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Autore: cioccolatoprego    08/02/2009    1 recensioni
una ragazza, di nome a noi ignoto, viene catapultata nei magici regni limitrofi, regni popolati da quattro biondi folli, un grigio visionario, un tappo isterico, due megalomani, un ragazzo con gli occhi conturbanti e uno con l'orecchino di cristallo... riuscirà a tornare indietro? - tratto da "gli eroi del crepuscolo" di c. strazzulla
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Rinnegati

Era una giornata piena di sole, e la strada era affollata; uomini e donne alti, biondi e spaventosamente belli, camminavano con eleganza, parlando con voci cristalline; a parte cose strane come queste, la sola cosa strana in quel posto ero io. Nel senso: che ci facevo, io? Fino a qualche istante prima ero nella mia camera...
Davanti a me, l'amico di mio fratello mi guardava con aria pietosa, e domandò: - Nobile dama, non avevate mai visto niente di così bello, vero?
Lo fissai, chiedendomi se qualcuno avrebbe protestato se l'avessi strozzato, e non risposi.
- Nobile dama, lasciate che vi presenti la Compagnia dei Rinnegati.
Uno squillo di tromba coprì le ultime parole, e una nube di fiorellini oscurò la mia vista per un attimo; poi, tutto normale, a parte che qualche fiorellino si era attaccato ai miei capelli.
- Chi, scusa?- chiesi, sicura di aver sentito male. Nessuno degli amici di mio fratello avrebbe potuto avere un'idea così idiota.
All'improvviso, quattro loschi figuri mi si pararono davanti: tre erano altissimi e bellissimi - come tutti - mentre l'ultimo era più basso, e aveva i capelli neri, contrariamente agli altri.
- Sono Lyannen, capo dei Rinnegati. - disse il tappetto.
Lo guardai schifata. - Dei cosa?
- Dei Rinnegati, nobile dama. - ripeté uno dei biondi, guardandomi incerto - Dobbiamo salvare la Stella di Dardamen.
- Io non faccio astronomia, chiedete a qualcun altro.
Silenzio. La folla si fermò, e tutti mi guardarono increduli.
L'amico di mio fratello sorrise. - Voi siete la prescelta, dovete andare con i Rinnegati.
- Dobbiamo salvare Eileen, la figlia del re degli elfi, Stella di Dardamen... - spiegò Lyannen.
Io feci un salto, e lo guardai sconvolta. - Del re dei cosa?
Triste, il tappo abbassò la testa. - Si, lo so che  il mio amore è impossibile...
L'amico di mio fratello gli diede una pacca sulla schiena e gli disse: - Piccolo mio, asciugati quelle lacrime e comportati da uomo.
Io li guardai perplessa. - Piccolo mio?
- Non lo sapete? E' mio figlio! Io sono Vandriyan del Giglio Nero, e lui è mio figlio Lyannen il Mezzomortale.
Il ragazzo lo guardò offeso e scoppiò a piangere.
- Drymm, figlio dell'alto Consigliere. - si presentò uno degli altri tre.
- Validen  Cioccadoro - disse un altro - nipote del re.
- Elfhall di Nuna, figlio di un eroe nazionale.
Qualcosa non mi quadrava. Consigliere? Re? Eroe nazionale? Ma non erano dei Rinnegati?
- Scusate - iniziai - ma come fate a dire che siete la Compagnia dei...
I tre si scambiarono uno sguardo, e Lyannen disse asciugandosi le lacrime: - Suonava più beeello!
Gli altri sospirarono.
- Va bene, ma che c'entro io?- chiesi, irritata.
- Ecco - cominciò Validen - mio zio temeva che saremmo morti di fame, senza una cuoca.
Pensai che stesse scherzando, ma gli altri annuirono e Lyannen fece una specie di balletto.
- Mi dispiace, ma credo che vi convenga andare in rosticceria, e poi chi vi credete di essere, a rapire una studentessa della Cattolica e a dirle che deve seguire quattro esaltati per salvare una belloccia rapita? In un altro mondo, poi!
Lyannen divenne viola. - Non è belloccia, è bellissima!
