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Autore: ciabysan    29/01/2009    0 recensioni
Milano. Un ragazzo in una città frenetica. Due ragazze che sono la stessa persona. Tre amiche con atroci segreti. Un amico islandese con un crimine taciuto. Orrori e amori in una Milano più sporca di quanto appaia... attenzione...ci sono alcune scene erotiche spintarelle
Genere: Horror, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ultimo capitolo L

Ultimo capitolo L

 

cominciarono a cadere le prime gocce di pioggia, ma non me ne curai e continuai a camminare. Era la tipica pioggia estiva, gocce rare quasi inesistenti che, sulla pelle pizzicava leggermente. Era presente, ma così leggera ed astratta che non sarebbe riuscita a lavarmi il sangue da mani e camicia. Quella pioggia mi fece tornare un'idea strana: Michela che camminava per quella stessa strada che percorrevo, in abiti succinti. La pioggia le accarezzava la pelle, la denudava in un certo senso. Non me ne accorsi ma aveva con sè un vibratore, proprio come nella scena hard di "A Snake Of June". Sospiri Languidi. Sospiri Languidi. Mi ripresi in fretta e Continuai a camminare, quando all'attesa di un semaforo verde notai accanto a me la presenza di una ragazza alquanto stramba: I capelli neri calati sugli occhi, la pelle bianchissima dalla tonalità quasi smorta, ma soprattutto le mancava un orecchio. Orripilato davanti a quella visione le chiesi chi fosse, ma non appena si accorse della mia presenza, attraversò di fretta e furia la strada, ma purtroppo per lei una automobile distratta giunse proprio in quel momento e la travolse. Non riconobbi mai il suo volto: nello scontro si era tumefatto e sotto il capo cominciava a fluire una pozza di sangue. Intorno all'incidente, oltre a me c'erano il guidatore, piuttosto corpulento, dalla carnagione olivastra e dai capelli neri e riccioluti che, sceso dalla macchina piagnucolava come un bambino dicendo "Non ho fatto apposta, è sbucata all'improvviso", la moglie che tentava di tranquillizzarlo, magrissima, occhi leggermente a mandorla ma non da orientale e lunghi capelli castani che superavano di poco le spalle. Oltre a loro cominciarono ad ammucchiarsi una miriade di persone come mosche attratte da una carcassa o da un escremento. Le persone più impressionabili si tappavano la bocca o urlavano, una graziosa bimbetta bionda sui sei anni cominciò a piangere, mentre altri (come me) rimasero disgustati, ma non dissero una parola da quanto erano impietriti dall'orrore. All'improvviso un urlo squarciò quel momento desolato e malinconico: un urlo di disperazione e di rancore che però, parve incuriosire soltanto me: mi voltai e scoprii che la fonte di quello sfogo era Michela, che terrorizzata accorse alla metropolitana e scese in fretta le scale. La seguii.
Continuava a correre con quelle sue magre gambe da gazzella, pur sapendo della mia presenza. Cominciai a chiamarla, ma lei si arrestò solamente quando giunse davanti al manifesto della giapponesina a cui erano stati sostituiti gli occhi sostituiti dai nostri. Un solo corpo...una sola anima...forse si fermò soltanto per il ricordo di quella sua stessa affermazione. Tuttavia mi tenne le spalle.
"Cosa sta succedendo?" le chiesi, sperando che avesse una risposta
"Se te lo dico non ti arrabbi vero?" esclamò lei cercando di trattenere alcune lacrime ribelli.
"Claudia non si era suicidata per davvero... abbiamo finto il suo suicidio pensando che tu fossi rimasto con me...so che è stata un'idea sciocca però pensammo che...avrebbe potuto...potuto funzionare...ma non è stato così"
"E l'orecchio? Che mi dici dell'orecchio?"
"Quello non c'entra...è stato il suo ragazzo a tagliarlo, o meglio suo fratello..."
"Cosa? Non capisco..."
"Sì, quello...quello è il segreto di Claudia...ecco lei ha una storia con suo fratello...ha rischiato anche di finire in cinta...solo che lui è un po' matto e le ha tagliato l'orecchio. Dopo di che l'ha impacchettato e te l'ha lasciato come regalo"
quelle ragazze erano dei mostri: una con la faccia rifatta, un transessuale e una che ha una relazione con il fratello. Rimanemmo in silenzio, poi quando si voltò un raggio di sole invase la metropolitana e lei, ansimando riuscì a dire: "Dimentichiamo tutto, viviamo insieme".
Aveva il volto devastato, ma sensuale come quello di Charlotte Gainsbourg o quello di Pamela De Barres negli anni '70 e il suo ansimare a fatica si trasformò ben presto in una serie di orgasmi degni della Jane Birkin di "Je t'aime moi non plus". Ci sdraiammo sul pavimento, ci baciammo e per noi non esistette più nient'altro se non noi stessi. Ero innamorato e nonostante il terrore per ciò che avevo appena passato restai. Una miriade di treni (compreso il mio) sfrecciarono davanti a noi. Michela mi si avvicinò, mi accarezzò il viso e mi sussurrò dolcemente all'orecchio:
"Ora voglio saperlo"
"Che cosa?"
"Il tuo vero nome"
"No, almeno...non ora..." le dissi sorridendole.
per sempre insieme, la puttana e il suo uomo.
FINE

 

  
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