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Autore: uomi_hime    28/03/2016    2 recensioni
[ storia ad OC ] [ Ho tutti gli OC necessari, grazie a chi ha partecipato :)] [Prossimo aggiornamento: 1 luglio]
 
La Namimori organizza uno scambio di studenti con una scuola di Tokyo, dando la possibilità a 7 studenti di passare 6 mesi nella capitale del Giappone. Dopo una lunga attesa, gli alunni scelti sono, a sorpresa di tutti, Dame-Tsuna e la sua stramba compagnia, con ovviamente lo zampino di un certo assassino professionista. Dopo aver convinto Hibari a lasciare il suo adorato comitato disciplinare nelle mani di Kusakabe e della sua banda, i ragazzi partono, inconsapevoli di ciò che li aspetta nella capitale.
 
Perché un antico nemico trama nell’ombra, ed è deciso a distruggere per sempre la famiglia Vongola. Con l’aiuto dei nuovi amici, riusciranno Tsuna e i suoi Guardiani a sconfiggere la nuova minaccia?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~CAPITOLO 9~
 
-NO!-
Shin si svegliò di scatto, balzando a sedere sul letto. Si guardò intorno, intontito dal sonno, ma il suo cervello ci mise poco a riconoscere chi aveva cacciato quell’urlo: quella era la voce di Haru.
Corse fuori dalla stanza, il cuore che gli martellava in petto, e aprì con cautela quella di fronte. La ragazza era seduta sul letto, le lacrime agli angoli degli occhi e il respiro affannato: un incubo, probabilmente. Sospirò e le si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla.
-Tutto a posto?- la mora sussultò, girandosi verso di lui. Lo fissò, le lacrime sempre più evidenti, aggrappandosi al suo petto come se non volesse più lasciarlo andare.
Il ragazzo, dapprima confuso, l’abbracciò tentando di consolarla.
-Cosa succede?- chiese preoccupato.
-Ho sognato quella maledetta prigione…- sussurrò Haru, tra un singhiozzo e l’altro -Giman ti torturava davanti ai miei occhi… e io non potevo fare niente per impedirlo- Shin la strinse forte, affondando il viso tra i capelli della compagna. Solo lui sapeva quanto quella prigionia forzata l’avesse segnata, la paura continua di non riuscire più a rivedere le persone care che aveva riempito il cuore e la mente di ognuno di loro per tutta quella settimana infernale.
-Ehi- la chiamò, afferrandole le spalle e costringendola a guardarlo negli occhi -Guardami. Sono qui, non vado da nessuna parte- sorrise, poggiando la fronte contro quella della ragazza –Non ti lascio da sola-
La giovane gli sorrise, grata, per poi annullare le distanze e baciare dolcemente quello che ormai poteva definire a tutti gli effetti ‘il suo ragazzo’.
Si separarono dopo un tempo che a entrambi era sembrato infinito, i respiri ansimanti per la mancanza di ossigeno e i battiti dei loro cuori veloci e sincronizzati.
Si addormentarono così, uno accanto all’altra, stretti in un abbraccio da cui niente avrebbe potuto separarli.
 
