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Autore: Lalla S T    02/08/2016    1 recensioni
Bella è una normale 18enne sta con Jacob da quando aveva 13 anni, vive con lui la madre e il patrigno a Phoenix. Bella non vede Charlie, il padre, dall'ultimo Natale passato insieme quando lei aveva 4 anni. Un giorno però viene cacciata dalla sua casa e disperata e delusa chiama il padre che la ospita a Forks.
Edward Cullen figlio del grande medico Carlise Cullen è anche lui medico, specializzato in ginecologia. Tra infermiere sexy un giorno si troverà una ragazza giovanissima ma già molto sofferente così, la aiuterà e tra i due tra tantissime peripezie e ostacoli qualcosa avverrà.
(NDA scusate per la rima [aiuterà avvera] che personalmente a me non garba...)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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capitolo 24


10 anni dopo

EJ

Auguri!! - urlano e fischiano i miei amici.
Per il brindisi alziamo gli shot di tequila in aria che pochi secondi dopo ingurgitiamo.
Andiamo a ballare - urla Dereck.
E' mezzanotte ed è il mio 18esimo compleanno.
Sono accecato dalle luci psichedeliche della pista della discoteca, ma continuo a muovermi sulle note spacca timpani della musica del dj.
Vado fuori a fumare vieni anche tu? - mi chiede Shane affiancato da Ruth e Sidney.
No, raggiungo Rachelle. - urlo in risposta.
Raggiungo la schiena della mia ragazza, lasciata scoperta dall' abito bianco con pizzo nero e le cingo la vita.
Ehy - dice mettendo le braccia intorno al mio collo e strusciandosi su di me.
Balliamo per un paio di minuti fin quando non vedo rientrare Shane con le ragazze.
Un altro giro? - chiede Sidney.
Per me va bene - dice Shane.
Tesoro? - chiedo a Rachelle, stiamo insieme da due anni ormai.
D'accordo -
Jack e coca per tutti allora! - dice Ruth fermando un cameriere.
Ci sediamo sui divanetti aspettando il cameriere.
Dio che caldo - si lamenta Shane aprendo la camicia sul petto.
Delle ragazze lo guardano malizioso.
Peccato tu sia gay, guarda come ti guardano quelle due - gli dice Ruth.
E peccato che tu sia lesbica perchè il cameriere ti stava mangiando con gli occhi prima- ribattè Shane.
E scoppia una risata generale.
Domani sei dai nonni, eh? - mi dà una pacca quest'ultimo.
Stasera si fanno cose folli e domani classica festa in famiglia - dico facendo sedere Elle sulle mie gambe.
Idee per il collegge? - chiede Sidney.
Cazzo, Sid siamo a ubriacarci alla festa del cazzone più grande del gruppo e pensi al collegge. C'è un anno ancora! - dice Shane mentre prende il bicchiere che gli viene porto dal cameriere.
Ti va una sigaretta? - mi chiede Elle lasciandomi una carezza sul collo.
Certo, andiamo -
Fuori, l'uno accende la sigaretta all'altro. Elle è davanti a me e mentre fumiamo le accarezzo i riccioli biondi.
Finita la sigaretta e dopo aver buttato il mozzicone, si avvicina iniziando a baciarmi il collo e le cingo la vita.
Sono un po' brilla - soffia sul mio collo aumentando la pelle d'oca.
Anch' io - ammetto sorridendo affondando il viso nella massa dei suoi capelli.
Prendiamo un taxi? Andiamo a casa mia. I miei sono a Hong Chong. -
D'accordo – dico, senza pensarci troppo.
Non è la mia prima ragazza. Al primo anno mi frequentavo con una mentre al secondo stavo con il capo delle cheerleader, più grande di me. Io e Rachelle ci conosciamo da tempo però. Lei è la figlia di Jasper e Alice. Quest' ultima è una cugina e amica di mio padre. Comunque ci siamo conosciuti meglio quando nel terzo anno si è trasferita nella mia scuola E ci siamo messi insieme dal quarto anno. La amo tantissimo. Ha i capelli sono biondi e ricci come quelli del padre; gli occhi verdi; la statura bassa e le curve abbondanti (l'apprezzamento è dovuto, ehi sono pur sempre un ragazzo), le ha ereditate dalla madre.
Arrivati a casa sua entriamo nell' androne, dove la prendo per i fianchi legandola a me e inizio a baciarla. Saliamo le scale così. La sbatto forse un po' troppo forte sulla porta e inizio a baciarle il collo.
Le chiavi - ansima porgendomele.
Penso che le abbia prese dalla pochette non so come, visto che le mani credo le abbia tenute sempre intorno al mio collo.

