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Autore: Carme93    17/07/2016    1 recensioni
Anno 2020.
L'ombra sta nuovamente calando sulla comunità magica inglese (o forse europea) ed ancora una volta toccherà ad un gruppo di ragazzi fare in modo che la pace, con tanta fatica raggiunta, non venga meno.
Tra difficoltà, amicizie, primi amori e litigi i figli dei Salvatori del Mondo Magico ed i loro amici saranno coinvolti anche nel secolare Torneo Tremaghi, che verrà disputato per la prima volta dal 1994 presso la Scuola di Magia e stregoneria di Hogwarts.
Questo è il sequel de "L'ombra del passato" (l'aver letto quest'ultimo non è indispensabile, ma consigliato per comprendere a pieno gli inevitabili riferimenti a quanto accaduto precedentemente).
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Un po' tutti | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo undicesimo

Tassorosso alla riscossa
 
Louis fissò in silenzio l’anziana professoressa di Incantesimi in attesa che iniziasse la lezione.
«Benvenuti alla vostra prima lezione di Incantesimi» disse e poi principiò immediatamente a spiegare: «La magia che fluisce in noi viene solitamente incanalata dalle bacchette magiche, anche se alcune comunità hanno a lungo continuato a farne a meno. L’uso della magia senza bacchetta è più che possibile, ma solo i maghi più abili e più potenti ne sono capaci. La formula magica è funzionale: è un metodo per focalizzare l’effetto desiderato. Si parla di Incantesimi Verbali e Non Verbali. Gli incantesimi si classificano in diversi modi. Personalmente preferisco questa classificazione: incantesimi generici, difensivi ed offensivi, curativi, di trasfigurazione ed oscuri. Difensivi ed offensivi li imparerete a Difesa contro le Arti Oscure; quelli di trasfigurazione ovviamente a Trasfigurazione. Quelli curativi li studierete solo se deciderete di studiare Medimagia. Infine quelli oscuri sono illegali. Noi ci occuperemo degli Incantesimi Generici. Qualcuno sa definirli?».
Louis aveva scritto rapidamente tutto quello che la professoressa aveva detto, così come i suoi compagni Corvonero. I Serpeverde, con cui seguivano la lezione, per lo più non erano particolarmente solerti. Avevano fatto in modo di sedersi separati. Louis alzò la mano, insieme a Selene Shafiq ed ad un altro ragazzino di Serpeverde di cui non ricordava il nome.
«Weasley, rispondi tu».
«Sono incantesimi con cui si possono ottenere gli esiti più disparati. Potrebbero diventare anche offensivi o difensivi» rispose pronto.
«Esattamente. La definizione è molto semplice. Mi sorprende che solo tre di voi conoscessero la risposta. Tre punti a Corvonero» disse la professoressa Shafiq. «Confido però, che conosciate le leggi fondamentali della magia».
Questa volta si levarono parecchie mani, ma l’insegnante fissò i suoi occhi su Brian che non aveva alzato la mano. Il ragazzino si era seduto in fondo alla classe da solo. «Carter?».
«L-le l-leggi f-fondamentali della magia affermano che n-non si può creare il cibo dal nulla e nemmeno il denaro… e-e la morte non si può sconfiggere…» balbettò Brian arrossendo.
«Per essere precisi, le leggi fondamentali della magia furono pronunciati da Adalbert Incant, studioso della magia ed autore del testo che vi ho messo in programma “Teoria della magia”. Lo leggeremo insieme per i primi due mesi di lezioni, solo dopo passeremo alla parte pratica. La prima legge fondamentale della magia è più un ammonimento: "altera i più profondi misteri - l'origine della vita, l'essenza dell'uomo - solo se sei preparato alle conseguenze più estreme e pericolose". Non sappiamo quante siano le leggi pronunciate da Incant, ma il nucleo essenziale è sicuramente quello detto da Carter… Per quanto riguarda il cibo, approfondirete l’argomento più avanti con il professore di Trasfigurazione, poiché il cibo è una delle cinque eccezioni alla Legge di Gamp sulla Trasfigurazione degli Elementi… Signorina Rosier, vedo che non è interessata alle mie parole…».
Una ragazzina seduta in fondo alla classe fissò l’insegnante con sguardo strafottente. «È la terza volta che sento queste cose» rispose annoiata.
«Evidentemente non ha ascoltato con attenzione, allora. Non è da tutti ripetere tre volte il primo anno, signorina Rosier. Credo che abbia battuto ogni record. Per lo più il fatto che lei appartenga alla mia Casa, è per me enorme fonte di vergogna. Le posso assicurare, però, che non le permetterò di gettare altro fango sulla Casa di Salazar. Ho si decide a seguire le mie direttive o può fare i bagagli».
La ragazzina persa l’aria annoiata a favore di una apparentemente spaventata. «Che devo fare?». La sua voce, però, era ferma e non mostrò la minima incertezza e risultò quasi provocatoria.
«Signorina Robertson si sieda al posto della signorina Rosier. Signorina Rosier lei venga avanti accanto al signor Weasley».
Louis ed Annika si guardarono per un attimo. Nessuno dei due ne era entusiasta. La ragazzina fece per protestare, ma la professoressa li fulminò e disse: «Adesso». Louis osservò la sua nuova amica sedere a malincuore accanto a Selene Shafiq. La Serpeverde, invece, occupò il posto della Corvonero osservando provocatoria la professoressa.
«Per il resto dell’anno siederai qui» disse e la sua voce risuonò come una condanna nel silenzio della classe. «Ad Adalbert Incant si deve anche la definizione più accreditata di magia: “con il termine magia s’indica una tecnica che si prefigge lo scopo di influenzare gli eventi, controllare i fenomeni fisici e domare gli esseri viventi (inclusi gli uomini) servendosi dei poteri che la natura ci ha conferito”. Voglio che trascriviate queste definizioni sul vostro quaderno e le impariate a memoria. Che state aspettando? La prossima volta ve le chiederò! E vi avverto: non accetto giustificazioni! Avete domande?».
Anastasia Johnson alzò la mano e la professoressa le diede la parola. «Se la morte non si può sconfiggere, i fantasmi come nascono?».
Qualcuno rise alle sue parole, ma la professoressa li tacitò con lo sguardo. «Signorina Johnson, i fantasmi le sembrano vivi?».
«No, ma… insomma si muovono e parlano…».
«La capacità di movimento e l’atto linguistico non sono elementi sufficienti per definire un determinato soggetto vivo. I fantasmi non sono altro che l’impronta di un’anima dipartita lasciata sulla terra, non possono far altro che ripercorre le strade che hanno già percorso in vita. I fantasmi sono classificati come esseri dal Ministero della Magia».
«Perché allora questo posto non pullula di fantasmi? Perché non se ne vedono molti?».
«Signor Carter, pretendo che si alzi la mano e si attenda il permesso prima di parlare nella mia classe».
Il ragazzino arrossì e mormorò delle scuse.
«Possono diventare fantasmi solo i maghi, maghi che hanno avuto paura di morire e quindi si sono accontentati di una parvenza di vita».
Louis osservò il compagno con attenzione e vide che aveva distolto lo sguardo e lo teneva fisso sul banco.
«Aprite il manuale di Adalbert Incant alla prima pagina. Robertson, leggi tu» ordinò seccamente la professoressa Shafiq.

