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Autore: edoardo811    23/04/2016    3 recensioni
Il mondo è finito. Come reagiresti se sentissi tu queste parole? Come reagiresti se potessi accertarti con i tuoi stessi occhi che queste parole sono vere?
Questo è ciò con cui Rachel è costretta a convivere ogni giorno. Quando vede la gente morire di fame per strada, quando vede l'ennesima banda di tagliagole generare il caos, quando è costretta a combattere fino allo stremo per la propria vita e per quella delle poche persone care che le sono rimaste.
Per quanto tempo può la volontà di una persona riuscire a resistere alle crudeltà che la vita riserva?
Si dice che l'ultima candela sia sempre quella che impiega più tempo a spegnersi, ma cosa potrebbe accadere quando anche la speranza cessa di esistere?
Rachel con i suoi poteri potrebbe distruggere l'intero creato. Che cosa se ne farà?
Li userà per aiutare il mondo... o per aiutare semplicemente sé stessa?
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Raven, Red X, Robin, Slade
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'InFAMOUS: The Series'
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Capitolo 16:  QUALCUNO PIÙ ESPERTO

 

 

Ravager rise, poi scattò; fu una scena quasi irreale. Gettò via la siringa ormai vuota e sguainò le katana, correndo lungo una traiettoria semicircolare che puntava proprio verso di Amalia. Rachel non riuscì a credere ai suoi occhi. I proiettili non facevano altro che colpire il punto in cui un millisecondo prima si era trovata la luogotenente.

Komand’r continuò a sparare, fino a quando le fiammate dei proiettili non si interruppero con un click improvviso. Nello stesso istante, Ravager si ritrovò di fronte a lei, con la katana diretta al suo cuore. Amalia sgranò gli occhi per la sorpresa. All’ultimo istante cercò di parare il colpo con il fucile. Ci riuscì per il rotto della cuffia, ma l’impatto la fece comunque gridare di dolore. L’arma le cadde di mano e la ragazza ruzzolò a terra, del tutto priva di difese.

«Hai fatto male i tuoi conti!» La lama calò sulla mora inerme con la velocità di una saetta... e si abbatté su una barriera di energia nera, apparsa dal nulla sopra il corpo della ragazza.

Ravager sgranò l’occhio. «Ma cosa?!»

«Non farai ulteriore male ai miei amici.»

La donna spostò appena lo sguardo su di Rachel, la quale teneva ancora la mano sollevata e protesa verso di Amalia. Ringhiò sommessamente, poi distolse la sua attenzione dalla mora. «D’accordo» disse chinando il capo, trattenendo a stento le vene di irritazione presenti nella sua voce. «Vorrà dire che...» Drizzò la testa, folgorandola con lo sguardo. «... eliminerò prima te!»

Partì di nuovo alla carica, questa volta verso di lei. Rachel serrò la mascella e concentrò l’energia nei suoi palmi. I suoi raggi neri sferzarono l’aria, dirigendosi uno dietro l’altro verso la soldatessa, ma quella li evitò tutti quanti, ridendo come se per lei fosse la cosa più banale del mondo.

Lacci di energia nera si sollevarono allora dal terreno, da ogni dove, e si fiondarono sull’albina, ma neppure loro riuscirono a fermarla; Ravager li respinse tutti, mozzandoli a colpi di katana o evitandoli con agili mosse.

«Coraggio Demone, combatti!» esclamò quando si trovò di fronte a lei, con le punte delle spade dirette verso il suo cuore.

Le lame si avvicinarono, ma incontrarono nuovamente la luce oscura come ostacolo. Rachel avvolse il suo intero corpo con l’energia nera e si trasformò in rapace, allontanandosi dall’avversaria.

«Che cosa c’è, mostro, hai paura di affrontarmi?»

Una smorfia nacque sul volto di Rachel. Non aveva paura, ma non poteva lasciarsi avvicinare troppo da lei, o l’avrebbe affettata.

«Che ne dici di affrontare me allora?» si intromise Lucas, arrivando alle spalle della luogotenente.

