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Autore: Ino_Nara    05/10/2016    0 recensioni
Kensi è una ragazzina che ha perso i genitori tempo fa, ed è ormai abituata a vivere da sola.
Dopo un primo trasferimento a causa del lavoro della zia, la ragazza si trasferirà una seconda volta senza un' apparente motivo.
Scoprirà solo in seguito qual'è il suo passato, per quale motivo ha perso la memoria e grazie ai nuovi compagni tornerà a vivere, anche meglio di prima.
Dal testo: "Una bambina,decisamente cresciuta, stretta al suo ragazzo, in quella che era una disperata ricerca di calore e affetto; un uomo, ancora troppo bambino, che sembrava proteggerla da tutto pure nel sonno, quasi volesse rimediare ad errori passati e recuperare il tempo perduto."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, La zia/La fata, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella mattina, quando mi svegliai, ero abbracciata a Castiel, nel suo letto enorme e morbidissimo. Era Natale e non avrei potuto desiderare nient'altro che svegliarmi accanto a lui. Ero a casa, davvero.
Lo strinsi tra le braccia e lo sentii muoversi sul mio petto, stava scuotendo la testa, forse per non vedere la luce bianca che entrava dalle finestre. Doveva aver nevicato tutta la notte.
Abbassai lo sguardo sui suoi capelli, con occhi inteneriti.
"Ehi!"
"No..."
Continuava a evitare la luce, stringendomi più forte.
"Castiel, non fare il bambino."
"Ma é Natale!"
"Appunto! Non possiamo stare a letto tutto il giorno, tesoro."
"No?"
Puntò i suoi occhi scuri nei miei.
"No!"
Gli sorrisi e tirai via le coperte dal corpo di entrambi, scendendo in fretta dal letto, per evitare una sua eventuale vendetta. 
"Tesoro, questa sera dobbiamo andare a cena, non possiamo stare tutto il giorno a letto, in teoria abbiamo qualcosa da fare."
"Hai altre sorprese in mente?"
Mi guardò, sorridendo sinceramente e aprendo le braccia. Riuscii a trattenermi a fatica, e forse più toccata io dalla situazione che lui, mi gettai addosso a lui.
"Ehi, Kensi, grazie, davvero..."
"Castiel, ti amo, non so cosa farei pur di non vederti come sei stato nell'ultimo mese."
"Io non saprei come fare e basta, senza di te. Lasciami dire che prima di te era solo un trascinare i piedi a terra, era esistere a fatica, sperare che avvenisse qualcosa. Penso davvero di poter dire che desiderassi una come te e per fortuna sei tu."
Non potevo rispondergli, non ad una cosa del genere, mi limitai quindi a stringermi più forte tra le sue braccia e baciarlo. Sempre zitta mi alzai e andai in cucina per preparare qualcosa che fosse in grado di svegliarci quasi del tutto.
La giornata, come si sarebbe aspettato dal Natale, scorreva piacevole, senza imprevisti o problemi. Passammo gran parte del pomeriggio in ospedale, con i genitori di Castiel, che incontravo per la prima volta; venimmo informati, dall'infermiera di turno, che all'inizio del nuovo anno sarebbero stati in grado di tornare a casa.
Quando furono circa le cinque del pomeriggio tornammo in appartamento e mentre Castiel faceva una doccia io mi immersi nella vasca da bagno, finendo di lavarmi comunque prima di lui.
Per la nostra cena tra amici avevamo appuntamento, come al solito nella lussuosa e spaziosa villa di Lysandro. Arricciati i capelli e afferrate le scarpe raggiunsi Castiel in camera e quando mi vide, l'unica reazione fu quella di rimanere immobile.
"Siamo in ritardo?"
"No..."
"Perche fai il baccalà, allora?"
"Perchè sei bella Kensi, davvero."
Lo baciai, per poi ritrovare la mia solita spiccatezza e guardarlo storto.
"E la cravatta? Preferisci il papillon?"
"Per carità! Papillon? Per chi mi hai preso, ragazza? Sinceramente non mi andava nemmeno di prendere la cravatta..."
Sbattei più volte le lunga ciglia, incrementate dal mascare e Castiel, sbuffando, prese una cravatta dal cassetto; se la stava svogliatamente passando attorno al collo quando mi avvicinai a lui, mettendo le mie mani sulle sue, per poi andarvele a sostituire completamente. Finii di fare il nodo mentre Castiel, le braccia tirate indietro, mi teneva attaccata alla sua schiena.
"Andiamo o faremo davvero tardi, in moto non possiamo andare, conciati così."
