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Autore: Piccola1204    29/05/2009    1 recensioni
Noemi, ragazza dal corpo perfetto ma con la testa sulle spalle vive una vita tranquilla e spenzierata, quando l'ultimo anno di scuola superiore arrivano due ragazzi...i più belli che avesse mai visto che stravolgeranno completamente la sua vita di diciasettenne e quella della sua migliore amica Emily... °°Le ReCeNsIoNi SoNo GrAdItE =)=)°° ScUsAtE Ho ApPoRtAtO MolTe MoDiFiChE Al PrImO CapItOlo CoMe POi FaRò CoN tUtTi GlI AlTrI pERcHè NoN mI tOrNaVAnO alCuNe CoSe... ScUsAtEmI SpERo ChE vI PiACcIa UgUaLmEnTE... LaScIaTe MoLtE ReCeNsIOnI =)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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La mattina mi svegliai con una leggera carezza sulla guancia…
“Svegliati Noemi sono le dieci del mattino passate, hai dormito tantissimo!”
Mark non mi aveva davvero lasciata da sola… Aprì gli occhi ero ancora assonnata… la luce che entrava nella stanza era fortissima… era una bella giornata...strano...
“E te cosa ci fai ancora qui non dovevi essere a scuola??”
“Te l’ho detto non ti lascio da sola finche non starai meglio!”
“Sto molto meglio oggi guarda!!”
Mi alzai in piedi di scatto, non mi ricordai delle ferite.
Mi ero alzata troppo in fretta e la testa cominciò a girami la bruciatura alla gamba mi dette una fitta e così cascai a terra. Non guardai Mark, di sicuro stava sorridendo…
“Te lo avevo detto ma te non mi dare mai retta eh!!”
Non si era messo a ridere… pensavo che scoppiasse invece. Mi prese per i fianchi mi alzò e mi prese in braccio… io arrossì subito… la sua forza mi impressionava sempre.
“Mark mettimi giù non sono così debole da non riuscire a camminare…”
“Lo so ma, ho paura che camminando ti faccia male… per me non ci sarebbero problemi così poteri passare più tempo con te… ma mi sa che ne te ne Samuel sareste d’accordo!”
Non dissi nulla… che vergogna… chissà se stava faticando come un dannato non pesavo poco… dalla faccia però non sembrava faticare affatto.
Scese le scale con la solita velocità ed equilibrio, non si scompose nemmeno di poco… sembrava che portasse una scatola di un grammo.
“Allora dove vuoi sederti al tavolo o sul divano?”
Il tavolo era molto più vicino non volevo rimanere in braccio a Mark.
“Il tavolo.”
“Risposta sbagliata… li non potresti appoggiare la gamba e nemmeno stare comoda… quindi il divano…”
“Mark, no voglio sedermi al tavolo…”
“Non discutere ormai ho deciso!”
“Non mi va bene!”
Mi portò in salotto e mi mise a sedere sul divano, mi sistemò i cuscini dietro la schiena e mi fece appoggiare la gamba sul tavolino davanti. Accese la televisione e mi tirò il telecomando.
“Di mattina non ci sono molti buoni programmi, però sempre meglio di niente!”
Sorrisi.
“E te cosa fai?”
“Ti preparo la colazione ovvio… sono bravo ai fornelli!”
“Davvero?? Ma non ti disturbare dammi un pochino di latte va bene.”
“No devi essere in forze quindi devi mangiare… lascia fare a me!”
“Va bene… mi fido…”
Cominciai fare un po’ di zapping e trovai un programma decente, era una soap, stavano discutendo sull’affidamento dei bambini… le solite cose.
Ogni tanto mi giravo a guardare Mark, era splendido… i suoi movimenti erano a dir poco perfetti lui era perfetto… guardavo più lui della televisione ma non mi interessava lui era il mio programma preferito. Si girò anche lui e sorrise con quel sorriso meraviglioso che avrebbe fatto cadere ai suoi piedi tutte le ragazze, di scatto mi voltai e arrossì. Che figuracce beccata in pieno.
“Di cosa ti vergogni, non mi dai noia se mi guardi… fra poco ho finito!”
Io afferrai un cuscino e lo strinsi forte. Che vergogna. Non lo guardai più anche se la tentazione era grande.
Sentì che prese un piatto evidentemente aveva finito. In pochi secondi si presentò davanti a me con un vassoio addobbato con un piatto di frittelle e un bicchiere di spremuta d’arancia dall’aspetto sembrava tutto buono. Ora che ci pensavo non avevo mai mangiato nulla preparato da Mark chissà se era buono.
“Spero ti piacciano le frittelle è la prima cosa che mi è venuta in mente veloce da preparare!”
“Si, mi piacciono…”
“Bene…. Allora mangia…”
Presi, ne mangiai un boccone… non era delizioso… era divino…
“È buonissimo…”
“Allora il mio piatto ha superato la prova?”
“A pieni voti…”
“Mi fa piacere!”
Mangiai tutto e bevvi il succo, non avevo mangiato mai nulla di così buono. Andò in cucina e cominciò a lavare i piatti.
“Mark mi spieghi una cosa?”
“Cosa?”
“È una domanda stupida ma la voglio fare comunque!”
Si mise in ascolto.
