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Autore: _Daenerys Targaryen93_    28/08/2015    2 recensioni
Ed ecco che Hogwarts apre i cancelli ai nipoti degli eroi di questa fantastica saga.
Spero che la mia long piaccia.
Buona lettura
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Gwen Potter.
Questo era il mio nome.
Avevo un cognome che era piuttosto famoso nel mondo dei maghi.
Un cognome che tre anni prima era divenuto per me una maledizione.
Dopo diverse generazioni dei Potter tra i Grifondoro, io ero la prima ad essere stata smistata tra i Corvonero e questo dava modo a molti di prendermi in giro.
Gli scagnozzi di quel Malfoy, quelle serpi da strapazzo, non facevano altro che punzecchiarmi.
Dopo tre anni dalla cerimonia non perdevano occasione per stuzzicarmi e io delle volte gli urlavo contro di chiudere la bocca; altre volte invece mi limitavo ad ignorarli e a proseguire oltre.
Ma ciò che più mi faceva imbestialire era il loro dannatissimo capo.
Arthur Malfoy!
Il signorino se ne stava sempre lì a guardarmi con quell’aria sprezzante, di superiorità ogni singola volta e quando i suoi amichetti avevano finito con me lui li richiamava dicendogli di non dare troppa considerazione a una buona a nulla come me.
In quei momenti desideravo solo afferrare la mia bacchetta e ficcargliela in quel naso, arricciato dal disgusto per me, che si ritrovava.
 
Seduta al tavolo dei Corvonero nella Sala Grande afferrai della pergamena, la mia piuma e l’inchiostro, decisa a scrivere una lettera ai miei.
 
‘Cari mamma e papà,
il terzo anno procede bene.
Hermione .. cioè la professoressa Granger mi ha lodata durante la lezione di Trasfigurazione.
Sono riuscita a trasformare un corvo in un libro senza commettere errori.
Il prossimo fine settimana andremo ad Hogsmeade, non vedo l’ora di entrare da Mielandia!
Mamma ti prometto che non esagererò con i dolciumi!
Vi allego l’autorizzazione da firmare.
Spero che Luna torni presto con vostre notizie.
Vi voglio bene,
Gwen’
 
