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Autore: Kimly    01/03/2017    1 recensioni
Michael Corner, Sophie Fawcett, Padma Patil, Anthony Goldstein e Terry Steeval sono amici, ma stanno crescendo, e i tipici dilemmi di ragazzi e ragazze inizieranno a far capire loro quanto in realtà siano persone diverse.
Se a tutto questo ci aggiungiamo Lisa Turpin, timida e insicura; Calì Patil, l'irrefrenabile sorella di Padma; Roger Davies con le sue battutine irriverenti; Cho Chang con la sua bellezza disarmante e due Serpeverde costretti con la forza, i poveri Corvonero capiranno che nei libri non c'è sempre la risposta a ogni problema.
[Personaggi principali: Michael Corner, S. Fawcett, Anthony Goldstein, Padma Patil, Terry Steeval, Lisa Turpin, Calì Patil, Roger Davies, Cho Chang, Selina Moore, William Harper]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony Goldstein, Cho Chang, Corvonero, Michael Corner, Roger Davies
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 6

 

 

Quando Roger Davies uscì dall'aula di Trasfigurazione, non avrebbe mai immaginato che ad attenderlo ci fosse Michael Corner, il suo migliore amico, al posto del solito gruppetto di ragazze che gli chiedevano di uscire. Non fece in tempo a scappare, perché Michael lo vide arrivare ancora prima di uscire nel corridoio e sventolò una mano per palesare la sua presenza. Sbuffando e pensando già a quale scusa propinargli per dileguarsi il prima possibile, Roger ricambiò il saluto e gli si avvicinò.

-Mi stupisce che tu mi abbia riconosciuto. Sarà una settimana che non ti fai vedere!- gli disse Michael con un sorriso, completamente ignaro del fatto che Roger l'avesse evitato di proposito. Non aveva ancora raccolto il coraggio necessario per dirgli della sua chiacchierata con Stebbins, e Merlino solo sapeva quanto ancora ci avrebbe messo la Fawcett per scoprire la verità.

-Mike, sarò brutalmente sincero con te, così tu potrai arrabbiarti con me, io mi scervellerò per trovare un modo per farmi perdonare e, una volta trovato, torneremo ad essere gli amici di un tempo.-

Michael rise di fronte a quelle parole.

-Di cosa stai parlando?-

Roger gli fece segno di seguirlo e insieme presero a camminare lungo i corridoi del castello.

-Si tratta di Stebbins e della... Fawcett.-

-Hai scoperto qualcosa?- domandò Michael, mal celando la sua preoccupazione.

-È proprio questo il punto.- rispose Roger, congiungendo le mani in preghiera -Non ho scoperto nulla. Perdono!-

-Beh, ma puoi ancora indagare, no? Se Stebbins non sospetta null...-

-Non mi hai fatto finire, Mike.- Roger sospirò e gli lanciò un'occhiata per fargli capire la serietà del discorso -Stebbins ha capito tutto, ogni cosa.-

Michael lo fissò in dubbio e Roger passò a raccontargli tutto quello che era successo fra lui e Stebbins.

-Roger, avevi un compito preciso!- esclamò Michael, incredulo -Avevamo un piano, un'idea su come agire, e tu hai voluto fare di testa tua?-

-Lo so che vorresti uccidermi, ma, credimi, Stebbins avrebbe comunque smascherato la nostra farsa.-

-Pff, non è così sveglio.-

-Certo che sì.- Roger provò a essere chiaro -Mike, quelli come Stebbins e quelli come me hanno affrontato queste situazioni un sacco di volte. C'è sempre qualcuno che si preoccupa per la povera ragazza innamorata del donnaiolo che la sta usando. Lui ed io sappiamo come agire.-

-Non credi di stare esagerando? Siete solo due adolescenti che si divertono un po', ne parli come se foste specialisti del settore.- disse Michael, scettico.

-Perché più o meno è come se lo fossimo.-

Michael alzò gli occhi al cielo e buttò fuori l'aria.

-Senti, Roger, se non volevi aiutarmi, bastava dirlo subito, ma inventarsi quest'assurda scusa...-

-Non è affatto una scusa!- Roger lo fermò con il braccio -Fidati, non sei il primo che prova a frenare Stebbins circa una ragazza e oramai sarà temprato da qualsiasi tipo di attacco.-

-Quindi cosa devo fare? Andare a parlargli personalmente non cambierebbe nulla, giusto?-

-No, però so che muori dalla voglia di andarci.-

-Già.- Michael si passò una mano fra i capelli, nervoso -Non so proprio cosa fare.-

-Pensaci bene.- Roger notò lo sconforto dell'amico, ma non poteva non dirgli tutto quindi aggiunse -E hai un altro problema da affrontare.-

-E sarebbe?-

-Sophie Fawcett.-

Michael assottigliò lo sguardo quando disse.

-Non sei divertente.-

-Non era una battuta. La Fawcett mi ha visto parlare con Stebbins e ha capito che stiamo nascondendo qualcosa. Gli farà delle domande, se non gliel'ha già fatte, e quando lo verrà a sapere...-

-Se lo verrà a sapere.-

-Quando lo verrà a sapere.- rimarcò Roger, energico -Faresti meglio a fare domanda di trasferimento per un'altra scuola, amico, perché la bisbetica sarà implacabile e letale.-

-Non è detto.- disse Michael, ma Roger sapeva che stava immaginando le peggiori torture possibili -Sophie...-

-Ti farà fuori, sì.- lo interruppe ancora l'amico -Perché sai che scaverà a fondo in questa storia e sai che scoprirà tutto, quindi inizia a crearti una buona difesa se vuoi avere salva la pelle.-

 

 

 

 

 

Padma riuscì a fermare Calì poco prima di pranzo, quando la sorella e la sua migliore amica, Lavanda Brown, stavano salendo le scale, dirette alla Sala Comune dei Grifondoro.

-Calì, aspetta, ti devo parlare!-

La ragazza disse a Lavanda di iniziare a incamminarsi senza di lei e l'amica salutò entrambe le gemelle, prima di continuare a salire le scale.

-Cos'è successo?-

Padma la raggiunse, provando a mantenere la calma.

-Perché credi sia successo qualcosa?-

-Perché sei la mia gemella, sei il mio riflesso, e ti conosco meglio di qualunque altro. Tutte le volte che vuoi parlarmi è per rimproverarmi di qualcosa.-

Padma fece una mezza risatina, rassegnata.

-Le lezioni con la Cooman ti stanno dando alla testa. Comunque volevo parlarti di Terry.-

-Ecco, appunto.-

-Capisco che tu voglia renderti utile e che, oramai, tu lo consideri un amico, ma non vorrei che questo rapporto...-

-Sì, ho capito dove vuoi arrivare.- la interruppe Calì, come se fosse già annoiata -Ma io non sono come te, non smetterò di vedere Terry per paura di far arrabbiare mamma e papà.-

-Sii ragionevole.-

-Non lo sono mai stata in vita mia e non intendo iniziare ad esserlo ora.- replicò ancora la sorella, decisa.

