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Autore: Piumadoro    04/12/2016    2 recensioni
"I malandrini tornano ad Hogwarts per il terzo storico anno. Riusciranno a non raderla al suolo? Questo sarà un anno particolarmente movimentato. Tanti segreti verranno svelati...."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Non vedo l’ora che arrivino…” Ripeté James dondolando pigramente su un’amaca del Covo.
“Abbiamo passato da soli solo quindici giorni e già non ti sopporto più. Evidentemente il nostro gruppo si regge in piedi solo grazie a Remus. Il mio Rem!” Sbottò Star finendo con un esclamazione di sospirata nostalgia.
Finalmente quel sette luglio giunse il giorno in cui Remus e Sirius sarebbero arrivati a casa Potter per passare un’estate piena di avventure. Peter invece li avrebbe raggiunti più avanti e sarebbe rimasto solo per poco più di una settimana, come inizio non era male.
“E tu allora? Non fai altro che parlare di Remus? Remus qui, Remus lì, se ci fosse Remus… Rem Rem Rem!” Replicò scocciato James. “Almeno io alterno e non parlo solo di Sirius.”
“Tu parli solo di Sirius! Sirius qui, Sirius lì, Sirius sarebbe stato d’accordo con me, Sirius ed io avremmo fatto… Felpato, Felpato, Felpato!” Gridò Star.
“Chi usa il mio nome invano?” Esordì Sirius spalancando la porta del Covo con un aria da salvatore del mondo stampata in faccia.
“Sirius!” Esclamarono sollevati i Potter. James corse ad abbracciarlo molto virilmente e Star invece gli si gettò al collo sorridente. Sirius sorrise a sua volta e poi si allontanò d’un passo.
“Ok, lo so che sono super figo e attraente ma con calma gente, se vi mettete in fila potrete avere tutti la mia foto con l’autografo.” Scherzò il ragazzo dagli occhi grigi gettandosi sul divano.
“E’ stata la mamma a dirti che eravamo qui?” Chiese Star.
“No, vostro padre me l’ha detto e ha trascinato mio zio a bere qualcosa, vostra madre non è in casa, che io sappia. Comunque mi ha detto che vi avrei trovati qui a gridare l’uno contro l’altro… e infatti… da quando in qua litigate così spesso?”
James sospirò. “Non litighiamo davvero, è che ci annoiamo… e tu e Remus ci mancate un sacco, quindi tanto per tenerci occupati discutiamo animatamente.”
Sirius annuì fintamente serio. “Capisco.” Poi il ragazzo si mise a scrutare attorno a sé prima di riportare lo sguardo sui suoi due amici. “Non è cambiato niente qui, e tu James, ti sei alzato un po’? io si! E tu Star…” la ragazza lo fissò incuriosita in attesa di scoprire se ci fosse qualcosa di nuovo. “…sempre la solita, ti scrivi con Thomas?”
“Hem, si… credo… come si fa a scrivere ad una persona della quale non si ha l’indirizzo?” Rispose lei.
“Oh, non ci credo, ma ti devo insegnare tutto?!” Sbottò quello.
“Hem…”
“Permesso?” Il viso pallido di Remus fece la sua comparsa sulla soglia seguito subito dal suo corpo magro.
“Rem!” Gridò felice Star correndogli incontro per saltargli praticamente addosso facendolo quasi finire a terra. “Il mio Rem! Come stai? Sei così sciupato! Che ti hanno fatto?” Cominciò a bombardarlo di domande prendendogli il viso tra le mani per poterlo osservare meglio.
“Se mi lasci sedere te lo racconto…” Replicò lui gentile.
“Certo. Accomodati!” La ragazza si avvicinò al divano e prendendo Sirius per le caviglie lo trascinò a terra facendoci poi accomodare Remus come se fosse un oggetto prezioso  e fragile.
“Scusami Sirius, ma non ho nemmeno la forza di…” Remus si interruppe per prendere un forte respiro.
“Sei ridotto piuttosto male, eh?” Si preoccupò Sirius.
“Ma cosa ti è successo?” James si sedette a terra accanto a lui osservando il loro amico con attenzione mentre Star prese posto sul divano obbligandolo a sdraiarsi e posare la testa sul suo grembo.
“Grazie ragazzi… il fatto è che c’è questa nuova cura miracolosa, dicono loro, che potrebbe diminuire la ferocità del lupo fin quasi ad azzerarla, dicono loro, e su chi hanno deciso di provarla? … me.” Cominciò a spiegare debolmente il giovane.
“Oh, Rem.” Sospirò sconsolata Star passandogli la mano tra i capelli con delicatezza.
“Non fa niente… i miei non volevano che venissi, la luna piena è stata solo l’altro ieri e questi esperimenti mi rendono decisamente debole, non so nemmeno se abbiano un qualche reale effetto o cosa, non vogliono dirmi niente, più che altro ho paura che mi facciano continuare questa cura anche durante Hogwarts…”  La già debole voce del ragazzo si ruppe del tutto lasciando solo il silenzio.
“Senti un po’…” Cominciò James cercando di rallegrare la situazione. “I miei mi devono ancora una mitica festa qui a casa da Natale, Ricordi? Mi avevano promesso che potevo organizzare un dopo ballo se fossi stato bravo ma non l’abbiamo mai fatto. Quindi che ne dici di organizzare una festa? Niente alcolici! Ok? E puoi scegliere tu il tema, o il tipo di festa o chi invitare, eh?”
Remus era quasi sul punto di declinare l’offerta, senza dubbio generosa, del suo amico poiché non era mai stato un tipo da festa, non si trovava a suo agio tra troppe persone, e poi non era proprio in vena di festeggiare un bel niente, eppure la reazione di Star lo colse di sorpresa; la ragazza al sentir parlare di festa si illuminò tutta d’entusiasmo.
“Oh davvero?! Che bello! Finalmente vedrò utilizzato quel grande salone che abbiamo, mi sono sempre immaginata le dame e i cavalieri di un tempo ballare sotto quegli immensi lampadari per tutta la notte, deve essere magico, quasi come danzare sotto le stelle e poi tutti quei vestiti spettacolari di un tempo! E immaginate le persone in maschera, in quelle bellissime maschere veneziane ad esempio! Oh cielo! Che meraviglia!” Star si guardò intorno rendendosi conto di avere sconvolto i suoi amici con tutta quella passione così rise piano imbarazzata. “Scusatemi.”
“No, ok! Sembra bello. Lo voglio fare. Mi piacerebbe davvero organizzare un ballo in maschera veneziano a casa tua, James. Accetto volentieri la tua offerta, ma prometti che non ci sarà alcol.” Cambiò idea il ragazzo dagli occhi ambra, vedere la sua amica così felice era stupendo e sapere di aver partecipato a renderla così lo faceva sentire importante e entusiasta.
“Bene facciamolo!” Aggiudicò James, poi si voltò verso Sirius. “Felpato?”
“Io ci sto, vi aiuto volentieri, se è per Remus, poi è casa vostra e io che c’entro?” Rispose lui preso alla sprovvista.
“Sei un fratello per me voglio sapere che ne pensi, e poi tutti i Malandrini dovrebbero avere diritto di parola. A proposito, credo che dovremo fare il ballo la prima sera di Peter, penso che sia giusto aspettarlo. Si perfetto. E poi tu Felpato, siamo nelle tue mani ora.” Prese il comando James.
“Nelle mie mani?” Si sorprese il ragazzo.
“Certo, sei tu quello che ha partecipato e visto l’organizzazione di balli ufficiali e sobri come questo. Ce ne racconti sempre, tua madre non ti obbliga a prenderne parte in continuo?” Continuò James.
“Oh già. Bhe, come volete, vi spiegherò come si fa.” Accettò Sirius anche se con poco entusiasmo.
“Perfetto! Il tuo aiuto sarà fondamentale, non vedo l’ora di sapere ogni cosa, oh dovrà esserci anche una cena, con tutte quelle regole d’etichetta d’un tempo che tu rispetti sempre in casa. Sarà come rivivere i tempi del Rinascimento! Ci insegnerai tutto, vero? Per una volta tutti quegli anni di sofferenze saranno utili, no?” Partì Star decisamente eccitata.
Sirius sorrise portando in alto solo un angolo della bocca. “Certo. Facciamolo.”
“Bene.”  James si alzò per primo e guidò tutti i Malandrini dentro casa dove il signor Potter aveva appena aperto la porta a sua moglie. I due coniugi li fissarono in attesa di qualche spiegazione.
“Ma’, pa. Ricordate di avermi promesso una festa questo Natale? Una festa che non ho mai organizzato. Bene, credo sia giunta l’ora.” Iniziò James, Susan sospirò sconfitta già pronta alle più strambe esigenze del figlio adolescente: alcol sicuramente, magari molte ragazze carine, di sicuro avere casa libera per tutta la notte, o chissà che altro. “Vogliamo organizzare un Ballo in Maschera Veneziano, ufficiale. Se volete invitare anche i genitori dei nostri compagni di scuola, tutte le famiglie importanti che conoscete. Va bene, ma deve essere un ballo con i fiocchi. Luci, musica a tema, decorazioni, abiti, la cena. Ah, niente alcolici ai minori, ovvio.”
Henry rimase in silenzio, un silenzio pietrificato dalla sorpresa, mentre la mandibola di Susan sfiorò il pavimento a dimostrare pienamente tutto lo stupore della donna.
“Un ballo? Ufficiale? Con le famiglie? Ma se li hai sempre voluti evitare, non sei mai voluto venire con me e tuo padre a quelli dei Black, ad esempio!” Chiese spiegazioni la signora Potter.
“E’ stato molto scortese da parte tua.” Si intromise Sirius sarcastico.
“Questa volta è diverso! Mi comporterò in modo esemplare, promesso!” Insistette il ragazzo dopo una breve risatina dovuta al commento dell’amico.
“Se ci tieni tanto…” cominciò il signor Potter ma fu interrottò da grida di esultanza da parte dei Malandrini che partirono subito su per le scale pronti ad organizzare il tutto.
James tornò indietro dopo qualche secondo. “Ah, pensavamo di farla fra due sabati. Vi faremo sapere i dettagli entro questa sera così potrete mandare gli inviti e sentire le risposte.”
 
