un po’ come se fossi una strega, con un incantesimo ho trasformato l’infanzia della mia povera Akiko in una guerra. Ma lei ha dimostrato una maturità che va al di là della sua natura digitale, ed anche...
         ...una forza d’animo superiore a quella che i suoi soli nove anni possono offrire.
         Akiko ha già conosciuto il dolore, ed ha conosciuto anche...l’amore che può concedere un padre di cui porta i dati nel cuore. Per questa ragione signora io le chiedo, ogni volta che ripenserà a ciò che di orribile le ho fatto, di tenere fuori dalla responsabilità il Digimon che mi aiutava. Un Digimon che è morto con la convinzione di avermi raggirata...quando è stato il contrario: fui io a sfruttare abilmente l’occasione che mi presentava, così come...
         ...fui io, anni prima, a tradire mio marito con lui, e non il contrario. IceDevimon era il padre di Akiko. E lei il frutto di quel tradimento che ingiustamente attribuivo a Tokiashi.
         Quelle parole spinsero Mie a chiudere gli occhi e a respirare profondamente, per poi riprendere a camminare lungo la riva, sotto lo sguardo apprensivo di Jeri e Carnevalmon, mentre i fiocchi e gli schizzi di mare bagnavano le parole su quel foglio...
         “Di mio marito ormai resta solo il ricordo, nel cuore degli alunni che lo hanno amato, in quello della bambina che ha cresciuto ignaro che non avesse il suo sangue...
         ...e nel mio, che l’ho fatto tanto soffrire anche se lo amavo. Ma non si può mai amare appieno qualcuno, se si odia e si teme qualcun altro: ed io temevo me stessa...
         ...e forse mi odiavo per tutti quei limiti e quelle insicurezze che la mia Digimon sta curando ad una ad una, con una pazienza infinita...
         ...osservandomi oltre le sbarre del carcere come se fossero il Digivarco, e io quella bambina che deve saltarvi oltre per raggiungerla, e vivere un’avventura insieme.
         Mie passò al foglio successivo, mentre Jeri si stringeva la giacca...
         “Se le scrivo, non è per sperare in quel perdono che io di certo non merito dopo quello che ho fatto a lei...e a molte altre persone, nonché a molti Digimon. E’ invece per raccontarle una cosa, e cioè che l’altro giorno, suo figlio è venuto a trovarmi in carcere. Takato si è seduto di fronte a me, e insieme abbiamo ricordato Tokiashi, e i bei tempi in cui lei veniva a parlare con me per informarsi del profitto di suo figlio. Tutto sembrava così incredibilmente vicino che a un certo punto...anche se solo per un attimo...mi è parso come se questi anni non fossero esistiti. Ma per me è già tanto. E questa magia della durata di pochi secondi la devo a suo figlio. Mi creda...lei è una donna fortunata: ha messo al mondo un ragazzo in grado di fare ciò di cui nessuno è capace. Il domatore di Digimon? Non solo questo...
         ...Takato sa dimenticare, e far dimenticare. Anche se sembra così attaccato ai suoi ricordi. E questa immensa abilità, ha imparato a coltivarla assieme ai suoi amici. Quei bambini, che sedevano di fronte a me a volte più attenti, a volte meno alla mia lezione...
         ...sono dei bravi ragazzi. Conoscono l’arte del seminare fiori sulla scia di ghiaccio che noi adulti ci lasciamo alle spalle. Per questo, il mio umile invito rivolto a lei è quello di...
         ...non rinunciare a questo splendido privilegio: suo figlio è volato fino ai confini del cielo...apparentemente...
         Mie smarrì lo sguardo in quel cielo grigio e nebbioso...
         “...ma in realtà non l’ha mai lasciata, è sempre rimasto accanto a lei. Ha lottato per lei. La ama ancora...come quando era bambino.
         Mie piegò quei fogli, immergendosi nel mare dei sentimenti e della vita. Per poi riaprire gli occhi, e dirigersi a passo svelto da Jeri e Carnevalmon «Perché mi avete portato questa lettera?!»
         La Digimon si schiarì la voce e rispose «Nami ci teneva tanto a fargliela avere...» ma poi la donna spostò gli occhi su Jeri, la quale rivelò «Sono diversi mesi che non vedo suo figlio, proprio come lei. Però sono cresciuta con Takato, e gli voglio...bene abbastanza...per sapere che lui ora desidera rivederla. Desidera abbracciarla, e augurarle buon Natale! E desidera anche un’altra cosa...
         ...mostrarle quel mondo digitale che lui ama...e che ora dev’essere più bello che mai, immerso negli addobbi...
         ...piacerebbe anche a me vederlo...ma purtroppo...mi è proibito lasciare la città.»...«I-Io...» balbettò Mie «...non ho mai varcato...da sola...quel cancello!» ma Jeri le prese le mani «Non si preoccupi, ora è diventato molto semplice! Basta salire le scale del parco, e...si ricorda dov’era il nascondiglio di pietra?»
         «Troppo bene...» rispose quella madre velando i suoi occhi di commozione.
         Il sorriso di Jeri sembrava un sole nella neve «Carnevalmon può accompagnarla...vero?»...«Certo!»...«Io vi porterò fino ai cancelli, poi tornerò a casa!» disse la ragazza nascondendo con la gioia le lacrime.
         «Jeri, ma tu...!» la signora le sfiorò la giacca «...vuoi davvero così bene a mio figlio?» La giovane sorrise «...ci tengo che festeggi il Natale...come gli piaceva fare, circondato dai suoi amici...e dalla sua famiglia!»
         Fu allora che Mie alzò il cappuccio della sua giacca, quando si udì il rombo di una moto. Carnevalmon si volse di scatto...
         ...e quell’oscuro motociclista si sfilò il casco «Allora siamo d’accordo? La signora viene con noi?!»
         La Digimon si avvicinò a lui, sfiorandogli il braccio e mormorando «La signora Matsuki ha accettato di raggiungere suo figlio...sono molto contenta, Beelzemon: a Nami...farà piacere sapere che le sue parole hanno sortito effetto.»...«Sono contento anch’io, ti stai dando molto da fare, Carnevalmon: vedrai, una Digimon piena di iniziative come te riuscirà a cambiare il mondo.» Lei umilmente piegò il capo «Beh, a me piacerebbe soltanto...riuscire a riunire alcune persone...
         ...e crescere assieme a coloro...che amo.»...«Ti capisco...» disse lui «...sono stati i miei sogni di tutta una vita.»
         Jeri si accostò a loro «Allora, ci siamo tutti: torniamo in città.»...«D’accordo, Jeri!» replicò il Digimon «Tenetevi forte...» congedandosi da quel mare increspato, proprio quando si alzava un vento gelido, costringendo chi indossava una giaccia di stringerla a sè...(fine-canzone)