L’asta saettò verso di lei, ma la soldatessa si girò di scattò, sferzando l’aria con la katana e parando il colpo. Il bastone del ragazzo si ritrovò sospeso esattamente a metà tra lui e lei. Ravager sogghignò. «D’accordo bel fusto, vi affronterò tutti quanti!»

Ravager e Red X ripresero il combattimento di poco prima. La prima attaccava furiosamente, mulinando le katana come se non fossero le spade lunghe e difficili da maneggiare che in realtà erano, mentre il secondo schivava e parava a denti stretti, evitando per un soffio più e più volte che le lame gli strappassero via il naso dal volto. Come se non bastasse, ora l’albina sembrava muoversi con molta più agilità e precisione di prima.

Rachel scese in picchiata verso la donna per cercare di sbilanciarla, ma quella respinse un fendente di Lucas e balzò all’indietro, uscendo indenne dagli attacchi di entrambi. A quel punto la corvina fece inversione e cercò di colpirla più e più volte, lo stesso fece il suo partner menando fendenti su fendenti, ma nessuno dei due riuscì nemmeno a sfiorare Ravager.

La soldatessa schivava fendenti e raggi neri in contemporanea, rispondendo anche per le rime. Corvina le si avventò nuovamente addosso, ma Ravager questa volta fu più veloce: sferzò l’aria con la katana un momento prima che Rachel la raggiungesse.

La ragazza sgranò gli occhi. La lama si abbatté sul corpo del rapace e la conduit percepì un’enorme fitta di dolore, che le fece perdere il controllo del volo. Gridò e si schiantò sul suolo, la luce nera attorno a lei si affievolì. Non aveva tagli o altro, ma era comunque stata colpita con una forza tale da farle provare un lancinante dolore al fianco.

 «Muori, Demone!» Ravager torreggiò su di lei, sollevando le spade.

Rachel fece per cercare di generare una barriera protettiva, ma non ce ne fu il bisogno; una lama a forma di X, rossa, si conficcò sul braccio dell’albina, sotto la spalla.

La donna gridò per il dolore e la katana che teneva da quella parte le cadde di mano. Barcollò, cercando di estrarre il corpo estraneo, ma Lucas si fiondò di nuovo su di lei brandendo l’asta.

Ravager parò l’attacco con l’ausilio dell’altra katana, questa volta ululando di rabbia. Impugnò la spada con entrambe le mani, poi lo aggredì con brutalità.

Red X sollevò l’asta, ma non calcolò la forza usata dalla luogotenente. Le due armi cozzarono tra loro, ma fu quella di Lucas ad avere la peggio. Il ragazzo, disarmato, barcollò e Ravager ne approfittò per estrarre la lama dal suo braccio. Un fiotto di sangue vermiglio schizzò fuori dalla ferita, ma la donna nemmeno ci fece caso; scagliò la stessa lama contro il suo proprietario, mirando alla testa.

Lucas sgranò gli occhi e si scansò per evitarla, ma quella gli sfiorò la guancia aprendo un grosso taglio. Il moro gridò e indietreggiò, abbassando la guardia e l’albina sfruttò la sua distrazione per sferrare un altro fendente. Red X riuscì a tirarsi ancora indietro, ma non poté non farsi aprire un ulteriore taglio, questa volta sul petto.

Il ragazzo si portò entrambe le mani sulla ferita facendo un verso strozzato, poi la donna lo colpì con un calcio rotante sull’addome, scaraventandolo a terra. Un lampo di luce maligna balenò nel suo unico occhio, mentre si avvicinava la punta insanguinata della katana alla bocca, per poi leccarne il piatto. «Mhh... niente male.» Un sorriso sadico si dipinse sul suo volto, le labbra macchiate della sostanza vermiglia.

Si avvicinò al moro esanime e sollevò la lama. «Saluta le tue amiche!»

