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Autore: Valethebest92    13/04/2016    0 recensioni
La Blue High Surfer, una competizione per surfisti dove solo il più indomito e temerario può raggiungere il tanto ambito trofeo; suo malgrado e grazie alle sue amiche, Leila si ritrova gettata nella mischia. Riuscirà la ragazza a vincere?
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sull'altra sponda dell'isola, opposta a quella in cui si svolgeva la Competizione, la situazione non era migliore: grazie al forte vento che si era alzato, portando con se delle nubi che a ritmi regolari coprivano il sole, il mare era piuttosto mosso, con delle onde alte.

-Il mare è mosso oggi, uh?- notò il ragazzo, guardando l'enorme distesa d'acqua- Pazienza, vorrà dire che ci alleneremo in queste condizioni oggi- detto questo, si tolse la maglietta, rivelando un fisico scolpito; Leila lo osservò per qualche secondo, come ammaliata, ma quando si accorse che lui si era reso conto di essere fissato, si volse e l'altra distolse immediatamente lo sguardo, un lieve rossore che le imporporava le guance a causa dell'imbarazzo, chiedendo:

-V.. Vuoi dire che ci alleniamo in acqua?-

-Già- asserì quello, in qualche modo divertito dal comportamento della ragazza- Io credo più alla pratica sul campo che l'allenamento a terra- aggiungendo poi, gentile: -Andiamo?- l'albina rispose con un cenno della testa ed entrambi corsero verso la superficie bagnata, gettandovici dentro, stesi sulle tavole ed iniziando a remare.

Quando furono abbastanza lontani dalla costa, lui si bloccò, sedendosi sulla propria, mentre la 16enne, vedendosi davanti una buona onda e volendo fare una buona impressione sul moro, proseguì, per poi rivolgere la punta verso riva e pagaiando con le braccia per darsi la spinta necessaria, venendo intanto risucchiata dall'onda; una volta che si ritrovò quasi sulla cresta, si mise velocemente in piedi e sterzò a destra.
All'inizio sembrò che la manovra fosse riuscita e tutto fosse andato per il verso giusto; ma quando virò, all'improvviso le immagini di quando aveva affrontato il bullo si fecero vive, più nitide che mai, prendendola alla sprovvista e facendole mancare la concentrazione necessaria, senza la quale cadde miseramente.

Ritrovatasi nuovamente sott'acqua e presa dal panico, l'adolescente cercò disperatamente di riemergere per riprendere fiato, ma era in completa balia delle correnti che la sbalottavano di qua e di là finchè, una volta giunta al limite e senza più respiro nei polmoni, si arrese, spalancando la bocca ed espellendo un nugolo di bollicine, facendosi trascinare via.

Scattò a sedere, tossendo furiosamente per espellere il liquido, mentre qualcuno le batteva alcune pacche sulla schiena, cercando di confortarla e sussurrandole:

-Va tutto bene, va tutto bene, è finita adesso..-

L'allieva, ancora ansante, si guardò intorno e capì di ritrovarsi sulla spiaggia; ma come ci era finita? L'ultima cosa che ricordava era che stava affogando.. Poi la soluzione le venne, quasi immediata, e chiese, girandosi verso il suo salvatore, grata:

-Tu.. Mi hai salvato la vita?-

-Esatto- rispose, sospirando amaramente l'istruttore, per poi guardarla seriamente ed aggiungere:

-Ma mi piacerebbe sapere che cos'è successo mentre eri lassù-

Ancora una volta, l'altra distolse lo sguardo portandolo verso il basso, triste: già, che cos'era successo? Perchè quelle immagini continuavano a tormentarla in quel modo? Era forse il caso che glielo dicesse? Optando per un no come risposta a quest'ultima domanda, replicò, abbattuta:

-Non te lo so dire neppure io.. Forse ho perso soltanto l'equilibrio e son caduta, mi dispiace-
 
Il maggiore la fissò per alcuni secondi, dopodichè sospirò amaramente e decretò, sconfitto:

-Se c'è un dubbio o qualcosa che ti tormenta, finchè non mi dici di cosa si tratta non ne verremo mai a capo; è anche pericoloso continuare in questo modo, quindi direi che per il momento possa bastare così, ti riporto alla tenda medica-

A quelle parole, l'albina sgranò gli occhi, preoccupata, per poi balzare in piedi ed esclamare, determinata:

-Ti prego, sei l'unica speranza che ho di poter imparare ad andare sulla tavola e battere tutti quei surfisti molto più esperti di me! Sono disposta ad imparare, se tu mi vuoi prendere come allieva!-

Il moro la osservò, perplesso: poteva vederle negli occhi quel fuoco che aveva lui stesso molti anni fa, assieme alla voglia di imparare e competere con gli altri! Vinto, si alzò a sua volta e ribatte, serio:

-D'accordo, sarò il tuo istruttore; ma prima di ricominciare ad allenarci in acqua, è bene che tu impari prima come ci si muove sulla tavola sulla terraferma-

-D'accordo!- asserì quella, sorridendo entusiasta, per poi afferrare la sua tavola da surf, appoggiata sulla sabbia poco distante da loro e riposizionarla ai piedi dell'insegnante, che iniziò la lezione:

-Prima di tutto, ci alleneremo a pagaiare per capire quali muscoli dovrai sollecitare e darti la spinta iniziale per cavalcare l'onda; mettiti a prono sulla tavola, in modo tale che il corpo sia esattamente al centro e fammi vedere come fai-

L'amica fece come le era stato detto, muovendo le braccia come se fosse in acqua e sentendosi un pochino stupida, anche se quest'ultima sensazione la cacciò, dicendosi che doveva mettercela tutta per imparare.

Proseguirono in quel modo, tra le grida d'incitazione del maestro che le diceva di spingere di più e metterci più forza, per circa mezz'ora, finchè alla fine, esausta, la 16enne stese le braccia sulla sabbia e mormorò:

-Sono sfinita..-

-Tieni duro, adesso viene un'altra parte fondamentale- replicò il moro, severo, per poi spiegare:

-Il "Taking-off"  , o "Popping Up" in gergo surfistico, ovvero il momento in cui devi prendere l'onda ed alzarti sulla tavola; mentre sei sdraiata, solleva le mani dall'acqua e portale vicino al petto, coi palmi piatti sul surf e le dita appoggiate al bordo, poi, con un unico e rapido movimento, spingi il corpo in alto con la forza delle braccia e porta i piedi sotto di te. Un piede deve occupare lo spazio dove c'erano le mani e l'altro deve restare indietro, divaricato come minimo alla larghezza delle spalle-

-Eh? Ma è difficile, non ce la farò mai!- protestò lei, al che l'allenatore replicò, leggermente divertito e saggio:

-Agli inizi può esserlo, si, per questo esiste un altro metodo, piuttosto efficace per chi è alle prime armi, ovvero metterti in ginocchio e sollevarti su un piede alla volta, finchè non ti trovi in posizione eretta. Allora, quale vuoi fare?-

-Voglio tentare col primo metodo!- esclamò con fermezza l'altra, portandosi in posizione e mettendo fuori la lingua per concentrarsi meglio; successivamente, compì un balzo verso l'alto, ma lo slancio fu troppo e cadde all'indietro, venendo però prontamente afferrata dall'altro che le chiese, premuroso:

-Stai bene? Se non ci riesci fa lo stesso, possiamo provare con la seconda tecnica-

-Non preoccuparti, è tutto a posto- replicò con un sorriso l'albina, rimettendosi in postura per ritentare la manovra.

L'ora successiva trascorse molto velocemente, passata tra cadute e correzioni di movimento, finchè la 16enne udì delle voci, che conosceva molto bene, chiamarla per nome:

-Leila, Leila!-

La diretta interessata alzò lo sguardo, notando le sue due migliori amiche Pinuccia e Chiara che correvano verso di lei, raggiungendola pochi attimi dopo.

