Stavolta i ringraziamenti
e le risposte varie le metto all’inizio così non passano inosservate!! Allora prima di tutto ringrazio le persone che hanno
recensito questa storia, e cioè Lights, Nefene, cy17_love e Francy_hurt_16… per una persona come
me, che vorrebbe in un ipotetico futuro, perlomeno tentare di diventare una
scrittrice, le recensioni sono molto importanti… e non perché sia affamata di
lodi e riconoscimenti, ma perché voglio sapere che c’è che piace nella mia
storia e cosa no, per potermi migliorare ogni giorno; accetto quindi
serenamente critiche e osservazioni. Perché queste storie per me sono un modo
per esercitarmi a quando davvero scriverò qualcosa di solo mio.
Questa premessa è per un’inevitabile
osservazione fatta visitando il mio account… questa storia ha 22 recensioni, ma ben 23 persone che la mettono
nei loro preferiti, e 14 che
la seguono… inevitabilmente molti l’hanno solo letta e non commentata, e questa
è una cosa che non mi è mai successa con le mie altre storie, in cui perlomeno le
recensioni erano sempre di più dei preferiti, a testimonianza che solo alcune persone,
nonostante mi avessero lasciato un commento, considerassero questa o quella
storia una delle migliori che avevano letto. Ora dove va a parare questo
discorso? Al fatto che mi piacerebbe ricevere anche da queste persone un
minuscolo commento che mi spiegasse perché questa storia è tra le vostre
preferite… a me serve tanto saperlo, e ripeto non voglio complimenti falsi o
lodi… voglio solo che mi dite che ne pensate, visto
che per me è così importante.
Ovviamente io non posso
obbligare nessuno.
E non posso basarmi su
questo. Era solo un appunto.
Ed è anche l’ultima volta
che dico una cosa del genere.
Continuerò a scrivere
questa storia e a ringraziare sia chi la legge solamente che chi, con mia
grande gioia, la recensisce.
Ma non dirlo, se lo
pensavo, non sarebbe stato da me…
Quindi ora vi lascio al
capitolo 7 di questa storia che ha sempre un nome da fiaba…
Stavolta “Foresta
Incantata”…
Grazie a tutti per l’attenzione!!
Cassie…
Capitolo 7 – Enchanted
wood
Sobbalzo nel sonno, rizzandomi immediatamente a
sedere, mentre il letto trema dalle sue fondamenta. Un terremoto! O mio Dio!
Casa mia è costruita sull’argilla, devo andare a mettermi sotto l’arco di una
porta! O era nei pressi di un muro portante? O mio Dio, o mio Dio, non me lo
ricordo! Un attimo, non sono a casa mia, ma a casa di Malfoy! Vai a vedere che
quello vive in una trappola sismica!!! Mi stropiccio
velocemente gli occhi, cercando di tornare lucida dalla fase comatosa di sonno
leggero in cui ero, e mi preparo a saltare fuori dal letto come una saetta
impazzita. Poi, in quattro secondi netti, realizzo che
non c’è nessun terremoto.
“Seth, ma perché diamine stai saltando sul mio
letto?!!!” urlo arrabbiata al suo indirizzo.
D’accordo, tecnicamente il letto è suo, ma quella che ci
sta (anzi stava!) dormendo dentro, sono io!!!
Seth smette all’istante di saltellare da seduto sul
materasso, dicendomi con aria infastidita: “Tu non ti svegliavi!”. Sembra un
bambino di 5 anni, la mattina di Natale… è abbastanza inquietante come cosa,
considerando che sarà alto 1m e 85…
“La prossima volta, mettimi un
bomba H sotto il letto… magari farai anche meno danno…” commento scocciata,
proprio come una mamma annoiata e che voleva solamente continuare a dormire. Mi
liscio con le mani i capelli che hanno preso la tangenziale per la sciatteria,
lo avverto passandoci le dita attraverso, sono ispidi ed elettrici come quando
ero ad Hogwarts, ed avevo una specie di pagliaio in testa; come facevo ad
andarmene in giro così, proprio non lo so... guardo distrattamente la finestra,
ancora avvolta dalle mie memorie infantili. Solo allora mi rendo conto che le
tende bianche sono piene di luce e che dalla finestra aperta mi giunge anche il
frastuono del traffico e della gente che cammina per strada. Un attimo,
d’accordo
“Che ore sono, Seth?”.
“Le dieci e mezzo…” mi risponde lui disinvolto,
come se mi avesse detto semplicemente che anche stamattina il sole è sorto e
che anche il cielo è rimasto azzurro, come il giorno prima.
“Come, le dieci e mezzo??!!”
sbraito interdetta, non appena metabolizzo effettivamente l’orario. Mi alzo dal letto e inizio furiosamente a raccogliere la mia roba,
cercando al contempo di vestirmi alla bell’e meglio: “Malf,
cioè… Danny aveva detto che dovevo andarmene alle sei! Ora capisco
perché mi hai svegliata! Se mi trova qui, mi squarta, anche se conoscendolo,
sicuramente già mi avrebbe ucciso… forse, liberando qualche mostro da qualche
camera segreta… un bel Basilisco, che so… cioè, insomma, un mostro con un nome
strano… chissà come mi è venuto questo basi-qualche cosa… ma forse Danny non si
è ancora svegliato, eh Seth?! Faccio ancora in tempo
ad andarmene! La prossima volta, hai la piena autorizzazione ad usare anche le
armi batteriologiche! Dovrebbero essere illegali e tutto il resto, ma forse
qualche fornitore iracheno te le fa pagare poco… o iraniano, o siriano, o
quello che è… Bin Laden di che paese è?!”.
“Hermione! Ma che cavolo stai dicendo??!! Stoppati!!”. Seth urla,
esasperato, slanciandosi su di me e mettendomi una mano sulla bocca. Blocca
così il mio fiume di parole, ma anche la mia operazione di vestizione: il mio
vestito azzurro, peraltro spiegazzato dalla sera prima, mi rimane infilato solo
per la testa, circondando il collo come una specie di buffa collana. Sembro
Luna Lovegood il giorno di Halloween, cosa alquanto
terrorizzante. Seth rimane con la mano premuta sulle mie
labbra, mentre prosegue con voce calma: “Adesso rilassati e soprattutto
RESPIRA!… Danny sa perfettamente che sei ancora qui, quindi non c’è di che
preoccuparti… allora, non hai fame? Vuoi fare
colazione?”.
