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Autore: Elly_46    06/12/2016    7 recensioni
Questa storia è una Fremione con l'aggiunta della Drinny poichè sono le mie coppie preferite e sono convinta che avrebbero potuto esserci. La storia parte dalla fine delle vacanze estive alla tana, prima dell'inizio del quinto anno di Hermione e Draco,il quarto per Ginny e il settimo per i gemelli.
Dal capitolo 13-
> disse lui sbattendolo violentemente sul tavolo e trafiggendola con lo sguardo. A Ginny scappò un’altra lacrima e Draco si sentì debole
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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 << Da questa parte >>  disse una voce all’interno del vicolo. Si voltarono tutti e tre in quella direzione e si diressero immediatamente attraverso la porta socchiusa. L’uomo che la teneva aperta sembrava Silente, ma era impossibile, lui era morto.  Scesero le scale ritrovandosi in una stanza dall’aspetto cupo e lugubre. Sembrava non ci vivesse nessuno. Hermione notò uno specchio rotto da cui intravedeva il volto di Harry.
<< Harry, ti vedo qui dentro >>  disse lei voltandosi verso il moro. Il ragazzo occhialuto annuì e si avvicinò a lei, la parte mancante dello specchio corrispondeva a quella che aveva lui tra le mani. Ron fissava la scena incuriosito, ma appena l’uomo che li aveva aiutati posò da mangiare sul tavolo ci si fiondò sopra.
<< Lei è il fratello di Silente >>  disse Hermione.
<< Aberforth  >>  rispose l’uomo dalla lunga barba.
<< Perché ha questo specchio ? Era di Sirius >>  disse Harry scrutandolo.
<< Già. Mio fratello mi disse che ti saresti arrabbiato se avessi saputo che ce l’avevo io. Eppure, chiediti dove saresti se non ce lo avessi avuto >>  disse lui. Hermione gli lanciò un’altra occhiata. Non sembrava che ad Harry andasse molto a genio.
<< Sa qualcosa dell’ordine ? >>  chiese ancora la ragazza.
<< L’ordine è morto. Mio fratello vi ha assegnato una missione suicida >> 
<< Ma noi ci siamo riusciti – disse Ron – abbiamo già trovato degli horcrux >>
<< E ti sei chiesto quanti ne mancano all’appello, ragazzo ? >> 
<< Se lei ha mollato a noi non importa. Io mi fidavo di suo fratello >>  disse Harry.
<<  Hai riposto la tua fiducia nell’uomo sbagliato, ragazzo. Dovresti vivere un po’ di più – disse voltandosi verso il quadro della ragazza posto sul camino. Era l’unica cosa colorata in tutta la stanza -  tu sai cosa fare >> 
<< Dove l’ha mandata ? >>  chiese Ron.
<< Vedrete. Mio fratello ha sacrificato molte cose per raggiungere il potere. Non dimenticarlo  >>  fece prima di scomparire in una stanza. Hermione e Ron si avvicinarono al quadro da cui si intravedeva la ragazza di prima che si avvicinava nuovamente.
<< Ci ha aiutato. Non ha l’aria di uno che ha mollato >>  sussurrò Hermione. Il quadro si spalancò e ne uscì un Neville piuttosto malconcio ma con un sorriso a trentadue denti.
<< Neville ? >> fece Ron spalancando gli occhi.
<< Ehi, ragazzi >>  disse il moro allegro con un gesto della mano prima di fargli strada all’interno dello stretto passaggio.
 
 
 
 
 
 
 
 

<< Ginny >>  urlò Blaise nel corridoio facendo voltare la ragazza insieme a Lavanda che si trovava al suo fianco.
<< Blaise, che succede ? >>  chiese lei. Sembrava impazzito, il volto più bianco di un cencio. Respirava a fatica.
<< Draco – disse con gli occhi spalancati – Draco è sparito di nuovo. Eravamo vicino al lago nero quando il marchio ha preso a bruciare. Si è accasciato a terra e dopo nemmeno qualche secondo è sparito in una coltre nera >>
<< Com’è possibile ? Che significa ? >>  urlò Lavanda in preda al panico. Si voltò verso l’amica, ma Ginny, si rese conto, aveva lo sguardo perso, vuoto. Sembrava che la sua vitalità fosse stata risucchiata via. Per un secondo Lavanda credette che avesse smesso persino di respirare.
<< Vuol dire che Voldemort l’ha chiamato. Ma perché ? E’ troppo presto >>  disse il serpeverde passandosi una mano tra i capelli. La mano gli tremava leggermente. Cattivo segno. Decisamente cattivo.
<< No – disse la ragazza dai capelli di fuoco con voce gelida – vuol dire che è il momento. Vuol dire che attaccherà stanotte >> 
<< Ma quindi…questo vuol dire che …>> provò il ragazzo.
<< Che loro sono qui >>  finì per lui Lavanda.
<< Dobbiamo avvisare gli altri, e subito >>  disse Ginny tirando fuori dal pantalone nero e attillato che indossava la bacchetta. Lavanda la fissò annuendo velocemente. Pareva essersi vestita apposta per quel giorno. La canotta ,anch’essa nera, le ricadeva morbida indosso. L’aria di maggio  che iniziava a farsi frizzante sulla pelle.
<< Andiamo >>  disse allora toccando una spalla all’amica.
<< Noi ci vediamo dopo. Se è così, dobbiamo essere pronti >>  disse Blaise. Le due annuirono e poi  i tre si divisero.
<< Credi che siano già qui ? >>  disse Lavanda mentre correvano.
<< A chi ti riferisci  ? >>
<< A Ron, Hermione ed Harry >>
<< Non lo so, ma è probabile. Se non fosse così, Draco non sarebbe stato chiamato >>  rispose Ginny. Fece per girare l’angolo, ma si bloccò. Due figure stavano discutendo.
<< Il signore oscuro ha richiamato il giovane Malfoy. Potter e i suoi compagni sono stati avvistati ad Hogsmeade un’ora fa. Sta radunando l’esercito >>  disse la prima voce che Ginny attribuì ad Alecto.
<< Teniamoci pronti >>  rispose l’altra. Lavanda accanto a lei si irrigidì, ma appena le figure sparirono, ripresero a correre.
 
 
 
 
 
 
 
 


<< Non conosco questo passaggio >> disse Harry mentre seguivano Neville all’interno dello stretto corridoio buio.
<< E’ l’unico modo per entrare e uscire, adesso. Piton ha chiuso i sette passaggi segreti prima dell’inizio dell’anno >>  rispose il moro.
<< Com’è come preside ? >>  chiese Ron interessato.
<< Si vede raramente. Piuttosto, ci sono i Carrow a capo della disciplina. Sono mangiamorte, e adorano le punizioni >> 
<< E’ da barbari >>  fece Hermione.
<< Questo non è nulla – ridacchiò Neville – Hogwarts è cambiata, non sapete quanto >> 
<< Dove conduce il passaggio ? >>  chiese ancora Harry.
<< Alla stanza delle necessità. Abbiamo ricompattato l’ES io, Ginny, Lavanda e Luna. Ci esercitiamo da mesi su incantesimi non proprio consoni >>  spiegò il grifone.
<< Consoni ? Che tipo di incantesimi ? >>  fece Ron alzando il sopracciglio.
<< Neville, non mi dirai che…>>  lasciò in sospeso Hermione e il moro le rivolse uno sguardo d’assenso che le fece spalancare gli occhi. Magia oscura. Come l’avevano spiegata ? Doveva essere un’idea di Ginny, e c’era lo zampino di Malfoy, non vi erano altre spiegazioni.
<< Io continuo a non capire >>  sbuffò Ron. Neville sorrise e poi aprì il passaggio parandosi dinnanzi a loro. I ragazzi seduti nella sala alzarono lo sguardo su di lui chiedendosi perché avesse quella faccia, e quando si spostò furono in molti a spalancare gli occhi per la sorpresa.
<< Oh mio Dio >>  urlò Dean esultando alla vista dei tre, mentre una marea di applausi e di fischi riempirono l’aria. Neville scese aiutandoli e i ragazzi li sommersero di abbracci e strette turbolente.
<< Luna >>  disse Hermione e la bionda le piombò addosso.
<< Herm – sussurrò lei – stai bene ? >>  le chiese con apprensione, e dallo sguardo che si scambiò con Neville voleva dire che loro sapevano. Malfoy. Poteva essere ? Che la sua posizione ora fosse chiara ? Ginny sapeva tutto, allora.  Loro sapevano tutto.
<< Ora si >>  disse lei in rimando ricambiando lo sguardo della ragazza che parve sollevata.
<< Ragazzi, perché siete qui ? >>  sorprendentemente fu Seamus a porre quella domanda. La sala ammutolì all’istante, se loro erano lì voleva dire che il tempo stava per scadere.
<< Dobbiamo trovare una cosa. Nel minor tempo possibile >>  disse Harry guardandosi intorno.
<< Cosa ? >> chiese Dean.
<< Non lo sappiamo. Ma ha a che fare con corvonero. Deve essere piccola e facile da nascondere. Avete un’idea ? >>
<< C’è il diadema di Priscilla Corvonero >>  proruppe Luna dopo alcuni minuti di silenzio.
<< Il diadema ? >>  chiese Ron confuso.
<< E’ abbastanza famoso. >>  continuò la bionda.
<< Si, Luna. Ma non c’è anima viva che l’abbia visto >>  disse Cho.
<< Cos’è un diadema ? >>  chiese Ron.
<< E’ una specie di coroncina >>  disse Hermione. Il rosso annuì, stava per ribattere quando la porta della stanza si aprì con un tonfo e Ginny e Lavanda corsero dritte tra loro. Non vedeva la sorella e la sua ragazza da mesi, ora erano lì e gli sembrava di poter respirare di nuovo. Un macigno al petto che si dissolveva in pochi secondi.
<< Ron >>  sussurrò Lavanda con un’espressione di puro sollievo negli occhi precipitandosi poi su di lui baciandolo forte, con tono disperato.
<< Mi sei mancata da morire >>  disse lui continuando a stringerla.
<< Anche tu >>  sussurrò lei sulle sue labbra. Hermione li guardava sorridendo. Era felice per loro, ma si chiese dove fosse Fred, se l’avrebbe rivisto, se stava bene anche lui. Si voltò, Ginny la guardò, era diversa dall’ultima volta che l’aveva vista. La figura davanti a lei le ricordava a mala pena la ragazzina che aveva conosciuto anni prima. Aveva negli occhi lo sguardo di chi ha affrontato una guerra ed era pronta ad affrontarne un’altra. Percepì Harry accanto a lei stupirsi di pura sorpresa alla vista della rossa, doveva aver pensato le stesse cose che aveva percepito lei. Malfoy l’aveva cambiata, e da quello che Hermione vedeva, in meglio. Lavanda e Ron si erano separati ma restavano mano nella mano. Hermione capiva perfettamente, il bisogno di tenersi legati a lungo dopo non aver avuto alcun contatto per un tempo infinito. Vide il rosso muover la bocca per dire qualcosa alla sorella, ma Neville lo precedette.
<< Ginny >>  sussurrò il moro leggendo nello sguardo della ragazza una strana sensazione.
<< Piton lo sa. I Carrow lo sanno che vi hanno avvistato ad Hogsmeade. Voldemort ha richiamato le forze >> disse Ginny con voce gelida.
<< Cosa ? >>  spalancò gli occhi Ron.
<<  Li abbiamo sentiti mentre venivamo qui >>  confermò Lavanda.
<< Dobbiamo muoverci >>  disse Hermione voltandosi in direzione del moro. Harry annuì impercettibile continuando a guardare in direzione della ragazza.
<< Ginny >>  sussurrò appena, ma lei lo ignorò tornando a guardare Neville.
<< Neville >>  disse lei. Il moro la fissò in attesta. C’era qualcosa che non andava. Lo capiva dai suoi occhi, mancava qualcosa.
<< Ha richiamato le sue forze. Lui non  è qui >>  disse Ginny. Neville spalancò gli occhi così come Luna. Hermione  capì perfettamente di chi stesse parlando e si limitò a fissare Ginny con la gola secca. Vide Lavanda che sembrava divorarsi il labbro pur di non dire nulla. Harry sembrava in trans. Non andava bene. Nulla stava andando bene in quel momento.
<< Da quanto ? >>  disse Neville a Ginny.
<< Un paio d’ore al massimo. Non abbiamo tempo >>  rispose la rossa.
<< Ma – proruppe Luna – anche, anche Bl…>>
<< No. E’ qui >>  la bloccò Lavanda  e la bionda annuì.
<< Cosa succede ? Io non vi capisco. Di chi state parlando ? >>  fece Ron interrompendoli.
<< Ok. Decidiamo cosa fare. Harry, devi trovare il diadema. Noi avvisiamo qualcuno, facciamo qualcosa. Non c’è tempo. La guerra sta per cominciare >>  disse Neville. La stanza passò dal silenzio più profondo, al caos più totale.
 