Mi sveglio, notando pochi raggi di luce attraversare le persiane quasi del tutto chiuse.
Giro il volto a destra e noto la chioma di Elle e il suo corpo ancorato al mio.
Le do un bacio sulla testa e la sento mugolare.
Amore sei sveglia? - le chiedo, accarezzandole la schiena bianca e nuda che si ricopre di brividi.
Ora si – sussurra, alzando il viso verso di me.
La faccio sdraiare con la schiena sul materasso e mi chino a baciarle le labbra.
Non mi sono lavata ancora i denti – sussurra.
Ti ho visto con la febbre a quaranta e anche vomitare. Non mi importa - le sorrido.
Adesso mi hai anche visto con il trucco sbavato -
E ti sto per baciare, morendo dalla puzza del tuo alito – rido prendendola in giro e baciandola.
A che ora devi essere a casa? - mi chiede poco dopo, accoccolandosi ancora su di me.
Prendo il telefono dal comodino, non ho nè messaggi e nè chiamate.
Non so, ma sono le dieci ancora. Mia madre sapeva che dormivo da Shane. Ci facciamo una doccia? Vediamo se riesco a portarti a pranzo fuori. -
D'accordo. -
Ci facciamo una doccia e Rachelle mi presta dei vestiti del fratello gemello, visto che il mio borsone era da Shane. Devo ricordarmi di prenderlo.
Elle indossa un vestitino rosso a fiori con una cintura in vita e degli stivali marroni dopodiché prepara del caffellatte e prende dei biscotti dalla mensola della cucina.
Mi aiuti a studiare matematica? - mi chiede, mettendo le tazze nella lavastoviglie.
Ehi con chi credi di star parlando? - rispondo.
Con il genio della matematica forse? - ride lei.
Ma se sono un asino - scoppio a ridere con lei.
Per andare a pranzo, prendiamo l'auto del fratello.
Dov'è tuo fratello? - chiedo, portando le nostre mani intrecciate sul cambio.
A Seattle non so a vedere cosa. - risponde lei.
Forse un' università - alzo le spalle.
Io vorrei prendere un indirizzo come lettere o simili -.
Io ho mandato una lettera per un' audizione alla Juliard - confesso, mio padre mi ha trasmesso la passione per il piano.
Oh. Quando? - chiede lei. Dall'espressione sembra tranquilla.
In realtà non volevo farlo. Se volevo proprio studiare musica potevo farlo in un posto meno pretenzioso, non a New York. -
Cos'hai contro New York? - chiede incuriosita.
Non sono un tipo molto romantico lo sai, quindi potrei rispondere dicendo che starei lontano da casa ma per quanto sia legato ai miei non sarebbe questo il motivo. Mi mancheresti tu - mi volto a guardarla.
Ci sono i weekend, un modo si potrebbe sempre trovare... -
Lo so, ma se andassimo tutti e due a Seattle... -
E se andassimo insieme a New York? - mi sovrasta lei.
Se ti prendono alla Julliard sarò la ragazza più felice del pianeta, e non sono ancora sicura al 100% dell' indirizzo di studi. Non cambia molto per me seguirti a New York o andare a Seattle. -
Sicura? -
Certo - mi fa un sorriso radioso.
Hai ragione. E' solo che ho pensato al fatto che saremmo stati lontani e ho avuto paura. Avevo deciso di non andarci senza parlartene, o comunque senza ragionarci.-
Sei perdonato, piccolo – dice, sporgendosi per baciarmi.
Andiamo a pranzo che ho fame - ride staccandosi.
Mano nella mano ci dirigiamo al ristorante.
Durante il pranzo parliamo molto e ci scambiamo gesti d'affetto, non solo baci. Ci sfioriamo le mani, ci facciamo carezze eccetera.
Terminato il pranzo, la riaccompagno a casa e prendo un taxi verso casa di Shane. Recupero il borsone e decido di camminare un po' visto che casa mia non dista molto.
Appena entro a casa noto mio padre e mia madre seduti sul divano in salotto.
-Ciao - li saluto.
-Ehi - ricambiano loro.
-EJ- mi ferma mia madre.
-Hai dormito da Shane? - mi chiede a bruciapelo.
-Certo – rispondo normalmente.