“… ome olaione…?”.
“Eh? Che hai detto?”.
Roteo gli occhi con aria ovvia, facendo ampiamente
intendere che sia il più grande merluzzo della storia, e lui finalmente si
decide a farmi recuperare le mie (peraltro, ineccepibili) doti dialettiche,
staccando la sua mano dalla mia bocca.
“Ho detto, come colazione??!!”
ripeto con le mani poggiate sui fianchi “Guarda che ieri sera ho rischiato la
vita anche più di quanto non abbia fatto con Voldem,
cioè…” balbetto, accidenti a me e alla mia bocca larga! Ma ancora non ho capito
come funzionano queste conversazioni?! Non sono più la
babbana perfetta di prima, ahimè!
“Insomma, non pensare che io possa scendere tutta
tranquilla e fare colazione con Danny… ieri sera è stato solamente un caso…” mi
riprendo in calcio d’angolo. O Dio, adesso penso anche in termini calcistici.
Che schifo, che schifo, che schifo!!! Ormai sto
definitivamente partendo per la follia!
“Il caso, a quanto pare, si ripeterà spesso…”
risponde Seth con espressione gongolante.
Distratta, chiedo: “Che vuoi dire?”.
Lui, tronfio di sé, gonfia il
petto e dice: “Per merito mio, Danny ha deciso di assumerti. Sei la nuova cameriera… non è stato facile, ma, senza falsa
modestia, ho un grande ascendente su Danny molto più di Summer, checché ne dica
lei…”.
Prima che riprenda con le sue ciarle prolisse,
riesco a balbettare, pallida come un fantasma: “C-che
c-cosa h-hai detto?”.
Lui mi guarda con espressione
confusa e ripete, stavolta più calmo: “Danny ha deciso di assumerti, Herm. A quanto pare, non ti odia così tanto…”.
“Sì che mi odia, invece!” inveisco testarda “Non
capisci? Deve essere una trappola! Chissà che cosa vuole da me!!!”.
“Ma dai!! Ma sei veramente paranoica!” brontola Seth, dandomi una piccola
spallata “Forse sei tu che lo odi ancora, ma per Danny deve essere una cosa
superata… è così nobile di cuore!”.
“Sì, nobile di cuore come un’anaconda… ti stritolano, ma almeno non ti fanno agonizzare sotto l’effetto di un
veleno… sì, nobile e misericordioso come un’anaconda…”
dico, soddisfatta del mio calzante paragone e del fatto che l’espressione
cuoriforme di Seth si è dissolta all’istante.
“Pensala come ti pare… ma, intanto, Danny ti ha assunta…”
ribatte lui, meno fiero di sé, ma convinto comunque che con l’ultima battuta,
l’abbia avuta vinta. In effetti, la situazione gli darebbe ragione… ma non ha
mai avuto a che fare con Hermione Jane Granger! E nemmeno con Draco Lucius
Malfoy, dicendola tutta. Insomma, io solamente so che
cosa posso aspettarmi da quel sadico. Tutti sono indifesi contro di lui, tranne
me! E’ una missione vera e propria la mia, salvare il mondo da Malfoy e dalle
sue trovate! Vabbé, non proprio salvare il mondo, ma
insomma almeno l’Inghilterra… sicuramente i membri di questo pub! Devo
assolutamente smascherare la sua trovata di infimo livello strategico… infimo
sì, perché scommetto che smascherarlo sarà di una facilità impressionante. Non
sto sempre parlando del furetto rimbalzante?! E io,
con lui, l’ho sempre avuta vinta… in un modo alquanto contorto e poco evidente,
ma sono sicurissima di questo! Ci manca anche
scoprire che Malfoy, una sola e singola volta, mi abbia battuto in qualcosa…
nella guerra, è anche passato dalla nostra parte, dalla mia parte! Ho vinto anche allora, no?!!
Io, da quella parte, ci sono sempre stata.
Mi calmo, respirando profondamente, per poi
chiedere, ostentando indifferenza: “Mi spieghi come sarebbe andata la cosa?”.
Seth abbandona la sua espressione delusa di poco
prima, causata dalla mia mancanza assoluta di gratitudine per lui, e sorride a
trentadue denti. Credo che, se potesse, inizierebbe di nuovo a saltellare. Mi
viene da sorridere, ma mi trattengo. Devo essere lucida per cogliere ogni
particolare, solo così potrò incastrare Malfoy e il suo piano da quattro soldi.
Anzi, da due soldi! Quattro sono troppi!
“Ieri sera… ricordi quando siamo usciti?” inizia
Seth, sedendosi sul letto.
Lo imito ed annuisco.
“Gli ho chiesto di farti restare per la notte… come
puoi immaginare, non era assolutamente d’accordo. Gli ho chiesto se era perché
non ti sopportava, e lui mi ha risposto che non erano fatti miei… insomma, come
sempre. Al che, gli detto che era un problema suo, se
non si sapeva trattenere in tua presenza… gli ho detto che era una cosa molto
infantile, che comunque ormai i tempi della scuola erano belli che passati, e
che, in ogni caso, tu eri mia ospite… quindi, con o senza il suo consenso,
saresti rimasta… era solo educazione il mio chiedergli se gli andasse bene…”.
“Bravo Seth!” commento, sinceramente colpita. Ci vuole fegato per parlare così a Malfoy,
indossasse anche le vesti del più mite Danny Ryan.
“Lo so, lo so…” riprende lui orgoglioso “A quel
punto, stavo tornando dentro, ma lui mi ha richiamato indietro. Mi ha chiesto
se sapevo perché eri rimasta lì fuori dal locale per tutta la mattinata…”.
“E a lui che gliene importa?!”
sbotto “Non dirmi che gli hai detto tutto!”.