Arrotolai il tutto e mi alzai per andare alla Guferia a legare il messaggio alla zampa di Luna.
Uscii in corridoio, felice.
Non vedevo l’ora di andare ad Hogsmeade.
Svoltato l’angolo del corridoio andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
Seduta a terra mi massaggiai il deretano con una mano e la testa con l’altra.
Che dolore! Ma chi diavolo poteva essere.
Alzai gli occhi e rimasi sbigottita.
Sarebbe stata meglio una doccia fredda.
La tirapiedi di Malfoy se ne stava seduta a terra massaggiandosi la testa e guardandomi in cagnesco.
Quell’Eric la aiutò a rialzarsi e Arthur stranamente mi stava guardando.
Non volendo, arrossii.
Diamine, che aveva da guardare?
E perché stavo arrossendo?
<< TU! STUPIDO BRADIPO MALDESTRO! GUARDA DOVE VAI IMBECILLE! >>.
Strinsi i pugni.
Va bene che era stata colpa mia.
Va bene che talvolta ero maldestra.
Ma non le avrei permesso di insultarmi!
<< SENTI CHI PARLA! RAZZA DI OCA INGOMBRANTE! >>
<< Tu… Come mi hai chiamata? >>
<< Hai sentito bene! >>.
La vidi sfoderare la bacchetta e io feci lo stesso.
<< Buone signore. >> sbottò Malfoy d’un tratto, << Mettete via quelle cose, se vi scopre la mezzosangue sono guai. Morgana, su alzati. Andiamo. >>.
Morgana si alzò, io rimasi al mio posto esclamando:
<< Non chiamarla mezzosangue! Ma perché non ti sciacqui la bocca quando parli della Granger? >>,
lui si voltò a braccia conserte e ghignò.
Lo vidi osservare qualcosa di me, ma non riuscivo a capire cosa.
<< E tu perché non ti copri le mutande? Verde è un bel colore. Devo considerarlo un invito? >>.
Divenni ancora più rossa e non seppi cosa ribattere, mi affrettai solo a coprirmi e a rialzarmi.
Si allontanò ridendo, con i suoi amici che gli facevano eco.
Dannato di un Malfoy!
Riusciva sempre a mettermi in ridicolo o in imbarazzo, o a farmi sentire sbagliata in qualche modo.
Sospirai.
Prima o poi l’avrebbe pagata cara.
Rimisi la bacchetta al suo posto, e mi accorsi di aver perso la pergamena.
Ebbi un colpo al cuore quando non la vidi a terra.
Iniziai a cercarla, era di fondamentale importanza!
Le lacrime iniziarono ad uscire, senza l’autorizzazione non avrei potuto andare ad Hogsmeade.
Dannati Serpeverde del malaugurio.
Iniziai a torturarmi la treccia, non riuscendo a trovare la pergamena da nessuna parte.
<< Stai cercando qualcosa? >>,
sussultai voltandomi.
Un Corvonero alto, magro, dai capelli biondo cenere e gli occhi verdi se ne stava seduto su un loggione e mi fissava.
<< Si, una pergamena arrotolata. Vedi dentro c’è l’autorizzazione per Hogsmeade! >>,
<< E’ questa? Mi stavo giusto chiedendo di chi fosse. >> me la mostrò,
io annuii gioiosa e mi avvicinai e la afferrai.
<< L’ho vista rotolare di là, e dopo un incantesimo di appello era tra le mie mani. >> lo vidi indicare un punto, << Scusa se non mi sono fatto avanti prima, ma detesto Malfoy e la sua combriccola. Se mi fossi avvicinato ci sarebbe scappato il morto. >>,
scossi la testa, ringraziandolo.
Si rimise in piedi e mi si parò davanti allungando la mano.
<< Trent Lovegood. >>
<< Sei un parente di Luna Lovegood? >>
<< Oh si, è mia nonna. >>
<< Ma, non dovresti chiamarti Trent Paciock? Il nonno mi ha detto che … >>,
<< Beh, mia nonna si è battuta per dare a mio padre il suo cognome. E il nonno ha dovuto accettare. Così, sono un Lovegood. >> sorrise grattandosi il mento con un dito,
annuii ricambiando il sorriso e stringendogli la mano:
<< Piacere io sono … >>
<< Guinevere Potter. >>
<< Gwen. >> lo corresse, << Quindi sai chi sono. >>
<< Chi non lo sa. >> fece spallucce, << Io sono del quarto anno. Tu? >>
<< Terzo. >>
<< Ottimo. Allora Gwen, cosa stavi facendo prima del tuo brutto incontro? >>
<< Stavo andando alla guferia a spedire questa. >> dissi indicando la pergamena,
<< Dai andiamo, ti accompagno. >>.
 