Per tutto il resto della giornata i Malandrini, riuniti prima nella camera di James e poi nel Covo, scrissero carte e riempirono fogli,  pensarono a chi invitare assolutamente e chi no, ragionarono sul nome del ballo e sul suo tema, Star fece un bozzetto per i vestiti e con l’aiuto di Sirius disegnarono anche l’effetto finale della sala da pranzo e del salone da ballo una volta messe le decorazioni. Decisero anche di andare da nonna Lea per farsi raccontare dell’Italia e chiederle se era mai stata a Venezia, mostrarle i disegni ed apportare eventuali modifiche. Lo avrebbero fatto subito ma oramai la cena era pronta in tavola e si sapeva che nonna Lea era più lucida al mattino.
Così cenarono con i signori Potter continuando a bisbigliare con gran fermento.
Dopo cena si riunirono nel Covo, precisamente salirono sul soppalco distendendosi sui materassi per poter guardare il cielo attraverso la grande vetrata sul soffitto proprio sopra di loro. Risero e scherzarono ricordando i bei momenti passati insieme e raccontando qualche altra novità. Poi Remus si addormentò e Star si mise a leggere al suo fianco per fargli compagnia annunciando che avrebbe dormito nel Covo anche lei. James e Sirius si alzarono per continuare a parlare da qualche altra parte ma promisero di tornare per dormire anche loro. Uscirono attraverso delle scalette che dal soppalco conducevano al tetto dove si misero a giocare a carte Babbane.
“Devo dirti una cosa, Jame.” Annunciò Sirius con aria grave dopo qualche minuto. “Ho pensato e ripensato a come dirtelo ma bhe, devo dirtelo e basta.”
“Riguarda quello che mi hai detto quel giorno, a proposito del ballo Babbano questo capodanno?” Domandò James serio.
“Si. Vedi, l’ho fatto di nuovo. Ad Hogwarts.” Confessò lui.
“Hai fatto di nuovo sesso con una ragazza più grande?” Chiese conferma il giovane occhialuto.
“Si, ma… non direi una…” Sirius guardò negli occhi il suo amico attendendo una qualche reazione. Quello che arrivò fu doloroso.
James lo guardò con una punta di delusione. “Pensavo che quello successo a capodanno fosse stato un errore, solo perché lei era bellissima e più grande… e sicura di sé. Credevo che ti fossi lasciato trascinare da lei, e dal fatto che eri confuso dall’alcol e chissà cos’altro. Pensavo che la tua prima volta a quattordici anni fosse una cosa abbastanza drastica. Speravo che non lo avresti rifatto almeno prima dei sedici o diciassette. Quella volta, quando me lo hai detto, non mi sono arrabbiato, ricordi? Perché pensavo a tutto questo. Ma ora, Sirius, non posso fare altro che chiederti: perché?”
“Ah, non puoi capire, James. Sono le donne! Hanno un odore così buono, e io mi sento così bene quando sono con loro. Mi sento sicuro di me come se fossi io quella ragazza al ballo, come se fossi io quello esperto e irresistibile. Cazzo, dovresti vedere come mi guardano! Quando si lasciano portare in qualche posto nascosto in piena notte, e non si lamentano se le tocco ovunque. Non posso fermarmi… quando gridano poi… adoro quando gridano! E’ come una dipendenza. Solo che poi, se ci penso troppo, mi sento come se fossi un malato di sesso. Forse lo sono, ma mi fa sentire bene davvero, James. Mi sento davvero bene. Come se tutti i miei problemi sparissero.”
“Quante… quante?” Lo bloccò James.
“Solo con altre due sono arrivato fino in fondo. E un paio di volte per ciascuna. Poi per il resto sai, solo qualche giochetto. Quindi se conti anche averle baciate e toccate in tutto sono quattro. Da capodanno. Le miei storie non durano molto, dato che non dedico mai a nessuna del tempo alla luce del sole.”
“Vuoi dirmi che sei tu lo sciupa femmine di cui parlano i ragazzi più grandi? Quello di cui le ragazze hanno iniziato a parlare da un po’?” Chiese ancora il suo amico.
“Non lo so. Non credo di essere così ‘famoso’. So che una di loro mi ha detto che ha parlato di me ad una sua amica, di come sia bello farlo con me, e che spera di poterlo fare ancora, anche l’anno prossimo. Quello è stato il momento in cui ho deciso di troncare tutti i rapporti con lei. Quindi non so cosa dica di me ora. Non so nemmeno se abbia ben capito che non la voglio più vedere. So solo che la evito se posso.”
“Perché pensi che ti faccia sentire bene? Se poi ti senti malato, intendo, non credi che forse sia sbagliato?”
“Io so che normalmente è sbagliato. Ma io non obbligo mica nessuna. So che forse sono troppo giovane, o altro. O magari dovrei aspettare quella giusta. Ma non credo che ne esista, una giusta per me. Non voglio legarmi con una ragazza per tutta la vita. Non voglio il matrimonio, non voglio figli. Non fa per me. Voglio essere libero, non voglio portare avanti la dinastia dei Black e tutto quel mucchio di stronzate. Voglio solo divertirmi e essere vivo, senza fare del male a nessuno. Vorrei essere come mio zio Alphard, anzi, lui è ancora legato alla famiglia, io non voglio. Voi siete la mia famiglia e se mi inviterai al tuo matrimonio ci sarò. Ma non chiedere a me di fare una vita normale. Non ne posso più di tutte queste costrizioni. Voglio essere libero.”
I due rimasero in silenzio per un po’ dopo quello sfogo, finché Sirius non sentì di voler avere un appoggio. “Che ne pensi?”
“In che senso?” Replicò James.
“Che ne pensi di me, di quello che voglio essere.”
“Penso che io sono cresciuto in una famiglia che mi amava e quindi sento un calore che so di voler trasmettere un giorno a mia moglie e ai miei figli. Mentre tu, sei cresciuto in un posto diverso, tutto quello che mi hai raccontato della tua famiglia fino ad ora… capisco perché tu non voglia una famiglia. Credo che tu abbia paura di ferire qualcuno. Lo so, non vuoi ferire nemmeno me, e so perché me lo hai detto, so che tieni a quello che penso. Sei come un fratello per me. Mi dispiace, mi dispiace per tutto il freddo che hai dentro, quindi ti propongo un patto. Dal momento che hai ragione a dire che non capirò mai esattamente ciò che provi queste sono le condizioni: promettimi che terrai aperto il cuore e se mai crederai di aver trovato una ragazza o una donna di cui potresti innamorarti al tal punto da metterla sopra ogni cosa, di non tradirla nè ferirla mai, e di continuare ad amarla per sempre, famiglia o meno, dimmi che proverai ad avere una relazione seria con lei, ah, dovrai dirmi chi è così saprò aiutarti, ti prometto che proverò ad aiutarti, chiunque sia. Poi vedi di limitare tutto questo sesso, ok? Non dico di non farlo più ma almeno esci con una ragazza alla volta! Se lo farai starò dalla tua parte anche in questo, dopotutto immaginavo che uno come te dopo la prima volta avrebbe fatto strage, wow, sai quando si verrà a sapere a scuola! Sarai il don Giovanni di turno! Ti aiuterò a tenerti a bada. A proposito di sesso credo che sia d’obbligo chiederti di non distruggere mai i sentimenti di una ragazza, ok? Se vedi che una ci starebbe solo perché tu gli piaci e prova dei veri sentimenti per te allontanala, con gentilezza ma fermezza. Nessun cuore spezzato, nessuna scenata di qualche ragazzina innamorata. In più fammi il favore di uscire anche di giorno con qualche ragazza. Non con quelle che ti fai, possibilmente, provaci davvero ad avere un qualche sentimento per qualcuna… o qualcuno… io sono dalla tua parte comunque, fratello.” Le brevi risate dei due ragazzi riempirono l’aria. “Immagino, sia tutto. Oltre a non usare forza e violenza per convincere le ragazze ma so che non lo faresti mai. Ci stai?”
“Ovvio che ci sto. Hai la mia parola.” Sirius abbracciò l’amico, sollevato.
 
 
………………
 
Il mattino dopo i ragazzi si svegliarono tutti aggrovigliati sullo stesso letto nel Covo. Nulla di nuovo. Tornarono a dentro casa per fare colazione e salutare i signori Potter ma non ci riuscirono poiché marito e moglie erano andati presto a lavoro, secondo ciò che riferì loro l’elfa Rue.
Dopo aver fatto colazione i Malandrini si recarono da nonna Lea come promesso. Tornare in quella casa per Star era sempre un piacere, e secondo lei piaceva pure a James anche se non voleva dimostrarlo. La loro cara nonnina li accolse con il solito calore e rispose gentile a tutte le domande aiutando Star e Sirius a perfezionare i bozzetti. Dopo di che si fermarono anche per pranzo e Star fu ben felice di imparare a cucinare qualche piatto Italiano. 
Restarono fin quasi l’ora di cena e poi salutarono e tornarono in casa Potter pronti a far conoscere le loro richieste. Susan prese pergamena e calamaio e si mise a scrivere una bozza dell’invito cambiandola finché i Malandrini non si dissero soddisfatti. Alla fine di una lunga serata il foglio recitava così: 


“ Cari signori, signore, signorini e signorine, 
Siete ufficialmente invitati a passare a casa Potter una piacevole serata in occasione del ballo in maschera veneziano “Al calar dea sera sua Laguna de Venesia”. 
Vi invitiamo cortesemente a mandarci conferma via gufo della vostra partecipazione per noi assai gradita e importante. In caso voleste prendere parte al ballo vi preghiamo inoltre di abbigliarvi di conseguenza. 
Attendiamo le signorie vostre per le 18:00 del 20° giorno del mese corrente.
Cordiali saluti 
La famiglia Potter” 


