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Autore: NiNieL82    24/09/2015    2 recensioni
Edith ha lasciato Kendal per tornare a Londra. Lo ha fatto per Ella e Dave, suoi figli; lo ha fatto perché ha capito di non poter scappare per sempre dalla decisione più importante della sua vita: decidere se stare con Orlando Bloom, padre dei suoi figli e fresco di divorzio da Miranda Kerr, oppure tornare ad essere la moglie di Jude Law, che ha sposato un anno prima.
In un susseguirsi di vicende e di emozioni, la vita e la via che Edith deve seguire si spiana lentamente davanti ai suoi piedi, mettendola come sempre alla prova, alle volte confondendola.
Chi sceglierà Edith? A chi darà il suo cuore?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
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Capitolo 10: Tornare alla vita di tutti i giorni.


Se c'era una cosa di cui Edith aveva davvero paura era tornare a lavoro.

Da quando era entrata a lavorare al 'The Guardian' aveva capito che ogni suo passo sarebbe stato seguito con molta più attenzione di quello di ogni altro direttore che aveva preso posto dietro quella scrivania. Ed era una donna, oltretutto una donna alla guida di uno dei giornali più potenti di tutto il Regno Unito. E soprattutto era Edith Norton, la stessa che aveva invaso le copertine patinate di mezzo mondo fino al giorno prima.

Da una parte, Edith stessa capiva questo accanimento verso il suo lavoro dal momento che lei per prima sarebbe stata diffidente nei confronti di un direttore non tanto per il suo sesso o per le persone con cui era andato a letto prima di lavorare nella sua stessa redazione, ma per il fatto che le sarebbe risultato difficile, se non impossibile, avere fiducia in qualcuno che aveva così poca esperienza ed era comunque arrivato in alto.

Inoltre la sua fedele spalla, Laura, che la seguiva dai tempi di Vanity Fair, l'aveva tenuta aggiornata sulle chiacchiere di corridoio che circolavano nei suoi confronti: da chi aveva giurato di averla vista avere scambi di liquidi corporei con attori di vario tipo e genere -e persino età!- ad altri che giuravano che tra lei e il vecchio Tom Carlyle ci fosse del tenero e che per questo motivo, l'ormai compianto direttore, l'avesse scelta come sua erede alla guida della testata.

Per quanto avesse raggiunto un livello di maturazione ben diverso da quello della ragazza che sbraitava contro tutti senza paura solo perché il suo capo le aveva chiesto di intervistare Orlando Bloom e non uno dei politici più in voga di quel momento, avvalendosi inoltre del fatto che nel frattempo avesse messo su un paio di spalle da fare invidia anche ad un giocatore di football, Edith si sentiva comunque pungere da quelle cattiverie.

Era stanca di avere il dito di tutti puntato contro. Era stanca di essere sempre su di un banco di prova.

Era stanca, punto. E nessuno faceva niente per aiutarla.

Nessuno a parte Gerard che la sera prima era riuscito persino a farla ridere.

Stava ripensando alla chiamata con l'attore scozzese con un sorriso beota dipinto sul viso, quando sentì lo scampanellio delle porte dell'ascensore ed uscì sul grande atrio che altro non era che l'ingresso della redazione.

Sentì da subito gli sguardi di tutti puntati addosso e i saluti untuosi che qualcuno le faceva di tanto in tanto e a cui rispondeva con un piccolo cenno del capo.

Arrivò alla porta del suo ufficio dopo quella che le parve un'eternità e mettendosi a sedere dietro la scrivania, mentre riordinava le carte, qualcuno bussò alla porta.

Avanti!” ordinò perentoria.

Doveva far capire da subito chi comandava lì dentro.

Entrò Laura.

Anche lei aveva subito una trasformazione. Prima era una ragazza intimidita da Edith, che sopportava in silenzio le angherie di Edith e le sue bizze. Poi, dopo che Edith stessa aveva deciso di assumerla come assistente quando prese la direzione di Vanity Uk, Laura era cambiata. Era diventata più sicura, più cazzuta come diceva Jude scherzosamente quando parlavano di lei. E di questo Edith era davvero fiera. Sapeva infatti che una gran parte del cambiamento avvenuto nella ragazza era dovuto anche a lei e vedere che i suoi insegnamenti non erano andati perduti la rendeva orgogliosa.

Edith! Nessuna nuova sul fronte occidentale. Solo qualche notizia di qualche possibile protesta in Turchia contro Erdogan...” disse Laura porgendole dei fogli.

Edith li prese e leggendoli con attenzione li poggiò sulla scrivania e disse:

Mettimi in contatto con il nostro corrispondente in Turchia. Voglio essere la prima a sapere se ci saranno degli scontri com'è successo in Egitto, Siria e Libia”

Pensi ci sarà una nuova primavera araba?” domandò Laura prendendo nota.

Edith fece spallucce continuando a scrivere sulla sua agenda e rispose:

Non so. Però penso che la situazione turca sia da tenere sotto controllo. Potrebbe succedere di tutto e non voglio che qualcuno possa dire che il Guardian non sia stato all'altezza!”

Laura annuì e disse:

Ci sono delle voci che dicono che alla redazione americana abbiano tra le mani un pezzo bomba sulla storia della sicurezza e sul fatto che siamo spiati!”

Edith sollevò la testa. Dopo l'11 settembre tutti avevano cominciato ad aver paura per la propria privacy, tutti avevano cominciato a pretendere di essere più liberi. La possibilità che il Guardian US stesse cavalcando quell'onda per vendere qualche copia in più era più che probabile.

Aspettiamo ancora qualche giorno e fammi sapere se hai qualche nuova notizia. Se quello che dicono è vero ci sarà qualcuno che ha parlato. E quel qualcuno deve essere immischiato come minimo nella sicurezza nazionale o in cose simili. E non credo che rischierebbero uno scoop -o la vita di chi sta facendo far loro uno scoop- per mettere in giro delle voci!”

