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Autore: CottonBatu    09/05/2009    29 recensioni
«Ron, puoi smetterla di farti violentare da Hermione, per favore?»
«Non ci riesco!» strillò lui, isterico.
Harry alzò gli occhi al cielo, sospirando.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Calì Patil, Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Steamy Amortentia

previously on Steamy Amortentia…

«Tu» disse, rivolta al fratello. «abbiamo un problema»

«Quale problema?»

Harry e Ginny si fissarono per un attimo, poi lui prese un respiro, passandosi una mano tra i capelli.

«Non ci sono più antidoti a Hogwarts

 

 

 

 

Steamy Amortentia
Capitolo 4.

P.S. I love you

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Neville aveva appena allontanato Hermione da Ron con la scusa di aver trovato una particolarissima e ovviamente improvvisata iscrizione in Rune dietro al letto di Seamus, quando lui si accasciò malamente su uno dei divani della Sala Comune Grifondoro.

 

«Cosa facciamo adesso?!» borbottò stancamente massaggiandosi gli occhi con una mano.

Ginny e Harry si scambiarono un’occhiata, non sapendo bene cosa rispondere.

 

«Potremmo aspettare che Lumacorno torni…» azzardò lui, poco convinto, «- in fondo sono solo un paio di…-»

 

«NO!» gracchiò Ron, immediatamente. «Voi forse non vi rendete conto di quanto sia difficile per me» mormorò, funereo. Si mise le mani in tasca e s’imbronciò, arrossendo.

 

«Ce ne rendiamo conto benissimo dal momento che non riesci a tenerti i pantaloni addosso per più di cinque minuti di fila» lui avvampò, non riuscendo a sostenere lo sguardo di rimprovero di sua sorella. «Ma se non c’è proprio altra soluzione, dovrai adattarti!»

 

«Potremmo prepararlo noi» tentò Harry, passandosi una mano tra i capelli; lanciò un’occhiata alle scale del dormitorio femminile per assicurarsi che Hermione non fosse già di ritorno e si accasciò contro uno dei tavoli, spossato.

 

«Ma se facciamo schifo in Pozioni!» obiettò Ron, infervorato.

Ginny gli lanciò un’occhiata sprezzante, risentita.

 

«Parla per te» borbottò, incrociando le braccia al petto. «…in ogni caso non potremmo. Lavanda ha fatto degli errori durante la preparazione o Hermione si sarebbe innamorata di lei invece che di questo bamboccio» disse, ignorando l’occhiata sdegnata e offesa che le rivolse suo fratello.

 

«E con questo?»

 

«Con questo abbiamo bisogno di qualcosa di più che di tre studenti di cui due che rasentano l’insufficienza che tentano di preparare un antidoto!»

La discussione morì lì, facendo cadere il trio in un silenzio nervoso e cogitabondo.

 

«Siamo sicuri che Lavanda abbia gettato davvero tutte le bocchette? Non converrebbe controllare? In fondo è scema»

A quelle parole, gli occhi di Ginny lampeggiarono di risentimento.

 

«Ha fatto l’errore di prendersi una cotta per te, Ron.» disse lanciandogli un’occhiata piena di significato. «Anche se questo è un ottimo argomento per sostenere la tua tesi non vuol dire che sia stupida o non capisca quello che fa» il rimprovero inaspettato di lei colse Harry e Ron di sorpresa.

 

«Ginny, Lavanda voleva stregare Ron…» provò Harry ragionevole, ma l’altro scattò in piedi, improvvisamente furente.

 

«Non vorrai difenderla, spero!» urlò, fronteggiandola. «E’…è pazza…completamente! Non ha il senso della decenza e pensa solo a se stessa e parla troppo…senza contare che…-»

 

«Come se ti fosse fregato qualcosa del suo senso della decenza quando le infilavi la lingua in gola per far ingelosire Hermione!» lo sguardo disgustato che Ginny gli rivolse, lo fece vergognare.

 

«Io non…» Ron aprì e richiuse la bocca incapace di controbattere.

Ginny deglutì nervosamente tormentandosi una ciocca di capelli fulvi, se possibile ancora più indispettita dal suo silenzio.