E deduco ti sia portato il cambio visto il borsone. Perchè i vestiti che hai non sono i tuoi? - chiede ancora lei.
Cazzo, forse era meglio lasciarlo da Shane.
- Oh avrò confuso gli abiti questa mattina, non ci ho fatto molto caso - dico correndo al piano di sopra.
Che strano... - sento dire a mia madre.
Fratellone? - mi chiama Lya, entrando.
Piccolina, dimmi - le dico uscendo dal bagno, dove mi stavo sbarbando.
Visto che è il tuo compleanno mi aiuti a scegliere il vestito? - mi chiede.
Ha i capelli lunghi rossi come papà e leggermente ondulati. Mentre gli occhi sono identici a quelli della mamma. In realtà mi sono sempre chiesto da chi ho preso la pelle olivastra e capelli e occhi nerissimi. Assomiglio molto a Billy, il mio nonno acquisito diciamo. E' il più anziano della riserva, lo chiamano tutti nonno e anche se non vivo lì ho preso quest'abitudine anch'io.
Certo. -
Sul suo letto ci sono una maglietta verde chiaro e una gonna a palloncino bianco oltre ad un vestito lungo fin sotto il ginocchio rosso scuro con l'ultima parte della gonna ondulata e una giacca grigia.
A me piace di più maglietta e gonna, a te? - le chiedo, abbassandomi alla sua altezza.
Per avere dieci anni è molto alta, ma io quasi supero mio padre quindi..
Si hai ragione grazie. - dice, baciandomi la guancia.
Torno in camera mia, dove mi faccio la doccia e indosso i pantaloni dello smooking nero con camicia bianca e giacca a completo. Non trovo il papillon da nessuna parte. Solo dopo mezz'ora lo riesco a scovare. Mi spruzzo il profumo che mi ha regalato Elle. E lotto con quel pezzo di stoffa per annodarlo e dopo aver perso un quarto d'ora anche per quello mi arrendo e scendo giù.
Trovo mio padre con indosso uno smooking color sabbia, camicia bianca senza cravatta o papillon, beato lui.
Mia madre veste un abito con scollo a barca ricoperto di pizzo fino alle maniche che sono a 3\4. Completa il tutto una cinta in vita con un fiore argento e la gonna blu scura. I capelli molto lisci sono sciolti liberamente sulle spalle girati verso destra.
- Sei bellissima - le dico, sorridendo.
Grazie amore mio, tu però sei in ritardo e non hai il papillon ancora. - dice, incrociando le braccia sotto il seno.
Ho perso mezz'ora a cercarlo e quindici minuti per litigarci. Non sono in grado.- finisco con espressione sconfitta.
Come per la matematica - mi deride mio padre.
La finite di prendermi in giro? - fingo di mettere il broncio.
Chi altri lo ha fatto? - chiede mia madre, sospettosa.
Elle - rispondo di getto. Ops.
Ieri mentre eravate a ballare parlavate di matematica? - chiede ancora più dubbiosa.
No, intendevo tempo fa - cerco di difendermi.
Mamma mi fai una treccia? - chiede Lya entrando e salvandomi dal terzo grado.
Certo - dice seguendola.
Grazie Dio... - sussurro sospirando subito dopo.
Mh allora ci nascondi qualcosa? - chiede mio padre.
Non mi ero accorto che si era avvicinato.
No assolutamente ma che dici – In che guaio mi sono messo.
Dai qua te lo annodo io - cambia discorso riferendosi al papillon.
Man mano arrivano tutti gli invitati a casa. Ogni volta apro io e vengo abbracciato e mi vengono consegnate numerose buste, tanto che posso tranquillamente aprire un conto in banca per il pensionamento.
Gli ultimi ad arrivare sono proprio la famiglia di Elle.
Quando suonano vado ad aprire seguito dai miei.
Sull'uscio ci sono quattro visi che mi osservano : Jasper e Simon, il fratello di Elle, portano due capotti all'inglese: quello di Jasper è nero e dal quale si vede spuntare un pantalone dello smooking gessato blu scuro e dei mocassini neri; Simon porta un jeans e delle sneekers. Le donne invece portano dei capotti lunghi fino ai piedi. Dai piedi di Alice si vedono spuntare dei tacchi altissimi, nel suo stile preferito, il corallo. Elle ha dei mocassini neri lucidi.