*

«Ma che ci ridono?» sibilò Rose, con gli occhi che mandavano scintille. Albus sospirò: anche lui aveva notato che un gruppetto di ragazze, comprendente alcune delle più pettegole della Scuola, dall’inizio della lezione non faceva altro che guardare Rose e ridere. Non sarebbe andata a finire bene. Se ne convinse ancora di più quando, distogliendolo nuovamente dalla spiegazione della professoressa Spinnet, Divina Danielson si voltò verso di loro e con finta preoccupazione disse a Rose:
«Rosie, non hai letto l’articolo?».
Albus si chiese quanto ci avrebbe messo ad esplodere sua cugina.
«Quale articolo?» chiese a denti stretti Rose.
La Danielson si finse dispiaciuta e disse: «Forse non sono la persona più adatta…».
«Dacci un taglio, Danielson. La Spinnet ci sta guardando!» disse Albus. Era una pessima Tassorosso, non riusciva proprio a sopportarla.
«Tieni» disse la ragazza, dopo aver lanciato un’occhiata apprensiva alla professoressa. Sottobanco passò a Rose una copia del Settimanale delle Streghe. Non ebbe bisogno di specificare la pagina, perché la copertina era già di per sé fin troppo eloquente. Albus deglutì e lasciò perdere la lezione. La copertina era occupata da una foto della zia Hermione, vestita in un perfetto tailleur blu notte. Rose cercò la pagina dell’articolo con tanta foga da rischiare di strappare l’intera rivista. Albus gettò un’occhiata alla professoressa che ora dava loro le spalle scrivendo alcune rune alla lavagna e si mise a leggere l’articolo con la cugina.
“La sera del primo settembre l’intera comunità magica si è rallegrata per la nomina del nuovo Ministro della Magia: Hermione Jane Granger o meglio Weasley. Il nostro neo eletto Ministro infatti è la moglie del Vice-Capitano del Dipartimento Auror, nonché migliore amica di Harry Potter, l’acclamato Salvatore del Mondo Magico.  Senz’altro una carriera rapida e travolgente quella del nostro Ministro, che ricordiamo aiutò Harry Potter a sconfiggere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Poco dopo aver conseguito i M.A.G.O. presso la prestigiosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts con il massimo dei voti nel 1999, è entrata al Ministero della Magia come impiegata presso l’Ufficio di regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Le strane tendenze del nostro Ministro hanno radici fin dagli anni della Scuola. Una nostra abbonata, Lavanda Brown, moglie del Direttore della Gazzetta del Profeta Seamus Finnigan, ci ha raccontato come la Granger fin dal quarto anno avesse preso a cuore la causa degli elfi domestici. Atteggiamento non abbondonato nemmeno in seguito. Se a poco più di vent’anni ha cercato di rivoluzionare tradizioni base della nostra comunità, adesso con il massimo del potere che cosa farà? Mie cari lettori siete convinti della persona cui vi siete affidati? Non vi siete mai chiesti come una ragazzina come lei sia passata ben presto all’Ufficio per l’Applicazione della Legge sulla Magia e giovanissima nel 2014 ne sia diventata addirittura Vicedirettore? E che a pochi anni di distanza, nel 2018, ne sia diventata Direttrice? E a nemmeno due anni Ministro della Magia? La risposta miei cari è una sola, a mio parere: Harry Potter. A quanto pare lui ed il suo ufficio, la Squadra Speciale Magica, ormai succube degli Auror, e l’ufficio dell’Applicazione sulla legge della magia, siano stati i maggiori sostenitori del nostro nuovo Ministro! Potter ha sempre ribadito in questi anni di non aver mai aspirato alla massima carica e di non esserne interessato, ma si diverte a tirare le fila del potere da dietro le quinte! Se cercate nei miei articoli risalenti agli anni scolastici del nostro Salvatore, vediamo come abbia sempre deciso di testa sua, incurante delle regole della Scuola. In fondo si sta comportando con il Ministero allo stesso modo. E se questa motivazione non è per voi sufficiente, allora mettete in conto anche l’aspetto sentimentale. Sappiamo per certo che tra i due vi fu un’intensa attrazione durante il periodo adolescenziale e di come la Granger li abbia strappato il cuore più volte. Prima con il famoso Cercatore della nazionale bulgara, Viktor Krum ed infine addirittura con il loro migliore amico Ronald Weasley. Ora dopo tanti anni ci si chiede, a buon diritto, Ginevra Weasley, Cacciatrice delle Holyhead Harpies, fu solo un ripiego? Ed il far nominare la Granger Ministro è un ultimo, disperato pegno d’amore di Potter? Inoltre non siamo certi che i due non siano stati insieme precedentemente all’oscuro dei due fratelli Weasley? Sappiamo per certo che Albus Severus Potter, fotocopia del padre, a Scuola ha finora dimostrato la stessa intelligenza e solerzia della zia. E se le cose non stessero davvero come sembrano? Come potrebbero prenderla quei poveri ragazzi? E soprattutto il Ministero è diventato una casa per donne scarlatte?”.