Lacci di energia neri spuntarono fuori dal terreno all’improvviso, immobilizzandole il braccio con cui teneva la katana. Ravager fece un verso sorpreso. Cercò di liberarsi con degli strattoni, poi si voltò verso di Rachel. La corvina teneva ancora appoggiata una mano sul suolo, severa in volto.

«Questa me la paghi!» minacciò la donna, tirando con quanta forza avesse in corpo.

Si mosse verso di lei, il laccio si piegò. Rachel gemette, ma tenne stretti i denti. Ravager non poteva essere più forte dei suoi poteri, era escluso.

Altri fasci di luce nera si sollevarono. Le avvolsero le gambe, l’altro braccio, il busto. La katana cadde di mano dalla donna, ma quella non si arrese ugualmente. Continuò a ringhiare, a gemere per lo sforzo che stava compiendo e a camminare verso la corvina.

Più passi faceva, più i lacci si stringevano attorno a lei, più Rachel sentiva le forze abbandonarla. E nonostante tutti i suoi sforzi, Ravager riusciva ancora a muoversi.

«Ti... strapperò via... la lingua...» minacciò, con un soffio di voce.

Rachel serrò la mascella e mantenne i nervi saldi. Non le avrebbe permesso di liberarsi così facilmente.

«Ucciderò... tutti voi... vi... torturerò... vi...»

Un laccio si attorcigliò attorno al collo della soldatessa, facendole emettere un verso strozzato.

«Sono stanca delle tue minacce.» Rachel gli puntò una mano aperta, dopodiché la chiuse a pugno all’improvviso. Il cappio si strinse ancora più forte, Ravager tentò di gridare ma uscì solo un altro verso soffocato. Inarcò il collo all’indietro e si dimenò, ma i lacci la immobilizzarono del tutto, stroncando qualunque suo tentativo di salvarsi.

Puntò il suo unico occhio verso la corvina e per un momento la ragazza notò un barlume di paura nel suo sguardo.

«Che succede, Devastatrice?» domandò allora la conduit con un ghigno. «Sei rimasta senza parole?»

Il cappio si strinse ulteriormente. Un altro grido strozzato provenne dalla donna.

«Potresti ripetermi che cosa volevi farci? Volevi torturarci? Davvero, non ricordo.»

L’unico occhio di Ravager si chiuse. La luogotenente chinò il capo, gemendo.

«Scusa, ma non riesco a capire. Sai, hai qualcosa attorno al...»

«Rachel, basta!»

Quella voce la fece trasalire. Lucas si era rialzato in piedi, il sangue che gocciolava ancora copiosamente dalle sue ferite. La osservava, quasi basito. «Che stai facendo?! Lasciala andare!»

La corvina dischiuse le labbra. Osservò prima il partner, poi la donna imprigionata. Qualcosa scattò dentro di lei. I lacci avvolti attorno a Ravager si dissolsero e la soldatessa cadde scompostamente a terra, priva di sensi.

Rachel rimase in piedi, ad osservarla, con il fiato pesante. La sua mente rifiutava di collaborare con lei.

Lucas era ancora lì, con gli occhi fissi su di lei; sembrava stesse cercando di chiederle spiegazioni.

Spiegazioni che nemmeno lei era in grado di dare. Sapeva solo che lo scontro era finito. Gli Underdog erano a terra, tutti privi di sensi, se non morti; l’informatore misterioso era svanito come nel nulla, e con lui qualsiasi tentativo di scoprire la sua vera identità, e per finire la vice di Deathstroke era nelle loro mani. E lei quasi l’aveva uccisa.

«Finalmente le hai tappato la bocca...» mugugnò Amalia, arrivando proprio in quel momento. Si avvicinò al corpo esanime di Ravager, poi la punzecchiò con la punta del piede. «Ehi, puttana! Non ti dispiace se ti chiamo così, vero? Chi tace acconsente.»

«Dacci un taglio, Amalia...» borbottò nuovamente Lucas, distogliendo l’attenzione da Rachel. «Andiamocene da qui prima che qualcuno di loro si riprenda...» disse ancora, indicando alcuni degli uomini svenuti.