Padma sospirò, toccandosi una ciocca di capelli e provando a trovare un buon argomento per farla cedere.

-D'accordo, allora.-

Calì la guardò con tanto d'occhi.

-Finché rimarrete solo amici, non ti dirò più nulla.- Padma le fece un sorriso -Però ti prego di fare attenzione, perché non so quale rapporto ci sia fra te e Terry, ma io lo conosco. Sei una bella ragazza e sei la prima a stargli così dietro, non vorrei che fraintendesse.-

Calì abbassò lo sguardo, ma prima che Padma le potesse chiedere il problema, lei lo rialzò e disse.

-E se fraintendesse? Cosa ci sarebbe di male?-

-Lo sai.-

-Sì, lo so.- disse Calì -Ma io non intendo seguire le regole di papà e mamma, Padma. Vivrò la mia vita come voglio, senza imposizioni.-

-Cosa vuoi dirmi?- domandò Padma, temendo la risposta; perché in fondo Calì aveva ragione, loro erano il riflesso l'una dell'altra e si conoscevano troppo bene.

-Che io non considero Terry come un amico.- replicò lei, senza alcun tipo di vergogna.

-Sei seria?-

Calì fece spallucce e disse.

-Smettila di preoccuparti per me, sorellina. È la mia vita.-

 

 

 

 

 

-Non ti arrendi mai, Sophie?- domandò Michael Stebbins, seduto vicino al lago, mentre Sophie faceva segno di no con la testa.

-Mi arrenderò solo quando mi avrai detto la verità.-

Michael rise e lei non riuscì a trattenere un sorriso.

-Quello non è arrendersi, quello è vincere.-

-Esattamente.-

Michael si avvicinò e le spostò una ciocca di capelli che il vento le aveva portato sul viso; Sophie arrossì, ma disse.

-Non provare ad essere carino per distrarmi.-

-Io sono sempre carino.- replicò lui, facendole l'occhiolino -E grazie di avermi rivelato di essere una ragione della tua distrazione.-

Sophie sorrise e arrossì ancora di più, mentre provava a schiarirsi la voce.

-Non devi preoccuparti di Davies.- disse lui, accarezzandole una guancia -Voleva solo farmi qualche domanda sul Quidditch. Cercava di estrapolarmi qualche informazione sulla squadra, ma, come sai, è un idiota e...-

-D'accordo, va bene, farò finta di crederci.- lo interruppe Sophie, sbuffando.

Michael piegò la testa di lato, osservandola come se volesse leggerle dentro. Lei si imbarazzò e abbassò lo sguardo.

-Cosa c'è?-

-Niente.- sussurrò lui, sorridendo -È solo che credo che tu passi troppo tempo a preoccuparti di Corner.-

-C... Cosa c'entra Mike ora?- boccheggiò lei, continuando a non guardarlo.

-Stai pensando che Davies sia stato mandato da Corner a minacciarmi o qualcosa del genere.- disse Stebbins, perspicace -Ma hai mai pensato che forse a Corner non interessi chi frequenti?-

Sophie sentì un improvviso dolore allo stomaco, come se le parole di Stebbins le avessero dato un pugno. Pensare a un Michael disinteressato era una delle sue paure peggiori.

-Oppure.- continuò Stebbins, capendo di averla ferita -Hai ragione tu e Davies è venuto effettivamente a minacciarmi.-

La ragazza alzò di scatto la testa.

-E...?-

-E niente.- Lui le sorrise -Se fosse davvero andata così, direi che la risposta alla tua domanda è qui di fronte a te.-

Sophie provò a capire e Stebbins le prese una mano.

-Non importa quante volte dovrò affrontare Davies e Corner, continuerò a vederti fino a quando non sarai tu a dirmi di lasciarti in pace.-

Lei sorrise, un sorriso così dolce e felice da far sorridere anche il ragazzo.

-No... Non ti dirò di lasciarmi in pace.- disse Sophie, sapendo di essere arrossita parecchio -Almeno non al momento.-

-Perfetto.-

 

 

 

 

 

 

-Eccomi, ragazzi, scusate il ritardo.- disse Lisa, sedendosi accanto al gruppo a cena.

Erano quasi tutti in silenzio e solo Terry si accorse del suo arrivo, salutandola allegramente. Ultimamente il ragazzo era sempre di ottimo umore e Lisa, come quasi tutti i suoi amici, sospettavano che la ragione di quel cambiamento fosse una certa Grifondoro tutta pepe.

Una volta che Lisa prese posto di fronte a Padma, lei, come risvegliatasi, disse.

-Oh, Lisa, quando sei arrivata?-

-Proprio ora.- replicò lei con un sorriso.

-Mi dispiace, ero sovrappensiero.- disse, lanciando poi un'occhiata agli altri amici.

Anthony stava leggendo un libro, mentre Michael e Sophie sembravano fare di tutto per evitare l'uno lo sguardo dell'altra.

Padma diede di gomito ad Anthony che a malapena sobbalzò prima di guardare l'amica. Lei gli fece un cenno verso Lisa.

-Ciao, dove sei stata?-

-Ero in Biblioteca.- disse lei, prendendo una coscia di pollo -Voi cos'avete fatto oggi?-

-Io ero con Calì.- rispose Terry con un sorriso, servendosi la terza porzione di pesce -Abbiamo passato un bel pomeriggio e l'ho aiutata anche con i compiti.-

Anthony lanciò di proposito un'occhiata a Padma che gli fece segno di lasciar perdere.

-Io ho dormito quasi tutto il giorno.- dichiarò il ragazzo solennemente.

-Strano, eh?- lo prese in giro Padma e lui la ignorò, non nascondendo un sorrisino.

-E tu, Mike, cos'hai fatto oggi?- se ne uscì Sophie, con il chiaro intento di incastrarlo.

-Ero con Roger.- rispose velocemente lui, poi guardandola -Sai, da quando la mia migliore amica ha sempre da fare.-

Sophie arrossì, ma non cedette.

-Ho iniziato ad avere da fare da poco tempo, Mike. Non marcare il territorio, visto che eri il primo ad accusarmi di farlo.-

-Va bene, scusa.- Michael le fece un sorriso -Ma hai ancora qualche ora del tuo tempo da passare con un vecchio amico, vero?-

-Quando vuoi.- disse lei, giocando con la forchetta ed evitando di guardarlo per quello che stava per dire -Sempre che tu abbia del tempo per me, anziché complottare con quell'idio... Con il tuo altro amico.-

-Parli di Roger?-

-Naturalmente.-

A Michael bastò un'occhiata all'amica per capire che ancora non aveva prove certe della sua colpevolezza, ma che le sue erano solo supposizioni.