La lezione di difesa contro le arti oscure con il professor Aber Lithius – un uomo sulla quarantina, tarchiato, stempiato, dagli occhi castani, il naso adunco e professore della mia casa – era sempre più interessante.
Quel giorno ci avrebbe insegnato a lanciare un incanto patronum.
Ne avevo sentito parlare da mio nonno, che mi aveva raccontato di averlo usato contro le guardie di Azkaban, i dissennatori.
Me l’aveva anche mostrato più volte, il suo patronus era un bellissimo cervo argentato.
Non vedevo l’ora di scoprire quale fosse stato il mio.
Ci mostrò una raffigurazione di una di quelle guardie, era spaventosa.
Il professore ci avrebbe lasciato una settimana, in modo che il dissennatore diventasse il centro dei nostri pensieri.
In seguito avrebbe sguinzagliato un molliccio, una creatura che avrebbe preso le sembianze delle paure che si annidavano nel nostro animo, e noi studenti avremmo dovuto contrastarlo usando il patronus.
<< Ma prima di insegnarvi l’incanto patronum, ragazzi, un’illustrazione non basta. Affinché voi abbiate davvero paura di un dissennatore, dovete vederlo. >>,
<< Fantastico! Andiamo in gita ad Azkaban? >> mormorò Malfoy sprezzante,
naturalmente i suoi amichetti risero.
Io alzai gli occhi al cielo.
Il professore sorrise, non se l’era presa.
<< No, signor Malfoy. Ora mi metterò di fronte a quel baule, dentro c’è il molliccio, immaginerò un dissennatore e poi lo aprirò. >>.
Così fece e quando il baule si aprii e ne uscì la creatura incappucciata dalle mani quasi scheletriche e  che sembrava odorare di morte mi si gelò il sangue nelle vene.
Il professor Lithius lanciò un incanto patronum e ricacciò il molliccio nel baule.
Il suo patronus era un bellissimo airone argentato.
Tremante strinsi il braccio della mia amica Johanna, appartenente alla casa Grifondoro.
C’eravamo conosciute a lezione di volo ed eravamo diventate subito amiche.
Lei era spaventata quanto me, ma tentava in tutti i modi di nasconderlo.
Di certo, però, non sarebbe mai riuscita ad ingannare me.
<< Hai visto che schifo? >> mormorò puntando i suoi occhi castani nei miei e arricciando le labbra,
<< E’ orrendo! Non mi serve certo una settimana, quel coso è già il mio unico pensiero. >>.
Vidi quella Morgana ridere di me insieme al suo amico, solo perché mi ero spaventata.
Ma se loro due erano impalliditi alla vista di quel mostro.
Avevano proprio una bella faccia tosta.
Con mia grande soddisfazione notai che anche Arthur si era spaventato, lo dissi a Johanna che scoppiò in una sonora risata.
Il professor Lithius riportò l’ordine.
Era il momento di imparare l’incanto patronum.
 
Seduta nella Sala Grande stavo divorando il mio porridge, avevo una fame da lupi.
Trent si era seduto accanto a me e stava parlando di Quidditch e addentando un panino.
Merlin si avvicinò al mio tavolo e mi offrì anche il suo piatto e io non rifiutai di certo.
Era strano che Merlin Weasley avesse poca fame, l’appetito l’aveva ereditato da suo nonno Ronald che, stando a quando mi diceva sempre il nonno, mangiava per quattro.
Si sedette e lo vidi sospirare.
Gli chiesi cosa avesse e lui mi informò che quel falso dissennatore gli aveva fatto passare la fame.
Da giorni non pensava ad altro, e come potevo dargli torto!
Quella creatura popolava i miei incubi ogni notte.
Non riuscivo neanche a rallegrarmi della lettera di risposta dei miei genitori con tanto di autorizzazione per Hogsmeade firmata e allegata, tanto che ero spaventata.
Trent chiese di cosa stesse parlando, così gli raccontai della lezione col professor Lithius.
<< Strano, con noi non ha usato questo metodo l’anno scorso. Forse vuole ottenere risultati immediati stavolta. >>.
Feci spallucce e afferrai il porridge di Merlin.
Speravo solo di imparare presto quell’incantesimo, così non avrei più rivisto quel coso.
Almeno non finché non ne avessi incontrato uno vero.
Vidi Johanna da lontano, le feci segno di avvicinarsi.
Lei ci raggiunse e mi salutò.
Appena vide Trent arrossì, doveva averla colpita.
Trent si alzò e le tese la mano con un sorriso:
<< Mi chiamo Trent Lovegood, e tu? >>,
<< Ecco io .. non mi ricordo.. >> bofonchiò.
Merlin rise, io mi coprii il volto con le mani.
La poverina era andata in tilt.
Decisi di alzarmi e di raggiungerla.
<< Una ragazza così carina deve pur avere un nome. >> rise Trent,
le diedi un pizzicotto dietro la schiena.
Lei sussultò e le tornò la memoria.
Si spostò la ciocca rossa dal viso e sorrise stringendo la mano del ragazzo:
<< Johanna Prince. >>.
Merlin si ricordò di non essersi presentato al mio nuovo amico, così si fece avanti.
<< Io invece sono Merlin Weasley, scusa ero preso dai miei pensieri. Che maleducato. >>.
Trent gli posò una mano sulla spalla dicendogli di non preoccuparsi.
Johanna sorrise, inventò una scusa e scappò via.
Trent mi chiese se avesse detto qualcosa di sbagliato.
Io risi dicendogli che era molto timida, e che se si era comportata così era perché probabilmente aveva fatto colpo su di lei.
D’altronde era un bellissimo ragazzo, la povera Jo non era da biasimare.
Lo vidi sorridere e bere del succo di zucca.
 