Albus inorridito cercò la firma dell’articolo e non lo sorprese leggere il nome di Rita Sketeer, che più invecchiava più diventava acida. Una mano agguantò la rivista all’improvviso e li costrinse ad alzare gli occhi.
«Non ricordavo di avervi detto che la lezione è finita» sibilò la professoressa Spinett, squadrandoli severamente. Albus aprì la bocca per scusarsi, ma le parole li morirono in gola quando Thomas Roockwood disse ad alta voce: «Professoressa, non infierisca! Potter ha appena scoperto di essere frutto di un tradimento».
Tutti risero ed alcuni sghignazzarono, cosicché Albus capì che l’articolo l’avevano letto tutti. Sentì la collera montare dentro di sé come mai. Non si era mai sentito in quel modo nemmeno durante le liti più accese con i suoi fratelli. Rose aveva già estratto la bacchetta, ma la Spinett l’aveva prontamente bloccata. «Potter, mettila via anche tu» ordinò secca.
Dorcas allungò una mano e la pose su suo braccio, Albus non si era nemmeno reso conto di averla estratta.
«Questa la tengo io» aggiunse la professoressa sventolando la rivista, «Trenta punti in meno a Grifondoro. Ed ora seguite la lezione».
Albus aveva la mente in subbuglio e non desiderava altro che togliere quel brutto ghigno dalla faccia dei Serpeverde. Non credeva minimamente all’articolo. Sapeva che la Sketeer era una bugiarda, ma soprattutto si fidava totalmente dei suoi genitori. Tentò invano di seguire. Alla fine della lezione la professoressa li chiamò: «Potter, Weasley, aspettate un momento».
Albus raccolse le sue cose preoccupato, vi aveva rimuginato tanto che alla fine aveva deciso che non doveva abbassarsi al livello di gente come Roockwood e che comunque ci avrebbero pensato i suoi genitori a rispondere a tono. Sua madre gli avrebbe inviato come minimo una strillettera se zio Neville le avesse scritto che si era vendicato sui Serpeverde.
«Senta, eviti pure la predica, eh? Per quanto mi riguarda anche il Settimanale delle Streghe è più interessante delle sue lezioni. Certo, una rivista di Quidditch sarebbe stata meglio, però ci si accontenta».
Albus osservò inorridito sua cugina. Merlino, non l’aveva detto davvero. Vero? pensò sconvolto. La professoressa, seduta dietro la cattedra si era irrigidita.
«Non. Osare. Rispondermi. Così. Signorina Weasley, visto che lei non gradisce le mie lezioni ed io considero un disturbo costante la sua presenza in classe, le sue lezioni di Antiche Rune finiscono qui» sentenziò gelida.
«Per la prima volta sono d’accordo con lei! Vada a quel paese!» disse Rose, voltando loro le spalle ed uscendo dall’aula. Quando la professoressa fissò gli occhi su di lui Albus deglutì: non voleva espellere anche lui, vero? Era la sua materia preferita! Anche più di Trasfigurazione ed Erbologia. «Professoressa, mi scusi per la rivista… io…».
L’insegnante, però, lo bloccò. «Mi rendo conto che gli articoli di Rita Sketeer siano insopportabili. Soprattutto alla vostra età. Ti assicuro che fin dalla tua età tuo padre ha affrontato continui attacchi mediatici. Soprattutto dalla Sketeer. Questa volta ha superato se stessa, però. A differenza di quanto ritiene tua cugina, io non sono disumana. Mi sono resa conto che la notizia ti ha fatto perdere il controllo, non è da te estrarre la bacchetta e minacciare i compagni. Per questo non ho preso provvedimenti. La lezione di oggi, però, era abbastanza complessa soprattutto dopo la pausa estiva per cui volevo dire a te e tua cugina che se doveste avere difficoltà non mi rifiuterò di darvi un’ulteriore spiegazione. Naturalmente, è solo un’eccezione. Tua cugina, però, ha superato il limite. Non ho intenzione di sopportarla come ho fatto l’anno scorso!».
«Grazie, professoressa. Rose però…».
«Odia la mia materia, come vedi è solo felice di non doverla più seguire».
«Mia zia la ucciderà» borbottò.

