CAPITOLO IV
Non
si sentiva alcuna parola nello jet degli X Men; Wolverine era sempre sul punto
di aprire bocca per qualche sua stupida battuta ma anche lui percepiva la
tensione di quel momento(strano ma vero!). I propulsori dello jet erano al massimo,
le ventole giravano all’impazzata, il cielo sembrava quasi non esistere a causa
dell’alta velocità a cui viaggiavano, ma nessun supereroe muoveva un muscolo:
sembravano addirittura non respirare! “Dove siamo diretti?” finalmente chiese
Wolverine. Havok gli rispose prontamente: “In un vecchio magazzino: secondo le
immagini arrivate è lì che si trova la Vedova”. “Ma perché tutti questi affanni
se non è nemmeno una dei nostri?” chiese ancora Wolverine. Havok avrebbe voluto
buttarlo giù dal jet(e Wolverine probabilmente lo sapeva!) ma mantenne la calma
e gli disse : “Lavora per noi! E poi a quanto pare siamo di fronte ad una nuova
minaccia…possibile che non lo capisci?”. Wolverine pensò un po’ e poi disse:
“Certo che lo capisco!...però non hai elencato il terzo motivo…”. Havok mosso
da una profonda curiosità di sentire l’ultima pensata di Wolverine gli chiese
con scetticismo: “Cioè??”. Wolverine spalancò un sorriso simile ad una
portaerei e disse: “Che ti piace!”. Tra i passeggeri scoppiò una risata a cui
però non partecipò Havok anche se dopo averci pensato bene sorrise
maliziosamente al compagno. Il viaggio proseguì con tranquillità, con la
tensione ormai smorzata e con i quattro più rilassati: ormai mancava poco!
Il
magazzino era ormai visibile. Lo jet atterrò a circa un miglio di distanza. I
quattro si diedero un ultima occhiata e poi si avviarono verso quell’antica
costruzione. Erano ormai all’ingresso e nessuno li aveva “accolti”: strano…fin
troppo! La porta era di acciaio: Havok diede un occhiata a Colosso che senza
pensarci su la buttò giù con uno dei suoi pugni. Avanzarono con cautela,
l’oscurità li avvolgeva. Havok(e probabilmente anche gli altri) avvertiva il
cuore dei compagni battere velocemente. Le luci si accesero all’improvviso, il
bagliore aveva colto tutti di sorpresa, il cuore di Havok accelerò
ulteriormente, non sapeva da che parte poteva aspettarsi un attacco. Passò poco
tempo(ma troppo per un attacco) e Havok prese il controllo della propria vista:
si girò di scatto e vide Wolverine con un dito sull’interruttore e con il suo
solito sorriso. Havok e il resto del gruppo levò un sospiro di sollievo. Si
incamminarono verso la stanza della Vedova…un’altra porta d’acciaio, un altro
bel pugno di Colosso! Finalmente si trovarono dinanzi alla Vedova: era ancora
addormentata. Wolverine con i suoi artigli spezzò le fasce d’acciaio che la
tenevano bloccata.
Gli
X Men si misero in cerchio e Havok esclamò: “A quanto pare missione compiuta
ragazzi!”. Il gruppo sorrise. Wolverine disse: “Ora torniamo al jet o dobbiamo
stare un’altra mezz’oretta a compiacerci?”. “Restate pure” esclamò una voce.
Havok si voltò di scatto e vide lo straniero. Era lì: petto in fuori, sorriso
da spaccone e tanta voglia di far fuori gli X Men! Havok subito esclamò:
“Angelo vola e porta in salvo la Vedova!...penseremo noi a questo
rompiscatole!...Tu! Ci devi spiegazioni!! Chi sei?”. Lo straniero abbozzò un
altro fastidiosissimo sorriso e disse: “Visto che ho qui ben quattro X Men,
credo sia dovuto presentarmi! Il mio nome è Metalingus…e questa è la mia
storia…”. Stava iniziando il suo racconto quando Angelo prese il volo e lasciò
soli in quel magazzino Havok, Wolverine, Colosso e il terrificante Metalingus.