Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: xAcacia    27/08/2016    0 recensioni
La vita di Cassie è sempre più scombussolata e non è colpa degli altri questa volta.
Ha scelto la sua anima gemella, la cosa che non riesce ancora a capire però è che ci sono molte cose che non sa su di lui. Il suo migliore amico non risponde più nemmeno alle sue telefonate e, come se tutte questi problemi non fossero abbastanza, sembra esserci un distacco anche tra Ivy e Isaac.
Che sia colpa della guerra che sembra essere tutt'altro che imminente?
I mesi passano e di Cole Ruterful non ci sono segni di vita e questo lascia tutti sempre più spaventati e confusi.
Ma alla fine Cassie dovrà decidere e chi sceglierà? La risposta sembra così facile ora, ma purtroppo non lo è, perché in questi mesi Cole e lei legheranno in un modo assurdo e anormale. E di Jeremy che ne sarà? Non è nemmeno questo l’importante. Alla fine Cassie da quale parte sceglierà di stare? Quella di Jeremy, dove la sua sopravvivenza è messa a rischio dalla poca forza di volontà delle altre persone che non si fidano di lei; o da quella di Cole, che sembra volerla proteggere a tutti i costi a patto che lei stia con lui?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 11
Fuori controllo
 

– Smettila! Ce ne dobbiamo andare – urla Jeremy a Ivy. Cerca di sottrarsi alla stretta di Jeremy, ma lui è molto più forte. Ivy è sempre stata più alta e più forte di me, purtroppo però è impossibile vincere quando si tratta di Jeremy. – La smetti?!
– No! L'hai sentita anche te urlare, perché non facciamo niente? Dobbiamo aiutarla. L'hai sentita e ti sei praticamente accasciato a terra dopo l'ultimo urlo – urla Ivy.
-Non importa. Ivy, dico sul serio, loro ritorneranno a momenti e noi dobbiamo andare. Non ci sarà più Cassie ad aiutarci, non che ci serva veramente – ribatte Jeremy. Riesco a sentire l'adrenalina e la paura, è come se fossi dentro di lui, da qualche parte.
– Te non capisci! Ti sei bevuto il cervello, per caso? Ti ha salvato, ti ha detto di scappare, mi ha salvata. Glielo dobbiamo – urla lei. È veramente isterica, ma lei lo è sempre durante una battaglia. Ci sono persone che entrano nel panico, persone che riescono addirittura a essere più lucide, altre invece diventano semplicemente isteriche.
– Io capisco, Ivy! Ma siamo in questo casino per colpa sua!
– Cosa?! Sai benissimo che, se non fosse stato per lei, Cole ci avrebbe già attaccato. È per lei che lui non attacca, vuole che tutto sia perfetto e lo sai benissimo!
– Ora smettila, Ivy. Dobbiamo andare – la incalza Jeremy. Freme dalla voglia di andarsene, anche se sento anche che sta male per me. So che sta male, dentro di sé, e riesce sempre e comunque a mascherare tutto quello che prova. So che sa che sono morta.
– Hai detto che provavi qualcosa per me solo per ferirla, vero? Sei così arrabbiato con lei che non riesci nemmeno a guardarla negli occhi. Sei sempre stato il suo eroe, Jeremy, e ora...
–E ora ha un altro eroe! – urla Jeremy. – Ora basta, Ivy! Ne riparliamo all'istituto e... – si ferma dal momento  che sente dei rumori. Dopo poco tempo si vede Cole, un mostro dietro con me sulle sue spalle. Lo sguardo si Jeremy si posa subito su di me, il suo cuore si ferma per qualche secondo di troppo ed è costretto a trattenere il respiro per non urlare. Non riesco a immaginarmi un Jeremy che urla.
– Oh, mio Dio! Cassie! - urla Ivy. Quest’ultima fa per venire da me, ma Jeremy la prende e la stringe ancora di più. – Cassie! Perché non si muove? – urla lei piangendo. – Jeremy, non si muove – sussurra e si accascia a terra. Jeremy la prende per un braccio e la fa alzare con la sua solita forza, eppure so benissimo che è anche delicato in ogni cosa che fa.
È bianco cadaverico e guarda intontito Cole. – Sei così codardo da ucciderla? – chiede Jeremy, la sua voce trema facendo capire quello che prova.
Cole sorride, ma il suo sorriso è così freddo che mette paura. Ivy rabbrividisce tra le braccia di Jeremy, mentre non la smette di piangere. Mi si stringe il cuore. – Due volte in un giorno, fratellino. Vedo che tu invece sei così stupido da non andartene.
– Lasciala andare – mormora Ivy. – Per favore, non se lo merita.
– E così tu sei la ragazza di mio fratello – sogghigna Cole. – Bé, hai dei bei gusti, fratellino.
– Lasciala stare, lei – ringhia Jeremy. Il mio cuore si spezza vedendolo proteggere una mia cara amica, mi farebbe pure piacere... se non fosse per il fatto che molto probabilmente è veramente interessato a lei.
– Dovete andarvene. Ora – ordina Cole. – Non vi hanno attaccato solo perché Cassie ha perso la vita per proteggervi.
– Dai, Ivy. Dobbiamo andarcene – le sussurra Jeremy. La prende in braccio e se ne vanno.
 
Mi sveglio di soprassalto. Mi trovo nella mia camera da letto, nel cottage di Cole.  Mi alzo dal letto con il cuore che batte ancora a mille per il sogno che ho fatto, ma so benissimo che non era frutto della mia mente. Ancora non riesco a capire come possa accadere una cosa del genere, come io riesca a entrare nel corpo di Jeremy e vedere tramite i suoi occhi quello che accade, sentendo tutto quello che sente lui. In questo momento non riesco a pensare a ricordi negativi, solo a ricordi positivi in cui io e lui siamo i protagonisti. Ora invece mi sento solo in pericolo.
Oh, vedo che ti sei svegliata, finalmente. – Sobbalzo sentendo la voce di Cole. È appoggiato allo stipite della porta, proprio come faceva suo fratello. Sento una stretta allo stomaco quando penso a Jeremy, e al fatto che a volte nei modi di fare sono molto simili. – Sai, sono passati due giorni.
Non m'importa – taglio corto io. Lui fa un mezzo sorriso e si avvicina, questo suo gesto non fa altro che alimentare la mia rabbia. Cole è tutto quello che potrebbe rappresentare l’incoerenza, non riesco proprio a capirlo e questo mi confonde. Una parte di me dovrebbe essergli riconoscente, l’altra però dovrebbe aver paura di lui. Quando si tratta di lui io sono quasi costretta a dividermi in tante piccole parti. – Non ti avvicinare, mostro.
Vedo che ce l'hai ancora con me – ribatte lui. – Mi dispiace, ma sono stato costretto ad ucciderti. Continuo a  scegliere la mia vita. E, riguardo a quello che ti ho fatto prima... bé, devi ammettere che non sei stata molto carina con me.