Benvenuti - sorrido a tutti loro, facendoli accomodare. - Vuoi una mano? - chiedo ad Alice che ha due buste enormi per mano.
Si, grazie - dice porgendomene due. - In una ci sono delle cose per la cena e nell'altra accessori per tua madre. Questi due sono regali, li aggiungo agli altri.-
Jasper mi fa gli auguri con una pacca sulle spalle e anche Simon.
Tu hai roba mia amico – dice quest'ultimo.
E in un attimo dieci occhi sono puntati su di me.
Cos'hai di suo tu? E perchè?- chiede mia madre.
Oh accidenti. Mai avuta tanta sfortuna (o è più opportuno dire iella al posto di sfiga?).
un gioco per l'x-box niente di che - cerco di sviare.
Mh okkey... - mio padre sorride sotto i baffi - datemi i capotti. -
E così Jasper togliendosi il soprabito rivela la giacca dello smooking come il pantalone e una camicia azzurra con cravatta uguale. Simon invece ha un maglioncino sulla camicia con papillon.
Alice rivela un vestito a fascia corallo a metà coscia con decori in pizzo. Quando il mio sguardo si posa su Elle invece resto senza fiato. Indossa un vestito azzurro anch'esso corto, con la gonna in tulle ampia. Il corpetto è decorato con perline ed è a collo alto, senza maniche.
Ancora auguri - soffia sulle mie labbra baciandomi.
Imbarazzato mi stacco e... Non c'è nessuno.
Mentre tu mi ammiravi sono andati tutti di là. Ce l'abbiamo fatta – dice sorridendo.
Ucciderò tuo fratello. - sorrido in risposta.
Scusami, gliel'ho detto per evitare di fare gaffe e invece.. - gioca con un bottone della mia camicia.
Sei bellissima - dico alzandole il mento e guardandole gli occhi verdissimi accentuati da una riga spessa terminante in una punta nera.
Grazie - dice prendendomi la mano per andare di là.
Non è mai stata il tipo che arrossisce per i complimenti. Quando l'ho conosciuta meglio li contestava. Da quando stiamo insieme tuttavia, credo anche grazie a me, li apprezza senza fare storie.
- Oh prima che andiamo di là - tira fuori dalla borsa un pacchetto.
Il mio regalo - me lo porge.
Grazie – sorrido pensando a chissà cosa sia. Io sono un po' infantile perchè tenere un pacchetto per me è come per winnie the pooh avere il miele fra le mani. Non vedo l'ora di scartarlo.
Aprilo dopo... - si avvicina a me e mi tira in basso verso di lei, dal colletto della camicia.
Sembro pervertita se ti dico che voglio fare l'amore con te ancora e ancora? - mi soffia sulle labbra.
Mh... Direi di no... Lo voglio anch'io - la guardo intensamente negli occhi.
Ci siamo rovinati – ride.
C'è tanta gente di là che ci aspetta. Accidenti! - sbuffo.
La serata passa a ridere e scherzare e nonostante sia il mio 18esimo compleanno, come tutte le ricorrenze, gran parte delle risate sono dovute agli aneddoti di quand'ero piccolo.
Quando sono andati tutti via, vado a mettere Lya a letto.
So che sono grande e tu ancora di più però posso chiederti una cosa? - mi chiede una volta che è a letto e le ho rimboccato le coperte.
Certo - le sorrido, sedendomi al suo fianco.
Mi leggi una favola? - chiede, facendo gli occhi dolci.
Agli ordini, piccola. - mi alzo e prendo un vecchio libro di favole che era mio quand'ero piccolo. In realtà non mi hanno mai attirato molto le favole, solo dei supereroi.
Sfogliando il libro, tra le sue pagine cade un foglio e mi chino a raccoglierlo. Sul fronte leggo una frase: Lettera da papà, c'è scritto.
Cos'è, un'altra sorpresa? - chiedo a mia sorella.
Non ne so nulla. - risponde lei.
Non riconosco la grafia nodosa e infantile.
La leggo dopo. Ora ti leggo la favola. -
Quando esco dalla stanza, mi appoggio al muro e, curioso, apro il foglio.

