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Autore: GanzoBello    23/04/2016    0 recensioni
Storia Inventata, nessun fatto è realmente accaduto o è frutto di eventi reali.
Salve, questo è il mio primo racconto che condivido in questa community, quindi spero vi piaccia.
Le pagine le scriverò con una cadenza minima di una pagina a settimana. Se ci sono errori grammaticali o frasi criptiche, vi chiedo di essere gentili, segnalatelo nei commenti riportando il rigo così da agevolare la correzione.
Detto questo la storia narrerà della vita di una cacciatore di taglie americano che non trovando più soddisfazione dalla sua vita, cadrà in una profonda depressione. Per guarire si affiderà a un gruppo di sostegno.
(copertina in via di sviluppo)
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' passato un mese da quando ho scritto l'ultima volta. Mi avevano privato del computer o di un foglio di carta e di una penna per scrivere. Avevano trovato il mio ultimo scritto e allarmati hanno deciso un approccio più forte. Prendo gli antidepressivi. ho smesso di essere triste. Ho smesso con le idee. Dopo una settimana mi hanno anche rilasciato. Basta che prenda due pillole al giorno. Due pillole, due misere pillole dai colori giallo e rossi ed è tutto apposto. 

Fred non mi ha mai visto così allegro. Si sente fiero di quello che mi ha fatto. Si vanta al bar dicendo che ha agito per il mio bene. Che senza di lui forse sarei finito col suicidarmi.  Forse non sa che anche con tutti gli psicofarmaci, lo odio comunque. Si perché l'odio non è sparito. Solo non riesco più a provarlo come sensazione. E' bloccato in una parte del mio cervello, come dietro a una vetrina. Posso appoggiarci la mano. Posso vederlo. Capisco anche che lo dovrei provare eppure non riesco. Il vetro lo tiene bloccato. 

Sono uscito di nuovo con la ragazza. Ho imparato il suo nome si chiama May. Gli ho raccontato la verità ed l'ha accettata senza neanche farmi troppe domande. Non l'ho fatto perché volevo, l'ho fatto perché c'è qualcosa che mi obbliga a non tenermi più le cose dentro. 

Ora May vive in casa mia. Lavora alla scuola a due isolati da qui, fa la maestra. La mattina non c'è mai, ma prima di andare a lavoro si assicura che io prenda ogni volta le mie pillole. Si preoccupa tanto di questo. Un'altra cosa di cui si preoccupa e che io scriva. Dice che io ho un bel modo di scrivere. Pensa perfino che debba scrivere le mie avventure o un romanzo. Lo dice perché ha letto i miei vecchi "diari", ma io ho smesso di scrivere in quel modo. Questo sarà il mio ultimo capitolo. Non posso scrivere se prendo i farmaci. Mi annebbiano il cervello. Mi distorcono la realtà e le mie sensazioni. Oggi per farlo ho ritardato l'assunzione dei farmi di tre ore. Già sento la grande differenza. Sento che il mondo non è cambiato. Che io non sono cambiato. Io sono ancora quella figura distorta che vedevo allo specchio. Sono ancora il mostro pieno di cicatrici. Sono ancora la stessa persona che disprezzava la propria pelle. 

Ho deciso di voler scrivere proprio quest'ultimo capitolo solo per ricordarmelo. Per fare capire a chiunque che ho preso una decisione. Decido la via più semplice. Scusami May. Non l'ho faccio per te, né per Fred., Né per il dottore o per qualsia altro. Lo faccio per comodità. Per pigrizia.Ho deciso di rinunciare a me stesso. Di vivere strafatto di farmaci, ma felice.

Infondo non è quello che speriamo di fare tutti? 

Tutti cerchiamo la soluzione più semplice. Tutti alla fine accetteremo la pillola blu della felicità. Perché il più grande desiderio dell'umanità non è esseri amati, né essere soddisfatti. 

E' essere felici senza alcuna fatica, anche se questo comporta non essere più noi stessi.

Alla fine tutti ci pieghiamo alla volontà della nostra pigrizia. 

L'unica che non lo fece era mia mamma che continuava a disegnare con la sinistra, anche se non era mancina. Lo faceva per fare in modo che i suoi quadri fossero liberi. 

Mamma dovevi disegnarmi con la sinistra, così potevo essere libero come i tuoi quadri. Potevo essere libero come le tue linee. Invece mi hanno disegnato con la destra. 

Non siate tristi per me. Io sono felice. 

So che tu, che infondo sei solo me, ma dall'altra parte del foglio, pensi che io non lo sia.  Ma la verità è che lo sono. Ormai lo sono. 

Ti lascio con le ultime parole, così posso prendere le pillole. 

In un mondo che si droga di felicità, gli astemi depressi  non vivranno mai a lungo. 

   
 
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