Per piacere, esci da questa camera – dico io, niente emozioni, non lascio che mi guardi nemmeno negli occhi. Voglio solo che tutto questo finisca. Non finirà fino ad una guerra, ora ne sono sicura. Sento i suoi passi farsi sempre più vicini e, quando mi sfiora i capelli con una sua mano, chiudo gli occhi. Si riduce sempre tutto alla questione delle parti: una parte di me gioisce a sentire il suo tocco, l’altra vorrebbe solo vomitare.
Mi farò perdonare – mi sussurra all'orecchio. Rimango in silenzio, ferma e con gli occhi chiusi. Quando la porta si chiude cado a terra e scoppio a piangere. È tutto troppo per una ragazza di soli sedici anni. È troppo per me. Posso essere una Whitesun con un’anima gemella, ma non posso essere tutto questo. La realtà sembra semplicemente troppo dura.
Dopo pochi minuti però mi costringo a smettere di piangere, me lo impongo. Non piangerò qua. Non piangerò. Devo rimanere forte e concentrarmi. Anche se sono stanca di combattere e non ho nemmeno iniziato. Cosa succederà quando la vera battaglia inizierà? Contro chi andrò, chi avrò al mio fianco? È tutto confuso. Devo riuscire a schiarirmi le idee, e so dove andare.
Esco dalla finestra senza fare il minimo rumore. Ci sono varie guardie-demoni che pattugliano il cottage. Alcune si girano e mi guardano. Cosa sta facendo? - chiede uno.
Devo fare una cosa.
Non può. Sono gli ordini del signor Ruterful – ribatte il demone. Rabbrividisco sentendo quel cognome, mi fa uno strano effetto collegare collegarlo a un ragazzo come Cole. Questo cognome non gli appartiene, non veramente. Dopotutto lui odia la sua famiglia. Perché continua a tenerlo? Perché non si fa chiamare “signore” e basta? È orribile sentire questo cognome, mentre la persona che ha veramente il diritto di usarlo non è qua.
Credo che il signor... Cole possa fare un'eccezione. Dopotutto, se vuole farsi perdonare, mi dovrà pure far uscire da qua – dico io.
La porta si apre e mostra Cole. Ha il viso contratto e mi sta guardando veramente malissimo, ma c’è anche altro. – Vai. Ma se vai a finire nei guai non so cosa potrà accadere – esclama lui.
Questo dipende da te – ringhio. – Perché se finisco nei guai non torno più. Sappilo. Preferisco morire di fame o altro che farmi toccare da te un'altra volta – borbotto io, non tanto convinta. Esce di casa e mi prende il braccio, lo stringe sempre di più mentre io cerco di divincolarmi. – Lasciami.
Dobbiamo parlare – mormora lui digrignando i denti. Sento un tuffo al cuore. Mi lascia il braccio e così faccio un passo indietro e mi massaggio il braccio. Vorrei iniziare a picchiarlo, a graffiarlo, a ferirlo nello stesso modo che ho fatto due giorni fa, prima che quel suo mostro mi uccidesse.
Parliamo dopo – dico. Indietreggio e poi, quando so che nessuno m'impedirà di andarmene, scappo via. Sento tutto: i miei piedi che calpestano il terreno ancora un po' bagnato, il vento che mi viene incontro e mi sbatte sul collo e sul viso facendomi rabbrividire, il rumore delle foglie che sbattono l'una contro l'altra a causa del vento e altre che cadono a terra. In questo momento potrei sentire qualsiasi cosa.
Inizio a correre ancora più veloce quando vedo un albero su cui mi posso arrampicare, salto e mi aggrappo al primo ramo che trovo. Ringraziando il cielo adesso ho molti più muscoli di quand'ero piccola, quindi posso arrampicarmi senza rompermi un braccio, o una gamba. I tempi in cui c'eravamo solo io, mia madre e mio padre. Io avevo la fissazione di arrampicarmi su gli alberi, soprattutto su quello vicino casa mia, era il mio preferito perché si poteva vedere tutto. L'unico problema è che due o tre volte sono caduta, e una volta mi sono rotta il braccio, la volta dopo l'ho scampata e l'ultima volta invece ci ha rimesso la mia gamba. Ma ora ho sedici anni, non ho più mamma e papà che mi aspettano vicino l'albero e ho i muscoli che non mi faranno cadere.
Appena arrivo abbastanza in alto, mi siedo su un ramo molto grosso e appoggio la schiena sulla corteccia. Chiudo gli occhi e sento il vento che sfreccia. Sono venuta qui per pensare, ma adesso vorrei solo accoccolarmi e aspettare... cosa, non so. Forse Jeremy. Forse la fine di questa battaglia. Sarebbe bello guardare tutto da sopra, senza nessun sentimento. Sarebbe bello, eppure non me lo posso permettere, perché sono proprio al centro, tra le braccia di Cole mentre cerca di proteggermi dalle persone che mi vogliono uccidere.
Avrei dovuto ucciderli tutti. Tutti i vampiri. Devo smetterla di cercare di non peggiorare le cose, perché puntualmente  non faccio altro che peggiorarle veramente. Più cerco di sistemarle, più s'incasinano. Jeremy – piagnucolo io. So che non mi può sentire, ma ho un dolore al petto e so che solo lui può aiutarmi a stare meglio. Vorrei stare tra le sue braccia e baciargli il petto così da sentire il suo calore pure sulle labbra. Eppure, lui adesso sarà chissà dove, nell'istituto, con Paige, o Ivy, o Allison. Ha così tante ammiratrici che non riuscirei a dire tutti i loro nomi. Potrebbe averle tutte, e lui lo sa benissimo.
Scuoto la testa. Non sono venuta qui per pensare a Jeremy. Sono venuta qui per schiarirmi le idee su Cole e la battaglia. Quindi... da che parte mi schiererò durante la battaglia? Jeremy e i miei amici sono schierati dalla parte di Alan, e lui mi vuole morta. Cole mi vuole viva. Cole mi vuole. Jeremy no. Lo amo, davvero tanto. Non ho mai amato così tanto qualcuno. Lo amo così tanto che fa male. Sono già stata separata da lui, più di una volta veramente, ma questa volta è diverso. Questa volta siamo tutti in pericolo, e vorrei stare accanto a lui in questo periodo. So benissimo di essere più forte accanto a lui, lo siamo tutti e due. Lo sono anche con Cole? Anche con lui posso fare quello che posso fare con Jeremy? Non credo.
Chiudo gli occhi.
È una cosa stupida da fare, ma m'immagino mia madre e mio padre qua sopra. Su questo albero. Insieme a me. Mia madre mi sorride e mio padre sbuffa, perché lui odia l'altezza. L'ha sempre odiata. Mamma mi guarda, se fosse realmente qua vorrebbe incontrare Jeremy e, perché no, anche i suoi genitori. In poco tempo mi ritrovo con altre due persone, che assomigliano a Jeremy, e il mio ragazzo proprio accanto a me, il quale mi sussurra di essergli mancata.
Il sogno svanisce di colpo.