La mattina dopo, a svegliarli fu la voce tonante dello zio di Shin, un ex-militare muscoloso e tarchiato che si era occupato di lui da quando era bambino.
Balzarono entrambi a sedere, per poi correre al piano di sotto per fare colazione: un solo secondo di ritardo sarebbe costato loro una punizione coi fiocchi.
Si lavarono e vestirono velocemente, per poi uscire assieme prima che l’uomo riuscisse ad appiopparli qualche commissione da svolgere durante il tragitto.
Camminarono mano nella mano, chiaccherando del più e del meno circondati da una bolla di felicità dove esistevano solo loro e nessun altro.
…ma fu quando arrivarono al cancello della scuola che Shin si rese conto che qualcosa effettivamente non andava: tutti li fissavano, ridacchiando e bisbigliando nella loro direzione. Ma gli bastò alzare lo sguardo verso l’edificio per capire: attaccato alle finestre dell’ultimo piano c’era un gigantesco striscione che copriva tutta la facciata, che riportava a caratteri cubitali la scritta ‘Auguri a Shin Kaname e Haru Miura, neo-coppia del nostro istituto!’.
Shin si bloccò sul posto, gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta dallo stupore: come facevano a saperlo? Si erano messi assieme solo il giorno prima!
Accanto a lui Haru divenne rossa come un pomodoro maturo, talmente imbarazzata da non riuscire a spiccicare parola. Si allontanò leggermente dal compagno, lasciando la sua mano, per poi non riuscire più a reggere gli sguardi degli altri studenti e scattare di corsa verso l’interno della scuola.
Il castano la lasciò andare senza dire niente, troppo impegnato a formulare diversi piani omicidi in direzione di chiunque avesse dato origine a quella pagliacciata. Si avviò a passo deciso verso un preciso gruppetto di studenti, che poco lontano lo osservavano preoccupati e leggermente divertiti.
Sayaka e Nikki si stavano allegramente rotolando dalle risate, sotto gli sguardi rassegnati di Rise e Ayane e quello accigliato di Rin mentre poco lontano Suzume sghignazzava divertita, complimentandosi sottovoce con chiunque avesse architettato tutto quello. Accanto a lei uno Shoichi ghignante, dei Vongola parecchio sconvolti e Rei e Lara completamente disinteressati di tutto.
-Chi. È. Stato?- chiese perentorio Shin, gli occhi che lanciavano saette e un’aura assassina di discrete dimensioni a circondarlo. Tra le risate, Sayaka riuscì ad articolare un qualcosa che assomigliava fin troppo alla parola ‘Ananas’ per poi ricominciare a rotolare e a ridere, e il sedicenne se lo fece bastare. Si girò verso Rise, che si limitò a sospirare sconsolata.
-È là, dietro quell’albero- disse, indicando uno dei numerosi ciliegi che decoravano il cortile.
Dietro alla suddetta pianta, Mukuro – che aveva osservato il tutto kufufeggiando allegramente - compresa la situazione decise saggiamente di darsi alla fuga. Non serve dire che Shin partì subito all’inseguimento, tanto che i due ragazzi si ritrovarono a correre in cerchio per tutto lo spiazzo con tanto di incitamenti da parte degli studenti, che scommettevano su chi tra i due l’avrebbe spuntata –inutile specificare che il giro di scommesse era gestito ovviamente da Sayaka e Suzume, le quali già si pregustavano un bel gruzzoletto.
-Spero non lo riduca troppo male…- commentò Rise, osservando preoccupata la scena.
-Oh, secondo me se riuscisse a prenderlo Shin per lui sarebbe una fortuna- fece Ozora, avvicinandosi al gruppetto –Tsuki è sul piede di guerra. E se scopre che il responsabile è Mukuro, bhè…- si girò verso i Vongola, una risatina nervosa che premeva per uscire –Diciamo che probabilmente Chrome diventerà il vostro unico Guardiano della Nebbia-
I ragazzi deglutirono all’unisono, provando pena per il povero illusionista: probabilmente non sarebbe arrivato alla fine di quella giornata.
Quella mattinata passò così, tra inseguimenti, festeggiamenti e congratulazioni alla neo-coppia che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Peccato che, troppo presa dall’andare in giro urlando a destra e a manca ‘è tutto merito mio, gente! Veneratemi!’, Sayaka non parve accorgersi delle occhiate ansiose e intimorite che Tsuna le lanciava di continuo, alternate ad alcune più imbarazzate rivolte verso la più giovane dei fratelli Inuzuki.
 