“Certo che no, tesoro…” mi rassicura lui,
poggiandomi fraternamente una mano sul ginocchio “Anche perché formalmente io
no dovrei nemmeno sapere che ti sei lasciata con il tuo ragazzo… non me l’hai
mica detto, no?”, mi strizza l’occhio e io, mio malgrado, mi
ritrovo a sorridere, mentre lui continua: “Quindi mi ha chiesto se era vero che
cercassi un lavoro… e gli ho risposto di sì. Gli ho ribadito che prendere te
sarebbe stata la scelta migliore, visto che ti conosceva. So che, odiandovi
così tanto, la questione poteva diventare controproducente, ma alla fine si
tratta solo di lavoro… e la tua situazione, da quello che mi è sembrato di
intuire, non è tanto rosea da permetterti di buttare all’aria un’occasione del
genere… insomma, ce l’avresti messa tutta, questo gli ho detto. Inoltre, ma questa è solamente una mia impressione, sembri una
ragazza scrupolosa ed attenta, forse un po’ troppo nervosa, ma comunque credo
che faresti un ottimo lavoro…”.
“E lui, Danny intendo, che cosa ha detto?” chiedo
con un filo di voce. So perfettamente come è finita questa conversazione,
Malfoy ha detto di sì, ma non voglio perdermi alcuna piccola sfumatura. Come se
fosse talmente incredibile da non sembrare vero… un autentico miracolo capita
una volta ogni mille anni, quindi chi se lo perderebbe?!
“Mi ha detto che ci avrebbe pensato e mi avrebbe
risposto stamattina…” mi risponde Seth “… e mi ha pregato, intanto, di non
dirti niente fin quando non avesse deciso che cosa fare… poi, stamani, appena
mi sono alzato, mi ha detto che andava bene…”.
“Solo questo? Che
andava… bene?!” chiedo un po’ perplessa. Non è solo
perplessità, me ne rendo conto io stessa mentre sto parlando. E’ anche altro… delusione quasi, anche se sembra incredibile. Sono delusa
che Malfoy non abbia detto altro, che semmai non abbia assentito sul fatto che
io sia scrupolosa ed attenta, per esempio. O che per lui sia una cosa normale,
scontata ed ovvia, come invece non è per me. Sono delusa sì, delusa di sembrare
solamente io quella attaccata al passato, mentre a lui basta dire un: “Va
bene…”. Forse sono più delusa da me stessa che da lui. Delusa dal mio
continuare a cercare una trappola, un qualcosa che non va. E se davvero fosse
tutto a posto? Un brivido di freddo mi attraversa la schiena. No, semplicemente
non può essere così facile. Né per me, né tantomeno per lui.
“Che altro avrebbe dovuto dire, scusa?!” risponde Seth, un po’ stizzito. Comprendo che alla fine
ha perfettamente ragione, perlomeno dal suo punto di vista: “Non ti puoi mica
aspettare i tappeti rossi e i petali di rosa per aria, no?”.
“Certo che no, lo so perfettamente… ma la situazione
non mi quadra…” medito tra me e me, più che con Seth.
“Ti quadri o no, hai bisogno di questo lavoro…” mi
dice sinceramente lui, appoggiando la schiena alla spalliera del letto e
sedendosi a gambe incrociate “Come ti ho detto, sarebbe solamente lavoro… non
devi essere amica di Danny, né fartelo piacere per forza. E
poi ci sarei sempre io, April e gli altri… togli Corinne e Lorna, sono tutti a
posto… ti troveresti bene…”.
Resto in silenzio, mordicchiandomi l’unghia del
pollice e cercando di schiarirmi per quanto possibile la mente. Non può essere
vero… insomma, andiamo! quello arriverebbe ad assumere
un troll piuttosto che me! No, no… deve essere una trappola… chissà che cosa ha
in mente… schiavizzarmi, vendermi come bottino di guerra alla Lega dei Purosangue
sopravvissuti… e chi lo sa! E’ una mente così perversa e deviata! Forse quelli
della sua risma vogliono utilizzarci al posto degli Elfi domestici! Sì, e viene
a rompere proprio a me! E comunque, mi dimentico sempre, per quanto sia
assurdo, che Malfoy è un babbano, adesso. E i
babbani non sanno nemmeno che significa la parola “mezzosangue”. Come
giustificherebbe la mia condanna alla schiavitù nel suo pub? E poi… trappola… a che razza di trappola potrebbe destinarmi? Almeno
per il momento, mi sembra che non voglia niente di particolare da me, era solo
preoccupato che io sapessi di Serenity, cosa, ancora non lo so. Sì, tutto
questo va bene… ma accettare?! Capisco
la forza della disperazione e tutto il resto, ma questa sarebbe la forza della depravazione! Non so forse le infinite
vessazioni che sarò costretta a subire, se lavorerò per lui?!!
Certo che le so, e quelle che non so, le posso facilmente immaginare! Insomma,
accettare equivarrebbe a mettersi a braccia spalancate davanti ad un serpente
ed implorarlo di morderti, pezzo dopo pezzo. Fossi matta! Una volta, ci avevo
pensato, ma due! Uno impara sempre dai propri errori, no? Quindi, non se ne
parla proprio! A costo di finire sotto i ponti e di fare l’elemosina, o anche
tutte e due le cose assieme! No, no, e poi no! Però, intanto, un lavoro finalmente… soldi… affitto pagato… e poi adesso che
non c’è neanche Dean…
Prima che mi ritornino le lacrime agli occhi,
pensando a lui, distolgo la mia mente con la prima domanda che mi viene in
mente: “Quanto sarebbe la paga?”, sperando inconsciamente che sia talmente
bassa da farmi desistere.
Seth mi guarda con una luce tenue entusiasta, prima
di mormorare in risposta alla mia domanda: “La paga della cameriera normale
sarebbe di 700 sterline… “.
700 sterline?! Conoscendo
Malfoy, pensavo una sterlina e mezzo ogni venticinque
anni. Non è tantissimo, ma comunque è una discreta cifra… e comunque passare
dal nulla assoluto ad una qualunque somma di denaro, è comunque un bel
risultato. Certo, devo cambiare casa, ma non è mica una cosa negativa… addio,
signora Sanchez!!!
“Ma per te diventerebbero di più… diciamo sulle
900…” aggiunge titubante Seth, guardandomi di sottecchi.
“900?! E perché?!” chiedo interessata. Magari, in questo, sta la trappola…
perché, in caso contrario, se Malfoy si è anche messo a fare beneficenza, è la
volta buona che chiamo un esorcista.
“Danny ha da tempo un… progetto, chiamiamolo
così…” mi spiega Seth “La clientela del Petite Peste è una
clientela giovane… ragazzi tra i venti e i trenta, perlopiù… il ristorante è
frequentato, ma non tantissimo… dobbiamo cercare di attrarre le persone over40,
quelle che di solito non mettono piede qui perché terrorizzate dal fracasso
della discoteca… fracasso che nemmeno esiste…”.