Cassie, mi chiama Jeremy. Il mio cuore fa un balzo e quasi cado dall'albero. Sento una risata echeggiare nella mia testa. A quanto pare non sei solo te che puoi riuscire a vedermi, aggiunge, sembra quasi fiero di esserci riuscito.
Come hai fatto? – mormoro io. Mi guardo intorno e spero di vederlo sotto l'albero, che mi sta aspettando e sorridendo, ma devo smetterla di sognare, perché adesso c'è lui qua e ha appena visto che cosa mi stavo immaginando. Sento le guance andarmi in fiamme.
Non lo so, sinceramente. Perché ti stavi immaginando tutto questo? E come mai non c'era il mio fratellino, al mio posto?, va dritto al punto Jeremy. Non rispondo, mentre il calore della vergogna aumenta ancora di più. Guardo i rami e stacco una piccola foglia, inizio a giocare con essa. Rispondimi. So che mi hai sentito.
Te ne vai dalla mia testa, per piacere? – chiedo io, nervosa.
No, non me ne vado fino a quando non mi spieghi perché stavi immaginando ME, MIA MADRE E MIO PADRE! Sembra arrabbiato. Scendo giù e lo sento gridare nella mia testa: Stai attenta! Ma sei matta?! Non puoi scendere così!
Non è la prima volta che lo faccio – ringhio io. – E comunque non ho mica intenzione di buttarmi da quest'altezza. Stai zitto e vattene – borbotto, scendo un altro po' fino a quando non tocco per terra.
Io non me ne vado, annuncia Jeremy, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Signora – mi chiama qualcuno. Alzo lo sguardo e vedo che ci sono dei demoni di Cole. – Il signor Ruterful la vuole vedere. Sono passate ore, e si sta preoccupando.
Guardo il cielo. Hanno ragione, è quasi buio. – Mi avete seguita, per caso?
No, signora. L'abbiamo localizzata e la siamo venuti a prendere – risponde tranquillamente uno de i due demoni, segno che non sta mentendo.
Signora di qua, signora di là... Avevo ragione: ti trattano come una regina e tu fai pure finta di esserlo. Fai pena, ringhia Jeremy.
Stai zitto, deficiente – borbotto io.
Come, scusi? – chiede un demone.
Sussulto, rossa dalla vergogna, e mi costringo a sorridergli. – Niente, andiamo? – chiedo. Annuiscono e uno si mette dietro di me mentre l'altro inizia ad avanzare verso il cottage di Cole. Questo, invece, mi fa capire che non si fidano di me. Oh, che novità!
Quando ci stiamo avvicinando però mi accorgo di una cosa: c’è troppo fumo. Più avanziamo e più aumenta il fumo, fino a farci tossire. C’è qualcosa che non va. C’è assolutamente qualcosa che non va. Ben presto, ho davanti a me il cottage di Cole in fiamme, e di lui non c’è traccia. – Cole? - chiedo io, in preda al panico. Guardo i due demoni, che stanno avanzando con tranquillità. – Dov'è Cole? – chiedo io, il panico sta prendendo il sopravvento. Loro però sembrano non sentirmi.
Cassie, non fare scemenze. Pensa bene prima di... non ascolto più nemmeno Jeremy. Inizio a correre verso il cottage per andare da Cole. Lo so che dovrei odiarlo, ma... se è morto...
Qualcuno mi afferra da dietro e così io inizio a urlare: - Lasciatemi andare! Cole è là dentro! Lo dobbiamo aiutare! Lo dobbiamo...
Sono qua, piccola. Sono qua – mi sussurra all'orecchio Cole. Abbasso lo sguardo e vedo che queste mani che mi tengono stretta sono le sue. Mi giro di scatto ed incontro i suoi occhi verdi. Forse per la prima volta, vedere questo verde non è poi così male. – Sono io – dice abbozzando un sorriso. E sì, è lui.
Oh... Oh, mio Dio – sussurro io buttandomi su di lui. Lo stringo a me mentre inizia a ridere. – Oh, mio Dio.
Non sento più la presenza di Jeremy e scommetto che se n'è andato per lasciarci da soli. Non so se è triste o arrabbiato. Cole è qua, e mi ha fatto prendere un colpo. Non pensavo che sarebbe mai successo. Non pensavo che lo avrei più abbracciato in questo modo. Eppure eccomi qua. Hanno ragione quando dicono che il destino è più forte. Lo è veramente. È più forte di tutti noi, addirittura di Cole.
Sono qua – ripete Cole accarezzandomi i capelli mentre io continuo ad abbracciarlo.
Smetto di piangere ed inizio a pensare al mio cuore, che sta battendo velocissimo e non so se è per la paura di averlo quasi perso veramente o per la paura che ho di lui. Chi è stato? – chiedo io allontanandomi da Cole per guardarlo negli occhi. La risposta è scontata: i nostri nemici, quelli che mi vogliono morta.
Sono quelli che ti voglio uccidere. A quanto pare, dovremo farci una bella chiacchierata. Vieni, dobbiamo parlare – risponde tranquillamente lui, mi prende per mano e, tutto d’un tratto, mi sento catapultata da una parte all'altra e non vedo più niente. Capisco subito, quindi, che stiamo andando da qualche altra parte.
Quando atterro per terra sento che sto per vomitare. Questa volta non c'è Jeremy a tenermi più ferma possibile. Mi alzo subito e mi accorgo di stare in una casa molto diversa da quella dove stavamo prima: questa è molto più elegante.
Dove siamo? – chiedo io, so benissimo di avere Cole dietro. – Come ci siamo arrivati?
Piano con le domande, piccola – mi rimprovera Cole. Si avvicina e mi mette una mano sulla schiena per incitarmi a salire le scale. Quando salgo vedo che c'è un piccolo corridoio con tre camere: una a destra, una a sinistra e una davanti a noi. – Questa sarà la tua camera – annuncia lui, puntando la stanza a sinistra. – Questa è la mia – continua, puntando il dito sulla stanza destra. – E là, c'è il mio ufficio.
Tutto questo mi spaventa un po’, ma non ci vuole molto a capire che non ci troviamo più a Boston. La casa è bellissima, ma so che per l’ennesima volta sto mettendo in discussione l’idea di stare con quelli buoni, schierandomi dalla parte dei cattivi. – Ok. Dove ci troviamo?
Toronto – risponde lui. – E siamo arrivati qui grazie a uno stregone molto potente, che ci raggiungerà tra poco.
Va bene. Di cosa dobbiamo parlare? – chiedo io, andando subito al sodo. Già mi sento meglio. Prima avevo perso la capacità di pensare, ero completamente nel panico e mi dispiace ammetterlo ma, per quanto mi sia sentita abbastanza bene dopo averlo abbracciato, ora mi sento in colpa e... vorrei semplicemente non averlo fatto.