 
 
 
 




<< Mi è giunta voce – sibilò Piton – che il signor Potter sia stato avvistato ad Hogsmeade questa sera. Pregherei, chiunque di voi sappia qualcosa, di farsi avanti. Subito >> . La folla di studenti prese a mormorare tra di loro, si guardavano increduli, davvero Harry Potter era lì ? Piton zittì il trambusto proprio quando una figura fuoriuscì dalle righe. Harry era lì, lo guardava con gli occhi verdi colmi di rabbia, non pensava potesse davvero arrivare ad odiarlo a quel modo. Ma dopo quello che aveva fatto a Silente, dubitava che potesse davvero provare altro.
<< Perché non dice come  è andata quella notte ? Lei lo ha ucciso >>  urlò il moro. Il vociare divenne più insistente e Piton alzò la bacchetta non appena le porte si spalancarono, e l’ordine entrava all’interno. La Mcgranitt si mise tra loro puntando la bacchetta contro Piton, lo sfidò per prima.
<< Combatti >>  disse gelida la donna. L’uomo la fissò, gli occhi scuri che trasudavano qualcosa che non riusciva a riconoscere. All’ennesimo attacco, sparì nella coltre nera. La Mcgranitt illuminò la sala, il boato di gioia che esplose all’interno della sala grande fece sorridere Harry, sebbene la sensazione durasse pochissimo.
<< Potter >>  fece la professoressa.
<< Professoressa >>  rispose lui.
<< E’ un piacere rivederla >> 
<< Anche per me >> sorrise il moro.
<< Di cosa hai bisogno ? >>  chiese la donna apprensiva.
<< Tempo. Ho bisogno di un po’ di tempo >>  disse Harry voltandosi a guardare gli altri. Ron ed Hermione erano appena arrivati all’ingresso della sala grande e l’amico si era piombato a salutare i genitori, mentre la ragazza si guardava intorno alla ricerca di Fred.
<< Vedrò cosa posso fare >>  disse la Mcgranitt prima di ordinare agli studenti cosa fare. Lui si allontanò mentre intorno a lui la folla si accalcava e ognuno iniziava a correre in  direzioni differenti. Tutto era in fermento.  Vide persino alcuni del primo anno correre per la sala, e si chiese se stessero capendo davvero a cosa stavano andando incontro quella notte.
<< Harry >>  disse Hermione raggiungendolo all’esterno della sala grande insieme a Ron.
<< Dobbiamo dividerci >>  disse lui.
<< Dove stai andando ? >>  chiese Ron.
<< Devo trovare il diadema. Inizierò dalla sala comune di corvonero >>  rispose il moro iniziando a salire le scale.
<< Harry, aspetta >>  urlò Hermione.
<< Cosa c’è ? >>
<< Non serve trovare l’horcrux se non possiamo distruggerlo >>  disse Ron. Il moro sembrò pensarci un secondo. I buoni propositi che se ne andavano al vento.
<< Al secondo anno hai distrutto il diario con un dente di basilisco. Dobbiamo procurarcene un altro >>  disse Hermione.
<< Voi pensate al dente. Io penso a trovare il diadema >>  fece il moro annuendo e riprendendo a correre su per le scale. I due si guardarono annuendo e girandosi indietro. Dovevano andare alla camera dei segreti.
<< Ron >>  urlò Lavanda. Il rosso si voltò vedendo la ragazza andare verso di lui.
<< Che succede ? >>
<< Vengo io con te >>  fece lei.
<< Lav, è tropp…>>
<< Non dirmi che è troppo pericoloso, Weasley. Siamo in guerra >>  fece stizzita lei facendo sorridere Hermione e deglutire il ragazzo.
<< Io…d’accordo >>  sussurrò il rosso intrecciando le dita con le sue.
<< Andate. Io cerco Ginny >>  disse Hermione con un cenno del capo prima di dare la coppa a Ron e di iniziare a correre dalla parte opposta.
 
 
 
 
 





 << Ginny >>  sussurrò Harry afferrandola per un braccio sul quarto pianerottolo interrompendo la sua corsa. Lei si voltò. Non l’aveva nemmeno visto.
<< Stai bene ? >>  le chiese ancora.
<< Certo. Ho fretta >>  disse lei scostandosi dalla sua presa e prendendo a guardarsi intorno con fare nevrotico, era come se cercasse qualcosa disperatamente, glielo leggeva negli occhi. Poteva quasi avvertire il senso di frustrazione che sembrava riempirla.
<< Dove vai ? >>  chiese il moro.
<< Sto cercando Neville >>  disse lei allontanandosi di un paio di passi.
<< Harry >>  si intromise la voce squillante di Luna che era giunta alle loro spalle.
<< Sta attenta >>  disse il ragazzo a Ginny prima che lei scomparisse dalla sua vista e lui alzasse lo sguardo su Luna.
<< Che c’è, Luna ? >>  disse subito riprendendo a salire le scale. Aveva ancora il viso di Ginny in testa, forse, dopo tutto quello che stava per accadere, se fosse sopravvissuto, lei lo avrebbe perdonato.
<< Dove corri ? Stai andando dalla parte sbagliata >>  disse la bionda.
<< Luna, non ho tempo per verificare quale sia la parte giusta o sbagliata devo…>>
<< Devi starmi a sentire. Devi parlare con qualcuno che è morto, Harry. Elena Corvonero. La figlia di Priscilla, lei sa dov’è nascosto il diadema >>  disse Luna esasperata. Il moro si bloccò sul posto voltandosi verso di lei e dedicandole finalmente la giusta attenzione. Parve illuminarsi.
<< Dov’è ? >> 
<< Alla torre >> disse lei.
<< Grazie, Luna >>  sussurrò prima di riprendere a correre come un matto. Il tempo scorreva.
 
 
 
 
 
 





Correva. Il cuore in gola che le faceva dolere il petto. Una sola domanda rimbombava nella sua testa. Dov’era ?  Perché non era apparso insieme all’ordine ? Stava bene ? La testa le vorticava tanto dal pensare insistentemente. Si fermò di colpo reggendosi a una colonna bianca, si portò una mano al petto, le faceva male, malissimo. La mancanza d’aria che le bruciava i polmoni come se avesse corso in una mattina gelida e l’aria le fosse entrata fin nelle ossa. Si guardò intorno mentre gli altri riprendevano a correre, non lo trovava, aveva cercato ovunque. Non vedeva nemmeno Ginny. Riprese a camminare fino ad incrociare Bill e Fleur che mano nella mano stavano ascoltando Remus che li divideva in gruppi da due. Non si sarebbero mai separati, era ovvio. D’un tratto si sentì tirare all’indietro e perse l’equilibrio, credette di stare per cadere, ma qualcuno la tenne in piedi. Avrebbe riconosciuto quel tocco ovunque, anche in mezzo a una miriade di altri tocchi. Si voltò con il cuore che riprendeva un ritmo accelerato. Lui era lì. Davanti a lei, gli occhi verde smeraldo con quel tocco d’ambra che li rendevano unici ai suoi. Il respiro le si bloccò in gola, non riusciva a proferire parola. L’unica cosa che sentiva era quel peso allo stomaco che si scioglieva. Voleva urlare e saltargli addosso, ma l’unica cosa che fece fu piangere. Non riusciva a controllare le sue emozioni, ne tanto meno le sue reazioni. Erano mesi che non lo vedeva, aveva vissuto solo per lui, era viva perché ogni volta che aveva rischiato la vita aveva lottato stringendo i denti sapendo che sarebbe tornata da lui alla fine. Ora era lì. Era tornata da lui, e tutta la fatica fatta per arrivarci le stava piombando addosso. Fred. Era così bello che le faceva male ogni cosa, persino gli occhi al solo guardarlo. Lui non resistette più e le prese il viso tra le mani baciandola con impeto, ignorando le persone che li sospingevano intorno a loro perché correvano. Il tempo era fermo, immobile, congelato in quell’istante di infinita bellezza che erano le loro labbra unite. Nulla importava più che averlo lì, poterlo toccare per davvero, sapere che era reale, che era davvero tornata da lui.
<< Non sapevo che fossi così brutto da farti piangere >>  le disse lui appena si scostarono per riprendere fiato. Lei rise asciugandosi via le lacrime. Gli diede un colpo al petto restandogli attaccata addosso, la paura di scostarsi era troppa.
<< Idiota – sussurrò Hermione – ti vedo dopo mesi, e la prima cosa che mi dici è una battuta ? >> 
<< Non sarei io, altrimenti >>  ridacchiò il rosso.
<< Ti amo >>  gli rispose lei. Fred sorrise, di quei sorrisi che ti scaldano il cuore e le ossa.
<< Ti amo anch’io. E non hai idea di quanto sia stato preoccupato per te in questi mesi >>
<< Anch’io ero preoccupata per te. Al matrimonio ti ho visto perdere i sensi sotto i miei occhi, e ho avuto paura di perderti. Paura che ti fosse successo qualcosa >>  disse Hermione apprensiva accarezzandogli il volto.
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<< Non voglio che tu mi dica addio adesso >>  disse lei spaventata.
<< Tu lo sai che ti amo. Più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non me lo perdonerei mai se non te lo dicessi un’ultima volta >>  disse Fred poggiando la fronte contro la sua.
<< Non è l’ultima volta. Non deve esserlo >>  disse lei scuotendo il capo. Lui sorrise. Era così bella che gli riempiva il cuore, sapeva di poter fare qualsiasi cosa avendo lei. Lei era sua. Nessuno avrebbe mai cambiato tutto quello. Le diede un altro bacio dolcissimo che più che farla felice la ferì, forse, perché sapeva troppo di “prendilo come ultimo se non dovesse andare come vogliamo”.  Hermione annuì con le lacrime a bagnarle le guance, poi si scostò da lui e vide George e Angelina che si avvicinavano velocemente.
<< Dobbiamo andare >> disse George a Fred. Il rosso annuì.
<< Ti amo >>  gli disse lei, un’ultima volta.
<< Lo so >>  sorrise lui.
 
 
 
 
 
 
 
 


<< La Mcgranitt ha alzato le difese. Dobbiamo distruggere il ponte >>  disse Neville. Seamus e Dean alle sue spalle annuirono e si prodigarono a fare qualche incantesimo di difesa intorno alla zona.
<< Neville >>  disse Ginny arrivando di corsa.
<< Ginny >>  rispose lui. La ragazza fece per parlare, ma qualcosa la bloccò. Fissava dritto dietro le spalle del moro che si voltò immediatamente. Un gruppo di mangiamorte era al di là dello scudo innalzato dalla professoressa.
<< Sono qui >>  fece Seamus col cuore in gola.
<< Possiamo farcela. Sappiamo usare le loro stesse armi >>  disse Neville. Ginny lo affiancò, sembrava inferocita e senza il minimo filo di timore a sfiorarla. Il moro si chiese come fosse possibile in quella situazione avere i nervi così rilassati. Forse la risposta era un biondino che adesso chissà cosa stava facendo, ma non ci fece troppo caso. L’impressione che Neville ebbe di Ginny, fu quella di trovarsi davanti non la sua amica, ma un’amazzone agguerrita.
<< Ci siamo >>  fece Dean impugnando la bacchetta. Ginny la strinse tra le dita. Gli occhi più affilati di un coltello.
 
 
 
 
 




<< Ron – sussurrò la riccia dietro di lui – questa è  . . . >> 
<< Si, è la camera dei segreti >> rispose istintivo lui.
<< Allora è vero. Harry l’ha davvero ucciso >>  disse Lavanda guardando con un leggero timore lo scheletro del basilisco davanti a lei. Il rosso si avvicinò e gli staccò un dente. Lo fissò. Qualcosa che a prima vista sembrava inutile, era in realtà ricco di potere.
<< Dobbiamo distruggere la coppa >>  fece il rosso avvicinandosi alla ragazza. Poggiò la coppa d’oro in terra e poi porse il dente alla sua ragazza. Lei spalancò gli occhi. No. Non poteva volerlo far fare a lei. Scosse piano il capo.
<< No, Ron. Io non posso >>
<< Si che puoi – le disse il ragazzo prendendole la mano – io ho fiducia in te, Lav >>. Lavanda, sebbene riluttante, afferrò il dente appuntito offertole dal fidanzato e si chinò alzando il braccio per prendere la mira. Doveva colpire una volta sola. Si scambiò uno sguardo di intesa con Ron e poi colpì. La coppa si crepò facendone uscire un fascio di luce e schizzò via. D’improvviso al camera sembrava essersi svegliata da sola, e le acque iniziarono a muoversi. Ron afferrò Lavanda con una mano e la trascinò via da lì.
 
