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Autore: emylee    20/01/2017    2 recensioni
Harry ha iniziato il suo sesto anno già stanco di tutto e di tutti, e mentre sembra che Voldemort si sia preso una vacanza lontano dalla sua testa, Harry sospetta che abbia lasciato il compito di ucciderlo a qualcosa che non fa parte né dei Mangiamorte, né di tutto il resto delle minacce che incombono su di lui.
In ogni caso, Malfoy c'entra sempre.
E fu proprio per quello scontro che le sue giornate si trasformarono e non erano più opache.
Perché fu in quel momento, nell'istante in cui i capelli perfettamente pettinati di Malfoy solleticarono le sue narici, che iniziò a starnutire.
E starnutire.
E starnutire.
E starnutire ancora.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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VIII


«Allora, ricapitoliamo, sapete che sono particolarmente lento su queste cose: l'Amortentia di Malfoy ha, a quanto pare, l'odore del bagnoschiuma di Harry. E secondo te, Hermione, anche l'altro odore che Malfoy sente – cos'era? I tavoli della Sala Grande? Che miseriaccia di odore è?! – è collegato ad Harry perché all'inizio dell'anno si incontravano sempre in Sala Grande, quindi, correggetemi se sbaglio, e perdiana spero di sbagliarmi, tutto ciò significa che Malfoy ha una cotta per Harry?»
«Salazar, Weasley, non è difficile,» disse Malfoy – Malfoy? – , «e hai dimenticato la parte dove Granger ha dichiarato che anche lo Sfregiato ha una cotta per me. Quindi non guardarmi come se fossi l'unica checca qua dentro!»
Un tonfo che Harry non capì bene da dove provenne, «Questo lo sapevo già da un bel po', brutto viziatello del cazzo, ma speravo che se non fosse ricambiato prima o poi si sarebbe messo l'anima in pace!»
«Ron!»
«Ah, che peccato, non hai idea di quanto mi dispiaccia aver rovinato i tuoi piani di famigliola felice con Harry Potter! Volevi accasare tua sorella? Mi sa che la Piattola ha qualcosa in meno che potrebbe non piacergli. Qualcosa in più non credo, non vedo particolari forme prorompenti nel suo fisico da sciacquetta.
«Malfoy, per favore!»
Un altro tonfo e il rumore di una sedia che strusciava sul pavimento, «Ti avverto, Malfoy, un'altra parola e ti spacco la faccia.»
Stanco di sentire i loro battibecchi, Harry afferrò la prima cosa che ebbe sotto mano – il cuscino sotto la sua testa e fu una fortuna rendersi conto di averne due, così sarebbe potuto ritornare a dormire – e lo lanciò alla cieca, senza neanche riaprire gli occhi.
Si girò su un lato e abbracciò il cuscino rimasto, cercando di mettersi più comodo possibile e continuare quel meraviglioso sonno senza sogni. Intorno a lui calò il silenzio, ma se ne curò poco.
Almeno, fino a che Malfoy non parlò. «Sua grazia vuole dormire. Donnola, Castorino, non siete i benvenuti, sciò.»
«Perché dovremmo andarcene noi?!»
Non ci fu risposta, ma dai rumori e dai fruscii che distrattamente Harry sentì, con molte probabilità Malfoy aveva mostrato qualcosa. Il dito medio, scommise con se stesso.
«Va bene, sì, devi parlarci da solo per ovvie ragioni, ma...»
«Ron, mi scoccia ammetterlo, ma credo davvero che dovremmo andarcene.»
«Ma Hermione...»
«Torniamo dopo, non lo lasceremo in sua balìa tutto il tempo!»
Sentì Malfoy sogghignare, «Venite a salvare il Salvatore, mi raccomando.»
«Ti diamo un'ora, Malfoy!» ringhiò Ron, la voce sempre più distante, fino a sparire dopo un tonfo sordo che, suppose, era una porta che si chiudeva.


