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Autore: _Rainy_    24/12/2016    2 recensioni
Estratto:
-Malfoy risparmiami i convenevoli e passiamo all'ordine del giorno: ho preso più di te!
Hermione sapeva che era un comportamento infantile, ma non le importava: l’aveva battuto e la delusione negli occhi del nemico era evidente.
[...]
Quella del voto era una scusa, voleva semplicemente parlare con lei e vederla impegnata per qualcosa che lo riguardasse, e ci era riuscito meravigliosamente.
Ormai non gli restavano più molti giorni da passare con lei.
E così eccolo in piedi nel corridoio, da solo, mentre ripensava a quell'unico errore nella sua verifica, scelto con cura tra le domande più difficili e commesso apposta, anche se sapeva la risposta...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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16.

 

Stavano insieme.

Lei, Hermione Granger, stava insieme ad un ragazzo. Quasi non ci credeva.

Se le avessero chiesto anche solo qualche giorno prima quale fosse da 1 a 10 l’importanza che dava a una relazione, la sua risposta sarebbe stata, be’, un bel 2.

Non uno 0, perché era impossibile, non un 1, perché le sarebbe sembrato di fare la superba, ma un onesto e inequivocabile 2. Poco importante, dunque.

E poi cos’era successo?

Cos’era successo da farla ritrovare con le farfalle nello stomaco ogni volta che il pensiero di lui la sfiorava o sentiva il suo sguardo addosso? Da quando era una romanticona senza eguali, di quelle che era solita criticare con Ginny fino a poco tempo prima?

Semplicemente aveva conosciuto lui. Proprio lui, il Principe delle Serpi, la persona che odiava di più al mondo – inizialmente – ma che aveva scoperto essere quanto di più simile a lei esistesse. Stesse paure nascoste, stesso desiderio di emergere e stessa ambizione… Certo le sue erano nascoste sotto chili di strafottenza e capelli color dell’oro, ma in fondo era lì, a minacciarlo e a turbarlo come lei.

Era stato difficile ammetterlo, ovvio, ma adesso che si guardava intorno in una camera da letto che non le apparteneva e nella quale non avrebbe mai pensato di soggiornare, non poteva fare a meno di dirsi felice, semplicemente e totalmente felice.

- Buongiorno… - Sussurrò una roca voce impastata al suo fianco mentre qualcuno strofinava il suo naso contro la sua guancia e la baciava dolcemente sullo zigomo.
- Alla buon ora! – Ridacchiò lei.
- Sai, Granger, quello che adoro di te è come cominci già a rompere le palle dal mattino presto!
- E io come sei sempre prodigo di complimenti a qualsiasi ora del giorno! – Rise lei di rimando. – A proposito… Alzati, caro, altrimenti arriveremo in ritardo!
- E’ questo ciò che mi piace di te. – Sogghignò lui prendendola tra le braccia. – Ieri ti avrei detto che non me ne frega un cavolo di arrivare puntuale a lezione, ma ora ti guardo e… Non riesco proprio a desiderare di arrivare tardi: mi farai diventare un gentiluomo, Granger!
- Dubito che sia possibile! – Concluse lei alzandosi.

Si prepararono insieme serenamente, come una vecchia coppia sposata, come se stare insieme nella stessa stanza pettinandosi, lavandosi e vestendosi fosse la cosa più naturale del mondo e non qualcosa che fino a qualche giorno prima non avrebbero nemmeno immaginato.

Mentre Hermione sistemava la cravatta argento e verde di Draco, si rabbuiò: stare da soli nella camera da letto di Draco era idilliaco, certo, ma una volta fuori? Fuori c’erano le altre persone, i giudizi, i pettegolezzi… Era pronta per tutto questo?

- Ehi, Granger, cosa c’è? – Chiese lui alzandole dolcemente il viso con due dita.
- Nulla, è che… - Sussurrò lei stringendo il nodo alla cravatta. - … Una volta fuori di qui come… Ehm… Come dovremmo comportarci? – Chiese arrossendo.
- Ah! – Ridacchiò lui vedendola arrossire. – Intendi dire come dovresti difenderti dall’orda di ragazze inferocite all’idea di non avermi più sulla piazza?
- No, idiota! – Si concesse una risata anche lei e lo fissò negli occhi. – Cosa… Cosa siamo ora? F-fidanzati?

Draco spalancò gli occhi, stupito e colto alla sprovvista da quella domanda.

- Fidanzati?

<< Caspita, mi sa che ho corso troppo… >> Pensò Hermione maledicendosi per la sua lingua lunga. E ora? Se lui pensava che fosse una sciocchezza? Come avrebbe reagito? Cosa avrebbe detto?

