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Autore: Rinalamisteriosa    27/10/2015    2 recensioni
[REVISIONATA fino al quattordicesimo capitolo! | Titolo leggermente modificato rispetto all'inizio]
Raccolta di momenti NaruHina dedicata ad Ayumi Yoshida e ai fans di questa coppia. Possono essere piccoli o grandi, brevi o lunghi, originali o ispirati, AU o mangaverse. Non escludo accenni ad altre coppie etero, anche su richiesta ^^
Dall'ultimo capitolo:
«Torniamo a casa? Quando Boruto-kun si sveglierà, sarà molto affamato e poi dovrò anche cambiarlo», propose lei, adocchiando il bambino che ancora riposava sulla spalla di suo marito. E a lui non smetteva di fare uno strano effetto il fatto di avere una casa condivisa con una compagna e un figlio, quando un tempo attribuiva quella parola a un luogo solitario, dove tornava e non trovava mai un’accoglienza degna di questo nome, piuttosto gli rispondeva un silenzio triste e innaturale.
Fortunatamente le cose erano cambiate.
«Sì… Torniamo a casa».
| One-shot | Prima classificata al “Naruto Song Contest” indetto da Nede
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Era una tranquilla mattina, il sole caldo splendeva in un cielo limpido e terso, gli uccellini cinguettavano melodiosi e un giovane biondo camminava lentamente verso la sua meta.

Il motivo per cui procedeva con tanta calma, insolita per un tipo irrequieto, determinato e volenteroso come lui, era un bambino piccolo, tenero e assopito, fasciato da una tutina nera e sorretto delicatamente dalle sue braccia ferme.

Il piccolo stava dormendo placidamente, perciò non volle rischiare di svegliarlo e di farlo piangere.

Alzò lo sguardo per scorgere una brezza leggera che scuoteva i rami sottili dei verdi e rigogliosi alberi, che circondavano e quasi proteggevano la scultura emblematica verso cui era diretto, il monumento degli eroi caduti durante le guerre ninja che si erano combattute in passato.

Quando gli si trovò proprio di fronte, fermò i propri passi e sorrise lievemente, un po’ impertinente e un po’ nostalgico.

«Otou-san, Okaa-san… Buongiorno!» salutò i suoi genitori.

«Guardate, siamo venuti a trovarvi…» mormorò Naruto, addolcendo l’espressione quando spostò delicatamente il primogenito in modo che poggiasse la testolina con pochi capelli biondi sulla sua spalla. «Vi presento Boruto-chan. Iruka-sensei sostiene che mi somigli moltissimo, ma io non ricordo di essere stato così rompiscatole, specialmente di notte, quando io e Hinata-chan vorremo dormire questa peste strilla e si dimena tutto per attirare l’attenzione. Forse perché non avete avuto la possibilità di crescermi… Eheh, per me che sono sempre stato solo, la paternità è una cosa nuova e sconvolgente, sapete? Mi devo ancora abituare…» confessò tutto d’un fiato e la sua mente tornò subito al giorno in cui era diventato padre.

 

 

Mai come allora aveva compreso che, quando arrivavano, le cose belle della vita ti colpivano senza preavviso, inaspettate.

Era come ricevere un pugno nello stomaco senza sentire alcun dolore, ti veniva spontaneo trattenere il fiato e spalancare gli occhi davanti alla novità.

La nascita di un figlio era sicuramente una di queste cose, da qualunque prospettiva la si guardasse.

Era un vortice irrefrenabile di sensazioni, di emozioni, di pensieri capaci di riempire la mente e il cuore, di irretire i sensi.

La sola vista di un esserino così piccolo avvolto in fasce sarebbe stata capace di condurre anche l’uomo più controllato in uno stato di perenne ebetismo, o di intenerire e sciogliere il cuore dell’essere più freddo dell’universo.

Era semplicemente impossibile restarne indifferenti.

La natura umana a volte sapeva essere davvero straordinaria, unica e inimitabile.

Mai prima di allora, Uzumaki Naruto si era sentito così spiazzato ed emozionato.

A rallentatore, o così gli parve, un’infermiera intenerita gli porse il neonato infagottato e gli spiegò rapidamente come tenerlo in braccio nel modo giusto senza farlo cadere. E proprio lui, che raramente tremava di fronte alle altre persone, si mostrò adorabilmente impacciato e confuso.

La sua compagna di vita, stesa a letto dall’inizio del parto, i lunghi capelli scuri sparsi sul guanciale, affaticata e con gli occhi lucidi di commozione, li contemplò in silenzio.