In realtà, Harry non stava più dormendo e non aveva neanche più sonno. Non sentiva molto la stanchezza, ma sapeva di non aver dormito quanto bastava per recuperare le ore passate sveglio a guardare le tende del suo letto, ma capì che quelle poche ore – o minuti, boh – che aveva passato svenuto erano bastate per farlo pensare lucidamente.
E dato che stava decisamente pensando con lucidità in quel momento, si irrigidì pensando che adesso era da solo in una stanza con Malfoy. Era da solo con lui dopo quello che era successo nel bagno ad Halloween, e dopo l'ennesimo episodio con l'Amortentia – l'odore dei tavoli della Sala Grande e olio di Argan – era decisamente poco a suo agio. Non sapeva cosa aspettarsi da lui: una fattura? Una maledizione? Una dichiarazione?
Non voleva essere banale, ma Harry sperava nell'ultima opzione.
«Potter, fossi in te io mi darei una mossa e smetterei di far finta di essere nel mondo dei sogni. La Donnola ha detto che tra un'ora sarà già qui, e vorrei evitare di parlare di certe cose con lui presente.»
Harry sbuffò, col cuore in gola ma, appellando tutto il suo coraggio Grifondoro, si alzò e puntò gli occhi ancora appannati sul viso di Draco. Che era più vicino di quanto si aspettasse.
Erano in infermeria, si accorse distrattamente. Con molte probabilità, dopo il suo virile svenimento, Hermione e Ron l'avevano fatto levitare fino a farlo atterrare nelle amorevoli cure di Madama Chips.
«Non chiamarlo a quel modo, altrimenti lo giustificherei se iniziasse a chiamarti Furetto.»
Un fine sopracciglio volò fino all'attaccatura dei capelli. «Non lo fa già?»
Harry non seppe rispondergli. Si limitò a fissarlo in faccia, seppur con gli occhi appannati, vedendo come i capelli privi di gel cadevano in morbide ciocche intorno al viso e un po' sugli occhi, quegli occhi che lo stavano guardando divertiti ma con una scintilla strana che illuminava ancora di più il grigio delle iridi.
Brillavano così tanto che riusciva a vederli pure senza occhiali.
«Malfoy, spiegami.»
«Spiegarti cosa?»
Il déjà-vu colpì entrambi, ed entrambi sorrisero imbarazzati. O meglio, Harry sorrise e Draco ghignò come al suo solito – ma con qualcosa in più, che si illuminava un po' di più nei suoi occhi.
«Cosa vuoi che ti dica, Potter? Tu senti il mio gel nella tua Amortentia, e io sento il tuo orribile bagnoschiuma nella mia. Entrambi sentiamo qualcosa che ci fa terribilmente schifo. Di conseguenza, ad entrambi piace qualcosa che ci fa terribilmente schifo. Semplice.»
Cadde il silenzio, mentre Harry assorbiva appieno cosa significassero le sue parole.
«Io ti piaccio, Malfoy?»
Una smorfia. «Mi piace qualcosa che mi fa terribilmente schifo, ripeto.»
«Quindi io?»
Due smorfie, una seguita subito dall'altra. «Mi fai schifo, ma a quanto pare mi piace il tuo bagnoschiuma.»
«Merlino, ti costa tanto rispondere di sì?!» Harry sbuffò, passandosi una mano tra i capelli. Sentì lo sguardo di Draco seguirgli la mano per tutta la durata del gesto. «Senti, io non so cosa sia successo, devi credermi. Prima arriva quello stupido gel per capelli che, oltre ad attentare alla mia vita in vari modi poco ortodossi, spunta come un ingrediente di troppo niente di meno che nella mia Amortentia. Poi tu che mi dici che nella tua hai sentito l'odore dei tavoli della Sala Grande e io penso, penso, penso e sebbene non sia abituato a pensare così tanto, l'unica cosa che mi veniva in mente era che l'unica volta che ho sentito un odore in Sala Grande che non fosse quello dell'arrosto che avevo davanti a pranzo e a cena era quando ero in Sala Grande la mattina con te. Ma continuavo a non capire, anche perché ero sempre stanco e ciò mi rendeva più tardo del solito. Poi è arrivato Halloween, dopo una delle peggiori nottate mai vissute, e ti sei presentato con quel costume, con quei capelli, con quegli occhi e io ci cado come una pera cotta e finalmente capisco perché l'Amortentia puzzava come i tuoi capelli. E sai la cosa che ha bruciato di più, però, quel è stata? Che tu dal giorno dopo non hai fatto altro che ignorarmi come fa una cacca nei confronti della mosca che gli ronza intorno, mentre io non facevo altro che sentire il tuo odore addosso anche quando quell'odore non c'era più. E ora questo.»