*

«E questo è tutto» concluse Albus. Aveva raccontato ogni cosa a James ed a Frank. Erano in aula vuota e l’unica fonte di luce erano le loro bacchette. Attese in silenzio una reazione. James si passò nervosamente una mano tra i capelli, riflettendo. Frank, invece, lo osservava spaventato e fu il primo a parlare: «Questa runa è come quella di Cassy?» chiese, sfilandosi dal collo un filo di pelle cui era appesa una runa. James ed Albus sgranarono gli occhi. «Alla fine dell’anno scorso ho chiesto alla McGranitt di poter visitare la Sala dei Fondatori e lei me l’ha concesso sotto la sua supervisione. Uno dei cassetti più piccoli del mobile di Tosca Tassorosso si è illuminato. La professoressa mi ha invitato ad aprirlo e dentro c’era questa runa. Mi ha detto che sicuramente c’è un motivo se Tassorosso me l’ha fatta trovare e che l’avrei capito a tempo debito. Il filo di cuoio me l’ha sistemato mio nonno quest’estate».
«Che runa è?» domandò James, che non aveva mai avuto la minima intenzione di studiare Antiche Rune.
«Tyr» rispose Albus meditabondo.
«E sta per?».
«Non so ancora come abbinare le rune alle virtù» replicò Albus.
«Quindi sono uno dei Dodici?» chiese fiocamente Frank.
«Mi sa di sì. La tua runa è identica a quelle di Cassy».
«Ed ora che si fa?» chiese James torturandosi i capelli.
«Smettila con quel gesto! Finirai per strapparteli tutti» sbottò Albus, irritato. Un lieve sorriso si aprì sul volto di Frank.
«Non rompere come mamma!» replicò James, «Lo sai, che non riesco a farne a meno quando sono nervoso».
«Sei un idiota» disse Albus.
Frank bloccò la risposta di James. Per esperienza sapeva che le loro liti potevano diventare pericolose, soprattutto in assenza di zia Ginny e zio Harry. «Concentriamoci sulla Profezia».
I due fratelli si guardarono male per qualche secondo, poi Albus distolse lo sguardo ed annuì. «Abbiamo fatto delle ricerche in biblioteca, ma ancora non siamo riusciti a leggere i due libri che abbiamo trovato. Non sono semplici. Jonathan, invece, ha trovato un trattato di Aritmanzia Avanzata. Lì spiega come attivare le rune, ma non è facile. È magia molto avanzata, neanche i ragazzi del settimo anno studiano certi argomenti se non a livello teorico. Sta cercando di studiarlo da solo. Chiedere alla De Mattheis è fuori luogo, naturalmente».
«Quindi dobbiamo aspettare?» sintetizzò James.
«Non abbiamo molta scelta» disse Albus, togliendosi gli occhiali per strofinarsi gli occhi stanchi. «Ho riflettuto sulla Profezia a lungo. Credo che il compito dei Dodici sia quello di evitare una nuova guerra, non vincerla».
«Come fai ad esserne sicuro?».
«Jamie, la Profezia dice che le tenebre minacciano di tornare».
«Non sono d’accordo. Guardatevi intorno. Ho visto Hugo e Colin Canon litigare la prima sera. Solo perché Marcellus è un Nott. Solo per uno stupido pregiudizio. Papà sta cercando di tenere a bada la fuga di notizie, ma appena la comunità magica saprà, scoppierà il panico. E sai cosa accadrà? Si comincerà a puntare il dito uno contro l’altro. La comunità chiederà vendetta! Così una nuova guerra sarà inevitabile!».
«Sei un genio, Jamie!» si inserì Frank. I fratelli Potter lo osservarono sorpresi. «Non capite? Gli ultimi due versi della Profezia, Al! Ripetili!».
«Alla ricerca di una pace che sia tale/ e non quale vedere si vuol fare» recitò il ragazzo per poi spalancare la bocca sorpreso. «Siamo tutti degli ipocriti» sussurrò poi.
Frank annuì e James si fissò le punte delle scarpe che spuntavano da sotto la divisa.