-Di che cosa stai parlando?- chiese, con noncuranza.

-Lo sai.- replicò lei, guardando poi gli amici -Mike ha mandato Davies a parlare con Michael.-

-Stebbins.- chiarì Michael, a denti stretti.

-Tutti hanno capito che sto parlando di Stebbins.-

-Era solo strano sentirti chiamarlo per nome dopo così poco tempo.- Michael guardò Anthony e Terry in cerca di appoggio. Il primo annuì e il secondo disse.

-Sì, certo, il ragionamento non fa una piega.-

Padma trattenne una risata divertita e Lisa fece lo stesso, coprendosi la bocca con una mano.

-Grazie dell'aiuto.- bofonchiò Michael, poi a Sophie -Comunque non so di cosa parli.-

-Ah, no?-

-No.-

Padma si mise in mezzo per salvare l'amico.

-Soph, magari questa volta ti stai sbagliando. Mike non ha più nulla contro Stebbins. Anzi, proprio stamattina mi diceva di essere felice per te.-

-Davvero?- domandarono all'unisono Sophie e Terry, che si beccò un calcio di Michael, seduto accanto a lui.

-Sì, davvero.- perdurò Padma, dando un pizzicotto sulla mano ad Anthony che capì e disse.

-Ha ragione. L'ha detto anche a me stamattina.-

Lisa annuì e Sophie non poté ignorare che tre suoi amici le stavano dicendo la stessa cosa. La ragazza si voltò a guardare Michael e chiese.

-Devo davvero crederti, Mike? Sei sicuro di non aver fatto niente?-

-Sicuro.- disse Michael con un sorriso -Al cento percento.-

Sophie ricambiò il sorriso e, contenta, tornò al suo roast-beef, mentre Michael si voltava verso Padma per mimarle un “grazie” con le labbra.

L'amica gli sorrise e la questione venne chiusa; i ragazzi, quindi, passarono il resto del pranzo a chiacchierare del più e del meno.

Sophie, ogni tanto, cercava lo sguardo di Michael e, tutte le volte che lui se ne accorgeva, ricambiava con il più bello dei suoi sorrisi. La ragazza si chiese se sarebbe mai riuscita a smettere di guardare l’amico nel modo in cui lo guardava da quasi tutta la vita.

 

 

 

 

 

 

Sedute sul divano della Sala Comune, Padma e Sophie erano prese a terminare i compiti della settimana seguente, quando Lisa, che li aveva finiti quel pomeriggio, chiese.

-Sapete già cosa farete a Natale?-

Le due ragazze alzarono gli occhi per guardarla, cosa che la fece arrossire per l’imbarazzo, poi Padma toccò la spalla di Anthony ai suoi piedi seduto sul tappeto e lui rispose.

-Siamo quasi sempre tornati a casa per le feste.- lanciò un’occhiata a Padma, sapendo quanto lei fosse stupita che lui avesse prestato attenzione a Lisa -Ma se volete quest’anno potremmo rimanere qui tutti insieme.-

-Oppure.- disse Michael, seduto su una poltrona lì vicino e intento a ricontrollare il tema di Trasfigurazione -Potreste venire tutti a casa mia. Quest’anno sarò un po’ triste e solo, visto che mio fratello ha deciso di trasferirsi in Lituania e di non tornare per le vacanze.-

Michael guardò la faccia stupefatta dei suoi amici.

-Ve l’avevo detto, no?-

-No.- risposero tutti all’unisono, fatta eccezione per Sophie, che era una di famiglia e che sapeva tutto.

-E per quale motivo va in Lituania?- domandò Terry, seduto accanto ad Anthony e sporco d’inchiostro sulla guancia -Voglio dire, cosa sappiamo realmente della Lituania?-

-È stata da poco riconosciuta come repubblica indipendente.- disse Sophie, con decisione.

-La capitale è Vilnius.- continuò Anthony, sfogliando distrattamente uno dei suoi libri.

-È entrata anche a far parte…- partì Padma, ma Terry la bloccò, scioccato.

-Ragazzi, era una domanda retorica.- poi aggiunse -Ma la risposta più sensata sarebbe stata: è fredda. Perché non tornare a godersi un Natale nella cara e vecchia Inghilterra?-

-Che è sicuramente uno dei paesi più caldi del mondo, soprattutto a dicembre.- replicò Sophie, ironica. Michael e Padma sorrisero in automatico, mentre Lisa diede una pacca affettuosa a Terry sulla testa che, stranamente, non si scostò.

-Allora, è deciso?- chiese Michael, speranzoso -Natale a casa Corner?-

-O Corner-Fawcett che dir si voglia.- commentò dispettoso Terry, volendo vendicarsi di Sophie, che voltò il viso per non far vedere di essere arrossita.

Padma intervenne in difesa dell’amica, come sempre.

-Io penso di esserci, Mike.-

Anthony si voltò completamente verso di lei.

-E le tue tradizioni? I tuoi genitori ti permetteranno di festeggiare una festa non indiana?-

-Non festeggerò una festa non indiana.- puntualizzò Padma con un sorriso -Trascorrerò una piacevole serata con i miei migliori amici.-

Anthony fece un mezzo sorriso e annuì, segno che aveva approvato la frase appena sentita.

-Terry, Ant, Lisa?- incalzò Michael, già pregustando il Natale in compagnia dei suoi amici.

-Vengo sicuramente, amico.- replicò Terry, toccandosi la guancia e sporcandosi ancora di più con l’inchiostro.

-Anche a me farebbe piacere.- disse Lisa con un sorriso felice.

Anthony guardò Michael e annuì.

-Non posso essere l’unico a non esserci, giusto?-

-Giusto.- Michael guardò Sophie, che aveva messo su il broncio -Vuoi un invito ufficiale anche tu, Soph?-

-Sarebbe carino.- lei provò a trattenere un sorriso e poi, per prenderlo in giro, aggiunse -Visto che non sei mai stato così felice di avermi a Natale, come lo sei per loro.-

-Primo: non ti serve un invito ufficiale, perché le nostre famiglie hanno sempre festeggiato insieme.- Michael alzò due dita -E secondo: io sono sempre felice di averti nella mia vita, non solo a Natale.-

Terry e Lisa si lanciarono un’occhiata d’intesa e nascosero un sorrisino complice, mentre Padma e Anthony quasi si sentirono di troppo in quella situazione.

Sophie capì di essere arrossita più del solito, ma, chissà come, anche quella volta Michael parve non notarlo, ma anzi le si avvicinò per stringerla in un abbraccio.

-Ti voglio bene, Soph.- le sussurrò all’orecchio e lei non ebbe neanche la forza di rispondergli lo stesso.

