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Autore: nini_maw    26/08/2016    2 recensioni
(FanFiction Interattiva - iscrizioni chiuse)
Un burrone, all'interno ci sono la vita e la morte, più quest'ultima a dire la verità. Sei pronto a uccidere i tuoi amici per poter vivere? Sai affrontare queste perdite, o ti lasci andare? Conosci quanto sei disposto a dare e affronta questo bagno di sangue.
Salve a tutti! Sto provando a scrivere una FF interattiva, solo un po' diversa dal solito, fatevi sentire!
Nini
Genere: Azione, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Il corpo di Jenny ai suoi piedi, Shauni in ginocchio e scossa dai conati lì accanto, Glen si chiedeva come avessero fatto le cose a precipitare in tal modo e in così poco tempo. La sua mente era ancora confusa, il pensiero di Jenny morta gli era inconcepibile, eppure era questa la dura realtà.

Dopo un'abbondante manciata di minuti Shauni riuscì a rimettersi in piedi mentre, scossa da singulti, tentava di pulirsi la bocca.

“Io... davvero scusa... non immaginavo...” biascicò.

A quelle parole Glen le lanciò un terribile sguardo freddo ammonendola al silenzio. La ragazza abbassò gli occhi e diede una scrollata ai vestiti sporchi di polvere. Muovendo il giubbotto di pelle avvenne, però, una cosa alquanto curiosa: si udì il rumore di qualcosa che cadeva e si infrangeva.

Entrambi i ragazzi portarono immediatamente lo sguardo a ciò che era scivolato a terra per restare sbalorditi subito dopo.

“Tu...” ringhiò Glen con gli occhi che lanciavano scintille.

 

'Sembra che sia finito... chissà cosa poi...' Stephen si guardava intorno con circospezione, probabilmente non c'era nessuno, ad eccezione di Cerise, nell'area Nord, ma la cautela non era mai troppa in un posto simile. Con calma si mise in piedi, lanciò un'ultima occhiata dietro di sé, trasse un respiro profondo e si avviò verso l'interno dell'area Nord. 'Se non sono morto fino ad ora vuol dire che posso farcela.'

 

“Ahahahahah! E così è successo! Mi chiedo proprio di che si tratti, visto che anche l'aria era preoccupata! Ahahahah! L'aria si... preoccupa!” Cerise rideva dall'alto di una roccia che aveva scovato nell'intrico di piante dove si era trovata costretta a nascondersi. Dopo aver riso un'altra volta al cielo si lasciò cadere seduta, incrociò le gambe e chiuse gli occhi. Estrasse la fotografia di Lawrence dallo zaino e riaprì gli occhi. Non c'era più ragione nelle pupille, solo una freddezza inquietante e pericolosa.

 

“Per tutto questo tempo io mi sono fidato! E tu, invece... Maledetta doppiogiochista!”

A terra, in frantumi, giaceva la boccetta dell'antidoto al nero veleno che aveva provocato la morte di ben tre ragazzi. Il liquido bianco andava spandendosi sul terreno a poco a poco, era ormai inutilizzabile.

“N-n-on l'avevo io... ti g-g-giuro... G-glen... ti preg-” tentava di dire singhiozzando.

“No che non ti credo! Era nella tua tasca! Chissà da quanto tempo c'è! Magari lo hai preso addirittura il giorno della cena! Avresti potuto salvare tutti! E invece no! Lo tenevi solo per te! Egoista, falsa... assassina! Ecco cosa sei, un'assassina!” Glen era balzato in piedi e, avvicinandosi pian piano a Shauni, continuava a rovesciarle addosso un fiume di parole accusatorie. Non riusciva a credere a tutta quella storia, ma era troppo evidente per far finta di nulla.

“Glen ti p-prego... c-cred-dimi...”

“Finiscila! Non voglio vederti mai più! Vattene! Non meriti di stare qui!” furono le ultime parole che Shauni potè sentire prima di correre via.

Glen la guardò furente ancora una volta per poi sfogare tutta la sua rabbia in un urlo liberatorio al cielo.

 

'Che strano posto... non si muove nulla qui...'

