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Autore: ToscaSam    27/09/2015    4 recensioni
importantissimo!
Come il precedente Nate Babbane e l'Estera Rimpatriata, questa storia seguirà la trama di uno dei libri della saga di Harry Potter, solo da un punto di vista diverso. Stavolta sarà Harry Potter e i Doni della Morte a fare da sfondo alla vicenda che mi accingo a narrare.
Si tratta del QUARTO E ULTIMO capitolo di quella che vuole essere una gigantesca fanfiction, regalo per le mie più care amiche.[...]. In secondo luogo, sarà un percorso attraverso i libri di Harry Potter, solo da un’altra prospettiva, un po’ meno in luce. Il punto di vista sarà quello di studentesse “normali”, che non hanno a che fare niente con le vicende eclatanti che gravitano attorno al trio protagonista della serie.
Vorrei specificare che cercherò di essere più fedele possibile ai romanzi, nel senso che leggerò accuratamente e riporterò in chiave personalizzata tutti i momenti “generali” presenti nei libri. Voglio dire che quando si nominerà “la Sala Grande gremita di studenti”, probabilmente i miei personaggi saranno lì presenti, o che quando si parlerà di “partite di Quidditch” le mie protagoniste si uniranno al resto della scuola per fare il tifo. [...].
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nate Babbane (OLD VERSION)'
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Nate Babbane e le Mortali Speranze
 
                    Inizia qui l’ultimo capitolo di Nate Babbane.
Vorrei dedicarlo a
tutti quelli che hanno seguito la storia
sin dal principio;
a quelli che la scoprono adesso,
e a voi,
personaggi
ma soprattutto amici,
che avete vissuto questa fan fiction
 insieme a me,
proprio
fino
alla
fine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Grazie.

 
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*******

La Commissione per il Censimento dei Nati Babbani
 
L’estate riscaldava Londra con il suo avvolgente abbraccio.
Il sole riluceva sui vetri delle macchine posteggiate, che rimandavano indietro i raggi abbaglianti.
Non si vedeva un’anima in giro a quell’ora del pomeriggio. Nessuno era così coraggioso da inoltrarsi, alle due in punto, nel mondo privo di condizionatori climatici.
In una via di Twickenham non molto lontana da Londra, c’era una modesta casetta tirata su alla moda appunto londinese : due piani più mansarda, con il tetto a punta e l’esterno dipinto in azzurro. A dire il vero ce n’erano una ventina tutte uguali, disposte lungo l’isolato;  ma l’unica veramente interessante  conteneva un segreto al suo interno.
Un ragazzo, coi capelli chiari, gli occhiali dalla stecca nera e un’evidente aria preoccupata, stava leggendo sdraiato sul suo letto, con un ventilatore puntato in faccia. Fra le mani teneva una lettera su pergamena che un gufo gli aveva fatto trovare sul bovindo della finestra.
Vi abitava un mago, in quella casa ed era una cosa piuttosto rara, considerando che fuori dalle imposte, altro non c’era se non le normalissime case di una comunissima via di una banalissima periferia cittadina.
Era Dario Nub, figlio di Mr e Mrs Nub, un operaio e una farmacista, bravissime persone.
La prima volta che iniziarono ad arrivare gufi in quella casa, era conseguita una delle più straordinarie notizie che la famiglia avesse mai ricevuto:
« Quelle lettere, miei carissimi signori, vogliono soltanto significare che vostro figlio è nato con delle abilità magiche e che quindi è abilitato a frequentare la migliore scuola di Magia e Stregoneria, dove troverà ragazzi e amici come lui.» aveva detto ai signori Nub uno stravagante signore con barba e capelli molto lunghi e molto bianchi.
Si era presentato alla porta poco dopo l’arrivo delle suddette lettre, portate dai gufi.
« Sono certo che la notizia non potrà sconvolgervi più di quanto sia normale: se ci pensate, forse, credo che possediate una collezione di ricordi singolari: eventi inspiegabili, legati a cose che il vostro bambino ha fatto. Cose misteriose, magari, come il rompere un oggetto solo avendolo desiderato, oppure scomparire e ricomparire in luoghi distanti. Una volta una famiglia di Babbani mi raccontò che la loro figlia aveva trasformato un cavoletto di Bruxelles in una rana! Loro sì che si erano spaventati, eh eh. Oh, “Babbano”  vuole solo indicare le persone senza poteri magici … che sono altrettanto rispettabili e interessanti, spesso stracolme di un antico tipo di magia che molti maghi hanno dimenticato ».
Lui, Dario, se le ricordava bene quelle parole: aveva origliato la conversazione dall’ultimo gradino delle scale e si era sentito fremere di eccitazione.
Aveva scoperto essere una cosa molto rara che, fra le persone normali (i «Babbani»!), nascessero figli con doti magiche. Non aveva potuto fare a meno di sentirsi un po’ speciale.
E da quel suo undicesimo compleanno, ne erano seguiti tre che erano stati i più belli della sua vita: si era sentito a suo agio in un mondo che gli pareva fatto su misura per sé. Hogwarts e il mondo magico erano la sua vita, il suo posto, la sua vera casa.
Non riusciva più a immaginare di svegliarsi la mattina e non avere la certezza di appartenere a quell’ambiente, a quell’esistenza.
Si era fatto delle amicizie, nella scuola di Hogwarts: amiche che lo avevano condotto nelle più spericolate avventure ma che, in qualche modo, l’avevano fatto sentire vivo per davvero. Erano tutte streghe, ovviamente. Tutte dotate di quel particolare dono che appare come normalità, quando si è fra gente tutta uguale.
Non gli era mai passato per la mente di essere “inferiore”.
Era anche successo di recente che le sue amiche avessero litigato proprio sulla questione del sangue magico, ma sinceramente, Dario non si era mai davvero sentito interessato.
E ora, invece, teneva fra le mani quella lettera.
Era firmata dal nuovo Ministro della magia, Pius O’Tusoe e in alto a sinistra c’era un bello stemma dall’aria molto ufficiale.
 
