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Autore: The Ersatz Diplomat    08/03/2009    6 recensioni
Remus e Tonks - una coppia improbabile. Potrà funzionare tra un'auror punk-rock e un apparentemente tranquillo professore-lupo mannaro? Si accettano scommesse! (Segue gli eventi tra "L'Ordine della Fenice" e "Il Principe Mezzosangue")
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Step Into the Night

L'importanza di chiamarsi Sirius



La luce del mattino filtrava attraverso la finestra all'interno dello studio, velando di un'opaca tinta grigio-giallognola gli scaffali colmi di libri polverosi. Un uomo stava sdraiato comodamente sul divano, i piedi scalzi a penzolare dal bracciolo. Una mano dalle dita affusolate reggeva un libro aperto sul petto, l'altra era impegnata a scansare i folti capelli castani striati di grigio che ricadevano pesantemente su una fronte lievemente aggrottata. Gli occhi grigio azzurri scattavano avanti e indietro, seguendo il percorso delle parole lungo le pagine. Nel complesso era in uno stato di disordine generale, la camicia blu sbiadita sgualcita e fuori dai pantaloni color khaki, questi ultimi consumati e arrotolati alle caviglie. Una tazza di tè giaceva fumante sul pavimento; l'uomo si protese e l'afferrò senza interrompere la lettura.

“Ancora impegnato con quello, vedo” un uomo alto e magro si appoggiò allo stipite della porta, scuotendo la massa di capelli neri con un'espressione pietosa. Prese una cucchiaiata di cereali dalla tazza che aveva tra le mani e ruminò pensosamente.

Remus Lupin gli indirizzò un sopracciglio inarcato al di sopra della copertina del libro. “Il tè, o 'Sahara'?”

“Ma tu non dormi mai? “ domandò, inorridito, “o semplicemente vivi di romanzi tascabili babbani ed Earl Grey?”

“Buongiorno anche a te, Sirius.” Voltò una pagina.

“Devi trovarti una ragazza, amico.” Sirius sospirò e si accasciò su una sedia. “O magari...” proseguì, malizia nella sua voce “Ne hai già trovata una, e sei in tal caso incapace di corteggiare suddetta sgualdrina.”

Non ridere, Remus. Non farlo. Non dargli questa soddisfazione... 'Sgualdrina', però... Chi usa ancora quella parola?

Un altro sopracciglio castano si inarcò a raggiungere il primo. “Se comprendo correttamente la tua insidiosa insinuazione” affermò lentamente, sopprimendo una risata “hai appena definito tua cugina una sgualdrina.” Girò nuovamente pagina con deliberata calma.

Sandeckers sarà furioso quando scoprirà della sua barca... Dannato Dirk Pitt con il suo aspetto selvaggio e affascinante e i suoi capelli neri scintillanti. La scamperà anche stavolta. La scampa sempre.

“E tu hai appena ammesso di non riuscire a provarci!” Sirius scoppiò in una ristata simile ad un latrato.

'Provarci'? Com'è totalmente privo di tatto... Ma in effetti sei Sirius... E la scamperai. La scampi sempre.

Un sorriso tese gli angoli delle sue labbra, e fu lieto che il suo viso fosse celato dalla copertina del libro. Sapeva che quell'argomento sarebbe saltato fuori prima o poi, si era semplicemente chiesto quando sarebbe successo. Sirius l'aveva punzecchiato di nascosto ma senza tregua da quando l'aveva visto parlare con Tonks nel primo incontro dell'Ordine, ben quattro settimane prima.

“Non ho detto nulla del genere.”

“Allora, Tonks, eh? E' parecchio attraente.” Agitò il cucchiaio in aria, enfatizzando la sua arringa. “Voglio dire, se non fossimo cugini...” sogghignò pensieroso “-e se non fosse così terribilmente infatuata del mio miglior amico... Posa quell'assurdità babbana, Lunastorta, sto cercando di avere una conversazione con te!” Fissò Remus minaccioso, puntandogli contro il cucchiaio.

'Infatuata'? Dove raccoglie le sue informazioni? E chi usa più la parola 'infatuato'?

“Sirius” Remus gli scoccò un'occhiata colma di disapprovazione “Prima di tutto questo non è un'assurdità... è un romanzo storico.” Tamburellò sulla copertina del libro “Inoltre, se hai intenzione di parlare con me, abbassa quell'utensile da cucina. Non sei in cima alla lista delle persone da cui voglio essere cucchiaiato, al momento.”

“Ah, ma scommetto che mia cugina lo è... Scommetto che ti piacerebbe.” Sirius scosse il capo di nuovo, ghignando come se avesse vinto un premio. “E so per certo che non sei andato a letto ieri sera! Hai aspettato che lei tornasse dalla missione!”

“Sì, l'ho fatto.” Remus chiuse il libro. Era rimasto sveglio ad aspettare, tendendo l'orecchio un po' troppo ansiosamente nella speranza di sentire i goffi passi di lei nell'ingresso. Non voleva ammettere di fronte a Sirius che Tonks gli piaceva parecchio, abbastanza da prepararle una tazza di tè quando arrivò, esausta, abbastanza da lasciare che si addormentasse con la testa poggiata sulla sua spalla, abbastanza da portarla in braccio nella propria stanza e permettere che dormisse nel suo letto per dormire invece nello studio.