Vieni, andiamo nel mio ufficio – borbotta mentre lo seguo fino all'ufficio. C'è una grossa scrivania in mezzo, una finestra dietro la sedia dove si siederà Cole, altre due sedie davanti la scrivania e file di librerie attaccate ai muri. Ricorda l’ufficio di Louis Dempson. – Prego, accomodati pure – m'incita Cole, indicandomi una delle due sedie. Mi siedo sulla prima che vedo e così anche lui si siede davanti a me. – Alcuni demoni stanno iniziando a tirarsi indietro, perché pensano che tu non faccia altro che disobbedirmi e che non mi ami, che appena sarò abbastanza debole mi ucciderai e che anche loro moriranno. Stasera, ci sarà una festa e tu dovrai venire con me. Ci saranno dei dibattiti, balli e cibo. Sarà divertente, ma sicuramente alcuni si tireranno indietro.
Ok, quindi io devo solo venire là e far pensare alla gente che obbedisco come un cagnolino e altre stronzate del genere? – chiedo. Lui scoppia a ridere ed io non posso fare a meno di fare una smorfia. Quel sorriso... a volte mi sembra identico a quello di Jeremy.
Si, è quello che dovrai fare, Cassie. Lo sto facendo per te, quindi vedi di non rovinare tutto – mi avverte lui, nella sua voce non c'è nessun accenno di rancore o rabbia, sembra così calmo che quasi mi spaventa.
Ok. Va bene. A che ora è? – chiedo io.
Con calma, Cassie. Non ho ancora finito – dice lui. Che cosa vuole, adesso? Già è difficile per me fare finta di essere il suo cagnolino. Non ci può essere una notizia peggiore di questa. – Ci sarà Alan alla festa. E dove c'è Alan c'è la figlia stronza, Paige, il ché vuol dire...
Il ché vuol dire che porterà Jeremy – mormoro io, interrompendolo. – Lo porterà, non è vero?
Sì, lo porterà.
Perché? – chiedo io, arrabbiata. La vorrei uccidere e farla finita. Prendere la mia spada e trapassarle il cuore, voglio vederla mentre mi guarda negli occhi e la sua luce scompare lentamente. No, va bene, forse sto esagerando un po'. Mi devo solo calmare. Non lo voglio fare sul serio.
Perché sanno che così avranno un qualcosa con cui ferirti. Cassie, devi ascoltarmi molto bene – replica lui,  appoggia i gomiti sulla scrivania e si avvicina un po' a me staccandosi dalla sedia. – Lo so che lo ami. Lo vedo. Ma non devi farlo vedere stasera, mi hai capito bene? Se loro capiscono che te provi ancora qualcosa per lui, qualcosa di veramente forte... lo useranno contro di te.
Perché vengono anche loro? – chiedo io.
Perché stiamo cercando una tregua. È per questo che ci sarà un dibattito, stasera. Un dibattito molto interessante; addirittura per te, piccola.
 
Bussano alla porta e aprono subito. Io sono sdraiata sul mio letto a baldacchino e guardo le tendine che si uniscono sopra il letto. Sono nere, mi piacciono. – Signorina? – chiede un demone. Apro un po' la tendina e la luce entra. Per fortuna è già buio, quindi non devo strizzare gli occhi per guardare il demone con i tentacoli. – Il suo vestito è pronto –annuncia.
Abbasso lo sguardo sul mio vestito e sorrido. – Va bene. Mi alzo scostando del tutto le tende del tutto. – Grazie – aggiungo, prima di alzarmi e prendere il vestito. È veramente pesante, ma è bellissimo. Mi ricorda Ivy e la sua fissa per i vestiti di questo genere.
Le serve una mano con i capelli? – chiede. Noto i suoi occhi neri e quasi provo pena per lui. Lo sta facendo perché ha paura di Cole, non lo sta facendo perché mi vuole fare un favore. È così spaventato che quasi mi verrebbe d'abbracciarlo.
No, tranquillo. Grazie comunque – mormoro io. Lui accenna un sorriso e vorrei tanto che non lo avesse mai fatto: i suoi denti sono marci fino alle gengive rosse scure e la sua lingua ci passa sopra un secondo in più del dovuto. – Ci vediamo dopo, allora.
Certo, signorina. A dopo – esclama prima di annuire e andarsene.
Indosso il vestito e vado in bagno per truccarmi di grigio, così da intonarlo al vestito, che ha il corpetto nero lucido e poi la gonna grigia metallizzata con un velo nero sopra. Mi sistemo un'ultima volta i capelli ondulati e mi sistemo la franga mettendola dietro con un paio di forcine. Ora sono pronta e decido di scendere per andare da Cole.
Tieni – dice Cole, porgendomi una pistola. La prendo senza chiedere nessuna spiegazione e me la metto sotto la gonna. – Sei sicura di riuscire a prenderla se ce ne sarà bisogno?
Sicuramente è meglio della borsa – borbotto io. Annuisce e guarda tutti i demoni che sono presenti nel salone. Mi chiedo come sarà vestito Jeremy, ma alla fine credo sia vestito esattamente come Cole: con un completo nero. – Quindi dov'è la festa?
Boston, piccola – risponde Cole. – Il nostro stregone ci aiuterà ad arrivarci, non è vero? – chiede indicando un uomo sulla trentina, ci sorride ed annuisce. – Bene. Pronti? – chiede Cole. Fa per prendermi la mano, eppure non glielo permetto. Ce la posso fare da sola, ce la devo fare da sola. E ci riesco veramente. Poggio i miei piedi sul pavimento di marmo, sbando un po' ma Cole mi prende subito.
Bell'entrata! – esclama Alan. Ci giriamo subito ed è impossibile non notare Paige con un vestitino nero più corto di quelli che usa di solito, i suoi capelli castani sono tirati indietro ed il suo trucco è un po' troppo marcato. Jeremy la prende subito per mano ed è altrettanto impossibile non notare anche lui. Il completo nero gli sta benissimo e la cravatta celeste mette in risalto i suoi occhi. Distolgo lo sguardo ricordandomi quello che ha detto Cole: non devo farlo notare.
Grazie – dice Cole. Mi mette un braccio sui fianchi e mi stringe a lui.
Sei ogni volta più bella, Cassie – mente Paige. La guardo e le sorrido. Il suo sorriso è finto quanto il mio. Mi chiedo se sia arrivato il momento di prendere la pistola e sparare, ma la presa di Cole si stringe, facendomi capire che mi devo tranquillizzare.
Grazie, Paige. Mi dispiace dirtelo così... ma credo che tu sia un po' fuori posto con quel vestito – dico io facendole osservare tutto il resto del salone con la mano. Tutte le donne hanno dei vestiti lunghi ed eleganti, il suo non è nemmeno elegante per quanto è volgare.
Oh, non ti devi preoccupare per me. Mi sento del tutto a mio agio quando m'identifico dall'altra gente – risponde lei. Sta veramente cercando di non sgozzarmi, lo so e mi piace!
Come vuoi, cara – azzardo io.
Cole mi sorride e mi stringe ancora di più. Scusatela, davvero. A volte ha la lingua troppo lunga – si giustifica Cole, ma non sembra per niente dispiaciuto, anzi.  – Amore, devi andare a parlare con i miei amici. Vuoi che ti accompagno?