Roger, che era arrivato giusto in tempo per assistere alla scena, si schiarì la voce per palesare la sua presenza e vide sei teste voltarsi verso la sua direzione.

-Salve, terzo anno.- disse con il suo solito modo di fare baldanzoso -Posso rubarvi Mike per un secondo?-

Sophie gli lanciò un’occhiata poco lusinghiera, mentre tutti gli altri annuirono come se nulla fosse.

-Grazie tante.- Roger fece cenno a Michael di salire nel suo dormitorio e l’amico lo seguì. Una volta chiusa la porta si scagliò contro di lui.

-Che diavolo sta succedendo?-

Michael lo fissò con uno sguardo confuso e Roger si passò una mano sul viso.

-Mike, davvero non ti rendi conto delle parole e dei modi che usi con la Fawcett?-

-Stai insinuando, per la milionesima volta, che mi piaccia Sophie?-

-Mh, fammi pensare.- Roger si toccò il mento, fingendo di rifletterci su -Certo che sì!-

-Roger…-

-Tu non hai la minima percezione di come sei quando stai con lei. Mike, lo dico per te.-

Michael rise, divertito.

-Sai, sembra una scenata di gelosia.-

-Guarda, preferirei che lo fosse, ma in realtà è una predica dal tuo caro e vecchio amico.- disse Roger, sedendosi sul suo letto. Michael rimase in piedi, pronto a sentire le sue parole.

-Spiegati, allora.-

-La Fawcett sta uscendo con Stebbins, giusto?- Roger non attese la risposta dell'amico e continuò -E, almeno a me, sembra che a lei piaccia e molto anche. Se tu continuerai su questa strada, fatta di carinerie affettuose senza arrivare al sodo, penso che la bisbetica potrà prendersi davvero di Stebbins e a starci male sarai solo tu.-

Michael provò a seguire l'intricato pensiero di Roger e, una volta che lui ebbe finito, fece di tutto per trattenere le risate.

-Mike!-

-Perdonami.- Michael si mise una mano davanti alla bocca -Davvero, sto provando a non ridere, ma il tuo discorso non ha il minimo senso. Non dirmi che sei serio.-

-Sono serissimo, invece.-

I due amici si scambiarono un'occhiata e Michael capì che l'amico non stava affatto scherzando.

-Roger, io voglio bene a Sophie. Da morire. Siamo cresciuti insieme e non potrei mai escluderla dalla mia vita.- Il ragazzo si sedette su uno dei letti liberi e poi sorrise a Roger -Ma questo non vuol dire che io provi qualcosa per lei che vada oltre la semplice amicizia. Non è così.-

-Mike...-

-Però, se mai dovesse succedere che io mi svegli improvvisamente innamorato di lei,- Michael alzò gli occhi al cielo, divertito al solo pensiero -Allora, solo in quel caso, potrai darmi una mano, perché è sicuro che per problemi di ragazze correrei da te. Sei il mio migliore amico.-

Roger ricambiò il sorriso.

-Non c'è bisogno di ripetermelo tutte le volte.-

-Certo che sì.- Michael gli lanciò un cuscino che Roger schivò senza problemi -Sono un tipo molto affettuoso, lo sai.-

Risero tutti e due e Roger provò a mettersi l'animo in pace, ma proprio in quel momento entrò Cho e Michael improvvisamente scattò in piedi, imbarazzato.

-Cho... Cosa ci fai qui?-

La ragazza sorrise prima a Michael e poi a Roger, che ricambiò con un gesto della mano. Roger la conosceva bene e aveva subito interpretato alla perfezione lo sguardo che gli aveva lanciato appena entrata nella stanza.

-Volevo... dirti che i tuoi amici chiedevano di te.- Cho addolcì l'espressione nel parlare con Michael -Erano preoccupati.-

-Non siamo quassù da molto.- se ne uscì Roger, facendo un sorriso. Era pessima a dire bugie.

-Questo è vero, ma mi hanno detto che l'hai portato via all'improvviso e così... Avete finito di parlare, vero? Roger mi deve aiutare con una cosa.-

Cho spostò lo sguardo verso il più grande che si sdraiò sul letto divertito e chiese.

-Una cosa cosa?-

-Roger.-

-D'accordo.- sbuffò lui e poi si alzò dal letto -Mike, magari continueremo dopo la conversazione di prima.-

-Credevo che avessimo già chiarito tutto.- disse Michael, confuso.

-E allora ci vediamo domani.- Roger lo accompagnò alla porta -Vuoi almeno farmi gli auguri di Natale o ci salutiamo già qui?-

Michael rise allegramente.

-Io continuo a insistere sulla storia della gelosia.-

-Ciao, amore, ci vediamo.- disse Roger, aprendo la porta e facendolo uscire. Quando si voltò dovette scontrarsi con Cho che aveva assunto un'espressione tutt'altro che incoraggiante.

-Che succede?-

-Stavi di nuovo cercando di convincere Mike di provare qualcosa per Sophie, dico bene?-

-E allora?- Roger si avvicinò alla ragazza -Lui prova qualcosa per lei, solo che è troppo ingenuo per accorgersene. La conosce da così tanto tempo da confondere amicizia con amore o quello che è.-

-Non dobbiamo metterci in mezzo, lo sai.- Cho lo studiò con attenzione -Dimmi che non gli hai detto che Sophie è innamorata di lui.-

-Certo che no, tanto non mi avrebbe creduto. Ma penso che prima o poi qualcuno dovrà farglielo sapere, magari la Fawcett stessa.-

-Hanno tredici anni, Roger, non trattarli come se fossero adulti.-

-Avevi la loro stessa età l'anno scorso, non puoi esserti scordata com'è avere tredici anni. Tutti i problemi iniziano a quell'età. Le differenze fra ragazzo e ragazza iniziano a farsi sentire e non vorrei che Mike si ritrovasse fra qualche anno con il rimpianto di non essersi svegliato prima.-

-Stai davvero dicendo che vorresti prevenire a un ragazzino le...- Cho cercò una parola adatta a descrivere quello che aveva in mente -Sofferenze della vita?-

-Le sofferenze?- Roger rise -Non credi di esagerare? Hai dato un'occhiata alla foto di Sirius Black uscita sulla Gazzetta? Quello è uno che ha sofferto davvero.-

-Black è un assassino.-

-Quindi non dovrei avere pietà per lui?-

-La vuoi smettere!?- sbottò Cho, sistemandosi i capelli, come faceva tutte le volte che era arrabbiata o pensierosa.

-Smettere di fare cosa?-

-Di cambiare argomento o di sfinirmi di parole per farmi lasciar perdere, ma questa volta non andrà così.-

Roger sbuffò di nuovo e si sedette di nuovo sul suo letto.

-Sii sincera, Cho. Mi stai urlando addosso perché pensi che abbia davvero sbagliato, o perché non vuoi che Mike si accorga di quello che prova per la Fawcett?-

Cho rimase colpita dal cambiamento di voce dell'amico e di colpo la rabbia si attenuò.