“Te… sai fare tutto, sei bravo nello sport, nello studio, hai successo con le ragazze… sai suonare il piano e anche cucinare… come fai ad essere così? Anche le persone migliori hanno qualche difetto… qualche cosa che non sanno fare… ma te sembri… non lo so nemmeno io… un dio…”
Dio? Mi sa che avevo esagerato…
“Un Dio? – fece una risatina – non mi definirei un dio… se mi conoscessi a fondo scopriresti che non è così… sono peggio di un dio…”
A fondo… mmm… non lo conoscevo ancora bene, ma mi sarebbe piaciuto.
“Allora dimmi qualche tuo difetto…se no non ti credo”
Ci fu un momento di silenzio, nemmeno lui sapeva qualche suo difetto…
“ Ce ne sarebbe uno, ma meglio non dirlo..”
“No, lo sai che sono troppo curiosa non puoi dirmi così!”
Un altro momento di silenzio… si era fatto serio…
“Il mio difetto è che…. - mi guardò - non riesco a resisterti, come ti ho detto ieri sera non ti lascerò così facilmente a Samuel…”
Pausa…
“Allora quello che hai detto ieri sera non l’ho sognato?”
“No Noemi, è tutto vero… e farò di tutto per rimediare al mio stupidissimo errore di allontanarmi da te, te sei la cosa più importante - si mise a sedere accanto a me sul divano – io, io, non lo so nemmeno… so solo che vorrei che tu pensassi solo a me…”
“Ti prego non dire così, non voglio crederti mi hai già fatto soffrire una volta, come posso fidarmi?”
“Te lo dimostrerò, te sei la mia carica senza di te io non sono niente!”
“Ma come puoi dire queste cose? Se fino ieri non mi volevi nemmeno parlare…”
“Lo so, ma ho cambiato idea…”
“Idea? No io ormai sto con Samuel e gli voglio davvero tanto bene…”
“Ma non lo ami…”
“Questi non sono affari tuoi…”
“Noemi io l’ho visto come mi guardi… e non sono i soliti sguardi che rivolgi a Samuel…”
Rimasi in silenzio, allora se ne era accorto… ma non potevo dargliela vinta, non sono una bambola, che quando ne ha voglia ci si gioca, no io non mi fidavo più di lui…
“Mark… io non mi fido più… se mi vuoi davvero tutto questo bene allora dimostramelo, ma io non lascerò Samuel”
Rimase in silenzio.
“Va bene hai fatto la tua scelta… ma almeno dammi l’opportunità di provare…”
“Te l’ho appena concessa…”
Mi guardò e mi riprese in braccio.
“Vieni torna un po’ a dormire è meglio se ti riposi, oggi dovremmo passare tutto il pomeriggio a cercare delle informazioni su Clear Lake… e se vedo che stai meglio torno a casa, così Samuel potrà passare… ma domani ti voglio trovare a Clear Lake, dobbiamo passarci il fine settimana, ricordatelo… quindi convinci il tuo ragazzo…”
Mi riportò in camera mia e mi sdraiò sul letto… ero stanca mi sarei di sicuro addormentata subito… mi rimboccai le coperte fin sotto il mento, credevo Mark tornasse al piano di sotto per lasciarmi dormire, invece si coricò accanto a me e mi strinse a lui, non so nemmeno spiegare le sensazioni che provavo in quel momento ma erano bellissime… decisi di lasciarmi andare appoggiai la testa sul suo petto e lui mi abbracciò.
Ero davvero felice…il suo corpo però era un po’ troppo caldo…
“Hai caldo??” chiesi già un po’ assopita.
“No, tranquilla adesso dormi!”
Mugolai qualche parola e poi mi addormentai.

Mi svegliai qualche ora dopo, Mark era ancora li accanto a me come aveva detto non mi avrebbe lasciata da sola finche non mi fossi ripresa…mi stava gingillando i capelli, adoravo quando me li toccavano… mi stiracchiai e devo dire che mi sentivo molto, molto meglio.
“Ben svegliata! Hai dormito per ben due ore e mezzo… ti sei ripresa?”
“Si, grazie rimane solo il dolore delle ferite quello ci vorrà un po’ per farlo smettere!”
La faccia di Mark si scuri e si voltò dall’altra parte…
“Che ore sono?”
“Le quattro del pomeriggio” rispose un po’ freddamente.
“Chissà quanto ti sarai annoiato a vedermi dormire…”
“No, tutt’altro mi sono divertito… assomigliavi a un angelo! – Arrossì – e… poi mentre dormivi, hai cominciato a parlare – sorrise - hai detto qualcosa anche su di me…”
Rise.
“Davvero??”
Che figure… cosa avevo detto?? Speriamo niente di compromettente…
“Si…”
Mi nascosi sotto le lenzuola non volevo guardarlo. Rise ancora di più.
“Non vuoi sapere cosa hai detto??”
“No” dissi convita senza uscire da sotto le lenzuola… ma perché non tenevo mai la mia boccaccia chiusa… anche mentre dormivo dovevo parlare.
“Sicura??”
“N…no…”
Alzò le lenzuola e si mise sotto con me… mi guardò negli occhi e si avvicinò… era a poche centimetri da me.
Avevamo le labbra vicinissime se solo uno dei due si fosse avvicinato di più ci saremmo baciati. Potevo sentire il suo respiro, il suo profumo divino… e avevo una voglia matta di baciarlo…
“Parlavi dell’uomo che ti aveva aggredita ieri sera… poi mi hai chiamata e mi hai detto: menomale ci sei te che mi proteggi…”
“E basta?” arrossì ancora di più.