*

Jack vide le gemelle Danielson alzarsi ed andarsene a letto e capì che quello era il momento giusto per agire. Il momento che attendeva da due giorni. Il signor Potter gli aveva raccomandato di essere discreto, soprattutto all’inizio. Quella sera, finalmente, era stato fortunato: in Sala Comune erano rimasti solo i tre ragazzini. Si alzò dalla poltrona in cui era sprofondato diverse ore prime e si avvicinò ai tre. 
«Ciao, ragazzi».
I tre sobbalzarono e lo fissarono, o meglio fissarono la sua spilla.
«Ciao, c’è qualche problema?» chiese la ragazzina, che sembrava la più spigliata del trio.
«No. Volevo solo presentarmi. Mi chiamo Jack Fletcher. Avete bisogno di aiuto?» disse indicando le pergamene su cui erano chini da ore.
«Sappiamo chi sei. Il Caposcuola Moritz ha presentato tutti i Prefetti la prima sera» ribatté la ragazzina sospettosa. «Comunque io mi chiamo Amber Steeval e loro sono Samuel Vance ed Arthur Weasley».
«Stiamo facendo Incantesimi. Ci sai aiutare?» domandò, invece, Samuel.
«Certo! Sono un asso in questa materia» replicò Jack.
Spiegò loro ciò che non avevano compreso e li aiutò a completare i compiti.
«Perché?» gli chiese Amber a bruciapelo, mentre mettevano via i libri.
«Perché cosa?».
«Non fare il finto tonto» replicò la ragazzina. «Sei stato seduto lì tutto il pomeriggio, perché ci hai aiutato?».
Jack la osservò e comprese che era un osso duro per essere solo una dodicenne, d’altronde suo padre era a capo della Squadra Speciale Magica. E Terry Steeval, a differenza di alcuni dei suoi uomini, non era certo uno scemo. La figlia doveva aver ereditato la sua perspicacia. Dopo aver riflettuto sotto lo sguardo curioso dei tre, decise di dire la verità. «Harry Potter mi ha detto di tenere d’occhio Samuel. Tua zia non ha rinunciato a cercarti ed il Capitano ha paura che tu sia in pericolo anche qui ad Hogwarts, soprattutto appena arriveranno le delegazioni straniere».
Il ragazzino si limitò ad annuire.
«Quindi ci devi stare appiccicato?» chiese Amber.
«Appiccicato, no. Sarebbe impossibile, soprattutto durante il giorno. Devo tenervi d’occhio il più possibile e se mi facilitaste il compito non sarebbe male».
«Tipo non dobbiamo sparire all’improvviso?» chiese ancora Amber con un lieve ghigno.
«Sarebbe magnifico» concordò Jack.
«Va bene. Ad un patto, però» disse la ragazzina.
«Guarda che io devo controllare Samuel, non te. Non pensi che lui dovrebbe esprimere il suo parere?».
«Dove va lui, andiamo noi» replicò Amber.
«Per me va bene, se Harry lo ritiene necessario» mormorò Samuel.
«Perfetto» disse Jack sorridendo. Ci teneva a portare a compimento quanto richiestogli. Era stato stupido a reagire in quel modo a Difesa. Conosceva Camilla Smith da anni e sapeva che era una ragazza troppo piena di sé. Certe volte era così, stupidamente, impulsivo. Però desiderava diventare Auror e quindi sarebbe dovuto entrare al Ministero.
«La condizione» lo richiamò Amber.
Jack si accigliò. «E quale sarebbe?».
«Che tu ci aiuti a fare i compiti e poi ci sono Goyle ed i suoi compagni che ci danno fastidio in continuazione».
«Chi è Goyle?» chiese sorpreso dalla richiesta.
«Uno del nostro anno. Appartiene a Serpeverde» rispose Arthur parlando per la prima volta.
«Ok, va bene. Sono a vostra completa disposizione. Che ne pensi Amber?».
«Che mi stai simpatico» rispose la ragazzina.