E' quello che qualunque buon amico farebbe... ed è ciò che siamo, nulla di più, davvero... Sfortunatamente.

“Aha! La verità viene a galla!” Sirius esclamò trionfante.

Non scoprirò mai cosa succederà ad Eva, ora...

“Allora. Avete...?” Sirius dimenò le sopracciglia e gesticolò in modo volgare, la tazza di cereali sospesa a mezz'aria.

“No!” Soppresse l'irresistibile impulso di scagliare un libro contro il cranio scarmigliato dell'amico.

Non devo. Danneggiare. La. Letteratura. Non importa quanto lui lo meriti...

“Non abbiamo neppure- voglio dire, non siamo- siamo solo amici” concluse fiaccamente.

Ma ci sto lavorando...

“Beh, avreste dovuto. Sei fastidiosamente stizzoso oggi, magari una buona scopata ti avrebbe tirato su di morale. Reso... più sopportabile.” Sirius si strinse nelle spalle, giocherellando con cucchiaio nella tazza. “Per Merlino, sii ragionevole! E' ovvio che le piaci, ed io potrò esigere il titolo di paraninfo. E se non le piaci, posso pur sempre inveirti contro a riguardo, quindi a me andrebbe bene in ogni caso.” sfoggiò il suo miglior ghigno alla Black.

“Già, beh, grazie per il prezioso suggerimento” ribatté Remus, aprendo nuovamente il libro.

Una cucchiaiata di cornflakes umidi lo colpì in fronte.

“Dispenso sempre buoni consigli, è l'unica cosa che posso farci... Non sono di alcuna utilità per me stesso.”





“Lunastorta è solo... Lunastorta, immagino.” Sirius preparò due tazze di tè e ne fece scorrere una lungo il tavolo verso una donna dai capelli rosa shocking. “E' un... beh, ti assomiglia.” Le passò un piatto di toast, stavano entrambi facendo una tarda colazione.

“Cosa intendi, mi assomiglia?” Tonks versò una ridicola quantità di zucchero nel proprio tè e lo rigirò con fervore.

“Siete entrambi un po'... poco convenzionali. Nessuno dei due rientra in una categoria, di per sé... Eccetto quella degli abomini mutaforma.” Le fece l'occhiolino. “Una coincidenza provvidenziale, direi. E so che sembra un vecchio strambo...”

“Non penso sia un vecchio strambo!” Scosse la chioma rosa con veemenza. “E' solo così... calmo.”

“Sì, è sempre stato così, ma credimi, c'è un senso dell'umorismo deliziosamente perverso, lì da qualche parte, me ne sono accertato. Remus è sempre stato in qualche modo... posato. Era sempre la piuttosto ignorata e sottovalutata voce della ragione nel nostro gruppo di amici.” Un'espressione triste oscurò il volto un tempo affascinante del mago. “Ma l'apprezzo ora, tutte le volte che ha detto 'Sirius, non accettare quel lavoro! Sirius, non sposare quell'arpia!', sai?”

Annuì pensierosa, osservando il proprio tè formare cerchi all'interno della tazza.

“Quello che sto cercando di dire è, non mette così soggezione come sembrerebbe.” L'uomo dalla chioma corvina la fissò intensamente. “E neanche tu. Senza offesa, ma è vero. Entrambi indossate una maschera di fronte a tutti gli altri; non che sia una cosa negativa, a volte è necessario. Comprensibilmente necessario per entrambi.” Sospirò.

“La cosa ha senso.” Replicò lei, in contemplazione “Se hai ragione, ma avere questo in comune è sufficiente perché valga la pena di tentare un rapporto più che platonico?”

“So di aver ragione. E penso che lui mi abbia detto la stessa identica cosa riguardo a te.” Le lanciò una briciola di toast. “Magari non sarà il catalizzatore di una relazione, ma rende le cose più facili capirvi a vicenda. Avete più cose in comune di quanto pensiate.”

Lei gli rilanciò la briciola, che finì nel piatto del burro.

“Gli piaci, sul serio. Ne sono sicuro, lo conosco da quando avevamo dodici anni. So come si comporta in presenza di una ragazza che gli piace.”

“Nello stesso modo in cui si comporta con tutti gli altri?” Si appoggiò allo schienale della sedia, fissandolo con un'espressione sardonica stampata sul volto.

“A dire la verità...sì.” Rispose lui semplicemente.





Qualcuno bussò alla porta dello studio, quella sera, mentre Remus era sdraiato sul tappeto accanto al caminetto, nuovamente assorto nella lettura del suo romanzo babbano. Sospirò tra sé.

Che c'è adesso, Felpato? Altri consigli fraterni? Altri cornflakes?

“Avanti.” Disse, sensibilmente scocciato dall'interruzione.

Un pallido viso incorniciato da capelli magenta spuntò da dietro la porta, gli occhi scintillanti. “Ehi!”

“Oh, scusa.” Si mise a sedere. “Entra pure.”