         (canzone: Anastacia - Overdue goodbye (live from Japan) )
         ...e così, in una Tokyo accesa dagli addobbi natalizi e carezzata dai fiocchi, giunse il momento di chiudere quelle case che avevano ospitato tante vicende.
         «Allora, abbiamo preso tutto? Non è che ci dimentichiamo qualcosa?» echeggiava la voce di Rika nel buio del suo giardino inbiancato. La madre imbacuccata come un’eschimese replicava «No amore mio, te l’ho già detto però...andiamo perché...brrr, qui fa un freddo!!»...«Nonna, ti sei coperta bene? Hai avuto la polmonite, meglio non rischiare!» si informava la giovane, ma la nonna replicava «Sono perfettamente a mio agio, non sono una freddolosa come tua madre.» al che l’interpellata precisava «Beh, scusa tanto mamma! Non è che anch’io ho il pelo, come i Digimon!»
         Le due volpi poco più avanti furono raggiunte da Rika «Allora! Renamon...voi due avete i regali.»...«Sì Rika, sta tranquilla.» rispondeva la Digimon, seguita da Himi «Allora, i più fragili, quelli di vetro li ha Renamon! I più grossi e pesanti li portiamo io e Imagomon!»...«Bene Himi, meno male che ci sei tu!» rispose la ragazza, e Himi scherzò «Quale onore!» attorcigliandosi la sua sciarpa, mentre Imagomon si premurava «Però tu Rika non strapazzarti troppo, ricordati che sei incinta, e adesso...si inizia anche a vedere.» La giovane replicò «Sì Imagomon lo so, ma...non posso farci niente, io sono fatta così: devo assicurarmi che vada tutto bene!» e in quel momento fu raggiunta da Ryo, al quale erano ricresciuti un po’ i capelli «Vedi? Vedi, risponde anche a te così, Imagomon! Glielo dico sempre anch’io ma mica mi ascolta! E’ a questo che serviamo noi mariti: a niente!»
         «Servite anche a un’altra cosa: a lamentarvi!» precisò Rika, mentre chiedeva «Gelsomon? Gelsomon, hai chiuso il gas?»...«Ahahahah! Tutto sotto controllo!» rispondeva la dragona alquanto allegra, mentre la domatrice domandava «Le cose che hai preparato? Sono al caldo?» e Cyberdramon replicava «Le abbiamo messe in contenitori speciali: tutta la corte di Digiworld si leccherà i baffi!»...«Fantastico...» commentava Rika stringendosi la sua giacca e seguitando a gironzolare nella neve del giardino «Draghetti!!» schioccava le dita «Dai che si va! La partita a palle di neve la continuiamo a Digiworld!»...«Evviva!» esclamavano i piccoli, mentre Aladynmon veniva avanti «Ma come? Stavamo vincendo noi!» Rika scherzò «Gli adulti qui sono peggio dei bambini, forza che siamo in ritardo!»...«Rika, ascolta.» fece Rapunzelmon aggiustandosi il suo colbacco «Ha telefonato il marito di Himi, lui ci sta già aspettando lì con i bambini e ha detto che l’albero di Natale era perfetto!»...«Meno male: le luci si accendono? Sant’uomo lui che l’ha recapitato, altrimenti noi come lo portavamo? E...ah! Rapunzelmon scusa, posso chiederti un favore? Puoi andare a aiutare LadyMeramon con quei pacchi? Io le ho detto di non affaticarsi ma non mi ascolta!»...«Certo!» sorrise la Digimon dai capelli striati, mentre Rika si accostava alla grande orsa «PinkMonzaemon! Scusaci, ti abbiamo caricato dei regali più ingombranti, un altro anno ci organizziamo meglio!»...«Non preoccuparti, io lo faccio volentieri anche per dieci anni, finché ho ancora fiato.»...«Ma sì che ce l’hai! Chi manca, siamo tutti? Signora Akiyama...? Il bastone, il cane, il marito, tutti pronti?» ma questa sbuffò «Ah, Rika! E’ incredibile! Sei così sbadata cheee...mi lasci di stucco!» e la signora Seiko si volse di scatto «Come sarebbe? Mia nipote tiene a mente ogni cosa!» ma Rika sospirò con sguardo furbetto «Ah, lascia perdere nonna, la signora non si riferiva a questo ma...al modo in cui l’ho chiamata, ancora non mi entra in testa!» correggendosi, e pronunciando «...mamma!» al che la signora Akiyama puntualizzò «Oh! Ecco! Così mi piaci!!»
         Rika ribadì con aria festante «Mamma, mamma! Io sono piena di mamme! Ho un papà evanescente, ma di mamme ne ho quante ne voglio! Forza comitiva, altrimenti ci chiudono il varco!»
         Himi sobbalzò «Come sarebbe che ci chiudono il varco?! Ci lasciano qui?!» ma l’amica mormorò «Dopo una cert’ora ho saputo che fanno entrare solo se accompagnati da un domatore, ma non so se sono solo voci di corridoio. Forza, coraggio!»
         Quando varcarono il cancello, Ryo se la prese sottobraccio «Ahah! Sono proprio curioso di vedere i vestiti sgargianti di Muskmon e Antylamon!» La moglie ne convenne «Io non ho avuto anticipazioni! Su casa Wong è calato il silenzio stampa!» per poi volgersi «Il cancello, le chiavi? Renamon, pensi tu?!» e la volpe sfoggiò un mazzo di chiavi «Sì Rika, sto chiudendo!» per poi mettersi anche lei sottobraccio al marito, il quale sussurrò «...e poi se gli spiriti vorranno seguirci, attraverseranno la porta.»...«Proprio così...» rispose dolcemente la volpe dorata.
         Rika annunciava «Rotta verso il parco, signori, seguite la Regina dei Digimon!» mentre numerosi quali erano, si mescolavano nelle strade di Tokyo sotto gli occhi ammirati dei passanti...



         ...la neve sfumava il globo azzurrastro nel cielo, e si confondeva ai confetti che all’uscita del Palazzo reale, accolsero quel robusto e felice coniglio verde, nonché la sua alta amica marrone dalla coroncina bianca, rispettivamente accompagnati da una bellissima Muskmon cosparsa di fiori, ed un possente Sandmon dall’armatura argentata.
         «EVVIVA GLI SPOSI!» intonava il Gekomon per poi passare a dirigere l’orchestra per mezzo dell’inseparabile bacchetta.
         Con uno scatto in corsa da esperti di avventure, Henry e Rea passarono sotto la coltre di confetti per raggiungere lo sposo «Auguri di tanta felicità! Muskmon, sei favolosa.»...«Grazie Rea...» rispose la Digimon, scambiandosi un bacio con la ragazza. Henry prese Gargomon per le spalle «Sapessi, sono così felice!»...«Andiamo Henry, momentai, non c’è bisogno di piangere! V-Vuoi far piangere anche me...?»...«Ma questo è un giorno...bellissimo! Ti voglio bene...»...«Anch’io Henry, cosi tanto!!» e si strinsero in un abbraccio.
         Sull’eco dei singhiozzi «Suzie, ti prego!»...«Antylamon, perdonami se ti rovino il vestitoooooooo!!!»...«Qui non è un problema di vestito, ma di aria per respirare.» precisò la Digimon, e Sandmon scherzò «Andiamo Suzie, non vorrai soffocarmi la moglie.» Mako lo raggiunse «Ti soffocherei io, per quanto sei bello! Tanti auguri, caro Sandmon!» sfiorandogli il braccio «Grazie, Mako.»
         Gravemon era sulle spalle del ragazzo «Papà, sei il più bello di tutti!» ma lui lo corresse «Ah no ti sbagli, figliolo. Quello sei tu.»
         Il bambino lo guardò con gratitudine...
         ...mentre Antylamon chiedeva «Beh allora, ma voi quando vi sposate?»
         Suzie e Mako si strinsero l’un l’altro ed il ragazzo rispose «Presto! Molto presto, vero amore?»...«Certamente! Sto prendendo già accordi per l’abito, vi lascerò tutti senza fiato! Mi sta aiutando la signora McCoy, lei gestisce una boutique: sapete? Da quando il marito si è risvegliato dal coma è così allegra, e lavora più di sempre.» Mako raccontò «Non appena Alice se n’è andata, il professor Rob McCoy ha riaperto gli occhi: sembra quasi un miracolo...»
         Henry si fece vicino a loro, svelando «Io penso che Alice e Dobermon stiano prendendo parte a questo giorno felice, anche se non li vediamo.» e Rea «Magari sono nascosti tra la folla! Qui ci sono talmente tanti domatori e tanti Digimon, ma basterà aguzzare la vista per scorgere...
         ...un gigantesco cane nero! O forse...» passando dall’enfasi alla dolcezza «...un raffinato signore in bianco sottobraccio a una consorte bionda e degna di lui.»
         «Papà!» fece Gravemon «Io prima ho visto Scratchmonina: ha detto di dirti che sei bellissimo!»
         Sandmon sorrise grato «...riferiscile che lei è sempre bella, ogni giorno che passa.»
         Muskmon guardò il cielo ed espresse «Penso che anche Violetta abbia trovato la sua pace, e assieme ai nostri vecchi compagni vegli sul mondo dei Digimon.»...«Momentai, amore mio!» le rispose Gargomon «...coloro a cui abbiamo voluto bene, non smettono mai di esserci accanto.» smarrendo con gli altri lo sguardo in un Digiworld di nuovo bianco, ma non di tristezza bensì di neve (fine-canzone)