Naruto aveva sempre ammirato il coraggio di Hinata e quella volta sua moglie era stata davvero coraggiosa a sopportare i nove mesi di gravidanza e le doglie finali, perciò quando i loro sguardi si incrociarono sentì di amarla più di prima.

 

 

Ricordò con un sorriso nostalgico di aver accolto gli auguri di tutti i suoi amici e di averli accettati con sincera gratitudine.

Ricordò di aver ricevuto un rotolo da parte di Sasuke e di Sakura-chan, che erano in missione insieme, e di aver quasi pianto mentre leggeva il loro messaggio, perché nonostante la lontananza sentiva i suoi compagni più vicini che mai, almeno con il pensiero.

Ricordò cose belle e brutte, ma il suo sguardo correva sempre lì, al frutto dell’amore che l’aveva sempre sostenuto e incoraggiato nel corso degli anni, che era maturato da quando ne aveva preso piena consapevolezza e l’aveva ricambiato con tutto se stesso.

Rammentò che, almeno un minuto o forse due dopo averlo tenuto in braccio per la prima volta, il neonato iniziò a piangere e a strillare con tutto il fiato che i suoi piccoli polmoni potevano contenere.

Naruto fu riscosso improvvisamente e bruscamente dai suoi dolci pensieri, non capì e tornò a fissare confuso e spaventato l’infermiera. Non aveva la più pallida idea di come si facesse a calmare un bambino appena nato.

 

 

«Adesso so bene come prenderlo, visto?» si complimentò, annuendo tra sé.

«Naruto-kun, eccomi. Scusa se ho tardato a raggiungervi», si rivelò Hinata, comparendo silenziosa e pacata alle sue spalle.

«Non dire così, Hinata, sono contento di vederti!» si voltò a guardarla, un largo sorriso che quasi andava da orecchio a orecchio, una gioia che si rifletteva nei suoi occhi celesti così belli, che si erano conservati puri nonostante le mille difficoltà affrontate con coraggio dal giovane fino a qualche anno prima.

Un sorriso meraviglioso, contagioso, che la giovane donna non poté non ricambiare con il suo più discreto e riservato, ma ugualmente bellissimo e gentile.

«Torniamo a casa? Quando Boruto-kun si sveglierà, sarà molto affamato e poi dovrò anche cambiarlo», propose lei, adocchiando il bambino che ancora riposava sulla spalla di suo marito. E a lui non smetteva di fare uno strano effetto il fatto di avere una casa condivisa con una compagna e un figlio, quando un tempo attribuiva quella parola a un luogo solitario, dove tornava e non trovava mai un’accoglienza degna di questo nome, piuttosto gli rispondeva un silenzio triste e innaturale.

Fortunatamente le cose erano cambiate.

«Sì… Torniamo a casa».

 

 

*

 

 

Una notte, qualche giorno dopo, Hinata Uzumaki si sentì particolarmente ispirata, e mentre osservava il suo piccolino che non ne voleva sapere di prendere sonno, gli sistemò le copertine addosso con estrema cura e provò a canticchiare una nuova ninna nanna.

«Trasformami in bolla per farmi toccare uno stella…» improvvisò il primo verso ripensando al momento del bagnetto, che era sempre così divertente e gioioso, dato che Boruto prendeva tutto come un gioco e si agitava apposta per schizzare acqua insaponata addosso a lei o al papà.

«Soffia piano e regalami un giro di luna senza che se ne accorga…» intonò con voce carezzevole e dolce, poiché essa, l’onnipresente luna, aveva un significato speciale nella sua vita, era legata al suo primo bacio d’amore. Il bambino smise di agitarsi e si quietò.

«Legami a un raggio di sole, regalalo al vento…» il sole della sua vita, il centro del suo mondo, era sempre stato Naruto. Grazie a lui era cresciuta, si era impegnata, aveva lottato, aveva protetto e sfidato il vento delle avversità. Crogiolato nel calduccio e cullato dalla voce materna, Boruto aveva chiuso quegli occhi ancora così piccoli, di un azzurro più chiaro del cielo stesso.

«Di ogni mio sorriso cattura l’essenza e poi donala al mondo…» concluse, vedendo che la sua canzoncina improvvisata aveva sortito l’effetto sperato e sorridendo intenerita al pensiero che probabilmente, una volta che a suo figlio sarebbero spuntati tutti i dentini, lui avrebbe mostrato alla gente uno splendido sorriso, magari raggiante e impertinente, sempre più simile a quello paterno.

