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Autore: layla84    16/04/2009    11 recensioni
Buon compleanno Annaly, questa ff è tutta per te :) “Non sto scherzando Harry, non sai quanto mi dispiace dirtelo ma… a quanto pare hai perso tutti i ricordi legati a questi ultimi 5 anni” Un Harry Potter che cerca di rimettere insieme i ricordi di cinque anni spariti nel nulla.. ma che ci fa Malfoy al suo capezzale?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci all’ennesimo frutto della mia fantasia :)
Per chi decidesse di seguire questa ff vi avverto fin da ora che saranno 6-7 capitoli totali, quindi relativamente breve, e che la storia è già a un buon punto di stesura, quindi gli aggiornamenti dovrebbero essere regolari.. per chi segue le altre storie, tranquilli, anche quelle verranno presto aggiornate :)

Questa storia è interamente dedicata alla mia splendida beta Annaly, che oggi compie gli anni, a cui devo anche un ringraziamento, perché questa storia senza il suo incoraggiamento e supporto non sarebbe mai stata pubblicata, quindi grazie mia beta, e tantissimi auguri di buon compleanno :)

 

 

 

Aprì gli occhi e vide solo bianco attorno a se.
Ebbe una sensazione stranissima, come di essere sospeso tra due mondi, mentre la sua mente registrava la mancanza del buio dove era stata sprofondata fino a quel momento.

Sono in paradiso?
Fu questo l’unico, irrazionale, pensiero che riuscì a formulare prima che i suoi occhi faticosamente iniziassero a mettere a fuoco la sua visuale: una superficie bianca, asettica, illuminata da una luce bianca e fredda, decisamente terrena.
Si rese conto, dopo pochi istanti - oppure erano minuti? Non l’avrebbe saputo quantificare – di essere steso su qualcosa di morbido, probabilmente un letto, e che quello che stava rimirando era, quindi, un soffitto.
Cercò di concentrarsi sui suoni ovattati della stanza, non riuscendone a distinguerne la provenienza: era come se tra lui e il mondo ci fosse una barriera invisibile che li separava.
Provò allora a portarsi una mano all’altezza del viso ma, essendo senza forze, questa si alzò solo di pochi centimetri dal letto per poi ricadervi pesantemente, creando un rumore che arrivò alle sue orecchie come una cannonata.
Il rumore, a quanto pare, aveva avuto l’effetto di attirare l’attenzione di qualcun altro presente all’interno della stanza: infatti qualcuno si era appena alzato da una sedia al suo fianco, facendola strisciare sul pavimento e creando così un suono fastidioso per le sue sensibili orecchie.
Harry aspettò paziente che questo qualcuno entrasse nella sua visuale, per poter chiedere spiegazioni, dato che al momento non riusciva a muoversi.
Doveva averne combinata un’altra delle sue e questa volta, a quanto pareva, nemmeno Madama Chips era riuscita a fare qualcosa se, come pensava, fosse dovuto addirittura ricorrere alle cure del San Mungo.
Accidenti, quanto sono maldestro, pensò, immaginandosi Ron prenderlo in giro per settimane per l’ennesima catastrofe che aveva combinato, mentre Hermione lo sgridava per la sua incoscienza.