         Poco dopo, all’interno di quel palazzo fatato...(canzone: Christian Wunderlich - So in love)
         «E questa digievoluzione determina la mia ennesima vittoria! Ammettetelo ragazzi, sono diventato imbattibile!» affermava un ragazzo, ma non vi era aria di combattimenti bensì di partite a carte. E faceva sorridere che uno dei tre partecipanti, il vincitore, giocasse avvolto in un mantello regale «Sotto le vittorie di Kazu dev’esserci un imbroglio, non capisco proprio dove ho sbagliato!» replicava il suo amico con gli occhiali, mentre il terzo dai capelli castani sorrideva «Ammettiamolo, Kenta: un po’ l’abbiamo fatto vincere...»
         «Eh no eh! Non ci provate!» ribatté Kazu gettando il mazzo sul letto «Non perché indosso questa roba sono meno abile di un tempo! E il risultato lo dimostra, voi due ancora avete taaanto da imparare sui Digimon!»...«Sentito Takato? Invece lui sa tutto, visto che è il “sovrano”!»...«Questo sì che vuol dire avere amicizie importanti, Kenta!»
         «Sappiate che la vostra ironia non mi piace affatto!» smontò il sovrano dal suo letto col baldacchino, guardando l’orologio argentato che portava al polso «Accidenti, che ore sono? Devo prepararmi per gli auguri ufficiali! Dove avrò messo la mia corona?»
         I due amici si guardarono con aria furba...
         «Di solito la poggio qui, dietro la foto di mamma e papà! E infatti...
         ...ah! Grazie! Mi avete salvato un’altra volta!» disse rivolto ai genitori «Come farei senza di voi?»
         «Kazuuuuuuuuu!» lo chiamò la voce di sua moglie, e lui sbuffò «Ahhhhhh, si può sapere che cos’hai, adesso?» Diamon si lagnò «Mi insegni tutti i trucchi per vincere a carte? Io non ci riesco, Guardromon mi batte sempre!» Il Digimon aprì le braccia «Kazu io ci ho provato, ma tua moglie ha la testa più dura di me.»
         Il ragazzo si pose le mani sui fianchi «Certo che sei proprio irrecuperabile, Diamon! I punti di forza e di debolezza di un Digimon non ti entrano proprio in testa, ANCHE SE SEI UNA DI LORO!»...«Sarà che oggi ho la testa più tonta del solito...» replicò sfiorandosi la fronte «...già io sono poco sveglia di mio, poi...non lo so, mi gira tutto, ho una nausea continua!»
         Lo sguardo del giovane si illuminò di gioia «Ahh! Malesseri e nausee?! Non sarà che stiamo per avere un bambino?! Ah, Diamon...quanto ti amo...»
         Kenta indicò «Guarda, Takato! Basta una notizia del genere per far sciogliere il nostro campione!» ma poco dopo gli arrivò indosso un pacchetto di patatine che sbalzò i suoi occhiali «Io ci trovo poco da scherzare!» puntualizzava Yuki «Lui almeno è affettuoso con sua moglie! Mentre tu invece hai sempre quella stessa faccia! Mai una sorpresa o una carineria anche se siamo arrivati quasi al termine dell’attesa!» Lui riprese il pacchetto «Io ti sommergo di coccole!! Il problema è che a te non basta mai!» ma la biondina era già attratta da un altro particolare «Quanto mi piaaaaaace, l’albero di Natale di Digignomiii!» e Guilmon, che ora in vesti di draghetto stava sfiorando quei particolari addobbi, svelò «Da quando non c’è più la regina, loro sono ancora più intenti nell’abbellire ogni giornata altrui. Anche attraverso questi piccoli particolari, a loro sembra di sentirla più vicina. E’ questo lo scopo dei Digignomi: regalare un sorriso a uomini e Digimon, e io...
         ...farò di tutto per aiutarli nel loro compito. Vero amici?» facendo loro il solletico con l’artiglio. Yuki si piegò su di lui «Io credo che la Regina ti sia molto grata per quello che fai!»...«Grazie MarineAngemon! A proposito, che belli i tuoi orecchini: assomigliano a te com’eri tanti anni fa!»...«Visto?!» fece lei oscillando il capo «Sono il regalo di Natale di mia suocera, lei è bravissima in queste cose! Fra poco i miei bambini saranno piccoli come loro!»
         In tutto questo Takato sorrideva, appoggiato alla sponda del letto «Tua moglie ti renderà padre da un momento all’altro.»...«Eh già, ci siamo arrivati.» ne convenne Kenta, abbassando la voce «...e da quel che sembra anche Kazu seguirà a ruota!» alludendo all’amico (che intanto diceva alla moglie «Mettiti a sedere! Spiegami attentamente, che sintomi hai?»)
         «Uhmuhm, fra poco le famiglie digitali si ingrandiranno!» commentò il domatore castano, e l’amico occhialuto si interessò «E tu, Takato? Hai più avuto notizie di Jeri...?»
         «Non l’ho più vista...» affermò con dolce malinconia «...però, so da suo fratello che si sta curando. Mi ha chiesto di aspettarla ed io...
         ...sono qui. Come è sempre stato.»...«E tuo padre, invece? Mi è sembrato di vederlo bene!»...«...mi ha fatto piacere che sia venuto qui. E’ più sereno, ed anche i nostri rapporti stanno migliorando. La conoscenza con Nakao...
         ...lo ha cambiato per sempre: ha capito che la vita non si può...incasellare in schemi, molte cose sfuggono al nostro controllo.»...«...ti manca tuo fratello?» domandò Kenta con il consueto sguardo penetrante, e Takato accennò un lieve sorriso «...te lo puoi immaginare. Ma mi ritengo fortunato per aver avuto l’occasione di conoscerlo. E’ un altro dei nomi che porto incisi sulla mia pelle...e sulla mia vita. Guarda?» girandosi, e mostrando che sul retro del collo aveva tatuata la sagoma di un guerriero dal mantello strappato. Kenta lo riconobbe immediatamente, sfiorandolo «EmoGallantmon...»
         In quel momento, con aria discreta, Takehiro si affacciò alla stanza «Permesso? Scusate, ragazzi. Mi hanno mandato a dirvi di scendere...»
         Kazu puntualizzò «L’hanno messa a recapitare messaggi, signor Matsuki?! Ah no, adesso faccio un sparata che mi sentono fino alla terra!» ma il padre dell’amico lo bloccò «No, figurati Kazu, non c’è davvero bisogno: è stata un’occasione per dare un’occhiata in giro: questo palazzo è stupendo...»...«Grazie...» replicò il ragazzo sfilandosi la corona e chinando il capo. L’uomo seguitò «...ma basta affacciarsi in questa stanza per risentire l’atmosfera di quando eravate piccoli.»
         Kazu disse «Arrivo subito per fare gli auguri ufficiali. Ragazzi?» volgendosi verso gli amici «A-Ah, e...Diamon mi raccomando! Non fare sforzi e se la confusione ti dà fastidio sali in camera, anzi me lo dici e ti ci porto io!»
         Padre e figlio si fecero vicini, quest’ultimo chiese premuroso «Ti senti a disagio?»...«...tutt’altro, Takato: stare in questo mondo mi fa sentire più vicino ai suoi sogni.»...«Nakao amava molto Digiworld...»...«...lo so. Solo che mi piacerebbe che anche tua madre potesse essere qui a festeggiare con noi.» Takato gli sfiorò la spalla e sorrise «Non dobbiamo parlare così: la mamma non è morta, se n’è solo andata...
         ...ma finché c’è vita c’è la speranza di ritrovarsi.»...«Voglio crederti...» sorrise l’uomo, e si strinsero in un abbraccio sotto gli occhi dei Digignomi che decoravano l’albero (fine-canzone)