Vandriyan, male interpretando la mia espressione, disse gentilmente: - Lo so che sei molto bassa, non hai i nostri splendidi capelli dorati, né nostri luminosi occhi azzurri, ma nessuno di noi ti prenderà in giro per la tua bruttezza, o per il lardo che s'intravede tra le pieghe di quell'indecente straccio nero...
Questo era troppo. Poteva dirmi che non avevo capelli biondi né occhi azzurri, che ero bassa, che non ero magra, ma mai insultare il mio splendido, costoso, scollato e super-seducente abito da sera...
- MA TI CREDI BELLO TU, CON QUEI CAPELLI DA HYPPIE? E TI SEMBRA NORMALE GIRARTENE CON UN GROSSO FIORELLONE TRA I CAPELLI?
Vandriyan mi guardò preoccupato: - Povera ragazza, non solo brutta, ma anche tocca.
Urlai.
Lyannen mi si mise davanti, s'infilò una mano sotto la camicia, ne estrasse un medaglione molto, molto imbarazzante - una stella di plastica - me l'agitò sotto gli occhi e, incredibilmente, svenni.
Piuttosto ovvio, in effetti: me l'aveva sbattuta in faccia.
Quando mi risvegliai, sopra di me c'erano alberi.
E, tra l'altro, mi resi conto di non avere più il mio vestito nero. Tolsi la coperta che mi avvolgeva, e mi accorsi di avere uan sorta di lungo abito rosa pieno di merletti, miracolosamente stirato nonostante la coperta, e con delle orribili scarpette rosa. Sconvolta, mi passai una mano tra i capelli, e la ritrovai coperta di fiori. Si, mi avevano messo i fiori tra i capelli...
Mi misi a sedere, e scoprii di essere in una sottospecie di accampamento, una cosa vergognosa che avrebbe fatto espellere qualsiasi boyscout dal suo gruppo: cinque sacchi a pelo sparsi per uno spiazzo senz'alberi, e qualche zaino solitario. Solo uno dei sacchi era pieno, e in esso c'era il tappo che russava; gli altri erano in piedi, e parlavano con voci argentine tra di loro.
- Oh, buongiorno, nobile dama. - disse Validen, guardandomi con aria sollevata.
- Buongiorno. - feci io.
- Meno male che vi siete svegliata: è ora di colazione. Allora, cosa ci farete gustare oggi?
- Sia chiaro una volta per tutte: non lo faccio! So a malapena scaldare le cose nel forno! E comunque esigo che mi riportiate a casa mia, il rapimento è un reato, dovreste saperlo!
Il più stangone di tutti, Elfhall, rispose: - Ma nobile dama, è un grande onore cucinare per degli eroi! E ormai non potete più tornare indietro.
- Cosa?- urlai, e Lyannen smise di russare.
- Solo Vandriyan può riportarvi a casa, e lui è rimasto a Dardamen.
- A Dardamen?
I tre sorrisero.
- Vado. - decisi, e mi girai, ma inciampai in uno scoiattolo che si era fermato, incantato dalle voci dei biondini.
Nessuno mi aiutò a rialzarmi.
- Non vorrete attravesare la foresta da sola, vero?
- Va bene, va bene. ma non cucinerò per voi!
Un minuto dopo, sotto la minaccia della spada di Elfhall, stavo preparando la colazione.
Mangiarono voracemente, e mentre li guardavo mi accorsi che il tappo era ancora a dormire. Eppure era tardi, e sembrava dovessero andare in missione...
- Le troppe emozioni lo hanno distrutto. - rispose Drymm alla mai domanda silenziosa - Dobbiamo lasciarlo stare.
Scossi la testa.
- Non vorrete svegliarlo. - disse Validen ansioso.
Sorrisi.
Loro si girarono a consultare una mappa. Non appena mi volsero le spalle, mi avvicinai al tappo e gli diedi un calcio.
Sobbalzò. - Il nemico di attacca! Si salvi chi...
- Oh, Lyannen, ti sei svegliato! - disse Elfhall - Ora faremo tappa a Mymar.
- Posso mangiare, prima?
- Eh no, mi spiace - sibilai - se volete davvero salvare quella Cometa di...
- Stella!
- ... Stella di Dardamen, dovete muovervi!
Lyannen sospirò. - Per salvare Eileen, sopporterò anche di essere deriso da una mortale. Avanti!



  
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