Si aspettò di veder entrare nella sua visuale i riccioli castani dell’amica, o i familiari capelli rossi del suo migliore amico e si stupì non poco quando, al loro posto, i suoi occhi misero a fuoco dei capelli biondi, quasi bianchi e due occhi grigi che lo fissavano, preoccupati e sollevati assieme.
Tanto fu lo stupore di trovarsi davanti Draco Malfoy, in quel contesto, che non registrò nemmeno le parole del ragazzo sopra di lui e l’aria stanca e provata che segnava il volto del biondo.
Malfoy dovette accorgersene perché ripeté la frase appena pronunciata, usando un tono dolce e preoccupato, che poco si accordava all’immagine che Harry aveva del viziato Serpeverde.
“Harry, mi senti? Come stai?”
Harry a quel punto pensò di trovarsi in un mondo parallelo visto che mai, in tutti gli anni di Hogwarts, lui e Malfoy si erano chiamati per nome… anzi, era raro tra loro anche chiamarsi per cognome: preferivano lanciarsi epiteti ben poco ripetibili a vicenda e non capiva cosa fosse successo di tanto grave, per far cambiare quella loro abitudine consolidata negli anni.
“Malfoy”
Si sforzò notevolmente a parlare, ma riuscì ad emettere solo un breve sussurro, che l’altro sentì grazie alla vicinanza.
Harry non riconobbe quasi la propria voce: oltre ad essere affaticata e debole, aveva un timbro strano, che non ricollegava al suo.
Anche Malfoy aveva fatto una faccia strana nel sentirlo parlare, ma senza i suoi fidati occhiali non riusciva a distinguere bene i tratti del ragazzo chinato su di lui, riuscendo a riconoscere soltanto una leggera ruga di preoccupazione tra le sopracciglia chiare.
Notò che il Serpeverde non indossava la divisa di Hogwarts, bensì un maglione di lana decisamente babbano sopra dei jeans chiari e questo non poté far altro che consolidare la sua teoria degli universi paralleli: era umanamente impossibile che Malfoy si mettesse dei vestiti babbani.
Non fece in tempo a chiedere nulla, che il biondo sparì nuovamente dalla sua visuale; non gli sfuggì comunque la frase di Malfoy, prima che uscisse dalla stanza:
“Penso sia meglio chiamare Hermione, torno subito.”

Quanto meno Herm era lì, si disse tranquillizzandosi: tra poco lei gli avrebbe spiegato tutto.
Decisamente più calmo dopo quella scoperta, Harry cercò di ricordare esattamente cosa avesse fatto di tanto grave per finire il un letto del San Mungo e si sforzò di riportare in superficie l’ultimo ricordo che possedeva.
Da strati confusi e nebulosi di ricordi, risaltò nitida una giornata di sole: lui a cavallo di una scopa, il vento tra i capelli ed un boccino da prendere per soffiare la vittoria ai Serpeverde.
E un bolide, lanciato da chissà chi, che volava verso di lui e lo centrava in pieno, facendolo cadere. Poi la terra e il cielo che si invertivano ed il buio.
Ecco svelato almeno un mistero: era caduto giocando a Quiddich… niente di nuovo e magari Malfoy era lì perché si sentiva in colpa, anche se dubitava che il biondino potesse provare simili sentimenti.
Ancora confuso per l’accaduto, registrò con un attimo di ritardo l’aprirsi della porta e, mentre cercava di voltare il collo in direzione del rumore, una figura familiare si fece strada velocemente verso lui.
Fu tale il sollievo di vedere finalmente una persona amica, che gli strani vestiti di Hermione passarono in secondo piano, mentre i suoi riccioli castani entravano completamente nella sua visuale.
“Harry, come ti senti?”
Disse, mentre si chinava su di lui a tastargli un polso.
“Herm...” riuscì ad articolare, prima di prendere un respiro profondo e concludere la frase: “cosa è successo?”
Lei lo guardò interdetta, prima di voltare il capo in direzione di Malfoy che era appena rientrato nella stanza, chiudendosi dietro la porta.
“Hai avuto un forte trauma Harry, hai battuto la testa.”
“Questo lo so” disse Harry, riprendendo confidenza con la sua voce, anche se alle sue orecchie risultava comunque diversa da prima. “Ma che ci fa lui qui?” disse indicando con un cenno del capo il biondo, ancora immobile vicino la porta.
“Cosa vuol dire cosa ci fa qui?” rispose la ragazza, facendo rimbalzare lo sguardo da Malfoy al moro, evidentemente confusa. “Dove altro dovrebbe stare Draco, scusa?”
Harry non capì se era per il suo tono o per il fatto che la ragazza avesse chiamato il biondo per nome, fatto sta che alzò d’impulso il viso in cerca di spiegazioni da parte dell’amica e questo gli provocò un capogiro.
Si riappoggiò al morbido cuscino, sofferente, mentre Hermione preoccupata si chinava nuovamente su di lui.
“Non devi fare movimenti bruschi Harry, sei rimasto senza conoscenza per un giorno intero ed il colpo preso alla testa è stato forte. Non riesci a muoverti bene perché hai una gamba rotta, ed una spalla lussata e aspettavamo ti svegliassi per procedere con gli incantesimi di guarigione.”
Harry fece un cenno di assenso col capo, chiedendosi però perché fosse Hermione a dirgli quelle cose e non un Medimago.
Stava per chiederle cosa significasse tutto ciò, quando la voce di Malfoy lo precedette:
“Ha qualcosa che non va Hermione”
La ragazza, a differenza di quello che si aspettava Harry, sorrise dolcemente al biondo prima di rispondergli.
“E’ normale che sia un po’ confuso, dopo tutto quello che è successo, Draco”
“No che non è normale Herm! Mi ha chiamato “Malfoy”… ti rendi conto? Malfoy!”
Vide il biondino agitarsi e passarsi nervosamente una mano pallida tra i capelli chiari, facendo così cadere delle ciocche bionde a coprirgli gli occhi, mentre percorreva a lunghi passi la stanza.
Harry non ricordava che il Serpeverde avesse i capelli così lunghi…e poi, da quando li portava liberi dal gel?
Lo osservò mentre si fermava e sprofondava nella poltrona vicino al letto, le mani tra i capelli, i gomiti poggiati sulle ginocchia, la testa china a nascondere il volto. Sembrava disperato e lui non riusciva a capirne il motivo.
“Perché, come dovrei chiamarti scusa?” fu l’unica cosa che riuscì a dire, cercando di rimettere assieme i pezzi e capirci finalmente qualcosa.
“Che significa, come? Draco naturalmente” rispose Hermione al posto del biondo, come se quella fosse un’ovvietà.
Harry fissò confuso la riccia e lei di rimando lo osservò per un momento, prima di sbarrare gli occhi, mentre un lampo di comprensione passava nelle iridi marroni.
“Harry, tu sai chi sei vero?”
La domanda parve ad Harry decisamente strana, ma lo sguardo allarmato della riccia gli fece decidere di rispondervi seriamente.
“Certo. Sono Harry Potter.”
“E io chi sono?”
“Hermione Granger. La mia migliore amica.”
“E lui?” disse indicando il biondo.
“Draco Malfoy. Ma non capisco cosa ci faccia qui”
Hermione si passò una mano sugli occhi, come a scacciare via la stanchezza. La sua voce parve incrinarsi, mentre, parola dopo parola, riprendeva a fargli domande.
“E… e sai dirmi quanti anni hai, Harry?”
Notò di sfuggita il volto di Malfoy scattare verso di lui, a quella domanda, gli occhi grigi che lo scrutavano attenti e ansiosi, ma rispose ugualmente a Herm.
“Certo. Ho 18 anni, frequento l’ultimo anno di Hogwarts”

