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Autore: _Lady di inchiostro_    30/05/2016    3 recensioni
Dieci prompt, dieci storie.
I protagonisti sono sempre gli stessi. Un cinico chirurgo e un pirata tutto sorrisi.
Lasciate che vi racconti come la loro alleanza si sia trasformata presto in una relazione! ~ ♥
**
Day One: Meeting/First Impressions [Completa ]
Day Two: Freedom/Savior [Completa]
Day Three: Friendship/Family (Nakama) [Completa]
Day Four: Alliance/Trust/Honor [Completa]
Day Five: Memory [Completa]
Day Six: Loss/Change [Completa]
Day Seven: Will of D [Completa]
Day Eight: Alternate Universe [Completa]
Day Nine: A Promise Kept/A Battle Fought [Completa]
Day Ten: Thank You [Thanks to be here with me: “«Ci sono un sacco di cose per cui devo ringraziarti, Law. A cominciare dal fatto che ci sei...»” ]
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[Storia partecipante all’evento indetto su Tumblr: “Ten Days of LawLu”]
[Enjoy ♥]
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Trafalgar Law
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ten Days of LawLu
~
We are not mere friends


 



 
Day Three: Friendship/Family (Nakama)
(Attenzione: spoiler per chi seguisse solo l'anime!)




«Mugiwara-ya, tu ed io non siamo amici, chiaro?»
Era sempre la stessa storia. Quando si trattava di parlare della loro alleanza, Rufy non faceva che rimarcare la questione dell'essere solo amici, di non aver alcun bisogno di responsabilità particolari, né di rispetto rigoroso verso il proprio alleato.
O almeno, era così che l’aveva posta ai samurai di Wano, con cui avevano appena stretto un ennesimo patto, e da quanto gli aveva detto il Cecchino tempo fa, tutto si era dimostrato fondato.
Rufy non aveva preso sul serio quest'alleanza: o almeno, non nel modo in cui Law avrebbe voluto. 
Per Rufy, quell'accordo scambiato a Punk Hazard, aveva lo stesso valore di quando s’invita qualcuno a far parte della propria combriccola di amici. Oramai, era come se Law fosse un membro della ciurma, e il chirurgo aveva persino il presentimento che, nel momento in cui avrebbero dovuto prendere strade diverse, Rufy avrebbe persino insistito nel chiedergli di esserlo; e se inizialmente Law avrebbe risposto con un tassativo no, adesso le cose erano notevolmente cambiate, e non sapeva come si sarebbe comportato al riguardo. Per quanto sostenesse che lui e Rufy non fossero amici, restava che provava qualcosa di nuovo per Rufy, qualcosa simile all'affetto e che andava anche oltre, che li faceva comportare in maniera bizzarra per due alleati/amici.
L'altra cosa che Law non poteva sopportare di quest'alleanza, era il suo non essere considerato dall'altro – anche qui, non nel modo in cui avrebbe voluto.
Preparava ogni sorta di piani e strategie, cercava di mettere d'accordo i capricci di Rufy con le sue idee, per poi non essere ignorato come il vento leggero in primavera quando stava parlando, o addirittura non veniva direttamente considerato nel momento di prendere una decisione.
Com’era successo poco prima, quando Rufy aveva preso da sé la decisione di aiutare il piccolo samurai, senza che chiedesse anche il suo consenso, dando per scontato che fosse d'accordo. Ma non era questo il punto, come gli aveva giustamente detto, piuttosto aveva sentito la lealtà nei suoi confronti minata sin nel profondo. E questo non era mai un bene, qualsiasi fosse la vera indole di un'alleanza. 
Alla fine, Law aveva accettato comunque, sottoponendosi a un rituale di “batti pugno” ridicolo, se non perché considerava la possibilità di avere Wano dalla loro parte per eventi futuri, almeno per non rompere il legame stretto con Rufy. 
E qua si ritorna al discorso di prima, che per quanto Law detestasse ammetterlo, per quanto odiasse l'atteggiamento imbarazzante di quella ciurma, c'erano volte in cui Rufy cadeva sempre in piedi con lui.
Quella volta, però, Law avrebbe messo le cose in chiaro una volta per tutte.
Rufy si era girato verso la fonte della voce, una mano tenuta sulla cupola del cappello, interrompendo la sua corsa per raggiungere Inurashi e Nekomamushi, che stavano più avanti a chiacchierare animatamente con i suoi compagni. Non voleva perdersi nulla delle avventure straordinarie di quei due, eppure non poté non fermarsi sentendo le parole di Torao, anche se erano rimasti entrambi un po' indietro.
Zou regalava uno spettacolo mozzafiato da quell'altezza, con la corteccia dell'albero Balena che sembrava percorsa da venature sottili.
Rufy guardò l'altro per un secondo, prima di scoppiare a ridere. «Torao, sei così buffo!»
«Guarda che io sono serio!» affermò il diretto interessato, ponendosi al suo fianco con un paio di passi. 
Rufy mise le braccia dietro la nuca e sorrise, e restarono in questo modo per una manciata di secondi, fin quando quella linea curva che delineava il suo viso non andò dissolvendosi. Non del tutto, giusto un po'; come se un'ombra scura ci fosse passata sopra a coprirla, ma non scura come il nero, di un’oscurità che poteva per assurdo dirsi più chiara, forse viola. Era un sorriso che, se si potesse descrivere con un sapore, sarebbe stato dolceamaro, avrebbe saputo di nostalgia.
