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Autore: R_Iccio    08/01/2016    0 recensioni
Negli ultimi due anni dalla conferma del “Regime” gli attentati terroristici crebbero esponenzialmente sfuggendo al controllo dei vari governi, causando crisi e tensioni sociali non indifferenti. Diversi stati, corrotti dall'anarchia, finirono per scomparire, per poi essere sottomessi da un'organizzazione, di cui nessuno sapeva nulla... I media dei paesi non ancora in sfacelo accusavano i più grandi movimenti terroristici di queste malefatte, ma essi non erano nient'altro che pedine su una scacchiera molto più grande, di cui anche noi facevamo parte.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Riaprii gli occhi. Mi trovavo nella radura, sdraiato nello stesso punto da dove me ne ero andato. L'erba era piacevolmente umida, e il terriccio morbido mi aderiva tiepido al corpo come se qualcuno vi ci fosse sdraiato poco prima.

Mi alzai e mi stiracchiai, e dopo uno sbadiglio mal celato mi tirai delle pacche per far scivolare via i residui di fili d'erba dalle vesti logore.

-Qualcosa non va, ragazzo mio?- La voce calda e roca di Iroh mi confortò e mi scaldò, scaturendo in me una sensazione che non provavo da mesi ormai: mi sentivo protetto, al sicuro... Quel velo di ansia, paura e malinconia che rivestiva le mie giornate, le nostre giornate, scivolò via e al suo posto un tepore ormai dimenticato parve farsi strada tra le membra.

Rilassato come non lo ero da molto tempo mi avvicinai alla casa trattenendo a stento un sorriso ebete.

-Non riesci a tornare indietro dunque?- ripeté il vecchio.

-In che senso scusa?- chiesi allegramente?.

-Ti sei coricato lì qualche minuto fa, ed ora sei in piedi. Non ricordi?-

Ci misi qualche istante a cogliere la questione, poi titubai -Scusa... Io me ne sono andato da qui due notti fa... Cosa vuoi dire?-

Iroh mi scrutò da sotto le sopracciglia, dubbioso. -Da quando ti sei coricato non ti sei mosso di un millimetro... E ti sei coricato soltanto da una manciata di minuti... Beh, vado a preparare del buon thé, poi risolveremo la questione!- e concluse con la sua caratteristica risata allegra.

Mi avvicinai alla casa, Beor sedeva all'ombra del porticato, il suo sguardo era cupo e impenetrabile. Presi posto di fronte a lui, ma appena poggiai sulla seggiola scattò in piedi e, senza degnarmi della sua attenzione, mi passò di fianco e si incamminò nella pianura.

Dopo essere arrivato a una ventina di metri dalla casa si girò verso essa e sedette a mezz'aria a gambe incrociate. Un ghigno di soddisfazione prese posto sul mio volto. A poco a poco lo spirito della pazienza iniziò ad ascendere verso il terreno e, silenzioso come un miraggio, un largo e liscio ceppo d'albero emerse dal terreno al fine di intercettare l'uomo orso.

-Sta meditando-. Sobbalzai, Iroh spuntò alle mie spalle carico di argenteria e di buon thé. -Ne sono sorpreso anch'io in verità, è la seconda volta che lo vedo meditare.- Lo guardai incuriosito, quell'uomo mi affascinava sempre di più, era avvolto da un'aura perenne di calma e imperturbabilità.

Sorseggiammo il nostro thé discutendo della situazione mia e del mio mondo. Al fine della vivace chiacchierata Iroh si alzò, mi accennò un inchino e si congedò:- Se vuoi scusarmi, avrei degli impegni da svolgere nella Nazione del Fuoco, attendimi qui per favore: puoi leggere un libro, se ti aggrada.- Di colpo mi sentii in ansia: non volevo essere di nuovo lasciato solo, e temevo che Koh o qualcosa di più orribile potesse sbucare nella radura...

-Quando... Quando tornerai?- Esitai titubante.

-Presto ragazzo mio- disse sorridendo, e scomparve.

In pochi attimi rimasi solo nella radura: il sole illuminava la foresta dai colori vivaci e l'animato sottobosco. Piccoli spiritelli iniziarono ad affiorare dai cespugli e a fluttuare tra gli alberi, ridendo e cantando.

Alcuni si addentrarono nella radura e la luce intensa sfoggiò i colori armonici di quelle bizzarre creature, rivelando anche la loro semitrasparenza e leggiadria.