Camminando molto lentamente, Stephen non faceva altro che guardarsi attorno. Ovunque c'erano strane piante che non aveva mai visto in vita sua, erano d'un verde acido e spento, sembravano malate, ma al tempo stesso estremamente vive. Il ragazzo procedeva stando attendo a non toccarle, non gli ispiravano fiducia e non ci teneva ad avere contatto con esse se non costretto a farlo. Gli tornarono in mente i ragazzi dell'area Nord: Jack, con quello sguardo timido e dolce... così bello; Théo, che mai aveva sopportato; e Cerise, forse l'unica “amica” che si era fatto lì. Il pensiero di quest'ultima lo spingeva ad attraversare quell'oscura giungla, il sapere che avrebbe incontrato qualcuno che stava dalla sua parte lo motivava. Non gli importava quanto tempo avrebbe impiegato, l'avrebbe trovata a qualunque costo.

Cerise venne riscossa dalla sua posa meditativa a causa di strani fruscii e scricchiolii che le sembrava di avvertire. Piegò la testa da un lato e, con estrema calma e in religioso silenzio, si accucciò come un gatto che fa la posta ad un uccellino. Si acquattò sulla roccia, coperta da alte piante che sorgevano lì davanti e si preparò a saltare addosso a chiunque le fosse sbucato davanti.

 

Le sembrava di aver corso per chilometri, non aveva più fiato, le bruciavano i polmoni e le dolevano i muscoli delle gambe.

'Ok Shauni, può bastare' disse a se stessa e, nell'attimo in cui si fermò, crollò a terra esausta. Tentando di riprendere fiato si asciugava le lacrime e pensava a quanto era appena accaduto. Sapeva di non aver mai preso, e neppure visto, quella fialetta, quindi come faceva ad essere nella sua tasca? Era sicura che qualcuno l'avesse imbrogliata, magari infilandogliela in tasca in un momento di distrazione... ma chi poteva essere stato? L'unico nome che le veniva in mente era quello di Joseph... era lui il più subdolo, nonché l'unico con cui fosse sempre stata a “stretto contatto”. Certo, c'era anche Stephen nella sua squadra, ma di lui non riusciva proprio a sospettare, era troppo distante da tutti i giochetti che gli altri concorrenti preparavano nell'ombra.

'E se invece...?' continuava a domandarsi.

 

Glen aveva trascinato il corpo di Jenny dietro alcuni cespugli, non gli andava che il corpo restasse lì in bella vista, meritava almeno una sottospecie di “sepoltura”.

“Scusami Jenny, se avessi tempo e non fossi in questo maledetto posto, ti sistemerei meglio e ti porterei dei fiori.” disse dopo aver ben nascosto il cadavere. Prese il coltello della rossa, precedentemente recuperato dal petto di Joseph, e glielo posò sul petto. Mentre eseguiva il tutto gli venne da pensare a quanto utile era stata la presenza della ragazza in quel posto. Aveva dato coraggio a tutti, manteneva sempre il sangue freddo, sapeva combattere in maniera a dir poco ottima... era una grande persona, meritava tutta la sua stima. Eppure non una lacrima, non un singhiozzo sfuggirono a Glen, quel gioco mortale non era finito e lui non si sarebbe mai lasciato andare prima della conclusione.

“Addio, Jenny.”

 

“Come hai fatto a trovarmi?” chiese fredda Cerise dalla cima della sua roccia.

Inaspettatamente, dal sentiero era sbucato fuori Stephen,cosa che aveva fatto quindi leggermente tranquillizzare Cerise.

Il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi, ce l'aveva fatta! Era riuscito a scovare Cerise.

“Allora? Rispondi! Chi altri sa di questo posto?” continuava a domandare la castana con tono leggermente irritato.

Dopo un attimo di sbigottimento, Stephen esclamò: “Oddio Cerise! Quanto sono felice di vederti sana e salva! Tranquilla, ci sono solo io e... oddio non puoi capire quante ne abbiamo passate! Un incubo, è stato un vero incubo! E...”

Cerise storse la bocca in una smorfia a metà noia e sarcasmo.

“Arriva al dunque.” Lo interruppe.

Stephen si zittì un attimo, poi riniziò: “Sì, hai ragione. Arrivo al dunque. Siamo rimasti in sei ormai: io, tu, Shauni, Joseph, Glen e Jenny. Io sono scappato e, stranamente, non sono ancora morto. Ho pensato di venire da te perché non mi fido più degli altri, specie di Joseph, e speravo in un'alleanza per sopravvivere.”

Il ragazzo parlava senza fare pause, provocando, così, un sonoro sbuffo da parte di Cerise.

“Ti prego fermati, grazie. Dimmi solo un'altra cosa, prima c'è stato un momento... strano. Sai per caso cos'è successo?”