Di seguito vi sarebbe andate le firme di Susan, Henry, James e Star essendo essi gli ospiti della serata anche se James si lamentò a lungo di non poter inserire anche quelle di Sirius e Remus. 
Il giorno dopo sarebbe stato chiamato un esperto di calligrafia a scrivere tutti gli inviti con inchiostro rigorosamente nero di seppia su carta italiana, le forniture di entrambi i prodotti erano state ordinate la sera stessa e sarebbero arrivati alle prime ore del mattino.  Il compito dei ragazzi era supervisionare il tutto dal momento che i signori Potter sarebbero andati nuovamente al Ministero, quindi tutti e quattro andarono a letto molto presto. 
Il mattino seguente Star salutò i suoi genitori che uscivano di casa e con l’aiuto dell’elfa Rue preparò la colazione. Dopo di che svegliò i suoi amici e li costrinse a mangiare in fretta e furia per poi correre a vestirsi bene. I giovani scesero in camicia e pantaloni eleganti lamentandosi del gran caldo ma Star non volle sentire ragioni nonostante lei indossasse un semplice abitino in chiffon azzurro e violetto con la gonna da metà coscia leggermente rigonfiata di tulle.
Il fornitore della carta sarebbe dovuto arrivare in quel momento, infatti si sentì il suono di un campanello, Star aprì la porta d’ingresso aspettandosi di trovare qualcuno o qualcosa a cui sorridere ma non c’era niente.
“Ma come…?” Cominciò confusa la ragazza, ma suo fratello la interruppe con un lieve colpetto di tosse e quando lei si voltò verso di lui il ragazzo le indicò con un cenno il camino in sala da pranzo dove Sirius e Remus stavano accogliendo un uomo dall’aria annoiata, aiutandolo a spostare vari scatoloni dal focolare al tavolo. Prima che la ragazza potesse realizzare ciò che accadeva l’uomo rientrò nella costruzione in mattoni prese una manciata di polvere che gettò tra le braci scomparendo in lingue di fuoco verde.
“Ma potevi dirmelo che arrivavano con la Metropolvere!” Si lamentò Star delusa.
“Scusami, non immaginavo che ti aspettassi delle consegne babbane.” Replicò James.
“Però è suonato il campanello.” Sbuffò lei dirigendosi in cucina.
“Suona quando arrivano fornitori o ospiti che stiamo aspettando. Sai, lo mettono i miei genitori per poter accogliere subito le persone che attendono anche se loro sono in cucina o in ufficio.” Spiegò suo fratello.
“Ah… capisco.” Sospirò lei. “Bhe, sarò pronta per il prossimo!”
Il campanello suonò di nuovo e la ragazza sollevò leggermente gli angoli della gonna per qualche secondo lasciandoli ricadere in uno sbuffo di tessuto, si posizionò di fronte al camino con un gran sorriso luminoso e quando comparve il fattorino portando anche lui alcune scatole gli offrì un bicchiere di succo di zucca mentre i suoi amici si occupavano degli scatoloni. L’uomo accettò di buon grado e se ne andò felice salutando tutti con entusiasmo.
“Un'altra buona azione perfettamente riuscita!” Si congratulò con sé stessa Star.
“Sei un’ottima padrona di casa.” Le fece i complimenti Remus sorridendo, mentre Sirius e James sbuffavano alle sue spalle.
“Ok, Sirius, sali a prendere i bozzetti, così dopo aver dato le direttive all’esperto potrò concentrarmi sui vestiti, andare a prendere le stoffe e tutto il resto.” Ordinò lei con gentilezza.
“Si, padrona.” Replicò il ragazzo scherzosamente avviandosi su per le scale.
Nel frattempo Star, Remus e James aprirono i pacchi e sistemarono tutto sul grande tavolo della cucina, insieme all’inchiostro avevano ordinato della ceralacca rosso scuro e James salì nello studio di suo padre per prendere lo stemma dei Potter, scese più in fretta di Sirius cosa che preoccupò Star.
Arrivò l’esperto e si mise subito al lavoro seguendo le direttive dei fratelli, le buste cominciarono a volare ovunque in modo ordinato e molte penne seguivano tutte gli stessi movimenti della mano allenata dell’uomo seduto al tavolo. La ceralacca si versava da sola sulle buste e James doveva solo imprimere i timbri sul cerchietto. Sirius non era ancora sceso così Star andò a cercarlo e lo trovò seduto sugli scalini.
“Che ci fai qui? Tutto bene?” Gli chiese.
“Eh, si… come no.” Sbuffò quello. “Tieni, i tuoi bozzetti.” Lui le porse dei fogli che lei accettò ma che poi poggiò subito a terra per potersi sedere accanto all’amico.
“Cosa succede?” Domandò di nuovo.
“Quel tipo…. Era il mio vecchio insegnate di calligrafia a casa. Sai, quello che mi obbligava a scrivere con la destra…” Cominciò il ragazzo.
“Ricordo, si. Dunque?”
“Non so se sono pronto a rivedere qualcuno che lavorava per rendermi la vita difficile…”
“Bhe, ora lavora per noi, e quindi anche per te. Sei il suo capo, e puoi dimostrare di essere non solo una persona migliore dei tuoi genitori ma anche un ragazzo maturo.”
“Gli ho tirato addosso una boccetta di inchiostro…”
“Si, e sei già stato punito per questo. Eri solo un bambino. Dovresti fargli vedere ciò che sai fare con la tua mano sinistra! I tuoi disegni sono stupendi e hai una bellissima calligrafia.”
“E’ stato lui a curare la mia calligrafia fino a poco prima che partissi per Hogwarts. Sa già che ho una calligrafia carina. Però ci sto… su quella cosa di essere meglio dei miei genitori come capo. Posso farcela.”
Il ragazzo si alzò pronte per affrontare l’uomo in sala da vero uomo, fece qualche passo e poi si voltò verso l’amica. “Grazie Star.” Entrò in sala da pranzo a testa alta. “Buon giorno Mastro Fether.”
Per un attimo tutto il frullare di buste e fogli e scribacchiare di penne si bloccò, l’uomo seduto al tavolo alzò lo sguardo e sobbalzò leggermente. “Signorino Black, buon giorno.”
“Non credevo fosse lei l’esperto che i signori Potter avevano chiamato ma infondo quale migliore calligrafia della sua esiste nel mondo magico? Beh, buon lavoro, se ha necessità di qualche cosa non esiti a chiedere.” Disse Sirius gentile prima di accomodarsi accanto a James e Remus per occuparsi della ceralacca.
Con un cenno Mastro Fether ricominciò il suo lavoro e presto la cucina si riempì di nuovo di rumori.
“Bhe, se voi avete tutto sotto controllo io vado a prendere le stoffe.” Avvisò Star spiando al’interno della sala da pranzo.
“Vai da sola?” Le chiese James un po’ preoccupato.
“Posso venire con te, se vuoi.” Propose Remus alzandosi in piedi.
“Sappi che dovrai restare fuori da tutti i negozi e non potrai sbirciare.” Lo avvertì lei.
“Affare fatto.” Sorrise lui.
Salutarono insieme James e Sirius e partirono.
 
 
……………….
 
