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Autore: Undead    26/01/2016    1 recensioni
Voldemort ci rende partecipi di alcuni episodi della sua vita, fin da quando era solo un bambino creduto da tutti diverso. Verremo a conoscenza dei suoi pensieri, dei suoi desideri. Sapremo cose che ci sono state tenute nascoste.
Dal testo:
"Gli piace quando gli altri bambini hanno paura di lui, a volte anche gli adulti ne hanno."
"Magari disperso da qualche parte c’è esattamente qualcuno come lui, che sta pensando esattamente le stesse cose, qualcuno che può fare quello che sa fare lui. Anche se così fosse Tom è sicuro che nessuno potrebbe mai essere più in gamba di lui."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Attraverso la soglia e… mi trovo ai margini di un bosco.
Non mi riesco a spiegare come sia possibile, pensavo che i miei occhi mi avessero ingannato o che fosse un enorme quadro molto realistico, invece mi trovo veramente di fronte un bosco.
Mi domando cosa fare, non sono sicuro di avere altre occasioni per tornare qua, d’altro canto non voglio che scoprano che sono a conoscenza di questo segreto, non prima che sia riuscito a esplorarlo tutto quanto e sembra davvero grande.

Ho deciso. Torno con gli altri, faccio come se nulla fosse; stanotte torno qua, non credo che sia sorvegliato anche di notte. In caso mi sbagliassi e ci fosse qualcuno mi fingerò sonnambulo.
 
 
Sono nella mia camera, la mia mente sta viaggiando come non mai. Le ore passano. Sento le porte chiudersi, i rumori diradarsi sempre di più.
Ecco finalmente il silenzio, tendo le orecchie ma sono certo che tutti siano nelle loro stanze.
Mi alzo e con passo felpato procedo senza esitazioni verso la cantina, qui il buio è ancora più intenso ma non posso rischiare di accendere una candela; procedo a tentoni verso la porta che so esattamente dove si trova.
Ci sono di fronte, se ci fosse qualcuno di guardia non starebbe al buio, però non mi fido completamente, così allungo le braccia in avanti e procedo lentamente, pochi istanti dopo le mie dita toccano qualcosa di duro e freddo.
La porta.
So di essere completamente solo quindi accendo una candela, apro la serratura e oltrepasso di nuovo la soglia, il bosco è lì pronto ad accogliermi una strana energia mi attira al suo interno, sento che quel posto mi appartiene.
Supero i primi alberi e procedo verso il centro, intorno a me sembra esserci solo vegetazione, un’infinità di alberi diversi tra loro si susseguono tutt’intorno. C’è una leggera brezza che muove le foglie, il loro fruscio è un perfetto sottofondo per una bella dormita.
Peccato che non ho tempo di dormire, devo restare lucido e imprimere nella mente la strada che sto percorrendo. Sento che mi ci vorrà del tempo per scoprire cosa nasconde questo bosco e cosa ci fa dietro ad una porta, ho la strana sensazione che abbia a che fare con me; scommetto che è comparso lo stesso giorno del mio arrivo.
Perdendomi nei miei pensieri e nelle mie congetture non mi accorgo del tempo che passa, vedo i primi deboli raggi di sole spuntare fra i rami e capisco che è tempo di rientrare, percorro la strada a ritroso, spengo la candela e accosto la porta. Non voglio chiuderla so che tra qualche ora, al massimo, qualcuno scenderà e trovandola aperta, si precipiterà dalla direttrice, io mi assicurerò di essere a portata d’orecchio nella speranza di captare informazioni utili al riguardo.  
 
 
Le sveglia suona e tutti quanti ci ritroviamo a fare colazione, come è mia consuetudine afferro un piatto con poche pietanze e me ne vado a consumarle da solo.
Di solito torno nella mia camera ma oggi, mi apposto nell’armadio appena fuori l’ufficio della direttrice sperando che presto arrivi qualcuno per discutere con lei della mia nuova scoperta.
Non devo attendere molto, nemmeno avevo terminato di mangiare quando una delle educatrici (quella alla quale toccava la guardia della porta) si precipita correndo nel corridoio ed inizia a bussare intensamente alla porta dell’ufficio, vedendo la scena dalla fessura dell’anta dell’armadio devo dire che la trovavo particolarmente esilarante, d'altronde sembrava proprio spaventata e sconvolta.
Pochi istanti dopo la porta dell’ufficio si apre e ne fuoriesce una, particolarmente, alterata signora (la direttrice). La collera le si leggeva negli occhi, ma una volta incrociato lo sguardo con quello della sua dipendete capì che qualcosa non andava e la domanda le sorse spontanea: “Cos’ha combinato questa volta?”
Era ovvio che si riferisse a me, non posso negare che le scenate delle istruttrici prima di una bella punizione erano molto simili a quella appena avvenuta.
Con grande stupore della direttrice però, la giovane sembrava non capire e in preda all’ansia e l’agitazione si mise a parlare senza fare nemmeno una pausa, l’unico risultato fu quello di risultare incomprensibile. Dopo qualche secondo e svariati respiri profondi, finalmente, riuscì a spiegarsi: “Signora direttrice, la porta giù in cantina è aperta, qualcuno potrebbe essere precipitato”
 
Precipitato, come è possibile precipitare in bosco? Sono sicuro che loro e anche tutti gli altri bambini dell’orfanotrofio di perderebbero nella vastità di quel posto. Forse per questo sorvegliano l’entrata.
Però non capisco… cosa significa ‘qualcuno potrebbe essere precipitato’?
 
Mi risveglio dai miei pensieri e torno cosciente della conversazione che sta avvenendo, a pochi passi da me, tra le due donne; la direttrice sta chiedendo spiegazioni e a quanto pare ha dato l’allarme a tutte le istruttrici. Si sento rumori di corsa e tantissime urla, tra le altre cose riesco a distinguere qualcuno dire: “Portiamo tutti i bambini nelle loro camere, lì possiamo tenerli sotto controllo”, e ancora: “Voi venite con me! Andiamo a vedere se si vede qualcosa, prendete qualcosa per fare luce. Tu avvisa la polizia e dì che potrebbe servire un ambulanza.”
“Sì, signora subito!”.
Qualcuno, appena il gruppo con la direttrice al comando si fu avviato e il frastuono ormai era solo un ricordo, con un tono molto grave si trovò a dire: “Come se servisse un medico, se davvero qualcuno è precipitato, purtroppo, per lui non c’è più nulla da fare. È troppo profondo.”
 
Profondo? Ma sono tutte impazzite! È un bosco!
Perplesso per la stupidità che ogni giorno dimostrano le persone con le quali sono costretto a condividere un tetto metto in moto il cervello e, dimostrandomi ancora una volta superiore a loro, valuto tutte le mie opzioni.
Decido che la cosa migliore in quel momento sia fingere di non sapere nulla e velocemente raggiungo la mia camera, appena prima che un’istitutrice aprisse la porta per controllare se stavo bene, trovandomi sul letto con il mio piatto semi vuoto non si fece domande e uscì chiudendosi, a chiave, la porta alle spalle.
Devo ammettere che non l’avevo previsto, non avevo considerato l’ipotesi che chiudessero a chiave le porte. Per me però non era un problema al momento giusto sarei uscito e con le miei doti innate avrei scoperto di più su quella storia.
Ora devo solo aspettare che arrivi la polizia, così potrò origliare le informazioni che si scambieranno con la direttrice e le “testimoni” di questa strana storia.
   
 
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