         Mentre Digiworld si lasciava andare ai festeggiamenti...
         ...l’eco di una moto che frenava echeggiava nel Natale del parco di Shinjuku.
         «Ma io gli rompo la faccia a quell’ubriaco ignorante!!» esclamava un Digimon dalla voce aspra «Beelzemon, calmati!» replicò Jeri con fermezza «Sei troppo nervoso.»...«La ragazza ha ragione...!» precisava la Digimon variopinta, e lui «Ma Jeri, Carnevalmon, quella botte di birra ci è venuta addosso! C’è mancato poco che non capitasse un incidente, più grave del fatto di aver perso il matrimonio, ovviamente!» tirando un calcio alla recinzione, mentre Jeri gli poneva le mani sulle spalle «Non sai...quanto mi dispiace! Se solo sapessi guidare vi avrei accompagnato io...» e Carnevalmon «Ptsss, sì però ora cerchiamo di non attirare l’attenzione più del dovuto. Qua c’è tantissima gente...e Jeri deve tornare a casa.»...«Lo so bene!» ribatteva Beelzemon un po’ bruscamente.
         In effetti lungo la scala per il Digivarco c’era confusione di auguri e bottiglie, e qualche agente sorvegliava la zona.
         Jeri si accomodò la borsa a tracolla «Sappiamo tutti come stanno le cose, solo che pensavamo di arrivare prima! Comunque niente panico, ora accompagnamo la signora ai cancelli dopodiché io scappo a casa.» alzandosi sulle punte e cercando di farle cenno «Signora Matsuki!!...
         ...da questa parte!»
         Mie si accostò a loro «Non sapevo che avessero organizzato una festa qui. Guarda quanta gente sulla scala, non è che ci saranno problemi nel varcare i cancelli?»...«Perché dovrebbero esserci?» fece Jeri «Suo figlio è dall’altra parte del varco, è un suo diritto raggiungerlo! Beelzemon, Carnevalmon: coraggio, andiamo!»
          ...sicché in compagnia della signora e dei due Digimon, si lanciò sulla vecchia scala con grande agilità «Permesso? Scusate!»
         C’era parecchia gente con cui sgomitare, ma il passo della ragazza lasciava credere che i suoi problemi alla gamba fossero ormai in via di superamento.
         «Se la cava molto meglio...!» bisbigliò la Digimon a rombi colorati, e Beelzemon «Merito della madre, che l’ha fatta operare.»
         Arrivata in cima Jeri chiuse gli occhi, e respirò profondamente mentre gli addobbi colorati risplendevano sul suo pallido viso. Con il vento a far volare i suoi capelli che discendevano dal berretto di lana, la ragazza ricordava il valore affettivo di quel luogo e ripercorreva i suoi grandi cambiamenti...
         ...fino a che un agente non si avvicinò «Dovete attraversare il varco?»...«Uhm? Sì, però non io: i Digimon assieme alla signora.»...«La signora è una domatrice?» ma Mie rispose «No, sono la madre di un domatore! Mio figlio è a Digiworld, c’è anche mio marito.»
         L’agente rispose «Niente da fare.» e Jeri sussultò «Come?!»
         «Ci prendete in giro?!!» alzò la voce Beelzemon, e l’agente «Innanzitutto moderiamo i toni! Punto secondo eravamo stati chiari: dopo le 11:00, solo se accompagnati da un domatore.»
         «SCUSATE!» esclamò Carnevalmon, puntualizzando coi suoi gesti virogorsi «E ce lo dite adesso?!!»...«Non ve lo diciamo adesso, signora! Il protocollo della festa era chiaro, è una misura per evitare disordini!» ma la Digimon insisteva aggressiva «Cioè, per evitare disordini voi separate le famiglie?!! ALCUNI DI QUA E ALCUNI DI LA’?!» mentre Beelzemon balbettava «C-Carnevalmon...poi chi era che doveva mantenere la calma?»...«No, sai perché strillo, Beelzemon? Sai perché strillo?!» (mentre diversi fra i presenti si volgevano incuriositi...) «Perché non è possibile...C-CHE UNO SI FA TANTA STRADA PER ARRIVARE FIN QUA PER POI SENTIRSI DIRE DAVANTI ALLA SIGNORA, SENZA UN MINIMO DI DELICATEZZA, CHE UNO NON PUO’ PASSARE PER QUESTIONI DI ORARIOOO?!!» ma l’agente «La finisca di strillare! Qui si sta facendo una festa e poi noi non separiamo nessuno! Volete passare? Bene, reperite un domatore di Digimon che firmi per voi, ultimamente è un’attività sempre più diffusa!» Beelzemon gli puntò l’artiglio «Sa cos’è lei?! Un frustrato a cui nessuno di noi si accosta!» ma il tipo replicò «Aggiungiamo anche insulti a pubblico ufficiale?»
         Jeri cercò di mediare «Calmi ragazzi, qui dobbiamo pensare a risolvere un problema anziché litigare! Come facciamo? Mio fratello e mia madre sono già alla festa, altrimenti avrebbe potuto firmare lei in quanto madre di un domatore minorenne!» ma Mie intervenne «Jeri, ragazzi, non occorre davvero che vi prendiate pena per me: è colpa mia, avrei dovuto pensarci prima. Mio figlio farà a meno di me, dopo tutto è una festa per giovani.» Jeri si oppose «Non è affatto una festa per giovani! Ci sono tutte le famiglie e...!!...
         ...va bene: facciamo così.» frugando nella borsa, fino ad estrarre il Digivice «Sono una domatrice di Digimon, ditemi dove devo firmare.» ma Beelzemon le scostò la mano «Ptsss, ma Jeri sei pazza? Tu devi tornare a casa, sei in libertà vigilata!»...«Lo so bene che sono in libertà vigilata! Ma ci sono certi legami che meritano dei sacrifici...
         ...la famiglia è uno di questi...tu lo sai meglio di me.» disse fissandolo intensamente nei tre occhi «Appunto, lo so...
         ...io ho la tua responsabilità nei confronti di tua madre, ci ha messo tanto per ottenere questo provvedimento dal giudice. Né va della tua libertà Jeri, del tuo futuro! T-Ti supplico, non ci mettiamo nei guai anche stasera, proprio stasera!»...«Non è mia intenzione metterti nei guai, infatti dirò che è stata tutta una mia iniziativa e che tu non c’entri niente! Ma rifletti: se fossi stato tu al posto mio...
         ...non avresti agito allo stesso modo? Cercavano anche te la notte che sei uscito, per portare da me Masahiko e la mia matrigna. Quanto può valere un leggero allungamento della mia pena rispetto alla tua vita? Se quella notte ti avessero preso, ti avrebbero ucciso...»
         Il Digimon rimase senza parole, se non un sussurrato «...Jeri.» mentre lei saliva il gradino «Questo è il mio Digivice. La signora varca il passaggio accompagnata da Jeri Katou.»...«...prego, da questa parte.»
         Carnevalmon bisbigliava «Ptsss, e adasso come lo spieghiamo alla madre??» e Beelzemon «Non chiederlo a me...si dà il caso che questo luogo non debba mai smettere di darmi il batticuore.»



         «Io mi impappinerò sicuramente! Ci sommetto quello che vuoi.» affermava Diamon nei corridoi del palazzo, e suo marito sorrideva «Ed io cosa credi che farò...ora che abbiamo questo sospetto?» fermandosi qualche istante ad incrociare i loro occhi in un luccichio d’amore, per poi riprendere a camminare «Sai cosa penso? Non credo terrò lunghi discorsi, sul futuro, le aspettative e i problemi.» confidava il giovane «Mi limiterò a fare gli auguri, come ad una festa in famiglia. E’ questa la mia tecnica: io ai Digimon...parlo come mangio! Sono i miei compagni di giochi, e di crescita.»...«Sei felice...?» gli chiedeva lei come una sposa premurosa, e lui le baciava le mani «Come non sono mai stato, amore. Anche se a dire il vero c’è una cosa a cui penso spesso: mi sarebbe piaciuto molto che anche la mia amica Jeri fosse potuta venire a festeggiare con noi.»...«Non poteva proprio allontanarsi, nemmeno per il Natale? Certo che quei poliziotti sono proprio antipatici!» affermò Diamon pestando a terra «E tu sei proprio un Digimon: pura, ed ingenua. No, purtroppo le leggi del mondo sono così.»...«Che peccato...però spero che il nostro regalo le sia arrivato!»...«Giusto, che mi hai ricordato! Suo fratello mi ha detto che le è piaciuto molto!»...«Daiii, che bellooo!»
         L’una sottobraccio all’altro, avanzavano già come due sovrani senza tempo. Finché non incrociarono Cyclemon, avvolto in un manto verde e oro «Ci sono tutti: il popolo attende solo voi due.»
         Diamon si portò la mano al petto «Oddio. Quando tu papà cominci a fare così...il cuore inizia a darmi dei colpi: tum...! Tum!»...«Ahah, andiamo figliola! Si tratta solo di auguri di Natale.»
         Kazu si chinò sul suocero, rivelando «Già, ma non dobbiamo scordarci che abbiamo tutto il popolo digitale di fronte a noi , e quando ci penso...capisco questa paurosona! A certe cose non ci si abitua mai...»
         Cyclemon li scrutò, rivelando «...sono fiero di voi, e sono convinto che con la vostra guida, il mondo dei Digimon andrà incontro alla pace. Buon Natale, ragazzi.»...«Buon Natale a te, Cyclemon.» replicò il giovane sovrano (canzone: Melanie C - Northen star) «Sai? Spero che da dove si trovano anche Babamon e Jijimon possano vederci: buon Natale cari amici, e grazie per il grande dono che mi avete lasciato...»
         Un raggio dal globo oltrepassava la finestra e brillava sulla sua corona...