Lentamente, pochi alla volta, una manciata di spiriti fluttuò verso il corpo di Beor e iniziarono a giocare attorno a lui con i caldi raggi del sole, creando così un vortice di colori tenui e brillanti.

Entusiasta dello spettacolo mi addentrai nella piccola casa; ogni cosa era praticamente fatta in legno: pavimento e pareti, mobilia e utensili, e persino i soprammobili non erano nient'altro che bizzarri animali intagliati.

Mi avvicinai alla libreria: occupava un'intera parete, ma rimaneva comunque relativamente piccina. Scorsi veloce i titoli e intravidi cose del tipo: “Le origine della città impenetrabile” o “Cultura e tradizioni dei nomadi dell'aria del tempio del Nord” o ovviamente “Thé, non un semplice infuso di foglie”. Scorsi anche altri titoli riguardanti tutte le quattro nazioni, avventure di Avatar del passato e misteri di civiltà perdute o di bestie leggendarie.

Indeciso su cosa iniziare a leggere mi avvicinai al pesante tavolo che occupava la maggior parte della stanza e scorsi un libro, aperto e incompleto, scritto sicuramente da Iroh stesso; presi a sfogliare il tomo e ci misi poco a intuire che narrava di tutta la vicenda degli ultimi 150 anni: da Roku a Sozin, ai cento anni di guerra, allo sterminio dei nomadi dell'aria e dei draghi, all'ultimo dominatore dell'aria e alla sua avventura; il libro parlava del ritrovamento di un bambino, costretto a imprese più grandi di lui, e parlava dei suoi compagni fedeli e bizzarri, senza i quali il giovane Avatar non avrebbe percorso più di qualche metro. La storia si evolveva poi in mille battaglie e mille sconfitte, tramite le quali il bambino crebbe e divenne un ragazzo, forte e saggio, che, accompagnato da una manciata di compagni, riuscì a fermare un folle e a riportare l'equilibrio nel mondo. Le ultime pagine parlavano appunto delle sue ultime azioni e avventure, dell'indipendenza dell'ultima colonia della Nazione del Fuoco e dell'importanza di Yu Dao, la splendida città sorta da essa.

Così venni a sapere anche dell'integrazione nella società globale di popoli quale gli abitanti della Palude, o gli antichi maestri Maestri del Sole.

Lessi delle comunità di donne che, inizialmente membri di un banale fan club, stavano a poco a poco ricreando la società degli antichi nomadi dell'aria.

Rimasi incollato alle pagine del libro per ore, lessi avidamente ogni parola, rapito dallo stile dettagliato e scorrevole di Iroh fino a quando, letta l'ultima frase scritta fino ad allora, crollai esausto sul tavolo: in fondo dalla giornata precedente la mia mente non aveva ancora chiuso occhio!


Mi risvegliai dall'altra parte, stanco e desideroso di dormire, con la faccia bollente e dolorante; non feci a tempo ad aprire gli occhi e a mettere a fuoco che un qualcosa mi colpì con decisione il volto.

-Ehi! T... Tommy ma porca troia! Si può sapere che ti prende? Ho sonno!-

Il mio amico mi sovrastava, la mano levata pronta a colpire, il volto pallido. Frastornato dalla mia reazione mi scivolò di dosso.

-Stai bene?- Intervenne Kenny, preoccupata.

-Err... Sì?- Risposi, insicuro.

-Amico...- Iniziò Tommy -Temevamo fossi andato in coma o robe così! Dobbiamo essere praticamente adesso giù! Che diavolo t'è preso?!-

-Io... Ehmm... Avrò avuto un collasso o robe così... Ma sbrighiamoci, siamo in ritardo no?- Mentii, ovviamente, e mi alzai controvoglia; durante la giornata notai la strana sensazione di avere il fisico riposato e scattante e la mente stanca e pesante.

Quella notte decisi di non provarci nemmeno ad andare dall'altra parte, e mi godetti il meritato riposo.


Quando, tre notti più tardi, riuscii a tornare nel mondo degli spiriti, mi ritrovai accoccolato su una seggiola con il viso adagiato a lato del grosso tomo, una ciocca di capelli si era insinuata nella boccetta d'inchiostro e, stiracchiandomi gli occhi, mi macchiai volto e vesti.

Sollevato di non aver sporcato nulla, fuorché me stesso, cercai mezzo tentoni il bagno o un qualcosa cui poteva ricondurvi.

-Ivan- Tuonò qualcosa alle mie spalle. Sobbalzai, un po' per lo spavento e un po' per le condizioni in cui mi trovavo.