I giorni trascorsero in fretta dal momento che i ragazzi erano completamente assorbiti dal lavoro per il ballo. Gli inviti erano stati inviati da uno stormo di gufi che aveva riempito di piume e altro il giardino dei Potter mandando in crisi Henry il quale passava più tempo possibile a risistemare le sue piante, cosa che rese molto felice Star che adorava aiutarlo. La ragazza passava, inoltre, molto tempo nella sua camera che era diventata offlimits da quando aveva cominciato a cucire gli abiti per tutta la famiglia. Era un lavoro talmente duro che spesso James bussava piano alla sua porta in piena notte per pregarla di andare a dormire dal momento che filtrava ancora della luce attraverso gli spiragli della soglia. Qualche notte lui la obbligava ad uscire e la portava con sé a dormire distante dalle tentazioni del lavoro.
Le mattine in cui James si svegliava e sua sorella era nel letto con lui erano stupende, poteva guardare quanto era sereno il suo viso, e chiedersi come sarebbe stato quando nel futuro avrebbero auto entrambi una famiglia. Pensò che nel futuro in cui entrambi sarebbero stati adulti non avrebbero più potuto dormire insieme, e questo lo rattristò, ma poi si ricordò che in compenso avrebbe potuto dormire con la sua bella moglie e quel pensiero lo rese nuovamente felice. Si, sua moglie sarebbe stata…
“La smetti di pensare a Lily Evans? E’ inquietaggiante! Fra un po’ finisce pure nei miei sogni.” Star interruppe il filo dei suoi pensieri e centrò in pieno il concetto.
“Inquietagginate? Cosa vorrebbe dire?” Chiese lui cercando di diminuire il proprio imbarazzo.
“Inquietante, oltraggioso e orripilante. Non sviare il discorso: la rossa è sempre nei tuoi pensieri, eh?” Ritornò alla carica lei.
“Bhe, ogni tanto, si… io… va va a fan Pluffa!” James si alzò in piedi rosso in viso e cominciò a vestirsi.
Star rise e lasciò cadere l’argomento. “Oh, oggi mamma e papà staranno a casa perché arrivano le decorazioni per il salone, quindi metti i jeans e la maglia da lavoro che oggi dobbiamo montare un bel po’ di cose!”
“Si, capo!”
Veloce come un lampo Star si ritrovò ad indossare la sua salopette con maglia e All Star cobalto e poi saltellando allegramente andò a chiamare Sirius e Remus bussando alle loro porte.
La colazione con i signori Potter fu allegra anche se i ragazzi sentivano che la presenza degli adulti li costringeva ad essere meno liberi sul modo di parlare e su cosa poter dire. Presto arrivarono degli esperti di decorazioni e i lavori cominciarono. Gli invitati avevano quasi tutti risposto agli inviti in modo positivo e le ultime risposte sarebbero dovute giungere quella stessa mattina. Star infatti stava sovraintendendo l’arrivo della posta in cucina quando arrivò il barbagianni di Sirius e rimase molto sorpresa nel vedere che teneva nel becco una lettera dall’aria terribilmente ordinata e formale.
“Sirius, posta!” Lo chiamò lei liberando la lettera dal becco dell’animale per poterlo nutrire. “Ciao Velvet, ma quanto sei bella! Che morbida!” Cantilenò la ragazza accarezzando il barbagianni.
Sirius arrivò e prese la lettera tra le mani. La aprì con cautela come se potesse contenere un congegno esplosivo e poi libero un cupo sospiro sconfitto.
“Che hai?” Domandò la sua amica.
“E’ la risposta della mia famiglia… verranno.” Replicò lui rassegnato.
“Non pensavo avessimo invitato la tua famiglia.” Si stupì Star.
“Bhe, lo abbiamo deciso io e James, pensavamo fosse un gesto cortese per assicurarci la mia libera uscita per le prossime volte in cui avessi voluto stare con voi. Sai, dato che ci dobbiamo comportare bene per un motivo meglio sfruttare a pieno la situazione. Solo che una piccola parte di me sperava che non sarebbero venuti.” Spiegò il ragazzo.
“Capisco… bhe, è stata una bella scelta secondo me. Insomma, se ci comporteremo bene loro capiranno che siamo una compagnia perfetta per te. Quindi ti lasceranno venire da noi sempre! Ce la possiamo fare, devi solo insegnarci!” Si entusiasmò lei prendendolo per mano e guidandolo nel salone da Ballo per finire la loro opera di decoro.
Giunta la sera era oramai tutto pronto. Mancavano solo decidere la disposizione degli invitati nel grande tavolo in sala da pranzo. Ovviamente non tutti sarebbero arrivati per la cena e questo semplificava le cose dato che il salone sarebbe stato colmo di persone tante erano le risposte positive. Fortunatamente avevano deciso di addobbare anche il giardino.
“Quindi direi che noi possiamo sederci accanto a tuo zio Alphard, Sirius, e poi subito dopo posizionare i tuoi genitori, accanto ai tuoi altri zii Cygnus e Druella, mentre le tue cugine staranno accanto a te dall’altra parte del tavolo…” Provò a pianificare Susan scribacchiando su un foglio. Sirius si irrigidì appena così Star si intromise velocemente. “Preferisco avere Andromeda vicino a me, così starò in compagniafemminile, quindi sposta le cugine di Sirius alla mia destra con i loro compagni. Poi metti accanto a Sirius Remus e il figlio dei Paciock, e accanto a loro i Weasley, poi gli Abbott. Dalla mia parte continui dopo le cugine di Sirius con i signori Paciock e con i genitori di papà, infine puoi mettere i Malfoy e i Lestrange.”
“Odio quelle persone…” Borbottò Henry.
“Immagino, ma devono stare tra te e i nonni, altrimenti entrano in contatto con i Paciock e i Weasley e nessuno vuole una guerra magica durante il ballo, giusto?” Cercò di convincerlo sua figlia.
“Già…” Asserì monocorde il signor Potter.
“Dove hai imparato tutte queste cose sulle dinastie purosangue?” Le chiese Susan stupita.
“Ho fatto ricerche… in attesa del Ballo.” Spiegò evasiva la ragazza.
“Dopo cena arriveranno altre famiglie, giusto?” Domandò James correndo in aiuto della sorella come al solito.
“Si, certo. Il signor Olivander ci onorerà della sua presenza quindi lucidate le bacchette. Poi ci saranno i Greengrass, i Flint, i Crouch, i Fawley, i Macmillan, Alcuni Prewett, i Rosier, i Travers, gli Shacklebolt, altri Weasley, Malfoy e Abbott, i Parkinson e per finire i Rowle. Ah, dimenticavo i Travers.” Elencò Susan leggendo la lunga lista di conferme ricevute.
“Avremo come ospiti buona parte del mondo magico, in poche parole.” Notò Henry preoccupato. “Sicuri di riuscire a comportarvi a modo? Vi ricordo che se qualcosa va storto noi…”
“Papà, va tutto bene. Vogliamo impegnarci sul serio questa volta. E’ essenziale fare bella figura sui Black, giusto Sirius?” Lo tranquillizzò Star.
“Si, giusto.” Concordò il ragazzo chiamato in causa.
“Bene, allora domani ci insegnerai il galateo!” Si entusiasmò lei.
Sirius sospirò ma poi sorrise, l’allegria della sua amica era fin troppo contagiosa.
 
 
……………….
 
 
Il mattino dopo i ragazzi si svegliarono con calma e si radunarono nel Covo. Star aveva preparato un tavolo e preso in prestito tutto il set di posate e porcellane.
“Sai come sarà preparata la tavola? Mamma ha detto che chiamerà degli esperti ad aiutarci con la preparazione della sala in più cucineranno il cibo alcuni elfi che papà è riuscito a convincere a farsi pagare e poi ci saranno dei camerieri a servire. Quindi sarà una cosa proprio seria, ci saranno un infinità di posate anche se le portate non sono poi molte.” Cominciò a preoccuparsi la ragazza guardando ansiosa Sirius.
Lui sospirò e le prese dalle mani le posate. “Abbiamo tre antipasti, tre primi e due secondi più il dolce. Vuol dire che ci sarà un piatto segnaposto sul quale non si mangia, l’hai scelto tu, ricordi? Quello con le sfumature arancioni e rosse per abbinarsi alla tovaglia con le sfumature pervinca e blu e replicare i colori del tramonto.” Spiegò posando un piatto molto largo di fronte ad ogni sedia. “Poi avremo da mettere più vicine al piatto la forchetta e il coltello per i secondi, hai scelto pesce quindi sono da pesce. Poi metteremo la sola forchetta per i primi e di nuovo forchetta e coltello più piccole per gli antipasti. Il cucchiaino da dessert va di fronte al piatto in orizzontale. Ecco, ora sai che le posate vanno usate da quelle più esterne a quelle più interne. Poi ci saranno i bicchieri appena sopra i coltelli. In ordine: calice da vino rosso, calice da vino bianco, calice da acqua e flute per il dessert. Il bicchiere con il vino per gli antipasti, hai scelto un Prosecco sotto consiglio di nonna Lea, verrà preso dai vassoio prima di sedersi insieme alle tartine, quelle con il baccalà mantecato. Il tovagliolo sarà messo sopra il piatto con qualche tecnica carina in modo che somigli ad un fiore o che so io… bene, siediti.”
Tutti i Malandrini si avvicinarono alla tavola preparata da Star e Sirius e attesero di vedere con che gesto fluido sedeva il loro esperto amico, lo imitarono meglio che poterono e faticarono a tenere la schiena dritta come lui. Furono momenti di terribile sofferenza per James, quelli in cui dovette starsene dritto e composto ad ascoltare Sirius spiegare come prendere al meglio le posate, come bere dai bicchieri, come non si potesse parlare con le persone troppo distanti da sé e altro. Per Star invece fu una meraviglia. I movimenti le venivano naturali, come se avesse già preso parte a milioni di cene di gala. Ogni nuova regola la faceva sentire sempre più a suo agio, come quando ripassava un argomento prima dell’esame e si accorgeva di sapere tutto alla perfezione. Remus fu come al solito un allievo molto impegnato e obbediente, cercò di Star dietro a Sirius ma ovviamente si notava la differenza. Era normale dato che lui era stato educato su quegli argomenti fin dalla nascita.
La tarda mattina si trasformò rapidamente in pomeriggio e nonostante il caldo sole estivo che li chiamava invitante i ragazzi non smisero di esercitarsi.
“Dovresti insegnarci a ballare.” Propose James alzandosi dal tavolo sperando più che altro di non dover più restare in quella posizione scomoda.
“Se insisti. Vuoi fare colpo su qualcuno in particolare?” Insinuò il suo amico alzandosi a sua volta e tendendo il braccio verso Star.
“Perché inizio io?” Chiese lei avvicinandosi.
“Perché impari in fretta, quindi poi potrai aiutare Remus mentre io mi occupo di tuo fratello che in più potrà guardarmi fare i passi base e cercare di memorizzarli.” Spiegò. “Iniziamo dai passi del valzer.” Il giovane la prese per la vita deciso e poi le guidò una mano sulla spalla infine le afferrò l’altra. Comicniò a condurla con abilità mollando la presa mano a mano che lei imparava i passi. Dopo poco la lasciò a Remus e cominciò a far ballare James.
“Sei la donna ora Sirius?” Chiese lei ridendo.
“Già. I sacrifici che faccio per questo cornuto!” Sospirò quello melodrammatico.
“Si, sei decisamente più donna di me, vuoi che ti presti il mio vestito per il ballo?” Continuò a stuzzicarlo.
“Non mi tentare, farebbe venire un colpo ai miei e sai quanto sono felice di queste cose!”
 
I Malandrini passarono gli ultimi giorni precedenti al ballo a imparare tutte le regole di Sirius e sistemare a perfezione ogni singolo angolo delle sale da pranzo, da ballo e del giardino.
La sera prima del ballo cenarono tutti fuori perché nel salone i camerieri e altri esperti stavano già preparando la tavola, mangiarono cibi freddi per facilitare il lavoro degli elfi già all’opera per i piatti squisiti del giorno seguente. Peter era arrivato nel pomeriggio e era rimasto incantato da tutto quanto, non vedeva l’ora di partecipare al ballo per il quale si era procurato un vestito il giorno dopo aver ricevuto l’invito.  Fu una cena allegra anche perché l’allestimento esterno prevedeva lo skyline della città di Venezia tutto attorno al padiglione illuminato da dietro come se il sole fosse nel punto più basso del cielo. Mille lanterne erano disseminate per tutta la serra e il giardino con moltissime gondole disegnate o vere sparse qua e là. Le stelle erano così luminose in quelle notti e rendevano il tutto semplicemente magico. Avevano fatto scorrere anche un ruscello magico nel giardino per richiamare i boccheggiare delle gondole ancorate, l’acqua scorreva tranquilla e spesso passava sotto ponticelli di legno bene illuminati o meno.
“Credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro.” Commentò fiero James guardandosi intorno mentre si alzavano per andare a letto.
“Certo che si, e domani lo vedremo pieno di gente.” Si emozionò Star. “Sarà stupendo…” sospirò felice guardando il cielo.
“Forza tutti a letto. Domani sveglia presto!” Ordinò Susan.
Tutti si diedero la buona notte e si avviarono nelle loro camere.
 