Rise…
“È meglio non dirlo!”
In quel momento non mi interessava cosa avevo detto a Mark, averlo li vicino mi bastava.
“N…on lo vuoi… sapere!”
Faceva fatica a parlare ma, vedevo che non andava bene qualcosa…
“Cos’hai??”
“Devo riuscire a resistere ed è molto difficile… sto per cedere!”
“A cosa devi resistere?”
“Alla voglia tremenda che ho di baciarti…- si avvicinò di pochissimo – ma non posso…”
“Perché?” mi tappai la bocca.
Rise.
“Perché non posso… e poi c’è ancora Tylor nel tuo cuore…”
Era vero… io stavo ancora con Samuel… oltre a essere bello e intelligente Mark era anche un signore…
Si alzò dal letto…
“Il pullman per Clear Lake passa domani mattina alle nove precise alla fermata qui a pochi passi da casa tua… siamo anche fortunati. Ho già prenotato anche tutto, non dormiremo al Grand Hotel ma staremo comodi.
Resterò un altro po’ con te per accertarmi che stai bene poi puoi benissimo chiamare Samuel.
Mi incupì e lui lo notò.
“Cosa c’è??” si avvicinò e mi accarezzò la guancia… quei guanti però erano un po’ ruvidi.
“Non voglio che Samuel venga qui… mi riempirebbe di domande e non mi lascerebbe andare a Clear Lake…”
“Quindi vuoi che rimanga io??”
“No… voglio restare un po’ da sola… per organizzarmi…”
Rimase un po’ sorpreso ma subito dopo tornò con il suo sguardo dolce.
“Va bene… come desideri… domani mattina ti voglio trovare sul pullman… sennò torno indietro e ti porto a corsa!”
Feci un risolino…
“Non sto scherzando lo faccio sul serio…”
Era serio, la cosa cominciava a preoccuparmi.
“D’accordo ci sarò non voglio essere portata in braccio da te…”
Fece un sorriso e si alzò dal mio letto…
“Ti lascio un ora per farti la doccia se vuoi e sistemarti… io ti aspetto al piano di sotto…”
“Farò anche la valigia almeno non mi tocca prepararla dopo!”
“Brava!” mi fece l’occhiolino e si chiuse la porta alle spalle.
Erano le due del pomeriggio… mi alzai dal letto e andai in bagno… dopo quello che mi era successo era faceva uno strano effetto entrarci.
Guardai dietro la tendina della doccia… non c’era nessuno. Tirai un sospiro di sollievo… sembravo scema adesso avevo anche paura…quest’anno mi aveva cambiata completamente.
Feci una doccia veloce… non mi sentivo molto a mio agio sapendo Mark al piano di sotto…potrebbe entrare da un momento all’altro…dopo tutto è un maschio anche lui e se mi voleva così tanto come diceva era meglio sbrigarsi.
Mi asciugai e uscì per andare a prendere dei vestiti puliti… volevo mettermi qualcosa di colorato. Presi una maglietta gialla e i soliti jeans… dovevo essere dimagrita perché quella maglia mi stava meglio del solito… con i capelli ancora bagnati cominciai a fare le valigie per domani… misi solo le cose essenziali.
Ci misi meno del previsto e in meno dell’ ora che mi aveva concesso Mark scesi al piano di sotto.
“Vedo che stai molto meglio!”
Era seduto sul divano composto come sempre…non mi aveva nemmeno guardata come faceva a sapere se stavo bene o no??
“Come?”
“Hai sceso le scale senza fatica… credo che tu stia molto meglio a meno che l’entusiasmo di vedermi era così grande che hai volato le scale!”
Sorrise.
Arrossì e rimasi in silenzio. Quando si girò a guardarmi rimase un po’ stupito almeno la sua espressione sembrava quella… con i capelli bagnati ero ancora più provocante chissà cosa avrà pensato.
Gli risposi che non era vero che non avevo assolutamente nessuna intenzione di rivederlo, e mi misi a sedere al tavolo.
Lui cominciò a ridere.
“Stavo scherzando!! – continuò a ridere – certo che sei permalosa!”
Venne da me e cominciò ad abbracciarmi anche se era in piedi.
Io mi alzai non volevo i suoi abbracci… lui però prontamente mi afferrò e mi tirò verso di lui… stringendomi in una morsa dove non riuscivo a liberarmi.
“Vai via!!” dissi seria.
“Vuoi che vada via??” disse scostandosi un po’.
“Si!”
Mi guardò in modo strano credo ci fosse rimasto davvero male non se lo aspettava….
“Va bene se è questo che vuoi…”
Afferrò il giacchetto e si diresse verso la porta… non appena l’aprì io gli corsi in contro e lo abbracciai… rispetto a me era molto più alto il mio viso arrivava all’inizio della schiena.
“Sapevo che non mi avresti lasciato andare via così!”
Non dissi nulla… continuai solo ad abbracciarlo…
“Via basta smancerie in pubblico… per oggi ne abbiamo fatte anche troppe!” sorrise e mi afferrò la mano… è meglio se cominciamo a parlare di domani…
“Ma non avevi detto che avevi già organizzato tutto??”