 
 
 
 
 
 




<< Che cos’hai ? >>  gli chiese la dama grigia vedendolo afflosciarsi vicino alla parete con il respiro affannato.
<< Ne hanno distrutto un altro >>  sussurrò lui.
<< Tu li senti >> constatò lei. Harry annuì appena. Rivolse gli occhi verdi al fantasma, doveva credergli ora.
<< Elena, ti prego. Ho bisogno che tu mi dica dov’è >>  disse ancora, mentre un forte boato rimbombava nella torre. Alzò lo sguardo, la barriera iniziava ad avere delle falle. Erano arrivati.
<< Lui è qui – sussurrò la donna – tu lo avverti più degli altri >>
<< Devo distruggerlo, Elena. Aiutami >>  disse ancora il ragazzo.
<< E’ strano. Tu me lo ricordi >>
<< Mi aiuterai ? Tu vuoi che tutto ciò finisca. Lo voglio anch’io >>  fece Harry. Un altro boato ruppe il silenzio della torre.
<< E’ nel posto in cui tutto è nascosto – fece il fantasma – Se chiedi, non lo saprai mai, se lo sai, devi solo chiedere >>  recitò prima di scomparire. Harry sentì il respiro farsi più veloce. La stanza delle necessità. Doveva sbrigarsi.
 
 
 
 
 
 
 





<< Ron >>  urlò Hermione appena lo vide.
<< Herm >>  disse lui raggiungendola insieme a Lavanda.
<< L’avete distrutto ? >>  chiese la riccia. I due annuirono prima di voltarsi di scatto. Alcuni ragazzi correvano all’interno del portone principale.
<< Sono qui >>  sussurrò Lavanda.
<< Dov’è Ginny ? >>  chiese Ron ad Hermione.
<< Non lo so. Ho visto solo Fred. Credo sia con Neville >>  rispose lei.
<< Dovete trovare Harry >>  li interruppe Lavanda.
<< Ma tu..>> provò Ron.
<< Noi ci vediamo dopo. Andate >>  disse lei. Ron la tirò a se dandole un ultimo bacio prima di scambiarsi uno sguardo con Hermione e andare in un’altra direzione. Lavanda li vide scomparire dietro a una fila di colonne e a quel punto tirò fuori la bacchetta. Luna le si avvicinò.
<< Sei pronta ? >>  le chiese la bionda.
<< Dobbiamo esserlo >>  rispose la grifona. Non avevano tempo per decidere se fossero pronti o meno. Il tempo, non era un lusso che potevano permettersi. Non in quel momento, non  sapendo che poteva essere l’ultima notte della loro vita. La bionda tirò fuori la bacchetta e si mise schiena contro schiena con l’amica. Il tempo di chiudere gli occhi e sospirare, e una schiera d’ombre le circondò. Erano entrati.
 
 
 
 
 
 
 
 



Stava guardando il passatoio sotto di lui, c’era qualcosa di strano nell’aria. Tutti quei rimbombi non gli piacevano. Le difese stavano crollando, non avevano più tante speranze se continuava in quel modo. Si sentì strattonare di colpo, fece per sguainare la bacchetta, ma appena vide quella chioma bionda si fermò.
<< Draco >>  disse prima di stritolarlo.
<< Zab, piantala con le smancerie >>  ringhiò il biondo facendolo ridacchiare.  Era il suo migliore amico, e non sarebbe cambiato mai.
<< Che ci fai qui ? No, aspetta. Se tu sei entrato vuol dire che…>>
<< Che sono entrati, Blay. Sono ovunque. Devi aiutarmi, devo trovare Ginny >>  disse Draco.
<< Non la vedo da qualche ora. L’ho avvisata che eri scomparso e poi non l’ho più vista. Potter e company sono qui >>
<< Lo so che sono qui. Perché credi che sia tutto precipitato in questo modo ? Devo trovarla prima che le accada qualcosa. Hanno l’ordine di uccidere, Zab >>  ringhiò il biondo.
<< Maledizione >> digrignò il moro.
<< Devi aiutarmi. Non dobbiamo dare nell’occhio. Voldemort si aspetta che i serpeverde si rivoltino contro la scuola e che aiuteranno i mangiamorte >>  disse il biondo.
<< Quindi siamo coperti >> fece Blaise.
<< Solo fino  a che non capisce che non siamo dalla sua parte. Io ho anche il marchio, devo stare più attento >>
<< Ok. Allora, cosa facciamo ? >>  chiese il moro.
<< Combattiamo. Non diamo nell’occhio mentre li contrastiamo, e sai che c’è solo un modo. Io devo trovare anche Ginny >>   disse Draco.
<< Ok. Andiamo >>  fece Blaise.
 
 
 
 
 
 
 




<< Non riesco a trovarlo da nessuna parte. Non può essere scomparso nel nulla >>   disse Hermione.
<< Nemmeno io. Ho provato alla sala comune di corvonero, ma niente >>  rispose Ron. Aveva il fiatone. Stava correndo in cerca di Harry da quasi venti minuti, ma del moro non c’era traccia. Senza contare il fatto che molti mangiamorte erano entrati nel castello, e il fracasso dello scontro arrivava anche da loro.
<< Dove può essere andato ? >> 
<< E  se fosse nella stanza delle necessità ? >>  disse poi Ron all’improvviso. Hermione alzò gli occhi su di lui passandosi una mano tra i capelli  annuendo.
<< Può essere >>  disse lei. Insieme iniziarono a dirigersi in direzione del corridoio.  Il muro era come sempre, nessuno immaginava cosa ci fosse dall’altro lato a meno che non lo sapesse. Ron chiuse gli occhi iniziando a pensare. Hermione lo osservava, era fiera di lui. Ron era diventato un’altra persona in quel periodo, stavano crescendo più velocemente del previsto. Forse, la guerra faceva quell’effetto particolare. La forma di un portone prendeva vita dinnanzi a loro interrompendo i suoi pensieri. Si aprì, rivelando una stanza piena di cianfrusaglie. Fecero per entrare, ma Harry apparve davanti a loro correndo. Il diadema tra le mani.
<< L’ho trovato >> disse subito. Ron tirò fuori dalla tasca il dente del basilisco lanciandoglielo al volo. Il moro lo afferrò e piegandosi lo piantò dritto all’interno del cristallo nero contenuto sul davanti del diadema. Il rumore del cristallo che si frantumava riempì l’aria attorno a loro e un fumo denso e nero prese vita uscendo a fiotti. L’anima di Voldemort era nera, come ci si sarebbe aspettati. Harry sembrò sentirsi male e cadde all’indietro. Ron spinse via l’oggetto lanciandolo all’interno di quella stanza, dove gli oggetti presero a cadere l’uno sull’altro. Prima che si riversassero all’esterno la porta si chiuse con un tonfo. Si voltò verso il suo migliore amico che ora si teneva il petto e respirava velocemente. Si avvicinò a lui, Hermione già inginocchiata accanto al moro.
<< Stai bene ? >>  gli chiese. L’altro annuì piano.
<< Sono entrati, Harry – disse Ron – sono qui >>
<< Lo so >>
<< Entra dentro la sua testa. Chiudiamo questa storia, stanotte >>  disse ancora il rosso. Harry si scambiò uno sguardo d’intesa con Hermione prima di chiudere gli occhi. Lo vedevano tremare leggermente, chissà cosa stava guardando. Non era consentito saperlo. Quando aprì gli occhi, vi era il puro orrore nelle iridi verdi.
<< Cos’hai visto ? >>  chiese Hermione col fiato in gola.
<< So dov’è. Il serpente. E’ lui l’ultimo horcrux >>  disse Harry. Ron ed Hermione si scambiarono un’occhiata.
<< C’era da aspettarselo che uno se lo sarebbe tenuto con lui >>  disse Ron.
<< Andiamo. Dobbiamo metterci un punto >>  fece Hermione aiutando Harry ad alzarsi. 
 
 
 
 
 
 
 




<< Bel colpo, Percy >>  disse George al fratello ridacchiando. Chi l’avrebbe mai detto che quel secchione ci sapesse fare con la magia, nel senso letterale.
<< Cosa ti aspettavi ? >>  ribeccò l’altro.
<< Forse che ti schiantassi da solo >>  disse Fred ridendo.
<< Colpo basso >>  disse George colpendo un mangiamorte in avvicinamento. Si mise schiena a schiena con Angelina accanto a lui.
<< Pensa a combattere >>  disse la moglie. Gli faceva un effetto strano sapere che era sua moglie, ma nulla lo avrebbe reso più felice.
<< Non sono Ron >> disse Percy per rispondere alla battuta di Fred. Questi lo guardò ammirato, da quando suo fratello faceva le battute ? Si voltò a guardarlo, la risata ancora sulle sue labbra. Fece per ribeccare con una delle sue solite espressioni ad affetto quando sentì qualcosa alle sue spalle. Un rumore strano, sembrava qualcosa che si staccava. Il pavimento sotto i suoi piedi tremò forte causandogli un giramento di testa, Percy con gli occhi spalancati, George urlò qualcosa che non sentì per via del rumore che ne susseguì. Vide Angelina portarsi una mano alla bocca. Si voltò di scatto non sentendo più nulla. Il muro interno dell’ingresso incombeva su di lui, secondo dopo secondo sempre più vicino. Chiuse gli occhi stringendoli. Ogni momento della sua vita gli stava passando dinnanzi. Suo padre, sua madre, i suoi fratelli, il modo in cui ognuno di loro era unico e raro, George e le cavolate che avevano fatto assieme, il legame che li avrebbe uniti sempre, Ginny, la sua sorellina. La adorava, avrebbe fatto di tutto per lei, per ciò che era diventata, ne andava fiero. Hermione. Lei era il suo ultimo pensiero. Lo sarebbe sempre stata, qualsiasi cosa fosse accaduta. Era l’amore della sua vita, e se c’era qualcosa di buono che aveva fatto, era stato innamorarsi di lei. Avvertì ancora una volta l’effetto che aveva passare le proprie dita sulla sua pelle morbida. Lui amava quella pelle, quelle labbra, amava ogni cosa di lei. Quegli occhi cioccolato che gli facevano nascere un sorriso ogni volta che li fissava.  Vide tutto buio intorno a lui, mentre l’ombra del muro copriva ogni sprazzo di luce. Sentì le urla di Ron, e prima che un fragore gli spaccasse i timpani, avvertì solo la voce di Hermione.
<< Fred >>  urlò la ragazza con tutto il fiato che aveva in corpo, mentre il muro crollava inesorabile sul ragazzo che amava.  
 
 
 
 
 
 
 



<< Non ci credo. L’abbiamo fatto davvero >>  urlò Seamus.
<< Non dirmi che ti dispiace. Quelli volevano ucciderci >>  ribeccò Dean con il fiato a mille.
<< Col cavolo che gli dispiace. Ci stavo rimettendo le penne anche io >>  sibilò Neville mentre Ginny lo aiutava a tirarsi su.
<< Stai bene ? >>  gli chiese lei.
<< Si. Ma credo che dovremmo andarcene da qui >>  fece il moro.
<< Concordo. Gli altri hanno bisogno di una mano >>  disse Dean.  Seamus annuì, e aiutando anche lui Neville iniziarono ad avviarsi guardandosi intorno. I rumori della battaglia che perforavano l’aria. Le difese della Mcgranitt completamente distrutte. 
<< Fa venire i brividi >>  sussurrò Neville osservando l’aria intorno a loro, nel mentre stavano già raggiungendo l’interno del castello.
<< Puoi dirlo forte, amico >>  disse il ragazzo di colore.
<< Voi andate. Io devo fare una cosa prima >>  disse Ginny fermandosi di colpo. Neville si voltò verso di lei.
<< Ginny, non è prudente girare da soli adesso >>
<< Lo so, ma devo. Tu lo sai >>  fece lei. Il moro annuì, e lei ricambiò lo sguardo. “Sta attento” gli stava dicendo, e lui lo sarebbe stato. Ginny si voltò prendendo le scale esterne. Aveva una sola destinazione in mente, non l’avrebbe fermata nessuno.
<< Dove sta andando ? >>  chiese Seamus.
<< A fare ciò che facciamo noi >>  rispose Neville.
<< E sarebbe ? >>  disse Dean perplesso.
<< Salvare qualcuno >>  rispose il moro riprendendo a camminare. Gli altri due si scambiarono un’occhiata prima di seguirlo all’interno del castello.
 