***

Dire che Tsuna era confuso era dire poco.
Aveva passato tutta la notte sveglio, tormentandosi nel tentativo di raccapezzarsi sui suoi sentimenti: era risaputo che la sua cotta secolare era Kyoko, lei era sempre stata al centro dei suoi pensieri e più di una volta aveva sognato di sposarla, un giorno; allora perché nella sua testa continuava a ripetersi la scena del bacio all’aeroporto? Non aveva alcun senso!
Ma più ci pensava, più si rendeva conto che l’amore che credeva di provare per Kyoko si era trasformato ormai da tempo in semplice affetto. Altro discorso era invece quel sentimento che sentiva crescere pian piano nel suo petto nei confronti di Nikki: ogni volta che pensava a lei il fiato gli mancava, il suo cuore perdeva un battito e diventava d’improvviso rosso quanto un pomodoro maturo. Non ci stava capendo più niente.
Per questo aveva deciso di chiedere aiuto a Sayaka e le sue amiche: loro avevano già aiutato Haru - le aveva viste seguire la mora in bagno nell’aereo, e al suo super intuito non era servito molto tempo a collegare il tutto - per cui, forse, avrebbero potuto aiutare anche lui.
Prese un profondo respiro, si fece coraggio e si incamminò in direzione della rossa, sperando di arrivare vivo alla fine della conversazione che si apprestava a cominciare.
 
Due ore dopo Sayaka, Rise e Ayane fissavano con gli occhi spalancati il giovane Vongola, incredule di ciò che gli era stato appena rivelato.
-Momento, momento. Questo non è il bicchiere di Batman! No, okay: seria- fece Sayaka –Tu ci stai dicendo che…-
-…Ti sei preso una bella cotta per Nikki?- completò per lei Ayane, la bocca spalancata dallo stupore.
-Così sembrerebbe- rispose timido Tsuna, le guance color porpora e un sorriso imbarazzato stampato in viso.
-In effetti siete carini insieme- commentò Rise, sorridendo al ragazzo.
-I. SHIP. IT!- esclamò d’improvviso la rossa, balzando in piedi e facendo prendere un coccolone a tutti i presenti –You two would make such a wonderful couple, so cuuuuute!-
Tsuna la fissò, seriamente preoccupato per la sua salute mentale.
-Non ti preoccupare, è normale- sospirò Ayane, fissando sconsolata l’amica.
-È solo il suo aplomb anglosassone che si mostra- spiegò Rise, facendosi un facepalm nell’osservare la ragazza che saltellava per la classe vuota. Il Vongola la fissò senza capire, ma decise di lasciar perdere.
-Abbiamo bisogno di un piano!- dichiarò Sayaka, ormai gasata all’inverosimile. –Wo ooh, non ero così hypata nemmeno quando sono andata a Londra con papà e mi ha portata a Diagon Alley-
-Ed ecco il lato Cupido di Kat che esce allo scoperto- sussurrò Fujiwara, scuotendo la testa sconsolata –Perdete ogni speranza o voi ch’intrate-
-E non citare Dante che mi sale l’angoscia!-
E il povero Decimo deglutì, pentendosi di aver chiesto aiuto proprio a loro. Cominciava ad avere seri dubbi sulla loro sanità mentale.
…soprattutto su quella di Sayaka.
 
***

Nikki era sotto la doccia quando il cellulare prese a suonare.
Sbuffò, chiedendosi chi la stesse chiamando a quell’ora, per poi chiudere l’acqua e accostare la porta del bagno.
-Polpo, rispondi tu!- urlò, attirando l’attenzione del Guardiano nell’altra stanza.
-Non chiamarmi polpo, biondina!- sbraitò Gokudera, alzandosi borbottando dal divano dove si era stravaccato e dirigendosi seccato verso l’apparecchio che continuava imperterrito a squillare nel corridoio.
-Chi rompe?- chiese senza tante cerimonie, il tono scocciato per essere stato costretto ad abbandonare il suo meritato riposo.
“G-Gokudera-kun? Sei tu?” scattò sull’attenti non appena riconobbe la voce del suo adorato Boss.
-Juudaime! Chiedo perdono, non l’avevo riconosciuta!- esclamò, attirando l’attenzione della ragazza che stava uscendo in quel momento dal bagno.
“Ehm, Gokudera-kun… per caso c’è Inuzuki-chan lì con te?” il dinamitardo non fece in tempo a rispondere che Nikki lo spintonò via senza tante cerimonie, prendendo possesso del telefono.
-Ehi Sawada-kun! Serve qualcosa?- salutò la bionda, ignorando bellamente gli improperi che Gokudera le stava lanciando contro.
“Ecco… visto che domani è domenica, mi chiedevo se ti andasse di accompagnarmi in giro per Tokyo. Volevo visitare un po’ la città, ecco” se Nikki avesse potuto vedere la faccia di Tsuna in quel momento, si sarebbe ritrovata davanti una sottospecie di pomodoro maturo con le orecchie fumanti dall’imbarazzo.
-Certo, non c’è problema!- anche le sue guance si stavano colorando di rosso, e i suoi occhi erano diventati brillanti come due zaffiri –Ci vediamo a mezzogiorno alla stazione?-
“Perfetto! Allora a domani, Inuzuki-chan!”
-A Domani! Ah, Sawada-kun…-
“Mh?”
-Chiamami solo Nikki per favore- e riattaccò, un sorriso enorme che andava allargandosi sul viso.
-EVVAI!- urlò, saltando per aria sotto lo sguardo interrogativo di Gokudera.
 