Laura annuì e prese nota. Poi, da sotto l'agenda tolse un piccolo plico di lettere e porgendole ad Edith disse:

La tua posta giornaliera!”

Edith la prese e senza nemmeno salutarla lasciò che Laura uscisse dalla stanza. Sapeva che avrebbe di nuovo varcato la soglia dell'ufficio prima dell'ora di pranzo.

Cominciò a smistare la posta con poco interesse. La maggior parte erano lettere di complimenti per la carica da lei raggiunta, una delle quali scritta anche dal suo ex direttore di Vanity Uk. Di lui Edith sapeva poco. Dopo essere stato licenziato da Vanity era praticamente finito in disgrazia: a quanto pareva nel mondo della carta stampata non piacevano le persone servili e senza palle come era stato Ronson quando aveva diretto Vanity Uk.

Cestinò la lettera dell'ex capo senza nemmeno aprirla quando tra le sue mani capitò una lettera che non immaginava mai avrebbe ricevuto e quindi letto.

Sopra la carta da lettere c'era un nome, scritto a mano, che diceva: Brian Stephensons.

Edith rigirò la lettera alcune volte tra le mani, cercando di capire se fosse vera, ma bastava guardare la grafia per non avere dubbi. Era stata con Brian due anni e conosceva la sua grafia più che bene, anche dopo tutto quel tempo.

Rigirò la lettera tra le mani soppesando l'idea che per vendetta l'ormai ex rampollo di casa Stephensons le avesse inviato una missiva contaminata da antrace, ma allontanando quel pensiero, prese il tagliacarte davanti a lei e aprì la busta tagliandola in tutta la sua lunghezza.

Estrasse la lettera e aprendola la lesse con attenzione, curiosa più di sapere che cosa ci fosse scritto, che per la vera e propria necessità di farlo.


Ciao Edith.

Ho letto che sei diventata direttrice del Guardian.

Non sono stupito. Non posso esserlo di qualche cosa che sapevo si sarebbe avverata in qualche modo. Sei sempre stata una bravissima giornalista e ho sempre creduto in te... So che ora starai pensando che sia un ipocrita e che ho fatto di tutto per tarparti le ali. E me ne vergogno, perché so che è vero. Ti ho costretta all'esilio perché non accettavo che tu potessi mettermi davanti all'uomo meschino che ero diventato. E soprattutto che non mi amassi quanto ti amavo io.

So che sarà inappropriato, dopo tutto questo tempo, chiederti di vederci, specialmente perché ho saputo che sei diventata mamma di due bellissimi bambini e immagino che unire la carriera e la famiglia sia una cosa molto difficile. Però devo farlo.

Non è una richiesta egoistica, ma quella di un uomo che sta cercando con difficoltà di rinascere. Dopo la morte di mio padre le cose per me non sono state poi così semplici. Ho perso tutto, mia madre a malapena mi parlava. E il vizio della cocaina è diventato una dipendenza. Sono caduto in una spirale autodistruttiva che mi ha spinto ancora più in basso.

Ho capito che dovevo cercare di risalire in qualsiasi modo quando Vanessa mi ha proibito di vedere nostro figlio. In quel momento ho capito che cosa ero diventato. E ho cominciato un lunghissimo percorso che mi ha portato a disintossicarmi e a ricominciare.

Ed è stato durante la mia rehab che ho capito i miei errori e che il mio terapeuta mi ha consigliato di chiederti scusa per il male che ti ho fatto. Me lo ha consigliato perché una nuova vita non può ripartire senza il perdono. Ed io voglio davvero vederti e scusarmi di tutto.

Chi lo avrebbe detto, eh?

In ogni caso... Capirò comunque se non vorrai parlarmi. Sono stato davvero meschino nei tuoi confronti e se vuoi chiudere così con me... Lo capirò.

Nel frattempo aspetto una tua risposta. Quando vorrai chiamami. Il mio numero è nel biglietto da visita che ho lasciato nella busta.

Spero in una tua risposta positiva.

Con affetto e con tutta la mia stima...

Brian.


Edith guardò la lettera scioccata.

In tutti quegli anni il pensiero di Brian non era stato un pensiero lieto.

Era vero quello che aveva scritto: lui aveva cercato di metterle i bastoni tra le ruote e se non fosse stato per il suo essere un impenitente dongiovanni, molto probabilmente non sarebbe ancora potuta ritornare in Gran Bretagna e non sarebbe stata alla guida del Guardian.

E dicendola tutta, Edith pensava davvero che Brian fosse un ipocrita. E con la 'i' maiuscola tra l'altro. Ipocrita e anche egoista per essere completi.

Però qualche cosa la spingeva a chiamare. Qualcosa di atavico che non era collegato con la ragazza che si era innamorata di Brian, no; era qualcosa di meno nobile, molto più vicino al rancore che all'affetto provato un tempo. E analizzandosi Edith capì con suo sommo orrore che quello che provava era un semplice sentimento di rivalsa. Incontrare Brian le avrebbe dato la possibilità di guardare negli occhi l'uomo che l'aveva costretta a scappare e magari divertirsi della sua disgrazia.

Guardò il biglietto da visita e lo rigirò tra le dita.

Poi, prendendo il telefono, compose un codice e dopo aver aspettato qualche secondo compose il numero di Brian.

Non attese più di tre squilli. Al terzo infatti Brian agganciò la chiamata e incerto chiese:

Pronto!”

Brian?” rispose Edith con distacco.