Il professor Lithius ci fece disporre in fila indiana, a turno avremmo dovuto affrontare il molliccio.
Morgana fu una delle prime, riuscì a produrre un incanto patronum al primo colpo e ricacciò quell’essere nel baule.
Il suo patronus era un’elegante e scattante pantera, rispecchiava la sua personalità.
Fu il turno di un Tassorosso che fece una figuraccia, poverino.
Dalla sua bacchetta uscirono solo alcune scintille.
Il professore gli mise una mano sulla spalla cercando di consolarlo.
Merlin si fece avanti, chiuse gli occhi e tremando immaginò un dissennatore.
Il baule si aprì e la creatura uscì dirigendosi verso il mio amico.
<< Expe … expecto Patrone! >> farfugliò,
mi passai una mano sul volto e guardai Johanna che fece spallucce.
Aveva sbagliato la formula, quindi non ottenne risultati.
Gli suggerii la formula corretta e lui riprovò.
Dalla sua bacchetta sgusciò un bradipo argentato.
Io e Johanna soffocammo una risata, lui ci lanciò un’occhiataccia e ci raggiunse.
Vedemmo i Serpeverde ridacchiare del povero Merlin.
Malfoy impugnò la bacchetta.
Alla vista del falso dissennatore, lanciò l’incanto patronum.
Un Husky argentato corse a respingere il molliccio.
 Venne anche il mio turno, Johanna mi incoraggiò con una lieve spinta.
Ero agitata, non mi era permesso di sbagliare.
Un solo errore e avrei dato modo a Malfoy e company di schernirmi.
Respirai a fondo e quando la creatura venne verso di me mi concentrai.
<< Expecto Patronum! >> gridai.
Il mio patronus era un maestoso lupo.
Sorrisi, felice di essere riuscita nel mio intento.
<< Tse, un lupo! >> mormorò Eric, << Posso fare di meglio! >>.
Lo guardai di sottecchi, feci una riverenza e tornai al mio posto mormorando:
<< Prego, di grazia! >>.
Con aria altezzosa si mise in posizione.
Il molliccio uscì dal baule.
<< Expecto Patronum! >> urlò.
Dalla sua bacchetta non uscì nulla.
La agitò ripetendo la formula, fin quando le scintille divennero un lampo argentato.
Un dolce coniglietto saltellava a destra e a manca. (suggerimento della mia cara amica Martina alias MartyJo, autrice dei disegni).
Iniziai a ridere a crepapelle e mi asciugai le lacrime.
<< Oooh! Che carinooo!! >> esclamammo io e Johanna in tono di scherno.
Eric ci guardò di traverso, e arrabbiato tornò dai suoi compagni.
Gli stava proprio bene a quello sbruffone.
<< Signorina Prince, venga prego! >>.
Johanna mi fece l’occhiolino, io ricambiai con un sorriso.
Impugnò la bacchetta, sembrava pronta a fronteggiare qualsiasi nemico.
Al momento giusto il suo patronus, un bellissimo leone, costrinse il molliccio a rifugiarsi nel baule.


Nota dell'autrice: Rieccomi con il secondo capitolo dopo un lasso di tempo abbastanza lungo.
Mi scuso, mancanza di ispirazione.
Spero piaccia, e appena possibile aggiungo al capitolo i bellissimi disegni dei personaggi realizzati dalla mia amica
MartyJo <3, che ovviamente saluto e a cui dedico questa fanfiction.
E' il minimo, visto che riesce a spronarmi e mi sostiene.
Un bacio,
Daenerys
  
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