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Autore: Sundy    20/04/2009    0 recensioni
Più che vere e proprie fanfic, questi brani sono esperimenti di scrittura creativa, anche meno di un drabble. Maneggiateli con cura, e prendeteli per quello che sono: una manciata di schizzi colorati così come veniva.
Genere: Drammatico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, X-men
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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E una sera, al karaoke, Alex e Scott si ritrovarono per puro caso sulle note di Father and Son....
e quando la canzone alla fine Scott alzò la testa verso la sua prima famiglia e con la sua remissiva dolcezza disse: “… non credevo che la sapessi...”
Alex lo fissò negli occhi, e con la sua durezza fragile da bambino arrabbiato per essere stato abbandonato troppo a lungo, rispose: “Sbagliavi.”

Sean Cassidy di Count Mayo compone ballate che non sa musicare...

E Scott forse pensava che sarebbe stato bello se Nathan avesse avuto dei figli, in quel mondo in cui, finalmente, poteva sperare di essere felice.

Peter gira velocemente la rotellina dell’accendino che Pete gli ha regalato e pensa, che bello, che bello se potesse fermare le scintille a forma stella che nascono dalla pietra, che bello sarebbe poter dipingere quella luce esile, fugace. Illyana sarebbe la prima a cui le farebbe vedere. Ma il pennello di Peter è troppo grande e gli occhi di Illyana troppo lontani, ormai. Si infila di nuovo il capello, e rivolta una zolla di terra. Il grano cadrà nel solco dalla sua borsa chiusa.

C’era uno spiazzo dietro il pagliaio, uno spiazzo grande di cemento, senza motivazioni apparenti di esistere. Clarice disegna una stella per terra. Ha una punta storta, ma forse andrà bene lo stesso, per far volare il suo cuore.. Clarice preme la mano sul gessetto rosa, e il gessetto diventa polvere colorata sulla polvere bianca del cemento. Il vento soffia…Clarice si solleva lentamente, come una ballerina, alza le mani al cielo e lascia che l’aria ne porti via la polvere.
Poi si tuffa dentro la stella, e il pagliaio scompare.

Penny ha un vestito di trina bianca che le copre il corpo tagliente, i tagli dell’anima. Nel mezzo dell’erba medica, solleva una delle sue lunghe dita da insetto e strappa un suono alla sua voce che non c’è, un saluto per un altro insetto, che ha grandi ali gialle, e vola via…

Angelo prende una bicicletta per il manubrio, e cosa importa se non è sua,il viale è così lungo, e lui sarà così veloce, che nessuno lo potrà vedere… e se qualcuno si accorgerà che ha rubato, lui sarà già lontano…

Mr Quire vive nello scantinato insieme all’ombra, al Babau e ai mostri davvero pericolosi, ma, in un modo o nell’altro, gli sono ricresciuti i capelli… ..e quando guarda la bambina di fragola rossa, vede una donna bionda che non si spiega, ma il blu degli occhi di vetro è lo stesso. Vorrebbe chiedere, ma Penny non può spiegare.

Jono guarda Paige strapparsi la pelle, foglia dopo foglia, mentre la sua bocca si riempie di suoni, parole, discorsi senza senso. La guarda con rabbia strapparsi la pelle davanti a lui, continuando a parlare senza guardarlo, la guarda con rabbia perché per quanto possa strappare, Paige non sarà mai nuda. Ma lei questo non lo sa, e da la colpa ai passanti, o alla cattiva stagione.

Quando Mary ha baciato quell’uomo nevicava.. nevicava piano, ma lui lo sentì lo stesso.

Bobby guarda verso Emma e pensa “l’ho sempre saputo, l’ho saputo per moltissimo tempo ma non ho mai parlato, per non parlarne più…”
Emma pensa, lo pensa sempre “… perché sei un’idiota.” Ma non guarda verso di lui.

Matthew guarda sempre… altrove.

Jono guarda le sue mani ferme sulle corde della chitarra, e pensa.. pensa che esiste un sogno in cui la pelle di Angelo cade a brandelli solo perché lui si è ustionato la faccia lavorando in fabbrica , pensa che c’è un sogno in cui possono ancora telefonare a Ev per chiedergli come si fa a montare la casa sull’albero, pensa a questi sogni, e mentre pensa, i suoi occhi si chiudono su se stessi, e Jono si addormenta.

Jean-Paul ha le mani, sempre nervose e ritorte, ferme davanti a se. Gli occhi impermiabili. La voce è calma, piatta come un lago abbandonato, lentamente dice: “A volte credo che potrei sedermi e piangere per ore e ore, giorni, di seguito, senza nessun pretesto” Aveva gli occhi impermiabili mentre parlava. Quando piangeva, invece non parlava mai, e quasi non esisteva. Jeanne-Marie lo guardava morire con le mani sollevate in aria, cercando di abbracciare quello che non c’era. Aveva gli occhi umidi.

Peter si infila il capello. A Illyana non era mai riuscito costruire una corona di spighe per suo fratello. A Illyana era sempre dispiaciuto molto non essere capace di prendere le misure alla testa di suo fratello. Peter si sfila il capello e lo appoggia sul tavolo prima di uscire.

Kitty piange tutte le volte che qualcuno le parla di quella neve….neanche nella felicità si dimentica.

Stacco la matita dal foglio. Jono sorride. Jono sorride perché sta dando un nontiscordardimé a Emma. Emma lo prende, e senza guardare, porge un tulipano arancione a Sean. Sean fa cadere dolcemente una campanula sulla testa di Jubilation, Jubilation da’ una gerbera rosa a Everett, Everett raccoglie la gerbera e dona una rosa bianca a Monet, Monet stacca un fiore al melo per Penny, Penny ha una mela in mano, che porge a Artie con le sue dita di forbice, Artie regge un garofano rosa per Pulce, Pulce regala una violetta a Paige. Paige è seduta su una foglia e non sorride, ma lascia cadere un rametto fiorito nella mano di Angelo, la mano grande di Angelo offre un girasole a Jono, che non si è accorto, all’inizio del disegno, che quella è l’ora di giardinaggio, e tiene ancora stretta la chitarra. Ma capirà. Se ne avrà il tempo.

  
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