In quel momento si sentì quasi in colpa. Come poteva essere così fredda con un uomo che con lei aveva anche condiviso momenti meravigliosi? Come poteva non sentire nulla verso l'uomo che le aveva veramente insegnato cos'era l'amore fisico, che le aveva fatto scoprire il suo corpo e la sua bellezza anche nella loro intimità? Come poteva aver dimenticato le fughe d'amore che Brian organizzava almeno una volta al mese a Parigi?

Cercò dentro di sé un po' di affetto verso quella voce che aveva sentito dall'altra parte del ricevitore, ma non la trovò.

E-Edith!” balbettò lui incerto, con la voce un po' rotta dell'emozione.

Edith non rimase colpita nemmeno da questo e seria, quasi pratica, disse:

Ho ricevuto la tua lettera solo oggi...”

Sapevo che avresti risposto, sai?” intervenne lui.

La sua voce non era più incerta, ma suonò sicura in quel frangente. La stessa spavalda sicurezza che lo aveva portato più volte a mentirle e a prenderla in giro, mentre si portava a letto Emma e la faceva cadere in una spirale autodistruttiva dalla quale Edith e tutta la sua famiglia, con l'aiuto di Orlando, erano riusciti a farla uscire con difficoltà.

Socchiudendo gli occhi e trattenendo l'impulso di sbattergli il telefono in faccia, Edith prese un lungo respiro e disse:

Hai scritto una lettera dove mi chiedevi perdono per come ti sei comportato al fine di cominciare una nuova vita... Non potevo negarti questo. Non ad una persona che per me è stata importante, nonostante tutto quello che ha fatto!”

Brian trattenne il respiro. Edith sorrise. Quella era una sua piccola vittoria alla faccia di quel bellimbusto.

Lo so quello che ho fatto. Ed è per questo motivo che sapevo che mi avresti chiamato. Non sei una persona cattiva. Alle volte sei un po' stronza, quello sì, ma non cattiva!” ammise mesto Brian.

Edith sospirò e chiese:

Basta questa chiamata o dobbiamo per forza incontrarci?”

Lo disse in modo sprezzante, quasi -o meglio perché- le costasse davvero tanto fare solo quella chiamata e l'idea di vederlo le facesse venire l'orticaria.

Vorrei vederti!” pigolò Brian.

Edith chiuse gli occhi e soppesò la richiesta.

Ricordava troppo bene l'ultima volta che aveva parlato con Brian. Ricordava lo schiaffo che lui le aveva dato quando lei aveva cominciato a sputargli contro tutto il veleno che aveva dentro dopo aver scoperto che era stato lui stesso a macchinare tutto con Ralph Felton. E ricominciarono di nuovo a ritornare, dopo pochi secondi che l'avevano abbandonata, i ricordi di quello che era costato a lei rompere definitivamente con Brian.

Aveva mille ragioni per dire di no. Aveva altre mille ragioni per chiudere il telefono in faccia a quel cretino senza nemmeno dargli una spiegazione.

Poi ricordò Emma seduta in una poltrona che sembrava quasi ingoiarla talmente era piccola e magra, la lettera che le aveva scritto durante la riabilitazione a New York qualche anno prima e tutto l'odio che le aveva sputato contro per le sue mancanze da sorella maggiore. Scosse la testa pensando che non aveva abbandonato Emma nonostante anche lei le avesse fatto del male. E per quanto nessuno ci credesse, riallacciando il loro rapporto, era riuscita a salvarla ed ora, dopo anni, era diventata una stilista affermata, aveva sposato un uomo fantastico e aveva una bambina meravigliosa.

Perché non poteva fare lo stesso con Brian?

Sospirò di nuovo e domandò:

Sei a Londra?”

Sì!” rispose Brian con una certa urgenza nella voce. In quel momento Edith pensò che forse nemmeno lui osasse sperare in così tanto.

A pranzo ho un buco. Puoi avvicinarti nei pressi della redazione del Guardian?” propose Edith con un tono di voce che in ogni sillaba evidenziava quanto veramente le costasse dover vedere di nuovo Brian.

Certo!” rispose entusiasta.

Allora alle 12 davanti alla Biblioteca Saint Pancras. C'è qualche ristorante lì, potremo parlare di fronte ad un bel piatto fumante di spaghetti alla bolognese!” concluse pratica Edith con lo stesso tono che usava con i suoi dipendenti.

Brian non parve notarlo e sorridendo replicò:

Grazie Edith. Grazie davvero!”

Niente Brian!” bisbigliò infastidita Edith e chiuse la chiamata con uno sterile a dopo.

Poi, lasciandosi andare con la schiena contro lo schienale della sua poltrona, sospirò portando una mano sugli occhi.

Doveva smetterla di essere così disponibile. Nel minore dei mali le davano della puttana; nel peggiore doveva affrontare tutti i demoni del suo passato come in quel momento.


Orlando spense la sua sigaretta in uno dei cestini con annessi portacenere in mezzo a Central Park. Aveva davvero bisogno di una boccata d'aria. O meglio di scaricare tutta la tensione di quegli ultimi giorni con una sigaretta.

Riflettendo riguardo la sua ultima chiamata con Edith aveva capito che aveva solo sbagliato con lei: si era dimostrato troppo frettoloso, quasi un bambino viziato.

Che fine aveva fatto il ragazzo che si era innamorato di quella ragazzina con pretese da gran donna che era Edith?

Sorrise pensando a come si erano conosciuti. A come si erano odiati.

Possibile che non potesse tornare quel periodo? Possibile che tutto quello che era stato tra di loro si fosse cancellato in un solo attimo?

Un attimo? Una notte di sesso con una troietta in cerca di notorietà!