Immagino perché… farà anche la parte del babbano,
ma con mezzi normali, non si sarebbero mai potuti
mettere assieme un pub, un ristorante ed una discoteca senza l’ovvietà del
frastuono di quest’ultima. Me l’ero già chiesta la prima volta che avevo messo
piede qui. Ma poi, vedendo Malfoy, avevo trovato la risposta: un incantesimo
Insonorizzante. Ne avevo persino avvertito qualche debole traccia, entrando.
Doveva essere molto forte. In fondo, Malfoy non doveva essere stato
completamente idiota da lasciare completamente la magia. Al posto suo, credo
che avrei fatto la stessa cosa, altrimenti questo locale non avrebbe mai fatto
fortuna. In fondo, mantengono parecchio personale… a cui potrei
aggiungermi anch’io… a quest’ultima considerazione, ripresto attenzione
alle parole di Seth.
“L’idea di Danny è quella di inaugurare almeno per
qualche giorno alla settimana, un servizio di colazione e di brunch, in modo da
tenere aperto il locale più a lungo durante la mattinata. Attirare
riunioni d’affari, pranzi veloci, studenti e cose simili… “.
“E me ne dovrei occupare io?”.
“Io e te… il problema è uno solo…”. Seth sta
diventando ancora più titubante di prima, e questo mi
sembra abbastanza sospetto. Che cosa può esserci di peggio dell’offerta di
lavoro in sé? Vuoi vedere che c’ho visto giusto? Altro che chiacchiere… la
trappola c’è e deve essere qui…
“Quale sarebbe il problema?” chiedo con innocenza. Fintissima, ovviamente.
Seth, incoraggiato dalla mia docilità, prosegue con
un profondo sospiro: “Per essere funzionale, il servizio dovrebbe cominciare
presto… verso le sette e mezzo, le otto… insomma,
considera che la sera qui si finisce tardi… almeno alle due… e tu abiti
dall’altra parte della città. Dovresti alzarti presto, alle quattro, almeno. Non andare nemmeno a dormire, quindi…”.
“Arriva al punto, Seth…” sibilo con un atroce
sospetto nella testa. Il sospetto è talmente atroce da non sembrare vero. e quindi automaticamente, diventa talmente reale da farmi
raggelare.
Lui tentenna ancora per un po’, guarda fuori dalla
finestra, si mette ad osservare una mosca che lotta inutilmente contro il vetro
della stessa finestra, poi si decide a dire con voce incerta: “Per rendere la
cosa fattibile, noi due dovremmo essere entrambi qui… iniziare ad aprire già
verso le sette… per fartela breve…”, un nuovo sospiro, oddio deve essere
proprio come ho capito… se è così, lo ammazzo, davvero. Lo ammazzo…
“Dovresti dormire qui… da me e da Danny… per almeno
tre - quattro sere alla settimana… staccheresti prima, verso mezzanotte… e alle
sei ti alzeresti…” sputa alla fine fuori.
Lo ammazzerò. E’esattamente come avevo pensato… ma
che cavolo si è messo in testa quel malato di mente?!!!
Questa me la deve spiegare quella specie di furetto contorto! Prima mi caccia, poi mi ospita, poi mi offre anche un
lavoro, ma con la condizione che io debba vivere per metà di una settimana con
lui! Ma siamo pazzi?!! Tre o persino quattro giorni interi con lui, mattina, pomeriggio, sera e
notte con lui!!! Non se ne parla proprio! Ma comunque
mi deve spiegare il suo scatto cervellotico! Come se ne è uscito???!!! Ormai ne sono certa: Malfoy deve volere qualcosa da
me, qualcosa di veramente assurdo, ma sicuramente qualcosa. E, conoscendolo,
non può essere né il piacere della mia presenza, né la mia efficienza
lavorativa, tantomeno la mia inesistente esperienza nel campo. Quello vuole
qualcosa e, conoscendolo, sarà sicuramente qualcosa per cui rischierò la vita,
la dignità o l’orgoglio. Oppure no… credo tutte e tre le cose assieme in ordine
differenziato.
“Non ci penso neanche!” replico
lapidaria a seguito delle mie riflessioni “Già, l’idea di lavorare qui con lui, mi alletta come una carie ai denti! Ora
dovrei anche vivere con lui! L’hai
avuta tu questa meravigliosa idea?!”. La mia domanda è chiaramente sottointesa ad avere una
risposta positiva; se è stato Seth ad avere questa idea, magari Malfoy lo
prenderà a pedate… in caso contrario… non ci voglio nemmeno pensare… sarà
qualcun altro ad essere preso a pedate.
Seth evidentemente si spaventa per la mia
espressione decisamente truce e si ritrae, spaventato. Meno male… se si è
spaventato, evidentemente l’ha pensata lui sta panzana. Comunque, fa bene a
spaventarsi! Se è stato davvero lui, lo appendo al soffitto per le caviglie,
era una tortura di voga nelle prigioni medioevali della Provenza. E faceva un
male cane, insomma è perfetta allo scopo. Ma anche quelle moderne in stile Abu Ghraib, mi tentano alquanto…
“Non sono stato io…” piagnucola lui, allontanandosi
ancora di più da me “E’ stato Danny… l’idea è stata sua… mi ha anche detto che,
se non avresti accettato questa clausola, non ti avrebbe assunto…”.
“CHE COSA HA DETTO, QUELLA SPECIE DI MENTECATTO??!!!” urlo, gettando
all’aria il vestito che ho ancora attorno al collo e alzandomi con passo
marziale dal letto. Adesso mi sente!!! Oh sì che mi
sente! Io non mi faccio prendere in giro da un borioso arrogante come lui, che
si diverte a giocare con le vite e con il tempo delle persone per suo personale
ed anche discutibile divertimento. Se qui nessuno gli dice quello che pensa, ha
trovato pane per i suoi denti! Mi aveva detto in maniera alquanto chiara e
limpida che stamattina ognuno
sarebbe tornato alla sua vita, lasciando in pace quella dell’altro. Che cosa,
non si è accorto che il sole è sorto? Che aspetta a lasciarmi in pace?!