-Pensi davvero che io farei qualcosa solo per interesse personale?-

-Beh... 50 e 50 almeno.-

-Neanche.-

-60 e 40?-

-Roger!- Cho provò a calmarsi e gli si sedette accanto -Senti, vorrei solo che la smettessi di pressare così tanto Michael. Lui adesso ci ride e scherza su, ma un giorno potrebbe anche stancarsi delle tue continue prediche. L'hai detto anche tu, sta crescendo, e prima o poi non ti chiederà più come comportarsi in ogni singola situazione.-

-Già lo fa adesso.- ammise Roger, dispiaciuto -Il mio fratellino sta proprio diventando grande.-

Cho gli strinse una mano e appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo.

-Adoro quando diventi dolce all'improvviso. E ancora di più quando lo sei solo con me o con Mike.-

-Le mie due persone preferite.- disse lui, baciandole la testa.

-Già.- Cho chiuse gli occhi -Mi verrai a trovare anche questo Natale?-

-Sicuro. Ma non ti troverò in compagnia del tuo principe azzurro?-

Cho sorrise e aprì gli occhi, provando a lanciargli un'occhiata.

-No, ci vedremo l'ultimo dell'anno. Natale si passa in famiglia e tu sei parte della mia.-

-E tu della mia.-

 

 

 

 

Terry, Anthony, Lisa e Padma arrivarono insieme di fronte alla casa dei Corner.

Era una villetta a due piani, sobria ma graziosa, non molto distante dalla casa di Sophie.

-I Weasley dovrebbero abitare nelle vicinanze.- disse Terry a nessuno in particolare, ma era Lisa quella che gli camminava vicino, quindi fu lei quella che gli rispose.

-Strano che Mike e Sophie non siano cresciuti anche con Ron, allora.-

-Ron ha cinque fratelli, non aveva bisogno di amici da piccolo.- se ne uscì Anthony con noncuranza. Padma, accanto lui, fece un'espressione rassegnata, ma aggiunse.

-E comunque Ron ha anche una sorella.-

-Perché pensi sempre che voglia insultare l'universo femminile?-

-Perché lo fai. Forse non di proposito, ma lo fai.-

Giunti di fronte alla porta principale e, dopo aver suonato, venne loro ad aprire Sophie, vestita con un elegante abito rosso.

-Wow, Soph.- esclamò Terry, diventato però paonazzo ad un'occhiata più attenta.

-Sono sempre io, per cui tieni a freno gli ormoni.- replicò lei, con il suo solito tono acido.

-Sì, è proprio la nostra Sophie.- disse Anthony, facendo segno a Padma e a Lisa di entrare per prime -Dov'è Michael?-

-In cucina con sua madre.- rispose la ragazza, indicando agli amici il ripostiglio per i cappotti -Sta tentando di aiutarla a cucinare, ma è una frana.-

-Buonasera e buon Natale a tutti.-

Il signor Corner fece il suo ingresso e prese a salutare uno ad uno i ragazzi. Michael assomigliava a suo padre in maniera davvero disarmante. Era difficile parlare al signor Corner in maniera formale e cortese, quando il suo sguardo, i suoi occhi e persino il suo modo di fare ricordavano Mike. Probabilmente il loro amico sarebbe diventato così da grande.

 

 

 

 

 

 

Dopo cena si riunirono tutti nel salotto, mentre i genitori di Michael si occupavano di rimettere in ordine la cucina con l’aiuto del padre di Sophie.

-Per quale motivo non usano un banale incantesimo?- domandò Terry, divorando i biscotti che la signora Corner aveva lasciato sul tavolo al centro della sala.

-I miei si divertono a comportarsi come dei Babbani, a volte.- rispose Michael, seduto come sempre accanto a Sophie, che lo stava osservando con attenzione -E sono convinti che dipendere troppo dalla magia possa risultare dannoso un giorno.-

-Wow.- replicò Terry, passando l’ultimo biscotto a Lisa che lo prese con un sorriso.

-Sono razionali come te.- commentò Padma, scrollando le spalle.

-Sono folli.- ribatté Anthony -Perché sprecare energie? Non si può diventare dipendenti da un semplice incantesimo per lavare i piatti! Non è magia oscura.-

Padma gli lanciò un’occhiata di sbieco, ma Anthony come al solito fece finta di niente.

-Uh, a proposito di magia! Padma, da me ho lasciato il libro di Incantesimi che mi avevi prestato.-

-Me lo puoi ridare dopo le vacanze, non c’è fretta.-

Sophie, però, era già in piedi. Non riusciva mai a stare ferma, soprattutto quando era così euforica e appagata. Stare troppo vicino a Michael, inoltre, la metteva in agitazione, quindi quella era l’occasione perfetta per prendere una boccata d’aria.

-No no, ci vado subito. Ci metterò meno di dieci minuti.-

Michael la seguì con lo sguardo, sotto l’occhio attento di Padma che si accorse di tutto. Provò a fare un cenno ad Anthony, ma poi notò che aveva già visto tutto e si ripromise di chiedergli la sua opinione al riguardo. Il modo in cui Michael aveva guardata Sophie era lo stesso modo in cui il signor Corner guardava la moglie.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sophie entrò in casa e, dopo aver acceso le luci, si mise alla ricerca del libro di Padma. Una volta trovato, andò verso la cucina, perché si era ricordata dei biscotti che lei e suo padre avevano preparato il giorno prima. Ne erano avanzati alcuni e voleva assolutamente che Mike li assaggiasse; che tutti li assaggiassero, anzi.

Quando sentì bussare dalla porta sul retro, sussultò, non aspettandosi alcuna visita quel giorno e a quell'ora. Chi poteva venirla a trovare proprio il giorno di Natale?

Un po' impaurita e un po' curiosa di sapere chi fosse, diede un'occhiata da dietro la tendina gialla e arrossì non appena incrociò lo sguardo di Michael Stebbins, che la salutava da dietro la porta a vetri. Prontamente la ragazza aprì, sorridendogli.

-Michael.- disse -Cosa ci fai qui? E come sai dove vivo?-

-Ciao a te.- rispose lui, passandole un pacchetto quadrato che una confusa Sophie accettò -Posso rispondere non in ordine? So dove vivi perché i Fawcett sono famosi! Tutti sanno dove vivete e cosa fate, cosa mangiate...-

Ad un'occhiata confusa della ragazza, Micheal rise.

-E va bene, mi hai scoperto. Ho chiesto a Cho.-

-E Cho lo sapeva?-

-In realtà sapeva l'indirizzo dei Corner.- Michael notò l'espressione contrita di Sophie, ma fece finta di nulla -Per cui sono passato prima da loro, convinto che ti avrei trovato là e poi tuo padre mi hai detto che eri qui. Un tipo simpatico. Tuo padre, voglio dire.-

Sophie sorrise e gli fece segno di entrare, perché fuori faceva freddo, nonostante lei sentisse molto caldo in quel momento.