Orlando ascoltò con disappunto la vocina che parlava dentro di lui. Era vero. Lui aveva fatto mille problemi, mille storie quando Edith aveva partorito: la mancanza del sesso, i litigi per colpa di Robin, la ricerca di privacy che lui non poteva rispettare. Tutto era culminato con l'intromissione di Violet che aveva persino detto di aspettare un bambino da lui, cosa per niente vera tra l'altro, ma che gli era costata la sua relazione con Edith e una fortuna da pagare alla wedding planner quando i due avevano disdetto le loro nozze da favola a Canterbury.

Certo! Anche Edith ci aveva messo del suo.

Lei era stata a letto con Jude proprio quando loro due erano in crisi.

Scosse la testa cacciando quel ricordo: per quanto avesse fatto pace con il suo vecchio amico, quella ferita bruciava ancora. Ricordava fin troppo bene quando Edith, poco prima di Natale lo aveva lasciato perché aveva bisogno dei suoi spazi e subito dopo aveva cominciato la sua relazione con Jude.

Era da lì che erano cominciati i problemi, da lì che lui aveva cominciato a dare di matto, a comportarsi come una bambino, a piangere quando non riusciva a convincere Edith. Era arrivato persino a seguire come un'automa quello che gli diceva Robin e a rendere quella che doveva essere una relazione per riempire i buchi, quella con Miranda, una storia d'amore travagliata che fruttava scatti non proprio rubati ai due in quelli che sembravano attimi di intimità e che Orlando usava per far ingelosire Edith. Ma non era servito a nulla.

Ogni volta che sembrava che lei si stesse avvicinando di nuovo, qualcosa, qualcuno la portava di nuovo via da lui: Jude, Miranda, il loro reciproco orgoglio.

Sam, sua sorella, scherzosamente gli aveva detto di andare in terapia, che gli sarebbe stato utile per capire meglio quello che voleva. Orlando ci aveva scherzato su, ma quando era solo quel pensiero gli frullava per la testa. Aveva un ottimo psicoterapeuta, il suo diario, ma quello non poteva dirgli niente, se non accogliere i suoi ricordi e custodirli gelosamente finché qualcuno non li avrebbe buttati nel fuoco o dentro il cestino della carta usata.

Uno psicologo, invece, avrebbe in qualche modo sviscerato la situazione, lo avrebbe messo a nudo e avrebbe magari messo fine a quella lunga agonia, trovando il modo per uscire da quella situazione di impasse riprendendosi Edith o lasciandola andare via per sempre.

Lo sai che è impossibile che tu la lasci andare via per sempre. Hai due figli con lei.

Quella fastidiosa vocina dentro Orlando lo stava facendo uscire di testa. Come se non avesse provato a rendere più semplici le cose con Miranda per lasciarsi alle spalle Edith. Come se non avesse fatto di tutto per riprendersela anche quando era a Kendall.

Ma per quanto avesse provato in tutti i modi a riprendersela, per gli altri era sempre lui quello che sbagliava. Tutti notavano i suoi errori e alle volte lui per primo si dava del cretino -per essere gentili- come quando aveva detto di amare ancora Edith nel momento in cui una giornalista le aveva dato la notizia che Miranda aveva deciso di lasciarlo. Per questo e per altri motivi tutti puntavano il dito contro di lui ma non si rendevano conto che Edith aveva sposato un altro uomo aspettando suo figlio, fingendo che quello stesso bambino non fosse di Orlando bensì di Jude. E se non fosse stato per Jude, Orlando si era chiesto mille volte, a che punto sarebbe arrivata quella dannatissima farsa?

Edith aveva sbagliato, solo che riusciva a coglierlo in fallo mille e una volta e far sembrare lui quello che sbagliava.

Nervoso accese un'altra sigaretta. Se lo avesse visto sua madre avrebbe cominciato a fargli una ramanzina sul fatto che non era giusto fumare in quel modo, che aveva tre figli e che doveva pensare alla sua salute per preservare a loro un buon futuro.

Aspirò la prima boccata quando sentì il cellulare vibrare nelle tasca.

Era John.

Per quanto lo dicesse scherzando, Orlando pensava che nemmeno quando era stato con Kate aveva avuto qualcuno di così appiccicoso.

John lo chiamava almeno due volte al giorno, solo per chiedergli se tutto fosse a posto, finendo poi con raccomandazioni materne sul mangiare almeno a pranzo e a cena e di fare sesso protetto ogni volta finiva nel letto di qualche ragazza compiacente.

Sputò una grossa nube di fumo e sorridendo, rispondendo al cellulare, Orlando disse:

Johnny boy! Che succede? Ti mancavo già?”

Brutto stronzetto, sappi che non ti chiamo più!” si lamentò scherzosamente John dall'altro capo della cornetta e del mondo.

Sarebbe una benedizione divina, Johnny boy, lo sai?” continuò a prenderlo in giro Orlando.

Senti Bloom, non mi rompere tanto i coglioni. Mi basta mia moglie alle ultime settimane di gravidanza per quello!” replicò John.

Ancora non ha scodellato l'erede?” domandò sorpreso Orlando.

Che poeta!” puntualizzò con sarcasmo John. “Davvero un poeta. Da quando in qua le donne 'scodellano' eredi? Lo hanno fatto anche Edith e Miranda per caso?”

No. Loro hanno messo al mondo la perfezione!” scherzò Orlando.

Prendere in giro John, il suo migliore amico, nonché confidente fidato e unico capace di dargli notizie fresche su Edith era l'unico modo per tornare ad essere il ragazzo spensierato che era stato un tempo.

Se! Comunque ti stavo chiamando per chiederti...” stava per dire John quando Orlando lo interruppe e disse:

Ho mangiato Johnny boy. E ho anche bevuto due litri d'acqua ieri. E non mi sto ubriacando. Per quanto riguarda il sesso, invece, non mi sto dando così da fare. Con le prove teatrali è davvero tanto se riesco ad arrivare a casa e mettermi a letto!”