……………………
 
 
Il mattino dopo tutto era in gran fermento. Nonostante i ragazzi si fossero svegliati “oltraggiosamente presto”, a detta di James, tutti attorno a loro si muovevano a velocità incredibile. Riuscirono a malapena a fare colazione in giardino prima di essere spediti ad aiutare in salone.
Dopo un pranzo veloce e un’altra oretta di lavoro ogni cosa era perfetta così tutti i Potter lasciarono gli operatori di sala e gli elfi a lavorare e salirono a lavarsi e cambiarsi. Star consegnò gli abiti ai suoi genitori con un certo orgoglio e loro li indossarono con lo stesso orgoglio. Quello di Henry era in perfetto stile della borghesia veneziana del settecento ogni dettaglio era perfetto, la camicia, la giacca lunga dalle maniche ampie ricamata in rilievo, i pantaloni persino le scarpe. Susan ci mise un po’ a vestirsi con l’aiuto della figlia. Il vestito aveva una gonna ampia con le balze solo sul davanti in bella vista grazie allo spacco frontale dello strato di stoffa superiore rosso scuro mentre lo strato di gonna a balze era oro antico. Il corpetto stretto era oro con ricami in rilievo rossi, le maniche rosse a tre quarti ampie alla fine e decorate con pizzo oro. Degli stessi colori era il vestito di Henry ed entrambi appartenevano al 1700, come loro consigliato nonna Lea e come suggeriva il tipo di ballo organizzato. 
I Malandrini aiutarono Peter ad indossare il suo vestito che infatti era anche esso settecentesco ma di sicuro molto più semplice e banale di quelli fatti da Star. La ragazza consegnò poi a suo fratello un abito simile a quello di Henry e con gli stessi colori. Remus indossò il suo grigio, argento e bianco. 
“Sembri uno sposo.” Fu il commento scherzoso di James. 
“È molto elegante.” Lo rassicurò invece Sirius guadagnandosi un’occhiata di rispetto da Star mentre gli passava il suo abito.  Era blu scuro con rifiniture nere e dettagli di un blu più chiaro. 
“Ragazzi!” Chiamò la signora Potter. Scesero tutti tranne Sirius e Star ancora impegnati negli ultimi ritocchi  che la ragazza aveva dedicato a tutti. Infatti il pomeriggio stava finendo. 
“Qualcosa non va?” Chiese la ragazza sistemando un orlo. 
“Adoro il blu perché è l’unico colore che nessuno indossa mai alle feste della mia famiglia. Lo indossano le ragazze perché sanno che mi piace e potrei indossarlo anche io ma io devo vestirmi solo di nero. Completamente nero.” Spiegò lui. 
“Il nero ti dà fastidio?”
“No… assolutamente. Sta bene in questo abito. Mi piace. Ti ringrazio.” Replicò lui sinceramente grato. “Io ora scendo, con gli altri… credo sia arrivato il parrucchiere che tua madre ha richiesto. Quindi, vado a sostenere James. Ci vediamo giù.” Il ragazzo uscì dalla stanza salutandola con un sorriso e lasciandola sola a prepararsi.
Una volta finito la ragazza si avviò verso le scale che davano all’ingresso, la famiglia era lì per accogliere il parrucchiere. Cominciò a scendere le scale e Susan la notò per prima trattenendo rumorosamente il respiro. La fattura dell’abito era molto simile a quello della signora Potter anche se le balze sul davanti erano solo due con pizzi grigio perla sul fondo della gonna blu cobalto ricamata in azzurro identica allo stretto corpetto, la scollatura decorata dallo stesso pizzo delle balze. Lo strato superiore della gonna era meno vaporoso e di un bel blu notte, la stoffa correva anche ai lati e sulla schiena del corpetto allungandosi poi su le maniche a tre quarti ampie alla fine con pizzo azzurro. Tutti si girarono verso di lei rimanendo incantati.
“Dovresti scendere le scale anche quando arrivano gli invitati, vedrai che facce faranno.” Commentò James stupito.
“Volevo, volevo farlo rosso e oro come i vostri, ma non ho calcolato bene la stoffa per quello di mamma, non mi ero resa conto di quanti strati ci fossero quindi ho dovuto ordinarne altra e una mia amica è la mia fornitrice, mi ha inviato un pezzetto di questa e me ne sono innamorata. Mi dispiace, ripensandoci ora sono un po’ scoordinata alla famiglia, ma per Fay l’ho fatto uguale così quando arriverà dopo cena con nonna Lea non mi farà sfigurare, giusto?” Spiegò Star leggermente nervosa raggiungendoli all’ingresso.
“Non credo tu possa sfigurare.” La rassicurò Remus.
“Io comincerei dagli uomini.” Annunciò il parrucchiere senza togliere gli occhi da Star. Si spostarono tutti nel salottino degli adulti e l’acconciatore non fece altro che sistemare appena le capigliature dei ragazzi e di Henry. James e suo padre furono i più difficile, come era ovvio, quelli di Peter rimasero pressoché identici, mentre i capelli di Sirius, lunghi fino a metà collo, si fecero domare con facilità in un look piuttosto naturale, simile a quello di Remus. Poi toccò a Susan, i suo capelli vennero raccolti in roselline e piccoli intrecci, non eccessivamente alti sopra la testa ma comunque vaporosi e con la fronte libera, come dettava moda Maria Antonietta, anche se meno eccessivo, pochi boccoli le furono lasciati liberi a coprirle il collo fino alle spalle, poi il tutto fu fissato e completato con una live spruzzatina di brillantini oro e una piccola rosa rossa. Quando fu il turno di Star l’uomo passò le dita tra i suoi capelli setosi osservando come i riflessi oro brillassero alla luce. “Stupefacente…” Commentò tra sé e sé prima di cominciare il lavoro. Le raccolse i capelli come a sua madre ma meno, lasciandole più boccoli sciolti in modo che le ricadessero di lato sopra la spalla destra fino alla scollatura, le sistemò un delizioso cerchietto d’argento fatto come dei rametti intrecciati con qualche piccola fogliolina e alcune perline cobalto e azzurre, le spruzzò appena appena qualche brillantino argento fissò soddisfatto la sua opera. Poi insistette per truccare madre e figlia. Dipinse di rosso le labbra di Susan e con l’oro delineò i suoi occhi senza esagerazioni. Poi usò un rosa antico per le labbra di Star, ombretto azzurro lieve e sfumato e linee grigio perla. “Hai una carnagione perfetta per questo tipo di festa.” Si complimentò con lei mentre le passava lievemente le guance con una minuscola quantità di fard rosa.
James se ne rese conto solo in quel momento ma in effetti la carnagione di sua sorella, di solito sempre molto abbronzata d’estate, quasi color miele, quella sera era molto più simile a porcellana finissima, il che le donava un aria ancor più da nobildonna settecentesca. La ragazza gli lanciò un sorriso furbo.
“Già, è perfetta.” Asserì il giovane.
L’esperto acconciatore se ne andò presto, visibilmente dispiaciuto di dover abbandonare un’opera così bella. La famiglia Potter, Sirius, Remus e Peter, però, erano troppo occupati a controllare gli ultimi dettagli per accorgersene.
Susan rapì Star per qualche minuto portandola nella sua camera da letto. La stanza dei suoi genitori era come sempre ordinata, pulita e ben arieggiata. Come se loro non vivessero lì, infatti, occupati come erano con il lavoro ci dormivano e basta. Sua madre la fece sedere alla specchiera di legno chiaro e aprì una scatola. “Qui ci sono i gioielli a me più cari.” Le spiegò. “Sono i miei averi più importanti e passeranno tutti a te. Voglio che li indossi con orgoglio di essere parte di questa famiglia, le parenti mie e di James se li tramandano da secoli. Ecco, questi vanno bene!” Estrasse dalla scatola una sottile catenina d’argento con un ciondolo tondo e piccolino di zaffiro, poi degli orecchini anche essi d’argento con gli zaffiri piccoli e tondi, infine un bracciale uguale alla collana. Li mise alla figlia con cura e amore osservando il suo riflesso allo specchio. Anche Star la guardava. Sembrava così felice.
“Grazie mamma.” Le strinse una mano sorridendo commossa. Si, era quello l’amore che desiderava fin da piccola. Tornarono di sotto.
Era tutto pronto. Mancavano un paio di minuti alle sei.
“James prendi a braccetto tu sorella e portala in cima alle scale, vedo arrivare i Black. Senza offesa Sirius, ma voglio stupirli per bene.” Ordinò Henry divertito.
“Nessuna offesa. Noi mettiamoci qui.” E guidò Remus e Peter nel lato destro nell’ingresso, lasciando i signori Potter in bella vista a sinistra e James e Star in cima alla scale centrali.
Orion Black bussò alla porta e quando Henry la aprì si fece indietro per far passare Walburga, sua moglie. Subito dopo di loro entrarono Druella e Cygnus, zii di Sirius, con le loro tre figlie, Andromeda, Bellatrix e Narcissa. Seguite da Rodolphus e Lucius. Infine entrò lo zio Alphard.
“Benvenuti.” Li accolse calorosamente Susan con uno splendido sorriso.
“Gentili ospiti, vi presento mia moglie Susan e i nostri figli James e Star.” Annunciò Henry fiero indicando poi le scale dalle quali stavano scendendo i due fratelli, li raggiunsero in fretta ma con eleganza. Strinsero mani, si scambiarono nomi. Poi Star e Sirius li accompagnarono nella sala da pranzo dove camerieri in abiti antichi erano pronti con vassoi pine di flute di Prosecco e tartine di baccalà mantecato.
In poco tempo arrivarono gli altri ospiti, tutti si salutarono mangiando e bevendo e poi si accomodarono.
Henry a capotavola, alla sua destra Susan, poi Alphard, Orion, Walburga, Cygnus Druella, i coniugi Abbott, Arthur Weasley e Molly, Frank Paciock, Peter, Remus, Sirius e James a capotavola. Alla sua destra, per suo grande stupore e piacere Lily Evans sedeva il più dritta possibile cercando di non sentirsi a disagio in un vestito rosso e oro visibilmente firmato Star. Affianco a lei infatti la sorella del ragazzo se la rideva sotto i baffi.
“Avevi calcolato male la stoffa, eh?” LE chiese in un sussurro James. Lei sorrise furba nascondendolo dietro ad un ventaglio azzurro dal pizzo grigio perla, estratto con grande classe.
Di fianco a Star stava Andromeda con un sorriso compiaciuto e felice, poi Rodolphus, Bellatrix, Lucius, Narcissa, i coniugi Paciock, nonno Phil e nonna Abigail, i coniugi Malfoy, poi i Lestrange subito alla sinistra di Henry.
Vennero serviti gli antipasti di pesce. Schie e polentina bianca perlata per iniziare e a seguire altri assaggi di prelibatezze veneziane.
“Incomincia dall’esterno.” Sussurrò Star a Lily.
“Perché mi hai invitata? Metà delle persone qui mi vorrebbero morta. E poi perché devo stare vicino a tuo fratello?” Replicò Lily tra i denti.
“Devi stare lì altrimenti avresti complicato la disposizione che è già fragile così com’è. Comunque non devi parlare con lui, puoi parlare anche con Sirius.” Rispose la mora. In quel momento il giovane Black di fronte alla Evans le sorrise appositamente provocatorio. Star si era già voltata verso Andromeda e le due parlavano fittamente. La rossa sbuffò e si rivolse a James. “Hai una casa stupenda.” Commentò un po’ fredda.
“E’ dei miei genitori, ma ti ringrazio. La adoro, e piace anche a Star. La maggior parte delle idee per le decorazioni sono ovviamente sue e di Sirius.” Il ragazzo rise piano e poi le sorrise.
“Allora, cosa avete ideato per oggi?” Domandò lei.
“Niente. Cerchiamo di fare i bravi. Abbiamo promesso a Remus, e poi vogliamo fare colpo sui genitori di Sirius.”
“Capisco… e siete certi di riuscirci?”
“Siamo Malandrini, non canaglie. Le promesse le manteniamo, e poi non metteremmo mai nei casini Sirius per uno scherzo. Abbiamo un limite anche noi. Inoltre non necessitiamo sempre di infrangere le regole, oggi te lo dimostrerò.”
“Non sono come le ragazzine che ti corrono dietro, Potter, non sono così facile da stupire.” Sbottò lei.
“Non ho mai parlato si stupirti.” Ribatté James con un sorriso furbo completamente copiato da sua sorella. Che in realtà imitava senza rendersi conto il mezzo sorriso di Sirius. Anche se a James Potter i sorrisi venivano meno audaci di quelli di Sirius ma completi, quindi più allegri.
La cena andò avanti senza intoppi. Le tre sorelle Black avevano un portamento impeccabile così come il resto della famiglia. Sirius riusciva a mantenere lo stesso comportamento e al contempo avere un aria rilassata e inconsapevole del suo fascino. Star reggeva a pieno la situazione. Forse le ci voleva un istante in più a scegliere la forchetta o il bicchiere ma anche quei micro secondi di esitazione erano fluidi, eleganti e graziosi. Era una spruzzatina di fresco venticello estivo nell’aria pesante e afosa della tavolata.
Il resto degli ospiti si comportava con un livello di educazione normale, spesso qualcuno sbagliava posata o bicchiere e altri si sporgevano a parlare con chi era forse troppo in là ma anche questo ravvivava la serata nonostante gli sguardi sprezzanti delle famiglie più altolocate.
Nonno Phil fu un grande eroe riuscendo insieme a nonna Abigail a tenere testa ai Malfoy. Henry non dovette occuparsi dei Lestrange dato che loro si degnavano di parlare solo con i Black di fronte o i Malfoy a lato.
Andò tutto bene. Dolce compreso. Il tiramisù fece gran furore, molti non avevano mai assaggiato la cucina italiana e la cena piacque a tutti.
 