«Guastafeste...» mugugnò Komand’r. Il suo sguardo cadde poi sulla siringa ormai vuota usata da Ravager. Si avvicinò all’oggetto e lo raccolse, attenta a non toccare l’ago, poi lo esaminò. «Cos’è questa roba? Droga?»

«Adrenalina» mugugnò Lucas. «Una volta l’ho vista girare per il Dedalo. Inutile dire che quella roba ti distrugge completamente la testa.»

«Wow...» commentò la mora, gettando via lo stantuffo vuoto. «Che schifo.»

Nel frattempo Rosso si avvicinò a Ravager, per poi sollevarla e caricarsela su una spalla. Si rivolse alle due ragazze, accennando poi con il mento ad uno dei fuoristrada. «Forza, andiamo a farci un giro.»

 

***

 

Si liberarono del fuoristrada qualche isolato prima del magazzino, poi proseguirono a piedi.

Avevano a malapena qualche ora prima che gli Underdog si accorgessero di quanto accaduto, dovevano sfruttarle appieno. Un solo minuto sprecato, e avrebbero potuto dire addio ai loro piani.

Per tutto il tempo trascorso osservando la donna svenuta, Rachel non riuscì a smettere di pensare a ciò che le aveva quasi fatto. Per poco non aveva fatto fuori l’unica possibilità di scoprire dove si trovasse Tara, e di conseguenza salvarla.

Si guardò le mani. Erano stati i suoi poteri, ne era certa. Si era lasciata trasportare troppo dal momento e aveva perso il controllo su di loro. Era riuscita a ritornare in sé, vero, ma cosa le garantiva che ci sarebbe riuscita di nuovo? Se avesse perso il controllo nel momento sbagliato, nel posto sbagliato, come avrebbe potuto impedire a sé stessa di fare del male a delle persone innocenti? O a persone a cui teneva, come i suoi amici?

Non lo sapeva, sapeva solo che più il tempo passava, più la battaglia per il controllo del suo corpo tra lei e i suoi poteri volgeva dalla parte di questi ultimi.

Arrivati al magazzino misero Ravager seduta su una sedia in area relax, dopo Lucas si occupò di immobilizzarla con degli spessi strati di nastro isolante.

Fu durante quella sua operazione, che la luogotenente riprese lentamente i sensi. Tossì diverse volte, poi riaprì l’unico occhio scoperto. Rachel rimase sinceramente sorpresa dalla velocità con cui rinvenne.

La donna parve per un attimo spaesata, quando realizzò di trovarsi nel magazzino legata ad una sedia, ma nel giro di poco tempo riacquistò la sua spavalderia. Spostò lo sguardo su Lucas. Il ragazzo era inginocchiato, intento a rinforzare gli strati di nastro che tenevano incollate le gambe dell' albina con quelle della sedia. Ravager sogghignò. «Mi leghi ad una sedia dopo solo un appuntamento? Tu sì che sai come far breccia nel cuore di una donna.»

«Me l’hanno detto in molte» ribatté il moro senza nemmeno sollevare lo sguardo. Fece passare il nastro almeno una decina di volte attorno allo stinco di Ravager, fino a quando non fu sicuro che da lì non potesse più muoversi.

Dopodiché Red X si alzò e levò la bandana dal volto della donna, scoprendo il suo altro occhio, chiuso, e la scompigliata frangia di capelli bianchi. Osservandola meglio poterono constatare che "donna" non era proprio il termine migliore per descriverla. Era più vecchia di loro, certo, ma probabilmente non superava nemmeno i trent’anni di età.

«Così potremo guardarci meglio negli occhi» spiegò Lucas, gettando via il tessuto nero e arancione.

«Che gentiluomo.»

«Lo so.»

«Perché non mi liberi, invece? Così dopo potremmo divertirci per davvero.» L’albina si leccò le labbra, osservandolo maliziosa. «Sei mai stato con una più grande di te? Potrei insegnarti un sacco di cose interessanti, sai?»

«E perché tu non chiudi quella fogna di bocca, invece?» domandò Amalia, puntandole una pistola alla tempia.