“Sei impegnato?” Aprì la porta con un piede, reggendo due bottiglie di burrobirra in una mano e un piatto di torta nell'altra. “Sirius mi ha detto che eri quassù e che avrei dovuto portarti uno spuntino, anche se non so se quello che ho portato corrisponda alla sua idea di 'spuntino'. Non tirarti su” Disse mentre lui faceva per alzarsi “Sembravi essere terribilmente comodo, mi siederò qui con te.”

Promemoria – Abbraccia Sirius.

Tonks si sedette a gambe incrociate, tentando disperatamente di bilanciare la torta e le bevande. Remus prese entrambe le burrobirre e le stappò, passandone una alla giovane. Lei posò il piatto con la torta sul pavimento, dolorosamente consapevole della sua goffaggine.

“Ho portato il pezzo più grande che era rimasto.” Affermò, estraendo due forchette dalle tasche. “Ma volevo limitarmi a rompere un piatto per oggi, quindi ci toccherà dividere.” Era colpito dalla sua abilità di ridere della propria sgraziataggine. “Dovrei indossare uno di quei cartelli babbani... 'Senza Rischio di Incidenti per Venti Secondi'.”

Lui rise, piantando la propria forchetta nella torta al cioccolato. Gli piaceva il suo strambo senso dell'umorismo, il modo in cui il suon naso si arricciava quando rideva. Gli piaceva addirittura la sgargiante maglietta arancione con la scritta “From Concentrate” e le scarpe da ginnastica celesti.

“Grazie per esserti preso cura di me ieri sera. Ero in un stato pietoso, ne sono sicura.” Infilzò la torta con la forchetta. “Ecco, prendi la glassa, a te piace più che a me... Mi dispiace che tu abbia dovuto dormire sul divano. L'avrei fatto io, sai, non sono una femminuccia.” Lo fissò con franchezza.

“Lo so. Ma sai bene che non te l'avrei permesso.”

“Lo so. Dannati Grifondoro.” Gli sorrise “Remus Lupin, prova vivente che la cavalleria non è morta.”

Sarà meglio che ti ci abitui, Ninfadora.

“Ha ha ha” rise beffardo, tendendo le gambe verso il fuoco e spostando il libro.

“Che cosa stai leggendo?” Lo raccolse, sbirciando tra le pagine. “Oh, è babbano!”

“E' carino. Un po' verboso.” Si appoggiò ai gomiti. “Ti piacciono le cose babbane?”

“Oh, sì” Rispose sorridendo. “Mi piace quella roba. Film, libri, musica, gadget. A dire la verità” Tirò un filo che spuntava dal tappeto “Ho studiato in un'università babbana...”

La fissò incredulo.

Quanto è forte? Oh, Merlino, ho appena pensato la parola 'forte'. Questo non è forte. Diamine.

“Solo per due trimestri, non per molto.” Tonks scosse il capo, facendo volare la chioma rosa. “Era per lavoro, quand'ero cadetto e studiavo per diventare un Auror.”

“Cosa studiavi?” domandò con interesse, e stranamente consapevole di quello che doveva essere un movimento inconscio verso di lei.

“Un po' di filosofia. Kingsley diceva che dovevo cercare di mantenere i miei pensieri più in forma dei miei piedi. Ma non penso abbia funzionato... E' passato un po', ma...” Si interruppe, riflettendo. “L'uomo ideale sopporta le avversità della vita con dignità e grazia, sfruttando al meglio le circostanze.”

“Aristotele.” Fissò la sua bottiglia di burrobirra, sapendo che sarebbe stato un crimine contro natura non agire in base ai propri sentimenti per lei.

Lei annuì. “Definisce un paio di uomini che conosco.”

Sedettero in silenzio, l'unico suono era lo scoppiettio del fuoco. Lui posò la bottiglia sul pavimento e guardò Tonks intensamente.

“Tonks, mi stavo chiedendo” si schiarì la gola “se tu volessi-”

“Sicuro-” lo interruppe lei, con un ampio sorriso.

“Ma non mi hai-” si passò una mano tra i capelli, frustrato.

“Lasciato finire? Come puoi essere certo che io non sapessi già quello che stavi per chiedermi?” La voce velata di finta timidezza.

La osservò in silenzio. Lei sorrise gentilmente e prese la sua mano.

“Mi piacerebbe aiutarti a sfruttare al meglio le circostanze.” La mano di lei era calda al contatto con la sua. “Ma dovrai dividere la torta con me” aggiunse in un serio sussurro.







Translator's Corner:

Eccovi il secondo capitolo, ed incredibilmente ad una distanza decente dal primo... Non potrò garantirvi sempre questa rapidità tra i vari impegni universitari, ma prometto che farò del mio meglio!

Intanto spero che la storia vi stia appassionando! Ringrazio di cuore, anche da parte dell'autrice, i lettori e recensori del precedente capitolo, e coloro che hanno già inserito la storia tra i preferiti!

Per questa volta non ho tempo di ringraziarvi e rispondervi singolarmente perché sono un po' di fretta, recupererò al prossimo capitolo!

A presto!!!

Arya87

  
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