 
 
 
 
 




<< Reducto >>  urlò una voce all’improvviso sovrastando quella di Hermione. Il tempo parve essersi fermato di colpo. Il muro, a pochi centimetri da Fred, si sbriciolò in polvere. Il ragazzo cadde a terra di riflesso, mentre George sembrava ancora sul punto di crollare. Percy si voltò cercando di capire chi avesse salvato la vita a suo fratello, e la cosa lo lasciò di sasso. Angelina era più sorpresa di prima. Ron ed Harry si voltarono in sincrono e quello che videro li lasciò senza parole. Hermione corse da Fred aiutandolo a rimettersi in piedi e spolverandogli i capelli si voltò insieme a lui in direzione di chi aveva lanciato l’incantesimo. Draco Malfoy era lì. La bacchetta ancora sollevata in aria a metà, lo sguardo affilato di chi cercava qualcosa. Alle sue spalle c’era Blaise che sembrava avesse corso una maratona.  Il biondo abbassò la bacchetta incrociando vari sguardi increduli che si erano congelati su di lui.
<< Malfoy – disse Hermione in un sussurro – grazie. Per tutto >>. Il serpeverde sembrò sorpreso per quelle parole. Volevano dire solo una cosa. La Granger sapeva tutto. Lui annuì e poi fece per voltarsi verso Blaise che gli scoccò un’occhiata stranita. I presenti fissavano ancora la scena attoniti, sembrava qualcosa di incomprensibile ai loro occhi. Non poteva dargli torto, loro non conoscevano la verità, non sapevano nulla. Per loro era semplicemente contro natura che un Malfoy avesse appena salvato la vita a un Weasley. Fece un passo indietro voltandosi, Blaise annuì, stava per andare quando una voce lo richiamò. Si voltò, Fred Weasley lo stava guardando.
<< Malfoy – disse il ragazzo dai capelli rossi – dov’è mia sorella ? >>. Il biondo sbattete gli occhi. Glielo stava chiedendo davanti a tutti ? Sul serio ? D’altronde, non poteva non biasimarlo, non sapeva se sarebbero sopravvissuti a quella notte, non aveva molto senso continuare a fingere.
<< Non l’hai vista ? >>  rispose allora Draco spalancando gli occhi con tono esasperato. Nessuno l’aveva vista ? Dove diavolo era quella ragazzina ? Vide il volto degli altri Weasley farsi bianco come un lenzuolo, dubitava che lenticchia stesse capendo qualcosa, ma probabilmente gli altri due si. Potter era, beh, era semplicemente Potter. Lo fissava con gli occhi fuori dalle orbite cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle. Forse ci stava arrivando, ma non voleva ammetterlo.
<< Credevo fosse con te >> disse ancora Fred.
<< Che significa ? >>  proruppe Ron all’improvviso. Stava forse impazzendo ? No, doveva essere un incubo.
<< Maledizione – ringhiò il biondo – Blay, tu sai cosa fare >>
<< Draco, sei sicuro ? >>  chiese il moro per conferma.
<< Va >>  disse solo l’altro, e l’amico iniziò a correre all’esterno della scuola.
<< Draco – lo richiamò Weasley facendo spalancare non solo gli occhi del serpeverde, ma anche quelli degli altri, se fosse possibile spalancarli più di quanto già non fossero – Trovala >>
<< Tu cerca di non crepare, Fred >>  disse il biondo facendo fare all’altro un ghigno divertito, prima di voltarsi e allontanarsi alla svelta da lì.  Se Ginny non era nemmeno là, questo voleva dire che c’era un solo posto in cui poteva essere. Dove ogni cosa aveva avuto inizio.  
 
 
 
 
 
 
 



<< Fred, stai bene ? >>  chiese Hermione guardandolo un’altra volta. Il rosso la stava guardando con un’intensità tale da stravolgerla, le doleva il petto al solo incrociare quegli occhi meravigliosi.
<< Sto bene, ma devo dirti…>>  provò carezzandole il viso concentrato, prima di venire surclassato dalla voce di Harry.
<< Hermione, dobbiamo andare >>  disse il moro che insieme a Ron era  a pochi metri di distanza.
<< Si, arrivo >>  fece lei tornando a guardare Fred. Il rosso scosse la testa con aria pesante.
<< Io devo dirtelo, perché non so se ti rivedrò >> 
<< Perché ? Stai bene, Malfoy ti ha salvato la vita, non pensarlo nemmeno per un singolo istante >>  fece lei con voce incrinata.
<< Lo so, ma ho bisogno di dirtelo lo stesso >>  ripetè lui, mentre di colpo altri mangiamorte entravano e sentì Ron imprecare malamente.
<< Dirmi cosa ? >>  chiese con il cuore in gola. Fred le afferrò il volto con le mani portando la sua fronte a contatto con la propria.
<< Quello che stavo per dirti al matrimonio, quando tutto è andato a rotoli e ho davvero creduto di non poterlo fare più – sussurrò lui  guardandola negli occhi – devo farlo ora. Non posso rischiare che tutto crolli un’altra volta >>
<< Fred >> sussurrò con voce spezzata e le lacrime che le riempivano gli occhi.
<< Sposami – esalò lui facendole spalancare gli occhi color cioccolato all’inverosimile, intorno a loro erano tornati a combattere frenetici e lei si sentì chiamare ancora una volta da Harry – Sposami, Mione. Io ti amo, non mi serve altro che non sia tu >> 
<< Hermione >>  urlò Ron più forte. Lei alzò il volto piantando gli occhi nei suoi se fosse possibile farlo ancora di più.
<< Sposami. Sposami perché non mi hai mai detto per sempre, ma solamente ogni giorno, giorno dopo giorno. L’anello ce l’hai già, no ? >> ripetè lui abbozzando un sorriso. Lei sorrise e lo baciò forte, con le lacrime che le scendevano lungo il viso. Aveva freddo e caldo al tempo stesso, una tormenta nel cuore e il fuoco nelle vene.
<< Si >>  gli soffiò sulle labbra prima di baciarlo ancora. All’ennesimo boato e richiamo si staccarono. Lui la fissò in viso. Le carezzò il volto e annuì serio.
<< Va >>  le disse. Lei annuì, e lasciando la sua mano, corse da Ron ed Harry.
 
 
 
 
 
 
 





<< Guarda, guarda chi abbiamo qui. Una Weasley >>  sibilò con voce strascicata Bellatrix. Ginny impietrì a quelle parole e si voltò di scatto. La battaglia al di sotto infervorava sempre di più. Quando incrociò gli occhi neri della donna davanti a lei il cuore le piombò  in gola. Una sferzata di vento gelido le tagliò il viso e sentì la presenza della donna dietro di lei che le soffiò sul collo. Bellatrix attorcigliò un dito in una ciocca di fuoco dei capelli di Ginny. La grifondoro si scostò malamente mettendosi dinnanzi a lei.
<< Peccato che tu sia una traditrice del tuo sangue. Non sei niente male, ragazzina >>  sibilò di nuovo ridendo come una pazza. In effetti, pazza lo era sul serio, pensò Ginny.
<< Che ci fai quassù ? >>  chiese Ginny mentre iniziavano a girarsi intorno.
<< Potrei farti la stessa domanda, ragazzina. Perché non stai aiutando la tua famiglia ? >>
<< Tu perché non stai aiutando il tuo signore ? >>  ribeccò Ginny, e potette leggere un lampo di ira passare nelle iridi scure della mangiamorte.
<< Come osi parlare di lui ? >>  ringhiò portandosi a un soffio dal suo volto. Se pensava che la ragazza indietreggiasse si sbagliò. Ginny ricambiò lo sguardo di puro odio e disprezzo, e la cosa sembrò divertire la donna. Ridacchiò, quella risata fredda e tagliente che sembrava pungerti come spilli di ferro. Non li sentivi arrivare, eppure ti ferivano.
<< Non ho paura di lui, e nemmeno di te >>  continuò la rossa tirando fuori la bacchetta. Bellatrix sembrò accendersi di una nuova luce osservando quel gesto. Parve di colpo compiaciuta.
<< Molti non avrebbero nemmeno avuto il tempo di tirarla fuori che si ritroverebbero stecchiti >>  disse la donna.
<< Perché non lo fai allora ? >> disse Ginny senza abbassare lo sguardo.
<< Hai fegato, ragazzina. Molto più di quella mezzosangue >>  rise la mangiamorte.
<< Molto più di te, non c’è che dire. Non vali un centesimo di lei >> ribeccò la rossa. Bellatrix non sembrava d’accordo, e in men che non si dica si ritrovò a pochi centimetri dalla ragazza con la bacchetta puntata alla sua gola. L’essere messa al di sotto di Hermione non doveva avergli fatto molto piacere.
<< Ancora non hai paura, stupida ragazza ? >>  urlò la donna fuori di se.
<< No. Sei solo una folle >>  disse gelida Ginny. Quella increspò le labbra, prima di rivolgerle un sorriso cattivo, di quelli che ti dicono, non hai scampo ora.
<< Vorrà dire che ci rivedremo all’inferno >>  rise Bellatrix prima di iniziare a pronunciare l’anatema che uccide. Ginny chiuse gli occhi, il cuore viaggiava a tutta velocità, ruotò la bacchetta e schiantò la mangiamorte  dall’altra parte della stanza. Si toccò la guancia dove la donna le aveva toccato il viso e sentì una fitta. Le aveva procurato un taglio, sentì un rivolo di sangue scendergli lungo il volto.
<< Maledetta >> urlò quella alzandosi da terra.  << Questa me la pagherai, sudicia babbanofila >>. Ginny strinse nuovamente la bacchetta, ma proprio allora la porta dell’aula si spalancò. Draco entrò come un fulmine, lo sguardo che passava da Ginny a Bellatrix. Ginny si sentì rinvigorire da una nuova forza, il biondo era lì, stava bene, ed ora la stava guardando con gli occhi pieni di orgoglio.
<< Oh, il mio nipote preferito – fece quella con voce strascicata – uccidila. Adesso >>. Draco sentì un ringhio risalirgli nel petto, si avvicinò con passo felpato alla ragazza dai capelli vermigli e le si mise davanti. Ginny respirava piano, le labbra schiuse. Lui le rivolse un sorriso dolcissimo che le fece spalancare gli occhi. Sembrava chiedergli scusa per quell’incontro ravvicinato con quella pazza. Ginny non capì subito, ma poi lo vide voltarsi con uno scatto fulminio verso la mangiamorte puntandole la bacchetta contro. La donna sembrò essere presa alla sprovvista perché spalancò gli occhi stupita, poi lo stupore lasciò lo spazio alla furia ceca.
<< Tu -  urlò – come osi rivoltarti contro il tuo sangue per una traditrice >>
<< Lei conta più del sangue per me. Non lascerò che tu la tocchi ancora >>  ringhiò Draco.
<< Non hai avuto il fegato di uccidere Silente, dovevo saperlo che non eri in grado di fare qualcosa del genere. Non ucciderai nemmeno me >>  rise la donna. La follia negli occhi neri, mentre si leccava le labbra scure. 
<< Tu non sai niente di me >>  urlò Draco. Lei rise, rise ancora, come se nulla gli importasse, o semplicemente non se ne rendesse conto di ciò che stava accadendo.
<< Allora ucciderò lei, e poi lascerò il mio signore  fare lo stesso con te >>  sibilò cupa. Fece per alzare la bacchetta, Ginny chiuse gli occhi stringendo la sua tra le mani. Sentì la donna iniziare a pronunciare l’anatema, ma la voce di Draco coprì la sua. Un lampo verde smeraldo riempì la stanza. Ginny riaprì gli occhi, la schiena di Draco davanti a lei si alzava e abbassava velocemente. Il biondo si voltò verso di lei portando una mano sulla sua guancia e pulendola dal rivolo di sangue.
<< Stai bene ? >>  le chiese apprensivo.
<< E’ solo un graffio >>  disse lei. Lo sguardo le volò sul corpo di Bellatrix, era steso a faccia in giù, sebbene il volto era di lato. La bocca semiaperta che sembrava ancora pronta a pronunciare quelle parole, gli occhi spalancati, vitrei, vuoti e neri come il carbone.
<< Draco, tu hai…>>
<< Ehi – fece lui prendendole il viso tra le mani – non avrei lasciato che ti facesse del male. Non permetterò a nessuno di toccarti con un solo dito >>. Ginny annuì prima di annullare ogni distanza e baciarlo. Il ragazzo la strinse, aveva bisogno di lei, di quel contatto, lo anelava da sempre ormai. Le passò le mani tra i capelli di fuoco ispirandone il profumo. Sentì l’aria nei polmoni  e sospirò su quelle labbra.
<< Tu ? Stai bene ? Sei sparito >>
<< Sono qui >> sussurrò lui. << Sei stata bravissima prima, e sei bellissima >>  disse ancora facendola arrossire. La baciò di nuovo e lei sorrise su quelle labbra, ci sarebbe morta lì con lui in quel momento.  Tutto quello sentiva era accentuato, le sembrò di tornare alla sera della festa di Lumacorno, quando lui l’aveva stretta e aveva iniziato a ballare con lei come fosse la cosa più naturale del mondo. Dio, se era bellissimo lui e ogni cosa ne facesse parte.
<< Hai visto la mia famiglia ? >>  gli chiese poi Ginny.
<< Ho appena salvato tuo fratello da un muro, e ora te. Chi l’avrebbe mai detto che il mio lavoro sarebbe diventato salvare dei Weasley ? >>  ridacchiò il biondo. Lei lo fissò indignata dandogli un leggero pugno al petto.
<< Scemo >>  lo riprese lei. Lui sorrise, ma un boato li fece sussultare. Stava per dire qualcosa quando al voce di Voldemort irruppe nelle loro menti. Draco le afferrò la mano.
<< Dobbiamo andare. Non lasciare la mia mano >>  disse lui, lei annuì prima di afferrarla.
 