John rimase qualche secondo in silenzio e poi replicò:

Non era quello che ti stavo per dire ma sono davvero contento che tu mi tenga informato sulla tua vita, compresa la ginnastica da camera che mi fa pensare che tu sia ancora un membro dell'associazione no profit F.I.G.A., ma quello che volevo dirti era altro. E riguarda una certa giornalista che conosciamo entrambi!”

Orlando drizzò la schiena e guardò davanti a sé, serio.

Cosa ha fatto Edith?” domandò subito.

John prese qualche secondo e poi disse:

Chi ha detto niente di Edith?”

Orlando sollevò gli occhi al cielo esasperato. Alle volte parlare con John era davvero una tortura, specialmente quando cominciava a fare il deficiente come in quel momento.

Mi parli di Rachel e delle sue voglie ogni sacrosanta volta che mi chiami. Non penso che se mi devi parlare di una certa giornalista che conosciamo sia riferito ad Edith e non a tua moglie!”

John ridacchio divertito e Orlando prese mentalmente nota che la prossima volta che lo avrebbe avuto tra le mani lo avrebbe sicuramente conciato per le feste.

Smettila di fare il coglione e dimmi quello che sai!” continuò Orlando che ormai era troppo sulle spine per continuare a scherzare con il suo amico.

John, capita l'antifona, prese un grosso respiro e disse:

Edith è tornata a Londra. Rachel l'ha sentita stamattina mentre stava uscendo per andare a lavoro. Era un po' nervosa. A quanto ho capito ieri sera, mentre era a pranzo con i suoi è successo un mezzo casino per la storia della madre. Per quello che ha raccontato Rach il vecchio Patrick sa tutto della malattia di Eloise”

Orlando passò una mano sugli occhi: sapeva che quello doveva essere stato un durissimo colpo per Edith, almeno per quello che aveva detto al telefono qualche giorno prima.

E come l'ha presa lei?” chiese Orlando spegnendo l'ennesima sigaretta.

Come vuoi che l'abbia presa? Non bene. Dice che era solo questa la ciliegina sulla torta che mancava!”

Orlando si sentì stranamente impotente. Al diavolo le prove teatrali. Avrebbe preso il primo volo per Londra e avrebbe aiutato Edith, gli sarebbe stato vicino.

A quanto pare però c'è dell'altro!”

In un attimo il cuore di Orlando perse un battito.

Cosa?” chiese quasi avendo paura della risposta.

A quanto pare Edith ha ammesso di aver parlato con un suo nuovo amico, qualcuno che sembra capirla come forse solo tu hai fatto al tempo in cui lei si stava lasciando con Brian!” replicò John serio.

A quella frase il cuore di Orlando non perse un battito ma si bloccò e si spezzò in tanti piccoli pezzi. E quasi avendo paura di quello che stava dicendo, domandò:

Per caso si chiama Gerard questo suo amico?”

Bravo!” ammise John. “Rachel non mi ha detto altro, però -per quello che ho capito- vuole parlare con Edith. Dice che ci manca solo che si incasini di più la vita in questo preciso momento!”

Sentire che Rachel non approvava questa amicizia rendeva Orlando un po' più tranquillo, ma al contempo lo innervosiva ancora di più: se anche Rachel pensava che ci fosse qualche cosa di più con quel Butler le cose non andavano per niente bene. Infondo non era Rachel quella che non aveva mai visto di buon occhio l'amicizia tra Edith e Jude quando era cominciata?

John notando che l'amico non le rispondeva, aggiunse:

Ob. Lo so che la tua storia con Edith è un'epopea che nemmeno Via col Vento. E ti giuro, hai palle se vuoi ancora portarla avanti visto che io avrei fatto di tutto per mettere fine a questo supplizio e mettere più chilometri possibili tra me e lei. Ma se vuoi un consiglio... Non fiatarle sul collo. Per quanto può sembrare strano... Più metti da parte una donna, più quella ti viene dietro. E non lo dico solo io. Lo dice qualsiasi uomo...”

Cosa vorresti dirmi?” domandò Orlando per niente convinto dal fatto che Edith fosse una simile a tutte le altre e che bastassero questi mezzucci perché lei tornasse a stare con lui.

John prese un lungo respiro e disse:

Quello che ti sto dicendo. Prendi in mano la tua vita e smettila di fare la vedova inconsolabile. Sembri un cretino. Sei l'unico VIP che conosco che ha lasciato la moglie e non si è dato a del sano e rigenerante sesso. Anche Jude Law, per quello che ne so, da quando ha concesso il divorzio ad Edith non è stato propriamente un santo, anzi, per quello che so sta saltando da un letto ad un altro come una cavalletta affamata!”

Mi stai dicendo di darmi alla più sfrenata lussuria per far sì che la donna che mi ha lasciato proprio perché l'ho tradita torni da me?” replicò non proprio convinto Orlando.

Non ti ho detto di fare il mandrillo in calore!” spiegò John. “Quello che voglio dirti è che forse sarebbe ora che cominciassi a flirtare con qualcuna, far credere che ci stai assieme. Anche per finta. Sbaglio o la tua agente era quella che ti mandava i fotografi in bagno quando andavi di corpo dopo un lungo periodo di stitichezza? Puoi benissimo mettere in scena una relazione tra te e una presunta attricetta, modella, starlette del cinema che non solo ci guadagnerebbe sull'immagine, ma potrebbe persino andare a dire in giro che è venuta a letto con te...” e prendendo fiato concluse: “Basta che non fai come l'ultima volta che per fare un dispetto ad Edith hai messo incinta Miranda e te la sei dovuta sposare!”