         «Allora, cosa ci raccontate?» chiedeva Kenta nella Gran sala, mentre una moltitudine di umani e Digimon brindava attorno a loro «Grandi novità!» rispose Ryo con entusiasmo, annunciando «L’associazione decolla, ragazzi, finalmente uno dei nostri progetti è riuscito!» Yuki sgranò gli occhi «Questo sì che merita un brindisi!!!» e il domatore leggendario accostò a lui Gelsomon e Cyberdramon «Pochi giorni fa abbiamo firmato il compromesso, io rappresento la parte umana e questi due quella digitale! Incrociando le dita...presto moltissimi bambini malati potranno essere affiancati da un Digimon nel loro processo di guarigione.»
         «Non è facile guardare ogn giorno la malattia in faccia...» svelava Cyberdramon guardando verso l’alto «...specie quando colpisce creature così giovani, che dovrebbero sognare. Però voglio imparare a farlo. A quale futuro può aspirare un Digimon, se non sostenere gli uomini in ogni genere di battaglia?»...«Con i nostri umili mezzi, cercheremo di restituire il sorriso a quei poveri piccoli.» replicò Gelsomon, e di nuovo il marito «E di infonder loro il coraggio di continuare a lottare!»

         ...poco distante, anche Rika apprendeva qualcosa «Non so che dire, è una notizia...fantastica...» e Riley rispondeva «Lo so, anche io e Mitsuo stentavamo a crederci quando l’abbiamo udito.» Il biondo uomo continuò «Ma il mondo digitale ha bisogno ancora di tanto studio e approfondimento. Per cui, dopo numerose insistenze con il governo...io, Riley e Tally siamo riusciti a ottenere l’autorizzazione: Hypnos riparte. Più agguerrito di prima.»
         Rika, con il bicchiere in mano, aveva gli occhi velati da lacrime «...forse è perché sono incinta, ma provo tenerezza a ripensare a quel grattacielo...»
         Vicino a loro passeggiava anche Henry al fianco di suo padre «Tu e i Pionieri Digitali collaborerete con Mitsuo e gli altri?»...«Questo è l’accordo, figliolo: il nostro sogno è che la rete sia un posto sicuro, e che non debbano più ripetersi certi incidenti che hanno sparso tanto dolore.»...«Sono sicuro che ce la farete, avete tutto il nostro sostegno!» replicò il ragazzo, prima che Rika gli si rivolgesse «Henry, hai saputo? Hypnos torna in carreggiata.»...«Altroché, ne stavo proprio parlando! Scusa papà, puoi tenermi un attimo Benji?»...«Più che volentieri!» rispose Janyu Wong, ed il ragazzo gli affidò suo figlio «Resta un po’ col nonno tesoro, intanto io vado a salutare il signor Yamaki e sua moglie.»
         L’uomo prese con sè il bambino, indicando in fondo alla sala «Guarda Benji: guarda quanti Digimon che scartano i regali...»
         ...così che suo figlio poté accostarsi all’amica dai boccoli rossi «E’ veramente un evento splendido, non trovate?» Mitsuo rispose «E’ proprio così Henry: vedere tanta felicità fra i Digimon è la realizzazione del sogno di una vita...» orientando gli occhi verso quel vicino altare decorato con una maschera, e sommerso dal vischio natalizio. Riley e i ragazzi lo contemplarono in silenzio, rivolgendo un pensiero grato al guerriero al quale era dedicato...
         D’un tratto, la voce del Gekomon echeggiò nella sala «Silenziooo!!! Arriva il Sovrano!» arrotato con la sua erre moscia.
         Takato scherzò «Ah, se arriva il sovrano allora il momento è solenne!»
         I presenti rivolsero lo sguardo sulla balaustra centrale...
         ...per poi accogliere Kazu e Diamon in un fragore di applausi. Lei sgranò in modo eloquente i suoi occhi verdi, e lui sembrò convenirne appieno, per poi accostarsi volenteroso al microfono d’argento «Siamo qui per...
         ...augurarvi buon Natale. A tutti, uomini e Digimon! A tutte le famiglie...gli amici che hanno scelto di prendere parte alla nostra festa. Sappiate che per me e mia moglie questo è molto importante, e voglio che teniate sempre a mente...
         ...che faremo di tutto perché nel futuro ci siano mille altri giorni felici come questo!»
         Il suo sguardo incrociava quello dei suoi amici con le loro famiglie, e questo dava al giovane sovrano la forza di affrontare quell’enorme folla. Solo che ad un tratto «Oh?» vide che fra i presenti si faceva strada una ragazza dai capelli castani, accompagnata da un Digimon dalle ali nere. Costei si destreggiava discreta fra gli invitati, chiedendo loro di far passare la signora che avanzava timidamente a suo seguito, e forse domandando dove fosse suo figlio.
         Kazu sorrise «...ecco, ora sì che siamo tutti.» aggiustando il microfono e rivelando «Popolo di Digiworld, vorrei confessarvi una cosa: questo è un momento molto importante anche per me, perché credevo che una persona a me cara non sarebbe potuta venire. Sono contento di scoprire che non è così. Benvenuta nel mio palazzo...
         ...Jeri.»

         «Ahhh!» d’un tratto la giovane sussultò.
         Ed i suoi amici si volsero di scatto «Cosa, Jeri è qui?» si chiese Rika con il bicchiere in mano.
         L’unico che non aveva avuto il coraggio di voltarsi era Takato «...Jeri...»

         Beelzemon si faceva strada «Permesso? Scusate, è urgente, avete visto per caso un domat-»...«Beelzemoooooon, calùùùùùù!» un batuffolo bianco gli saltò addosso, e poco dopo fu il turno di un draghetto rosso «Non posso crederci, sei proprio tu!!!»
         Il guerriero finì gettato a terra «Ahahah! Guilmon, Calumon, vecchi disgraziati! Come vi va la vita, eh?»...«Pensavamo che non venissi più!» saltellò Calumon «Sei in ritardo, però!» precisò Guilmon, e Beelzemon si rialzò «Sì, lo so...ho sempre qualche contrattempo, ma alla fine non manco mai. Sono felice di rivedervi: non vi sarete mica mangiati tutto, affamati come siete!»
         «Abbiamo lasciato la fetta più grande, per un grande eroe digitale.» disse la voce di un ragazzo alle sue spalle, e Beelzemon si volse «Mako!»
         Il giovane lo abbracciò «Benvenuto, caro fratello. Buon Natale!»...«Buon Natale a te, bambino mio! Ah, che bella atmosfera...sentirsi circondati da...tutto questo affetto!»...«Hai già incontrato i miei genitori?» chiese Mako, e Beelzemon «Veramente no...»...«Vieni a salutarli, saranno felici di rivederti!»...«Molto, molto volentieri! Scusate se non ce l’ho fatta per il matrimonio ma...» e così via, sparirono tra la folla.