 

«Non ti importava che parlasse troppo, o che fosse troppo appiccicosa o che pensasse solo a se stessa quando ti è servita per i tuoi comodi.» fece una risata bassa, priva di ilarità. «Ora però è tutto diverso, no? Ora è solo colpa sua, vero? Ron, parlando onestamente l’unico colpevole di tutta questa storia sei solo e unicamente tu e questo lo sai meglio di me.»

 

«Non è vero!» urlò lui concitato, benché le sue orecchie arrossate riconoscessero il contrario. «Lavanda sapeva benissimo che tra noi non c’era altro che-»

 

«Altro che cosa, idiota insensibile?! Altro che lingua? Ron, tu stavi insieme a lei! E questo implica ben altro che una pomiciata per passare il pomeriggio. E per quanto stia antipatica a tutti noi, per quanto ti avrei fatto molto più male dei canarini di Hermione se solo ti avessi avuto sotto mano quando ho saputo di te e Lavanda, e per quanto preferirei avere dei nipoti con un minimo di cervello piuttosto che delle bamboline vestite di rosa che girano per la Tana, sei stato un vero e proprio…stronzo!» pronunciò le ultime parole con talmente tanta indignazione che il suo volto s’arrossò di rabbia e le sue mani sbiancarono per il nervosismo con cui stava serrando i pugni.

«Non hai avuto il minimo rispetto né per Hermione, né per Lavanda, non meriteresti neanche tutto l’aiuto che ti stiamo dando per uscire da questa situazione…-»

 

«Bene! Allora smettila di aiutarmi se ti secca tanto!»

 

«Sai bene che non intendevo dire questo, stupido»

 

«Non chiamarmi stupido!»

 

«Sarebbe come smettere di chiamarti Ron! Sono sinonimi!»

 

«Pssst…»

Un rumore strano attirò l’attenzione di Harry, che si tirò immediatamente su dalla sua postazione, attento e in ascolto.

 

«Non parlarmi così ragazzina, non ti permettere!»

Ginny scoppiò in una risata cristallina.

 

«Ragazzina?! Questa ragazzina è molto più matura di te, troglodita!»

 

«Psst…»

 

«Matura! Ah! Tu chiami matura una che cambia un ragazzo al mese per levarsi Harry dalla testa?!»

 

«Ragazzi…» intervenne Harry, cercando di capire la fonte del rumore.

Ginny si avvicinò pericolosamente a suo fratello, ignorando il suo ragazzo.

 

«Con che faccia mi giudichi?! Con che faccia mi rinfacci cose vecchie anni?!»

 

«Pssst

 

«Ragazzi!» tentò nuovamente Harry, miseramente inascoltato.

 

«Con la stessa faccia con cui tu mi accusi di aver usato Lavanda!»

 

«Non ho forse ragione?!»

 

«E io non ho forse ragione?!»

 

«Nessuno dei miei ex fidanzati ha mai cercato di darmi un filtro d’amore, fino ad ora!»

 

«Non è quest-»

 

«Ragazzi!» la voce di Harry giunse talmente cavernosa alle loro orecchie, che istintivamente chiusero la bocca e lo guardarono alienati.

Ginny fece per dire qualcosa, ma Harry alzò una mano per zittirla. «Ascoltate»

 

«Pssst

Ron, Harry e Ginny si guardarono intorno, disorientati.

«OI! Qui!» la voce di Calì giunse acuta e strozzata alle loro orecchie.

I tre si girarono e poggiarono il loro sguardo sulla figura seminascosta della loro compagna di Casa.

 

«Calì, che stai…-»

 

«Zitto! Lavanda e Hermione sono nei paraggi» bisbigliò, avvicinandosi al gruppetto con passo felpato. «Ho una cosa per voi» cercò un po’ nelle tasche ed estrasse una boccetta contenente un liquido color ambra.

 

«L’antidoto!» cinguettò Ginny con gli occhi illuminati, improvvisamente dimentica della discussione con Ron.

Calì annuì, facendo un sorriso nervoso mentre si guardava intorno circospetta.

 

«E’ stata l’unica boccetta che sono riuscita a salvare mentre Lavanda le gettava nel water» disse, facendo una smorfia di disappunto. «Spero che basti, non sono riuscita a fare di meglio» la porse a Ron, che la prese titubante.