‘All’attenzione di Dario Xerses Nub,
in merito alle nuove misure politiche adottate dal Ministero, per garantire una totale sicurezza della comunità magica, visti i tempi oscuri che corrono,la informiamo che è stato istituito un ente di sicurezza pubblica: la Commissione per il Censimento dei Nati Babbani.
Come le sarà noto, le ultime ricerche condotte dall'Ufficio Misteri hanno rivelato che la magia può essere trasmessa da mago a mago solo per via riproduttiva. Là dove non sussistono dimostrate ascendenze magiche, dunque, è probabile che il cosiddetto Nato Babbano (in questo caso, Lei)  si sia procurato il potere magico con il furto o con la forza.
Ci dispiace dover sospettare di Lei e dell’onestà con cui possiede le sue qualità magiche. Certamente potrà fugare ogni dubbio sul suo conto presentandosi al più presto presso la Sede della Commissione, negli stabilimenti del Ministero.
Se, come speriamo, Lei non ha niente da nascondere, è pregato di rispondere all’invito e di sottoporsi al breve interrogatorio di competenza della Commissione.
Basterà la presenza di almeno una linea di sangue magico nella sua famiglia, per scagionarLa da ogni deplorevole accusa.
In fede,
Pius O’Tusoe
Ministro della Magia.
Firmato, Dolores Jane Umbridge,
Sottosegretario Anziano del Wizegamot
e Presidente della Commissione
per il Censimento dei Nati Babbani’
 