E, soprattutto, da quando le importava il giudizio del Furetto?

- Si, cioè… Adesso che più o meno abbiamo chiarito quello che pensiamo l’uno dell’altra, non so cosa tu volessi fare, in effetti… Magari era un po’ prematuro dire una cosa del genere, posso capirlo, anche perché dobbiamo ancora ben comprendere come qualificare la nostra relazione, però in fondo… Ehm… Quando due persone si comportano come noi, be’… - Si impappinò lei.

No, decisamente non era un comportamento da lei, doveva darsi un contegno.

Malfoy la guardò arrossire e balbettare per qualche secondo poi scoppiò in una fragorosa risata.

- Oh, Granger, mi fai morire! – Rise davanti all’arrossamento ancora più evidente delle sue guance. – Ti dirò la verità: le stronzate da libri come “fidanzato” non fanno per me, ma se per stare con te devo avere un’etichetta allora sarò ben felice di accettare tutte quelle che vorrai. Posso suggerirne qualcuna? Ad esempio “mio splendido principe”, “mio nobile signore e padrone”, “mio effimero giocattolo sessuale dalla consistenza pari a…”

Hermione rise di nuovo tirandogli uno scherzoso pugno sul petto, poi sospirò e gli sorrise:
- Devo andare a prendere i libri in camera, ci vediamo in classe!

Si avviò verso la porta quando la mano di Malfoy la fece voltare e la riavvicinò a sé, stringendola tra le braccia:
- Penserai mica di andartene senza prima avermi salutato degnamente? – Ghignò lui, maleficamente.

Poi la baciò con passione come se non volesse mai più lasciarla andare e le accarezzò la pelle nuda sulla pancia, insinuando le dita sotto la camicia.

Hermione si staccò per prendere fiato e per ricomporsi, tutta scombussolata da quel bacio.

- A dopo, Granger. – Sogghignò lui. – E vedi di rendere meno evidente quanto ti piacciano i miei baci, cioè so di essere un gran baciatore, non ho bisogno di altre iniezioni al mio già elevato ego!

Hermione arrossì di nuovo e si precipitò fuori dalla stanza per poi dileguarsi nei corridoi mentre alle sue spalle si spegneva l’eco di un’arrogante risatina, una risatina da Serpe.

-

Mentre la chioma leonina della Granger spariva dietro la porta di camera sua, Draco Malfoy capiva di essere fottuto, per citare Zabini.

Si era fottuto da solo, questo era ovvio, ma non pensava che sarebbe successo tanto improvvisamente e con tanta violenza.

La Granger era entrata nella sua vita come un fulmine a ciel sereno e non capiva neanche bene lui stesso quando aveva cominciato a diventare così importante per lui. Pochi giorni prima era tutto normale e ora si trovava a dire frasi che non capiva, a sorridere come un idiota ogni momento e ad essere così orribilmente tenero che quasi si disgustava.

Cosa accidenti stava accadendo?!

E soprattutto da quando “fidanzato” era una parola presente nel suo vocabolario?

<< “Fidanzato”… Ma stiamo scherzando?! >> Era l’unica cosa che riusciva a pensare, eppure dentro di sé si sentiva leggero…

<< Va be’, è solo una delle tante, passerà questo momento così patetico e tutto tornerà alla normalità. >> Pensò cercando di giustificare il proprio comportamento e rabbrividendo ancora all’idea di tutte le smancerie che aveva detto poco prima.

Sentì un timido bussare alla porta e pensò che fosse la Granger, tornata a prendere qualcosa che aveva dimenticato. Sogghignò all’idea di vederla rientrare trafelata e imbarazzata mentre cercava di nascondere le gote rosse e decide perfidamente di sbottonarsi la camicia per osservare la sua reazione all’ingresso. Cosa avrebbe fatto vedendolo così, quasi a petto nudo? Si sarebbe bloccata? Sarebbe svenuta? Il pensiero non poteva evitare di farlo ridacchiare.

La porta si spalancò e una voce familiare rovinò tutte le sue fantasie:
- Oh, Dracuccio, sciogli i tuoi biondi capelli al vento! – Scimmiottò Blaise Zabini, perché proprio di Blaise Zabini si trattava. Il ragazzo stava ridacchiando con un’espressione idiota in viso, ma il suo volto si scurì in pochi secondi. – Mi spieghi che cosa ci faceva la Granger qui, che usciva dal corridoio che porta alle nostre stanze, diretta alla sua Torre? Eh? Come è finita dentro il dormitorio di Serpev… Oh, Merlino, aspetta un attimo. Perché sei a petto nudo?!