Beor attendeva sull'uscio, con lo sguardo torvo e il volto serio.

-Ehmm, finita la meditazione?- Iniziai.

-Sì- Rispose lo spirito, accennando un'occhiata di commiserazione quando mi vide il volto. -Ho concluso la mia meditazione.-

Un silenzio imbarazzante avvolse la casupola.

Titubante presi parola: -Quindi... Trovato nul...-

-Ho bisogno di confrontarmi con Iroh- Mi interruppe l'omone, brusco.

Il silenzio avvolse di nuovo la casupola, Beor ergeva imperturbabile all'ingresso, sbarrando l'uscita, immobile.

-Oooooh, non credevo ci fossero costruzioni, qui nel mondo degli spiriti!- Una voce gioviale e squillante ruppe il silenzio, Beor corrucciò le sopracciglia e, curioso, si diresse all'esterno per controllare. Lo seguii.

Iroh, dal margine della radura, si dirigeva verso di noi e un ragazzo, più o meno della mia età, lo seguiva. Il ragazzo aveva due occhi grandi e curiosi, di un colore banale, ma di una vivacità sorprendente, avida e fanciullesca.

Aveva le orecchie a sventola e la testa rasata era adorna di una grossa freccia blu. Indossava un abito simile, sia nell'aspetto che nel colore, alle tonache dei Samana (i monaci buddisti, per intenderci). Le braccia, né forti né deboli, erano adorne del medesimo tatuaggio blu chiaro di cui godeva il capo.

Quando i due arrivarono a pochi passi da noi, il ragazzo si fece serio e, poggiando il pugno sul palmo della mano aperto, si presentò con un inchino: -Sono l'Avatar Aang, piacere di conoscervi.-

Mi sentivo come un bambino cui gli è appena stato regalato il giocattolo più bello e vistoso del quartiere; tentando di non essere colto da un infarto, tesi la mano per farmela stringere e il ragazzo, preso alla sprovvista, fece scattare la mano avanti e mi diede due pacche: prima palmo e palmo, e poi dorso e dorso. -Non credevo fossi un abitante dell'isola dei Rinoceronti-Scoiattolo! Solitamente i locali hanno la pelle molto più scura e la faccia corrucciata!- Esclamò ridendo.

Iroh scrosciò nella sua caratteristica risata: -No Aang, no!- Esclamò, quasi in lacrime. -Lui non è del nostro mondo!-

-Ah no?- Esclamò Aang, incredulo -Eppure non dai l'idea di essere uno spirito- e, a quella parola, si inchinò anche a Beor, che accennò un inchino col capo e borbottò una fugace presentazione.

-No, no!- Rise di nuovo il vecchio saggio: -È un umano! Ma non appartiene ai nostri mondi!- Aang rimase perplesso dalla risposta, e un fiotto di curiosità iniziò ad inondargli le membra.

-Iroh- Intervenne lo spirito. -Ho bisogno di parlarti, e subito.-

Iroh, stranito da tanta serietà, si fece a sua volta serio e acconsentì. Mentre guardavo curioso i due uomini incamminarsi verso il margine della radura, sentii gli occhi di Aang puntati addosso, bramoso di saperne di più.

-Quindi come hai fatto a raggiungere questo mondo?- Chiese, educato.

-La prima volta mi è successo mentre sognavo, poi, concentrandomi, ho imparato a venire qui la notte: questa sarebbe la terza volta!-

-Quindi raggiungi il mondo degli spiriti con la meditazione! Un po' come facciamo noi del nostro mondo! Forse... Forse il tuo mondo è soltanto parallelo al nostro... Ed entrambi hanno in comune l'accesso al mondo degli spiriti!- Esclamò Aang, estasiato.

-Può darsi- Risposi -Il punto è che nel mio mondo si sa molto del vostro... E di te! Mentre voi non sapete nulla del mio... Credo... È strano!-

-Cosa sapete su di noi, e... su di me?-

-Conosciamo praticamente tutta la tua storia, dalla guerra, a Roku e a Yu Dao-.