“Si, ma credo che tu voglia sapere dove saremo a Clear Lake o ti fidi così ciecamente di me?”
Sorrisi…
“Mi fido di te… tanto non credo che farai mai qualcosa che possa nuocermi…”
Questa volta feci io il sorriso malizioso… aveva capito la mia battuta e cominciò a ridere.
“È proprio questo che mi piace di te… sei sfacciata ma con classe…” continuò a ridere.
Ormai era pieno pomeriggio e mi sentivo molto meglio… ero prontissima per partire per Clear Lake.
“Nonostante tu ti fida così tanto di me perché sei persa ti devo dire l’itinerario del nostro week – end. Il professore ci ha incaricato di fare una ricerca sulle origini della città e sui monumenti giusto?? – Annuì - bene allora anche se è una città molto piccola tra le montagne ci sono molte leggende… tra monumenti e parchi ci sarà molto da scrivere per questa ricerca.”
La cosa mi interessava non vedevo l’ora di partire e vedere la città.
“Sarà sicuramente noioso!” disse Mark scocciato.
A lui non piacevano le leggende, mi ritornò in mente quando mi rispose male perché gli facevo troppe domande sui Pharrel… mi sa che quel fine settimana non sarebbe stato bello come mi ero già preimpostata.
“Secondo me sarà molto divertente!”
Sorrise.
“Se allora piace a te… piacerà anche a me!”
Lo guardai fissa negli occhi e mi incantai. Quegli occhi… quegli stramaledettissimi occhi… che quando mi guardavano mi imprigionavano… diventavo loro.
“Ti amo…” dissi sottovoce.
Sgranai gli occhi non feci in tempo a rendermi conto di quello che avessi appena detto che mi alzai di scatto.
Guardai Mark qualche secondo… ero completamente disorientata. Lui tentò di afferrarmi per calmarmi ma mi divincolai. Corsi su per le scale e mi chiusi in camera mia. Chiusi la porta e mi sdraiai dietro essa. Misi la testa fra le ginocchia… non riuscivo a pensare a nulla. Poco dopo sentì bussare alla porta. Subito ricollegai tutto.
“Noemi…”
“Vattene!”
“Va bene… hai bisogno di pensare un po’ da sola… vado via…”
Sentì che faceva marcia indietro…
“Aspetta… - si fermò di colpo anche se ormai era già sulle scale - hai sentito quello che ho detto?”
Un attimo di silenzio…Speravo con tutto il cuore in una risposta negativa…
“Si…”
Non dissi più nulla…
“Ti aspetto domani mattina a Clear Lake…sennò lo sai che ti passo a prendere io!”
Sentì la moto partire e girare l’angolo finchè non sentì più il rumore. Non appena fui convinta di essere da sola riaprì la porta. Mi affacciai sulle scale e chiamai il nome di Mark.
Nessuna risposta.
Mi sedetti in cima agli scalini. Cosa avevo fatto?? Perché ho detto una cosa del genere? Io odiavo Mark, mi aveva trattata sempre male… ma anche dolcemente… avevo una confusione in testa. Quegli occhi, quegli assurdi occhi azzurri riuscivano sempre a farmi fare cose che non volevo… va bene ho deciso… non dovevo più guardarlo.
La casa senza Mark era molto più tetra… avevo un po’ paura a rimanere da sola… cominciai a passarmi le mani sulle braccia ed a guardarmi intorno… Se fosse tornato quell’uomo? Basta chiamo Emily!!
Mi avvicinai al telefono e cominciò a squillare… un po’ titubante andai a rispondere. Sembrava di essere in uno di quei film dell’orrore!
“Pronto?”
“Noemi…” mi rassicurai subito al suono di quella voce così calda… ma non era mio padre…
“M…Mark?” avevo intenzione di buttare giù…
“Volevo solo sapere se era tutto apposto… poi ti lascio stare…”
“S…i…”
Silenzio.
“Scusa Mark… ma non me la sento di parlare scusa… ci vediamo domani mattina…” buttai già subito dopo.
Basta pensare a lui… preparai una bella cena e mi misi a guardare il televisore, guardai un paio di cose interessanti ma la stanchezza ebbe il sopravvento e crollai.
Non so dopo quanto tempo mi svegliai so solo che ero ancora sul divano e una strana sensazione mi avvolgeva, forse il freddo, ma non era quello perché avevo una piccola coperta di lana addosso. Mi guardai un po’ intorno… dovevo essere sonnambula perché non mi ricordavo di averla presa. Vidi sul tavolino un bigliettino… era una calligrafia delicata:
“Tranquilla sono stato io a entrare in casa ero passato per vedere se stavi bene, e avevi lasciato la porta aperta, ho sistemato un po’ e dopo averti guardato dormire ti ho lasciata da sola…a proposito sei stupenda mentre dormi…soprattutto quando pronunci il mio nome… Mark.”
Andai in iperventilazione… io non avevo detto il suo nome… voleva solo mettermi in imbarazzo.
Mi alzai a fatica, ero stanca… mi strascicai fino al mio letto al piano superiore, mi infilai sotto le coperte calde e mi riaddormentai.