«Lo sai, mi ricordi Ace quando fai così...»
Law sgranò gli occhi, anche se da sotto la visiera se ne vedeva solo uno.
Che cosa c'entrava Pugno di Fuoco?
«Sai, all'inizio non gli stavo tanto simpatico... La prima volta che mi ha visto, mi ha persino sputato in faccia.» Mosse un paio di passi, prima di fermarsi di nuovo, il gruppo davanti che non stava poi così lontano. «E quando siamo diventati fratelli, faceva di tutto per apparire come quello cui non interessava nulla di me. Tanto lo sapevo che era per finta, altrimenti... be', non sarei qui, ti pare?»
Rufy si voltò verso Law con un enorme sorriso, e si chiese quanto diavolo gli costasse quell'atteggiamento, col marcio che probabilmente gli stava bruciando la bocca dello stomaco fino a bucargliela. Lo sapeva, lo provava costantemente anche lui.
Rufy era anche questo, era colui che si intristiva nel ricordare, ma che era capace di andare comunque avanti, traendo la sua forza dalle briciole della famiglia passata che gli era rimasta – Sabo, Dadan, Makino, e tutti gli altri – e dalla nuova famiglia che si era creato.
Una famiglia dove chi tendenzialmente doveva rappresentare disciplina e autorevolezza, era trattato come un comunissimo sottoposto. Una famiglia dove, comunque andavano le cose, tutti riponevano fiducia nel proprio capitano, come nelle famiglie poco convenzionali, e Law capì subito che cosa si provasse a mettere nelle mani di qualcun altro una vita preziosa, un dono, come lui aveva fatto con la sua ciurma.
Il fatto che possibilmente Rufy lo credeva parte di una cosa del genere, parte di quella forza che lo mandava sempre avanti, lo faceva dubitare ancora di più sulle sensazioni contrastanti che provava per quel ragazzino.
Avevano ricominciato a camminare, non ancora troppo velocemente da raggiungere gli altri – eppure se qualcuno li avesse visti, avrebbe trovato buffo che si muovessero allo stesso passo, con la stessa cadenza, e con solo due centimetri a separare le loro spalle –, quando Rufy ricominciò a parlare, con l'espressione pura di sempre, come se avesse deglutito per intero quel boccone dolceamaro di prima. «Non credo neanche a te! Altrimenti, perché faremmo tutte quelle cose?»
Law scattò appena la testa verso l'alto. «Che intendi dire?»
«Ma sì, quelle cose che facciamo noi! Li fanno gli amici, no?»
Law aveva capito perfettamente a cosa si riferisse Rufy, ma cercò lo stesso di mantenere un certo contegno. 
Si riferiva alle cose strane che, solitamente, non erano tipiche di un'alleanza, di un'amicizia. Baciarsi, sfiorarsi, inspirare l'odore l'uno dell'altro, il respiro l'uno dell'altro, non erano certo cose che si associavano a queste due parole.
Rufy era troppo ingenuo, c'era un altro modo per definire tutto ciò, e Law lo sapeva. E non lo accettava.
Come non accettava le volte in cui Rufy gliela faceva sotto il naso e la passava liscia, le volte in cui lo ignorava, le volte in cui tutto questo gli era perdonato.
Non accettava che, in cuor suo, avesse già posto la sua vita nelle mani di Rufy, che l'aveva plasmata, gli aveva dato un aspetto nuovo, gli aveva fatto sentire la libertà di cui Cora gli aveva dato solo un assaggio. Non accettava che lui, per Rufy, fosse già un fonte di forza, fosse una medicina di cui aveva bisogno, una droga, l'unico che capace di riempire un vuoto simile a un cratere. 
No, tutto questo il suo cervello lo scartava, mentre il resto del suo corpo vibrava, come se rispondesse di a ognuna di quelle considerazioni.
Deglutì, Law, e sentì scendere i granelli di sabbia di un deserto lungo la gola, e la raschiavano. Che cosa doveva dire in quella circostanza? Fingere che non ci tenesse, come prima? Rufy l'avrebbe presa sempre come una bugia. Era tonto e perspicace, due cose che non andavano quasi mai di pari passo. 
Lo vide in attesa di un qualche segno, la testa inclinata di lato, e Law abbassò la visiera del cappello, combattuto, sconfitto su ogni fronte. E come al solito, la mente se ne dispiaceva, ma il corpo sembrava rizzarsi dalla gioia. Maledette debolezze!
«No, Rufy, quello che facciamo noi, non lo fanno gli amici...»
«Ah no? E allora perché noi lo facciamo?»
Law scese subito sulle sue labbra, assaporando quelle dell'altro, mentre quest'ultimo – colto alla sprovvista – prese a mordicchiare delicatamente le sue. Quando si separarono, gli altri erano ben lungi dal notarli. 
I loro respiri si mischiarono, e ognuno sembrava che potesse appropriarsi dello spirito dell'altro, di quello che si nascondeva nell'inconscio, nella parte più profonda del proprio io, quasi a sanarla.
Fu Law a rompere il silenzio, tipico di quegli atteggiamenti che decisamente stonavano tra due amici, decidendosi finalmente a parlare – e per lui valeva come una sorta di mezza confessione.
«Perché noi» disse «Non siamo semplici amici...»