 

«Sarà più che sufficiente, Hermione ha mangiato solo un dolcetto»

Il volto di lei si rasserenò, sentendolo.

 

«Ron, io…» esitò, guardandolo negli occhi. «…mi dispiace. Per Lavanda, dico. Avrei dovuto avvertirti»

 

«E’ tutto a posto» mormorò solo, arrossendo appena, lanciando a Ginny un’occhiata di sottecchi. «E’ una fortuna che Lavan…-»

 

«Sei qui! Scusami se ci ho messo tanto, Neville proprio non si convinceva che i segni dietro al letto di Seamus erano tutt’altro che Rune»

Hermione percorse così velocemente i metri che la separavano da Ron che lui fece appena in tempo a mettersi l’antidoto in tasca prima che lei gli saltasse al collo, abbracciandolo entusiasta.

Calì guardò la scena, sentendosi colpevole dello sguardo afflitto di lui.

 

«Hermione, che ne dici di andare a bere qualcosa nelle cucine?» propose subito Ginny, ben decisa a mettere la parola fine a quella situazione.

 

«Oh, è una grande idea! Viene anche Ron?»

Ginny fece per dire qualcosa, ma lui fu più veloce.

 

«Sì, Hermione. A dire il vero andiamo solo io e te che ne dici?» Ron non guardò nessuno eccetto il volto arrossato di lei, ma riusciva a percepire gli sguardi apprensivi di Harry e Ginny su di sé.

Sentì le sue guance arrossarsi dall’imbarazzo.

 

«Come sei dolce! Mi piacerebbe tanto!» l’espressione sinceramente felice di lei lo fece sentire se possibile ancora peggio.

Cosa sarebbe successo quando lei sarebbe tornata l’Hermione di sempre?

Quando avrebbe smesso di amarlo?

Ron s’impose di non pensarci o avrebbe gettato l’antidoto fuori dalla finestra.

Lui sapeva che a quel punto non sarebbe bastata la caparbietà di questa Hermione tanto innamorata di lui a salvarlo dalla furia di Ginny, ma Ron sentì egoisticamente che ne sarebbe valsa la pena, anche solo per un paio di giorni ancora, anche solo per un paio d’ore ancora.

 

Sospirò, mesto, mentre Hermione lo prendeva per mano e lo conduceva fuori dal buco del ritratto. 

 

Scomparvero velocemente, lasciando Harry, Ginny e Calì immobili e nervosi, come non li si era visti mai.

 

«Siamo sicuri che sia una buona idea farlo fare a Ron?» mormorò Calì, preoccupata. «Insomma…ha l’aria di voler davvero molto bene a Hermione. Davvero molto molto.»

Harry prese un respiro, passandosi una mano tra i capelli.

 

«Penso che sia una cosa che debba fare lui, sì»

 

«E se decidesse di non darglielo?» azzardò Calì, arrossendo per la sua stessa considerazione.

Ginny le scoccò un’occhiata gelida.

 

«Non essere ridicola.» disse, stizzita. «Mio fratello ama molto più Hermione che se stesso. E’ un idiota insensibile e immaturo che ha sempre torto…- ma farà quello che è giusto per lei alla fine»

E questo era quanto.

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Got a secret
Can you keep it?
Swear this one you'll save
Better lock it, in your pocket
Taking this one to the grave.

 

 

                                      Secret – The Pierces

 

 

 

 

«Ron, perché cammini così lentamente?»

 

«Niente Hermione»

 

Il pomeriggio era tranquillo per i corridoi di Hogwarts.

Il sole filtrava ancora dagli enormi finestroni impolverati, e pochi studenti erano in giro chiacchierando in piccoli gruppi.

Ron pensava che era da tanto che non c’era un’atmosfera così tranquilla nell’aria.

 

«Sai, mi piace quando dici il mio nome»

La voce di Hermione arrivò quasi ovattata alle sue orecchie.

 

«Davvero?»

Lei annuì, sorridente.

 

«La tua voce diventa dolce quando lo dici, anche quando sei furioso»

Suo malgrado, Ron sorrise.

Non si era mai accorto di cambiare tono, ma si sentì che c’era un fondo di verità nelle sue parole.