«Qual è il problema, ragazzina?» la interrogò Ravager, per nulla intimidita. «Sei gelosa? Puoi unirti a noi se vuoi, io non ho pregiudizi.»

Komand’r sgranò gli occhi udendo quella frase, poi fece una smorfia. «Bleah. Te lo puoi scordare.» Abbassò il cane della pistola. «Semplicemente voglio che tu la smetta di parlare.»

«E allora perché non avete permesso a quel mostriciattolo di uccidermi?» chiese ancora la soldatessa, accennando a Rachel. «Così almeno sarei rimasta zitta per sempre.»

Quelle parole ferirono la corvina, e non poco, ma lei cercò comunque di non darlo a vedere.

«Perché prima devi rispondere ad alcune nostre domande» disse Lucas, rispondendo al posto di Rachel, con tono scocciato.

«Oh, ma davvero?» Ravager parve quasi divertita. «E cosa ti fa pensare che io sarò disposta a collaborare? Come intendi avere queste risposte? Con la forza? Tu non picchierai mai una donna legata ad una sedia.»

«Lui forse no, ma io sì!» Amalia le sferrò un poderoso ceffone con la mano rivolta dalla parte delle nocche, producendo un suono orribile.

Ravager piegò il capo, gemendo, ma non ci mise molto a ridacchiare e a rialzare lo sguardo, verso la mora. «Tutto qui?» domandò, con la guancia arrossata.

«Posso andare avanti tutta la notte, se vuoi.»

«Ma certo, così nel frattempo gli Underdog vi scoveranno.» L’albina fece correre lo sguardo lungo le pareti della stanza. «Carino questo posto, davvero, assomiglia proprio a quello in cui vi abbiamo trovate l’ultima volta. Chissà quanto tempo ci metteranno per capire che siete stati così idioti da tornare qui. Io dico un’ora.»

«Vorrà dire che ci dirai subito dove hanno portato Tara» asserì Lucas, con tono fermo.

«Tara? Chi è Tara?»

Red X strinse con forza i pugni. «La ragazza bionda che avete rapito.»

«Ah, già, lei. Un bel tipetto. Non ha smesso un attimo di urlare, lo sapete?»

«Sì, l’hai già detto...» mugugnò Rosso, infastidito.

Ryan sussultò. «Che cosa le avete fatto?»

Ravager rispose con un altro ghigno. «Che cosa non le abbiamo fatto, vorrai dire.»

Amalia ringhiò per la rabbia. «Ora mi hai davvero rotto!»

Sollevò di nuovo una mano per colpirla, ma Lucas la fermò, arrivandole all’improvviso di fianco e afferrandole il braccio. «Non farlo. Picchiarla non serve a niente.»

«Se permetti, voglio essere io a deciderlo!» esclamò Amalia liberandosi con uno strattone.

Tuttavia, prima che potesse davvero infierire su di lei, Ravager parlò nuovamente, con un sorriso sadico in volto: «Mettiamo in caso il fatto che io decida davvero di aiutarvi, che vi dica dove hanno portato la vostra amichetta, voi cosa fareste? Eh? Andreste a cercarla nella tana del ragno?»

I quattro ragazzi rimasero in silenzio. Solo in quel momento Rachel realizzò che prima di allora non aveva ancora pensato a cosa avrebbero fatto dopo aver catturato Ravager.

«Mettiamo in caso che riusciate ad attraversare la città, evitando le centinaia di pattuglie che presto verranno a cercarmi. Mettiamo in caso che riusciate ad arrivare alla base, dove hanno portato la vostra amichetta. Dopo che cosa avete intenzione di fare? Combattere, voi quattro soli, anzi...»

Ravager osservò Ryan, ridacchiando. «Facciamo tre e mezzo... contro un intero esercito di uomini armati fino ai denti, tra cui alcuni sottoluogotenenti? Davvero credete di potercela fare? Ma voglio essere fiduciosa, mettiamo anche in caso che riusciate davvero a superare le guardie e riusciate ad arrivare alla vostra amica, in una stanza che è sorvegliata con delle videocamere da Deathstroke in persona. A quel punto che cosa farete? Affronterete anche lui? Da soli?»