Apro la porta di scatto, ripercorrendo le scale
all’indietro rispetto alla sera prima. Sono infatti
abbastanza convinta che, a quest’ora, Malfoy sia già di sotto a sistemare i
suoi affari (molto probabilmente loschi!); da quando eravamo ad Hogwarts
infatti, si alza molto presto di mattina. Lo so che stona con la sua immagine
di principe dei lussi e dei agi, ma è proprio così. Mi
fu confermato anche una notte a Grimmuald Place, quando ormai alle luci dell’alba, mi alzai da letto
dopo una notte insonne. E lo trovai in cucina che mangiucchiava dei cornflakes.
Inutile dire come finì quell’incontro, come sempre talaltro, ci prendemmo ad
insulti e io finii per mangiarmi una mela in giardino, con un’ulcera nervosa di
quinto grado e con le orecchie che fumavano, da sola poi, in barba ai Mangiamorte
in piena libertà. Alle dieci e mezzo passate, deve
essere sicuramente sveglio, a meno che nella sua vita da Danny Ryan, non abbia
cambiato anche questa abitudine. Male che vada, me ne ritorno di sopra,
spalanco la porta di casa sua e gli conficco degli spilli negli occhi. No,
troppo cruento. Sono una ragazza delicata, in fondo, e quello che ho visto in
guerra mi è bastato. Badile in fronte? Troppo stancante. Decapitazione? Bleah, troppo sangue. Topicida? E che faccio fin quando fa
effetto? Ma certo! La soluzione è sempre davanti agli occhi e uno non se ne
accorge… acido solforico! Risolvo anche il problema delle tracce da nascondere!
Se Voldemort mi avesse preso come Mangiamorte, minimo sarebbe durato dodici
secoli in più.
Appena scesa di sotto, mi guardo attorno nella sala ristorante deserta. Deve essere nella zona pub.
Con l’eleganza di un facocero nella giungla amazzonica, mi incammino in quella
direzione. E finalmente lo vedo. Seduto dietro al bancone del pub, con una pila
di fogli davanti agli occhi, già vestito di tutto punto con una felpa azzurra
che fa risaltare i suoi capelli chiari ed un paio di jeans scuri. Stranamente,
porta anche un paio di occhiali dalla montatura di metallo, evidentemente gli
servono per leggere. Ma chissenefrega
della vista dei Malfoy! Se si fossero sposati con dei Mezzosangue, avrebbero
perfezionato il loro Dna, come si fa con i cani! I bastardini sono più
intelligenti e resistenti dei cani di razza! Tié! Non
sembra essersi accorto del mio arrivo, sembra preso dalle sue cose. Meglio,
posso sorprenderlo alle spalle! Vabbé gli arriverò di
fronte, ma questi
sono dettagli. Lo sorprenderò lo stesso!
“Malfoy!” inveisco contro di lui, avvicinandomi al
bancone con aria omicida e battendo le mani su di esso “Si può sapere che
diamine ti è saltato in mente?! Che cosa vuoi da me,
eh? Dillo almeno! Ti ho già detto che di Serenity non so niente, che c’è mi
vuoi controllare a vista?! Come ti è venuta questa
brillante idea del vivere assieme, eh?!! E non mi dire
che è stato Seth! Lui non c’entra niente! E’ una cosa tra me e te, no? E allora, affrontiamola noi due, dannazione!”.
Fermo il vomito di parole, respirando a fatica, una
mano sul torace che si abbassa e si rialza velocemente. Resto qualche secondo
ad aspettare, pronta ad essere sommersa da una sfilza di insulti sottilmente
sussurrati. Che, però, non arrivano. Mi arrischio a sollevare lo sguardo, che
era rimasto basso, come a proteggermi dalla sua probabile aggressività. Ma,
invece, Malfoy non mi risponde per niente. Rimane immobile a fissarmi, come se
non mi vedesse neppure e stesse guardando qualcosa alle sue spalle. Qualcosa
che, per inciso, lo terrorizza. E’ infatti
impallidito, per quanto lui possa impallidire, biancastro com’è, e sembra
persino sudare freddo. Possibile che io l’abbia terrorizzato così tanto?
Sarebbe una cosa stupenda, ovviamente, ma sono abbastanza realistica da capire
che non è una cosa tanto facile e che non sono in uno dei miei meravigliosi
sogni. Quelli, per esempio, dove sono ancora il Capo degli Auror e contemporaneamente
A rompere il silenzio di tomba che si è creato,
come è prevedibile, è Summer, battendo sul tempo sia me
che Malfoy, oltre che Trey ed April, gli altri due spettatori della scena.
“Che diamine ci fa lei ancora
qui?!!” erompe con voce acuta e stridula. La vedo
anche stringere i pugni e fare qualche passo. Oddio, questa adesso mi picchia!
Quelle più raffinate e composte, sono sempre le più represse e, quindi, quelle
che fanno più male. Ma perché diamine non ho aspettato prima di scendere?! Nella maggior parte della mia vita, ho il difetto di
pensare troppo ed, invece, quando c’è di mezzo Malfoy, faccio sempre tutto il
contrario, diventando totalmente illogica ed irrazionale. Che strano… un dejà
vu, qualcuno mi ha parlato di qualcosa del genere… ma chissene… sto rischiando
la vita e penso ai mie cortocircuiti mentali?!!
“Smettila, Summer… non è come pensi…” la voce
leggera e quasi casuale di Malfoy genera un involontario ed inatteso brivido di
freddo sulla mia schiena. Non è come pensi… le sue
ultime parole sono come un fuoco d’artificio nel cielo, una sorta di messaggio
subliminale diretto alla mia persona. Che potrebbe pensare Summer? Certo, una
cosa sola. Che ho dormito da Malfoy, cosa vera… ma, soprattutto, che
potrei aver dormito con Malfoy,
cosa falsissima, ma che lei potrebbe invece considerare ampiamente. Siamo stati
compagni di scuola, no? Sono qui alle dieci di mattina, no? Con una maglia da
calcio addosso e con i capelli spettinati, no? Ho appena detto a Malfoy che è una cosa tra me e lui e di affrontarla noi due
assieme, NO???!!!! Insomma, è cristallino
cosa lei pensa… ed, alla fine, non me ne sto anche con lo sguardo basso,
come se mi sentissi in colpa??? Sollevo il viso, riassumendo un’espressione
dignitosa e guardandola dall’alto in basso come mi riesce tanto bene. Ignoro le
bocche ad “o” di April e Trey, le cui mascelle stanno per incontrare il
pavimento, e mi concentro su Summer. Penso a cosa dire prima di aprire bocca e
modulo la voce in un accento naturale e scontato: “Non è come pensi… sarà
possibile come cosa, nella stessa giornata in cui i dinosauri andranno al
centro commerciale e le auto funzioneranno grazie allo zucchero di canna,
quindi, come puoi intuire, non è decisamente come
pensi… a meno che uno stegosauro non ti abbia appena fatto il pieno di zucchero
alla macchina…”.