La mattina fui svegliata da un rumore strano..era la vibrazione del mio cellulare che tremava sul comodino accanto al mio letto… Lo guardai erano le 8 e la sveglia stava suonando, evidentemente Mark aveva anche messo la sveglia per essere sicuro che mi svegliassi… la spensi e mi preparai per uscire di casa… Doccia, vestiti, colazione e un quarto alle nove ero già fuori casa. Con il borsone mi diressi verso la fermata…
Il pullman arrivò con dieci minuti di ritardo… la cosa mi fece molto arrabbiare… odiavo aspettare!
Salì c’erano poche persone una signora anziana e due ragazzi. Mi sedetti infondo nel sedile più nascosto non avevo voglia di nulla solo di arrivare a destinazione i viaggi troppo lunghi non mi piacevano.
Misi l’ipod a tutto volume nelle orecchie e guardai fuori dal finestrino… Mark sarebbe venuto in moto…che cattivo certo… poteva anche portare me… un giro in moto non mi sarebbe dispiaciuto.
Dieci minuti dopo cominciai a guardarmi un po’ intorno… vidi uno dei due ragazzi che mi fissava…girai lo sguardo e continuai ad ascoltare la musica. Rialzai lo sguardo era ancora li… mi guardò altri pochi secondi e si avvicinò.
“È libero questo posto??” mi chiese con voce accattivante.
Accennai un si senza troppo disinteresse. Era sicuramente un ragazzo di quarta superiore, abbastanza alto con i capelli neri e gli occhi verdi.
Si sedette a dieci centimetri da me…certo non si faceva scrupoli.
“Dove stai andando?”
Che curioso… però…in qualche modo dovevo passare il tempo due parole non avrebbero fatto male a nessuno.
“A Clear Lake… tu?”
“Sterling...vedo che il professor Miller ti ha assegnato il mio stesso esercizio!Lo ha dato a tutte le sue classi.”
“Come fai a saperlo??”
Lo guardai meglio era Jack Hughes lo avevo conosciuto l’anno prima sempre per una lezione del professore Miller.
“Si…”
“Le nostre città sono molto vicine sai?”
“No non lo sapevo e sinceramente non mi interessa… tanto mi fermo solo per il fine settimana.”
“Sai Noemi… sei proprio una bella ragazza… è dall’anno scorso che ti ho notata sei bellissima – si stava sempre di più avvicinando verso di me – che ne dici di vederci visto che siamo così vicino potrei venire a trovarti – ora era a due centimetri da me – e magari…”
“No grazie - lo allontanai da me – non sei il mio tipo”
Si riavvicinò.
“Chi è il tuo tipo quel fesso di Samuel? Solo perché è il capitano della squadra di calcio? Voi ragazze siete tutte uguali anche te!”
“Ti sbagli… Se sto con Samuel è perché gli voglio bene… e poi non devo darti nessuna spiegazione!! Non ti conosco nemmeno!!”
“A questo c’è un rimedio!”
Mi afferrò il mento.
“Fermati!”
“Vuoi fare la difficile vero? È la tua specialità no?”
Mi bloccò le braccia, tentai di allontanarmi ma mi strinse ancora di più.
Chiusi gli occhi e non appena gli riaprì sentì un colpo secco sulla spalla di Jack. Si era piegato.
“Non ti azzardare nemmeno!”
Sembrava che Jack avesse sulla spalla trenta chili in più.
“Mark!!” esclamai con un sorriso a trentadue denti.
Era bellissimo aveva sulla testa un cappellino bianco che gli lasciava uscire un po’ di capelli biondi, un giacchetto bianco e dei jeans scuri.
Jack mi lasciò le braccia e Mark spostò la mano.
“Cosa vuoi Davis? Cosa ti intrometti?”
“Te prova a toccarla solo un’altra volta ed io ti faccio tornare a Standwood più in fretta di quello che pensi…”
Era furioso… ed era ancora più affascinante, i suoi occhi sempre azzurri erano di colore blu scuro…
“Sennò?”
“Ti vuoi alzare o devo fartelo capire con le cattive!”
“Va bene, va bene non ti scaldare… per Noemi questo ed altro… ma attento Davis lei ama solo Samuel… non c’è posto per noi… vuole solo il meglio!” mi fulminò…
“Si per te è così… ma io sono il migliore… quindi vedi di andartene alla svelta!”
Irritato si alzò è andò a sedersi accanto al suo compagno massaggiandosi la spalla.
Subito Mark si materializzò accanto a me… cominciò a tastarmi i polsi e le braccia…
“Come stai??”
I guanti ruvidi facevano contrasto con la mia pelle e mi facevano il solletico.
“Si…tranquillo sto bene…”
“Sicura?”
“Si, non mi ha fatto nulla e… guarda che sapevo difendermi da sola…” lo guardai con sguardo divertito. Lui ricambiò e sorrise.
“Piccola è meglio se inizi a portarti nella borsa uno spray al peperoncino non vorrai farmi stare in pensiero tutte le volte che esci di casa??”
“Perché ti preoccupi per me?” Chiesi sperando in una risposta positiva.
Mi afferrò per le guancie dolcemente e mi avvicinò al suo viso…stavo andando a fuoco anche se le sue mani erano ancora più calde.
“Io mi preoccupo sempre per te… non vuoi proprio capirlo che mi sto innamorando!!”
Arretrai…e mi rattristì…
“Cosa hai?”
“Come puoi dirmi una cosa del genere?”