Orlando soppesò quella possibilità. In effetti era vero. Le cose tra lui ed Edith, prima che si mettessero assieme, erano cambiate quando lei lo aveva visto a letto con una di cui non ricordava nemmeno il nome. Certo, lei era andata a letto con Jude Law prima, ma questo dettaglio era trascurabile dal momento che Orlando si stava rendendo conto solo in quel momento che era bastato quell'unico episodio per scatenare la gelosia di Edith.

Tu pensi davvero che se mi mettessi a fare il cretino con un'altra... Edith tornerebbe da me strisciando?”

John fece un verso d'assenso e Orlando guardò intorno con un sorriso.

In effetti che gli interessava a lui di Gerard Butler. Quello non poteva competere con lui. O almeno con la sua storia con Edith.


Edith stava seduta su di una panchina davanti alla biblioteca St. Pancras quando vide una sagoma a lei conosciuta avvicinarsi lentamente.

Non ci volle molto per capire chi fosse. Edith si sollevò e aspettò che l'uomo si avvicinasse e quando lo fece quello che vide non le piacque per niente.

Di Brian, o almeno del Brian che lei conosceva, era rimasto davvero poco: i capelli biondi erano diventati radi e gli occhi azzurri sembravano quasi spenti, privi del lampo malizioso che Edith aveva colto la prima volta che lo aveva visto. Il cappotto era un vecchio modello che cadeva male sulle spalle magre e completamente sformato, probabilmente risalente ai giorni di fasto della Stephensons Inc., quando Brian e suo padre fatturavano miliardi comprando e vendendo aziende. La mascella un tempo volitiva era nascosta da una sparuta barba che presentava qualche ciuffo bianco e la pelle aveva un colorito malato, molto più simile al giallo che al colore roseo che Edith ricordava.

Ogni singolo aspetto del nuovo Brian fece stringere appena il cuore di Edith. Una parte di lei provò pena per quel ragazzotto che camminava con la testa un po' china e gli occhi spenti; ma la parte più razionale di lei mantenne il controllo e il giusto distacco dall'uomo che aveva cercato di rovinarla irrimediabilmente.

Norton! È un piacere vederti!” e si avvicinò baciando la guancia di Edith che al solo contatto provò una scossa percorrerle la schiena.

Non era gioia o emozione. No. Era fastidio e disgusto.

La giornalista lo guardò e cercando di sorridere chiese, cercando di rompere il ghiaccio visto che non trovava niente di sensato da dire:

Sei venuto a piedi?”

Brian annuì e rispose:

Chi lo avrebbe mai detto che Brian Stephensons un giorno avrebbe preso la metro. E che avrebbe saputo la differenza tra linea gialla e linea verde...”

Probabilmente non ne conoscevi nemmeno l'esistenza!” ironizzò Edith non riuscendo a trasmettere la stessa allegria alla voce.

Dove andiamo di bello?” domandò Brian guardandosi intorno.

Edith indicò un ristorante poco lontano e rispose:

Qua vicino c'è un ristorante molto carino, che dici se andiamo lì?”

Brian si strinse nelle spalle e con un sorriso un po' preoccupato, guardandosi intorno, disse:

Se proprio vuoi...” e seguì Edith che non disse niente fino a che non raggiunsero l'ingresso del ristorante da lei scelto.


Mangiarono l'auspicato piatto di spaghetti alla bolognese e quando finirono Edith guardò il suo Bulgari con impazienza. Mancava un'ora al suo prossimo appuntamento, poi avrebbe sistemato alcune cose e sarebbe finalmente tornata a casa dove l'attendevano Ella, David e Gordon -lui in video chiamata per sistemare alcune cose del copione di cui avevano parlato per email quella mattina- e Posh che cominciava a risentire degli anni che passavano.

Hai ancora quel Bulgari?” domandò stupito Brian.

Edith rigirò il braccio, guardando l'orologio: in effetti era vero, non aveva mai cambiato quell'orologio. Lo aveva comperato con il suo primo stipendio e lo aveva pagato una fortuna e da quel momento lo aveva tenuto con la stessa cura con cui aveva tenuto i suoi due figli.

Le cose care, normalmente, si tengono vicine e con cura” rispose lei.

Aveva scelto quella frase con l'intento di ferire Brian. Non trovava niente di produttivo in quell'incontro, anzi, sentiva che aveva sprecato un'ora della sua vita al tavolo con una persona che per lei era sterile come un terreno in mezzo al deserto, lontano da ogni oasi e sul quale non pioveva da chissà quanto tempo.

Brian colse la cattiveria in quelle parole e sospirando, disse:

Lo so che ce l'hai con me, Norton...”

Non dovrei? Hai quasi portato alla morte Emma, dopo averci divise per anni; hai cercato di mettermi i bastoni tra le ruote e hai fatto in modo che non potessi lavorare per nessun giornale inglese costringendomi ad un esilio forzato...”

Ma grazie a me hai conosciuto ed amato Orlando...”

Quella frase di Brian aveva bloccato l'elenco altrimenti lunghissimo delle mancanze dell'uomo e aveva spiazzato Edith che puntò gli occhi quel giorno verdi verso il suo ex senza dire altro. E Brian incoraggiato da quel silenzio disse:

Ammettilo Edith... Hai amato Orlando dal primo momento che lo hai visto. L'ho capito alla festa in tuo onore e a cui anche lui e Kate furono invitati. Lui ti guardava già in quel modo... E tu eri così tagliente con lui. Apertamente lo detestavi perché sapevi che dentro di te qualche cosa stava cambiando, che quel ragazzo di campagna stava smuovendo i tuoi sentimenti!”

Edith deglutì. Al ricordo di quei giorni il cuore le salì in gola. Quel periodo era stato difficile per lei, ma indubbiamente aveva preceduto uno dei momenti più belli della sua vita. E Brian non aveva tutti i torti quando diceva che se aveva cominciato una storia con Orlando era anche merito di lui.