……………..
 
I signori Potter invitarono tutti ad alzarsi con comodo e dirigersi verso il salone da ballo. James e Remus si mossero per primi guidando alcuni invitati. Star prese coraggio e si avvicinò ai Black, Lestrange e Malfoy riuniti a parlottare tra loro con la solita aria sprezzante di chi è superiore a qualunque cosa.
“Prego, se voleste indossare le vostre maschere e seguirmi, vi condurrei volentieri alla nostra Sala da Ballo.” Annunciò cortese con un breve inchino decisamente elegante. Gli invitati le fecero cenno di proseguire e con un gesto fluido la ragazza indicò loro la strada affiancandoli. “Spero che la cena sia stata di vostro gradimento.”
“Era … particolare.” Commentò Walburga fredda studiando ogni dettaglio del suo vestito.
“Chi è il vostro sarto?” Le chiese Bellatrix anche lei intenta a studiare le cuciture e i ricami.
“Oh, i vestiti della famiglia e altri li ho cuciti io stessa, ci tenevo tanto a mettermi alla prova. Non sono all’altezza di un sarto professionista ma è una passione che mi entusiasma molto.” Rispose lei.
“In effetti si può migliorare.” Replicò la madre di Sirius.
“Credo che si possa sempre migliorare in tutto. Prego.” Con un altro gesto del braccio morbido e grazioso Star indicò loro la Sala attorno a loro. Gli occhi di tutti passarono da lei all’ambiente completamente decorato e arredato come una vera sala da ballo di qualche Villa Veneziana. Affreschi alle pareti e sul soffitto, colonne, poltrone, qualche piccolo tavolo di legno. Ogni dettaglio era settecentesco e italiano. Mancava solo Giambattista Tiepolo che dipingeva un quadro in qualche angolo del salone o Goldoni che scriveva su un tavolino oppure Vivaldi che componeva. In quanto a Vivaldi una piccola orchestra posta in una angolo del salone stava giusto eseguendo una sua sonata a quattro. L’atmosfera era perfetta e gli altri ospiti cominciavano ad arrivare e riempire il salone, servendosi di Prosecco o altre piccole delizie dolci e salate dai vassoi portati dai camerieri.
Star si allontanò con calma e cercò tra le ormai molte persone i suoi amici, infilandosi nel frattempo la sua maschera in stile veneziano blu e azzurra decorata in argento a mezzo volto con alcune piume sul lato destro. Li trovò a bere semplice acqua seduti su delle poltrone all’estremo opposto dell’orchestrina, anche loro indossavano maschere veneziane a mezzo volto abbinate ai vestiti ma più maschili.
“Eccomi!”
“Finalmente, unisciti a noi, beviamo acqua come promesso!” Esultò James.
“Mi sembra giusto.” Lei sorrise e salutò Frank Paciock che in quel momento si allontanò dalla compagnia per raggiungere Alice, l’amica di Lily. La rossa li lasciò soli e raggiunse i Malandrini o meglio, Remus e Star.
“Oh… questo non lo sapevo.” Mormorò Star a Lily aprendo di nuovo il ventaglio per indicare con un cenno del mento Alice e Frank senza essere notata da altri.
“E’ una cosa che provano a far andare da un po’. Se riescono a cominciare bene credo che la storia potrà durare a lungo.” Le rispose lei.
“Bene. Quindi non puoi stare con la tua amica questa sera.” Si dispiacque Star.
“Già, ma spero che la proprietaria di casa mi farà compagnia. O anche Remus.”
In quel momento l’orchestra cominciò a suonare un valzer. “In realtà…” Cercò di spiegare piano la mora. “…io e Remus ci eravamo promessi a vicenda il primo ballo.”
“Capisco… andate pure.” Li rassicurò Lily.
I due partirono anche se Remus non proprio felicemente.
 Sirius si guardò attorno e diede un colpetto al braccio di Peter. “Quelli sono i tuoi genitori? Fammeli conoscere.” Gli chiese quasi tirandolo su di peso dalla poltrona e così anche loro si dileguarono.
James la guardò, era così bella in quell’abito rosso e oro. Si abbinava così bene ai suoi capelli e faceva risaltare i suoi occhi verdi. Si chiese come era riuscita sua sorella a farle accettare l’invito. Durante la cena avevano parlato del più e del meno. O meglio lui aveva cercato di farla parlare il più possibile anche se questo aveva significato sorbirsi tutta una sfilza di spiegazioni sui compiti extra svolti per le vacanze ma non gli importava. Gli piaceva semplicemente come lei muoveva le labbra o come si spostava nervosa una ciocca di capelli dietro all’orecchio. Le piaceva anche come si sistemava di continuo il vestito, non sembrava affatto abituata a gonne e corpetti e lui la trovava così carina quando lo faceva.
“Tutto bene?” Lily si era chinata leggermente vero di lui con un aria un po’ preoccupata. Quel Potter era stato fermo per un minuto buona a fissare il vuoto. Non le sembrava possibile, di solito si muoveva così tanto che era quasi difficile distinguere il colore dei suoi occhi. Nocciola, aveva gli occhi nocciola. Buono a sapersi, ma perché poi? Era strano vederlo così tranquillo e ben educato, senza la solita aria furba di chi ha appena messo una manciata di polvere pepata dentro la minestra del primo malcapitato. Li ora, in casa sua, con i suoi amici attorno, pronto a sacrificare una serata di festa per far bella figura con i genitori di Sirius e anche per aiutare Remus a sentirsi meglio. Aveva scritto al suo amico, era stato lui più che Star a convincerla a partecipare al ballo. Certo lei la aveva invitata ma Remus le aveva raccontato quanto organizzare il tutto con i suoi amici lo rendesse felice e lo distraesse dal dolore del suo “Piccolo Problema Peloso”. Forse lui aveva ragione nel pensare di non aver potuto trovare amici migliori. Infondo si dovevano essere impegnati parecchio affinché tutto fosse perfetto, e erano riusciti a distrarre bene il loro amico, si era anche dimenticato di risponderle, o forse non aveva avuto tempo negli ultimi giorni. Incominciò a pensare che probabilmente alcune cose che i Malandrini facevano in maniera così esagerata, gli scherzi, Pasqua, Natale, Capodanno, forse tutte queste cose erano una delle ragioni che facevano andare avanti Remus giorno per giorno. Lui stesso le aveva scritto che era bello svegliarsi al mattino e avere come primo pensiero “Cosa combineranno oggi?” invece di “Quanto manca alla luna piena?”. Star stava con lui anche in quelle notti, le sarebbe piaciuto poter fare altrettanto. Forse, nonostante Remus la ringraziasse spesso e le dicesse quanto era importante per lui sentirsi ascoltato, lei non faceva abbastanza. Come non faceva abbastanza per convincere Severus che i suoi nuovi amici non le sembravano brave persone.
“Si, sto bene, scusami.” Le rispose James in quel momento. Fortunatamente pareva ancora immerso a metà in qualche suo pensiero così lei riuscì a riprendersi dai suoi. “Ti va di ballare?” Le chiese poi alzandosi in piedi e porgendole la mano.
“Non credo di esserne in grado.” Cercò di scusarsi Lily sperando di non essere arrossita, va bene che si vergognava di ballare ma un po’ di contegno non sarebbe stato male!
“A me ha insegnato Sirius qualche giorno fa, mi ha detto che è l’uomo che conduce quindi basta che mi segui, ci sono riuscito io ad imparare i passi base, può riuscirci chiunque.” La incoraggiò lui.
La rossa accettò anche se non di buon grado ma era rimasta troppo sconvolta da quella frase: il signor Potter aveva appena detto qualcosa che comprometteva il suo essere infallibile e migliore degli altri o era solo una strategia di abbordaggio?
Le sarebbe piaciuto andare infondo alla questione ma le era già piuttosto difficile coordinare i movimenti alla musica quindi, al fine di non sembrare totalmente ridicola, si concentrò sul ballo lasciando perdere il resto.
 