-Ragazze, che succede?- domandò, perplessa- Perchè tutta questa fretta?-

-Ti.. Ti abbiamo cercata.. D'appertutto- rispose la castana, piegandosi sulle ginocchia e cercando di calmare il fiatone- La Competizione.. E' il tuo turno.. Adesso..-

Leila spalancò gli occhi, stupefatta: toccava a lei a gareggiare, adesso!? Fece qualche passo indietro, presa da un'ansia incredibile: non poteva andare là ora, si stava ancora allenando per rimanere in piedi, sarebbe stata sconfitta ed umiliata davanti a tutti.. A calmarla, ci pensò il 26enne che disse, sorridendo solare:

-Stai tranquilla, ricordati quello che abbiamo fatto fino ad ora ma soprattutto credi in te stessa ed andrà tutto bene- leggermente rincuorata, l'adolescente sorrise a sua volta e dopo aver mormorato un "Grazie" partì verso la boscaglia, seguita dalle due compagne.

Riunitasi con tutti gli altri sfidanti di quella Batteria, la ragazza iniziò a guardarsi intorno nervosamente, cercando di individuare il suo vero avversario, ovvero il bulletto, ma quando vide che non era nella fila una punta di delusione s'impadronì di lei, mischiandosi poi alla sensazione di angoscia: era lì, assieme a surfisti molto più in gamba di lei, per cercare di vincere! Non ascoltava nemmeno più lo speaker che, con la voce amplificata dal microfono, spiegava le regole della Competizione e come passare il turno, perdendosi quasi lo start, dato col suono di una trombetta, lanciandosi verso il mare assieme agli sfidanti e pagaiando con le braccia fino al mare aperto, dove si fermò, aspettando l'onda migliore mentre alcuni avversari già ne cavalcavano una.

-Allora, piccoletta, che cosa ci fai qui, immobile?- la canzonò Angelika, affiancandola, una robusta donna di origini tedesche arrivata tra la top ten lo scorso anno- Guarda che le Competizioni come queste non si vincono in questo modo, devi cogliere al volo le onde o potresti pentirtene! Oppure aspetti che te ne cada una dal cielo?-

La 16enne la guardò, torva: non riusciva a capire, la stava prendendo in giro oppure spronando? Decidendo in ogni caso che avesse ragione lei e vedendo un buon cavallone in distanza, si mosse verso di lui, per poi puntare la tavola verso la costa e remare più che potè con le braccia, facendosi risucchiare, tentando successivamente di mettersi in piedi con la tecnica che aveva appena imparato ma cadendo miseramente.

Nuovamente, si ritrovò sott'acqua a lottare contro le correnti prodotte dai flutti, mentre le immagini dello scontro contro il bullo venivano nuovamente a galla, cercando di paralizzarla dalla paura, mentre i suoi polmoni bruciavano per l'assenza d'aria; stavolta fu però fortunata perchè, grazie a delle poderose bracciate riuscì a riemergere, spalancando le fauci per riprendere fiato.

Demoralizzata da questo insuccesso, recuperò la tavola, poco distante da lei e vi ci sedette sopra, sospirando amaramente, abbattuta: non era servito a nulla, tutti quegli allenamenti e lei non era ancora riuscita a rimanere in piedi! Guardò verso riva, immaginandosi che il suo allenatore adesso fosse arrabbiato, ma quando vide che stava facendo il tifo a gran voce, accompagnato dalle due amiche, per lei,  spalancò gli occhi, stupefatta, mentre le sue parole fecero capolino nella sua mente:
 
"Ma soprattutto credi in te stessa"
Spronata da quel pensiero che le diede una nuova carica d'energia e notando che un nuovo cavallone stava venendo verso la sua posizione, si mise a pagaiare, sicura che stavolta ce l'avrebbe fatta perchè doveva soltanto credere in se stessa; e così fu: la manovra questa volta riuscì alla perfezione, stando anche in piedi ed esorcizzando i suoi demoni nella testa, cavalcando l'onda e sentendo come se stesse volando, come se fosse in cima al mondo.