Gli occhi avevano vagato ovunque tranne che sul viso di Draco, mentre sfogava tutto quello che da mesi a quella parte teneva dentro. Vagando, fermò lo sguardo sul suo bagnoschiuma che era abbandonato sul comodino al suo fianco, accanto ai suoi occhiali, che con un gesto secco ed imbarazzato inforcò, riuscendo finalmente a vedere nitidamente ogni contorno di ogni figura.
Scommise che gli occhi di Draco, se li avesse guardati, avrebbero brillato ancora di più.
«Cioè, quello» precisò, indicando con un gesto il flacone, arrossendo fino alle punte dei piedi.
Draco non rispose subito e Harry, ad ogni minuto passato in silenzio, iniziava ad agitarsi un po' di più. Muovendosi a disagio, allungando le gambe lungo il letto, con coraggio alzò gli occhi su Draco e lo vide sospettosamente tranquillo, sul viso un espressione che sembrava più quella di uno che stesse riflettendo a lungo su qualcosa, piuttosto che quella di uno che aveva appena ricevuto una sottospecie di dichiarazione dal suo peggior nemico.
Aveva sperato di riceverla, invece era stato lui a fare una delle più brutte dichiarazioni di tutti i tempi.
Harry Potter, il Ragazzo-Che-Faceva-Schifo-A-Dichiararsi.
«Mi hai dato della cacca, Potter?»
«Hai capito altro in quel cazzo di discorso di merda che ho fatto oltre al fatto di averti paragonato ad una cacca?!» Si prese la testa tra le mani, sbuffando, con una strana voglia di piangere. «Lascia perdere, non importa.»
Cosa poteva pretendere, d'altronde? Era Malfoy! E Malfoy era un idiota.
Un bell'idiota. Uno spocchioso, antipatico, fastidioso, profumato idiota.
Per tutti gli dèi, era davvero, davvero, davvero fottuto. E non capiva neanche perché! Draco Malfoy rappresentava tutto quello che odiava, o non sopportava, o che non voleva per niente avere a che fare, eppure...
Eppure.
Eppure stava per piangere – e lui piangeva solo di notte, solo quando le ombre lo circondavano e gli strappavano via la sanità mentale – perché Malfoy pensava alla sua inesistenze somiglianza ad una cacca piuttosto che a... che a tutto il resto.
All'improvviso si sentì afferrare per il colletto della camicia e fu sollevato di poco, arrivando alla stessa altezza di Malfoy che troneggiava accanto al suo letto. Era scuro in volto, i denti appena digrignati dietro alle labbra socchiuse, gli occhi che brillavano lucenti puntati dritto nei suoi. «Non importa, eh?»
«Lasciami, maledizione!»
E ci fu il bacio.
Non il bacio che aveva desiderato, o immaginato. Un piccolo bacio a stampo, della durata di tre secondi netti. I tre secondi più lunghi e più belli di tutta la sua vita. Le labbra vibravano e pizzicavano anche quando quelle di Draco – morbide, terribilmente morbide e dal sapore di vaniglia – si allontanarono. Si stirarono, rosee, in una smorfia. Poi in qualcosa che somigliava ad un sorriso, ad un sorriso vero. Non un ghigno, non un sogghigno, non una smorfia. Proprio un sorriso.
Rimase a guardargli la bocca incantato ed estasiato.
«Non importa, dici? Bene. Sappi che non mi abbasserò di nuovo a baciare quella tua bocca disgustosamente bagnata di saliva. Se proprio ne vuoi un altro, fai tu.»