Caro EJ
O figlio mio? Beh non so che dire… E' davvero difficile per me… Io ci ho provato. Ho scontato la mia pena e sono uscito di galera. Ho pensato a tua madre e a te in tutto questo tempo. Io ti ho visto sai? Eri così piccolo e avevi gli occhi identici ai miei, neri come la pece e una zazzera di capelli neri e pelle scura. Eri me in versione piccola.
Quando ho saputo della tua esistenza, ti disprezzavo all'inizio sai? Eri un errore che non doveva accadere. Io...Volevo solo il corpo di tua madre e lo desideravo soltanto per me. Invece è rimasta incinta. Tua madre ti ha sempre amato,
protetto e difeso. Un giorno piangevi e tua madre non riusciva a farti smettere. Sono entrato come una furia e ho visto te in lacrime nel suo abbraccio mentre ti diceva che tu eri più importante di tutto, anche della sua vita, che ti amava e che ti avrebbe tirato fuori da lì. Ti sei calmato subito e lei è corsa fuori per piangere e non farsi vedere da te perchè ti saresti preoccupato e innervosito di nuovo. Fu lì che mi avvicinai. EJ credo tu mi abbia fatto il primo sorriso vedendomi. Era rivolto direttamente a me e qualcosa dentro si è mosso in quel momento. In carcere ne ho incontrate tante di persone distrutte, genitori privi dei figli. E dopo sette anni, non mi è importato niente delle conseguenze, sono venuto da te.
Ho visto tua madre su quel prato e ho capito di amarla ancora. L'amavo anche prima che accadesse tutto ciò ma nel modo più schifoso e sbagliato che ci potesse essere.
Poi ho visto te.
Un ometto simile a me che giocava imbrattato di fango e ridevi. Vedendo te anch'io ridevo senza conoscerne il motivo.
Non so perché, ma Bella mi portò a casa con voi. Tutti mi guardavano male ed io mi sentivo confuso. Chiamavi nonno e nonna i genitori di Edward. Quando quest'ultimo tornò, tu eri felice. Gli sei saltato addosso e l'hai chiamato “papà”. Tutta la famiglia mi disse parole dure ed Edward mi picchiò. L'unica che mi parlò con calma fu Bella che mi fece capire che ci dovevo provare e rimediare a ciò che avevo commesso e che non è mai troppo tardi. Ci ho provato EJ. Ci ho provato tanto, tantissimo e con tutto il cuore. Ma ero come un delfino nel Sahara e il cuore non sempre basta. Edward era tuo padre, me lo hai detto tu stesso. Era tuo padre perché tutti i papà dei tuoi compagni facevano quello che Edward faceva con e per te. Piansi tanto in quel momento e andai via. Bella mi capì e ogni tanto cercavo di avvicinarmi a te e me lo permise. Non so se e quando leggerai questa lettera ma, EJ io ti amo. Non ho mai amato così e mai amerò allo stesso modo. Non è l’amore che si prova in una relazione è come se fosse più forte. Edward è tuo padre ma, tu sei uguale a me. Da piccolo anch’io avevo la mania per le moto e il fango, facevo le torte di fango con tua madre. Io non so se tu mi perdonerai mai e non ti chiedo di farlo, solo dovevo scriverlo e prima che tu strappi questa lettera vorrei che la leggessi fino alla fine. Sono un fallito, uno scarto di galera ma sono un padre e non sono neanche degno di esserlo. Ho lottato per poterlo essere ma appunto il cuore non basta e io sono troppo debole.
Tua madre è felice con Edward. Si amano molto e tu ami lui come un padre e più di me visto che non ci sono stato e né mi conosci. Da quel giorno fino ad oggi sono riuscito a costruire ricordi belli e brutti e spero che tu ricordi qualcosa di bello. Voglio che tu tenga a mente che ci ho provato, che la gente può essere debole ma tu devi diventare sempre più forte. Puoi prendere tutto da me, tutto ciò che vuoi, ma devi catturare per te la forza di tua madre, perché ha un'energia senza pari. So di illudermi chiedendotelo, ma se tu volessi sapere qualcosa su di me, anche senza bisogno di vederci puoi scrivermi una mail.
Altrimenti strappa questa lettera e dimenticami. Cancella qualsiasi traccia della mia presenza o esistenza nella tua vita.
Io ricorderò te piccolo piccolo, quando eri un ometto e anche adesso ti rammenterò per l'immagine che ho di te in quelle volte in cui ho pensato di vedere come stai attraverso un cespuglio o per mezzo di altri occhi. Ti amo Papà