« Dario?»
Dario, come scosso, aspettò che la voce di sua madre ripetesse di nuovo:
« Dario! Posso entrare?»
Era proprio dietro la porta chiusa di camera sua.
Sentendosi come un ladro colto in flagrante, Dario arrotolò in malo modo la pergamena dentro una tasca dei jeans, appena in tempo per vedere la maniglia abbassarsi e sua madre entrare con il cordless in mano.
Aveva un’espressione sorridente.
Dario si stupì di fare un pensiero: che sua mamma non gli era mai sembrata così bella e così buona.
« Dario, c’è una tua amica al telefono. Ti vorrebbe parlare».
Come imbambolato, tese la mano e afferrò il cordless.
La donna uscì richiudendo la porta per far parlare suo figlio in libertà.
Dario si riscosse dal torpore dei pensieri e disse debolmente:
« Pronto?»
« Dario sono io» Riconobbe la voce di Alice al di là della cornetta.
« Ehi cara! Come … come stai?»
« Non so. È arrivata anche a te quella lettera?»
Dario ci mise qualche secondo per rispondere.
Riprese la pergamena stropicciata da dentro la tasca.
« Dario?»
« Si»
« Si cosa? Ci sei o ti è arrivata?»
« Si, mi è … arrivata».
Improvvisamente si riscosse e sentì un gran fuoco bollirgli nelle vene e su su fino alla punta delle dita e nel cervello:
« Cosa dobbiamo fare, Alice? Io col cavolo che mi presento a un .. un abominio del genere! Non ho niente che non va! Non ho rubato la magia! Cosa vuol dire poi, “rubare la magia”? Non ha senso!»
« Dario, calmati. Lo so. Non sei … non sei da meno a nessuno. Siamo tutti maghi, che al nuovo Ministro piaccia o no. Ascoltami, ho deciso di telefonarti perché non credo che il Ministero si abbassi tanto da intercettare i mezzi Babbani di comunicazione (a dire il vero è un’idea di Terry, che un telefono non l’ha manco mai toccato in vita sua). Comunque, ascoltami: che non ti venga in mente di presentarti a quell’interrogatorio. Dario, io non ci torno a Hogwarts quest’anno»
L’ultima frase colpì il ragazzo come una mazzata nello stomaco.
« Cosa?»
« Sveglia Dario! C’è Tu-Sai-Chi dietro la scrivania di Pius O’Tusoe. Perché credi che Scrimgeour se la sia squagliata così dal nulla? L’hanno fatto sparire loro, te lo dico io: i Mangiamorte! E non voglio immaginare cosa gli sia capitato. Hai letto cosa scrivono sulla Gazzetta? Che Harry Potter è  coinvolto nell’omicidio di Silente! Ma dai!! Qui ci resta solo una cosa da fare, a noi due: preparare un bello zaino e nasconderci da qualche parte.»
« Ti nasconderai?» c’era un fremito di paura nella voce di Dario.
Alice invece sembrava determinata.
« Si. Credo di si. Intanto andrò a casa di Irene. Mi hanno detto che ci sarà una riunione»
« Una riunione?»
Dario si passò una mano sulla fronte: sentì che stava per iniziare a sudare freddo. Un magone doloroso gli annodò la bocca dello stomaco.
La voce di Alice risuonò nella cornetta, anche se stava sussurrando:
« Si. Sei invitato anche tu: la mamma di Irene ha ricevuto la lettera, come noi. Mi ha telefonato giusto prima che chiamassi te. Quello che però credo sia necessario, Dario, è capire che … non si torna indietro. Se parti di casa … non dovrai più tornarci. Capisci cosa voglio dire? Se dobbiamo darci alla clandestinità, dobbiamo proteggere i nostri genitori: sono Babbani … per loro sarà più facile prendere un treno o un aereo e trasferirsi da qualche parente. Noi siamo rintracciabili tramite i gufi postali e in mille altri modi (senza contare la Traccia). Abbiamo bisogno di protezione magica. Io … io credo che partirò stanotte».
La voce dell’amica si spense come la luce flebile di una candela.
Le ultime parole le erano costate un grande sforzo.
Dario capì che la conversazione era finita e seppe che anche Alice lo credeva; premette così il pulsante rosso del cordless e terminò la chiamata.
Mentre tornava di sotto a riportare il telefono al suo posto, gli capitò di perdersi a spiare ogni angolo della sua casa: il corrimano di legno morbido, un po’ vecchio e tarlato; i gradini, uno per uno, passando anche sopra quello che di solito saltava per via dello scricchiolio; le vecchie foto di famiglia appese nel salotto; il profilo del divano, del caminetto, delle tende …
 
« Dario, tutto bene?»
Incapace di mascherare l’espressione sognante e sorpresa, il ragazzo si voltò verso sua madre.
Era sempre sorridente e pacifica.
Aveva un grembiulino rosa, legato in vita e dietro il collo. Dalla grande tasca centrale spuntava un mestolo di legno dai contorni bruciacchiati.
« Ah. Si. Certo, tutto benissimo. Abbiamo parlato un po’ di scuola …»
« Ho capito, meglio evitare di approfondire allora» sorrise lei, tirando fuori una terrina ampia di plastica, da uno sportello del salotto.
Fece un gentile dietrofront e ritornò in cucina, accompagnata dall’odore dolce e intenso di crostata di mele.
  
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