 

«Hermione» provò, senza riflettere. «Her-mio-ne. Hermione. Hermionehermione. Sai, è vero» le rivolse un’occhiata giocosa a cui lei rispose raggiante.

 

«E a te piace come dico il tuo nome, Ron?» chiese dopo un po’, una speranza palpitante a illuminarle il volto.

Lui sentiva che non avrebbe dovuto risponderle.

Cosa sarebbe successo quando lei sarebbe tornata normale?

No, non avrebbe dovuto risponderle, decisamente. 

 

«…Sì» Ron si morse la lingua nel momento stesso in cui la sua ammissione gli ruzzolò fuori di bocca.

Ma in fondo era sincero, no? E la sincerità va premiata, Hermione lo dice sempre.

«Sì» ripeté, più sicuro. «Il tuo tono saccente e acuto è accattivante, soprattutto quando mi urli addosso e mi minacci con canarini posseduti»

Ron sospirò soddisfatto: era una risposta abbastanza da lui. Ed era stato sincero.

Certo, aveva omesso di dire che adorava la sua voce, che l’avrebbe riconosciuta tra milioni, che l’aveva riportato indietro dalla morte quando era stato avvelenato, che ora che sapeva cosa si provava a sentirla sussurrata nell’orecchio non se ne sarebbe più voluto separare, ma andava bene lo stesso.

Hermione avrebbe saputo che gli piaceva la sua voce e questo era un gran passo avanti in ogni caso.

 

«Oh, te li meritavi quei canarini, Ronald» commentò lei, imbronciandosi. «E riguardo al tono acuto e saccente, mi ami anche per quello, no?

 

«Soprattutto per quell-» Merda.

Coglione d’un Weasley.

 

Quello sì, che era un dettaglio da omettere.

Un segreto che avrebbe fatto meglio a portare nella tomba per continuare ad avere quel tanto agognato quieto vivere dopo tanti dolori.

Ron si girò scioccato verso di lei, il suo volto paonazzo e i suoi occhi esplicitanti terrore.

Hermione ora lo fissava meravigliata e sorridente, imbarazzata e raggiante. Senza preavviso lo abbracciò forte mormorando un flebile ‘Oh Ron’ commosso.

Stringendola contro di sé, lui sperò ardentemente che nel tragitto fino alle cucine qualcuno sarebbe andato ad ucciderlo molto violentemente.

Incapace di trattenerla e di trattenersi, si lasciò baciare sulle labbra sentendosi male quasi fisicamente quando Hermione si staccò da lui e prendendolo per mano riprese a camminare.

 

 

Quando arrivarono alle cucine, Ron aveva serie difficoltà di respirazione.

 

«Ron, tesoro, stai bene?»

Lui annuì teso, staccandosi da lei con un gesto secco.

 

«Ho molta sete. Tu non hai sete? Io ho molta sete» la sua voce era tremante, roca, nervosa.

Hermione gli rivolse un’occhiata preoccupata; fece per dire qualcosa, ma lui non glielo permise.

«Tu ora siediti lì, okay? Preparo tutto io» la trascinò quasi di peso verso una sedia, ignorando le occhiate allarmate degli elfi domestici e le soffocanti attenzioni di Dobby, che aveva intenzione di esaudire tutte le richieste possibili degli amici strani di Harry Potter Signore.

 

Ron chiese due bicchieri di succo di zucca e di nascosto da Hermione versò in entrambi l’antidoto, in modo da non poter correre il rischio di sbagliare calice.

Lei sarebbe stata orgogliosa di questo inatteso colpo di genio, si disse, se una volta conclusa questa storia lei gli avesse parlato ancora.

Fece un sospiro e si girò verso di lei; le  porse uno dei bicchieri e lei si alzò per avvicinarsi.

 

«Grazie» sorridendo Hermione prese il calice e lo alzò verso di lui in segno di brindisi.

Ron la guardò portarsi la coppa alle labbra; una strana fitta all’altezza dello stomaco lo fece quasi smettere di respirare.

Ancora pochi secondi e sarebbe tutto finito.

Hermione si sarebbe ricordata di quello che lui le aveva detto e per la vergogna non gli avrebbe più parlato.