-Chi altro sa che sei qui?- domandò lei, non riuscendo a trattenersi.

Michael diede un'occhiata alla cucina e poi sorrise nel vedere la sua espressione preoccupata.

-Mi stai chiedendo se Corner lo sa? Stai tranquilla, nessuno mi ha visto, a parte tuo padre.-

-Bene.-

Il ragazzo si avvicinò a lei.

-Posso chiederti una cosa? Perché ti fai influenzare così tanto la vita dal tuo amico? Non lo capisco. Non penso che lui ti tenga aggiornato su ogni suo movimento.-

-Non mi faccio influenzare.- chiarì Sophie, provando a fargli capire -Solo che Natale è sempre stata una nostra festa e non vorrei che pensasse che l'ho “tradito” o qualcosa del genere, magari invitando te e venendo qui con una scusa.-

-Però! Corner davvero ha una mente così contorta?-

-A volte sì.- rispose lei, sorridendo però all'idea dell'ingenuità di Mike -Si fa un sacco di paranoie e spesso si perde in un bicchiere d'acqua, ma è una brava persona. E sono sicura che quando capirà che anche tu lo sei, non dovrò più preoccuparmi di non ferirlo.-

-Ma lui si preoccupa di non ferire te?-

Sophie alzò lo sguardo verso di lui, provando a controllare il battito del suo cuore, che aveva accelerato dopo le parole di Stebbins. Lei si schiarì la gola e poi disse.

-Non hai risposto alla prima domanda.- Micheal la guardò, confuso -Perché sei qui?-

Il ragazzo indicò il pacco regalo tra le mani di Sophie.

-Per quello principalmente, e perché è Natale e volevo vederti. Lo so, non è una nostra festa, ma mi dispiaceva non vederti fino al rientro a scuola.-

La ragazza si avvicinò e, senza sapere da dove venisse tutto quel coraggio, gli prese una mano. Michael aveva le mani calde, nonostante la temperatura. Gliela strinse con intensità e disse.

-Ti avrei invitato stasera, ma credevo che l'avresti festeggiato con Diggory e gli altri tuoi amici.-

-Ed è così infatti, ma mi mancavi.- Sophie arrossì più del solito e lui le accarezzò una guancia -Quindi ho pensato di venirti almeno a salutare e a darti il mio regalo, prima di tornare alla mia festa.-

-Io non ho niente per te. N... Non pensavo che...-

-Ehi, stai tranquilla.- la interruppe lui -Non mi devi niente. Lo spirito del Natale non è quello di voler semplicemente donare senza aspettarsi nulla in cambio?-

-Che cos'è?- domandò allora Sophie, ripromettendosi però di ricambiare il prima possibile.

-Aprilo e lo scoprirai.-

Sophie scartò il pacchetto e non si stupì di trovare un libro.

-Sono poesie.- chiarì Michael, mentre lei leggeva l'autore: Jacques Prévert -Me l'ha consigliato un'amica, spero ti piaccia. So che ami i libri, ma non so quanto ti possa piacere la poesia.-

-Non ne so molto.- ma sorrideva, felice che lui avesse pensato a un regalo per lei -E anche il francese non è il mio forte.-

-Oh, beh, c'è la traduzione inglese da questa parte, ma credo che un libro vada letto nella sua lingua originale. Per quanto una traduzione sia buona, nella lingua dell'autore il significato rende molto di più. Non trovi?-

Sophie spostò lo sguardo dalla copertina a lui e disse.

-Non so come facciano a dire che tu sei solo un belloccio senza cervello. Nascondi delle doti davvero fuori dal comune.-

-Grazie.-

-No, grazie te lo devo dire io.- Sophie alzò il libro -Mi ha fatto molto piacere vederti. Anch'io... Anche tu mi mancavi.-

Michael sorrise e, ancora mano nella mano con lei, si avvicinò per stringerla in un abbraccio.

-So che non è vero, ma è stato bello sentirtelo dire.-

Sophie non capì appieno quelle parole, ma decise di non ribattere. Quando lo accompagnò alla porta, stettero ancora a stringersi la mano. Michael era fuori, mentre lei ancora dentro, quando le disse.

-Allora, passa un felice Natale, Sophie.-

-Anche tu.- La ragazza ebbe di nuovo l'impulso di abbracciarlo, ma quando si fece avanti per farlo, qualcosa la bloccò. Michael se ne accorse e rise.

-Se vuoi abbracciarmi, non devi imbarazzarti, Sophie. È una cosa bella.-

Lei alzò gli occhi al cielo, poi si avvicinò e si lasciò stringere da lui. Era diverso dall'abbraccio di Mike: era protettivo e confortante, era qualcosa di cui Sophie aveva bisogno senza saperlo.

Quando alzò lo sguardo verso di lui, la ragazza capì cosa stesse per succedere. Gli occhi di Michael erano sempre più vicini - così vicini che riuscì a intravedere delle pagliuzze dorate in tutto quell’azzurro - e i loro nasi si stavano sfiorando.

-Sophie, se sto andando troppo oltre, ferm...-

Sophie si era alzata in punta di piedi, interrompendo le parole di Michael e annullando la già poca distanza fra loro due. Fu un bacio tenero, pacato e di breve durata, ma Sophie sentì il cuore salirle in gola e le guance colorarsi ancora più di rosso. Nonostante si fosse aspettata tutta un'altra persona a cui darlo, fu a Michael Stebbins che Sophie Fawcett diede il suo primo bacio e fu un momento magico per entrambi.

-Sophie!-

La ragazza sobbalzò e si staccò da Michael. Entrambi si voltarono verso la voce che aveva urlato e trovarono Michael Corner e Roger Davies che li guardavano con espressione differenti. Davies era chiaramente sorpreso, Mike era furioso.

-Davies?- soffiò Sophie, incredula -Che cosa ci fai qui? A casa mia?-

-Tecnicamente sono nel tuo giardino, Fawcett.- Roger lanciò un'occhiataccia a Stebbins -E di certo non sono venuto qui per farti gli auguri o altro. Sono andato a trovare Mike, che mi ha chiesto di accompagnarlo a prenderti.-

-Prendermi?-

-Non devi darle spiegazioni, Roger.- disse Michael, provando a non guardare verso Stebbins -Sei mio amico, e se vuoi puoi venirmi a trovare. Non solo a Natale.-

Sophie provò a contenere il moto di gelosia e ripeté.