Draco spalancò gli occhi davanti all’espressione dell’amico.

Zabini era vestito di tutto punto in uniforme scolastica, perfettamente curato e ordinato, ma la sua espressione era ghiaccio puro: fissava Malfoy rabbiosamente, la bocca serrata in una linea dura, due occhi che avrebbero potuto incenerirlo e un dito alzato ad indicarlo.

- Cosa intendi con “perché sei a petto nudo”, Blaise? – Rispose Draco tranquillamente. – Sono in camera mia, mi sto preparando per andare a scuola.
- Ah ti stai preparando? – Blaise era decisamente furioso. – Non me la dai a bare, caro! Ti ricordo che condividiamo questa fottuta stanza da sei anni, ti conosco fin troppo bene!
- Tecnicamente non condividiamo la stanza: sarebbe una cosa decisamente gay…
- Draco Malfoy! – Alzò la voce Zabini infuriato. – Che cazzo hai fatto, eh?! Come ti è anche solo saltato in mente?!
- Blaise, non capisco di cosa tu stia parlando, potresti piantarla di urlare ai quattro venti? – Sibilò Malfoy stringendo gli occhi e fingendo tranquillità. Dentro di sé sentiva il rombo di un oceano che rischiava di travolgerlo: e ora? Se Blaise avesse scoperto quello che era successo come avrebbe reagito?
- Io urlo quanto cazzo mi pare, soprattutto vista la gravità di quello che hai fatto! Draco! Non so se ti rendi conto: una… Una Mezz…
- Non chiamarla così! – Sibilò Draco rabbuiandosi. – Non è successo niente, nulla di grave e poi sei stato tu a rompere le palle con ‘sta storia di conquistarla!
- Si, ma tra il dire è il fare c’è in mezzo un gigantesco oceano di merda, amico! Si può sapere come ti è anche solo saltato in mente che potesse essere un’idea accettabile? – Alzò gli occhi al cielo Blaise, esasperato dall’amico.

Malfoy non rispose, consapevole dello sguardo di Blaise addosso. Dentro di sé si sentiva andare a fuoco come non mai e non desiderava altro che tirare qualcosa fuori dalla finestra per sfogarsi.

- Oh merda. Merda, merda, merda! – Strillò Blaise avvicinandosi e scuotendo Draco, che si rifiutava di guardarlo, per le spalle. – Dimmi che è solo una botta e via, dimmi che è come tutte le altre volte e dimmi, per Merlino, che non c’è assolutamente niente tra di voi se non un do ut des sessuale.
- Un “do ut des sessuale”? Amico, dove accidenti l’hai pescata questa? – Rise Draco alzando finalmente la testa.
- Che ti posso dire, sono un poeta nato! – Strinse gli occhi Zabini sorridendo, poi tornò immediatamente serio. – Rispondimi, Draco.
- … Non posso assicurartelo. – Sentenziò il Principe delle Serpi in un sospiro sofferente e sapeva di aver appena detto la pura verità.
- Santa Morgana… - Zabini fece ricadere le braccia lungo i fianchi e sospirò passandosi una mano tra i capelli. – Cos’hai intenzione di fare? Sai benissimo che per voi non c’è futuro e non ci sarà mai…
- Di sicuro non mi vedo in un futuro con la Granger! Stai tranquillo, passerà e tutto tornerà come prima. – Sussurrò Draco, poco convinto.
- Ne dubito fortemente. – Sospirò Blaise. – Non ti ho mai visto così, è chiaro… A proposito… - Blaise si rabbuiò nuovamente estraendo qualcosa dalla tasca della giacca. - … Non ti piacerà, ma è arrivata questa.

E porse all’amico una lettera in un’elegante busca color avorio con un timbro in ceralacca verde.

Draco sentì una sensazione che non provava da tempo percorrerlo da capo a fondo, scuotergli le viscere e causandogli piccoli brividi di freddo lungo la schiena alla sola vista della lettera: paura.

-

Tutta la scuola sapeva la novità, era ovvio.

Hermione poteva sentire gli sguardi delle ragazze scivolarle addosso carichi di invidia e disprezzo e quelli dei ragazzi soffermarsi, lascivi e pieni di desiderio e curiosità, ma la domanda che aleggiava per aria non detta era una e una soltanto: perché lei?

Se lo chiedeva anche lei, in effetti: perché l’irraggiungibile Principe delle Serpi aveva scelto lei, una piccola e sporca Mezzosangue? Non si era mai considerata inferiore per quello, ovviamente, ma sapeva che gran parte della Casa Serpeverde non la vedeva che così e la cosa l’aveva sempre irritata spingendola a dare il massimo negli studi.