“Non fare la spiritosa del cavolo… e comunque non
stavo parlando con te…” replica lei, gelida, guardando oltre di me, chiaramente
verso Malfoy.
Prima che apra bocca, un piccolo spostamento d’aria
mi avverte del fatto che Malfoy si è alzato ed è alle mie spalle. Un duello
verbale e lui sembra quasi coprirmi le spalle, che strana coincidenza…
“Sarei il primo a dire alla Granger di non aprire
bocca con gioia e giubilo del mio apparato uditivo…” commenta lui, lo vedo con
la coda dell’occhio incrociare le braccia “Ma ha ragione… non è mia gradita ospite, ma di Seth…”.
“Volesse il cielo…” mugugno io in risposta,
incrociando a mia volta le braccia.
“Di Seth?!” chiede Summer
quasi istupidita “E che c’entra lui adesso?”.
Ecco, e che c’entra Seth adesso, infatti?! E Danny che io conosco, non
Seth…
“In una assurda e contorta
maniera, Seth la trova simpatica…” risponde Malfoy velocemente, sorprendendomi
con la sua prontezza di riflessi, quanto si tratta di mentire è un vero maestro
“Sono usciti assieme ieri sera e si è fatto tardi… quindi lui l’ha ospitata a
casa…”, di fronte alla mia faccia inebetita, mugugna a denti stretti: “… non è
vero, Hermione?”.
“Ma
certo…” simulo un forzato sorriso al suo secondo chiamarmi per nome in due
giorni.
Guardo
Summer con la coda dell’occhio e, perlomeno apparentemente, sembra essersi
calmata. Le narici smettono di fremere e, allo stesso modo, il suo volto torna
limpido e sereno, dopo che le chiazze rosse che lo avevano ricoperto per la
rabbia se ne sono andate così come erano venute. April e Trey, alle sue spalle,
dopo aver ragionevolmente supposto che non ci sia nient’altro sotto, se ne
tornano alle loro faccende, la prima riprende a ramazzare per terra, mentre il
secondo continua a compilare la sua scaletta di canzoni per la serata. Rilascio
un sospiro di sollievo, nello stesso momento in cui sento Malfoy alle mie
spalle respirare a sua volta. Per questa volta, è andata bene.
Trasalgo,
mentre una presa d’acciaio mi stringe violentemente il braccio. L’ho conosciuta
fin troppe volte in questi giorni e ne sto avendo abbastanza. Mi metterei ad
urlare come una pazza di nuovo, ma temo più Summer che Malfoy allo stadio
attuale delle cose. E, dato che lei adesso è occupata con Trey, non voglio
attirare nuovamente la sua attenzione. Quindi, me ne sto zitta e mi faccio
trascinare per l’ennesima volta da Malfoy. Il primo giorno che l’ho rivisto,
era camera sua, e adesso le cucine deserte, il copione è leggermente cambiato,
almeno in quanto ad ambientazione. Evidentemente Lawrence non è ancora
arrivato, è tutto in ordine, dalle pentole perfettamente lucide alle stoviglie
pulite e poste in fila. Sospiro, ritrovandomi Malfoy di fronte.
“Ma che
c’è, Granger, hai qualche problema?! Vuoi forse rovinarmi
la vita?!” inveisce lui contro di me, sbattendomi
decisamente poco gentilmente contro il muro di fronte a lui. Il piccolo ma
comunque percettibile, dolore alla schiena mi fa ritornare in me dallo stato di
passività indotto dal terrore reverenziale per Summer.
“Io ho
qualche problema?! IO?!! E tu?!! Che cos’è questa storia dell’assumermi, eh? E del farmi
vivere qui, poi? Che c’è, ti sei impazzito?!” gli
rispondo a muso duro, ma sottovoce esattamente come lui. E’ quasi comico fare
discussione in questa maniera, senza urlare. Mi ricorda le lezioni della McGranitt, quando gli ringhiavo insulti su insulti,
cercando di non farmi beccare dalla professoressa.
“Lo sapevo! Come sempre, su una cosa hai costruito sopra un intero
film giallo… l’ho detto a Seth, ma lui… niente! Figuriamoci, se mi dà retta… adesso doveva anche
venirgli la mania di aiutare
“Andiamo
Malfoy… io e te lo sappiamo perfettamente che non sei così… arrendevole…” borbotto accondiscendente con l’ombra di
un piccolo sorriso sul volto, conscia di avere ogni ragione di questo mondo
“Non avresti mai fatto una cosa solamente perché te l’ha chiesto Seth… quindi,
mi darai ragione quando penso che c’è qualcos’altro
sotto, no?”, vedendo che mi guarda ancora insofferente, aggiungo sbuffando:
“Insomma, Malfoy al posto mio, tu ti fideresti se ti offrissi un lavoro?”.
“Assolutamente no…” mi dice lui sfacciatamente,
incrociando di nuovo le braccia e riducendo gli occhi a due fessure, come se
davvero gli stessi facendo una proposta del genere, assolutamente abominevole
per le sue orecchie.
“E allora perché dovrei farlo io, scusa?!” gli rispondo interdetta, aggrottando un sopracciglio.
“Granger, la cosa che ti sfugge è che io non ti ho
chiesto di fidarti di me… e nemmeno mi sembra di averti implorato di accettare
questo lavoro… di cameriere, ne potrei trovare a decine…”.
“E allora perché l’hai proposto a me?!” sbotto insofferente. E’assurda tutta questa situazione,
come sempre quando sono con lui. Lancia il sasso e poi tira indietro la mano.
E’davvero snervante, specie appena svegli e senza una goccia di succo d’ananas
nelle vene.
Lo vedo sospirare e ritrarsi leggermente, incrocio
le braccia aspettando la sua risposta. La quale, tarda ad arrivare per parecchi
secondi, cosa che mi fa innervosire ancora di più, se mai possibile. E,
inoltre, conferma perlomeno alle mie orecchie che ci sia qualcosa sotto.