-Prendermi, Mike?-

-Sì.- rispose lui, mettendo su un broncio da bambino -Era già buio e non volevo che tornassi da sola, perché di questi tempi non si sa mai. Sirius Black è ancora in giro per l'Inghilterra.-

Sophie non volle mostrare la felicità a sentire quelle parole. Mike si preoccupava sempre per lei, ma era piacevole sentirglielo anche dire.

-O il signor Fawcett ti ha detto che non sarebbe stata sola e tu sei corso a controllare?- domandò all'improvviso Stebbins, con un sorriso divertito che Sophie non gli aveva mai visto fare. Sembrava quasi felice di provocare Mike e la ragazza non capì il perché.

-Michael...-

Stebbins le indicò Mike e lei si voltò. La risposta alla domanda era ben visibile nell'espressione di Michael Corner. Era effettivamente venuto a controllarla.

-Mike!-

-Beh, ammetto di essere venuto anche perché sapevo di trovarlo qui, ma non sapevo se ti avrebbe riaccompagnata da me o ti avrebbe lasciata tornare sola.- provò a giustificarsi l'amico, mentre Roger si scambiava occhiate di fuoco con Stebbins. Era difficile per Roger vedere il suo migliore amico bloccato in quella situazione, soprattutto per colpa di un tipo come Stebbins.

-Allora, è vero? Ancora non ti fidi di lui e pensi che io sia un'ingenua che si sta...- Sophie sbuffò, provando a reprimere l'impulso di urlargli addosso -Facendo manipolare, vero?-

-Soph.- provò Mike, iniziando ad avvicinarsi.

-No, Michael, avevi promesso. Mi avevi assicurato di non aver complottato con Davies e invece da quello che vedo l'hai fatto!- La ragazza guardò Roger, che aveva assunto un'espressione indecifrabile e poi tornò a concentrarsi sull'amico -E Stebbins vi ha anche difeso, pensate un po'. Il mostro cattivo, che si sta prendendo gioco di me, ha avuto l'accortezza di non farvi fare una figuraccia; o almeno, farla a fare a te, Mike. So che a Davies non gliene frega niente di cosa io possa pensare di lui.-

Roger fece per rispondere, ma fu Micheal Stebbins a prendere la parola. Appoggiò le mani sulle spalle della ragazza e disse.

-Sophie, calmati adesso. Sono sicuro che volevano solo proteggerti, così come tutti i tuoi amici. Non c'è bisogno di litigare proprio oggi. È Natale! Non roviniamo una festa per un'incomprensione fra me e loro.-

Sophie si rilassò e provò ad annuire, ma Mike la conosceva bene, così come Roger, ed entrambi sapevano che il discorso sarebbe stato solamente rimandato.

-Va bene, allora. Fino alla fine delle feste non parleremo più dell'argomento.- disse lei, facendo dei respiri profondi per calmarsi -Ora voglio solo tornare dagli altri e provare a godermi l'ultima parte della serata. Michael, ti...-

-No.- la interruppe Mike, guardando poi Stebbins con uno sguardo deciso e fermo -Possiamo parlare un attimo? Tu ed io da soli. Sei venuto con una Passaporta, immagino.-

Stebbins annuì, sorpreso dal tono di voce di Michael.

-Bene. Allora ti ci accompagno io e parliamo un po'.-

-Michael...- Sophie lanciò un'occhiata a Stebbins che le fece segno di non preoccuparsi. Le baciò la testa - e Roger vide il suo migliore amico abbassare gli occhi alla vista di quel gesto - e salutò anche Davies prima di avviarsi con Michael.

-Roger.- disse Mike, mantenendo però lo sguardo basso -Accompagni Sophie a casa mia, per favore? Non voglio che torni da sola. Vi raggiungo appena posso.-

Roger annuì e, insieme a Sophie, si incamminò verso la pianura che separava la casa dei Fawcett dalla casa dei Corner.

 

 

 

 

 

-Allora, cosa vuoi fare: tirarmi un pugno o minacciarmi?- domandò Stebbins, distogliendo lo sguardo dalla figura di Sophie che si allontanava sempre di più.

-Stranamente nessuna delle due.- rispose Michael, voltandosi a guardarlo negli occhi, mentre iniziavano a camminare verso la Passaporta -Roger mi ha raccontato cosa vi siete detti prima delle vacanze, quindi eccomi. Sono venuto a chiederti: cosa vuoi da Sophie?-

Stebbins fece un ghigno divertito e Michael provò a controllare la rabbia che stava via via aumentando dentro di lui.

-Non è evidente? Tu potrai non essertene accorto, perché la conosci da sempre, ma Sophie è una ragazza. Ed è fantastica.-

-Lo so che è fantastica.-

-Allora non capisco il problema.- continuò Stebbins, le mani infilate nel cappotto pesante -Se sapevi che era fantastica, sapevi anche che prima o poi qualcun altro, a parte te, se ne sarebbe accorto e avrebbe fatto di tutto per tenersela vicina.-

-Non mi aspettavo uno come te.-

-Perché? Solo perché non ho la fama di essere un bravo ragazzo, pensi che non possa davvero essere interessato a Sophie?-

-Io...-

-Non conosco bene Roger Davies, ma tutti a scuola hanno notato quanto siate amici. E io, che a differenza tua mi fido di Sophie, penso davvero che tu sia un bravo ragazzo, eppure il tuo migliore amico ha una fama peggiore della mia.-

-Come hai detto tu, non lo conosci.- replicò Michael, pronto a difendere ancora una volta l'amico -Roger fa il duro e il bulletto, ma in realtà è buono.-

-E come fai sapere che io non lo sia?- Stebbins studiò lo sguardo di Michael e continuò -Non riesci a fidarti del giudizio di Sophie perché, come amico, sei davvero preoccupato o c'è dell'altro?-

-Non vedo dove vuoi arrivare.-

-Ti semplificherò il discorso.- disse Stebbins, gli occhi alzati al cielo -O la tua è una gelosia fraterna, perché siete cresciuti insieme, siete migliori amici, e non sei abituato a non essere il suo solo punto di riferimento per tutto, o è un altro tipo di gelosia e allora inizierei davvero a capire perché mi odi tanto.-

Micheal sospirò, stufo di dover ripetere nuovamente quelle parole.

-A me non piace Sophie. O almeno, non in quel senso. L'adoro e non c'è niente che non farei per lei, ma questo non vuol dire che io abbia una cotta.-

-D'accordo, allora. Supponiamo che ti creda.- disse Stebbins, indicando al ragazzo la Passaporta a pochi passi da loro -Cosa devo dirti per fare in modo che tu non mi stia più addosso?-

-La verità.- rispose Michael, serio. In quel momento aveva lo sguardo di un adulto -Ti piace davvero Sophie, o è un'altra conquista delle tue?-

-Ti posso assicurare che mi piace davvero Sophie.- replicò con sincerità Stebbins -E visto che la conosci, sai quanto sia intelligente e sveglia. Credo che se ne sarebbe accorta se fingessi solo per conquistarla.-

Michael buttò fuori l'aria ed annuì, senza dire più nulla.