Delucidazioni:
Che dire? Questa storia si può definire una What if?
Probabilmente sì, ma non potevo non fare rifermento a quanto successo a Zou, con Rufy che andava sbandierando che essere alleati equivaleva a essere amici!
(uso inappropriato di questa parola, ma comunque…)
Niente, quella scena è stata la gioia di tutte le fan LawLu *^*. Soprattutto quando Law si è offeso per essere stato messo da parte, quando poi batte il pugno con i suoi nuovi alleati, cosa che lui NON FAREBBE MAI DI SOLITO!
Niente Law. Ammettilo che sarei sempre fedele alla tua Waif…
*la portano via*
Okay, sto divagando, ma dopo la poca rilevanza che il Chirurgo ha avuto in questa nuova saga, mi sembrava giusto dedicargli un po’ di spazio, e quel capitolo è stato il pretesto perfetto per trattare questo prompt :33
Volevo fare intendere proprio quello che ho detto sopra – e che credo pensano la metà delle fan di questi due uu –, che hanno degli atteggiamenti che spesso fanno pensare ad altro. E, in questo caso, che fanno delle cose che i semplici amici non fanno.
Law non vuole ammetterlo, ma nel profondo sa che tiene a Rufy in un modo diverso a come si tiene a un amico, e approfitta dell’ingenuità del ragazzo per far credere che non sia così. Ma Rufy è stupido fino ad un certo punto: forse non sarà un esperto in amore, però certo sa che tra di loro c’è un rapporto più stretto di quello che si ha con un alleato.
Perché paragonare Law ad Ace?
Per certi aspetti, quei due hanno delle caratteristiche simili: entrambi sembravano volersi chiudere totalmente al mondo, entrambi hanno sofferto la solitudine e l’emarginazione. E, bisogna dirlo, certe volte Law ha degli atteggiamenti scostanti nei confronti di Rufy, quindi potrebbe essere plausibile che al gommoso venga da pensare al primo incontro avuto col fratello in questi momenti. 
E poi, ho inserito un po’ di nakamaship, che non guasta mai! <3 
Come sempre, fatemi sapere che cosa ne pensate, se vi sembra che il prompt sia stato sviluppato a dovere oppure no, se le caratterizzazioni sono andate a farsi benedire.
L’antro non sarà tanto attivo, ma anche se io momentaneamente non posso rispondere alle recensioni, le vostre opinioni contano tantissimo! <3 
Grazie di cuore a tutti! <3
Alla prossima con prompt: Alliance/Trust/Honor
_Lady di inchiostro_ 
  
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