 
 
 
 
 
 




<< Harry >>  lo chiamò Hermione non appena lo vide tornare in sala grande con una faccia sconvolta. Il moro si guardò intorno, vi erano corpi ovunque. Sentiva lo stomaco attorcigliarsi,  non aveva mai voluto quello, mai, nemmeno una volta. Voleva solo essere un ragazzo normale.
<< Cos’hai ? Cosa hai visto nei ricordi di Piton ? >>  chiese ancora lei, mentre anche Ron si avvicinava con Lavanda, Luna e Neville.
<< C’è un motivo per cui li sento – disse con voce disperata e Hermione si portò una mano alla bocca iniziando a piangere – credo di averlo sempre saputo, e credo che lo sappia anche tu  >> 
<< Di che parli ? Non vorrai andare lì da solo ? >> disse Ron spalancando gli occhi.
<< Veniamo con te >>  fece Neville e gli altri annuirono.
<< No. Devo essere io. C’è soltanto un modo, e tu lo sai, Hermione. Uccidete il serpente e resterà solo lui >>  disse Harry. La riccia scosse la testa mentre le braccia di Fred la circondavano da dietro.
<< Harry >>  sussurrò Ron incredulo mentre Lavanda con le lacrime agli occhi gli stringeva la mano.
<< Non ho mai voluto che qualcuno di voi morisse per me. Non si doveva arrivare a tanto >>  continuò il moro. Hermione e Ron lo abbracciarono di slancio stringendolo. Le lacrime non si contavano neppure più.
<< Lascia che venga con te >>  disse Ron.
<< Va bene così, Ron >>  cercò di sorridere il moro. Si guardò intorno alla ricerca di qualcuno. Hermione capì che stava cercando Ginny, e la cosa le fece male. Le spiaceva vedere il suo migliore amico in quello stato, ma non si poteva scegliere chi amare.  Lei lo sapeva bene. Rivolse un ultimo sguardo a tutti e poi si voltò uscendo dal grande portone.  Iniziò a camminare nel più assoluto silenzio, era circondato da corpi senza vita, fiamme, macerie. Tutto faceva respirare aria di morte, di guerra, di battaglia. Voldemort aveva ucciso Piton. Piton che non era ciò che aveva creduto che fosse per anni, si pentì di averlo odiato. Il punto era che la bacchetta non apparteneva a Piton. Lui aveva ucciso Silente, certo, ma era stato Malfoy a disarmarlo, quindi quella era del serpeverde. Si ritrovò a stringere tra le mani il boccino. Aveva scordato di averlo nella tasca della giacca. Lo tirò fuori. Gli diede un tocco leggero con le labbra e una scritta comparve sul bordo d’oro. Si aprì, e quello che vide gli fece spalancare gli occhi. La pietra della resurrezione era lì. 
 
 
 
 
 
 




<< Credi che ce la faremo ? Nonostante tutto ? >> gli chiese in un sussurro prendendole la mano.
<< Certo che ce la faremo >> rispose la ragazza dai capelli biondi con un sorriso in volto. Il moro sorrise a sua volta rigirandosi la bacchetta tra le mani. Quella ragazza era energia pura, e lui l’amava, era pazzo di lei, da sempre. Le strinse la mano facendola sussultare appena.
<< Non so cosa farei se non ti avessi con me. Ci sei sempre, e non te ne vai. Mi rassicuri quando io stesso non credo a ciò che vedo >> le disse sinceramente Neville.
<< Io mi fido di te >> rispose Luna con voce sicura e dolce.
<< Anche io mi fido di te >> disse Neville intrecciando le dita alle sue e baciandola piano. Lei rimase ferma, ma solo un’istante. Posò l’altra mano sul viso del moro ricambiando il bacio e  sorridendo sulle sue labbra.
 
 
 
 
 
 




<< Sta arrivando qualcuno >>  sussurrò Fred mentre carezzava la mano di Hermione. Si alzarono di scatto uscendo fuori dalle mura, l’alba era sorta ormai. Lei era davanti con Fred e il resto dei Weasley alle loro spalle. Ron stringeva la mano di Lavanda accanto a loro. Sentì il respiro che le si mozzava in gola mentre vedeva il corpo di Harry tra le braccia di Hagrid e l’intera schiera di mangiamorte che si fermava dall’altro capo del cortile. Si portò una mano alla bocca per soffocare i singhiozzi, Fred tremò appena accanto a lei. Voldemort li fissava con gli occhi vitrei pieni di fiducia e rinnovata supremazia.
<< Il vostro eroe è morto >>  proruppe poi rompendo il silenzio. La grifona sentì la pelle d’oca e si voltò incrociando gli occhi di Ron che trasudavano dolore da tutti i pori. Immaginava che i suoi fossero lo specchio di quelli chiari dell’amico.
<< Harry Potter è morto – disse ancora scatenando risate ovunque – unitevi a me, e vi ricompenserò. Non potete uccidermi >>  sibilò come veleno. Hermione sentì il groppo in gola farsi più grande. Se Harry era morto loro non potevano fare nulla, il serpente era dietro Voldemort, ma ora non potevano attaccare, sarebbe stato un suicidio. Sentì Ron accanto a lei irrigidirsi, sapeva che il dolore e la rabbia assieme erano una miscela esplosiva, soprattutto per un Weasley, ma così si sarebbero solo fatti ammazzare.
<< Avanti – ripetette Voldemort – unitevi a me >>. Mosse la mano indicando un punto preciso sulla soglia del portone. Hermione, come molti, si voltò all’indietro spalancando gli occhi mentre vedeva Draco Malfoy essere il destinatario di quello sguardo. Si sentì stringere il cuore vedendo Ginny accanto a lui. Erano appena arrivati. Vide il biondo serpeverde stringere la mascella. Cosa avrebbe fatto ? Li aveva salvati nelle ultime settimane, e prima aveva salvato il suo Fred, perché sarebbe dovuto andare lì da quel mostro ? Poi un’illuminazione le si parò dinnanzi agli occhi. I suoi genitori. Certo. Non vi erano altri motivi.
<< Draco >>  sentì strascicare alla voce di Voldemort. Il biondo sembrò prendere un respiro e poi muovere un passo per scendere i gradini. La folla di ragazzi si spostò facendolo passare. Gli sguardi increduli e senza speranza. Era a metà strada tra loro e Voldemort quando una voce ruppe il silenzio che si era creato. Hermione chiuse gli occhi cercando di respirare e sperare che se lo fosse solo  immaginato. Ginny. 
<< No >>  disse Ginny con voce gelida facendosi avanti. Non avrebbe permesso che finisse in quel modo, non dopo tutto quello che avevano passato, dopo aver combattuto ogni giorno per ottenere quei momenti con lui. Vide Draco girarsi verso di lei, gli occhi pieni di disperazione, come quella sera al bagno dei prefetti quando le aveva dato quella collana. Quella stessa collana che indossava anche in quel momento. La stava pregando con gli occhi di fermarsi, di tornare indietro, di non farlo. Ma sapeva quanto lei fosse cocciuta, era anche per questo che aveva finito per amarla. Non glielo aveva detto, non ancora. Si chiese che diavolo stesse aspettando, ormai stavano sul serio per andare all’altro mondo. Si voltò completamente verso di lei, l’aveva raggiunto, era a pochi passi da lui quando si fermò.
<< Ginny >>  disse Ron osservando la sorella. Gli occhi sconvolti dal dolore per Harry, dall’incredulità di quello che stava accadendo. Non poteva essere la sua sorellina quella lì davanti. Quella li in mezzo. Fece per fare un passo avanti, ma Fred lo bloccò. Si voltò a guardarlo, ma lui scosse solamente la testa.
<< Fred >>  chiese la madre alle sue spalle non riuscendo a capire cosa stesse accadendo, ma il rosso scosse di nuovo il capo non staccando gli occhi dalla sorella. Hermione accanto a lui che tratteneva il respiro.
<< Ma bene – disse poi Voldemort – vedo che abbiamo degli spiriti ribelli tra noi. Dicci ragazza, perché vuoi fermare Draco ? >>. Ginny si voltò affrontando quel mostro a viso aperto, nessun timore sul volto, uno sguardo gelido che avrebbe fatto accapponare la pelle anche a lui se mai l’avesse avuta. Il signore oscuro fece un sorriso a quello sguardo. La ragazza non sembrava essere spaventata da lui, e non era la prima volta che vedeva quello stesso vento gelido in un paio d’occhi.
<< Rivedo nel suo sguardo gelido e sprezzante quello che ho visto in te la prima volta, Narcissa. Forse è per questo che tuo figlio ne è così attratto. Vedo come la sta guardando  >>  disse Voldemort voltandosi verso Narcissa Malfoy che irrigidì i muscoli. Hermione sentì chiaramente Ron accanto a lei trattenere il respiro.
 

Da qui ascoltate questa se vi va, io l’ho trovata perfetta per questo momento. Se finisce, rimettetela xD :    https://www.youtube.com/watch?v=Zm-P97qA1g0
 