Lasciò il colletto e lui ricadde tra le lenzuola del lettino come un peso morto, senza ancora staccare gli occhi da quelle labbra, le stesse labbra che tempo fa l'avevano quasi fatto impazzire quando lui le mordeva mentre l'imbarazzo e il nervosismo lo coglievano.
«Ciao, Potter.»
Alzando delicatamente una mano, lo salutò con grazia e con altrettanta grazia lasciò l'infermeria.
Dèi.
Voleva baciare ancora quelle labbra.

Harry lasciò l'infermeria qualche ora dopo con una scorta di Pozioni Senza Sogno da usare con moderazione, quando ne aveva più bisogno. Camminando verso la Sala Comune, affiancato dagli immancabili migliori amici, cercava in tutti i modi di evitare di rispondere alle scomode domande di Ron.
«Si può sapere cosa ti ha detto quel Furetto maledetto? Quando siamo venuti a prenderti avevi una faccia! Sembrava che avessi sentito il canto di una Sirena!»
Beh, più o meno. «Eh.»
«Sembravi con la testa da tutt'altra parte!» E lo era. «Secondo me gli ha fatto qualcosa, 'Mione, guarda, anche adesso è incantato da non si sa che cosa!»
Harry sapeva bene, però, su cosa era incantato. Quel bacio aveva rappresentato i pochi minuti che ci volevano affinché Harry fosse cotto a puntino! E lo era! Cotto e stracotto! Ma come ci era finito in quella situazione? Come aveva fatto a finire con una cotta per Draco Malfoy, proprio lui tra tutti gli studenti di Hogwarts? Più ci pensava, e più capiva che se si fosse innamorato di Mirtilla Malcontenta, di certo la cosa peggiore che gli sarebbe potuta capitare era piangersi addosso per l'eternità nel bagno del settimo piano. Ora, per essere positivi, la migliore cosa che gli sarebbe potuta capitare stando con Malfoy era testimoniare a favore di suo padre e liberarlo dalla prigione.
E no. Mai. Cascasse il mondo, Lucius Malfoy non si sarebbe mosso da Azkaban.
In fin dei conti, però, Harry non riusciva a sentire vibrazioni negative nei confronti di Draco. A parte le loro solite vibrazioni negative.
Non sentiva, stando con lui, di essere in pericolo. E non voleva credere che Draco stesse facendo tutto quello solo per proprio tornaconto e liberare suo padre. Avanti, chi flirterebbe con il proprio nemico, soprattutto se tale nemico gli faceva ribrezzo, solo per mettere a piede libero un pazzo? Anche con le idee che gli avevano inculcato, Malfoy doveva aver capito che, arrivati a quel punto, era meglio stesse là dentro. Vero? Sperava. Sperava che non fosse anche lui un Mangiamorte come suo padre, almeno.
Però, cazzo, se ripensava alle sue labbra pensava spaventosamente che avrebbe fatto tutto quello che lui gli avrebbe chiesto, pur di ribaciarle.
«Vedi, Hermione? Non è qui! Non... non c'è, non con la testa, che diamine gli ha fatto Malfoy?! Giuro che se lo incrocio anche solo per sbaglio...»
«Vuoi sapere cosa ha fatto, Ron?» spazientito, Harry si fermò e guardò l'amico dritto negli occhi. «Mi ha baciato, ecco cosa mi ha fatto!»
E tutta la Sala Comune cadde in un silenzio profondo.




Spazio Autrice:
Ok, sono miracolosamente riuscita a finire il capitolo per tempo, però per il prossimo, dato che non sarò a casa questo fine settimana, probabilmente arriverà lunedì sera o martedì.
Allora? Che ve ne pare di questo capitolo? Ho adorato scriverlo, giuro XD
Ringrazio ancora le buone anime che hanno recensito <3 e le carissime persone che preferiscono/ricordano/seguono. Siete sempre di più! Ricordo che se lasciate una recensione non mi farete altro che piacere!
Grazie <3

Emily


  
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