Insomma, cosa la rendeva diversa, speciale, agli occhi dell’unico ragazzo che l’avesse mai intimorita davvero?

Mentre si riprometteva di indagare più a fondo passò vicino ad un gruppetto di ragazze Tassorosso e Corvonero tutte gambe e lisci capelli che ovviamente la presero subito a male parole sostenendo che avesse somministrato a Draco un filtro d’amore o roba simile. Sbuffò e cercò di allontanarsi il più in fretta possibile dirigendosi quasi di corsa verso la Sala Grande per fare colazione.

Non appena fu entrata si accorse delle centinaia di occhi che la scrutavano in cerca di qualcosa di particolare, ovviamente non trovandolo.  Alzò gli occhi al cielo e si diresse rapida verso il suo tavolo dove Ginny, Harry e Ron la stavano già aspettando.

- Siamo in ritardo, eh? – Sogghignò Ginny beccandosi un’occhiataccia sia di Hermione sia di Ron.
- Per Merlino, stai bene? Quel Furetto ti ha rapita, per caso? – Sussurrò Ron debolmente, non troppo convinto.
- Ron, piantala. Sai come stanno le cose… - Gli rispose Harry scuotendo la testa. - … Herm, tutto bene?
- Si, tutto a posto, grazie. – Rispose lei gettando una fugace occhiata a Ron che la stava fissando e subito distolse lo sguardo.
- “Si, tutto a posto, grazie”. – La scimmiottò Ginny ridendo. – Non sai dire altro dopo la nottata sfrenata che devi aver passato?
- Ginny, smettila! – Esclamò Harry ridacchiando, ma con un tono non troppo cattivo.

Ginny si mise a ridere mentre Ron assumeva un colorito verdastro e faceva una smorfia di disgusto.
- Smettetela tutti! – Arrossì violentemente Hermione. – Oltretutto siamo in ritardo! – Concluse alzandosi e precipitandosi di corsa verso la porta mentre Ginny le rideva dietro.

Non fece in tempo a uscire che si bloccò al centro della sala deglutendo per la tensione: lui stava entrando proprio in quel momento passandosi una mano tra i capelli. Sembrava essere appena uscito dalla nottata più riposante della sua vita e la sua divisa scolastica immacolata era fresca di lavanderia, i capelli spettinati ad arte e il ghigno canonico stampato in faccia.

Inspirò bruscamente davanti a quella visione perfetta e abbassò la testa per uscire in fretta dalla sala, ma non aveva fatto i conti con il migliore amico del suo Principe delle Serpi.

- Ah, amico, c’è solo una cosa che riesce a renderti così di buon umore: del sano e terapeutico sesso! – Esclamò Zabini in modo che tutti – e proprio tutti, nessuno escluso – potessero sentirlo.

Hermione si bloccò e si voltò lentamente a guardarlo. Si, Zabini stava fissando proprio lei ad occhi stretti.

- Blaise, sei proprio un piccolo bastardo! – Ridacchiò Malfoy scrutandola.

La ragazza sentì percorrere ogni centimetro del proprio corpo da quegli occhi color della pioggia e rabbrividì, infastidendosi tantissimo. Malfoy ghignò davanti alla sua esitazione e si avvicinò rapidamente a lei afferrandola per un braccio e chinandosi pericolosamente vicino al suo volto.

In Sala Grande. Davanti a tutti.

Il mondo sembrava essersi zittito alle orecchie di Hermione Granger, che non stava prestando attenzione assolutamente a nulla se non ai profondi occhi che la fissavano. Il ragazzo, senza togliersi il suo iconico ghigno dalla faccia, si chinò verso di lei ancora qualche centimetro, respirandole addosso. Sapeva di menta e acqua di colonia, un mix irresistibile per qualsiasi ragazza.

Anziché baciarla, come Hermione si aspettava e segretamente agognava, Draco proseguì chinandosi vicino al suo orecchio e sussurrando:
- Ti aspetto da me stasera, mia cara. Puntuale. E vestiti bene, non so se mi spiego… Non che i vestiti ti serviranno granché in effetti…

Hermione arrossì furiosamente, si allontanò di scatto e fuggì via uscendo dalla Sala Grande e scappando dall’unico ragazzo che riuscisse a far tremare così il suo cuore.

-

<< Cosa diamine sto facendo? >>

Quello era l’unico pensiero che Hermione riuscisse a formulare mentre avanzava esitante tra i corridoi di Hogwarts. L’attrazione era innegabile e sarebbe stata una sprovveduta a negarla, ma tutta quella cura, quelle preoccupazioni, quelle paranoie… Erano cose così da Ginny!