Oh, no – esclamo. – Tranquillo, vado da sola. Gli do un bacio a stampo e me ne vado. Cerco con tutta me stessa di non guardare Jeremy, sento tutto dentro di me pronto a scattare per guardarlo. Fremo dalla voglia di guardarlo, tuttavia so che metterebbe in pericolo me e lui. Faccio un sospiro profondo e vado dai primi amici di Cole. - Salve – saluto io. Tutti mi guardano e mi sorridono.
Ma che bella sorpresa, signorina Cassie! – esclama una sirena. – Non speravamo più di vederla, ormai.
E invece eccomi qua. Non sparirei mai, non veramente almeno – rispondo io, accennando il sorriso. So che devo convincerli, è questo il mio solo compito stasera.
E a noi ci fa veramente piacere. Ma ci lascia un attimo di stucco. Siamo preoccupati per cosa succederà in futuro, non sappiamo se lei andrà fino in fondo con questa storia, oppure si rifugerà da qualche parte – replica la sirena.
Oh – bofonchio e faccio una finta smorfia. – Mi dispiace davvero molto che voi pensiate una cosa del genere. Sì, è vero, lo ammetto, sono stata molto indecisa nell'ultimo periodo, tuttavia non credo che il mio amato Cole perderebbe tempo con me, se sapesse che me ne andrò veramente, non trovate?
Mi sento come in quei film dove si fanno sempre feste perché si è ricchi, e quindi non sai più come spendere soldi. Mi sento incatenata a una vita non mia. Mi sento come se fossi la futura moglie del Re, e che quindi mi devo abituare a tutti questi abiti, a queste conversazioni, a tutto. E forse è proprio così.
Mi giro un attimo verso Cole e mi rendo conto che sta ancora parlando con Alan, Paige e Jeremy. Quest'ultimo non stacca un attimo gli occhi dal fratello, lo odia davvero tanto, c'è il fuoco nei suoi occhi e sicuramente anche nella sua mano destra, che nasconde dietro la sua schiena.
L'amore a volte ti fa diventare stupido – risponde un demone. Lo guardo con gli occhi spalancati, ma ovviamente è tutta scena. Nonostante tutto, mi sento comunque come se mi avesse scoperto con le caramelle in mano.
La prego, signore. Non credo che Cole sia il tipo di ragazzo che impazzisce dietro una ragazza. Non siamo nemmeno lontanamente le persone che lei pensa. E, ripeto, mi dispiace molto che voi pensiate queste cose – rispondo dopo un po’.
E che mi dice di Jeremy Ruterful? – chiede un lupo mannaro, intromettendosi nella conversazione. Tutto d'un tratto, mi rendo conto di quanti demoni mi stanno ascoltando: si sono moltiplicati. Ed io mi vergogno. Però poi penso alla domanda che mi ha fatto questo lupo mannaro ed entro veramente nel panico.
Non capisco dove vuole arrivare – ringhio io.
Tutti noi sappiamo che c'è stato qualcosa tra voi due – risponde un demone che sembra un umano. 
Lo guardo e penso ad una risposta giusta da dire. Il mio cuore ha accelerato e spero veramente che Cole venga in mio aiuto il più presto possibile. Ha detto bene, c'è stato. È stato tanto tempo fa, prima che conoscessi Cole – rispondo io, fredda.
N’è sicura? Perché io ho sentito che alla festa di Alan vi siete... appartati – si intromette un altro demone.
Cerco di non sussultare dalla paura. Questo non me l’aspettavo. Oh, mio Dio. No. Appartati? Oddio, no – replico, continuando a fare una smorfia disgustata. – Non farei mai una cosa del genere a Cole.
E allora perché non lo chiediamo a Jeremy? – chiede un altro. Lo guardo negli occhi senza dire niente. Dovrei dirgli di sì, di chiamarlo, e forse potrebbe rinunciarci. Ma ho paura di averlo accanto, ho paura di guardandolo negli occhi mentre dice che è tutto vero.
Certo, fate pure – rispondo io. Tutti iniziano a chiamarlo e così mi giro per vedere la sua reazione. Ci stanno guardando tutti, anche Cole. Incontro gli occhi di Jeremy e mi ritrovo dentro di essi senza nemmeno accorgermene.
Cosa vogliono?, chiede lui, chiaramente arrabbiato. Non rispondo nemmeno, lui continua a guardarmi con uno sguardo torvo mentre si avvicina.Salve – saluta lui, ormai accanto a me. Sento il battito del mio cuore aumentare ancora di più e questo non fa altro che alimentare il mio rossore sul viso, spero solo che il trucco sia abbastanza da coprirlo.
Salve, Jeremy Ruterful. Stavamo parlando con la signorina del fatto che voi vi frequentavate prima di tutto questo – annuncia un demone. – E ci sono arrivate voci che, durante l'ultima festa, voi vi siate appartati, è vero? – termina esso.
Non dico una parola, rimango ferma e cerco di respirare regolarmente. Sento il mio cuore dappertutto e le mie mani iniziano a tremare così prendo la gonna e la stringo un po'. Faccio finta di guardarmi le scarpe, in realtà lo sto facendo per concentrarmi sulle mani.
Tutto questo è così... inizia Jeremy, eppure si ferma. – Io spero che voi stiate scherzando. Io e lei non stiamo più insieme, anzi non siamo mai stati veramente assieme. Lo trovo veramente un oltraggio! Io e lei abbiamo solo parlato durante il ballo. Ci siamo incontrati nel bagno, lei ha aperto la porta e mi ha fatto passare. I bagni erano pubblici e la signorina Cassie si stava risistemando il trucco. Non è successo un bel niente. Tutto questo è veramente troppo – ringhia lui. Lo guardo mentre lancia occhiatacce a tutta la gente che ci stava accusando e mi sento male. Sento che potrei vomitare da un momento all'altro, ma devo rimanere lucida. – Mi avete chiamato per sapere questa scemenza? Mi dispiace deludervi, ma no, non c'è stato niente tra me e la signorina qui presente. Sta con mio fratello, per piacere... ho un po' di dignità anch'io!
Se ne va senza aggiungere altro. Prendo un respiro profondo e guardo i demoni che mi ritrovo davanti. – Va bene? Oppure volete chiamare qualcun altro? Magari Cole – propongo io.
No, signorina, ci dispiace se vi abbiamo offeso in qualche modo – si scusa qualcuno.
Annuisco guardandolo torva. Vorrei scappare in bagno e piangere, tuttavia credo di aver finito le lacrime per oggi. – Bene.
Aiuteremo Cole a proteggervi. Siete una brava ragazza, coraggiosa – annuncia qualcun’altro. Sono ancora in tanti ed è difficile intravedere ogni singolo viso.
Faccio un finto sorriso, devo dire che sono abbastanza felice, nonostante questo però le parole di Jeremy continuano ad echeggiarmi nella testa. – Sono felice che almeno questo dibattito sia finito bene. Se volete scusarmi – dico prima di sorridere un'ultima volta e raggiungere Cole. – Cole – lo chiamo.