La luogotenente ridacchiò nuovamente, scuotendo la testa con aria di sufficienza. «A stento siete riusciti a sconfiggere me... cosa vi fa credere di poter battere uno come lui? Se è il nostro capo un motivo c’è, d’altronde.»

«Dimentichi una cosa» fece Lucas, severo, per poi spostare lo sguardo su Rachel. «Noi abbiamo un conduit dalla nostra parte.»

La corvina incrociò gli occhi del ragazzo. Realizzò che, in quel momento, egli stava riponendo in lei una fiducia che probabilmente mai aveva risposto in altre persone. Non seppe se sentirsi onorata oppure spaventata da quel pensiero.

Un’altra risata proveniente dalla gola di Ravager la convinse a lasciar perdere quel dubbio. «Certo, avete la demonietta...» cominciò a dire, osservando la diretta interessata senza alcun timore. «... ma lei non potrà proteggervi da sola da centinaia e centinaia di uomini con i suoi scudi magici. E di certo, lei non riuscirà mai a sconfiggere Deathstroke.»

La soldatessa distese il suo sorriso, spostando lo sguardo sui compagni di Rachel. «Forse penserete che lei è la vostra unica possibilità di successo, ma vi posso assicurare che la realtà è ben diversa. Credete che sia sicuro stare in sua compagnia? Vi basti pensare a quello che ha fatto poco fa’, durante il nostro scontro. Cosa vi fa pensare che un giorno non sarete voi quelli con il cappio nero legato attorno al collo?»

Rachel si irrigidì come un chiodo. E la situazione peggiorò quando Ravager spostò lo sguardo su di lei. «Voi conduit siete la peggior piaga che questo mondo abbia mai visto. Sviluppate i vostri poteri, pensate di averli sotto il vostro controllo, di avere il mondo in pugno, quando in realtà sono loro ad avere il controllo su di voi e sul mondo.

«Nessun essere umano può tenere dentro di sé tanto potere, nessuno. Perché il potere dà alla testa. È come una droga, più ne hai, più ne vorresti. E più la usi, più il tuo corpo si deteriora... ma tu sei troppo assuefatto per accorgertene. E lo stesso accadrà a te, Demone. Userai i tuoi poteri fino a quando non ti ritroverai ad uccidere con le tue mani tutti i tuoi cari amici, quelli per cui hai tanto lottato, e chiunque ti capiterà a tiro. O magari creerai anche tu la tua banda di psicopatici, come è successo ad Empire, chi può dirlo.

«Mi hai visto mentre mi facevo l’iniezione di adrenalina, giusto? Bene, sappi che le differenze tra me e te non esistono. Entrambe dipendiamo da qualcosa, con l’unica differenza che io dell’adrenalina posso liberarmi se davvero lo vorrei, mentre l’unico modo che tu hai per liberarti dei tuoi poteri è smettere di respirare. Per sempre» concluse Ravager, con il suo sorriso di superiorità. Come se volesse in qualche modo dire che, nonostante fosse legata, era lei quella che aveva in pugno la situazione.

E infatti era così, per Rachel. Tutte quelle parole erano state come una doccia gelata, per lei. Poteva non sembrare, ma la parlantina di Ravager era molto persuasiva.

Corvina pensò a Sasha e ad Alden. Loro erano dunque finiti a controllare due bande come quelle dei Mietitori e degli Spazzini perché ubriachi di potere? Anche loro avevano perso il controllo, però in maniera definitiva? Anche loro avevano dovuto convivere tutti i giorni con un qualcosa che tentava costantemente di prendere possesso dei loro corpi, qualcosa che alla fine era riuscito davvero ad avere la meglio?