         Kazu parlava al microfono «Jeri, siamo contenti che tu sia qui. Ascolta, ti piacerebbe venire a fare gli auguri al popolo dei Digimon?»
         «Io?!» sgranò gli occhi la giovane.
         Kazu annunciò «Sono lieto di presentarvi una grande eroina fra i Digimon Tamers, nonché mia vecchia amica e mia compagna di scuola: signori, un applauso per Jeri Katou.»
         Sull’eco delle esultanze “evviva Jeri!!!”, si levava un applauso assordante mentre lei avanzava incredula fra quelle creature...
         ...fino a raggiungere il sovrano «Kazu, io...»...«Non dire niente: buon Natale, amica mia.» baciandola cordialmente «Il microfono è tutto tuo.» e lei pronunciò commossa «...buon Natale Kazu...» quando lui le lasciò il posto, di fronte a quella platea di Digimon di tutte le specie fra cui i suoi occhi si smarrivano. Così si scostò i capelli, e decise di sorridere mentre adagiava la mano smaltata sull’asta di quel microfono argentato (fine-canzone)

         Nella Gran sala scese il silenzio, mentre gli occhi dei suoi amici e di Takato si adagiavano su di lei.
         Jeri respirò profondamente, per mandare indietro la paura. Avvicinando le labbra al microfono, accennò «...questa sera non avrei creduto di essere qui. Non era nei miei programmi, e non lo ritenevo possibile. Ecco, si tratta proprio di questo: non è la sola cosa che ritenessi impossibile lungo il mio cammino, e che invece poi si è realizzata. Molte volte, in molte occasioni ho rinunciato senza neanche tentare. Ritenevo più facile arrendermi...a ciò che spesso, scetticamente si dice. E cioè che certe chimere non esistono. E alcuni sogni...non si realizzeranno mai. Così sono andata avanti, convinta di fare la cosa giusta...» passandosi nuovamente la mano tra i capelli «...e mi sono lasciata indietro un sentiero di solitudine, che per timore non guardavo in faccia. Infatti non mi giravo mai. Seguitavo a camminare, non accorgendomi che ad ogni passo, perdevo qualcosa di prezioso. Amici...
         ...ricordi, parti di me stessa. Non aveva importanza, mettevo tutto nello stesso sacco e lo gettavo nell’immondizia, come comunemente si fa nella vita quotidiana. Tutto questo...ha contribuito a cambiarmi profondamente. Sfumando, fino a rendere quasi irriconoscibile...
         ...l’immagine di una bambina alla quale in molti hanno voluto bene, benché solo a volte...lei riuscisse a rendersene conto.»
         Fu in quel momento che vide avanzare tra la folla la sua matrigna e suo fratello, ai quali rivolse un grato sorriso.
         «Ma questa è una sera speciale...e vorrei approfittarne...per compiere qualcos’altro di impossibile: far tornare indietro il tempo. E vorrei farlo...» rivolgendo uno sguardo d’affetto a Kazu poco distante «...smentendo le parole del qui presente sovrano: non è affatto vero che io sono una domatrice eroica.»
         «Ma Jeri...» mormorò attonito il ragazzo. La sua amica però si scostò i capelli e procedette serena «E non sono neanche una buona amica! Io non sono una buona persona...»
         «Jeri...»...«Sorellina...» pronunciavano quell’umile donna e il ragazzino biondo.
         Il domatore dai capelli castani la fissò incredulo, e fu allora che con immensa dolcezza lei incrociò il suo sguardo «Io calpesto ciò che di prezioso il destino mi offre...
         ...però...(canzone: Christian Wunderlich - Real good moments)
         ...qualcuno mi ha insegnato che non è mai troppo tardi per tornare indietro. Ed è quello che voglio fare stasera: voglio chiedere di fronte voi, popolo dei Digimon...
         ...perdono per tutto ciò che ho fatto...alle persone a me più care. In me non c’è niente di bello né di eroico. Io non sono altro che un cumulo di paure e insicurezze. Io forse non sono mai cresciuta, e non so se ci riuscirò mai. Io forse...
         ...sarò un eterna bambina dal vestito verde...e dai pensieri oscuri. Però non vi è stata solo notte nella mia vita! Benché il mio cammino sia stato difficile, ho sempre avuto chi mi ha sostenuto ed ha continuato a credere in me...vedendomi ancora come...quella creatura innocente, contro tutte le evidenze della vita! Per questo volevo approfittare per rivolgere un grazie particolare a...qualcuno...
         ...che con la sua tenacia e la sua bontà...è diventato una parte indispensabile del mio presente. Io sto parlando...
         ...di quel Digimon. Quello laggiù con le ali nere. Il mio Digimon.»

         Beelzemon sussultò «Che cosa?!» ed un biscotto gli cadde dagli artigli.

         Jeri lo guardava e gli sorrideva «Beelzemon...
         ...mi ha raccolta mentre cadevo nel vuoto. Lui mi ha restituito le speranze, gli affetti, la fiducia in me stessa! E’ l’artefice di quella che sono oggi...e colui a cui devo la possibilità di camminare ancora, incontro al mio destino! Per questo io vi chiedo...di rivolgere un applauso a quell’eroico Digimon, che ha saputo continuare il compito del mio caro Leomon, scomparso anni fa...
         ...e amarmi nello stesso modo, tanto che a volte nei suoi occhi mi sembra di rivederlo.»
         
         «Jeri...piccola Jeri...» mormorava il Digimon commosso, mentre si innalzava un fragoroso applauso per lui “Evviva Beelzemon!!” «C-Cosa?! Ma...?!»
         Egli non se lo spiegava, ma Calumon mutò in Snowhitemon sfiorandogli la spalla «E’ quello che ti meriti.» e Guilmon mutò in Leaf «Il frutto del tuo grande impegno, e del tuo limpido affetto.»...«N-No, avete ragione, io non credo di meritarmelo, io...»
         ...rivolgendo uno sguardo alla sua domatrice sulla balaustra “...credo che il merito sia tutto tuo. Tu hai trovato la forza necessaria per fronteggiare le tenebre della tua vita. Io ti ho offerto solo un po’ del mio potere, tu mi hai omaggiato con la luce del tuo coraggio, e dei tuoi sentimenti. Bambina mia, sapessi in questo momento...”
         ...rivedendo in lei lo stesso sorriso di quel giorno lontano, sotto la luce iridescente “...quanto sono orgoglioso di te.”
         Jeri gli soffiò un bacio con affetto, e così lasciò quel microfono volgendosi verso Kazu e Diamon «Vi ringrazio...!» Costoro le si accostarono cordiali.

         «...Jeri...amore mio...!!» ripeteva Takato, ma quando mosse un passo per raggiungerla sentì la sua spalla sfiorata da qualcuno «Takato...» al che si volse sorpreso «...!! Mamma...
         ...quando sei arrivata?!» prendendole le mani, e Mie rispose commossa «Forse troppo tardi. O forse no, se ascoltiamo...la tua amica. E’ stata lei a condurmi qui, mettendo a rischio la sua libertà.»...«Jeri...?» si stupì il giovane...
         ...ma quando si volse già non la si vedeva sulla balaustra.
         «Ascoltami figliolo, la tua maestra mi ha scritto una lettera, e mi ha detto che hai imparato qualcosa di importante: che hai imparato a dimenticare, e mi chiedevo...se per noi fosse possibile. Se anch’io potessi imparare a farlo, se non potessimo...» ma prima che terminasse fu interrotta da «Mie...»...«Oh? Takehiro!»...«...sono felice di vederti qui, buon Natale.» disse il marito, e Takato parlò loro «Mamma, papà...sulla mia pelle ho tatuati solo i ricordi più felici. Tutto il resto...sfuma, e si confonde nella neve.» Takehiro abbracciò la donna «Mie, ascoltiamo nostro figlio, non neghiamoci la gioia di tutte queste famiglie: credere nei loro ragazzi ha permesso loro di ricominciare...e io vorrei tanto farlo con te. Potresti mai perdonarmi? Potreste perdonarmi entrambi per ciò che vi ho fatto passare? Vi prometto che da oggi...saprò amarvi ancora di più.»
         Il sorriso di Takato già svelava la risposta, e quando Mie alzò lo sguardo verso il marito rispose «Sì, Takehiro. Dimentichiamo il passato. Torniamo a casa insieme.»...«Ahh!!...ti ringrazio, cara.» mormorò l’uomo commosso...
         ...e il loro figlio li guardava pieno d’affetto...

         Jeri scivolò tra la folla, ma d’un tratto si trovò di fronte Rika e gli altri «Jeri!» disse la rossa domatrice «Dove stai andando, non vuoi neanche salutarci?» chiese Kenta.
         «Ragazzi...veramente io...!» accennò la ragazza, ma Ryo le sorrise «Le tue parole sono state bellissime, e hanno insegnato molto al popolo dei Digimon.» Suzie aggiunse «Però non devi parlare così di te stessa: tutti noi abbiamo commesso errori e ferito chi ci amava.»
         «Amici...fra me e voi c’è una differenza!» ammise Jeri chinando il capo «Voi non siete mai arrivati a fare ciò che ho fatto io! E’ troppo grave, e non merita alcun-» ma Rea le pose le mani sulle spalle «Per quanto ancora vorrai ripetere questa sciocca frase? Tra noi non c’è nessuna differenza!» ed Henry «Veniamo tutti dalla stessa origine, e sempre assieme cammineremo verso il futuro.»
         «V-Volete dire...che mi perdonate?» chiese commossa la ragazza, e Mako le sorrise «Tu sei una di noi.» Rika aggiunse «Il nostro gruppo non potrebbe mai fare a meno di te!» ed Henry «Anche se la battaglia è finita, noi saremo i Digimon Tamers per tutta la vita. Vero ragazzi?»
         «...certo...» sorrise Jeri tra le lacrime «...certo amici miei!» unendo le mani a quelle dei compagni, in una promessa di amicizia eterna.