Dopo aver studiato completamente l’arredo della
cucina e la sua planimetria, lo sguardo plumbeo di Malfoy si decide a ritornare
su di me. E’ calmo, imperturbabile, come sempre. E’ perfettamente capace di non
lasciare trasparire alcun tipo di emozione, non so come, ma lo fa. Eppure, io
lo conosco. Da anni, anche se in una maniera alquanto contorta. Da sua nemica naturale,
ma alla fine credo che i nemici siano quelli che ti conoscono meglio. Un nemico
ti studia a fondo per scorgere ogni tua debolezza; invece un amico è
intimamente terrorizzato dall’idea di trovarne una in te, tale da farlo
desistere dallo starti vicino. Quindi, credo di conoscerlo bene Malfoy, le sue
espressioni, i suoi gesti e i suoi sguardi. Solo quelli di ieri sera erano un
po’ diversi dal solito, ma li imputo al fatto che non sono propriamente suoi,
ma di Danny Ryan, del personaggio che si è costruito in questi anni. Ora,
infatti, so perfettamente che sta per dire qualcosa che gli costa molto. Le sue
mani impercettibilmente sono affondate nelle tasche dei pantaloni, intravedo
solo i pollici sul orlo delle tasche stesse, che
martellano sulla stoffa. E’ nervoso, quindi. Lo sguardo si è fatto più terso,
meno nebbioso del solito; evidentemente sta cercando di essere sincero, o di
darmi comunque questa impressione. A non darmela, però, totalmente a bere, è la
giugulare che vedo pulsare sotto la sua pelle. Per un attimo, mi distraggo,
incantata quasi dal premere della vena contro la barriera della pelle. Una vena
che pulsa, il cuore che batte… forte, il cuore che batte forte.
E’ così strano associare la parola cuore a Malfoy, come dire, che so, inferno e angelo. So
perfettamente che, almeno anatomicamente, Malfoy un cuore deve averlo. Eppure,
mi sembra strano. E rimango immobile a fissare il suo collo, manco fossi un
vampiro affamato di sangue umano. Lo stesso sangue, che rende le sue guance un
po’ più rosee. Forse sta anche arrossendo… Malfoy che arrossisce, sì come no.
Starà solo per scoppiare dalla rabbia, anche la tachicardia ne è un chiaro
segnale. Che scema che sono, e mi ci metto anche a fantasticare. Malfoy può
essere cambiato, ma non così tanto… e bisogna dire che io sono decisamente
paranoica…
Lo vedo deglutire nervosamente un paio di volte,
arricciando le labbra sottili in una smorfia, quasi come se le stesse parole
che sta per dire fossero assenzio nella sua bocca. Dio, e poi quella che non si
lascia alle spalle i conflitti, sarei io a dire di Seth… mentre lui… com’era? il nobile di cuore, già, me ne ero scordata. Bleah…!
“Non credevo che tu veramente cercassi un lavoro…”
inizia con tono di voce quasi sommesso, non decidendosi ancora a guardarmi in
faccia, deve essere davvero tremendo per lui dirmi delle cose civili! Sto
letteralmente andando in brodo di giuggiole! Devo godermi al meglio questo
momento, e poi proiettarmelo nel cervello a scadenze regolari! Credo che sarà
un efficacissimo antidepressivo! Inclino la testa di lato, continuando
attentamente ad ascoltarlo.
“Credevo che fossi qui per chissà quale indagine su
di me e su Serenity… ma, come ho potuto constatare, di lei non sai niente,
quindi… al contempo, però, mi sembrava abbastanza improbabile che la perfettina signorina Granger fosse stata destituita dal suo
perfettissimo impiego…”, finalmente si decide a
guardarmi, scrutandomi con espressione indagatrice, ma io tento di mantenere il
mio viso pulito e tranquillo, non gli dirò nulla nemmeno sotto tortura.
Compresolo, continua: “…
ma, se effettivamente stanno così le cose, se effettivamente sei senza lavoro,
sarei uno stupido a non assumerti. Per prima cosa, se sei veramente così
disperata, prenderai a cuore il lavoro, cosa di cui ho bisogno in questo
periodo. Seconda cosa, sei comunque un’ex Auror, qualcosa la
sai fare, no? E la cameriera, anche per una come te,
non può essere una cosa più difficile…”.
“Troppi complimenti tutti assieme, Malfoy…” dico
caustica. Mi sembrava strano il suo scatto troppo longevo di civiltà, è pur
sempre fermo cerebralmente all’età del bronzo.
“Terza cosa, assumendoti, Seth la smetterà di darmi
il tormento, anche perché ho il serio sospetto che licenzierà ogni cameriera
che metterà piede qui dopo di te, solamente per farmi dispetto…” continua, come
se non mi avesse sentito, il suo viso si inarca in un’espressione gongolante “…
quarta cosa, essere il tuo capo, darti degli ordini con te
che sei costretta a rispettarli… è una cosa che non è nemmeno lontanamente
immaginabile come piacevole…”. Ride trasognato tra sé e sé per un po’. Ora
capisco perché tutti quei Mangiamorte appaiano sempre così soddisfatti… se uno
gli sta sulle scatole, lo uccidono, esattamente come vorrei fare adesso io con
Malfoy, ma poi penso alla legge, alla prigione, a Seth che si impicca, al
rimorso perpetuo...certo che la rettitudine è
decisamente sfiancante. E frustrante, aggiungo. L’avete mai visto un
Mangiamorte depresso? E invece mi ci incammino a grandi passi verso la
depressione… anche perché so quasi perfettamente che sto per accettare, come
una povera idiota. Se la necessità fa l’uomo ladro, credo che la disperazione e
il fatto di essere stata lasciata dal proprio ragazzo, fa una donna decisamente
tendente al suicidio.
Cerco di allontanare dalla
conversazione il momento in cui dovrò dargli la mia risposta, chiedendogli: “Mi
fai capire una cosa? Come mai ti è venuta
questa geniale idea del servizio di
colazione e di brunch con l’altrettanto geniale
clausola che, se non accetto questa condizione, non mi assumi proprio?”.