-Sei più tranquillo?-

-Ancora non mi fido, se devo essere sincero.-

Stebbins sorrise.

-Non è un problema, il tempo mi darà ragione.- La Passaporta iniziò ad illuminarsi e, prima di toccarla, il ragazzo aggiunse -Comunque Sophie aveva ragione. Sei davvero una brava persona.-

E Stebbins sparì.

 

 

 

 

 

-Stai bene?- chiese Roger dopo i primi minuti di silenzio. Era buio, ma riusciva comunque a vedere l'espressione preoccupata della ragazza.

-Ti interessa davvero saperlo?- replicò lei con un sussurro abbastanza udibile da Roger, che continuò.

-Te l'ho appena chiesto, no?-

Sophie, che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo basso, si voltò a guardarlo.

-Cosa credi che Mike gli stia dicendo?-

-È solo preoccupato per te. E prima che tu possa alzare gli occhi al cielo, proclamando al mondo che sei capacissima di badare a te stessa, prova a pensare quanto gli stia costando trovare un punto d'incontro con Stebbins. E lo sta facendo solo per te.-

Sophie si strofinò le braccia con le mani; Roger notò solo in quel momento che era senza cappotto, quindi si sfilò il suo e glielo mise sulle spalle.

-Ora fai il gentiluomo? Sono sconvolta.- ironizzò lei, mentre Roger sbuffò, rassegnato.

-È Natale.- disse lui - Almeno oggi sto tentando di essere gentile con tutti, persino con te.-

Sophie provò a fargli un sorriso sincero, ma risultava difficile ricambiare la gentilezza di Roger Davies.

-Cosa pensi che dovrei fare? Mike odia Stebbins, ma a me piace. Io provo ad accettare le persone a cui lui tiene, nonostante magari a me non piacciano.- spiegò Sophie, lanciando uno sguardo a Roger che sorrise.

-Lo so che non ti piaccio, tranquilla. Non devi trattenerti solo perché è Natale, se non vuoi.-

-Mi spiace, è più forte di me.- Roger le fece capire che non c'era alcun tipo di problema -Perché lui non può fare lo stesso?-

Roger sospirò, rallentò il passo, e fece fermare Sophie, proprio sul punto più alto della collina.

-So che non saremo mai amici e che potresti scrivere una lista di mille e più motivi per cui non mi sopporti, ma posso farti un regalo di Natale?-

Sophie aggrottò la fronte, credendo di non aver capito bene.

-Come?-

-Posso regalarti un consiglio?- Sophie aprì la bocca, ma Roger fu più veloce -Lo so, lo so, non ti interessano i miei consigli, ma almeno questo accettalo.-

-Stavo per risponderti “d'accordo”, Davies.-

Roger sorrise e le mise le mani sopra le spalle, guardandola negli occhi.

-L'argomento di cui non vuoi mai parlare, che riguarda Mike...- vide il cambiamento di espressione di Sophie e continuò -L'abbiamo capito tutti, Fawcett.-

La ragazza abbassò lo sguardo. Pur non riuscendo a vederlo, Roger capì che era arrossita.

-Se non l'avessi notato, stavo baciando Stebbins prima del tuo arrivo.- disse lei con un cipiglio deciso che lo fece ridere.

-Ma era davvero a lui che avresti voluto dare il tuo primo bacio?- domandò Roger, conoscendo bene la risposta.

Sophie non si chiese come facesse a sapere che quello era stato effettivamente il suo primo bacio e sospirò.

-Non c'è niente di male nel provare quello che provi.- commentò lui, sincero.

-Non mi consigliare di dirlo a Mike, perché non potrei mai farlo.-

-Va bene.- Roger provò a essere il più diretto possibile -Non te lo avrei comunque consigliato. Volevo solo farti aprire gli occhi perché, magari è solo un mio pensiero, ma credo che Mike possa davvero ricambiarti.-

-Davies...-

-Fammi finire.- la interruppe lui -Magari mi sbaglio e sto fraintendendo il suo comportamento, ma se così fosse, se il nostro Michael ti dicesse quello che vorresti sentirti dire, cosa faresti?-

Sophie lo fissò dritta negli occhi e non seppe perché, ma non riuscì a mentire.

-Non lo so. Mi piace Stebbins, davvero, ma Mike...-

-Già.- Roger la lasciò andare e si passò una mano fra i capelli -Senti, il mio consiglio è quello di fare quello che ti senti di fare. Vedo che Stebbins ti piace, quindi continua ad uscire con lui se ti fa stare così bene, ma vorrei che non fossi troppo dura con Michael. Se ho ragione, non riesce a comprendere perché gli dia così fastidio vederti con Stebbins, quindi, per favore, prova a non... insultarlo troppo e a capirlo.-

-Come lui capisce me?- domandò lei, ironica.

-Vuoi davvero farlo stare male come lui fa stare male te?- Roger continuò prima che lei gli rispondesse -Ero retorico, so già cosa risponderesti. Per quanto tu ed io possiamo essere diversi, non faremmo mai niente per far soffrire Mike.-

Sophie annuì, ma Roger aggiunse ancora.

-Ti vorrei anche ricordare che lui non sa quanto ti faccia stare male.-

-E la colpa è solo mia.- soffiò lei, quasi concludendo il discorso del ragazzo. Lei gli lanciò un'occhiata e poi disse con sincerità -Grazie, Davies. Non mi sarei mai aspettata di poter parlare in questo modo con te.-

-Strano, eh?- disse lui, sorridendo.

-Mostruoso quasi.- replicò lei, ricambiando anche il sorriso -Da domani potremmo tornare ad odiarci? Ho paura che il mondo imploderebbe se noi iniziassimo ad andare d'accordo.-

-Affare fatto, Fawcett. Da domani tornerai ad essere una bisbetica insopportabile.-

-E tu un idiota senza cervello.- Sophie gli fece un altro sorriso pieno di gratitudine -Beh, più o meno senza cervello. Sarà meglio andare, starai congelando senza il cappotto.-




Note:

Io non so come cavolo passa veloce il tempo! Sembra ieri che pubblicavo il quinto capitolo e invece a momenti è passato un anno! Non so perché non riesca mai ad essere puntuale, ma mi sono posta l'obiettivo, tra i tanti impossibili, di terminare tutte le storie iniziate su questo sito, le long soprattutto.
Quindi non so quanto ci vorrà, non so quanto ci metterò, ma concluderò anche questa storia, perché, anche se non sembra, so già come si evolverà ogni personaggio e/o situazione. Mi manca il tempo di scrivere i capitoli, ma proverò a pubblicare più velocemente possibile.
Grazie ancora a chi ha letto, recensito o solo dato un'occhiata a questa storia!
Ciao :3

   
 
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