Lei era quella razionale, immune a qualsiasi tipo di sentimento amoroso e ora? Ora era più coinvolta di quanto fosse mai stata.

Buttarsi era stata una scelta impulsiva, ma non pensava certamente che avrebbe avuto quell’impatto su di lei trasformandola in una persona che mai avrebbe pensato di poter essere: trasognata, paranoica, ansiosa, sdolcinata… Chi era diventata? Quasi non si riconosceva più!

Si vedeva come dall’alto mentre avanzava lungo un percorso che ormai sapeva a memoria, a passo insicuro, ma convinta della sua scelta e troppo imbarazzata per fermarsi in mezzo al corridoio e tornare indietro.

Bussò a quella porta così familiare e attese, prendendo un profondo respiro. Quando sentì dei passi provenire dall’interno della stanza il suo cuore accelerò e un’accozzaglia disordinata di “Ma cosa stai facendo?!” e “Vattene, subito!” le invase la mente.

- Chi è? – Chiese ironicamente una voce dall’interno e Hermione alzò gli occhi al cielo immaginando il ghigno dipinto sulle splendide labbra del ragazzo dall’altra parte della porta.
- Mago Merlino! – Rispose di rimando Hermione.
- Sai Granger, quasi pensavo non saresti venuta! – Hermione si sentì punta nell’orgoglio da quell’affermazione: che razza di persona la considerava se aveva ipotizzato che non si sarebbe presentata? Ma tutti i suoi dubbi lasciarono spazio ad un sorrisetto quando il volto di Draco Malfoy in persona fece capolino da dietro la porta che si spalancava.

Aperta completamente Hermione dovette inspirare bruscamente mentre il suo cuore rischiava di schizzarle fuori dal petto: spettinato, con i capelli leggermente umidi freschi di doccia, la camicia semi aperta che faceva intravedere il petto glabro e i pantaloni di sartoria bassi sui fianchi, Draco Malfoy era il sogno proibito di ogni ragazza ed era circondato di un’aurea innaturale.

- Puoi respirare, cara. – Sogghignò lui.
- C’è un’aria viziata in corridoio! – Alzò gli occhi al cielo lei decisa a non mostrare il suo turbamento. – Comunque mi fai entrare o dobbiamo contarcela qui in corridoio?
- Ti stavo dicendo, Granger impaziente che non sei altro, che pensavo davvero che non saresti venuta... – Ripeté lui studiandola con aria di sfida.
- Pf. – Sbuffò lei. – Mi fa piacere che tu abbia tutta questa “fiducia” in me.
- … E in effetti sarebbe stato meglio così per te, perché ora che sei qui sei mia. – Concluse lui con uno sguardo penetrante.

Hermione ammutolì, sentendosi scrutare nell’anima da quegli occhi grigi, famelici.

- Quindi entra pure, Granger, e mettiti comoda.

La ragazza sospirò e alzò la testa decisa a non mostrarsi una timida donzella in pericolo: insomma, nonostante le farfalle nello stomaco aveva ancora una dignità da difendere! Entrò nella stanza ormai familiare scivolando di lato al ragazzo e sfiorandogli il petto con una mano. Draco inspirò bruscamente con somma soddisfazione della ragazza e le afferrò la mano fermandola e abbassando la testa fino a pochi centimetri dallo sguardo della ragazza:
- Siamo audaci stare, Granger? – Chiese lui con un ghigno.
- Ti ho trovato stranamente impacciato quando ti ho per caso… Toccato. – Sussurrò la ragazza sfiorando nuovamente il petto del Serpeverde, un contatto più leggero del battito d’ali di una farfalla, tant’è che lui pensò di esserselo immaginato, ma che lo scosse ugualmente. – C’è qualcosa che non va, caro mio? – Concluse la ragazza con aria di sfida.
- Stai camminando su un terreno pericoloso, cara mia. – Le fece il verso Draco chinandosi sul volto della ragazza per sussurrarle all’orecchio. – Sei sicura di volerlo fare?

L’aria intorno a Hermione si impregnò in pochi secondi del profumo di lui, quell’ammaliante fragranza che la cullava e la stordiva, facendole perdere la cognizione del tempo e ricordandole costantemente che lui era lì, a pochi millimetri da lei.

- Tu che dici? – Sussurrò la Granger di rimando chinando la testa con un sorrisetto dispettoso e spingendo il ragazzo contro lo stipite della porta per poi alzarsi sulle punte dei piedi e baciarlo timidamente sulle labbra. Un semplice scontro di labbra, niente più, che però ebbe sulla Serpe un effetto immediato e di straordinaria forza, disorientandolo e scombussolandolo più di ogni altro bacio avesse mai dato, e ce n’erano stati tanti.

