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Autore: Sesshoumaru86    27/01/2009    5 recensioni
Questa è la prima fanfiction che posto su EFP. E' un po' difficile da riassumere perchè la sto scrivendo e più di dettarmi una trama mi lascio trasportare dalla scrittura e ancora non ho un'idea ben precisa di cosa ne uscirà fuori. Vorrei che fosse una storia Horror, con uno dei personaggi di Inuyasha quello che mi piace di più, Sesshoumaru.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naraku, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Sogno Un ragazzo accende il computer, le luci sono basse, si strofina gli occhi, legge:

"L'adolescenza, un percorso compiuto da tutti i vivi dove è possibile che col desiderio di percorrere prima del tempo i suoi misteriosi sentieri, superbi e onnipotenti, si può andare anche oltre le barriere umane attraversando strade piene di rovi e di trappole, anche mortali. Alla fine si arriva a volte colmi di ferite e fratture, le cui cicatrici si porteranno per tutto il resto della vita, altre, si soccombe, o si diventa più forti."

"Sciocchezze! I soliti messaggini a catena che inviano!" dice.

Cancella e esce.

***

Demion è un giovane di diciannove anni che sta per uscire dal tortuoso sentiero dei teenager, questa sera compirà a mezzanotte 20 anni, chissà se arriverà alla fine di questo tortuoso sentiero.

Adesso percorre le strade della sua città, attraversando il caos giornaliero che incombe in tutte le strade delle metropoli.

Con uno zainetto sulle spalle e uno scatolino in mano, guarda le insegne e le vetrine dei negozi.

Lui era un ragazzo a cui piaceva molto giocare con cose pericolose, tutto ciò che era proibito gli piaceva molto.

Stava per salire le scale che stavano vicino l'uscio di casa sua, sentì il rumore di un aspirapolvere spegnersi e le solite lamentele di sua madre.
Entrò.

A casa sua madre come ogni giorno lottava contro l'ansia e la paura, Demion teneva nella sua stanza delle bestie che per molti erano esseri pericolosi, come serpenti e vedove nere, alcune di queste erano dei souvenir animati che aveva portato dai vari viaggi che aveva fatto con lo zio, un esploratore.

Nutriva le sue vittime dandogli piccoli ratti o ingenui insetti, il suo animale preferito era la formica myrmecia detta Bulldog.

Aveva preso quelle simpatiche bestioline durante un suo viaggio a Poochera, un minuscolo paesino dell'Australia meridionale.
Aveva soggiornato nell'altrettanto piccolo Poochera Hotel, dove ricorda ancora la storia che una guida turistica gli aveva raccontato riguardo quel luogo.

Un esploratore aveva trovato un esemplare nella sua stanza e lo chiamò formica dinosauro, per il fatto che osservandola costatò che aveva delle abitudini tipiche delle speci primitive, così venne poi chiamata volgalmente "fossile vivente".
L'esploratore si soffermò sul fatto che quella formica era la prova vivente delle strette relazioni filogenetiche fra le vespe e le formiche, infatti possedeva un aspetto fisico vespoidale, Demion ne fu affascinato.

Per loro fortuna era una formica abbastanza rara da trovare Demion fece la sua conoscenza durante un'escursione in una foresta di eucalipti situata nella zona circostante Poochera.

In seguito ad un guasto meccanico, l'equipe di cui faceva anche parte Demion e lo zio, fu costretta a sostare un'altra notte a Poochera finché il guasto non fosse l'indomani stato riparato.

Quella fredda notte, Demion si allontanò dal centro abitato per esplorare la mirmecofauna notturna presente nella vicina foresta di eucalipti, ricorda adesso l'ombra scura che aveva seguito, che si confondeva appena con il buio della notte.

La seguì incuriosito fino a dove subito dopo vi trovò proprio un'operaia bottinatrice della tanto ricercata formica, un vero e proprio ritrovamento fortuito.

Sorrise nella stanza osservando il formicaio.

Era appena sceso dal suo negoziante di animali di fiducia per comprare un bel ratto da far mangiare a quegli insetti giganti che aspettavano il cibo che stava in quella stretta scatola di cartone.

Il suo formicaio artificiale è diviso in diversi ambienti, Demion adesso stava regolando la temperatura ideale per le bestioline, la luce, e l'umidità simili a quelle australiane.
Al suo esterno le formiche si muovono alla ricerca dell'alimento era come se avvertissero ciò che stava appena facendo il loro padrone, alcune formiche depositavano nel frattempo i materiali di rifiuto.

L'esterno del formicaio è isolato con un fossatello ripieno d'acqua, per impedire alle formiche di fuggire e di andare a fare stragi per casa.
Teneva il tutto sul balcone, le altre bestioline lo osservavano dall'altra stanza, la sua, mentre prendeva il ratto per la coda con i guanti sterili e lo depositava fuori il formicaio.

lui dette l'animale vivo alle bestioline, legò prima però la coda del ratto scalpitante per evitare che questo scappasse

Qui le formiche iniziarono a Saltare, correre, mordere, pungere ed inseguire il malcapitato entrato nel loro territorio.

Demion osservava la scena soddisfatto.

***

Luce... una forte luce mi accecava gli occhi, non riuscivo a guardare ma mi ostinavo. Sentivo il calore della luce penetrare nelle mie pupille e le lacrime sgorgare dai miei occhi, sentì un rumore forte, uno schianto.

Un'auto una fiat punto bianca del 2000 stava di fronte a me, la sua forma non era più quella di un auto, potevo osservare i pezzi che la componevano, le lamiere, la plastica, ognuno di questi pezzi del veicolo avevano preso una forma propria data dalla velocità e dalla resistenza del palo contro cui avevano sbattuto.

Dentro un uomo col volto insanguinato, intrappolato non aveva più vita, su di esso un mostro, un essere mai visto lo teneva per le spalle, voleva portarselo via, mi guardava con cattiveria.

Capì che quell'uomo che tratteneva su cui era appollaiato quel mostro nudo e deforme, era ...mio padre.

Così corsi verso di lui, e sentì il desiderio di dovrer sguainare una spada, ma io non avevo con ma una spada, mi toccai il fianco sinistro e non trovai lì niente.

"Maledetto!" gli dissi stringendo i denti.

"Maledetto! Non puoi portartelo!" Gridai.

L'acqua scorre adesso sgocciola sul corpo di chi ha appena lasciato la vita, lui aveva un volto chiaro, la sua testa penzolava, il suo sguardo era rivolto verso l'infinito, le sue spalle erano poggiate sulle mie ginocchia, il suo sangue macchiava i miei abiti.

Guardavo mio padre, sentivo il suo corpo spento e senza vita, adesso io ero il guerriero, adesso io ero il maschio che portava lo stemma della mia famiglia, dentro questo un fiore doveva segnare il mio omaggio a chi mi ha lasciato troppo presto e non ha potuto guidarmi fino alla fine di questo sentiero.

Posai il suo corpo sull'erba bagnata lo guardai.
Dei suoi capelli colore dell'argento e dei suoi occhi pieni di saggi e severi non restava quasi più nulla.

Il suo corpo si dissolveva al vento, una sabbia color della luce saliva in cielo e lui mi salutava.

"Addio Padre!"

Subito pensai che quell'essere che mi stava salutando non era mio padre, non era umano, così una nuvola nera mi avvolse, guardai le mie mani, erano le mie, terrore, provai terrore e sprofondai nel vuoto.

Ancora quel rumore... l'acqua continuava a gocciolare, questa volta cadeva sulle labbra di qualcuno.
  
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