<< Va via di qui >>  disse a quel punto Draco a Ginny, ma lei scosse la testa.
<< No – disse di nuovo lei – Non posso andare via. Forse sto commettendo la scelta sbagliata, ma non sarebbe la prima volta. L’ho commessa tempo fa, quando mi hai sorriso in quel modo e io non ho potuto fare altro che ricambiare come incantata. Ho commesso un errore quando sono stata al gioco perché qualsiasi cosa facessi per tornare indietro, per andare via da te, io non ci riuscivo, non riesco a staccarmi da te. Ogni parte di me è legata a te. Ho fatto la scelta sbagliata quando mi hai baciata la prima volta e ho sentito il fuoco divampare ovunque, perché tu sei il mio inferno personale, Draco Malfoy, e non ti cambierei nemmeno per il più bello degli angeli del paradiso. Avrò sbagliato quando ho lasciato che ogni cellula del mio corpo prendesse vita propria spingendomi verso di te. E avrò fatto l’errore più stupido del mondo forse, quando ho capito che eri tu, che non c’era nessuno come te. Ho fatto la scelta sbagliata quando ho visto chi eri davvero e ho deciso che ne valevi la pena facendo l’amore con te, perché se non fossi stato tu non sarebbe stato nessun altro. Perché nessuno potrà mai essere te. Sono cocciuta e forse avrò sbagliato ogni cosa fino ad ora, ma quello che so è che l’errore più bello della mia vita è stato quello di innamorarmi di te, di appartenerti, perché io ti appartengo. Mi hai promesso che avremmo affrontato tutto insieme, e io ho bisogno di te. Perché io ti amo, Draco. Ti amo così tanto che mi consuma e mi spinge verso di te così intensamente da far male. Non ho intenzione di scappare o di andare via perché il mio posto è qui con te. Ovunque esso sia  >>. Ginny parlò tutto d’un fiato senza tralasciare nulla. Non si voltò a vedere le espressioni sui volti della sua famiglia, vedeva solo Draco davanti a lei. Il ragazzo la stava guardando con un’intensità tale da incendiarle l’anima e ogni cosa avesse intorno. Non esisteva nulla oltre loro due. Sentì lo sguardo di Voldemort su di lei, probabilmente si aspettava qualcosa, non l’aveva ancora uccisa, era un buon segno.
<< Io non so cosa fare con te – disse Draco dopo un momento che parve infinto – cerco di proteggerti in ogni modo, ma tu non puoi proprio accettarlo. Sei così cocciuta che mi fai saltare i nervi  a volte, ma poi ogni cosa perderebbe valore. Non ho idea di cosa tu o i tuoi occhi mi abbiate fatto quel giorno, l’unica cosa che so è che non posso e non voglio vivere lontano da te.  Sei l’unica cosa che vale la pena essere vissuta, e l’unica che abbia mai avuto un senso nella mia vita. L’ unica cosa che vorrei mai vivere. Sei arrivata come un uragano e mi hai stravolto. Mi tieni ancorato al mondo, alla realtà. Non ti sei arresa con me, anche quando chiunque altro al mondo lo avrebbe fatto da un pezzo. Non ho mai pensato di valere la pena per qualcuno, eppure tu hai continuato a scegliere me, ogni secondo, ogni giorno. Sempre. Non riesco nemmeno a respirare a volte perché mi guardi con quegli occhi che non so nemmeno io cosa mi fanno…so solo che poi mi guardi e io non respiro.  Sei tutto quello che ho. Tutto quello che amo, e non sapevo nemmeno cosa volesse dire prima di te. Mi sono innamorato di te così lentamente da non rendermene conto, da conoscere ogni cosa di te alla perfezione.  Io ti amo, Gin. Sei sempre stata tu, e questo non cambierà mai  >>  disse Draco non smettendo un solo istante di guardarla negli occhi. Poteva vedere quegli occhi verdi che tanto amava sprizzare gioia da tutti i pori, ci vedeva solo amore dentro. No. Nulla di quello che poteva accadere avrebbe mai potuto cambiare qualcosa in lui, in lei, in loro. Era destino che dovesse andare così, che dovessero incontrarsi, odiarsi. Poi vedersi in modo diverso da com’era sempre stato e creare qualcosa di così unico e prezioso. Avrebbe dato la sua vita in quel preciso istante, se fosse servito a garantire la salvezza di lei, ma sapeva che non era così semplice. Si diede dell’idiota per aver aspettato così tanto per dirle che l’amava, magari, avrebbe potuto dirlo già un milione di volte, ma se doveva scegliere, non avrebbe mai cambiato nulla di tutta la loro storia. Perché si era insinuata in lui senza che se ne rendesse conto. L’amava. L’amava e basta.   D’un tratto un fruscio gli fece gelare le ossa e ricordare dove si trovavano e con chi.
 
 
<< Tutto questo è molto commovente, Draco. Ma ora dimmi – disse Voldemort – chi scegli. Sebbene, la giovane strega qui presente sia di bella presenza, e io e lei ci siamo già incontrati molto tempo fa. Forse, c’è spazio anche per lei nei nostri ranghi >>. Ginny sussultò, il cervello le stava dando dei problemi a connettere, aveva detto tutto quello davanti all’intera scuola, alla sua famiglia, ai mangiamorte e Voldemort persino. Se Draco avesse scelto di seguire lei sarebbero morti entrambi. Il biondo sembrò ragionarci velocemente, le parole del signore oscuro dovevano avergli fatto trovare una scappatoia. Il biondo mosse due passi indietro in direzione dei mangiamorte e poi le tese una mano. Lei lo guardò negli occhi di ghiaccio che tanto amava. Lo amava da morire, e lui la amava, le sembrava ancora surreale. Ma lo capiva, quel gesto non era fatto per nulla. Le stava dando ancora la possibilità di scegliere, di tornare indietro. Ginny abbassò il voltò rilassando i muscoli che non credeva di aver contratto. Alzò gli occhi su di lui e poi afferrò la sua mano in un gesto sicuro, senza alcun cenno di timore o altro.
<< Il mio posto è dove sei tu >>  gli sussurrò di nuovo. Il biondo la attirò a se baciandola con impeto scostandole i capelli dal volto. Si staccò fissando gli occhi nei suoi.
<< Ti amo >> le disse ancora una volta, con quel tono di cui dubitare era impossibile. Lei annuì intrecciando le dita nelle sue.
<< Scelta saggia, ragazzi miei >>  disse Voldemort in tono viscido prima di indicargli un punto dove si stagliavano Narcissa e Lucius Malfoy in prima fila. Draco strinse la sua mano e la portò con se. Arrivati lì non si aspettava di essere stretta nell’abbraccio di Narcissa Malfoy, e sebbene inizialmente fosse stranita dopo le sorrise.
<< Sei proprio bella, sai – le  disse, poi si avvicinò al suo orecchio – grazie per quello che hai fatto per Draco >> . Ginny sorrise, e poi vide la donna sussurrare qualcosa a Draco che spalancò leggermente gli occhi per poi ricomporsi e annuire. Si voltò osservando per la prima volta l’altro lato del cortile. I suoi genitori la fissavano stupiti e increduli, quasi a chiedersi se quella fosse davvero lei. Ron sembrava vuoto, come se un treno gli fosse passato addosso.  Luna le rivolse un sorriso comprensivo, Lavanda ammirato. Hermione la guardava con un misto tra orgoglio e preoccupazione. Fred invece, lui era solo fiero di lei, glielo leggeva negli occhi. Vide il fratello passare gli occhi su Draco e il biondo ricambiare prima di vederlo muovere la bacchetta impercettibilmente. Ginny si guardò intorno, ma non vedeva nulla. Voldemort continuava a speculare sull’unirsi a lui. Lei continuava a scrutare in cerca di cosa Draco avesse fatto, era chiaro fosse un incantesimo non verbale.  Vide il fratello guardarsi la mano e spalancare gli occhi. Fred li alzò sul biondo e lui annuì impercettibile.
<< Cos’hai fatto ? >>  chiese all’improvviso lei al suo ragazzo. Suo. Era suo e di nessun altro.
<< Vedrai. Qualunque cosa accada, non lasciare la mia mano >>  disse piano stringendole la mano più forte.  Neville aveva iniziato a parlare, discutendo sul fatto che non importasse se Harry fosse morto, loro potevano combattere ancora. Di colpo tirò la spada di Godric Grifondoro fuori dal cappello parlante e  fece per avvicinarsi, ma in quel momento Voldemort alzò la bacchetta e si bloccò di colpo. Nell’esatto istante in cui la bacchetta schizzò via dalle sue mani, Harry si buttò a terra dalle braccia di Hagrid. Era vivo. Voldemort lo guardava incredulo, non era possibile. Molti mangiamorte iniziarono a scomparire, chiaramente impauriti dal fatto che Harry fosse sopravvissuto anche questa volta. Il signore oscuro guardava la bacchetta ai suoi piedi, convinto che nessuno avesse pronunciato tale incantesimo. La folla di studenti che esultava perché Harry era vivo.
<< Perso qualcosa ? >>  fece Harry in direzione di Voldemort e alludendo alla bacchetta ai suoi piedi.
<< Come hai fatto ? >> sibilò l’altro.
<< Non sono stato io >>  disse Harry. Voldemort spalancò gli occhi guardandosi intorno.
<< E’ brutto quando trovi qualcuno che cela la sua mente con l’occlumanzia >> disse a quel punto Draco stringendo la mano di Ginny e portandosi più vicino al centro del cortile. Il signore oscuro si voltò verso di lui.
<< Tu – strascicò con odio – come hai fatto ? >> 
<< Incantesimi non verbali. Utili, non è vero ? >>  ribeccò Draco.  Voldemort si voltò verso i mangiamorte che continuavano a sparire, ringhiò di rabbia.
<< Traditore >>  lo richiamò quello.
<< Chi ti dice che sia stato dalla tua parte ? >>  fece il biondo.
<< Tutto per una traditrice del proprio sangue >>  sibilò verso Ginny. Draco le si parò davanti.
<< Curioso che l’ultima persona che abbia detto queste parole sia morta poco dopo >>  disse gelido il ragazzo. Vide con la coda dell’occhio suo padre e sua madre sussultare sorpresi, sebbene Lucius sparì subito in una coltre nera. Narcissa impugnò la bacchetta rimanendo lì dov’era.
<< Bellatrix >>  disse Neville. Draco si voltò verso di lui annuendo. Il moro spalancò gli occhi. Aveva tenuto alla parola data. Hermione si sentì stranamente bene a quella notizia, quella pazza, meritava la sua fine.
<< L’hai uccisa ? >>  ringhiò Voldemort.
<< Con immenso piacere >>  disse Draco.
<< Ucciderò te e la tua..>>
<< Attento alle parole >>  ringhiò il serpeverde puntandogli la bacchetta contro.  Voldemort fece per dire qualcosa, ma venne scagliato dall’altra parte del cortile.
<< Wooo – urlò Neville – questo si che era un incantesimo non verbale >>. Draco ridacchiò, la mano sempre intrecciata a quella di Ginny accanto a lui. Si voltò, Potter li stava guardando, lo sguardo sulle loro mani unite. Era vivo, sapeva perfettamente come stavano le cose, aveva sentito tutto quello che si erano detti lui e Ginny, come gli altri del resto. Ginny era sua, amava lui. Nulla l’avrebbe portata via da lui. Nemmeno la morte.
<< Credo che questo tocchi a te >>  disse Draco ad Harry intravedendo Voldemort rialzarsi. Il moro parve essere preso alla sprovvista, ma durò solo un attimo. Si voltò per fronteggiare il suo nemico di una vita.  Draco strinse di più la mano di Ginny e la trascinò all’interno del castello correndo. Sentì Neville chiamarlo e si voltò vedendo che il moro gli andava incontro insieme agli altri.
<< Dio, Ginny >>  disse Hermione abbracciandola. La rossa sorrise stringendo l’amica a se.
<< Bel lavoro, Draco >>  disse Fred battendogli una mano sulla spalla.
<< Grazie >>  fece il biondo vedendo lenticchia e i signori Weasley con gli altri fratelli di Ginny osservare la scena.
<< Cosa facciamo ? >>  chiese Luna.
<< Bella domanda, Lovegood >>  disse Draco facendola ridacchiare.
<< Io non ci sto capendo niente. Voglio delle spiegazioni >>  urlò Ron.
<< Ronald >>  disse Lavanda ammonendolo con lo sguardo.
<< Il serpente – disse Hermione – dobbiamo ucciderlo >>. Draco storse il naso a quelle parole.
<< Quella bestiaccia non mi è mai piaciuta >>  disse il biondo.
<< Dividiamoci e troviamolo >>  disse Fred.
<< Come lo  ammazziamo ? >> chiese Neville.
<< O con un dente di basilisco o con la spada >>  rispose Ron calmandosi. Le spiegazioni sarebbero arrivate dopo.
<< Se non lo uccidiamo, Harry non può uccidere Voldemort >>  disse ancora Hermione.
<< Eccolo >>  sussurrò Lavanda di scatto indicando il serpente che strisciava su per le scale, mentre il rimbombo dei colpi tra Harry e Voldemort si sentivano fino a lì.   I mangiamorte restanti entrarono all’interno del castello e tra un attacco e l’altro Draco e Ginny separarono le loro mani iniziando a combattere un’altra volta. Non erano in molti, eppure davano ancora del filo da torcere. Fred schiantò l’ultimo di loro contro una parete e si voltò a guardare Hermione che gli rivolse un sorriso carico d’amore. Draco si scontrò con qualcuno e si voltò velocemente incrociando la bacchetta con un’altra, quando vide che si trattava di Ginny le sorrise ampiamente e lei fece lo stesso. Era bellissima, ed era sua.
<< Dobbiamo prenderlo >>  disse Neville richiamando tutta l’attenzione su di se.
 