Che cazzo vuol dire?
Scendo le scale come una furia.
Mamma – tuono.
Cosa c'è amore? Lya dorme? - chiede comparendo dall' uscio del salotto.
Cos'è questa? - le mostro la lettera.
Un foglio - risponde stranita.
Leggila - sono un pezzo di legno.
Cos'hai? - chiede fissandomi.
Leggila – quasi urlo.
Ehi che succede? Lya dorme- dice p.. Mi correggo, Edward, raggiungendoci.
Mamma legge la lettera mentre le si increspano le labbra e luccicano gli occhi sempre più. Alla fine mi guarda.
Come si chiama? - sussurro.
Jacob Black - delle lacrime le bagnano le guance ora.
Billy... -
E' suo padre, tuo nonno di sangue – singhiozza.
Salgo sopra e prendo il borsone che ancora non ho disfatto.
Dove vai? - mi urla dietro Edward.
C'era anche lui questa sera... Billy, mio nonno. Il mio vero nonno. - butto il borsone nei sedili della volvo. - Mi ricordo di quest'amico di mamma, pensavo fosse noioso insomma non parlava mai. Era imbarazzato invece credo o si vergognava. Che costava dirmi chi fosse mio padre? - gli chiedo.
Lui non voleva. Quand'eri piccolo non ti voleva e... Sette anni fa il giorno dopo è scomparso. L'ho incontrato a Phoenix quando è morta una zia di mia madre, per caso. Neanche Edward sa di questo. Mi ha chiesto una tua foto e mi ha detto di non dirtelo chi fosse perchè lui non era degno di essere un padre. Io non l'ho perdonato, ma non mi importa, ha pagato ormai. Mi è indifferente ora quindi forse un po' l'ho perdonato. - dice mamma appoggiandosi alla ringhiera della veranda.
Stringo gli occhi. - Io vado via -
Dove? - chiede Edward.
Via, non so dove e né a fare cosa. Non voglio pensare di aver vissuto diciott'anni di menzogne e forse di omissione – urlo.
Non lo sono state EJ, sei mio figlio. Ti amo - dice Edward cercando di appoggiare una mano sulla mia spalla.
Non pensi che il tuo essere perfetto o il tuo troppo amore mi abbia privato ad esempio del riparare moto con mio padre? - Salgo in auto e sgommo via.
Sono le tre di notte, ma comunque scendo dall'auto e sfondo il portone a forza di pugni.
Mi apre Sue.
ehi tutto bene? - mi chiede.
La scanso e vado da Billy. Lo trovo a letto ovviamente, ma è sveglio. Tutto bene? - mi chiede anche lui.
Qual'è il tuo gruppo sanguigno? B? Lo è anche il mio forse perchè sei mio nonno... Il mio vero nonno. -
Come lo sai? - mi chiede con gli occhi sbarrati.
Dopo diciotto fottutissimi anni ho trovato una cavolo di lettera. Perchè neanche tu me l'hai detto? - mi siedo. Adesso la rabbia fa spazio alla confusione.
Mi vergognavo – sussurra.
Di lui? Perchè? Cos' ha fatto? Nella lettera parla di galera non so perchè ho solo pensato che chi mi ha cresciuto non è mio padre-
Perchè non ha il tuo sangue? - ora sembra lui arrabbiato.
Non mi ha rifiutato ha avuto paura davanti all'amore che mi dimostrava Edward -
Lui non ti voleva – continua.
Si lo ha scritto all' inizio, poi è cambiato -
Come lo sai? È venuto solo una volta e tua madre dopo quello che ha passato l'ha accolto nonostante tutto. -
Perchè parli così di tuo figlio? Che ha fatto di tanto grave? -
Jacob è sempre stato un bambino normale, giocava con tua madre quando le estati veniva a trovare Charlie. In adolescenza ha iniziato ad essere ribelle. Pensavo fosse perchè la sua ragazza era lontana. Ho acconsentito che andasse a vivere da lei e per Renèe, la madre di Bella, non c'erano problemi. Un giorno mi sono ritrovato Bella qui, incinta. Jacob era o è, non lo so perchè non lo sento più, in carcere perchè aveva un bordello.
Voleva solo sesso. Un giorno ha quasi costretto tua madre a farlo e per la foga non hanno usato precauzioni. Se ne è lavato le mani, anzi, l'ha messa alla porta. Lui non sapeva che fare e non aveva un posto dove andare ed è tornato qui. Dove ha incontrato Bella. Era ossessionato da Bella, la voleva a tutti i costi, quando avevi circa sei mesi vi ha rapito. Credo ti abbia lasciato vivere perchè gli importava solo di Bella. Mi vergognavo anche se la colpa non era mia ma di mio figlio. - finisce.
Sono un quileute anch'io allora, so cosa tatuarmi - cerco di sdrammatizzare.
Mi dispiace - ha gli occhi lucidi anche lui.
E' tutto okkey, cioè non lo è, ma lo sarà. Voglio cercarlo. -
Vado a casa di Elle, le chiedo ospitalità e così resto a dormire da lei.
Jasper e Alice lo sapevano ovviamente ma avevano taciuto anche loro.
Grazie ad Alice però non la penso più come una cosa negativa. Ora so anch'io la verità e comunque mi farò spiegare tutta la storia. Ho deciso che domani gli invierò una mail.
Mi infilo nel letto di Elle.
Cosa ci fai qui? - mi chiede.
Domani ti spiego.-
La stringo a me.

