Partecipa a 'Un prompt sotto l'albero' di 'Il giardino di Efp':
Canzone: Happy Xmas (Wa is Over) - John Lennon
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Cap.10 Natale a casa
“Non ti sei pentito di
essere tornato in questa casa? Hai
lasciato molte persone che amavi lì” disse
Hermione. Harry sorseggiò la tazza
di the che teneva tra le mani.
“Mi sarei perso questo
Natale a casa mia” rispose con voce
rauca. Osservò
il salotto e si appoggiò
con la schiena allo stipite della porta.
Albus Severus ridacchiò
arrampicandosi su una scala fino
alla cima dell’albero di Natale. Suo zio Dudley teneva ferma
la scala. Ginny
avanzò tra i divani tenendo un vassoio colmo di biscotti
allo zenzero con
diverse forme.
“Mangiateli. Vostro padre
si è svegliato alle cinque per
farli” disse. James Sirius ne afferrò uno con la
forma di una stella cometa e
ne morse una delle punte.
“Di sicuro sono venuti
meglio dei tuoi, Rose” scherzò.
Hugo ridacchiò. Si
appoggiò contro lo schienale del divano,
Lily Luna seduta accanto a lui si sporse prendendo a sua volta un
biscotto.
Rose, accomodata su una delle poltrone, incrociò le braccia
al petto.
“Nemmeno a Natale riesci a
stare zitto. Sarebbe un regalo
per tutti” brontolò. La sua guancia sinistra era
illuminata a intermittenza
dalle luci del presepe.
Ron le passò davanti,
intento a portare un pacco colmo di
palline di Natale fino a Dudley.
“Ragazzi, basta palline.
È stato già messo il puntale!” si
lamentò Fred, ritto davanti alla finestra. Si
girò a guardare Hermione, che si
trovava davanti all’uscio della cucina. Harry fissava la
migliore amica.
“Andare in quel posto mi ha
fatto rivivere la guerra. E mi
chiedo quando ci sarà un’altra guerra magica. Per
quanto tempo durerà questa
pace” ammise con voce rauca. La sua tazza era per
metà vuota.
“Harry, è finita
la guerra” lo rassicurò Hermione.
“Non è finito il
razzismo, Hermione” gemette Harry. Ginny li
raggiunse e si mise tra Granger e il marito.
“Tesoro, tu e la tua amica
potreste anche non pensare al
bene del mondo almeno a Natale? Lo salverai domani, mio coraggioso
Auror”
sussurrò. Continuò a tenere il vassoio con una
mano sola. Con l’altra accarezzò
la testa di Harry, passandogli le dita tra le ciocche more.
“Non stavamo parlando di
cose importante. Harry teme solo il
razzismo. E anche io, in fondo” mormorò Hermione
con voce rauca. Ginny prese un
biscotto e lo mise in bocca ad Harry.
“In questa casa il razzismo
non entra. Purosangue,
mezzosangue, elfi domestici, goblin, tutti possono entrare. Anche cose
che non
dovrebbero, come i mostri di Hagrid” lo rassicurò.
Le iridi verde smeraldo di
Harry brillarono.
“Ogni volta che parlo con
te, mi rincuori, amore” disse
Harry. Ginny ridacchiò e si voltò verso Hermione.
“Perché non vai
a impedire a tuo marito di decimare le
nostre palline di Natale? Lo scatolone mi era sembrato in
pericolo” disse con
tono gioviale. Hermione roteò gli occhi.
“Tuo fratello se vuole sa
essere un pericolo pubblico. A
casa nostra le ha già decimate le decorazioni”
borbottò, allontanandosi nella
direzione di Ron.
“Ragazze, siete terribili.
Vuole solo aiutare” borbottò
Harry. Finì di mangiare il biscotto e si leccò le
labbra.
“Pensi che dovrei iniziare
a cucinare anche la cena?”
domandò. Ginny gli baciò la fronte.
“Prima faccia pranzare,
amore. Sei bravissimo in cucina, ma
goditi anche questo momento con noi” disse. Harry la
baciò.
“Non vorrei essere in
nessun altro posto” le rispose.