*

Lily scarabocchiò il libro di Pozioni distrattamente. Per fortuna la lezione sarebbe finita presto. Inoltre la settimana era quasi terminata e presto avrebbe potuto assistere ai provini del Quidditch. Solo assistere, purtroppo. Alla loro squadra mancava solo il Portiere e lei non voleva giocare in quel ruolo, ma come battitrice. Sbuffò e pigiò tanto forte la punta della piuma da bucare la pagina. La sua pozione emanava un odore nauseante. Ci aveva rinunciato da un pezzo. Hugo aveva finto di sentirsi male ed aveva saltato la lezione. Un genio. La prossima volta l’avrebbe fatto lei. Gli altri si stavano arrabattando per fare in modo che la loro pozione non facesse così schifo. Si sentì fissare ed alzò il capo. Sbuffò ancora piò forte. Orion Montague. Una piaga. Non la lasciava in pace dal viaggio in treno. Rosso in volto e balbettando le aveva chiesto di parlarle in privato prima di arrivare ad Hogwarts, per poi urlare in un corridoio gremito di studenti pronti a scendere che lei gli piaceva. Doveva ammettere di essersi comportata in modo maturo e sensibile come mai in vita sua: l’aveva preso per un braccio e trascinato in uno scompartimento vuoto. Solo lì gli aveva urlato che è un deficiente e che doveva starle lontano. Non aveva colto il messaggio. Non voleva ferirlo affatturandolo. Adesso, però, la fissava come un pesce lesso mentre un filo di fumo nero usciva dal suo calderone. Distolse lo sguardo appena in tempo per percepire un movimento strano. Marcellus si era chinato per prendere qualcosa nello zaino e Colin si era chinato sul suo calderone. Lily vide chiaramente il compagno buttarci dentro qualcosa e fu pronta a coprirsi quando il calderone esplose schizzando gran parte della classe con il suo contenuto. Avrebbero dovuto provare una semplice pozione erbicida. La maggior parte delle loro avrebbe annientato tutta la flora della foresta per quanto erano letali, ma quella di Marcellus era corretta. Lily strillò sentendosi bruciare le mani, sembravano prese dall’orticaria. D’altronde quella pozione non era per gli esseri umani. Il professor Mcmillan ebbe il suo bel da fare a riportare l’ordine in classe e spedire in infermeria quelli che erano stati colpiti al volto. A Lily ed altri che erano stati presi di striscio diede una crema lenitiva per fare sparire il bruciore. Nonostante fosse suonata la campanella, non permise a nessun altro di lasciare l’aula. Si avvicinò al calderone di Marcellus e lo scrutò attentamente. Il mormorio che si era acceso si spense subito quando i ragazzi videro ciò che il professore teneva in mano. Era una pallina esplosiva Tiri Vispi Weasley.
«Pretendo una spiegazione» sibilò furioso. Lily strinse i pugni. Non poteva fare la spia, non rientrava nel suo stile; ma non poteva lasciare che la colpa ricadesse sul povero Marcellus, che per giunta Vernon e Murray avevano dovuto accompagnare quasi di peso in infermieria visto che era stato praticamente lavato dalla pozione. «Scusi professore, perché non lo chiede a Nott?» domandò Gideon.
Lily spalancò la bocca: suo cugino era un grandissimo cretino!
«Lo farò, Weasley. Adesso lo sto chiedendo a voi, che eravate seduti vicino a lui! Non credo che sia così sciocco da danneggiarsi da solo» replicò severo, squadrandoli uno per uno.
«Infatti non voleva danneggiare sé stesso, ma gli altri! Non ha potuto fare a meno di farsi male» replicò Colin.
«E chi sa come mai, voi siete gli unici illesi» sbottò Lily prima di rendersi conto di aver aperto bocca. Aveva ragione sua mamma: doveva imparare a contare fino a dieci prima di parlare.
«Ci stai accusando di qualcosa, Potter?» chiese a denti stretti Colin.
Lily boccheggiò, ben sapendo di avere gli occhi di tutti su di sé.
«Marcellus non farebbe mai una cosa del genere! E poi hai visto! La pozione l’ha preso negli occhi!» le venne in aiuto Gabriella Jefferson, sua compagna di Casa.
«Ed io stavo dando le spalle a voi ed osservando i Serpeverde. Per cui nessuno di loro può aver lanciato la pallina» disse Mcmillan, «È stato uno di voi e vi giuro che il colpevole non la passerà liscia».
Lily fissò altera Colin e Gideon: i Malandrini gliel’avrebbero fatta pagare.