 
 
 
 
 
 
 



<< Draco >>  disse una voce richiamando l’attenzione su di se. Draco si voltò vedendo la madre andare verso di loro.
<< Dov’è Blaise ? >>  chiese subito il biondo alla madre. Narcissa scosse il capo tristemente.
<< E’ in sala grande. E’ ferito. Non so quanto gli resta o se può cavarsela >>  disse la donna. Ginny sentì Draco irrigidirsi all’istante. Hermione ebbe una specie di soffio al cuore. Con Blaise era finita, ma questo non voleva dire che non gli volesse  bene o che non lo rispettasse. Si sentiva in colpa per lui, nonostante tutto, l’aveva fatto soffrire.
<< Va da lui. Ci pensiamo noi al serpente >>  disse a quel punto Ginny voltando il viso del ragazzo verso di lei. Si aspettava che per un istante il biondo avrebbe protestato, ma Draco annuì mettendole una mano sulla guancia e congiungendo le loro fronti.
<< Sta attenta >>  le disse a fior di labbra. Ginny annuì per poi scostarsi da lui.
<< Vengo con te – disse a quel punto Hermione sorprendendo tutti – glielo devo >>. Draco non oppose nessuna resistenza, annuì solamente. La riccia si voltò verso Fred che capì e annuì stringendole la mano e lasciandola andare.
<< Vai >>  le disse solamente. L’altra mormorò un grazie appena sussurrato e si avviò con il biondo verso la sala grande. 
<< Posso aiutarvi ? >>  disse a quel punto Narcissa sorprendendo persino Ron.
<< Davvero ? >>  fece il rosso di getto.
<< Certo che si. Non lascerò che a mia nuora accada qualcosa >>  disse la donna con ovvietà facendo arrossire Ginny e ridere di cuore Fred, coinvolgendo anche gli altri.
<< Beh, diamoci da fare >>  disse a quel punto Neville intravedendo il serpente che spariva al lato di un corridoio mezzo distrutto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 


<< Blaise >>  urlò Draco precipitandosi al capezzale dell’amico che si teneva lo stomaco macchiato di sangue. Hermione lo seguì imitandolo. Il ragazzo dai capelli scuri alzò gli occhi vedendo i due ai suoi piedi, e la cosa lo fece sorridere.
<< E…ehi >>  disse piano.
<< Che diavolo ti è successo ? >>  disse Draco provando ad esaminare la ferita con le sue mani.
<< Se te lo dico mi prenderesti in giro >>  ridacchiò quello per poi tossire forte, ed Hermione gli afferrò il capo tenendolo alzato.
<< Mi dispiace tanto, Blaise >> fece la ragazza parlando per la prima volta.
<< Non è colpa tua >>  fece l’altro.
<< Possiamo fare qualcosa ? Un incantesimo ? >>  chiese ancora la ragazza.
<< Ci ha già provato la Mcgranitt. Lumacorno sta cercando delle fiale, ma credo che il laboratorio sia distrutto >>  disse il ragazzo tossendo di nuovo.
<< Non lascerò che tu muoia >>  disse Draco stringendo i denti. L’unica cosa che voleva in quel momento era piangere. Non poteva perdere Blaise. Era l’unica figura amica e fraterna che avesse mai avuto.
<< Non puoi cambiare il destino delle cose, Dra >> disse Blaise voltandosi a guardarlo.
<< Non posso permettere che tu te ne vada. Sei il mio unico amico >>  disse sull’orlo della disperazione. La stessa che Hermione gli aveva visto negli occhi quando Ginny aveva provato a fermarlo poco prima. Gli si strinse il petto a vederlo in quello stato, e capì, che davvero c’era altro in Draco Malfoy. Davanti a lei, in quel momento, sebbene in un momento orrendo, c’era il vero Draco.
<< Non è vero. Piaci a Neville, e anche alla lunatica e alla ricciolina tutto pepe >>  rise il moro, e la ragazza intuì che con l’ultimo appellativo si stava riferendo a Lavanda.
<< Non puoi mollarmi così, bastardo >>  disse Draco stritolandogli il braccio. Gli occhi di ghiaccio ora erano lucidi.
<< Lo sai che andrà così. Vuoi urlarmi addosso anche ora ? Non cambi mai >>  disse ancora il serpeverde in un sussurro appena divertito. Hermione gli carezzò i capelli. Draco pensò a quando da bambini il moro gli aveva detto le stesse cose quando erano caduti dalla scopa presa senza permesso e il moro sarebbe stato rispedito a casa. Lui aveva passato due giorni a urlargli addosso invece che a passare il tempo rimasto con lui.
<< Sei stato un eroe, Blaise >>  gli disse lei. Il moro portò gli occhi su di lei e gli rivolse un sorriso che le fece male.
<< Sei una persona fantastica, Hermione Granger. Weasley è fortunato ad avere il tuo amore. Non è mai stata colpa tua, non si comanda al cuore. Sono stato bene con te, mi hai reso felice anche se per poco >>  disse Blaise. Hermione annuì e gli strinse la mano. Il moro si voltò verso il biondo, lo chiamò ma quello non voleva guardarlo. Non ce la faceva, non così, aveva ancora bisogno di lui, del suo migliore amico, di suo fratello. Non era pronto ad affrontare tutto quello, il dopo, senza di lui. Scosse il capo sicuro, no, non voleva nemmeno prendere in considerazione l’idea che non ce l’avrebbe fatta.
<< Dra, ti prego – sussurrò al minimo delle forze, e forse fu quello a far girare  finalmente l’amico – tu hai Ginny. Sei stato fortunato a trovarla. Ti ho sempre detto che prima o poi anche tu avresti capito cosa significa amare, e anche se sei cocciuto come un mulo e non mi hai mai dato ascolto, alla fine hai capito. Sono felice che tu abbia lei, che tu abbia capito cosa voglia dire mettere il proprio cuore nelle mani di qualcuno.  Sii felice, Dra. Non conosco nessuno che lo meriti più di te, ok ? Non essere triste per me, io starò bene >>. Hermione non avrebbe mai creduto di poter vedere Draco Malfoy piangere, eppure, eccolo lì davanti a lei che stava versando delle lacrime.
<< Non crederò nemmeno per mezzo secondo che tu voglia morire >>  disse con un groppo in gola.
<< Mi conosci >>  rispose il moro.
<< Come farò senza di te a rompermi le scatole, eh ? >>  disse il biondo tra le lacrime.
<< Basta che mi penserai e sarò qui >>  ridacchiò il moro prima che un altro colpo di tosse lo scuotesse facendogli passare un lampo di puro dolore negli occhi. Hermione gli strinse di più la mano e il moro la ringraziò.
<< Resterai qui ? Fino alla fine ? >>  chiese singhiozzando Blaise. Draco sentì il cuore dolergli nel petto, e credette sul serio di scoppiare in lacrime come un bambino, eppure non poteva, doveva avere la forza che Blaise non aveva. Forse stava già piangendo, ma non aveva nemmeno il coraggio di capire se fosse vero o meno. Si scambiò uno sguardo con la Granger prima di rivolgerlo di nuovo al suo migliore amico.
<< Si, Zab – disse chiamandolo con il suo nomignolo preferito –  resterò qui. Resteremo qui fino alla fine >>  disse afferrandogli l’altra mano e stringendola con forza. Il moro rivolse a entrambi un sorriso grato prima di chiudere gli occhi sospirando pesantemente. Draco osservò il petto alzarsi e abbassarsi con ritmo calcolato, quasi dormisse. I rimbombi della battaglia che continuavano, sentirono un urlo lancinante, probabilmente gli altri erano riusciti a uccidere il serpente.  Dopo minuti infiniti alzò il volto quando la presa cominciò a rallentare, segno che Blaise se ne stava andando. Vide la Granger fare lo stesso e i suoi occhi incupirsi e riempirsi di lacrime. Una fitta di dolore come una lama affilata gli trapassò il cuore e strinse la mano del moro più forte che poteva. Non poteva lasciarlo andare, non così. Non poteva andare via. Non ce la faceva senza di lui, non ce l’avrebbe fatta e basta.
<< No >>  sussurrò disperato. Strinse la mano dell’amico, il battito e il respiro sempre più debole.
<< Sta andando >> disse Hermione tra le lacrime. 
<< Blay, no ti prego. Non lasciarmi solo >>  disse Draco mentre le lacrime scendevano sul suo volto, incurante di dire quelle parole davanti alla grifona. Hermione lo guardò, piangeva anche lei. Afferrò una mano del biondo e quello la fissò sorpreso mentre lei annuiva. Il biondo ricambiò la stretta facendole un cenno grato.
<< Vai in pace, Blaise >>  sussurrò Hermione.
<< Va bene così, Blay. Sarai qui con me, sempre. Puoi andare, io sono qui con te. Fino alla fine >>  sussurrò il biondo chiudendo gli occhi e permettendo alle lacrime di scivolare via. La presa di Blaise scomparve, mentre un ultimo sorriso gli si piazzò in viso. Era andato. Draco lo guardò un’ultima volta. Una parte di lui se n’era appena andata, forse, l’unica parte che aveva creduto in lui quando lui stesso aveva smesso di farlo.
<< Ave atque Vale, Frater >>  disse Draco.  “Ti saluto e addio, fratello”. Era un verso di Catullo, Hermione si sorprese che lo conoscesse. Strinse un’ultima volta la mano al biondo che le fece un cenno  d’assenso. Coprì il corpo di Blaise con un velo bianco e poi si alzò seguito a ruota dalla ragazza.  D’un tratto un forte boato esplose e urla di gioia percorsero la sala grande ovunque. C’era una sola ragione per quel trambusto. Potter aveva ucciso Voldemort. La guerra era finita, avevano vinto, ma Blaise non l’avrebbe mai saputo. 
<< Fred >>
<< Ginny >>  dissero all’unisono lui ed Hermione correndo fuori dalla sala grande.
 
 
 
 
 
 