“Sono i miei sentimenti… e anche i tuoi se ricordo bene…”
“Ti sbagli!! Lo sapevo che me lo avresti rinfacciato…quello che ho detto ieri te lo devi dimenticare!”
Mi guardò un po’ confuso…
“Noemi cosa vuoi dire?”
Pausa…
“Samuel??”chiese.
Mi morsi il labbro…io sto con Samuel non posso permettermi di essere così volubile… lui mi vuole davvero bene… Non avevo nessuna certezza solo tante parole…
“Piccola… - mi chiamò Mark dolcemente – te cosa vuoi veramente?
“Non lo so…”
“Non voglio farti arrabbiare… per favore però rispondi alla domanda!”
“Davvero… non ne ho idea… forse questo fine settimana riuscirà a chiarirmi un po’ le idee…”
“Va bene… facciamo finta che questo discorso non sia mai avvenuto… ok?”
“Ok… non voglio rovinare il fine settimana a nessuno!” Mi sorrise… e io abbassai gli occhi così da non incantarmi al bagliore del suo sorriso.
Tirò fuori dalla tasca un i-pod…
“Vuoi?”
Annuì… non avevo le idee chiare… quando stavo con Mark ero felicissima e provavo sensazioni nuove… che neanche Samuel era riuscito a farmi provare…Però Samuel invece mi voleva davvero bene… stare con lui… mi rendeva felice… però… ma io volevo davvero stare con lui? O continuavo a tirare avanti la nostra storia perché mi dispiaceva?
Il suono della dolce voce di Mark mi fece riprendere…aveva davvero una voce fantastica… ecco un’altra sua qualità… ottimo cantante!
Cominciò a cantare guardandomi intensamente… io indietreggiai ma lui continuava ad avvicinarsi… Lui doveva fare il mago perché riusciva sempre a distogliermi da tutti i miei pensieri e a farmi concentrare su di lui…

Dopo un’altra mezz’ora di viaggio cominciai a vedere alcune case sparse lungo la strada… il paesaggio stava cambiando le pianure stavano diminuendo sempre più… le strade si fecero più larghe per lasciare spazio alle macchina per passare… ci stavamo avvicinando alla città mi voltai verso Mark.
“Siamo quasi arrivati…”
Continuai ad ascoltare la musica che Mark aveva scelto e non appena finì si alzò è si avvicinò al conducente.
Si girò verso di me e mi fece cenno di alzarmi… non me lo feci ripetere due volte… in meno di due secondi ero già pronta.
Mi fermai davanti all’uscita del pullman e anche Mark si fermò accanto a me cingendomi i fianchi. La sua stretta era fortissima…
Il pullman fece una frenata brusca… ma non dovetti nemmeno aggrapparmi ad un sostegno perché non mi fece muovere di un centimetro. La porta si aprì e noi scendemmo, la fermata era posta davanti all’entrata di Clear Lake.. Eravamo davanti ad uno spettacolo stupendo…davanti a me un cartello con sopra scritto Clear Lake indicava verso il basso…un sentiero in pietra conduceva verso valle… feci qualche passo verso il sentiero e alzai lo sguardo… davanti a me la città, molto piccola e concentrata tutta in un unico borgo, dietro sullo sfondo le montagne che abbracciavano un lago…sembrava una cartolina.
Con gli occhi che mi brillavano afferrai il braccio di Mark e lo tirai verso il sentiero.
“Dai andiamo mi piace troppo questo posto! Andremo anche a fare il bagno vero?”
“Siamo in inverno Noemi non vorrai congelarti vero? O vuoi che ti riscaldi io?”
“Sfacciato! Sempre a smontare i miei sogni!”
Facendo finta di essere arrabbiata cominciai a camminare verso la città con Mark dietro che mi continuava a ripetere di stare attenta a non cadere.
Dopo qualche minuto arrivammo in città… Anche se era una città molto piccola le persone non mancavano e dall’aspetto mi sembravano tutte molto solari. Le case più vecchie erano fatte in pietra e quelle più nuove in mattoni.
“Dove passeremo la notte?”
“Vieni andiamo a chiedere indicazioni per essere più sicuri di non perderci!” rise.
“Dai non prendermi in giro!”
“Seguimi ti porto subito…non voglio che continui a portarti dietro quel borsone ingombrante!”
Gli sorrisi…
Ci incamminammo…tempo cinque minuti arrivammo ad una locanda: Fantastic Lake si chiamava…
“È questa?”
Mi sorrise ed entrammo.
La locanda rispetto al fuori era un po’ più buia. Davanti a noi c’era un bancone con dietro molti tipi di alcolici a partire da quelli con meno gradi a finire a quelli con più gradi. Erano le dieci e mezzo del mattino ed un uomo era già seduto al bancone a tracannare qualcosa di un marrone chiaro. Il barman stava asciugando i bicchieri e non faceva molto caso all’uomo seduto davanti a lui forse era un cliente abituale.
L’uomo seduto al bancone ci squadrò da cima a fondo, Mark mi prese per un braccio e mi trascinò nella sala accanto. Quella era molto più luminosa… di un colore giallo spento ma che rendeva il posto vivo. Le tende e le rifiniture erano di colore bianco il che rendeva tutto veramente accogliente.
Una signora alta, magra e molto sorridente si avvicinò a noi.
“Vi serve aiuto?”
“Si – parlò Mark – avrei prenotato una stanza per due a nome Davis.”