La ragazza cominciò a tremare e deglutì. Il suo destino era segnato, dunque? Avrebbe fatto del male ai suoi nuovi amici? Gli stessi che lei avrebbe difeso fino alla morte? Lucas, Ryan, Amalia e anche Tara... erano davvero in pericolo, con lei?

«Smettila di dire stronzate.»

Rachel sgranò gli occhi. Spostò lo sguardo di scatto, su Lucas, colui che aveva appena parlato. Osservava con aria quasi truce la donna legata. «Rachel non farà mai nulla di tutto ciò.»

Lucas..., pensò Rachel, con un moto di gratitudine, ma anche con l’amaro in bocca. Ammirò il coraggio con cui la difese, tuttavia... Ravager aveva ragione. I suoi poteri erano pericolosi, e su quello non ci poteva piovere. Ma di una cosa, ora Rachel era certa: avrebbe lottato fino allo stremo, pur di non perdere il controllo a causa loro.

Nessuno avrebbe sofferto, nessuno dei suoi cari sarebbe mai morto, a causa sua.

Nessuno.

«Tsk, uomo avvisato mezzo salvato...» borbottò intanto la prigioniera, roteando gli occhi.

«E adesso...» Red X si posizionò di fronte a lei, con i pugni serrati. «... ci dirai ciò che ci serve sapere!»

«Mh... che ne dici di... no?» Ravager sogghignò per l’ennesima volta. «Potete anche uccidermi per quello che mi riguarda. Io non dirò nemmeno una parola. E poi, anche se lo facessi... quante possibilità pensate di avere di salvare la vostra amica? Senza un esercito dalla vostra, non avete nessuna possibilità, nemmeno con la demonietta. Vi consiglio di rassegnarvi e di abbandonare questo posto prima che i miei compagni arrivino. Così potreste guadagnare qualche ora di vita in più.»

«D’accordo.» Amalia tirò indietro il carrello della pistola, il proiettile entrò nella canna, poi premette l’arma con forza sulla tempia dell’albina. «Sei tu che l’hai detto.»

Ravager per tutta risposta rise. A quel punto Komand’r la colpì con forza sul naso, gridando di rabbia. Rivoli di sangue scivolarono lungo le narici della soldatessa, ma questo non fece altro che aumentare la sua ilarità.

«Smettila di ridere!» La mora la colpì ancora, ma di nuovo, non ebbe i risultati sperati. Grugnì di frustrazione, e sferrò un altro destro alla prigioniera, seguito poi da un’altra scarica di pugni e schiaffi.

Così non funziona, pensò Rachel osservando la scena.

La vice di Deathstroke non sembrava in alcun modo intenzionata a collaborare con loro e le minacce verbali e fisiche di Amalia erano inutili. Tutto ciò le era parecchio familiare, ora che ci faceva caso.

Inoltre, come detto dalla stessa Ravager, Tara si trovava in un luogo non poco sorvegliato, in cui anche lo stesso Deathstroke era presente.

Da soli non potevano spuntarla. Ma questi pensieri erano superflui, se tanto nemmeno riuscivano a farsi dire dove andare a cercare la loro amica.

La personalità di Ravager era troppo forte per loro. Perfino Lucas non sembrava più sapere che pesci pigliare. Amalia cercava di fare del suo meglio, ma era tutto inutile.

Loro non le avrebbero cavato nemmeno una parola di bocca. Soprattutto usando la violenza come Komand’r stava facendo. La forza era completamente inutile con una come Ravager. Più veniva colpita, più era spronata a resistere. L’unica vera arma esistente per fronteggiare persone come lei, a volte, erano le parole. Le parole mettevano in risalto lati delle persone che nessun pugno sarebbe mai riuscito a tirar fuori.

L’unico modo per avere la meglio su di lei era persuaderla in qualche modo. Ma come?

Rachel non era certo una cima in quello, e nemmeno i suoi compagni. E il tempo stringeva. La corvina rimpianse di non aver chiesto ulteriori informazioni a Kevin, quando ne aveva avuto l’occasione. L’aveva lasciato andare, senza nemmeno lasciarsi dire come interrogare Ravager.