Un attimo dopo sentì un rumore metallico e si accorse che dalle mani dell’amica era sfuggita una cartelletta, di quelle che usano i medici.
Aveva ancora lo sguardo fisso sul pavimento quando un altro rumore, ben diverso dal primo e decisamente più violento, gli fece voltare il capo.
Malfoy che un momento prima era sulla poltrona vicino a lui, se ne era andato, sbattendo con violenza la porta dietro di se, mentre Hermione, che era trasalita per il gesto del biondo, aveva gli occhi sempre più umidi, mano a mano che parlava.
“H- Harry.. tu non hai 18 anni e non frequenti Hogwarts. Tu hai 23 anni e sei un Auror, uno dei migliori: sei stato colpito durante una missione in cui avete rischiato grosso sia tu che la tua squadra. Hai evitato un potente incantesimo grazie hai tuoi riflessi, ma hai perso l’equilibrio e sei caduto da diversi metri di altezza, sbattendo violentemente la testa. Sei arrivato qui senza sensi e io ti ho preso in cura”
“Cosa?! Io, cosa? Hermione non scherzare..”
“Non sto scherzando Harry, non sai quanto mi dispiace dirtelo ma… a quanto pare hai perso tutti i ricordi legati a questi ultimi 5 anni”

Nello stesso istante in cui Herm pronunciò quelle parole, Harry sentì il suo cuore battere all’impazzata nella cassa toracica, mentre il poco controllo che aveva di se in quel momento vacillò.

Aveva perso cinque interi anni di ricordi.. com’era possibile?

 

 

  
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