“Ah certo… aspetti controllo sul registro.”
La signora si avvicinò ad un bancone con sopra un registro giallo, lo aprì, non c’erano molte prenotazioni l’ultima risaliva a due settimane fa.
“Mark Davis?”
“Si…”
“Stanza numero due!” disse porgendogli le chiavi.
“È la più lussuosa?” chiese maliziosamente.
“Certo è la migliore che abbiamo come aveva chiesto!”
“Primo piano?”
“Si…” disse la signora sorridendogli. Stava squadrando Mark e la cosa non mi piaceva molto.
Mi avvolse le spalle e ci dirigemmo verso le scale per andare al primo piano. Mi girai a guardare la signora e stava ancora guardando Mark. La guardai male… anche se non mi vide continuai a fulminarla.
Il primo piano era uguale al pian terreno sempre di colore giallo e bianco. La nostra camera era infondo al corridoio prima della nostra c’erano altre cinque stanze. La nostra porta era un po’ più grande delle altre. Presi le chiavi a Mark e aprì.
Non era molto grande ma evidentemente rispetto alle altre si ed anche molto, era tutta di colore bianco, subito sulla sinistra c’era un letto matrimoniale con le lenzuola in rosa,due comodini ai lati e accanto un armadio in legno. Davanti a noi una porta finestra con fuori un balcone in marmo. Sulla destra della stanza una poltrona in rosa ed una porta che portava al bagno.
“È molto bella!” dissi contenta.
“Ti piace? Scusa se non è molto più grande ma non ho trovato di meglio!”
Gli afferrai una mano.
“Grazie…”
Mi fece un sorriso obliquo.
“Io vado a fare una doccia vieni con me?”
“No, non ci tengo” dissi ridendo.
“Non sai cosa ti perdi!”
“Presuntuoso!” dissi facendogli una pernacchia.
Agguantò un asciugamano nell’armadio e andò in bagno, chiuse la porta ed io mi sdraiai sul letto era comodissimo. Mi sorse un dubbio… c’era solo un letto… io e Mark avremmo dormito assieme??
Sentì lo scrosciare della doccia.
“Noemi! Guarda qualche ristorantino sul lago per andare a pranzo visto che è una bella giornata e mi sta venendo un certo languorino!”
Sbuffai nemmeno un secondo per rilassarmi…
“Aspetta sistemo le mie cose e lo cerco subito!”
“Va bene, faccio la doccia!”
Cominciai a sistemare la mia roba nell’armadio…non era molta dopo tutto erano solo due giorni però non sapevo il clima come sarebbe stato quindi mi sono portata due capi per ogni tipo di maglia.
Presi la parte dell’armadio con gli scaffali..quella con le cruccette le volevo lasciare a Mark nel caso si fosse portato qualche vestito che non doveva prendere pieghe. Misi poco tempo a sistemarle..erano due maglie a maniche corte, due a maniche lunghe e due felpe… più i vari accessori.
Mark finì di farsi la doccia…Corsi a cercare un elenco telefonico nel caso di trovare qualcosa in meno di cinque minuti, ma non ne ebbi nemmeno il tempo. Mark uscì dal bagno con solo l’asciugamano legato in vita e con un altro si stava asciugando i capelli bagnati.
“Scusa non sono riuscita a trovare nulla…”
“Non fa niente cerco io… vai anche te a fare una doccia… almeno starai meglio!”
“Va bene accetto il tuo consiglio.”
Presi anche io degli asciugamani ed una maglia che stava nell’armadio a maniche lunghe, i trucchi e andai in bagno. Sentì Mark afferrare il telefono e chiamare alla reception. Rispose la signora di prima. Ascoltai.
“Ah dice che sulla riva ci sia un posticino ottimo………… no guardi non posso sono già innamorato…………si lei……… ah grazie del consiglio……a dopo passo a lasciarle le chiavi!”
Chiuse la conversazione e bussò alla porta. Sobbalzai. Corsi ad accendere l’acqua della doccia e feci finta di nulla!
“Si… dimmi?”
“Non stavi origliando vero?”
“N…o…” cavolo!
“Non fare finta di nulla… e poi non essere gelosa quella donna non mi interessa affatto… infatti l’ho detto anche a lei non so se hai ascoltato ammodo!”
Lo odiavo quando faceva così!
“Non me ne frega nulla delle tue storie d’amore… per me puoi portare lei a pranzo… io troverò un altro posto!”
“Noemi dai avevamo promesso che dovevo lasciarti riflettere quindi non voglio dire niente visto che Samuel non c’è!”
“Va bene…”
Mi svestì e mi infilai sotto la doccia. Il bagno era fatto con mattonelle bianche però aveva la parte superiore di colore azzurro. Molto grande anche esso con una doccia una vasca e tutto il necessario.
Finì in breve tempo… presi gli asciugamani uno me lo avvolsi intorno al corpo ed un altro sulla testa. Mi asciugai corpo e capelli.
“Prima di vestirti fammi vedere come ti sta la gamba e i lividi!”
“Esco in mutante?”
“Non ti mangio tranquilla.”
Misi la maglia, mi truccai e uscì.
“Vieni qui!”
Mi sedei accanto a Mark in modo da stendere la gamba. Lui la prese tra le sue mani e cominciò a scrutare la ferita.