………….
 
 
“Star, smettila di lanciare occhiate furtive ai genitori di Sirius.” La rimproverò Remus mentre si preparavano ad un nuovo ballo.
“Non mi noteranno, tranquillo. Voglio solo assicurarmi che non stiano fissando qualcuno con lo ‘Lo Sguardo Della Morte’. Deve essere tutto perfetto, Sirius si sta comportando in maniera impeccabile e noi stiamo dando del nostro meglio.” Spiegò lei.
“A parte che devi non capisco cosa tu intenda per ‘sguardo uccisore eccetera’. Credo che tu sia quella con più possibilità di fare bella figura con i Black. Dovresti metterti in mostra un po’, per far vedere che i Potter hanno classe e sono all’altezza dei Black.”
“Ho detto ‘Lo Sguardo Della Morte’, è quello che fanno quando disprezzano qualcosa nel profondo. Comunque, grande saggio, che mi consigli di fare?”
“Ballare con Sirius. Ballate molto bene voi due, si è visto in questi giorni.”
“E’ solo perché lui è bravo e io imparo in fretta, e avendo imparato da lui è facile avere un intesa.”
“Qualunque sia il motivo siete belli da vedere, e sembrate molto altolocati che è esattamente quello che vogliamo sembrare. Quindi … vai.” La canzone si concluse e Remus la allontanò con dolcezza da sé, fece un inchino per ringraziarla e poi le lasciò la mano. Star prese un respiro profondo e si diresse verso Sirius mentre Remus allontanava Peter portandolo a parlare con Arthur Weasley.
“Rem dice che dovremmo ballare insieme per far bella figura agli occhi dei tuoi genitori.” Sussurrò lei in tono cospiratore. Sirius si ritrovò a pensare che avrebbe potuto anche avere le movenze di una nobildonna ma sarebbe sempre rimasta la solita stramba Star. Sorrise. “Si, proviamoci. Ma lo faremo per bene.” Accettò lui prima di inchinarsi prendendole la mano sfiorandola solo con la punta delle dita e posando un bacio qualche centimetro sopra la sua pelle. “Star Gioia Potter, mi concedete questo ballo?”
Lei sorrise a sua volta, fece una lieve riverenza che aveva un sapore antico quanto lo stile dei loro abiti e dell’ambiente attorno a loro. Fu come se il tempo rallentasse. Tutto attorno a loro sembrava più vero come se con i loro gesti avessero catapultato l’intera sala nella Venezia del 1700. Non c’era sforzo o falsità, i movimenti venivano loro naturali e il tema del ballo prese vita. I due si spostarono al centro della sala con delle movenze così controllate e allo stesso tempo fluide, tipiche. Sembrava di vedere una vera nobildonna e un vero gentiluomo.
La musica cominciò e i loro piedi si mossero, c’era un gioco di sguardi e sorrisi tra loro che rendeva ogni cosa più reale, lo svolazzare della stoffa, la leggerezza dei loro piedi. si divertiva vano veramente.
“Spero che ci stiano guardando.” Mormorò lei senza quasi muovere le labbra.
Sirius la attirò a sé per sollevarla per qualche secondo girando su sé stesso. “Ti svelo un segreto:” La posò a terra come fosse senza peso e poi la allontanò piano per farla tornare a sé subito dopo. “tutti ci stanno guardando, anche quelli che ballano con noi. Quindi sta funzionando.”
Dire che quel ballo fu uno spettacolo magico per i presenti è superfluo. La cosa importante era che ora i Black non toglievano gli occhi di dosso da Star e Sirius. Nemmeno quando la musica per ballare si concluse e i due ragazzi si allontanarono dal centro della sala per parlare con il signor Olivander.
“Che fanno?” Domandò Star mentre dava le spalle ai genitori dell’amico per prendere un calice d’acqua.
“Ci studiano, prendi il vino.” Rispose lui
Con un gesto rapido e impercettibile la ragazza cambiò di poco direzione afferrando con grazia una flute.
“Un'altra regola è: sorseggiare ma non bere, assaggiare ma non mangiare. Non so perché ma secondo mia madre le ragazze non devono mai vuotare il bicchiere o il piatto e non devono mai farsi trovare con la bocca piena.” Le spiegò lui salutando alcuni Weasley.
“Star!” Una piccola freccia blu, azzurra e nera le volò addosso atterrando fra le sue braccia. Fay le era corsa in contro saltandole in braccio e Star la strinse a sé felice. La bambina indossava un abitino che era una copia più piccola e con qualche dettaglio in meno di quello della cugina, i capelli a boccoli erano stati impreziositi con perlina azzurre e le due sembravano, come al solito, davvero parenti consanguinee.
La ragazza la teneva ancora in braccio quando la piccola notò Sirius e subito arrossì nascondendosi sul petto della cugina.
“Fai la timida ora?” Le chiese dolce Sirius chinandosi verso di lei.
Walburga li osservava da lontano. “Chi è quella ragazza?” Chiese a nessuno in particolare ma come al solito qualcuno si prodigò per darle risposta anche se quella volta Andromeda fu ben felice di farlo. “Star Gioia Potter.”
“Questo lo so, sciocca, ce l’hanno presentata tutti orgogliosi all’entrata. Non è, però, realmente figlia dei Potter. L’hanno adottata da tre anni, lo so perché ho dovuto far aggiornare tutti i miei libri. Mi chiedo da dove venga fuori. E’ bella in modo anche troppo particolare e ha il modo di muoversi di chi ha avuto un ottima istruzione. Anche se ci sono delle sbavature qua e là.”
“Dicono che sia orfana e non si sappia nemmeno chi fossero i suoi genitori, è stata abbandonata.” Commentò Narcissa sperando di essere premiata.
“Come fai a saperlo?” Le domandò Andromeda sconvolta.
“Ad Hogwarts le notizie viaggiano in fretta, peccato non frequentare più, avrei potuto scoprire di più.”
“Non importa, Andromeda sembra sapere molto.” La bloccò Walburga girandosi poi verso la più grande delle sue nipoti. “Tu le scrivi, vero? Sei in contatto con lei.” La poveretta fece appena un cenno. “Devo sapere se è purosangue. E’ la cosa più importante ora, e tu mi aiuterai.” Ordinò la donna.
Andromeda sopirò rassegnata, tanto con le torture o con altro prima o poi lo avrebbe saputo.“Io so solo che suo padre era John White e che è morto. La madre non riesce a rintracciarla neppure lei.”
“Quindi è a lei che hai inviato quei libri sulle dinastie purosangue? Peccato. In nessun libro risulta che John White avesse una moglie, tanto meno una figlia. Si pensava che l’intera casata fosse morta con lui, in circostanze sospette ovviamente. In ogni caso sono sicura che ci fossero delle voci su una sua tresca molto pericolosa. Almeno ora sono quasi certa della sua purezza.” Ragionò Walburga ad alta voce.
“Perché, zia?” Chiese Narcissa curiosa.
“Perché John White amava le avventure ma in quanto a donne era un inguaribile romantico, così si diceva. Uno di quegli uomini che cercano ‘l’amore della vita’, si lasciava guidare dal cuore. Eppure le voci che giravano dicevano che la donna che cercava di conquistare fosse pericolosa. Una Babbana o una Mezzosangue non sono mai pericolose, ricordatelo ragazze. Sono solo sporche e una relazione con loro è disonorevole. Niente di più.”
 