**

La mattina seguente...
Quindi Edward non è tuo padre. - dice Elle mentre mi accarezza una guancia.
Già -
Come ti senti? - chiede lasciandomi un bacio in fronte.
Strano, voglio trovarlo e poi ascoltare cosa ha da dirmi mia madre. -
D'accordo - mi sorride.
Invio un messaggio a mia madre dicendole che starò via per un po' per cercarlo. Mi risponde con una foto di Jacob. Gli invio una email e vado a stampare la foto.
Sono passate solo un paio d'ore, vedrai che ti risponde tra poco. -
Lo spero-
Al trillo delle notifiche per l'email il cuore mi fa un balzo.
Sono passati tanti anni... Non aspettavo più in una tua risposta. Sono diventato credente nel frattempo, sai? E in questo periodo della mia vita orrendo credo sia un segno del destino. Vivo a San Francisco, ma sono a New York ricoverato al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center.

-E' lui? -
-E si trova in un centro per la cura dei tumori a New York -
Elle mi abbraccia e io piango.
Vado a prendere altra roba a casa mia per restare fuori il più possibile.
C'è una lettera per te. E' della Julliard. - me la porge Edward.
Cambio il borsone con uno più grande e lo riempio. Saluto Lya e torno a casa di Elle.
Tutto bene? - mi chiede sorridendo.
Si... Mi è arrivata la lettera della Julliard e fra tre mesi ho l'esibizione. - Non mi sento felice, mi sento... Confuso. Non so più cosa voglio con esattezza e ciò che sento.
Allora intanto vai da tuo padre e poi si vede. -
Ed è ad un centro per la cura del cancro cosa fa lì? -
Alza le spalle - Non lo so, domandaglielo - dice porgendomi il telefono.

EJ: Capisco.. San Francisco è bella... Ma come mai sei lì?
JACOB: Perchè mi hai scritto?
EJ: : Voglio rivederti.
JACOB: Ti aspetto.

Vai a New York quindi? - mi chiede Elle.
Voglio sapere perchè è lì -
Vuoi andarci da solo? -
Si, magari mi raggiungi - la bacio e scendo in strada. C'è un taxi ad aspettarmi che ha come meta l'aeroporto.

**

Tre mesi dopo
Io la vedrei meglio rossa accesa - esclama papà.
Credo di preferire i colori più neutri: il nero fa tanto rock, un bel nero lucido lucido. - controbatto.
Non si vede la notte, però fa molto cattivo ragazzo. - ride.
Ehi ho una ragazza. - faccio il finto offeso.
Già, che non vedi da tre mesi.-
Sono voluto rimanere con te e non me ne pento. L'ho sentita molto però in questi mesi e questa storia mi ha aiutato. Prima entravo in crisi per l'università perchè io sarei andando a NY mentre lei sarebbe voluta andare a Seattle. Sono sei ore di volo di differenza. -
Andrà a Seattle all'università? -
Non credo. Non sapeva ancora bene cosa fare. -
Capisco. Dai su che tra poco la rivedi. Sei nervoso? -
Tanto -
Vieni qui - e mi abbraccia.
Tre mesi fa in un letto d'ospedale ho trovato un malato di leucemia, pentito e spaventato dall'amore puro e genuino che non aveva mai provato prima di quel momento. Per me.
Ora eccolo qui, malandato e acciaccato, ma forte anche grazie a me, o almeno così lui dice.
Per tutti questi anni mi aveva controllato a distanza, fin quando non si è ammalato, perlomeno.
Ha ripreso i rapporti con la madre che l'ha supportato in questo calvario. Mi dice sempre che sono il suo angelo, in realtà mi avanzava del midollo osseo perciò glielo avrei donato volentieri.
Quando i risultati sono arrivati ed eravamo compatibili, abbiamo pianto per giorni, senza vergogna come un padre e un figlio ritrovati finalmente e felici di aver tempo per viversi.