         Fu allora che il Gekomon sollevò il bicchiere «BUON NATALE A TUTTIII!» e la folla si confuse nel brindisi finale: una miriade di Digimon e di terrestri scontravano i loro bicchieri, e la lucida carta dei regali volava lacerata dalle mani dei bambini e dagli artigli dei cuccioli digitali.

         Beelzemon usciva col bicchiere in mano, nel gelo della notte e della neve, rivolgendo sguardo verso il globo azzurrastro «Specie di luna...
         ...i miei cari sono felici, e finalmente lo sono anch’io. Piccola mia, Akemi...spero che tu ci stia guardando. Buon Natale anche a te...» alzando il bicchiere verso il cielo, e immaginando di rivederla.
         I coniugi Ayami si accostarono a lui, e la signora disse «Io credo che nostra figlia ti resterà sempre accanto.» L’uomo baffuto indicò tra le stelle «Guarda, io immagino sia la più brillante! E credo che ora sia tanto felice...»
         «Lo spero anch’io...» sorrise Beelzemon «...grazie di tutto, amore mio.»
         La stella luccicò per salutarlo, nell’eco di quei felici brindisi (fine-canzone)



         Quella Digimon Tamer troppo presto volata in cielo non smetteva di abitare nei ricordi di suo fratello gemello, che qualche attimo dopo camminava nella neve con un bambino sulle spalle «Non devi aver paura, piccolo Gravemon. Ora tuo padre è a festeggiare con sua moglie e gli altri, però con te ci sono io. Io penso spesso che noi due siamo simili: sai, anch’io ho perso la mia sorellina. Però la sento sempre vicina...e adesso, mi sembra mi abbia chiesto di portarti in un posto speciale.»
         Il Digimon dalla lacrima dipinta sul viso sembrava fidarsi di Mako, e abbandonarsi alle sue parole come si fa con una favola.
         «Devi sapere, che secondo la nostra religione...la notte di Natale è quella che diede alla luce Gesù bambino. Era circa quest’ora quando giungevano i Re Magi da alcuni regni tanto lontani: seguivano la scia di una cometa nel cielo...come quella stella lassù, che adesso guida i nostri passi verso un luogo speciale, e anche qui stanno nascendo centinaia di creature. Sono tutti Digimon come te! Guarda Gravemon, siamo arrivati...» adagiando il piccolo su quello strato di neve alta, e indicando nel vento battente «Questa è la Città della Rinascita...»
         «Si schiudono così tante digiuova?» domandò il bambino incuriosito, alla vista di quella landa infinita di uova colorate, le cui crepe appena accennate erano carezzate dalla neve. Alcune di esse emanavano una luce argentea come quella delle stelle, mentre altre erano già parzialmente schiuse, e portavano a chiedersi che aspetto avesse la creatura a cui appartenevano quei ciuffetti di pelo.
         Mako descrisse «I Digimon della nuova generazione stanno venendo al mondo...è un momento molto importante sia per noi terrestri sia per gli appartenenti alla vostra specie.»...«Anche se sono fatto di argilla?»...«Come? Oh, ma certo piccolo...la nostra origine non è importante. Soltanto i nostri sentimenti ci accomunano: infatti guarda lassù...
         ...se osservi tra le stelle in cielo potrai vedere la mia sorellina per mano alla tua. Sono più che certo che si conoscono, e che sono diventate amiche come me e te.»
         Gravemon, rapito dal cielo, d’un tratto notò qualcosa «Mako, guarda!! Vicino all’albero là in fondo c’è qualcuno!»
         Il ragazzo si protese a scrutare tra i fiocchi...
         ...e infatti, incurante del freddo e protetta dal pelo del suo cappuccio, una bambina con gli occhiali sembrava assorta nel contemplare le tante uova che pendevano dalla chioma dell’albero bianco, colorate come se fossero addobbi di Natale.
        Mako sorrise «Ahah, quella è Akiko! Sognava tanto di venire in questo luogo, con suo padre ne hanno a lungo parlato. Che ne diresti se andassimo a salutarla? In fondo Akiko...è proprio una Digimon carina, non ti pare?» chiese Mako con occhiate velatamente allusive, ma Gravemon sembrò ritirarsi come se avesse timore. Quella reazione suscitò un sorriso di tenerezza nel giovane «Sei un po’ timido o mi sbaglio...? Ti capisco, abbiamo in comune anche questo: anche se sono più grande, anch’io ci ho messo davvero tanto nel confessare a Suzie i miei sentimenti!»
         A loro però si affiancò qualcuno, che prese con dolcezza la mano del bambino «Lascialo a me, penso io a farli incontrare.»...«Dici davvero? Molte grazie, Rapunzelmon.» replicò gentilmente Mako, mentre la Digimon avvolta in un lungo giaccone e con i capelli striati che fuoriuscivano dal colbacco, si chinò sul bambino che sembrava contento di vederla «Allora Gravemon, andiamo a salutare IceLilymon...lei è una Digimon misteriosa e affascinante, e quando digievolve si trasforma in IceAngemon, dalle ali del colore dei fiori in primavera.» Gravemon le sorrise affettuosamente «Le sue piume sono petali colorati?» e Rapunzelmon lo condusse nella neve «Esatto, proprio come i bracciali della nostra Starshipmon! A volte lei colorava anche le sue unghie così, ti ricordi?»
         Mako li guardò allontanarsi, alzandosi il cappuccio della giacca...
         ...mentre Akiko li sentì arrivre, e d’un tratto si volse stupita, con un’inafferrabile emozione negli occhi «Ah, siete voi. Ciao Gravemon! Buon Natale. Siete venuti anche voi ad assistere alla nascita dei piccoli Digimon? Io è da molto che sono qui...e sono così emozionata. Gravemon, ti va di darmi la mano? Voglio mostrarti qualcosa di...meraviglioso!»
         Sotto il sorriso esortativo di Rapunzelmon, il bambino estrasse timidamente la sua mano dalla tasca, e Akiko adagiò delicata la sua su quel morbido guanto «Alcuni di loro sono già nati...» conducendolo sul retro dell’albero...
         ...Mako invece si accostò a Beelzemon, le cui ali grondavano di neve bianca «Assieme ai cuccioli chissà che non nascano nuovi amori...» ipotizzò il ragazzo, e Beelzemon sorrise «Già...chissà. E’ bello stare in questo luogo.»...«Sembra che il cielo e la terra non siano poi così distanti. Ah, Beelzemon: arriva la tua domatrice.»...«Jeri? Vorrei ringraziarla per le parole che ha speso per me. Vado da lei, ti spiace Mako?»...«Tutt’altro, vai pure...» acconsentì il ragazzo scostandogli un po’ di neve dalle ali, per poi volgersi e notare «Oh?»
         ...una Digimon i cui rombi colorati sfumavano nel bianco dei fiocchi, e che non riusciva a staccare lo sguardo da quel guerriero che si allontanava. Mako le si fece accanto «Gli vuoi molto bene. Vero?»...«Come...?» si sfiorò lei le labbra «Si vede tanto...?»...«La neve non può confondere l’amore.»
         La Digimon arretrò intimidita, ma il giovane la fermò «No, guarda che in questo...non c’è niente di male!» al che lei alzò i suoi grandi occhi verdi oltre la maschera sporca di bianco.
         «Il mio Digimon ha sofferto molto...ha bisogno di qualcuno che riscaldi i suoi giorni. Tutti noi gli vogliamo bene, ma l’amore è qualcosa che niente può sostituire. Se è questo che provi per lui abbi fiducia, e continua a vegliarlo. Noi non sempre troviamo le parole adatte, siamo come quel bambino là in fondo...» indicando Gravemon...(canzone: Laura Pausini - Il mondo che vorrei (strumentale) )

         ...che ormai era un puntino nella neve vicino ad Akiko, che gli sussurrava «Guarda, lui è stato uno dei primi a nascere...»...«Un gattino di ghiacciooo...
         ...che cariiino...»...«Vero?» sorrideva amorevolmente la bambina, descrivendo «Ha il corpo freddo, ma se noi gli restiamo vicini possiamo riscaldarlo.»
         Gravemon portò vicino al cuore quella fatata creatura, e la bambina gli si fece vicina, nel mescolarsi della brina del loro respiro...