- Non finisci mai di stupirmi! – Sussurrò lui scostandosi leggermente. Si ricompose in fretta e proseguì. – Dunque, entra, ti ho preparato una cosuccia!

Hermione sorrise trionfante e superò il ragazzo, che chiuse la porta alle loro spalle, per venire catapultata in un altro luogo, o almeno così le sembrò. La stanza era illuminata da una morbida luce gialla, confortevole e accogliente, anche se non era possibile individuare una fonte di illuminazione ben precisa, perché – Merlino solo sapeva come – lo spazio sembrava rilucere spontaneamente, in un caldo bagliore che rendeva la stanza simile a quelle dei più lussuosi ristoranti Babbani in cui Hermione non era mai riuscita ad entrare. Al centro della stanza, accanto al letto che spariva nascosto da una zona d’ombra sapientemente creata dalle luci soffuse, campeggiava un tavolo di legno scuro con due sedie vittoriane abbinate e decorato con meravigliose rose rosse e posate d’argento.

La ragazza non poté trattenere un’espressione di stupore e spalancò la bocca per la meraviglia.

- Ahah! – Ridacchiò Draco. – Sono felice che ti piaccia! Ci ho messo davvero tanto per realizzare queste luci, devi sapere che per modificare l’incantesimo giusto ci voleva una particolare tecnica norvegese la quale…
- Oh, taci! – Esclamò esasperata Hermione prima di girarsi e gettare le braccia al collo al ragazzo.
- Come, come? – Ridacchiò lui stringendola. – Stai per caso insinuando che sono fastidioso? Granger, guarda cosa mi fai fare: mi stai facendo abbracciare un altro essere umano. Non so se ti rendi conto: abbracciare qualcuno!
- Mi piace questo tuo lato di te! – Rise lei.
- Questo mio lato? – Inarcò un sopracciglio lui. – Pensavo ti piacesse tutto di me!
- Oh, Merlino, ma hai costantemente bisogno di complimenti?
- Mia cara, il mio corpo si compone esclusivamente di complimenti!

La ragazza sbuffò e si guardò intorno osservando meglio il tavolo: i piatti erano immacolati e non si vedevano tracce di cibo nella camera, dopotutto avevano già mangiato da un po’. Una bottiglia scura, però, campeggiava sul legno e alla ragazza era impossibile distinguerne il contenuto che appariva come un’indistinta massa nerastra: che fosse vino Babbano?

- Ah, questa è una piccola chicca che ho preparato per te. – Sorrise Draco con una punta di furbizia che non sfuggì alla ragazza. Si diresse verso il tavolo e fece comparire due eleganti calici per poi aprire la bottiglia e riempirli. – Assaggia, mia cara.

Hermione si portò il bicchiere alle labbra e venne inebriata dal profumo di alcol. Assaggiò il liquore e impallidì, fissando Draco con gli occhi spalancati:
- Ma, è…? – Era Punch. Anzi, non un Punch qualsiasi, ma quel Punch che era stato Galeotto per i due ragazzi. La stessa miscela aromatica, speziata e avvolgente che aveva condotto la ragazza dove da sobria non si sarebbe mai spinta.
- Un brindisi, cara, a noi due e alla mia straordinaria bellezza! – Ghignò Draco. – Visto come ti era piaciuto la prima volta pensavo ne volessi assaggiare ancora un po’!
- Idiota! – Ridacchiò lei alzando gli occhi al cielo, ma sorseggiando il liquido scuro: cavoli se era gustoso. – Se mi hai portato qui solo per farmi ubriacare nuovamente caschi male.
- Non ti illudere che tu sia qui solo per bere. Ora comincia la parte interessante. – Ghignò nuovamente il ragazzo e con uno schiocco di dita fece sparire la tavola, il Punch, i bicchieri e le rose, la luce si abbassò e la camera tornò come era sempre stata, solenne e austera.
- La parte interessante? Spiegati meglio, caro. – Lo guardò con aria di sfida Hermione avvicinandosi lentamente a lui.
- Non mi servono parole, tesoro. – Draco annullò la distanza tra loro spingendo la ragazza contro la parete della stanza.

La baciò come se stesse per andarsene per sempre, divorandola con le sue labbra, e Hermione rispose al bacio con passione, dischiudendo le labbra e lasciandosi travolgere dai sentimenti per il ragazzo.