 

Grandioso.

Una prospettiva davvero allettante.

Ma non c’era nessun’altra soluzione, no? Ron analizzò velocemente tutte le possibilità e alla fine ammise che no, proprio non ce n’erano.

 

«A-aspetta» mormorò nonostante tutto.

Lei gli rivolse un’occhiata stranita.

 

«Che succede?»

Lui esitò, evitando di guardarla negli occhi.

 

«Senti, scusa, va bene?»

 

«Scusa per co-» le labbra di lui si poggiarono sulle sue, non permettendole di finire la frase.

Dopo un primo momento di sorpresa, Hermione rispose fremente al suo bacio, ma lui si era già allontanato, rosso in volto e con un’espressione mesta a scurirgli gli occhi.

 

In fondo non gli avrebbe parlato più comunque dopo, no?

Almeno non avrebbe mai rimpianto il fatto di non aver avuto abbastanza fegato per baciarla di sua spontanea volontà.

 

«Alla tua salute» borbottò, mandando giù l’intero contenuto del bicchiere in un solo sorso.

Hermione si portò una mano sul cuore, ancora scossa. Senza pensarci avvicinò il calice alle labbra e bevette sotto lo sguardo di lui.

 

Ron rimase a guardarla; dapprima lei sorrise, ma dopo un attimo la sua espressione pian piano si affievolì, mentre la consapevolezza si faceva strada nella sua memoria.

 

«Sei tornata normale?» chiese titubante, poggiando il bicchiere nel lavandino.

Hermione si accasciò sulla sedia, annuendo aritmicamente con la testa.

 

«Santo cielo…» alzò lo sguardo su di lui e Ron ebbe la certezza che lei si ricordasse perfettamente di tutto quello che era successo in quelle ore passate.

«Ron, io…-»

 

«Non dire niente, okay, Hermione? Va bene così»

In fondo di che poteva lamentarsi? Lei lo aveva amato, per un po’.

Non di sua volontà, ma lei lo aveva amato.

 

Solo in quel momento però lui si accorse che non gli sarebbe mai bastato.

Abbassò lo sguardo e si mise le mani in tasca, indietreggiando. Sentì un bisogno selvaggio d’aria o, lui ne era certo, non sarebbe riuscito ad affrontarla mai più.

 

«Penso che…andrò un po’ fuori»

 

Hermione scattò in piedi e fece per dire qualcosa, ma lui era già uscito dalla cucina senza darle la possibilità di fare nulla.

 

 

 

 

 

 

to be continued

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci qui :)

Vi avevo detto che il capitolo era quasi pronto, e infatti eccolo qui!

Purtroppo non sono sicura che da questo momento in avanti gli aggiornamenti saranno tanto tempestivi.

In ogni caso spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi annuncio per le conclusione della fan-fic manca solo il prossimo cap + un piccolo epilogo.

Intanto ringrazio infinitamente Gioem106, Lill, robby, ruka88, eli weasley, videlina 95, SoReLLiNaMaLfoY, Rowena Ollivander, dragondream, EDVIGE86, mem, Angel86, Hermionina, Nonna Giuly Weasley, BigIlly e Bride162 per aver commentato lo scorso capitolo e per tutti gli in bocca al lupo che mi avete dato per la Maturità! Grazie mille =D

Per rispondere a Hermionina, devo dire che l’idea della NC-17 mi aveva sfiorato xD poi però ho pensato che Ron non approfitterebbe mai di Hermione filtrata com’è. E’ l’unico motivo per cui alla fine ho abbandonato l’idea C:

Ultimo ma non ultimo, piccolo N.B. su Ginny: penso che nel corso dei capitoli avrete notato che la mia Ginny è decisamente simile a Mamma Weasley più di quanto probabilmente non sia nei libri. Avevo bisogno però di questa sorta di esasperazione del suo carattere per avere la possibilità di farle fare a Ron la lavata di capo che si merita u_u!

Ginny non è dalla parte di Lavanda, ovviamente, ma in un certo senso vige una sorta di solidarietà femminile.

:D

 

Che altro posso dire, spero tanto di potervi scrivere presto!

Baciottos <3

 

 

 

 

 

   
 
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