«Buonanotte, Boruto-kun», sussurrò soavemente. Prima di allontanarsi dalla culla, depositò un bacino sulla fronte liscia del piccolo.

 

 

Non avrebbe mai immaginato che essere mamma l’avrebbe resa immensamente felice e totalmente coinvolta. Persino le notti insonni e le perenni ansie sembravano cose da poco se confrontate alla prospettiva di veder crescere un figlio giorno dopo giorno, anno dopo anno.

 

 

«Si è addormentato?» s’interessò Naruto, questa volta fu lui a sorprenderla letteralmente alle spalle.

«Riposa come un angioletto», rispose Hinata, per nulla spaventata.

Lui si era assopito per qualche ora, ma lei recava i segni delle occhiaie. Erano anche piuttosto evidenti, ma appariva comunque bellissima.

«Perfetto!» esclamò, apparentemente soddisfatto.

La prese in braccio prima che potesse protestare e la portò in camera da letto, senza alcuna malizia. Si sentiva in colpa e tutto ciò che desiderava in quel momento era che dormisse anche lei.

Se Boruto si fosse svegliato anche dopo la ninna nanna tanto tenera della sua mamma, si sarebbe fatto carico lui dei suoi capricci e dei suoi bisogni.

«Adesso tu dormi, dattebayo!» ordinò dopo averla fatta adagiare delicatamente tra coperte già sfatte e Hinata, che aveva già intuito il suo stato d’animo, lo fermò un momento, ma solo un attimo, perché sapeva che sarebbe stato inutile contrariare la sua decisione. Era semplicemente adorabile.

«Naruto-kun… grazie per tutto questo. Ho la certezza che tu sei qui con me sempre e che insieme cresceremo nostro figlio», sussurrò lievemente mentre giaceva sul fianco e lo tratteneva stringendogli fiaccamente una mano, per poi chiudere i suoi occhi dal colore indefinibile e lasciarsi vincere dal sonno.

«Anch’io dovrei dirti grazie. Ho una casa in cui mi sento finalmente amato e accolto. Ti ringrazio davvero, Hinata-chan», si disse senza farle lasciare la presa, sentendo più forte che mai un presente in cui valeva la pena vivere, promettendo di preservarlo, di proteggerlo dai fantasmi del passato. Con tutto se stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_____

Nick EFP/Forum: Rinalamisteriosa 

Titolo tratto dalla canzone: Di ogni mio sorriso cattura l’essenza e poi donala al mondo

Canzone scelta: Sento solo il presente

Pairing: NaruHina

Raiting: verde

Genere: fluff, introspettivo, slice of life

Note: Questa storia partecipa al “Naruto Song Contest” indetto da Nede. Spiegazioni sotto.

 

 

Note per la raccolta: Rieccomi, come al solito torno ad aggiornare la mia “creatura” adorata dopo tanto tempo, ma vabbe’ xD confidate nel fatto che finché resterò affezionata a questa coppia, essa rimarrà sempre in corso. Alcuni capitoli sono ancora in fase di revisione, tra l’altro. Il traguardo una volta era di quaranta capitoli, ma chissà se lo raggiungerò mai… *non sa se ridere o piangere* intanto sono giunta a metà strada, meglio di niente, dai u.u

 

Di ogni mio sorriso cattura l’essenza e poi donala al mondo è una one-shot nata spontaneamente, ho preso in prestito i primi versi della canzone di Annalisa Scarrone per usarli nella ninna nanna che canta Hinata a Boruto, non avrei saputo come tradurli in giapponese, perciò immaginatela mentre la intona nella sua lingua, ma il senso è quello.

Mentre la frase “E non sento più niente tranne la certezza che tu sei qui con me” la cito in parte nell’ultimo dialogo prima di addormentarsi, sempre messa in bocca a Hinata.

Comunque si capisce che ho preso ispirazione dalla canzone, incredibilmente ce l’ho fatta! XD

Boruto è presente perché è lui che, nascendo, ha catturato l’essenza dei suoi genitori, e nel sorriso che mostrerà a tutti ne trasparirà la somiglianza. La trovo una cosa dolcissima! *-*

 

Spero vi piaccia questo nuovo capitolo, forse sembrerà breve e semplice ma ci ho messo il cuore, davvero! >.<

Grazie a chiunque abbia letto e grazie a chi vorrà lasciare spontaneamente un parere.

 

Baci,

Rina

 

 

  
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