Quando stavo con te, io ed Orlando eravamo solo amici!” rispose secca Edith poggiando la schiena contro lo schienale della sedia.

Non lo metto in dubbio. La Edith che ho conosciuto era una donna leale e penso che tu non abbia avuto nessun rapporto con Orlando fino a che non ci siamo lasciati. Ma quello che mi ha portato a comportarmi come mi sono comportato è da ricollegare alla mia folle gelosia. Non mi rendevo conto che ti stavo perdendo da prima che tu conoscessi Orlando e che lui era solo una scusa per nascondere le mie mancanze. Preferì vedere il marcio nella vostra relazione e distruggevi, o almeno distruggere lui che sapevo ti stava lentamente portando via da me... Ma le cose sono andate diversamente, come ben sai...”

Karma!” replicò Edith con una punta di cattiveria, per niente intenerita dall'espressione mesta di Brian mentre spiegava le sue ragioni.

Brian, si chiama karma e colpisce chi fa del male. E tu ne hai fatto. Non solo a me, ma anche ad Orlando, a Kate, a mia sorella... Lo hai fatto per tuo tornaconto, senza pensare alle conseguenze, solo per vendetta...” continuò Edith, ma Brian la interruppe e disse:

Sono una persona differente adesso, davvero. Voglio solo riprendere a lavorare, vivere con dignità e poter stare con mio figlio. Ed è per questo che sono qui. Voglio cominciare una nuova vita chiedendo scusa a te per prima. Solo se mi perdonerai potrò cominciare il mio lungo cammino...”

Edith lo guardò corrugando la fronte e incuriosita domandò:

Sia chiaro che la mia è solo una constatazione, niente di più, ma puoi spiegarmi perché vuoi chiedere scusa solo a me e non lo fai anche con tutte le persone che hai ferito... E sono tante, lo sai, vero?”

Brian deglutì e giocherellando con il bordo del tovagliolo ammise:

Ho deciso di chiederti scusa perché solo ora, ora che ho passato l'inferno, ora che sono meno di un impiegato fallito in una banca e poco più di un barbone, ho capito che tu sei stata l'unica donna davvero importante per me. Sei stata l'unica a cui ho chiesto di sposarmi e sei stata l'unica che ha avuto le palle di fronteggiarmi, in un modo o in un altro...”

Edith trattenne il respiro. Brian non era un tipo da smancerie dirette. Era uno a cui piaceva stupire, che si compiaceva ogni qualvolta la vedeva sorpresa e felice come una bambina. Ma mai aveva esternato così apertamente i suoi sentimenti.

La giornalista chinò la testa e deglutendo disse:

Mi spiace che tu sia stato male. Ma quello che hai fatto è stato tremendo... Per quanto mi fosse sembrato facile al telefono, giuro, solo ora mi rendo conto di quanto invece sia difficile averti qui e convincermi che perdonarti sia la scelta migliore...”

Che significa?” chiese Brian serio.

Edith sospirò e disse:

Penso che il mio perdono non ti serva. Che la forza tu la possa trovare dentro di te, senza che io ti perdoni o no. Un tempo forse avrei detto, ok!, lo posso perdonare. Ma non ora, no! Non ci riuscirei e se lo facessi non riuscirei a guardarmi allo specchio. È vero che la nostra separazione è coincisa con uno dei miei momenti personali più belli, visto che prima ho vissuto la storia d'amore più bella e coinvolgente della mia vita e quasi subito dopo sono diventata mamma di Ella, ma non penso, davvero, che dopo tutto quello che mi hai fatto io possa perdonarti... Mi spiace Brian!”

L'uomo sbiancò e chinò la testa. Edith sapeva che era troppo orgoglioso per piangere e non si stupì quando, rialzando lo sguardo verso di lei, gli occhi dell'uomo erano del tutto asciutti.

Immaginavo che lo avresti detto. Ero pronto anche a questo...”

Mi spiace Brian... Ma penso che sia anche ora di mettere fine al nostro incontro!” ammise con amarezza Edith.

Brian annuì e serio disse:

Lo penso anche io!” e alzando il braccio chiamò un cameriere che solerte si avvicinò e obbedì all'ordine di portare il conto.

Quando arrivò il conto e Brian aprì il libricino nel quale era contenuto, leggendolo deglutì qualche volta e frugò nella tasca. Mise la carta all'interno e la porse al giovane. Edith attese qualche secondo poi vide tornare il giovane che con aria dispiaciuta disse:

Mi spiace signor Stephensons. Ma la sua carta è stata rifiutata!”

Edith emise un lungo respiro. Se era davvero il karma che stava agendo, allora si stava comportando da vero bastardo e forse stava anche esagerando.

Com'è possibile...” brontolò Brian e porgendo un'altra carta disse: “Provi con questa!”

Il ragazzo si allontanò e dopo qualche secondo con la stessa aria contrita, disse:

Mi spiace ma anche questa carta è stata rifiutata!”

Gli occhi di Brian si dilatarono. Forse per la prima volta dall'inizio di quell'incontro si gonfiarono di lacrime. Edith aprì la borsa e disse:

Tranquillo. Pago io” e porgendo la carta al cameriere sorrise senza guardare Brian.

Mai avrebbe immaginato che avrebbe umiliato la sua nemesi in quel modo. Mai avrebbe immaginato che per lui avrebbe provato tutta quella pena.

Il cameriere tornò con il conto pagato ed Edith sistemò la carta all'interno del portafoglio a non guardare Brian. Cominciava a sentirsi davvero in imbarazzo a stare seduta allo stesso tavolo di quell'uomo.

Salutarono i camerieri e uscirono in silenzio.