-Quiindi- Cantilenò il giovane Avatar, pensieroso -Siete aggiornati in tempo reale, più o meno, voglio dire, con Yu Dao ci stiamo ancora lavorando!-

Annuii d'impulso ma poi, abbastanza restio ad enunciarmi, smentii: -No, non è vero... Sappiamo molto di più, sappiamo anche della tua storia futura! E addirittura della storia della tua successrice!-

Aang si stupì da quelle parole, e il suo volto mutò in uno stato di ulteriore curiosità, ma anche di timore: -Credo... Credo che tu non debba dirmi oltre, potrebbe causare un bel casino- Rise -E poi chissà che strano essere donna!- Scrollò il capo, come per costringersi a non pensare al suo futuro. -E quindi i nostri mondi non sono paralleli anche temporalmente, oppure sì ma c'è una specie di ritardo... Magari causato dal mondo degli spiriti!- Scrollai le spalle, poco convinto.

-E non è tutto- Iniziai io: -Quando vengo qui, il mio corpo è come se fosse in due posti contemporaneamente: rimane al suo posto nel mio mondo, ed è anche qui! Vedi:- Gli dissi mostrandogli la cicatrice sotto la spalla, lo sguardo di Aang brillò di commiserazione -Questa me la sono fatta qui, e nel mio mondo il mio corpo aveva la stessa lacerazione!-

-Beh questo- Incalzò Aang -Non è strano, anzi, è regolare. Nel mondo degli spiriti accede solo l'anima delle persone, ma se essa dovesse subire degli infortuni, il nostro cervello li riprodurrebbe anche sul nostro corpo. E da queste parole ipotizzo che il tempo che trascorri qui è lo stesso che trascorre il tuo corpo nel tuo mondo senza di te.

-Più o meno sì, il problema però è che quando sono nel mio mondo, qui il tempo è come se si bloccasse. E ricomincia quando torno! Anche Iroh e Beor ne sono testimoni.-

-Wow...- mugulò Aang -È molto più complicato del previsto!- Annuii.


-Ivan, Aang- Ci chiamò Iroh: -Volevo parlarvi assieme di qualcosa di importante; ma ora la faccenda si è complicata...-

-Ivan- Incalzò Beor -Non sei il primo, come già accennato, a compiere simile viaggio: diversi millenni fa, quando ancora Raava non era legata a te- Disse indicando Aang che, pur non avendo mai sentito parlare di questa Raava, sapeva benissimo chi era -, un ragazzo arrivò qui e fece delle cose... Cose di cui nemmeno io riesco a ricordare! Questo ragazzo... Era un ponte; un ponte tra diverse dimensioni.-

-Un Avatar!- Intervenne Aang. -Solo sotto alcuni punti di vista, ma sì. Questo... Avatar dimensionale mi prese qualcosa... E ho intenzione di riprendermela. Inoltre, questione molto più urgente ed importante, il tuo mondo, Ivan, ha bisogno di aiuto, tu, hai bisogno d'aiuto.- Lo guardai, silenzioso -Ed è ora compito dell'Avatar fare una scelta: aiutare o non aiutare questo mondo, ormai legato ai nostri?-

Aang mi guardò, scosso. -Il tuo mondo è in guerra?-

-Sì- Risposi -Ed io stesso sono un prigioniero del Regime che sta colonizzando il globo.- Aang ne rimase sconvolto sconvolto.

-Anche se volessi... Come potrei aiutarlo?- Esclamò, rivolto a Beor.

-Quel ragazzo...- Iniziò lo spirito -Quel ragazzo poteva creare delle porte; porte tramite le quali poteva passare gente; porte tra le dimensioni!-

-Ma... Anche se fosse vero...- Protestai -E anche se io e quel ragazzo avessimo davvero qualcosa in comune... Come posso imparare a fare cose del genere?-

-Meditando- Fu la risposta sovrappensiero di Iroh.

-E - Intervenne Beor -Con me.- Io e Aang lo guardammo con aria perplessa. -Giovane Avatar, con il tuo consenso io violerò uno dei limiti da te concessi a noi spiriti- Aang lo guardò spaventato. -Io ti chiedo, di farmi unire a questo ragazzo.- Enunciò con aria solenne, come se avesse dovuto compiere uno sforzo immane per pronunciare tali parole.



Rivelatosi il capitolo mooolto più lungo di quanto pianificato ho deciso di spezzarlo in due, spostando così l'uscita della conclusione della prima saga a quando finirò di lavorare al brano. Vi invito a commentare, criticare e domandare così per farmi fare un'idea se quello che scrivo piace o sta venendo una cagata epocale.


P.S. Ho aggiunto un paragrafetto al terzo capitolo, che aiuta a far comprendere meglio la time line della storia, che effettivamente risultava ambigua.

Alla prossima!

   
 
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