Lui si gira e mi viene incontro dopo essersi scusato con Alan e gli altri. –Che succede? – ringhia. È assurdo, sembra sempre arrabbiato con il mondo e non capisco come faccia. Deve essere stancante odiare tutti in questo modo.
Non credo di farcela, Cole – piagnucolo io. Io... ero là e... Jeremy non ci deve essere, Cole. Non posso farlo – balbetto.
No, ehi! – esclama, mi abbraccia ed io lo stringo a me. Sento lo sguardo di Alan, Paige e Jeremy addosso, per cui lo stringo ancora di più. – Lo stanno facendo apposta. Smettila di frignare e aiutami – borbotta però Cole, si stacca da me e lo guardo negli occhi. È arrabbiato, ma mi accarezza per recitare e poi andiamo verso di Alan.
Qualcosa non va, cara? – chiede Paige guardandomi. Le sorrido.
Assolutamente no, carissima. Avevo solo bisogno di un po' di sostegno da parte del mio ragazzo – la sfido io. Stringo la mano di Cole e Jeremy la guarda senza dire o fare niente. So cosa si prova a vedere il ragazzo che ami stringere la mano di un’altra ragazza, eppure mi chiedo se sia veramente questo quello che sta provando in questo momento Jeremy.
Inizia la musica e Paige si precipita da Cole. – Andiamo a ballare! – urla lei. Lui mi accenna un sorriso che è pieno di significato e se ne va con lei.
Prego, Jeremy – si fa da parte Alan. Mi giro e Jeremy mi tende una mano. Lo guardo negli occhi, sono di nuovo blu. Sposto lo sguardo sulla sua mano, le sue dita e le sue unghie perfettamente dritte. Posa la mia mano sulla sua e sento una scossa che quasi mi fa cadere a terra. Avanziamo verso la pista e sento il mio vestito strisciare a terra, i miei tacchi che echeggiano sul pavimento e le scarpe di Jeremy. Nient’altro. Nessuna musica. Solo noi due.
Si gira verso di me, così lo seguo mettendomi esattamente davanti a lui, mi posa una mano sul fianco e con l'altra prende la mia mano. Durante tutto questo, lui non fa altro che guardarmi dritta negli occhi. Ed io sento le lacrime salire fino agli occhi, ma non le posso far uscire. I suoi occhi indagano nei miei e questo mi fa male.
Grazie, per non aver detto la verità – mormoro io mentre lui si avvicina a me per iniziare a ballare.
Non l'ho fatto per te. Sarebbe un casino per tutti e due – ringhia lui. Rimane in silenzio per alcuni secondi, consapevole del fatto che muoio dalla voglia di sapere a cosa sta pensando. – Quindi sei veramente così stupida da metterti con un ragazzo che ti ha messo le mani addosso?
Questi non sono affari tuoi! – sbotto io.
Lui si morde le labbra per non ridere ma poi non ce la fa e gli scappa una piccola risata. – Ti scaldi ancora in pochi secondi, vedo – mormora lui, prendendomi in giro. Non dico altro e continuo a guardarlo negli occhi. Nessun sentimento, nessun sentimento, nessun sentimento. – Sai, volevo parlarti di una ragazza – annuncia, e adesso sono io quella che ride. – Questa ragazza è stata la mia fidanzata, non per tanto tempo, però io l’amavo veramente tanto. Lei era... la ragazza più bella che io avessi mai visto. Non scherzava, mai, e questa cosa mi rattristava un po'. Però sorrideva, sorrideva tanto. Siamo andati a letto insieme, e di solito la magia finiva là... eppure abbiamo continuato a provare dei sentimenti forti. Questa ragazza adesso, però, non è più lei – aggiunge. Anche questa volta non dico niente, ma sto con le lacrime agli occhi. Questa ragazza sono io. Adesso indossa vestiti costosissimi, adesso non sorride nemmeno più, adesso mi tratta come uno sconosciuto. Adesso, la sto guardando negli occhi e mi sto chiedendo se sia ancora lei. Io non l’amo più. Però sono affezionato a questa ragazza e mi dispiace che lei si stia rovinando la vita con le sue stesse mani.
Non si sta rovinando la vita – mormoro io. La canzone finisce e così io mi distacco subito da lui. – Forse dovresti semplicemente metterti l'anima in pace, perché la ragazza si sta prendendo le sue responsabilità. È cresciuta – ringhio io, lui mi guarda accentuando la mascella. Mi allontano ancora di più ed esco fuori per prendere un po' d'aria.
Tutto bene? – chiede qualcuno, non è difficile capire di chi si tratta: certe voci non le dimentichi.
 Faccio un sospiro ma mi trema anche quello, so che sto per scoppiare a piangere. Sì, tutto bene – mormoro io. Delle mani iniziano a stringermi il collo così spalanco gli occhi. Anche questa volta non è difficile capire di chi si tratta: Alan. Metto le mani sulle sue e cerco di fargli allentare la presa. – Alan... smettila – gracchio io.
No – ringhia lui. Le lacrime escono e degli spari echeggiano nella mia testa. Alan sgrana gli occhi, apre la bocca per dire qualcosa, ma ben presto il suo corpo cade a terra, ormai senza vita. Faccio per cadere anch’io sentendo l’aria entrare di nuovo nei miei polmoni,  quando qualcuno mi afferra da dietro.
Va tutto bene – mi sussurra all'orecchio Jeremy, mettendomi i capelli indietro. Per pochi secondi vorrei poggiare la mia schiena sul suo petto, sentire il calore passare attraverso la camicia per poi entrare dentro il mio vestito, tuttavia mi distacco da lui ricordandomi quello che mi ha detto Cole. Jeremy sembra non credere ai suoi occhi.
Dov'è Cole? – chiedo io, con una voce tremante.
Sono qua – risponde Cole. Mi gira di scatto e mi guarda negli occhi. – Tu stai bene? – chiede guardandomi con un’aria da duro. Annuisco. – Bene. Portate via il suo corpo. Ora – ordina lui. Guarda Jeremy e stringe la mascella. – Tu . Verrai con noi.
Cosa?! - chiedo io, incredula. – Perché?
Tu non mi dai ordini – ringhia Jeremy. – Io non verrò da nessuna parte con te.
Va bene. Allora te lo dirò con le cattive – ribatte Cole con nonchalance.  Alcuni demoni si avvicinano a Jeremy e così indietreggia. Mi guarda e si aspetta che io faccia qualcosa, ma non posso... perché  ormai tutta la gente che stava dentro il palazzo, adesso ci sta guardando. So che è difficile da capire, ma lo sto facendo per lui.
Mi avvicino a quello che dovrebbe essere il mio finto fidanzato. Non gli farai del male, vero? – sussurro io a Cole.
Sta’ tranquilla, non gliene farò – ringhia lui, continuando a guardare Jeremy negli occhi. Lo guardo anch'io e so che mi sta cercando di dire: “che cosa stai facendo?! Aiutami!”. Quando è troppo, quando sento che sto per mollare entro dentro il palazzo.
