#2
Il locale è pieno,
nonostante sia terribilmente presto.
Shisui si lascia andare a un
enorme sbadiglio e, tirando indietro la testa, mostra l'ugola a chi
gli è seduto davanti.
“Grazie.” dice chi gli è
seduto davanti.
Lui emette un verso ambiguo che può
sembrare un “sì, scusa, sono un maiale” o anche un
“uh, giusto! Ci sono altre persone intorno a me”, Sasuke
non ne è sicuro, ma entrambe le opzioni lo fanno incazzare.
È
proprio per via della sua espressione che Itachi fa servire prima
lui, appena arriva la cameriera.
“Uh, caffèh...”
biascica Shisui, capace di suonare stanco ed entusiasta
insieme.
“Dovresti provare a non fare così tardi, la
sera,” brontola Sasuke.
Il piatto di suo fratello è
misero e lui si allunga per dargli altra frittata.
“Oppure,”
risponde l'altro, alzando un dito, “potremmo smetterla di
incontrarci qui alle presto meno venti quando non abbiamo niente da
fare tutto il resto del giorno.”
“Dobbiamo incontrare
i nostri guardiani fuori dalla tenuta,” si intromette Itachi,
“ordini dell'Hokage.”
Madara osserva la scena con un
misto di insofferenza e disgusto.
“Che bravo soldatino,”
commenta, con un volume tale da far pensare che parli con se
stesso.
Itachi lo ignora e passa il polpo al cugino.
“E
chi ci tocca, oggi?”
“Ho letto che non si parla con la
bocca piena, Shisui san.”
Sasuke grugnisce, massaggiandosi
la fronte come se fosse un vecchio stanco e infastidito dalla vita.
Madara lancia un'occhiata al nuovo venuto e poi torna a mangiare.
Shisui storce la bocca.
“Perché mi chiami Shisui san
se poi mi riprendi su tutto?”
L'élite sorride.
“Sai
san,” lo saluta Itachi.
“Oggi vi è permesso di
allenarvi perché io e Sakura faremo doppio turno!”
C'è
un attimo di silenzio al tavolo, il tempo necessario affinché
Shisui si strozzi con il caffè.
Itachi gli dà un
paio di pacche sulle spalle; dall'altra parte del tavolo, Sasuke
invece gli lancia un'occhiataccia prima di parlare con Sai senza
nemmeno guardarlo.
“E per cosa, di grazia?”
A
quella domanda Sai alza una mano e comincia a spuntare
dita.
“Rafforza il legame tra i componenti del clan, rileva
lo stress, occupa il tempo...”
Sasuke lo interrompe
sgarbatamente, chiedendogli quando diamine arriverà
Sakura.
“Ah,” trilla Sai, che è preparato anche
per questa domanda, “sarà qui a momenti!” e si
siede.
Sai si siede sulla panca accanto a Madara: mette una mano
sul bordo del tavolo, si abbassa al livello della seduta e spinge più
avanti, con una culata leggera e inesorabile, il culo di
Madara.
Sasuke emette un mugugno indignato, all'essere schiacciato
tra il suo antenato e il muro, Madara invece spalanca gli occhi e poi
si volta ad assottigliarli addosso al tizio pallido che gli si è
appena spalmato sul fianco, invadendo il suo spazio vitale. Nemmeno
Hashirama è mai stato così poco attento; e Hashirama
era quello appiccicoso.
Sakura per fortuna appare mezzo secondo
dopo.
“Buongiorno a tutti!” trilla, prima di
spostare lo sguardo sulla posizione del compagno.
“Sai,”
comincia, paziente, “ti ricordi quella discussione sugli spazi
vitali altrui?”
“Uh?”
Sai sembra confuso, ma
nondimeno si alza dalla panca e le sorride. Lei sorride di rimando
per rinforzare atteggiamenti positivi.
“Oggi ci alleniamo!”
dice, cambiando atteggiamento e tono, “sono entusiasta di poter
far parte dell'evento.” e batte le mani insieme.
Madara
sogghigna, giacché è ovvio che si sia entusiasti alla
prospettiva di allenarsi con lui, Sasuke si spalma una mano sulla
faccia, Shisui ridacchia e Itachi le sorride.
Non mi appartengono né personaggi né luoghi e non c'è lucro... La mia vita non ha senso.