Draco la prese in braccio e la depose rudemente su una cassettiera senza smettere di baciare la ragazza e passandole le mani nei capelli leonini. Le slacciò la camicetta per poi farle scorrere le mani sulla pancia, sotto la gonna e la ragazza divampò e gli avvolse le proprie gambe intorno alla vita del ragazzo. Il desiderio si stava facendo strada dentro di lei, consumandola al punto che tutto ciò che desiderava era solo e solamente Draco. Si lasciò sollevare e trasportare fino al letto, dove il ragazzo la spinse sul materasso per poi ergersi sopra di lei e iniziare a slacciarsi la camicia.

Hermione si riscosse, i capelli scarmigliati e gli occhi famelici, e si protese verso Draco prendendogli le mani e spingendogliele lontano dal corpo. Poi afferrò la camicia del ragazzo e cominciò a sbottonargliela lei, chinandosi a baciare ogni centimetro del petto di lui per poi proseguire verso il basso, arrivando al cavallo dei pantaloni e non fermandosi, scendendo, scendendo e scoprendosi più coraggiosa di quanto pensasse…

Draco spalancò gli occhi e la lasciò fare mentre apprezzava sempre maggiormente l’animo indomito della ragazza.

- Così ti togli tutto il divertimento, però. – Sussurrò Draco in un rantolo mentre Hermione si risollevava insinuando però timidamente una mano nel basso ventre del ragazzo. Draco la fermò e le alzò delicatamente il voltò guardandola negli occhi.

- H-Ho fatto qualcosa di sbagliato? – Chiese la ragazza sorpresa.
- Ah! – Rise lui baciandole delicatamente il mento. – Non c’è niente che tu potresti fare in modo sbagliato. – Poi la spinse giù chinandosi a slacciarle la camicia e gettandola lontano, sistemandosi tra le gambe della ragazza. Si fermò, dunque, a contemplarla e Hermione arrossì sotto lo sguardo del ragazzo sentendosi completamente nuda nonostante avesse ancora gran parte dei suoi indumenti addosso.

- So che non sono come Astoria o la Parkinson, non ho biancheria rosso fiammante firmata e nemmeno nera di pizzo, ma…
- Scusa? – Ridacchiò Draco. – Un giorno mi spiegherai questo tuo complesso per la biancheria firmata, ma comunque sarebbe più sconvolgente vederti con quella addosso che non così. – Indicò lei e la sua semplice biancheria color carne con un gesto della mano. – Esattamente come mi aspettavo che fossi ed esattamente come mi hai stregato.

Le baciò la pancia e il basso ventre per poi slacciarle il reggiseno e gettarglielo da qualche parte, distrattamente, mentre le baciava ogni centimetro di pelle scoperta, stringendole i seni e mordicchiandoli con un ghigno. Hermione sentì la lingua del ragazzo percorrerle il corpo e si trovò presto nuda sotto di lui, completamente sotto l’effetto del suo incantesimo. Le si seccò la bocca e le pupille si dilatarono riempiendosi della bellezza che lui emanava, la pelle candida del petto, un velo di peluria, i muscoli ben definiti, i capelli spettinati – perché lei glieli aveva spettinati, si ritrovò a pensare – e gli occhi che mandavano lampi.

Draco si chinò sopra di lei sussurrandole:
- Voglio che tu sia assolutamente convinta di questo, perché a differenza della nostra prima volta non lo dimenticherai grazie all’alcool.
- Non voglio altro. – Sussurrò lei con voce roca e ammaliante, afferrandolo per le spalle e tirandolo a sé per baciarlo di nuovo con passione. Mentre lui si immergeva nel profumo di lei, la penetrò con forza e la ragazza si fece sfuggire un piccolo grido. Senza smettere di baciarla nemmeno un secondo Draco aumentò e diminuì il ritmo delle spinte e Hermione non sapeva più dove finisse il suo corpo e dove iniziasse quello dei lui, in una complessa danza in cui i loro corpi e le loro anime si unirono.
Il ragazzo continuò spingendosi sempre più a fondo e con più o maggiore forza, sfiorandola dolcemente o rubandole baci violenti come le tempeste fino a quando entrambi raggiunsero il culmine e crollarono esausti sulle lenzuola.

Per un po’ si udirono solo i loro respiri affannati mentre riprendevano fiato e furono entrambi sul punto di dire qualcosa più volte, ma forse non volevano semplicemente spezzare l’incantesimo che si era creato tra di loro e che aveva reso quel rapporto più di un semplice rapporto, un’unione perfetta di due anime, oltre che di due corpi. Parlando, tutto sarebbe precipitato nuovamente nella realtà e loro non volevano tornare reali, avrebbero voluto – potendo – rimanere sospesi in quella bolla idilliaca per l’eternità, per sempre sazi l’uno dell’altra.