Stephen la guardò con un sorriso sghembo: “Quindi non era solo una mia sensazione... è davvero successo qualcosa, bene. Non so dirti, Cerise. L'unica cosa di cui sono a conoscenza è che Joseph ha fatto fuori l'allegra Felicity, quindi suppongo che Jenny si sia data subito da fare per sistemare la faccenda. Altro non so.”

La ragazza annuì pensierosa, uno dei nemici più forti era sicuramente morto, che si trattasse di Joseph o Jenny per lei non faceva differenza.

 

“Scendi da lì, dai su! Così posso abbracciarti, è da tanto che non ci vediamo!” Esclamò per l'ennesima volta Stephen.

“Ti ho detto di no! Sono pericolosa! Vai via!” Continuava a ripetere Cerise.

“No che non lo sei!”

“Steph, davvero, vai via, non possiamo allearci, siamo soli in questo gioco e tu lo sai. Quindi non far finta di nulla o sarò costretta a mandarti via con la forza!”

“Se non scendi tu, salgo io.”

Stephen iniziò ad arrampicarsi sulla roccia, non era particolarmente difficile, anzi, stava procedendo abbastanza spedito, fino a quando...

“Stephen! NO!”

 

'E adesso che faccio? Anche se scoprissi la verità sull'antidoto Glen non mi crederebbe... Ormai è tutto finito...'

Ancora una lacrima sul pallido volto della ragazza.

'Ma non posso lasciarmi andare così... sono ancora in gioco...'

Shauni tirò su col naso.

'Ora basta, rialzati, Shauni, e combatti.'

Una volta in piedi la ragazza prese la borsa che non si era mai tolta di dosso e che conteneva la sua preziosa macchinetta. Estrasse quest'ultima e cercò una foto in particolare nella galleria.

La osservò un'ultima volta, poi scagliò via l'oggetto.

Lasciò cadere la borsa e riprese a correre.

Prima di spegnersi definitivamente, lo schermo incrinato della macchinetta riprodusse per l'ultima volta l'unica foto ritraente Glen e Shauni abbracciati.

 

L'urlo di Cerise arrivò troppo tardi. Stephen aveva messo la mano su una manciata di foglioline che erano riuscite a crescere sulla roccia e, nel giro di pochissimi secondi, un dolore pungente gli invase tutto l'arto.

Bastò uno sguardo alla mano per farlo gridare e mollare la presa. Il ragazzo cadde in un cespuglio continuando ad urlare come un ossesso. Ormai non aveva più una mano, era come sgretolata, anche se si potevano distinguere chiaramente, in una pozza di sangue, tutte le parti che l'avevano composta: la pelle come disciolta, i tendini, le ossa, i muscoli...

Cerise guardava orripilata la scena, il volto contratto in un'espressione disgustata. Il suo amico si stava sgretolando sotto i suoi occhi.

Stephen si muoveva convulsamente all'interno del cespuglio, peggiorando così la situazione. A poco a poco sentiva tutto il corpo distruggersi, scomporsi. E più si agitava, più le piante lo avvolgevano.

Ormai non gridava più, non aveva una bocca.

Nel giro di un minuto di lui non restava che un mucchietto sanguinolento di interiora e frammenti di corpo.

 

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Stephen non vide mai più la luce.

 

Cerise chiuse gli occhi, ingoiò quanto il suo stomaco voleva far uscire ed esclamò: “Chris, io esco!”

 

“Cari concorrenti, siete ormai solo in due, quindi preparatevi, domani ci sarà l'ultima sfida!” gracchiò la voce di Chris da un altoparlante.

 

Shauni e Glen guardarono il cielo.









ANGOLO AUTRICE
*si butta in ginocchio* 
Perdono! Chiedo umilmente perdono! Lo so che è passato quasi un anno dall'ultimo aggiornamento, ma non avevo per nulla ispirazione!
Scusatemi davvero!

Spero che questo capitolo ( e scusate se è un po' corto) possa farmi perdonare un minimo (l'ho scritto tutto questa mattina, dopo un'improvvisa voglia di scrivere che spero non mi passi!)
A questo punto della storia i concorrenti sono ormai solo in tre, siamo agli sgoccioli.
A tutti i lettori chiedo, quindi, di votare per la sfida che si terrà fra Shauni e Glen.
Mandatemi un messaggio privato con scritto il nome di chi volete che muoia (entro domani sera), così potrò andare avanti con la storia.

Grazie tante e scusatemi ancora!

Nini

  
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