Papà! – urla Paige, uscendo fuori. Sento l'urlo che emette fin da qua dentro e il pavimento trema sotto di me. So come ci si sente. L'ho visto anch'io mio padre in fin di vita e poi... si è spento. Addormentato. Per sempre. Il respiro si fa sempre più pesante quando le immagini di me e lui per terra viaggiano proprio davanti a me. Esco fuori per vedere la reazione di Paige, un po' per pena.
Jeremy la sta tenendo ferma mentre portano via il corpo di Alan. Sento il freddo entrarmi nelle ossa quando penso che potrei andare là e consolarla. Mi si stringe il cuore quando la vedo in faccia, ha tutto il trucco colato e la sua smorfia non fa altro che farmi capire quanto sta soffrendo. Faccio per scendere dalle scale, eppure Jeremy mi lancia un occhiataccia che m'immobilizza all'istante. Ma alla fine ha ragione. Io e lei ci odiamo e il padre è morto a causa mia.
Piccola, rientra – mi mormora Cole. – E invita tutti a fare lo stesso, senza balbettare, è chiaro? – chiede lui. Annuisco continuando a guardare Jeremy e Paige. Cole va dai demoni che stanno mettendo il corpo senza vita di Alan in macchina e così prendo coraggio e mi schiarisco la voce.
Vogliamo entrare, signori? – chiedo io. Tutti si girano verso di me e gli sorrido. – Su, forza. Il cibo starà diventando freddo – l'incito io. Loro guardano un'ultima volta il corpo di Alan e poi rientrano. Sorrido ad ogni demone che mi passa accanto e quando sono tutti dentro, guardo anch’io un’ultima volta Jeremy e Paige. Lei continua a stare per terra a piangere e Jeremy sta cercando di farla alzare. Mi lancia uun’altra occhiataccia, quindi rientro senza dire niente.
Dopo aver cenato rientrano anche Paige e Jeremy. Cole si alza dalla sedia accanto a me, prende il bicchiere di cristallo, una posata e poi la tintinnare un paio di volte sul lato del bicchiere. La sala si azzittisce immediatamente e tutti posiamo lo sguardo su Cole.  – Salve a tutti. Ora che abbiamo ballato e cenato, direi di mettere da parte il divertimento per un po'. Tutti sappiamo che il motivo per cui ho dato questa festa non è il divertimento; ma Cassie, la Whitesun – annuncia lui. Sento il mio viso diventare subito rosso come un pomodoro, e lo sguardo torvo di Jeremy ci mette anche il carico da dodici. – Vorrei sapere chi è che non è disposto ad aiutarla – conclude Cole. In molti alzano la mano e sono tentata di alzarmi e correre via. Tutta questa gente non è disposta ad aiutarmi, oppure mi vuole addirittura morta? Credo che mi voglia morta, proprio come Alan. – Bene. Mi potete dire le vostre motivazioni, per favore?
È scappata troppe volte. Perché dovremmo aiutarla? Molto probabilmente lo rifarà, lasciandoci soli a combattere – urla qualcuno. Mi sento avvampare ancora di più.
Questo... Cole fa per parlare ma qualcun altro lo ferma. Ed è un grosso sbaglio: nessuno interrompe o addirittura azzittisce Cole Ruterful.
Vogliamo sentire la risposta della Whitesun! – urla quel qualcuno. Tutti annuiscono ed io quasi cado dalla sedia. Guardo Cole, il quale mi sta fissando con le labbra ridotte a fessura. Annuisce e m'incita ad alzarmi.
Mi sistemo bene il vestito per cercare di perdere tempo, mentre sono in piedi e sento le gambe così molli che credo siano fatte di budino. Mi schiarisco la voce e guardo Jeremy, che mi sta guardando con un sorrisino. Sorride perché sa che sono imbarazzata da morire? Tipico di Jeremy Il Menefreghista. – Emh... la domanda era... La voce mi muore in gola intanto che cerco di ricordarmi la domanda. – Oh, sì! Mi dispiace contraddirla, signore, ma io non sono mai veramente scappata. Quello che è successo pochi giorni fa è stato un errore. Io e Cole ci eravamo capiti male e tutte le storie amorose hanno dei piccoli litigi.
Sì, ma tu continui ad andare da un fratello all'altro – s’intromette un’altra persona.
Faccio per cadere a terra, ma fortunatamente Cole mi prende subito. Il suo sguardo torvo mi fa capire che mi devo calmare e che devo rispondere senza balbettare. Mi stringe di più il braccio continuando a guardarmi in quel modo che mi fa paura e così mi piego, e abbasso lo sguardo. Cole mi rimette dritta con un gesto per niente delicato e sento una sedia strisciare per terra. Alzo lo sguardo e noto che Jeremy si è alzato e sta guardando male il fratello. Quello che c'è tra me, Cole e Jeremy è una faccenda molto complicata, signori. Credetemi quando vi dico che ci ho messo molto tempo a capire quello che provavo veramente – rispondo finalmente io.
E cosa provi veramente? – chiede sempre la stessa persona.
Non dico niente per un po' di tempo. So benissimo che per salvare sia me che Jeremy devo ferirlo. Lo guardo di sfuggita: mi sta fissando. Sta ascoltando molto attentamente, e anche lui, come il resto della sala, sta aspettando una mia risposta. Faccio un sospiro profondo, poso lo sguardo su Cole e gli sorrido. Prima d'incontrare Cole, pensavo che suo fratello fosse la mia anima gemella, ma mi sbagliavo – dico io. – Cole è la mia anima gemella – termino io, ed è impossibile per me fare finta di non sentire il cuore di Jeremy andare più veloce, per poi schiantarsi contro la gabbia toracica. Riesco a percepirlo e gli sta facendo così male che quasi mi viene da svenire. Riesco a sentire quello che prova lui ed è dolore puro. Il problema è che lo sto provando anch'io, quindi lo sento il doppio. Cole mi prende e mi bacia. Non mi bacia la tempia come fa sempre, non mi bacia i capelli; mi bacia sulla bocca ed è insistente. Sento che sto per cadere e anche Cole sembra capirlo, perché mi stringe a lui. Tutti applaudiscono, eppure io vorrei solo scappare un'altra volta e scoppiare a piangere.
Quando mi allontano da Cole tutti iniziano anche a fischiare e lui scoppia a ridere. Cerco di sorridere, ma in verità so che sto per vomitare.
Questa è tutta una menzogna! – urla qualcheduno. Sento uno sparo e tutti iniziano ad urlare. Il tempo rallenta quando vedo che il proiettile sta venendo verso di me. Cole mi scaraventa a  terra e batto la testa a terra. Sbatto le palpebre più volte per cercare di vedere meglio, ma i miei occhi sono offuscati come la mia mente. Riesco a malapena a prendere la pistola da sotto il vestito.