***

Quella domenica mattina era stata caratterizzata da un’agitazione generale.
Nikki aveva buttato giù dal letto Sayaka alle sette di mattina, impanicata perché ‘Cosa diavolo mi metto per un appuntamento con un futuro boss? Oddio, ma lui lo considera un appuntamento o sto solo ingigantendo il tutto? E se poi ho intuito male io e faccio una figuraccia? E se-
Inutile dire che la povera ragazza – dal grumo di ‘Cazzo Nikki sono le sette lasciami dormire e rompi le palle a qualcun altro con le tue seghe mentali’ e ‘Chi sono dove sono in che era siamo dove cazzo è Minori con il mio caffè’ che in quel momento occupava il suo cervello molto rintronato – riuscì ad articolare un biascicato “Da me. Ora” e ci mise mezz’ora solo a placare le ansie dell’amica, con l’aiuto di una quantità assurda di thè preparato da una pazientissima Rise - dove diavolo lo teneva tutto quel thè e a cosa le servisse, Sayaka preferiva non chiederglielo e continuare a zittire quella fastidiosissima vocina curiosa nella sua testa - e una Ayane mezza addormentata sul pavimento.
Passarono le successive due ore a trovare un look adatto all’occasione – e quando Rise aveva nominato la parola ‘gonna’, Nikki quasi tentò di buttarsi dalla finestra e Sayaka ebbe un mezzo attacco di cuore - ma alla fine c’erano riuscite.
Ed ora eccole lì, tutte assieme davanti la stazione - ‘Vi prego non abbandonatemi ora!’ le aveva pregate la ragazza sguinzagliando i suoi migliori occhi da cucciolo, e nessuno era mai stato in grado di resistere a quell’espressione - in attesa del giovane Vongola che, secondo loro, ci stava mettendo un po’ troppo.
-Se la prende comoda, il ragazzo- borbottò Sayaka, evidentemente spazientita.
-È mezzogiorno meno cinque, Sayaka… siamo noi ad essere in anticipo- tentò di placarla Nikki, anche se in realtà era più nervosa di tutte quante messe assieme: sperava solo di non combinare un casino.
-Ragazze- chiamò Rise, attirando la loro attenzione –Credo sia arrivato-
-Rise, se intendi quel puntino laggiù che si sta avvicinando correndo… - cominciò Ayane, poggiandole una mano sulla spalla –Come fai a dirlo? Neanche io riesco a capirlo da qua. Sei la reincarnazione di un falco e non ci hai mai detto niente?-
-Semplice intuito- commentò la ragazza, alzando le spalle –Quel ‘puntino’ è cascato a terra almeno cinque volte negli ultimi trenta secondi-
-…Ah-
-Si, è decisamente lui-
-Certo che la sua imbranataggine sta raggiungendo livelli incredibili. Sono colpita.-
-SAYAKA!-
 