E fu così, vicini, ma senza sfiorarsi, che si addormentarono entrambi.

-

Un fastidioso raggio di sole svegliò Hermione puntando proprio sui suoi occhi. La ragazza si destò lentamente dal torpore in cui era precipitata, schermandosi con la mano per ripararsi dalla luce.

Cos’era successo?  Oh, stavolta lo sapeva bene.

Il suo corpo era ancora intorpidito dalla notte precedente che ricordava con abbagliante lucidità in ogni suo dettaglio. Mai aveva provato sensazioni così violente e allo stesso tempo un desiderio così bruciante nella sua vita. Mai era stata con una persona che l’avesse fatta sentire perfettamente nel posto giusto al momento giusto e la spaventava sapere che quel posto era a fianco del Principe delle Serpi. Niente di tutto quello che provava, dunque, era un’illusione transitoria.

Non poteva fare a meno di sentirsi appagata e felice di quello che aveva fatto, anzi, che avevano fatto insieme la notte precedente e per la prima volta smise di chiedersi perché lui avesse scelto lei, ma ringraziò ogni dio che conosceva di avergli dato la possibilità di scegliersi a vicenda.

Si tirò lentamente a sedere scostando le lenzuola di seta finissime e girando la testa perdendosi nella contemplazione della schiena nuda del ragazzo addormentato vicino a lei. Sorrise, incapace di impedirselo.

Si alzò tremante, faticando a camminare, ma sforzandosi di non fare rumore e si infilò in bagno dove si rinfrescò brevemente per poi uscire e raccogliere le sue cose. Non avrebbe disturbato Draco che dormiva, no. Se ne sarebbe andata silenziosamente per poi raggiungerlo solo quel pomeriggio: doveva pensare a come affrontare questa nuova situazione, era ancora tutto troppo intenso per lei e non ce l’avrebbe fatta a parlarne in quel momento.

Stava per uscire e sarebbe tornata serenamente nella sua Torre per poi preparare i compiti per la settimana successiva o fare qualche ricerca o semplicemente riposarsi un po’ se il suo sguardo non fosse stato attirato da un lucido angolo di carta da lettere color avorio che sbucava da un cassetto della scrivania chiuso a chiave. Sapeva che non avrebbe dovuto guardare, lo sapeva perfettamente, ma c’era qualcosa in quella lettera che la chiamava, forse la carta chiaramente costosa, forse la strana posizione: quasi seminascosta, come se fosse qualcosa di cui nessuno dovesse sapere niente.

Pronunciò rapidamente un incantesimo per aprire il cassetto e prese tremante la lettera in mano.

 

Figliolo,
verremo in visita al più presto per discutere i termini del contratto con te e con la giovane. Sappi che l’incontro con la famiglia Greengrass è stato dei più proficui e siamo tutti d’accordo nel pensare che questo matrimonio non farà che portare benefici alle nostre famiglie.
Spero vivamente, quindi, che tu sia rinsavito e che abbia smesso di farti scrupoli inutili e irriguardosi convenendo che desiderare un matrimonio libero nella tua posizione, da membro erede della nostra gloriosa famiglia, è una pazzia. Il matrimonio dunque si farà: convolerai a nozze con Astoria Greengrass alla fine di questo anno scolastico e poi nulla potrà impedirti di scegliere la tua strada nella vita, ma prima di tutto devi pensare alla famiglia, alla tua famiglia, da preservare e salvaguardare con il migliore matrimonio possibile.
Sono sicuro che saprai essere ragionevole e affrontare l’unica scelta possibile per il tuo futuro,
a risentirci,
Lucius Abraxas Malfoy”

 

E il mondo le crollò addosso.

 

 

 

- ANGOLO DELL’AUTRICE -
Oh, perbacco. E’ quasi un anno che non ci vediamo, ne. Già, quasi un anno senza pubblicare niente, mesi interi senza scrivere una sola riga. Ho avuto un blocco, penso sia chiaro a molti, un blocco peggiore di tutti quelli mai avuti fino ad ora.
Non so da cosa sia stato causato, nessun terribile lutto familiare o grave mancanza scolastica tali da giustificare una simile scomparsa, non vi preoccupate, ma semplicemente la poca voglia di scrivere e il vuoto assoluto nella mente ogni qualvolta aprivo questo documento che mi ci sono voluti ben quattro mesi per portare a termine.
Ma finalmente ce l’abbiamo fatta.
Se c’è ancora qualcuno a cui questa storia interessa, sono tornata.
E buon Natale.
_Rainy_
PS: http://raggywords.blogspot.it

   
 
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