“Vedo che guarisci in fretta…si sta già formando la crosta…”
“Si…infatti non mi fa nemmeno più tanto male!”
“Fra poco non la sentirai nemmeno più… è stata solo una brutta bruciatura! Ed i lividi?”
Mi guardai le gambe e tastai le braccia.
“Si vedono ancora ma non fanno male!”
“Per fortuna…”
Si alzò dal letto.
“Vestiti che ti porto in un posticino molto carino…”
Presi i jeans e le scarpe…
“Va bene ma mi devo vestire elegante?”
“Non ne hai bisogno.”
Prese le chiavi e mi condusse fuori dalla camera.
“Aspetta devo prendere i soldi!”
“Non ti preoccupare offro io…”
“No, dai Mark non scherzare voglio pagare il mio!”
“Non sto scherzando, offro io!”
Chiuse la porta e si infilò le chiavi in tasca. Sbuffai. Adesso non potevo più entrare in camera.
Scendemmo e Mark lasciò le chiavi alla signora che ci augurò una buona giornata…
Andammo sulla riva del lago e ci fermammo in un piccolo ristorante costruito su una terrazza in legno tinto di bianco.
Potevamo stare all’interno in una saletta privata oppure fuori sulla terrazza. Ovviamente Mark fece decidere a me e io scelsi di stare fuori! Non amavo molto i posti chiusi. Poi era anche una bella giornata perché sprecarla?
Mi fece sedere ad un tavolo per due. C’era un leggero venticello che faceva venire i brividi ed il paesaggio illuminato dal sole mozzava il fiato in gola.
“A lei signorina!” disse un cameriere porgendomi il menù.
“Grazie…” sorrisi…lo afferrai goffamente e feci cadere un bicchiere sul tavolo, per fortuna non si ruppe.
“Scusi!”dissi rimettendolo in piedi.
Il cameriere mi fece un cenno e mi disse che era tutto apposto e porse l’altro menù a Mark.
“Ti piace così tanto il lago?”
“Si…molto…”
“Va bene… allora dopo per passare il pomeriggio ti porterò a fare un giro in barca…”
“Davvero?? – mi brillavano gli occhi – Non importa.”
“Invece si… mi piace vederti felice!”
Arrossì come al solito sviai il discorso sperando che non mi avesse notata. Cominciai a guardare il menù. Non sapevo assolutamente cosa prendere… alzai lo sguardo verso Mark e vidi che mi guardava.
“Ti piace il pesce?”
“Si…”
“Allora va bene…”
“Perché hai già deciso?”
“Si… e anche per te!”
Prese il mio menù.
“Cosa hai preso?”
“La specialità della casa.”
“E in cosa consiste?”
“Fidati e vedrai…”
Sorrisi…
Chiamò il cameriere gli restituì il menù e ordinò da mangiare.
“Comunque non possiamo andare a fare la gita sul lago dobbiamo fare il lavoro… abbiamo solo due giorni di tempo!” dissi un po’ demoralizzata.
“Piccola… ascoltami ti vuoi fidare di me? Ho già organizzato tutto non ti preoccupare… prendila più come una vacanza questa “gita”
“E cosa dirai al professor Miller? Io mi sono rilassata due giorni e che te hai fatto tutto il lavoro?!” “Non lo direi mai!”
“Voglio anche io fare la mia parte… sennò potevo stare benissimo a casa!”
“Non lo avresti mai fatto!”
“Ah si… e come fai a saperlo?”
“Perché non puoi resistere senza vedermi!”
Rimasi allibita… non sapevo cosa rispondere… se avessi controbattuto se la sarebbe presa se avessi detto che era vero gliel’avrei data vinta… decisi di fare la cosa migliore… rimanere in silenzio.
“Ecco a voi!” disse il cameriere porgendoci un piatto di maccheroni al salmone.
Per fortuna era arrivato prima che questa cosa fosse diventata troppo imbarazzante.
“Questi sono maccheroni al salmone ed è il piatto della casa perché qui a Clear Lake è la nostra risorsa primaria…”
Ringraziammo e prima ci cominciare a mangiare guardai un’ultima volta Mark e vidi sul suo viso quel sorriso obliquo che lo faceva sentire vittorioso.
Basta non dovevo più dargliela vinta… non lo sapevo nemmeno io cosa provavo… e non potevo farmi ingannare. Di secondo ci portarono salmone alla griglia… molto buono…Oltre quello non mangiai altro ero piena e nemmeno Mark prese altro.
Pagò il conto e uscimmo dal ristorante.
“Andiamo al lago?”
“Va bene… basta che rispetti la nostra promessa!”
“Ci proverò ma, non ti assicuro nulla…”
“Provaci! Ti prego…”
Mi accarezzò la guancia. Che sensazione stupenda. Ci incamminammo verso il molo… gli alberi cominciavano a diminuire mano a mano che ci avvicinavamo al lago e riprendevano vicino all’argine. La terra si faceva più sabbiosa…sentì sotto i miei piedi delle assi… guardai in basso e vidi emergere dal terreno delle tavole di legno che andavano verso il basso fino ad arrivare ad un piccolo molo.
Attraversammo la passerella e lo raggiungemmo… da li potevamo scegliere se andare a sinistra sulla spiaggia contornata da pietre oppure a destra dove potevamo noleggiare una basrca e fare un giro turistico del lago.
...CoNtInUa...
  
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