***

La giornata non era iniziata bene per Tsuna. Proprio per niente.
Era stato brutalmente svegliato intorno alle 10 di quella mattina, quando Shoichi aveva avuto la grandiosa idea di flippare il letto con il povero tonno al seguito.
Si era alzato dal pavimento con difficoltà, districandosi ancora mezzo addormentato tra le coperte arrotolate alle sue gambe, ma lo sguardo di ghiaccio che il diciassettenne gli aveva lanciato aveva zittito ogni sua possibile protesta o lamentela.
Senza dire niente Shoichi lo aveva praticamente trascinato in cucina, buttandolo malamente su una sedia e prendendo posto dall’altra parte del tavolo.
Dire che Tsuna era leggermente spaventato era un eufemismo.
-Allora- ruppe il silenzio Shoichi –Un certo uccellino mi ha informato dei tuoi programmi per questo pomeriggio. Con una certa persona-
E a quelle parole Tsuna era bellamente nel panico. In fondo, Shoichi era pure sempre il fratello maggiore di Nikki, e da quando si erano riappacificati era diventato molto più protettivo nei suoi confronti.
Tsuna sentiva la sua fine vicina. Molto vicina. Vicinissima. Poteva quasi vederla mentre lo salutava da dietro la spalla del biondo. E il suo pallore di certo non passò inosservato al ragazzo di fronte a lui.
-Ora, non so quali siano le tue intenzioni dei riguardi di mia sorella- si premunì di marcare bene le ultime parole, facendo scendere un brivido freddo lungo la schiena del giovane Vongola –E in realtà non voglio neanche saperle: mi fido del giudizio di Nikki. Ma sappi che, se la farai soffrire… beh, credo tu sia abbastanza intelligente da capire da solo cosa accadrà- il quindicenne annuì vigorosamente, pallido come un cencio. Non osò aprire bocca, non fidandosi delle sue corde vocali: probabilmente non sarebbe riuscito ad emettere altro che uno squittio spaurito.
-Vedo che ci siamo capiti- e con questo il ragazzo uscì dalla stanza, prese il cappotto e abbandonò l’appartamento.
Tsuna si accasciò praticamente senza vita sul tavolo.
 
E, ovviamente, aveva finito per fare tardi. Per fortuna Shoichi abitava proprio vicino alla stazione.
Si era fiondato fuori dal portone del condominio a mezzogiorno meno dieci, correndo come un forsennato e rischiando di schiantarsi a terra almeno una decina di volte. Ma alla fine ce l’aveva fatta, e si era ritrovato piegato in due davanti a Nikki con un fiatone da fare invidia ad una maratoneta fumatore con l’asma.
-Oh santissimi Dei. Tonno, respira: non faresti bella figura a svenire prima del tuo appuntamento galante!- commentò Sayaka, sghignazzando mentre Nikki le tirava un pugno sulla spalla.
-Sayaka, piantala!- strillò la ragazza, tutta rossa in faccia. Rise scosse la testa con fare rassegnato, mentre Ayane non riuscì a nascondere un sorriso divertito.
-Bene, allora noi vi lasciamo da soli- dichiarò Rise, acchiappando per le braccia le altre due ragazze e cominciando a trascinarle via –Ciao ciao!- e corse via, raggiungendo il vicolo più vicino.
 
-Allora- cominciò, mollando finalmente le due amiche –Facciamo come da programma?-
-Ovvio!- saltò su Sayaka –Tu e Ayane andate pure, ci penso io a stalkerare quei due!-
-Perfetto! Ma sei sicura di volerlo fare da sola?- chiese Ayane.
-Non ti preoccupare Aya! Saprò cavarmela alla grande-
-E in due faremo ancora meglio- le tre ragazze sobbalzarono, osservando ad occhi spalancati Gokudera avvicinarsi a loro.
-Voglio assicurarmi che quella biondina sia veramente adatta al Juudaime!- Nikki, Sayaka e Rise si lanciarono qualche occhiata, per poi scrollare le spalle.
-No problem per me- fece Sayaka, sorridendo divertita –In fondo due teste sono meglio di una!-
 