"E chi ha detto che andremo in moto? Poi, a piedi non ti lascio andare, con quei tacchi finiresti per farti male a mezzo isolato o fingerai di essere stanca, come tuo solito, per farti portare in braccio."
Mi girai verso di lui, lo guardai e poi chiusi gli occhi, facendogli la linguaccia.
"Allora cosa proponi? Il teletrasporto?"
"So che la reputerai una cosa sconvolgente, ma ho una macchina Kensi!"
E come preannunciato da lui, ne fui davvero sorpresa.
"No aspetta, spiegami, tutti i kilometri che mi sono fatta a piedi ora me li giustifichi, uno per uno."
"Non ti ho mai obbligato ad andare a piedi, solo io preferisco andare i moto piuttosto che in macchina e tu non hai mai chiesto niente."
"Aaaaargh, Castiel!"
Sbuffai, prendendolo per mano e trascinandolo all'ingresso.
"Allora andiamo, su, automobilista."
E mentre uscivamo di casa non ci lasciammo mancare nemmeno la solita solfa botta e risposta.
"Scontrosa."
"Antipatico."
"Noiosa."
"Cattivo."
"Ti amo."
"Anche io."
In macchina arrivammo presto da Lysandro e messo piede nella straordinaria villa, non ci fu cosa che mi stupisse meno di altre. Tutto era stato decorato nei minimi dettagli, tutto calcolato alla perfezione come solo Lys, in tutta la compagnia sapeva fare; nemmeno Nathaniel poteva competere in questo campo. La minuziosità dei dettagli, l'accostamento dei colori, l'atmosfera, le luci, tutto era al proprio posto, come era sempre stato nei sogni dei bambini, nel desiderio del Natale perfetto.
Come al solito eravamo gli ultimi, se non tenevamo conto dei tremendi ritardi di Rosalya. Raggiungemmo gli altri, sparsi per tutto il salotto, chi sul divano, chi a terra sul tappeto e altri in cucina a stare tra i piedi di Lysandro, che cercava di finire di cucinare senza impazzire. 
"Vecchio mio!"
"Castiel, accompagna gli altri al tavolo, io arrivo subito, tiro fuori il tacchino e sono pronto."
Castiel alzando la voce, cominciò a far circolare tutti i nostri amici verso la sala da pranzo, dove il solito tavolino vittoriano era stato sostituito da una lunga tavola di vetro, apparecchiata finemente, tutto calcolato nei minimi dettagli.
Io rimasi indietro, rimanendo a guardare Lysandro appoggiata allo stipite della porta.
"Kensi, c'è qualcosa che non va?"
"No." risposi sovrappensiero.
"E allora che stai facendo?"
"Ti guardo."
Lysandro mi si avvicinò, appoggiando lo straccio che aveva tra le mani sul ripiano di marmo e con un dito mi toccò il naso, che arricciai sotto il suo attento sguardo bicolore.
"Ma guarda come sei bella questa sera, tesoro. Castiel é davvero fortunato."
"Oh Lys!"
Mi buttai sul suo petto e lui mi strinse, coccolandomi leggermente per poi staccarsi e dirmi di raggiungere gli altri. Abbandonai la cucina e raggiunsi la sala, dove scoprii, al contario delle mie aspettative, che Castiel era riuscito a creare una sorta di ordine, dove ognuno era al suo posto e vicino a lui due ancora liberi. Feci il giro del tavolo, passando e dslutando ognuno, per poi raggiungere Castiel, che attirandomi alle sue labbra mi costrinse a sedermi.
"Ti amo amore."
"Anche io Cass."
Senza rifletterci un secondo appoggiai la testa alla sua spalla e lui cominciò a passarmi una mano tra i capelli, che erano notevolmente cresciuti. In quel momento arrivò Lysandro, portando in tavola il tacchino e qualche altra decina di portate. La cena cominciò, nella frenesia dei presenti; c'eravamo tutti, io e Castiel, Lysandro, Rosalya e Leight, i gemelli, Kentin, Iris, Kim e Violet e Nathaniel, che ci aveva convinti anche ad invitare Melody, che in un contesto nel quale non era abituata a stare stonava parecchio. Dovevano averle detto che era un'uscita tra amici e non una cena di Natale, altrimenti quel maglioncino di lana non poteva avere davvero senso; mi sentii fuori di posto io per lei, ma un maglioncino non avrebbero rovinato la nostra serata. 
E non lo fece, almeno finché, finita la cena, io me ne andai, seguita da Rosalya, Lysandro e Leight a dare una rassettata in cucina, lasciando gli altri in salotto, davanti a numerosi giochi da tavola.