Ora tutti i miei amici e parenti sono fuori a sostenermi. Li sento anche se ci divide un muro.
Non li ho visti perchè rischiavo di ritardare, ho lasciato mio padre in sala e sono venuto qui.
Le faremo sapere - l'impassibilità dei giudici non mi colpisce.
Sono felice di essere qui e basta.
Ho già vinto.
Indovina chi studierà giurisprudenza a Yale? - Elle mi compare davanti.
Mi sei mancato tantissimo perciò mi sono buttata sui libri e puff - mi svolazza una busta davanti agli occhi.
Mi sei mancata anche tu tantissimo. - la stringo a me.
Almeno ti è servito questo tempo per capire che non era un dramma stare a sei ore di distanza e a me è servito per sopportarlo – ride.
Siamo comunque distanti - metto il broncio
E dai sono solo un' ora e mezza distante – sospira.
Sto scherzando, sarà meglio non averti sempre nei paraggi – rido.
Mi stai dando dell'appiccicosa? - sbuffa.
Mi dirigo verso gli altri ridendo.
Allora? - chiede mia madre.
Intanto abbraccia tuo figlio che non vedi da mesi - la stringo a me.
Mi faranno sapere - dico staccandomi.
Abbraccio anche Edward.
Mio padre è fuori che fuma.
Scusate - corro da lui.
Dammi la sigaretta - gli ordino.
Sono nervoso è solo una... - si giustifica.
Qualsiasi cosa loro dicano o facciano sei mio padre e fumare non fa bene, sopratutto a te. Ripeto: qualsiasi cosa, sei mio padre e ti voglio al mio fianco. Dobbiamo recuperare diciott'anni. -




-Angolo autrice- Sono in lacrime e dico davvero questo capitolo è veramente troppo ç_ç
E siamo anche alla fine..
Prima dei convenevoli passiamo alle informazioni di servizio xD
Scusate il ritardo (minimo rispetto ai miei standard) ma capitemi è l'ultimo capitolo della storia che mi ha preso di più e inoltre o iniziato a rivedere le storie.
Ho finito di rivedere e di mettere i capitoli di a hidden past coming back e non farò un seguito troverete le informazioni del perchè li
Ho anche rivisto what i never said e aspetto il via libera della beta per mettere i capitoli corretti, dove non ho cambiato nulla a parte correggerli in entrambe le storie.
mi manca solo questa che inizierò a vedere a breve, sperando anche che la beta si faccia sentire anche se so che è agosto per tutti. (anche dall'altra parte del mondo vero? mh...)
mi trovate su wattpad come stupidlyadreamer99 dove metterò una storia di nome the rainbow
Non concluderò la storia fin quando non la finisco di rivedere e rispondo anche alle recensioni arretrate tranquilli
Metterò un avviso appena finisco di rivedere anche quella con i link della storia che ancora devo mettere su wattpad e quello del mio profilo li
Intanto vi lascio la trama e fatemi sapere

Un' amore fra una ragazza trasferita in città per motivi “ambigui” e un ragazzo cupo, tenebroso e stronzo.

Una madre che cresce una figlia da sola. Un'amicizia spontanea, semplice e vera. Amore \\ indecisione \\ confusione \\ amicizia \\ adolescenza \\ feste \\ alcol \\ fumo \\ errori \\ sbagli \\ paure \\ vita.

Keira Rodriguez alla soglia del liceo. Capelli lunghi e vaporosi nero pece e due specchi cristallini al posto degli occhi. Mr sigaretta ha preso questo nomignolo dal primo incontro con Keira, il classico spaccone che si sente il grande del liceo, una persona vissuta. Ma il suo mondo è grigio e apatico. Proprio il grigio il colore dell'indecisione non è ne nero ne bianco sta li in mezzo. E tutti i colori dell'arcobaleno? Sarà Keira a farglieli conoscere? Perchè lui vuole vita, gioia e dolori. Vuole i colori.

Ora passiamo ai ringraziamenti che ho deciso di mettere qui e non in un “capitolo” a parte come in a hidden past coming back
Grazie per le 97 recensioni, molte sono critiche lo so è purtroppo non quelle che si dicono critiche costruttive e non meriterebbero risposta, ignorare è l'arma più efficace. Ma vedremo magari poso l'ascia di guerra ahahahahah
Grazie veramente di cuore a francy93,books__lovers, martyd, paride, aurora96, Giulia_Cullen, Vaniglia_lovefantasy per te un doppio grazie anche per avermi fatto da beta:), Veronika Susan Cullen, giugno, La Reby, BellaCullen98, Piccolaluce, lorybella, Bella Marie Swan, A u d r y, sene, paride, iaele santin, ica 85, vale985cullen, loy90, Kristen StewPattz,
Se qualcuno vuole invece aiutarmi a ultimare la correzione di sulle note della danza mancano una decina di capitoli circa e anche li avevo in mente una specie di sequel ma mi rendo conto che è passato tempo ma se siete interessati fatemi sapere.
anche perchè pure qui rileggendo l'idea di scrivere di Ella e EJ c'è
fatemi sapere, mi trovate su facebook all'indirizzo della pagina sopra e nel mio profilo qui trovate anche tumblr, twitter e ask.
Un grande abbraccio e ci sentiamo:)
   
 
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