*

«Adoro il Quidditch!» strillò Amy.
«Perché non ti sei inscritta alle selezioni allora?» le chiese Emmanuel.
«Perché io gioco da cacciatrice! Ed alla nostra squadra mancano un Battitore ed un Portiere. Tu per quale ruolo provi?».
«Battitore».
«Sei preoccupato?».
«Non vorrei fare brutta figura».
«In caso ti prenderò in giro in eterno».
«Molto confortante» sbuffò Emmanuel, alzando gli occhi al cielo. «Sul serio, tu e Lucy siete due gocce d’acqua. Dovreste smetterla di litigare».
«Sì come no» sbottò lei dirigendosi verso gli spalti da cui avrebbe potuto assistere ai provini.
Emmanuel si avvicinò a Scorpius Malfoy, che era un membro effettivo della squadra fin dal suo secondo anno. Si conoscevano di vista, anche perché appartenevano entrambi ad antiche famiglie Purosangue. Sembrava preoccupato e teso.
«Che succede?».
Scorpius lo squadrò con attenzione e poi con il capo accennò ad un punto poco distante. Emmanuel si immobilizzò: c’era sua zia e stava discutendo con Katie Baston, il Capitano dallo loro squadra. «Perché?» chiese con la bocca improvvisamente asciutta.
«A quanto pare vuole essere lei ad approvare tutti i membri della squadra. A Katie verrà un infarto! I suoi criteri di valutazione sono condotta e profitto! Saremo lo zimbello della Scuola! Nessun Direttore si è mai intromesso nelle selezioni! È una cosa inaudita».
Emmanuel si sentì sprofondare. Se non fosse morto di vergogna prima di Natale, forse avrebbe chiesto ai suoi genitori di fare qualcosa. Non poteva sopravvivere con quella donna. Già lo additavano tutti come il nipote della prof, ma se non fosse stata la più temuta da tutti gli studenti a nemmeno una settimana dall’inizio delle lezioni non sarebbe stato un problema. Voleva annientare la sua reputazione.
«Io me ne vado» mormorò voltandosi, ma Scorpius lo trattenne per un braccio. «Sai giocare?» gli chiese seccamente.
«Me la cavo».
«Bene, allora rimani. Per Salazar, Se dovessimo far giocare gente come Hannah Zabini o Arya Wilkinson solo perché sono brave a Scuola potremmo ritirarci direttamente!».
Katie Baston si avvicinò e gli gettò una tale occhiataccia, prima di rivolgersi a Scorpius, che gli fece desiderare ancora una volta che la terra si aprisse e lo inghiottisse. «L’ho convinta a non toccare i vecchi membri della squadra, ma darà il suo giudizio sui nuovi. Inoltre avrà il potere di squalificare ognuno di noi qualora i nostri voti non fossero di suo piacimento» disse irata. Scorpius la conosceva da anni e sapeva per certo che lei non amava minimamente studiare, si preoccupava di seguire pochissime materie e dedicava gran parte del suo tempo al Quidditch per entrare in qualche squadra della lega subito dopo il diploma. «Non sono riuscita ad ottenere di più. Ha minacciato di togliermi la spilla se mi fossi lamentata ancora. Sali su quella scopa ed iniziamo prima che io impazzisca».
Per tutta la durata dei provini la professoressa Shafiq rimase comodamente seduta sugli spalti, al momento della scelta definitiva però scese in campo ed affiancò Katie Baston, che assunse un preoccupante colore rosso ma non proferì parola. Emmanuel spostò i capelli sudati dalla fronte. Era terrorizzato. Aveva fatto del suo meglio, questo era certo. Qualcuno gli diede una pacca sulla spalla e si voltò incontrando gli occhi grigi e brillanti di Scorpius. Il compagno gli sorrideva e di certo era un buon segno.
«Bene, grazie a tutti per la vostra presenza. Ora vi dirò chi saranno i due nuovi giocatori» prese un respiro prima di continuare. Scorpius sapeva che la decisione era stata difficile e soppesata a lungo dal loro Capitano. Aveva paura che i due scelti non sarebbero andati a genio alla professoressa e quindi non solo dover cercare qualcuno non troppo forte, ma addirittura ricominciare daccapo cosa che visibilmente non avrebbe sicuramente retto. «Il nuovo battitore è Emmanuel Shafiq. Il nuovo Portiere, invece, Annie Ferons».
A differenza del solito le proteste furono poche e sommesse, molto probabilmente la presenza dell’insegnante incuteva troppo timore. Katie Baston per conto suo la fissò in ansiosa attesa il giudizio di quest’ultima. Per quanto la riguardava non aveva idea di che facessero in classe i due ragazzi scelti, ma aveva potuto fare questo tipo di valutazione solo per quelli che conosceva. Alla fine aveva dovuto scegliere al buio. La professoressa squadrò i due per qualche minuto. Emmanuel distolse subito lo sguardo, probabilmente non sarebbe mai riuscito a sostenerlo.
«Va bene» approvò alla fine e finalmente Katie Baston, che aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo, riprese a respirare. «Mi rivolgo a tutta la squadra, e non voglio ripetermi: al primo sgarro siete fuori. Il Quidditch è un privilegio e bisogna meritarselo».