-Riesci a capire che stanno facendo?- chiese Gokudera, tentando di sbirciare da dietro il cespuglio.
-Zitto Polpo, o ci scopriranno!- lo rimbeccò la rossa, tirandogli uno scappellotto. Poco lontano, Nikki e Tsuna passeggiavano tranquilli per le vie di Tokyo, chiacchierando allegramente con un gelato in mano. Lo stomaco del ragazzo prese a brontolare alla sola vista del cibo.
-Cavolo, per colpa della biondina stamattina non ho neanche fatto colazione. Si è dimenticata di fare la spesa, la deficiente…- borbottò, poggiandosi una mano sulla pancia.
Sayaka lo fissò, pensierosa, passando poi lo sguardo ai due ragazzi poco lontani che intanto si erano seduti su una panchina.
-Forza alzati- fece, trascinandola via dal loro nascondiglio –Non mi sei di nessuna utilità se poi mi svieni per la fame. Dovrei trascinarti fino a casa e non sarebbe piacevole-
-Ma non possiamo andarcene ora!- protestò l’argenteo –E se quei due se ne vanno? Non se ne parla, posso resistere- peccato che il suo stomaco non fosse troppo d’accordo.
-Ne sei sicuro?- commentò la quindicenne, alzando un sopracciglio –Forza, Polpo. Non costringermi a portarti via da qui di peso -
-E SMETTILA DI CHIAMARMI POLPO, ROSSA!-
La ragazza gli lanciò in testa il settimo volume della saga di Harry Potter, che teneva in borsa proprio per occasioni simili.
-NON CHIAMARMI ROSSA, DUMBASS!-
 
***

-Mh?-
-Inuz- ehm… Nikki-chan, qualcosa non va?-
-Eh? Ah no, mi era parso di sentire la voce di Sayaka. Me la sarò immaginata… -
-Oh, ok! Allora, dove andiamo adesso?-
 
***

-Ecco, li abbiamo persi! Ed è tutta colpa tua!-
-Mia? Chi è quello che sembrava pronto ad azzannare un passante per la fame?-
I due ragazzi stavano litigando da quasi mezz’ora, e ancora non accennavano a smettere: il pranzo non era andato così male, il cibo era buono e i due si erano trovati poco dopo a parlare come due adolescenti normali - per quanto normali potessero considerarsi due quindicenni che si portavano dietro rispettivamente un fucile e dei candelotti di dinamite. I problemi erano sorti dopo: Tsuna e Nikki, infatti, si erano spostati mentre loro pranzavano, e sembrava impossibile ritrovarli.
-Beh, se tu non ti fossi intromessa allora… -
-Sta giù!- fece d’improvviso Sayaka, trascinando Gokudera dietro al cespuglio più vicino.
-Che cazzo fai, defi-
-Shhhhhhh!- lo zittì la ragazza, per poi indicargli un punto poco davanti a loro: senza essersene resi conto, i due si erano ritrovati di fronte casa di Nikki, e proprio davanti al cancello si trovavano i loro obiettivi perduti.
-Allora, uhm… grazie per il giro?- stava dicendo Tsuna, le guance rossicce e un sorriso incerto sulla faccia.
-Non c’è di che, Sawada-kun- rispose Nikki, sorridendo alla timidezza del ragazzo. I due stettero un po’ in silenzio, chiaramente indecisi sul da farsi.
-C’mooon girl, so che puoi farcela…- Sayaka stava praticamente stritolando il braccio a Gokudera per l’ansia, e l’unico motivo per cui quest’ultimo non l’aveva ancora scostata via era perché facendo ciò i due ragazzi poco lontani li avrebbero sicuramente scoperti.
-Evvai! Ya got him, girl!- l’esclamazione sussurrata della rossa accanto a lui lo prese di sorpresa, riportando la sua attenzione alla scena di fronte a loro: Nikki, dando un calcio a tutte le insicurezze, si era letteralmente lanciata in braccio a uno Tsuna rosso peperone, unendo le loro labbra in un bacio casto ma pieno di dolcezza.
-Awwwww, che carini che sono!- sussurrò Sayaka, gli occhi verdi che brillavano sognanti. Si stava praticamente sciogliendo come neve al sole.
-Mah, l’importante è che quella biondina non faccia soffrire il Juudaime, altrimenti…- fece Gokudera, tirando fuori un candelotto di dinamite a mò di dimostrazione. E guadagnandosi una gomitata tra le costole da parte dell’altra Tempesta.
-Certo che voi ragazzi non ci capite proprio nulla di amore, eh?- sghignazzò la ragazza.
-Ah, perché tu si?- la rimbeccò l’argenteo.
-Di certo più di te. Comunque andiamo via, direi che sarebbe meglio lasciare soli i due piccioncini- suggerì Sayaka, alzandosi in piedi –Ma prima…- e scattò una foto col cellulare ai due, per poi inviarla ad un paio di indirizzi e incamminarsi verso casa sotto lo sguardo confuso del guardiano Vongola.
 