Quando tornammo, sul divano, affianco al mio rosso preferito, stava accoccolato un maglioncino rosa che decisamente stonava parecchio e dei capelli castani, decisamente troppo chiari rispetto ai miei, che si sposavano perfettamente a Castiel. Rosalya, notando il mio repentino cambio di sguardo, cercò di trattenere l'eruzione, ma ben presto il danno fu fatto. Avanzai a falcate in direzione del divano, provando gravemente la mia stabilità sui tacchi e danneggiando irreparabilmente la grazia ottenuta con il mio vestito di raso.
Quando le arrivai dinnanzi, sollevò lo sguardo con fare tra il disturbato e l'incuriosito.
"Staccati." sibilai appena a denti stretti, ma in modo deciso.
"Come, scusa?"
"Staccati."
Continuò a guardarmi, senza muoversi e persi la pazienza.
"No dimmi, pensi di poter venire invitata alle feste e rovinarle pure? Nathaniel ha avuto tanta pena per farti venire e tu cosa fai? Staccati."
Castiel cercò di frenarmi.
"Kensi, stai calma, é tutto ok."
"Tutto ok un bel niente! Proprio niente!"
Stavo diventando paonazza e la mia voce era rotta da momenti vuoti, stavo cercando di trattenermi dall'urlare, ma lei non si muoveva.
"Staccati dal mio ragazzo! Adesso!"
Alla parola "ragazzo" i suoi occhi cambiarono decisamente espressione e la luce che fino a poco prima li caratterizzava si affievolí e si alz0 subito dal divano, allontanandosi sia da lui che da me, soprattutto.
Sbuffai, per cercare di calmarmi e mentre credevo di aver ritrovato la mia calma Castiel mandò in frantumi la mia buona volontà.
"Kensi, sei stata esagerata, non ha fatto nulla di male."
Non mi degnai nemmeno di guardarlo, gli voltai le spalle e decisa lasciai la sala, afferrando dall'appendiabiti la sua giacca e uscendo poi dalla villa. Noncurante della neve mi sedetti sulla scalinata dell'immensa abitazione, coprendomi con la sua giacca, trovandovi nelle tasche quello che speravo mi avrebbe aiutato. Sfilai il pacchetto di sigarette dalla tasca e afferratane una la accesi, portandomela alla bocca e inspirando profondamente.
La porta alle mie spalle sbatté sonoramente e senza bisogno di chiedermi chi fosse mi alzai, camminando in direzione della strada, stando attenta a non scivolare sul ghiaccio, allontanandomi da lui, continuando a fumare avidamente, quasi in tentativo di rimanerne soffocata.
"Kensi! Metti giù quella sigaretta e fermati!"
Ormai in mezzo alla strada mi voltai in sua direzione, guardandolo e inspirando, quasi in gesto di sfida. Quella sensazione non mi piaceva affatto ne tantomeno mi aiutava a rilassarmi, il sapore della nicotina era buono solo sulle sue labbra. I suoi occhi, dal lato opposto della strada divennero pozzi neri e il silenzio della sera fu squarciato dalla sua voce, alta e minacciosa.
"Kensi, vieni qui! Subito!"
Ma non mi mossi e lo vidi correre verso di me, davvero preoccupato, per poi gettarmisi addosso, facendomi sbattere a terra, sull'asfalto ghiacciato, schiacciata dal suo corpo. A meno di un centimetro dai nostri piedi era appena sfrecciata un'automobile, senza un minimo accenno di decelerazione. Guardai gli occhi neri di Castiel e toccandomi la fronte mi sentii sporca di qualcosa di inconfondibile. Mentre Castiel si alzava e mi riportava in piedi con lui, tra le sue braccia, sentii tutte le parti del mio corpo pesare terribilemte e bruciare peggio del fuoco; mi guardai la mano sporca di sangue e le forze scivolarono via, facendomi cadere all'indietro, sorretta prontamente da lui.
Buio.


Note dell'autrice:
Salve! Chiedo venia della grande assenza dal sito, dove tipo ogni mia storia è stata lasciata lentamente morire (o forse qui ho solo questa in corso, non ne sono sicura...). Ultimamente è stato periodo di magra, l'ispirazione non veniva e cercavo di concentrarmi di più sulle storie che ho attive su wattpad, dove potete trovarmi sempre sotto lo stesso nickanme.
Non so se questa storia qui è seguita come su appunto, wattpad, ma mi sembra più che giusto aggiornare anche qui, perciò vi pubblico ora i tre capitoli che ho scritto nel mio periodo di assenza (da 7 a 9). Spero che coloro che seguono la storia possano essere soddisfatti di questo maxi aggiornamento.
Baci
Ino
  
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