Harry entrò all’interno del castello o di quello che ne restava. Era stanco, spossato, distrutto e sporco, ma riusciva a pensare solo al fatto che fosse finita. Che fossero liberi. Voldemort era morto, andato via, stavolta per sempre. Poteva vivere la sua vita d’ora in avanti senza pensare a nulla che non fosse la vita di un normale ragazzo di diciassette anni. Appena gli altri lo videro gli corsero incontro, primo tra tutti Ron.
<< E’ finita ? >>  gli chiese il suo migliore amico.
<< E’ finita >> confermò lui stringendolo di rimando. Quando si staccarono iniziarono a riempirlo di domande, dandogli pacche sulle spalle e strette di mano. La signora Weasley lo stritolò facendolo sorridere, e vide persino Narcissa Malfoy sorridergli. Quel nome lo fece ritornare coi piedi leggermente in terra. Malfoy. Dov’era ? Vide Ginny a qualche metro di distanza da lui che parlava con suo padre. Non sapeva cosa si stessero dicendo ma vide l’uomo annuire rispondendo qualcosa. Molly si avvicinò ai due e disse qualcosa che fece sorridere Ginny, tanto da abbracciare entrambi i genitori. Quando li vide allontanarsi da lei, la ragazza si voltò portandosi una ciocca selvaggia dietro l’orecchio e guardarsi  intorno con agitazione. Fece per avvicinarsi, ma dovette fermarsi subito. Da un corridoio distrutto, che doveva essere quello che una volta conduceva alla sala grande, spuntarono Hermione e Draco Malfoy. La prima che appena lo vide corse da lui abbracciandolo stretto. La paura di non farcela era stata troppa. Si staccò da lui voltandosi verso Fred e baciandolo con impeto, ne aveva bisogno e il ragazzo sembrava capirlo perfettamente.  Da sopra la spalla di Hermione vide Ginny correre verso Draco e saltargli in braccio buttandogli le braccia al collo mentre il biondo le cingeva la vita con forza e infilava il viso nei suoi capelli.
<< Ce l’abbiamo fatta >>  sussurrò Ginny in un orecchio a Draco.
<< Lo so >>  disse lui stringendola di più. Ginny scese dalle sue braccia e piantò gli occhi in quelli del ragazzo dinnanzi a lei.
<< Blaise ? >>  chiese la ragazza. Gli occhi del suo ragazzo si fecero tristi, e lei capì.
<< Non ce l’ha fatta >>   sussurrò lui.
<< C’è qualcosa che posso fare per te ? >>  disse lei.
<< Basta che tu stia qui con me >> 
<< Mi spiace tanto, Draco >>  fece lei passandogli una carezza sul viso.
<< Va bene così. E’ ancora con noi >>  disse il serpeverde. Ginny annuì abbracciandolo nuovamente. Draco vide la madre rivolgergli uno sguardo dispiaciuto e fargli segno che lei andava via. Il biondo annuì, e la vide sparire.
<< Draco >>  disse Neville arrivando di gran carriera con gli altri.
<< Blaise non…>>  provò Lavanda e il biondo annuì.
<< Mi spiace >>  disse Luna.
<< Non preoccuparti, Lovegood. Sono sicuro che troverà il modo di scocciare anche dall’altro mondo >>  ridacchiò Draco facendo nascere un sorriso spontaneo a tutti.
<< Dio, sto per crollare >>  fece Fred buttandosi a terra.
<< Alzati >>  lo riprese Hermione e lui le rivolse uno sguardo esasperato.
<< Draco, aiutami tu >>  piagnucolò il Weasley facendo ridere gli altri compreso George che si era avvicinato con Angelina.
<< Ho salvato fin troppi Weasley oggi, più di quanto abbia mai pensato di ammazzarne. Merito un premio, sai ? >>  ribeccò il biondo.
<< Nostra sorella è il tuo premio >>  disse George.
<< Tranquillo, Weasley. Lei non scappa >> 
<< E chi te lo assicura ? >>  disse Ginny indignata.
<< Non sei scappata in due anni e mezzo, Gin. Rinunciaci. E poi, il tuo discorso la fuori ha convinto tutti >>  fece facendola arrossire.
<< Beh, direi anche il tuo. Mamma e papà vogliono conoscerti >>  disse Ginny. Il biondo sbiancò facendo scoppiare a ridere tutti i presenti.
<< Io mi preoccuperei più di Molly, Malfoy >>  rise Hermione.
<< Beh, credo mi tocchi allora >> disse stringendo Ginny a se. La rossa intrecciò nuovamente le dita nelle sue e lo guardò sorridendo di quella prospettiva.
<< Io ancora non posso credere che mia sorella stia con Malfoy. E soprattutto che tutto questo vada avanti da due anni e mezzo – disse  Ron all’improvviso – ma quello che credo è che, beh...tu ci sei stato per lei. L’hai protetta per davvero.  So di essere stato molto protettivo in questi anni, e che a volte ho probabilmente esagerato, ma l’ho fatto solo perché al tuo primo anno sei quasi morta, ed è stata anche colpa mia che non avevo prestato abbastanza attenzione a te. Quindi, grazie, Malfoy. Hai fatto ciò che avremmo dovuto fare noi >>  Si erano quasi dimenticati di lui.  Quando il ragazzo finì di parlare Ginny gli si lanciò tra le braccia.
<< Non è stata colpa tua, Ron. Ti voglio bene. Grazie per aver capito >> gli disse Ginny.
<< Ti voglio bene anch’io, sorellina >> rispose lui con un sorriso.
<< Beh, se può consolarti, Ron. Io lo so solo da qualche mese. Eppure, non capisco come abbiate fatto a nasconderlo così bene >>  disse Neville.
<< Già. Voglio il trucco >>  disse Fred beccandosi un pugno in testa da Hermione.
<< Wow, te la sei scelta violenta, eh ? >> ridacchiò George.
<< Tu sta zitto >>  lo riprese Angelina zittendolo e facendo ora ridacchiare Fred.
<< Mi tocca anche sposarla, ora >>  ribeccò Fred.
<< Guarda che non ti ha costretto nessuno >>  fece Hermione con cipiglio seppur arrossendo.
<< Dio Weasley, dimmi che non mi perseguiterai in questo modo >>  disse Draco.
<< Fino a che starai buono no >>  rispose lei.
<< Siete così carini >>  proruppe Luna facendoli arrossire.
<< Malfoy che arrossisce dovrebbe andare sul settimanale delle streghe >>  rise Ron. L’aveva presa bene nonostante tutto, e Ginny  fu grata di quello.
<< Questa me la paghi, lenticchia >>  fece Draco, ma nella sua voce non traspariva alcuna cattiveria, solo sano buonumore per com’era finita quella giornata. L’unica cosa negativa era stata la perdita di Blaise, ma lui era lì. Sarebbe sempre stato lì.  
<< Io dicevo davvero. Immaginate come saranno i loro figli >>  fece ancora la bionda con aria sognante. Gli altri la fissavano straniti, ma ormai c’erano abituati.
<< Non stiamo correndo troppo ? >> fece Ron grattandosi il capo.
<< Senti un po’, Gin, io non ho pretese. Ma ti prego, se mai un giorno fosse così, giurami che i nostri figli non avranno i capelli rossi. Non si è mai visto un Malfoy con i capelli rossi >> disse Draco veramente spaventato facendo scoppiare a ridere Neville per primo. Ginny lo fissò a bocca aperta dandogli un pugno leggero.
<< Sei un’idiota >> fece indignata.
<< Si si, tutto quello che vuoi. Ma tu giura >>  continuò lui.
<< Come se potessi davvero decidere una cosa del genere >>  fece Ginny alzando gli occhi al cielo. Hermione rise e stava per dire qualcosa quando la voce di Harry che si era avvicinato al gruppetto non la sovrastò.
<< Ragazzi, potreste lasciarmi da solo con Malfoy ? Devo parlargli >>  disse Harry. I ragazzi lo guardarono stralunati, ma poi acconsentirono allontanandosi. L’unica a non muoversi da dov’era fu Ginny. Restò lì a testa alta con le dita intrecciate a quello che era l’amore della sua vita. Perché sapeva che era così. Il moro fece scivolare ancora una volta lo sguardo sulle loro mani, ed ebbe la certezza assoluta che le cose stessero davvero in quel modo. Il modo in cui si toccavano, si sfioravano in maniera inconsapevole ma necessaria. Se uno si muoveva, l’altro adattava la sua posizione. Era uno di quei legami che non sarebbero mai e poi mai spariti. Lui e Ginny non avevano mai avuto quel tipo di legame, e fu ironico scoprire che chi fosse perfetto per lei, fosse proprio Malfoy. Sospirò e  poi si rivolse al biondo.
<< Ho saputo di Zabini. Mi spiace – fece Harry – non l’avevo mai considerato male. Volevo darti questa >>   disse poi mettendo mano alla tasca e tirando fuori la bacchetta di sambuco. Ginny e Draco spalancarono gli occhi a quella vista. La serpe convinta che lo stesse prendendo in giro.
<< Che significa, Potter ? >>  gli chiese infatti.
<< Voldemort era furioso perché convinto che la bacchetta non gli rispondesse perché apparteneva ancora al mago che aveva ucciso Silente. Il punto è che, anche se Piton aveva ucciso Silente, sei stato tu a disarmarlo. Da quel momento questa è appartenuta a te >>  disse Harry porgendogliela. Il biondo la prese tra le mani sentendo una sorta di connessione che non aveva mai provato prima.
<< Grazie, ma…>>  iniziò il biondo prima di venire interrotto di nuovo dal moro.
<< So che sei stato tu a farci scappare da Malfoy Manor qualche settimana fa. So che sapevi che ero io ma non hai detto nulla. Mi sono chiesto in tutto questo tempo perché tu l’avessi fatto, ma poi ho iniziato a capire solo oggi, quando hai salvato Fred e lui ti ha chiesto dove fosse Ginny. Sai, mi sembrava ancora impossibile, nonostante tutto. Poi, ti ho sentito dire quelle cose – disse guardando Ginny – e mi sono reso conto di essermi sbagliato su tutto. Sull’interpretazione di ogni tua parola, ogni tuo gesto. Quando ci siamo incrociati su per le scale oggi andavi di fretta. Sembravi tormentata e  anche persa. Solo nello spiazzale mi sono reso conto che era perché stavi cercando lui. Te lo si leggeva negli occhi >>
<< Harry – iniziò lei – non ti ho mai dato modo di pensare che ci potesse essere un modo per tornare indietro. Mai, neanche una volta >>
<< Lo so. E ti chiedo scusa per aver insistito, ma la gelosia mi divorava. Ed ero troppo ceco per vederlo. Le tue parole, il modo in cui lo guardi e lo cerchi mi hanno aperto gli occhi. Lo stesso vale per te, Malfoy. So che non stai giocando, ma falla soffrire, e io … >>
<< Non succederà >>  lo interruppe Draco. Harry annuì prima di porgere la mano a quello che era stato la sua nemesi per sette anni. Ricordò quella scena al contrario, chiedendosi se stavolta sarebbe stato il biondo a rifiutare quella stretta, ma il ragazzo lo sorprese per l’ennesima volta quel giorno ricambiando la stretta.
<< Beh. Ci vediamo più tardi, allora >>   fece il moro e si mosse per andarsene, ma il biondo lo fermò.
<< Potter, io non la voglio >>  disse porgendogli di nuovo la bacchetta.
<< E’ la bacchetta più potente al mondo, Malfoy. Non dovresti rifiutarla. E’ tua, appartiene a te. E io, so di lasciarla in buone mani ora >>  disse Harry sorprendendo il serpeverde che rimase senza parole. Il moro si voltò e andò verso la Mcgranitt che sembrava impaziente di parlargli. Ginny si voltò verso Draco, il biondo continuava a fissare la bacchetta di sambuco tra le sue mani.
<< Sono fiera di te >>  gli disse. Il serpeverde si riscosse dai suoi pensieri voltandosi verso di lei e sorridendole.
<< Io non ho bisogno di nulla per essere forte. Ho te, sei tu quello di cui ho bisogno >>  le disse guardandola negli occhi verde smeraldo che gli facevano smettere di respirare. Ginny gli mise le braccia al collo tirandolo verso di lei. Draco le cinse la vita con le mani.
<< Quello che hai detto prima…>>  sussurrò ancora il biondo riferendosi al discorso fatto dinnanzi a tutti.
<< Rifarei ogni cosa se questa mi conducesse sempre da te. Ti sorriderei alla stazione altre mille volte >> disse Ginny guardandolo seria. Lui ridacchiò sfiorandole il naso con il suo.
<< Anche io rifare tutto. Non sopporterei vederti andare via da me. Sei davvero l’unica che non abbia mai rinunciato o gettato la spugna >>  disse Draco.
<< Io ti amo >> disse Ginny guardandolo davvero, fronte contro fronte.
<< Anch’io ti amo >>  disse Draco leccandole appena il labbro prima di baciarla, stavolta davanti a tutti. Stavolta perché erano liberi.
<< Basta con le smancerie per oggi >>  urlò Fred facendoli scoppiare a ridere l’uno sulla bocca dell’altro.  Qualsiasi cosa sarebbe accaduta da quel momento in poi, l’avrebbero affrontata assieme davanti al mondo, davanti a tutti. La voglia di vivere quell’amore alla luce  del sole che richiamava sotto la pelle, irresistibile. Si appartenevano, si amavano. Era tutto ciò di cui avevano bisogno per stare bene. Per essere  ciò che volevano, bastava fossero insieme.  

 
 
 
 
 







Che dire…probabilmente qualcuno di voi vorrà uccidermi per questo capitolo, ma non vi scomodate, lo ha appena fatto la 7x10 di shameless. Oh Mio Dio la Gallavich *_______* Madre de Dios sto sclerando da tipo mezz’ora. Quei due sono l’amore, e se non mi fermo sproloquierò fino alla settimana prossima. Mickey ^.^ ok, basta. Allora…non so che dire su questo capitolo o come descriverlo, succedono tante cose, e per leggerlo ci vuole un po’. Come avevo detto è il più lungo che abbia mai scritto, ben 40 pagine di word, miei cari. Chi ha avuto il fegato di leggerlo tutto d’un fiato ha il mio completo rispetto, e davvero, sto sclerando perché lo sto pubblicando appena ho finito di vedere la puntata. Non dormirò, lo so già. Per quanto riguarda la canzone, il titolo è lo stesso del capitolo, e per chi ha notato, è la colonna sonora che si vede nella scena del matrimonio in shadowhunters. Ah…la Malec, tra loro e la gallavich, mi uccideranno, lo so già. Oltre questo sclero, perdon, posso solo dire che questo capitolo è una tappa importante, racchiude in sé un po’ di ciò che è il cuore della storia stessa, l’affrontare ogni cosa per dimostrare a se stessi quanto forti si possa essere. Per coloro che mi maledicono per la morte di Blaise, beh, sappiate che la sua morte non era architettata, non sono così crudele, è semplicemente scivolata dalle mie dita scrivendo. Semplicemente, stiamo pur sempre parlando di una guerra, e la guerra fa questo. Porta via le persone, e con loro le loro storie, porta via vite. La morte di Blaise deve ricordare esattamente questo, non è un caso che tra tutti ci abbia lasciato proprio lui. Non vogliatemene troppo male. Beh, che dire….ho scritto un altro capitolo in questo spazio autore, spero di avere tante belle recensioni, perché voglio davvero sapere cosa ne pensate. Detto ciò, vi do un abbraccio fortissimo, e mi raccomando, leggete shadowhunters e i Malec, e guardate i gallavich, che è cosa buona e giusta, alla prossima, sempre vostra, anche se un po’ matta,
Elly

  
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