***

Beep Beep
 
-OMMIODIO AAAAAAAH-
Rise corse subito nel salone, seguita di corsa da un Mukuro alquanto confuso, un Ryohei esaltato e una Chrome allarmata con un Lambo addormentato in braccio – meno male che Kyoko era uscita a fare la spesa, o si sarebbe presa un coccolone per lo spavento.
-Ayane, tutto a posto?- chiese la padrona di casa, avvicinandosi all’amica. Amica che si limitò a spiaccicarle sul naso lo schermo del telefono con un sorriso a trentadue denti.
-Ce l’hanno fatta!- strillò la mora, saltellando per la stanza.
-A quanto pare…- convenne Rise, un sorrisetto stampato in faccia.
-Uh lala~- fischiò Mukuro, osservando la foto da dietro la spalla della quindicenne -A quanto pare il nostro boss si dà da fare eh?-
Oh, quella foto gli apriva una nuova intera gamma di modi per corrompere quel piccoletto.
 
 
 
 
 
 
 
La beta prolissa [The madness return wtf]
AAAAAAH GLI SCLERIIII *muore*
Cortino. Gh. Io volevo sapere più cose, ma accontentiamoci che dopo tutto questo silenzio è già tanto.
Allora. Shin e Haru sono l’Amore e sono due cosini pucci e bellissimi e Sayaka e Suzume che si danno alle scommesse clandestine sono il top. Spero solo che Mukuro sia uscito sommariamente bene dalla furia omicida/distruttiva di Shin perché avremo ancora bisogno di lui.
E Sayaka Cupido version vince tutto – Kat, non montarti troppo la testa perché tu sai cosa succederà. Fatele una statua e adoratela.
 
[E sì: Sayaka cita arrandom Peter Griffin. Ignoratela]
 
IL. DUO. STALKER. COSA NON SONO. Ah, rido tutta la vita.
 
E… niente, evaporo prima di diventare troppo prolissa.
Alla prossima, people!
 
Maki
 
P.S.: M PERCHÈ MI ACCORGO DI ALTRI ERRORI DOPO CHE HO INVIATO IL CAPITOLO AAAAH *Volo della Fede*
 
 
L’autrice un po’ meno prolissa [ma comunque in ritardo sssshhh]
SONOVIVA LOGGIURO NON MI MENATE E NON LANCIATE OGGETTI CONTUNDENTI DI DUBBIA PROVENIENZA GRAZIE *si nasconde dietro un lama arcobaleno*
 
Ok, ehm… salve?
SCUSATEEEEEEE sono sparita per ere lo so ç__ç
Non volevo lo giuro, ma ho avuto dei grossi problemi familiari e la scuola (quarto anno… HELP MEH-) non ha di certo aiutato. Btw, ora il grosso dovrei essermelo tolto, quindi dovrei ricominciare a sfornare capitoli mensilmente senza troppi problemi. E preparatevi, perché ho in mente una nuova mini saga che riporterà l’angst in carreggiata *risata malvagia*
Ora vi lascio, ho una partita a Macchiavelli da vincere. E stavolta mia sorella non trionferà! *uscita di scena molto figa con tanto di bomba fumogena e occhiali d sole alla CSI*
See yay~
 
uomi_hime
   
 
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