……………
 
James si avvicinò al suo amico e a sua sorella. “Hei!” Esclamò notando Fay e salutandola con una carezza gentile. “Sentite un po’ voi due: che avete combinato? Tua madre, Sirius, non smette di guardarvi.”
“Abbiamo cercato di dimostrare che la compagnia dei Malandrini ha dei validi elementi. E credo che abbia funzionato. Di sicuro abbiamo incuriosito mia madre.” Spiegò Sirius lanciando un’occhiata a Walburga, i loro sguardi si incrociarono come due nemici in un campo di battaglia. “Eh già. E’ terribilmente curiosa.” Confermò Sirius. “Probabilmente manderà qualcuno a scoprire di più su di te. Stai all’erta.” Avvertì poi la sua amica.
“Si capo.” Scherzò lei con un sorriso che lasciava trasparire una punta di maliziosità.
“Allora, l’esperimento è riuscito?” Remus si unì all’allegra compagnia.
“Perfettamente.” Gli assicurò Sirius.
“Ma perché devi far diventare curiosa la mamma di Sirius?” Domandò Fay a sua cugina. “Dovete sposarvi?”
Star rise. “Certo che no!” Poi sussurrò all’orecchio della bambina. “Sirius è tutto tuo.” Quella arrossì visibilmente. “E poi,” continuò la ragazza “io amo solo il mio Remus!” Concluse con un occhiolino al suo amico, accertandosi di dare le spalle a Walburga per farlo.
La piccola rise a sua volta. “Posso invitarla a ballare Signorina.” Le chiese allora Sirius con un inchino galante. Fay annuì emozionata e saltò giù dalle braccia di Star lasciandosi poi condurre per mano in pista. Salì sui piedi di Sirius che la fece ballare per un intera canzone.
“Posso avere l’onore?” Chiese James a sua sorella tendendole la mano.
“Certamente.” Rispose lei. Così anche i fratelli Potter si avviarono al centro della pista.
Remus stava osservando le due coppie composte dai suoi amici, sorridendo senza rendersene conto.
“Bhe, almeno ora so che non mentivi al riguardo.” Lily gli si avvicinò.
“Come?” Fece lui preso alla sprovvista.
“I tuoi amici. Forse a me non piacciono ma almeno ora so che non menti quando dici che stai bene con loro.” Spiegò lei.
“Già. Senti: non sono un gran ballerino ma Star dice che fare qualcosa che sia una piccola sfida mi aiuterà a sentirmi meglio. Quindi ti va di ballare?”
La rossa sorrise. “Star dice… Star pensa… vi fidate molto di lei, eh?”
“Ci fidiamo di tutti noi.” Replicò Remus prima di prenderle la mano e condurla a ballare.
Il ballo continuò sereno e Star concesso un ballo persino a Peter. Appena finito Sirius la rapì praticamente per evitare che finisse nelle grinfie di qualche sua parente avida di notizie. Ballarono ancora e dall’altro lato della sala videro anche Lily e James ballare di nuovo tra loro.
Le ultime note erano ancora nell’aria, Sirius fece un inchino e quando rialzò lo sguardo suo padre era lì accanto a loro.
“Vorrei chiederti in prestito la dama, figlio.” Il tono pareva gentile ma nascondeva una minaccia. Star lo rassicurò con un sorriso e Sirius si spostò al lato della pista senza togliere gli occhi di dosso alla strana coppia. Immediatamente Bellatrix e Narcissa lo circondarono.
“Preoccupato?” Chiese la più grande.
“E’ solo un ballo, infondo, cosa c’è da aver timore?” Continuò la minore.
“Sparite. Megere.” Sbuffò Sirius.
Nel frattempo Star si metteva di impegno per seguire ogni singolo movimento di Orion. L’uomo conduce, le aveva spiegato Sirius, la donna segue non si può sbagliare se si sanno interpretare bene i movimenti dell’uomo.
“Posso sapere che cosa vi lega a mio figlio?” Le chiese a sorpresa Orion.
“Siamo amici. Io, lui, mio fratello e Remus fin dal primo viaggio sull’Hogwarts Express.”
“Ah già. Le amicizie su quel treno! Io e il padre di Rodolphus ci siamo conosciuti lì. Hai incontrato i Lestrange? erano con noi quando ci hai condotti in questa sala.”
“Certo.”
“Mia moglie vi ha visti ballare, tu e Sirius. Sembrate molto affini.”
“Sirius mi ha insegnato a ballare, pochi giorni fa. E’ normale che sappia seguirlo bene.”
“Ah, capisco. Eppure ora non siete una pessima ballerina, al contrario. Siete in grado di seguire ogni passo.”
“Vostro figlio è un bravo insegnate.”
“Mio figlio erediterà tutto ciò che ora appartiene ai Black. Voi erediterete solo dai Potter?”
“A quanto pare.”
“Non risultate nell’albero genealogico fino a tre anni fa.”
“Sono stata adottata.”
“Mi dispiace.” Orion la fece girare su sé stessa e poi tornò all’attacco. “E i vostri genitori?”
“Mia madre mi ha abbandonato. Da poco ho scoperto che mio padre era John White. Andromeda, vostra nipote, ha provato a cercarlo nei vostri preziosi archivi ma purtroppo non c’è l’ombra di una moglie accanto al suo nome.”
“Abbiamo molti libri, e tanti archivi. Sicuramente da qualche parte ci sarà qualcosa su vostra madre. Questo Natale consideratevi invitata da noi. Sirius ne sarà felice, e potrà aiutarvi a cercare qualcosa nella nostra biblioteca. Credo sia nel vostro interesse accettare.”
“Non passo il Natale lontana da mio fratello e i miei amici. Mi dispiace, ma vi ringrazio per la cortese offerta.”
“Non è un problema, invitare un paio di persone in più. Saremo lieti di accogliervi.”
“Sembra proprio che io non possa rifiutare allora.” Constatò la ragazza con un sorriso calcolato.
“Bene, allora vi attendiamo. Faremo sapere a Sirius i dettagli, buona serata.” La canzone finì e Orion si dileguò con un inchino.
Sirius la raggiunse immediatamente, nel suo sguardo si leggeva la preoccupazione che il resto del suo viso e i movimenti del suo corpo non lasciavano trasparire, dietro di lui i motivi di tutto quel controllo: le sue cugine.
“Ah, sono un po’ stanca di ballare.” Esordì Star.
“Capisco, sarà meglio uscire a prendere un po’ d’aria.” Sirius colse la palla al balzo, come quando giocavano a Quidditch e si intendevano con gli sguardi. Le porse il braccio perché lei vi posasse il suo e uscirono in giardino facendosi largo tra le due sorelle.
Si allontanarono dalle luci e si appartarono su un ponticello buio. Sirius la abbracciò forte sorprendendola completamente.
“Tutto bene?” Le chiese poi lasciandola andare.
“Certo.” Sorrise lei. “Credi che non sappia tenere testa ad un interrogatorio? Comunque credo di aver perso la partita. Siamo tutti invitati da te a Natale.”
“Come tutti?” Si stupì lui.
“Io te, James, Remus e se potrà anche Peter.”
“Allora credo che tu sia riuscita a segnare un po’ di punti.” Le assicurò lui felice.
“Bene. Vuole che tu mi aiuti a cercare mia madre.” Gli confidò.
“Oh… vogliono sapere se sei Purosangue. Devi averli insospettiti molto.”
“Meglio così. Almeno saprò di più su chi sono. Della serie; non tutto il male vien per nuocere, no?”
“Se ti senti pronta ti aiuterò volentieri. Beh, allora… torniamo dentro?”
Le ragazza annuì e ripercorsero la strada a ritroso, passando accanto ad un punto dove una gondola ondeggiava posata sull’acqua. “Aspetta! Aiutami.” Esclamò lei afferrando un braccio di Sirius nel tentativo di calarsi all’interno della barchetta.
“Wow, piano!” Rise lui sostenendola e poi sedendosi di fronte a lei. “Dunque?” fece dopo un po’.
“Niente, nonna Lea dice che i giri in gondola sono la cosa più bella di Venezia. Volevo provare ad immaginarmene uno. Ok. Possiamo andare.”
Sirius sorrise scuotendo la testa. “Non cambierai mai.” Mormorò aiutandola ad uscire.
“E’ un male?” Chiese lei.
“Tutt’altro.”
 
…………………
 
Gli ultimi invitati se ne andarono alle prime luci dell’alba. Fay era crollata presto ma non prima di aver ottenuto il permesso dai suoi genitori di passare qualche giorno con i suoi cugini. Quindi Star l’aveva portata nel suo letto a dormire.
Ogni cosa sembrava eccessivamente silenziosa. I musicisti se ne andarono e le decorazioni furono subito smantellate. I camerieri portarono via tovaglie piatti e bicchieri. Ogni cosa tornò alla normalità.
“Bhe.” Disse James una volta terminata la pulizia della casa con il sole ormai alto. “Ottimo lavoro. Ora possiamo concentrarci sul vivere appieno questa estate Malandrina. Sarà fantastico!”
I Malandrini risero felici e emozionati. Stanchi morti si avviarono a dormire pieni di sogni e speranze meravigliose per l’estate che era appena cominciata.
 
 
 
 
****
 
Ok, moltissime persone mi hanno chiesto di cominciare il quarto anno…. E io dovevo ancora finire il terzo.
Ma vabbè. Spero di riuscire ad essere più veloce.
Questo capitolo, almeno metà, credo di doverlo dedicare a Rosaria Gori che pochi giorni fa mi ha fatto sentire in colpa per aver smesso di scrivere. Così ho rinunciato a qualche ora di studio ed ecco qui un altro parto.
Ringrazio tutti voi che mi seguite e che siete sempre un forte sostegno con i vostri voti o commenti.
Grazie
Ciao ciao
  
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