Pochi minuti dopo la gara terminò, costringendo i partecipanti a tornare a riva per il verdetto che i Giudici dovevano dare, riuniti nella postazione di commento a confabulare tra loro.

Leila però non se ne curò molto, correndo entusiasta verso le sue amiche ed esclamando:

-Avete visto che roba!?-

-Già, sei stata assolutamente incredibile!- asserì Chiara, per poi far partire un abbraccio di gruppo; a rovinare la festa ci pensò il bulletto che disse, divertito:

-Si, si, ma non montarti la testa, sei stata soltanto fortunata; e la fortuna non ti porta a superare la Batteria-

Prima però che la ragazza potesse ribattere, guardandolo in cagnesco, una mano si appoggiò sulla sua spalla e ribatte, cattivo:

-Vattene, Mike, lei non ti vuole parlare-

Quello si voltò verso il nuovo interlocutore, facendo valere la sua massa fisica ed altezza di pochi centimetri rispetto al moro, sputando poi a terra ed andandosene, ringhiando infastidito.
 
-Ma chi diavolo crede di essere quello!- borbottò stizzita Pinuccia, incrociando le braccia al petto e sbuffando sonoramente, infastidita, al che il ragazzo sospirò e rispose, serio:

-Mike ce l'ha sempre avuto quel vizio di attaccare briga con chi è più debole di lui; ignorarlo è la cosa migliore che si possa fare con lui- l'albina invece lo osservò per qualche secondo, perplessa e chiedendosi come mai il nemico non avesse risposto alla provocazione e se ne fosse andato via con la coda fra le gambe.

Ad interrompere i suoi pensieri fu l'annunciatore, la cui voce si espanse per tutta la spiaggia grazie al microfono ed altoparlanti, che annunciò, come sempre su di giri:

-I Giudici di gara hanno preso la loro decisione ed hanno assegnato i punti, permettendo solo ai primi dieci  surfisti della Batteria 12 di poter passare al prossimo Round! Ho qui il foglio ed ora vado a leggere i risultati!- iniziando una lunga lista di nomi che non conosceva affatto.
L'adolescente non ascoltava nemmeno, sospirando amaramente e guardando la sabbia sotto ai suoi piedi, triste: nonostante ce l'avesse messa tutta e si fosse impegnata, sapeva già che non era riuscita a passare, quindi il suo sogno finiva lì e poteva già tornarsene a casa..

-Leila Pellini..-

Udendo il suo nome, la ragazza sollevò la testa, sgranando gli occhi, stupefatta: ci era riuscita? Aveva passato il turno? Ma.. Come? Era convinta di aver combinato un disastro! Via via che l'incredulità scemava, lasciava il posto ad una certezza: era stata ammessa al round successivo! Guardò le sue compagne, sorprese quanto lei, per poi spiccare un salto, braccia alzate al cielo e gridare, con quanto fiato aveva nei polmoni, soddisfatta:

-Si, ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!- abbracciandosi nuovamente con loro; quando vide il 26enne avvicinarsi, un sorriso dipinto sul volto, corse ad abbracciare anche lui, cogliendolo alla sprovvista.

Una volta che si accorse cosa stesse facendo, si staccò frettolosamente, arrossita leggermente ed imbarazzata, mentre lui diceva, a disagio a sua volta:

-Complimenti, sei stata grande- quella tuttavia scosse la testa, divertita, per poi ribattere, sorridendo dolcemente:

-Senza di voi che avete creduto in me non ce l'avrei mai fatta, sono io che devo ringraziarvi- rimanendo poi  in un silenzio colmo di gratitudine, che ci pensò Pinuccia a spezzare, cingendo le spalle alla surfista e dicendo, entusiasta:


-Che cosa ne dite di andare a festeggiare andando a mangiare qualcosa? La guida dice che vi è un ottimo ristorante qui nella zona dove fanno delle pietanze squisite!- incamminandosi verso la tenda medica, ridendo e scherzando tra loro; rimasto indietro, il moro si limitava a fissarle, mentre pensava che Leila avrebbe fatto molta strada come surfista. 
      
   
 
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