Solo una cosa aveva detto il ragazzo, che avrebbero avuto bisogno di un esperto.

Corvina capì solo allora cosa intendesse dire: ci voleva qualcuno che con le parole ci sapeva fare, qualcuno in grado di persuadere Ravager, di metterne a nudo la coscienza.

E ci voleva anche un esercito in grado di attaccare la base in cui Tara era stata portata.

Un’altra risata della soldatessa portò la conduit ad osservarla. Il suo volto era quasi una maschera di sangue, ma non accennava a smettere di ridere sotto i colpi di Amalia. Tutt’altro, la incitava perfino a fare di peggio.

Improvvisamente Rachel ebbe un flashback. Osservava quella scena... ma in realtà ne vedeva tutta un’altra. Qualcosa nella sua mente scattò, come un interruttore che da OFF passava ad ON.

Sgranò gli occhi e realizzò cosa dovevano fare per avere la meglio non solo su Ravager, ma anche sugli Underdog.

Ci voleva un esperto, uno che con le parole ci sapeva fare... e ci voleva anche un esercito.

Era rischioso, ma ormai erano quasi con le spalle al muro. Occorreva un’idea drastica, avventata, e quella che le venne in mente rispecchiava al meglio questi due aggettivi.

«Ragazzi...» chiamò, con cautela. Lucas e Ryan si voltarono verso di lei, anche Amalia smise di fare la boia di Ravager. I tre la osservarono con aria interrogativa, quasi aspettandosi che le sue parole avessero vitale importanza. E in parte era anche così.

«Io... credo di avere un’idea.»

 

***

 

«Sei fuori di testa! È una follia!» gridava Amalia nella sua mente.

«Non abbiamo altra scelta...» questo era Lucas, che era intervenuto in sua difesa dopo un’attenta riflessione.

«Lo facciamo per Tara, Komi. Dobbiamo salvarla, costi quel che costi. Siamo suoi amici, e correremo qualsiasi rischio pur di riaverla con noi. Sento che le cose andranno bene» per finire, anche Ryan aveva dato il suo appoggio a Rachel.

E così, la corvina aveva ottenuto il via libera. Ma più si avvicinava in volo alla sua destinazione, più anche lei credeva che, forse, la sua scelta era stata davvero troppo avventata. Ma ormai era nel ballo, e doveva ballare.

Non appena giunse al luogo in questione, scoprì che la stavano già aspettando. Non fu accolta in maniera clamorosa, certo, ma nessuno le sparò, il che era comunque un buon segno.

Fu condotta in quei corridoi che già l’avevano ospitata una volta. Quell’ambiente le faceva venire la claustrofobia. Più avanzava con i passi, più sentiva i nervi a fior di pelle.

Si sorprese di ricordare quasi a memoria la strada, mentre seguiva le sue guide.

Infine, giunse nella grossa sala. Qui, accanto a grosse custodie per strumenti musicali e casse, si trovava una specie di grosso trono. Sopra di esso, stava seduto un ragazzo vestito di nero. Non appena lo rivide in faccia, Rachel sentì un brivido percorrerla. Ma ormai era tardi per tornare indietro.

«Ciao Rachel» disse Dreamer, sorridendole come se fosse il suo migliore amico. «È bello rivederti.»

 

 

 

 

Aggiornamento finesettimanale (è una parola? boh...), eccolo qui! Contenti? Bene, allora buon proseguimento. Questa volta non ho davvero nulla da dire, è tutto nel capitolo. Spero che non ci siano errori (o almeno, non troppi), l'unica cosa che un po' mi lascia così è la parte finale. Ho paura che la scelta di Corvina di rivolgersi a Dreamer sia stata un po' troppo forzata, anche se alla fin fine era l'unica cosa sensata da fare, per lei. Quindi non saprei, sono un po' indeciso. Vabbé, facciamo che sono al 70% convinto che la scena vada bene, 30% che invece è un po' forzata.

Ah, un'altra cosa: occhio ai poteri di Rachel...

Bye bye!

   
 
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