Paige però mi prende per il vestito e mi costringe ad alzarmi da terra. – Tu – sibilla lei. – Devi pagare, stronza – continua, e sento un qualcosa di tondo e freddo toccarmi la tempia. Ci metto un po' di tempo per capire che è una pistola.
Non fai sul serio – bofonchio io. – Sai benissimo che non mi puoi uccidere con quella cosetta – la sfido io, mentre cerco di perdere tempo per riuscire ad impugnare bene la pistola e a cercare un modo per spararle. Però la mia mente è veramente troppo offuscata e non riesco a pensare lucidamente.
Credo di voler correre questo rischio – risponde lei, sorridendomi. – Tutte e due sappiamo perché te ne sei andata dall'istituto. Tu, stronzetta di una ragazzina, hai fatto scappare mio fratello. Tu, hai ucciso mio padre. Hai rovinato la mia vita, ed io adesso distruggerò la tua – ringhia lei. Lascio che mi alzi un altro po' da terra, poi alzo la pistola e la punto al suo braccio. Sembra non notarla nemmeno, anzi sorride ancora di più. – Non lo faresti mai, ragazzina.
Non mettermi alla prova. Credimi, non ti conviene – mormoro io. Lei non molla ed io respiro sempre di meno, così sono costretta a sparare. Mi lascia subito andare e inizia a urlare. Cerco di camminare, eppure la testa mi gira ancora. Vado addosso a qualcuno, tuttavia egli mi sposta, buttandomi a terra. Guardo Paige per vedere se mi sta rincorrendo, ma sta ancora urlando tenendosi il braccio sanguinante.
Mi alzo dal pavimento e cerco Jeremy. Sta combattendo contro un demone, sarei tentata di sparare al mostro ma non so se sta dalla mia parte. Mi tolgo le scarpe e corro là. Appena cerco di avvicinarmi, il mostro capisce subito e i suoi occhi si dilatano vedendomi. Questo mi fa capire che non è uno di Cole. Inizia a correre verso di me ed io per i primi cinque secondi penso di scappare, poi però alzo la pistola e sparo. Il mostro cade a terra e Jeremy mi guarda con la bocca spalancata.  Sì, devo dire che sono stata brava: ho sparato da una distanza praticamente improponibile.
Una persona mi prende il braccio e mi trascina non so dove. Quando mi giro intravedo i capelli neri di Cole. Dove stiamo andando? – urlo io, strattonandolo. – Lasciami, Cole!
Dobbiamo andarcene – tuona lui.
No, non possiamo! Dobbiamo rimanere e combattere – urlo io, ma lui fa finta di non avermi sentita e continua a trascinarmi via. Vedo mostri combattere contro altri mostri, lupi mannari contro vampiri, e noi ce ne stiamo andando. Come fa Cole ad essere il leader se se ne va nel momento più critico? Non capisco. – Sei il loro leader!
È per questo che ce ne dobbiamo andare! Non posso morire! – urla lui. Uno stregone viene verso di noi praticamente correndo. – No, fermo. Non siamo tutti – aggiunge poi Cole. Aggrotto la fronte, non capendo. Mi guardo in giro e mi accorgo che tre demoni stanno portando Jeremy qui con la forza.
Lasciatemi andare! – urla Jeremy, continuando a divincolarsi per andare via. Mi cade praticamente addosso e, proprio in quel momento, lo stregone ci porta a casa.
Questa volta quando sento il pavimento è troppo tardi e cado per terra. – Alzati – ringhia Cole strattonandomi.
Lasciami! – urlo io. Sento altre urla e credo siano di Jeremy. Ne sono sicura. – Lasciami!
Calmati, Cassie – sbotta Cole. Mi prende di scatto il viso costringendomi a guardare i suoi occhi verdi. Il mio respiro si regolarizza e il mio corpo smette di dimenarsi e inizia a tremare. – Calmati. Ora.
Saremmo dovuti rimanere là – mormoro io. – Dovevamo continuare a combattere! – urlo io. Lo spingo e così lui indietreggia. – Saremmo dovuti rimanere là – ripeto io. Mi siedo per terra e mi massaggio la caviglia. Continuo a sentire le urla di Jeremy, è vicinissimo a me e so che vuole scappare. – Fatelo smettere! – sbotto io. – Perché l'hai portato qua? – chiedo a Cole, furiosa.
Questi non sono affari tuoi – afferma Cole. – Ora calmati. Prima che cambi idea e ti lasci vagare per i boschi.
Vorrei controbattere. Vorrei dirgli che starei meglio nei boschi che vicino a lui, ma non è vero. Lui mi tiene al sicuro e credo che terrà al sicuro anche Jeremy, anche se non lo vuole ammettere. Lo spero, almeno. La domanda è: vorrei veramente essere salvata da lui?
Tutta questa storia che sul fatto io che io continui a scappare, non c'entrerà con il fatto che magari io non voglia essere salvata? Forse è così. Forse non voglio vivere questa vita. Ma mio padre ha dato la vita per me, e anche mia madre. Dove saranno i miei nonni adesso? E Christian? Starà piangendo sotto le coperte perché ha paura di rimanere da solo? Chi sarà il nuovo preside dell'istituto? Cosa succederà ora?
Le urla di Jeremy sono cessate, ora mi sta guardando mentre  i demoni lo tengono fermo. È questo che sei? Non rispondi? Ti fai mettere i piedi in testa in questo modo? Ti credevo migliore, Cassie, ma a quanto pare mi sono sbagliato di grosso, pensa Jeremy.
Abbasso lo sguardo e Cole mi alza con delicatezza. –Portala in camera sua – ordina Cole. Gli lancio un'occhiataccia e sembra non esserne molto contento. – Vedo che continui a non capire cos’è giusto e cosa no, Cassie. Credo che per oggi tu abbia disturbato abbastanza.
Ti prego, Cole. Dobbiamo parlare – ribatto io, in preda al panico.
Parleremo. Dopo – risponde lui. – Ora devo parlare con il mio fratellino – aggiunge. Sorride a Jeremy e quest'ultimo fa una smorfia disgustata.
Lo stregone che mi ha portato in questa casa, mi fa avanzare ma io cerco di fermarlo.No, ti prego, Cole, fammi rimanere – lo prego io guardandolo negli occhi. Cole sembra amare vedermi in questo stato perché mi sorride sempre di più. – Devo essere partecipe di quello che succede.
Questo lo decido io – dice Cole. Fa un cenno allo stregone che inizia ad avanzare e a spingermi. – Non fare scenate, piccola. E tratta bene quel vestito, ti sta benissimo.
Ti prego! – mormoro io. Non posso non vedere cosa succede tra Cole e Jeremy. Non posso non sapere cosa gli fa. Devo esserci. Devo.
Smettila, Cassie. Mi stai infastidendo – ringhia Cole. Jeremy scoppia a ridere e il fratello lo gli lancia un’occhiataccia che non mi piace per niente. Fa un cenno a qualcuno, ma io non riesco più a vedere niente, perché ormai sono al piano superiore.
Jeremy, penso io.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: xAcacia