*

«Io tuo fratello non lo posso proprio sopportare!» sbraitò Fred per l’ennesima volta. James sbuffò. «La smetti, per favore?».
«Come puoi tollerare una cosa del genere?».
«Non vuole giocare a Quidditch. Punto. Lascialo perdere, per Merlino! A lui piace nuotare. E poi anche Roxi…».
«Non. Nominare. Quella. Traditrice!» lo interruppe Fred, dopo aver baciato July Mcmillan. James si sedette con lui al tavolo dei Tassorosso e batté il cinque ad un eccitato Arthur, che li aveva appena comunicato di essere entrato nella squadra di Tassorosso come Cercatore.
«È semplicemente magnifico!» strillò Albert Abbott. «Voi Weasley ce l’avete davvero nel sangue il Quidditch!».
«E quest’anno vinceremo la Coppa» disse sicuro Fred.
«Col cavolo! Questo è il nostro anno! Me lo sento! Ora che sono Capitano, vedrete!».
James distolse lo sguardo dai due ragazzi che battibeccavano ed incrociò quello di Lysander, che era parecchio giù di morale. «Ehi, che succede?» gli chiese appena fu abbastanza vicino e si lasciò cadere sulla panca accanto a lui.
«Ieri abbiamo fatto un macello».
«Vi siete azzuffati? Sì, lo so. Domi era infastidita quando è rientrata in Sala Comune. Non farti vedere da lei per almeno un paio di giorni. Lei e Matthew avevano deciso di trascorrere un po’ di tempo insieme prima del coprifuoco e voi vi siete messi in mezzo».
«Oh, Merlino» deglutì Lysander.
«Tranquillo, non è la fine del mondo! Sai quante volte mi sono preso a pugni con Marcus Parkinson? E pensaci, ci sono molti meno smeraldi nella clessidra dei Serpeverde».
«Ma anche meno topazi nella nostra!» sbottò Albert.
«Lascialo in pace» disse James con un gesto vago della mano.
«Mcmillan ha tolto trenta punti ciascuno. Era davvero arrabbiato…» bofonchiò Lysander, mentre i suoi tre compagni annuivano al suo fianco.
«Naturale… è il vostro Direttore…» commentò James con un’alzata di spalle.
«Comunque ho deciso che rimedieremo!».
«E come?» domandò July Mcmillan guardandolo male.
«Vinceremo la Coppa delle Case!» rispose serio Lysander.
«Giusto! Saremo i migliori!» concordò Albert, ora eccitato.
Fred e James scoppiarono a ridere.
«Siete degli illusi!» commentò il primo.
«Scemo!» disse July tirandogli uno schiaffo sulla spalla, ma il ragazzo non smetteva di ridere.
«A fine anno non riderete più di noi!» disse Albert tirando un pugno sul tavolo ed attirando l’attenzione di molti. «TASSOROSSO ALLA RISCOSSA» urlò sotto gli occhi increduli dell’intera Sala Grande. Molti dei suoi compagni batterono le mani ed alcuni fischiarono.


 
Angolo autrice:
Ciao a tutti!
Ecco un nuovo capitolo!
Vorrei sottolineare alcune cose: le definizioni che vengono utilizzate dalla prof Shafiq provengono da Potterpedia (classificazione degli Incantesimi e definizioni di Adalbert Incant), Harry Potter e il Principe Mezzosangue (la definizione di fantasma pronunciata da Piton) e da Harry Potter e i Doni della Morte (la legge di Gamp viene citata da Ron).
Il capitolo è dedicato a tutti i Tassorosso :-D
Mi raccomando fatemi sapere che ne pensate del capitolo e soprattutto della storia in generale ;-)
Buona domenica,
Carme93
   
 
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