Fu quando si trovarono in mezzo alla strada che l'urgenza di non lasciare per sempre Brian con un semplice ciao, portò Edith a dire:

Non è vero che c'è stato solo del male. Non potrò perdonarti, questo è vero. Ma penso che se quello che hai detto è vero, se davvero mi hai amata così tanto, ti basterà il ricordo di tutti i momenti belli per poterti rimboccare le maniche e ricominciare da zero. E magari costruire un amore più sano con una donna che ti amerà per la persona che diventerai!” e sollevandosi sulla punta dei piedi, baciandogli una guancia, riuscì solo a mormorare: “Buona fortuna!” prima di allontanarsi appena.

Attese di aver svoltato l'angolo prima di girarsi e spiare Brian da quella posizione nascosta. E guardando quell'uomo che non era altro che l'ombra del ragazzo arrogante e senza scrupoli che aveva amato e odiato, pensò che non riusciva a provare altro che pena per Brian e che questo la riempiva ancora più di tristezza dal momento che se si è davvero amato qualcuno non bisognerebbe mai pensare una cosa simile. E mentre a passo svelto metteva una certa distanza da Brian, sentiva il cuore alleggerirsi, come quando si è scampato un grosso pericolo. Ad ogni passo che l'allontanava da quel ristorante, da quella strada e dall'uomo che per lei era solo una zavorra da buttare giù per volare più in alto, Edith sorrideva un po' di più, conscia del fatto di aver fatto la scelta giusta.


Mamma!”

La voce di David riempì l'ingresso e subito venne travolta dal piccolo che allargando le braccine saltò al collo di Edith e le baciò una guancia.

La ragazza mise a posto i capelli che con il tempo si erano scuriti ancora di più e scrutò gli occhioni del suo colore ma della forma inequivocabile di quella di Orlando.

Piccolo! Lo sai che mi sei mancato!” sorrise Edith baciando il figlio di nuovo sulla guancia.

Il piccolo la strinse e tutto il gelo provato quel giorno cominciò a sciogliersi. Era vero quando Rachel diceva che la maternità l'aveva ammorbidita e lei non era poi la vecchia stronza che aveva finto di essere per anni.

June, la baby sitter sorrise e avvicinandosi ad Edith fece il resoconto della giornata e attese che Edith le desse il permesso per andarsene. Permesso che le venne accordato dopo che la giornalista informò la giovane del fatto che l'avrebbe pagata ad ogni fine mese e che poteva scegliere se farlo tramite bonifico o per assegno.

Finita anche quell'incombenza, lasciò che tutti e due i suoi figli le saltassero al collo e giocò con loro fino all'ora di cena quando scongelò qualche manicaretto al microonde e li fece cenare.

Era stata una giornata faticosa e per quello, nonostante le proteste dei bambini, decise di mandarli a letto presto, troppo stanca per sentire litigi o storie assurde di litigate con compagni ingrati.

Si mise a sedere nella poltrona e accese il computer. Si collegò via Skype e chiamò Gordon per sistemare alcune cose del copione come accordato quella mattina, nonostante la testa le stesse scoppiando.

Fu un'altra rogna per Edith che davvero faticò a tenere gli occhi aperti per tutta la durata della video chiamata. Poi, quando finì, guardò il tavolino e il plico della posta privata che l'attendeva.

E nonostante una parte di lei protestasse perché voleva che andasse a letto e si mettesse a dormire, Edith allungò la mano e prese le buste.

La maggior parte erano offerte pubblicitarie. Solo una attirò davvero la sua attenzione. Era una busta dall'aspetto formale e portava il nome e il simbolo delle Corte Inglese.

L'aprì con le dita che tremavano e quando lesse il contenuto una lacrima solcò veloce il viso.

Il testo diceva:

'All'attenzione della Signora Edith Isabel Law, nata Norton.

Con la presente la informiamo che il giorno giovedì 20 Giugno 2013 alle ore 10,30 dovrà presentarsi presso il Tribunale Civile sito ad Aldgate per formalizzare la sentenza di divorzio richiesta da David Jude Law.

La preghiamo di presentarsi con un suo legale...'

Il resto della lettera Edith non lo lesse.

Era sconvolta, per quanto se lo aspettasse. Jude aveva detto che l'avrebbe lasciata libera però Edith non aveva immaginato che sarebbe successo tutto così in fretta.

Guardò la lettera e un pensiero la fece raggelare: non voleva che un giorno, incontrando Jude o Orlando per strada potesse succedere quello che era successo con Brian.

Perché, anche se la sua vita si era incasinata da quando li aveva conosciuti, aveva amato troppo entrambi per finire a parlare con loro come se fossero dei perfetti sconosciuti, come se fossero un obbligo fastidioso da espletare prima di finire la giornata.

E guardando la lettera compose veloce un numero.

Stavolta non fu Gerard a rispondere ma Rachel.

E non sembrava affatto tranquilla. Al contrario ansimava.

Edith in un attimo dimenticò la lettera. Sapeva che cosa stava succedendo e ne ebbe conferma quando Rachel, trattenendo a stento un grido di dolore disse:

Stavo proprio per chiamarti io, Norton!” e cercando di essere disinvolta per quanto le contrazioni glielo permettessero aggiunse: “Non è che potresti tenermi i bambini... Sai... Sto per partorire!”



Ringrazio di cuore chiaretta e scarl che mi hanno recensita.

E Margherita, la mia amica extra EFP che

legge la storia e mi sprona a scrivere.

Se avete dei nuovi capitoli lo dovete a lei.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Un po' di passaggio. Prometto che al prossimo ci

saranno dei colpi di scena.

Con affetto a tutti quelli che

mi recensiscono o

mi introducono in una delle tre liste

seguiti,

preferiti e

ricordati...

Nella speranza di non deludervi e annoiarvi.

Alla prossima.

Niniel82.









   
 
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