         «...però dentro di noi custodiamo un mondo grande come questo globo.» concluse Mako, incoraggiando la creatura in tuta colorata «Sta vicina a Beelzemon, sono sicuro che un giorno si accorgerà che anche tu...fai parte del suo mondo.»
         Quelle parole accesero una speranza in quegli occhi verdi e ingenui, mentre quattro piccoli Digimon si addormentavano tra le sue braccia. Stillymon sussurrava «Maestra, vicino a te...non si sente più freddo...»

         ...il quinto di quei compagni di classe, il più tondeggiante fra loro, era assopito fra le braccia di quella domatrice dal nero berretto di lana, che passeggiava tra le digiuova al fianco della sua matrigna «Davvero non sei arrabbiata con me, mamma?»...«Al contrario, sono fiera di te! Hai messo a rischio la tua libertà per far riunire una famiglia! Questa è la ragazza che ho cresciuto: buona...e altruista! I tuoi veri genitori lassù in cielo saranno molto felici.»...«Lo spero...» sussurrò la ragazza, regalando un sorriso alle stelle...
         Poco distanti passeggiavano due rapper «Guarda, Leaf...anzi, scusa: Guilmon! Calumon addormentato tra le mie mani assomiglia a un fiocco di neve...»...«E’ proprio vero Puppet! Anzi, scusa...Masahiko.» replicava il ragazzo dalle zampe rosse, col cui artiglio sfiorò il vecchio amico, che socchiudeva i suoi occhi pieghettati «...c-calù...»...«E’ sereno perché ha trovato rifugio sicuro vicino al tuo cuore, sei una persona delicata e speciale: sei quel domatore che cercavamo tanti anni fa per il piccolo Calumon, e che non trovammo da nessuna parte.» disse il rapper più grande, ma il ragazzino rispose «Anche tu hai tante doti, amico mio: per questo non devi mai arrenderti, e inseguire ogni tuo sogno, anche se sembra lontano...»
         Leaf rifletté «Anche Nakao mi diceva di buttarmi e non essere timido.» e Masahiko «Ciò che ti ha detto lui te lo ribadisco io: se ora è l’amore che cerchi...abbi fiducia, e vedrai che un giorno riuscirai ad ottenerlo!»
         Il rapper sorrise «L’amore...» infilando le sue zampe nelle tasche «...chissà, forse anche per me è giunto il tempo...»

         Jeri era rimasta sola nella distesa, a contemplare il grande albero di digiuova in lontanza...
         ...quando una mano avvolta da un guanto si adagiò sulla sua giacca «Oh?» si volse la giovane, provando un’improvvisa emozione «Takato...»...«Ti cercavo e non ti trovavo da nessuna parte. Per questo sono corso fin qui.»
         «Non...sei rimasto alla festa, a brindare con gli altri?» chiese la ragazza un po’ emozionata, sfiorandosi i capelli e sporcandoli di neve «Non avrei potuto brindare se ancora non ho avuto una risposta! E quella puoi darmela soltanto tu.»...«Io...?»
         «Sì, Jeri.» annuì il giovane avvolto nella sciarpa «Io ho bisogno di sapere...se tu vuoi sposarti con me!»
         Jeri sgranò i suoi occhi, e lui prese le sue mani «Io ti amo...e non posso vivere senza te al mio fianco! Però posso offrirti solo una vita semplice, perché io...non sono un ragazzo ambizioso: la sola cosa che desidero...è crescere accanto a coloro che amo.»...«...anch’io...ti amo, Takato!» espresse la ragazza con occhi sinceri «Ma tu...mi sposeresti anche se accanto a me...non sarebbe una vita semplice? Perché io non sono quella bambina perfetta che tu credevi, io non sono una persona facile! Al mio fianco sarebbe...una continua battaglia!» ma lui la strinse più forte «Non importa, io sono un guerriero! Io cambierò con te, e affronterò armato di lancia tutti i tuoi fantasmi, fino a...
         ...dissolverli nella luce. Fino a che il tuo destino, non sarà anche il mio.»
         Lei, bagnando la sua giacca con le lacrime, gli carezzava il viso «Ti amo...
         ...ti amo tanto...!!»...«Allora accetti?» chiese impaziente Takato, e lei sorrise «...sì! Sì, amore mio!!»...«Ah, Jeri...»
         Il loro fiato si incontrò fino a sciogliersi in un bacio dolce e profondo...mentre un Digignomo volava a salutarli...

         In lontananza, ad osservarli con occhi azzurri pieni di tenerezza, stava una Digimon il cui ciuffo rosso volava nel vento.
         Fu raggiunta da suo padre «Sembra che il tuo domatore abbia finalmente trovato la sua strada.»...«E’ così, papà.» ammise Cindermon, avvolta dal cappuccio bordeaux «E questa volta non ci sono più dubbi.»
         Cyclemon si volse «Io sono tuo padre, con me puoi essere sincera: sei addolorata per aver perso il suo amore?» e la ragazza digitale accennò un sorriso «No, papà. E ti parlo a cuore aperto: forse è perché siamo biodigievoluti tante volte, ma in questo momento...mi sembra di sentirmi felice quanto lui!»...«Sei proprio cresciuta.» commentò Cyclemon, e lei si piazzò le mani sui fianchi «Ehi, e poi io valgo molto! Cosa credete tutti, che io mi sia arresa? Prima o poi riuscirò a trovare qualcuno adatto a me, e per quel giorno vi lascerò tutti senza fiat-»...«Cindermon?»...«Oh?...
         ...ciao Guilmon.» sorrise lei, quando Leaf le si accostò.
         «Che fai, passeggi fra le digiuova?» e lui «Veramente, ecco...ehm ehm! Volevo chiederti se ti andava di dividere con me questo spettacolo. Sempre se te la senti, se non hai altro da fare!»
         Cyclemon comprese l’antifona, e ne approfittò per allontanarsi nella neve aggrappato al suo bastone.
         Cindermon sfoderò un sorriso e valutò «Mmm, fammi sfogliare l’agenda nella mia testaaa...son sempre piena di impegni!...
         ...peeerò! Mi sa che stasera sono in vacanza. Del resto è Natale. E quasi quasi accetto volentieri!»...«Davvero?»...«Ma certo! Parola di principessa digitale!» battendosi il petto.
         «Allora...» fece Leaf porgendole dolcemente la sua zampa striata...
         ...e lei vi adagiò la sua mano smaltata di rosso.

         Quando Takato si volse e li vide allontanarsi, sul suo viso nacque a poco a poco un sorriso pieno di gioia e di emozione “Bravo Guilmon...ce l’hai fatta. Ora nella tua zampa è stretta una mano umana. Finalmente i nostri mondi si toccano, come ho sempre sognato. E ogni volta che torneranno le nubi basterà pensare al nostro cammino...
         ...e ripetere nel cuore un vecchio ritornello, che dice...and I live one more day. And I make it through the rain. Ma forse neanche poi tanto vecchio, poiché ciò che illumina il buio non invecchia mai. E il tempo...non affievolisce la luce.”
         Un Digignomo passò, permettendo a Guilmon e Cindermon di sparire tra le Digiuova, per poi volare alto verso il globo azzurrastro, e confondersi nella neve.

                                                                       FINE

Nota dell'autore:
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto, o in futuro leggeranno questa mia fanfiction.
"Digimon Tamers" e "Digimon tutta la vita" per me non sono stati solo un cartone e un racconto, ma veri e propri capitoli della mia vita, che porterò sempre dentro di me.
Se qualcuno di voi ha voglia di chiacchierare assieme su questa storia, sui suoi personaggi o qualsiasi altro aspetto, può scrivermi qui su EFP (recensione o messaggio) oppure al mio indirizzo mail: dinosesti@gmail.com
Un saluto a tutti voi e grazie ancora.
Dino Sesti

   
 
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