“Granger, non mi spingo al punto che tu possa
capire le complicate dinamiche manageriali…” mi dice,
guardandomi con insopportabile e falsissima aria di comprensione frammista a
pietà “Ma, dovendo assumere un’altra cameriera, devo ammortizzare i costi… e,
avendone bisogno per quel dannato party, devo comunque rimanere in attivo, no? Se questo posto non è ancora fallito, qualche motivo ci sarà… non
mi piace vantarmi…”, al mio sollevare gli occhi al cielo, corregge il tiro:
“…d’accordo, mi piace alquanto
vantarmi… ma comunque questo posto sta in piedi grazie a me…”.
“E grazie, suppongo, ai vari Incantesimi sparsi per
il locale… oltre a quello Insonorizzante, ce ne sono altri?” commento
noncurante, cercando così di assorbire la sua ammissione di presunzione.
Adesso, si rende anche conto dei suoi difetti… dove arriveremo di questo passo?
“No che non ce sono…” mi
risponde, irritato evidentemente che la sua grande trovata sia stata così
miseramente smascherata “E’ l’unica traccia di magia ed era vitalmente
necessaria…dunque l’eroico capo
degli Auror se n’è immediatamente accorto? Era alquanto
prevedibile…”.
Soprassiedo sul tono disgustato ed, assieme,
ironico con cui ha pronunciato l’aggettivo eroico, e mi
limito ad annuire con il capo, evitando qualsiasi genere di commento malevolo.
In fondo, voglio spicciarmi ad uscire da questa situazione assurda, sono pur
sempre in piedi davanti a lui con questa maledetta maglia da calcio addosso. E
scommetto anche che i miei capelli sono ormai talmente crespi ed elettrici da
assomigliare a Melanie B delle Spice Girls. Insomma,
devo riassumere in tempi brevi un aspetto decente, ho fatto il pieno di
figuracce per almeno quattro o cinque reincarnazioni. Ciò, però, implica
necessariamente velocizzare i tempi sulla mia risposta alla sua offerta di
lavoro. E questo momento sarà da sottoporre ad un potente Incantesimo di
memoria, non appena avrò di nuovo i miei poteri. Tanto, per non correre il
rischio di traumi permanenti ed incubi continui…
“D’accordo, Malfoy…” pronuncio a denti stretti,
guardando altrove.
“D’accordo, che?!”.
E certo! Non potevo dirlo una volta sola, no! Fosse
per lui, lo dovrei ripetere a vita come un carillon rotto. Lo spio con la coda
dell’occhio e lo vedo con la faccia sadicamente soddisfatta. Sono quasi tentata
di dire di no, salvando il mio orgoglio ed andandomene a testa alta, ma ho già
ampiamente notato che l’orgoglio non è un buon sostentamento alimentare.
Quindi, avanti con la crocifissione di me stessa e della mia dignità, abbondantemente
iniziata con il supplizio della mia sanità mentale e con la flagellazione della
mia intelligenza, quando avevo già deciso di accettare nel momento in cui Seth
me l’aveva detto.
Arrossisco da testa a piedi ed abbasso lo sguardo,
mugugnando: “D’accordo, lavorerò qui…”.
“Che cosa hai detto,
Granger? Un raffica di vento mi ha impedito di
sentire…” dice lui con faccia da finto santarellino, mettendosi una mano dietro
l’orecchio e sporgendosi verso di me con aria da vecchio attore compassato.
Ah, è così! Adesso, ti faccio vedere io che
significa scherzare con Hermione Jane Granger!
Mi sporgo a mia volta verso di lui, precisamente
verso il suo orecchio destro inarcato nella mia direzione, e, in meno di un
secondo netto, gli urlo nell’orecchio con tutto il
fiato che ho in gola: “Ho deciso di accettare Malfoy!!!!!”.
Nemmeno
“Ma che ti sei impazzita, Granger?!”
mi urla Malfoy, guardandomi storto e stringendo gli occhi in due fessure
malevole.
Mi trattengo dallo scoppiare a ridere, concedendo
alle mie labbra solo una lieve piega ironica in stile “Te la sei cercata,
sottospecie di malfuretto rimbalzante!”. La
soddisfazione soffia leggera nel mio umore, fino a rendermi del tutto appagata
e contenta, nonostante stia sempre indossando una maledetta maglia da calcio ed
abbia sempre i capelli a riccio. Non mi accadeva da tempo di essere così
soddisfatta, certo in una maniera contorta ed alquanto perversa, ma chissene… è
decisamente bello sentirsi così. Avevo scordato come ci si sentiva. E mi sembra
contraddittorio per la mia stessa indole e per quella che è stata la mia vita
fino a questo momento, che questa sensazione benefica mi derivi da Malfoy. Anni
fa, da lui ho avuto paradossalmente la distruzione proprio di quei momenti, e
adesso è stato lui a crearne uno del genere. Sento sulla schiena un brivido
caldo travolgermi e mi stringo nelle spalle, decisamente a disagio con me
stessa. Mi sorprendo del pensiero che io stessa ho avuto e che non avrei
creduto mai di poter avere… non sarà poi tanto male lavorare
qui… scuoto il
capo violentemente, suscitando la sorpresa malcelata di Malfoy, che mi osserva
aggrottando le sopracciglia. Mi ripeto nella mente che l’essere contenta di
lavorare qui, è solo un deviazione perversa della mia
mente che gode a maltrattare Malfoy, in modo da riprendersi delle sue sciagure
presenti. E poi c’è sempre la delicata questione che ho bisogno di questo lavoro, no? In tal modo, mi convinco
della totale innocenza nel mio stato d’animo attuale e il mio passo ritorna
fermo, mentre esco dalla cucina.
“Sarà sempre così da questo momento in poi, vero?”
la voce di Malfoy raggiunge le mie orecchie in modo quasi carezzevole.
Deglutisco rumorosamente senza guardarlo, dandogli ancora le spalle, mentre un
inquietante rossore raggiunge le mie gote. Che cavolo mi prende?! La sua voce, accidenti… la sua voce… nostalgia che, come un’onda, sbatte sulle pareti della mia anima, sulle
stanze del mio cuore, sui muri della mia mente, logorandoli e rendendomi
inerme. Basta, basta, basta!! Com’era? Ecco,
deviazione perversa e sadica della mia mente e bisogno estremo di lavorare,
eccola qua… perfetta ed ineccepibile giustificazione…
La sua forza logica spinge il mio volto, ormai
sereno, a girarsi verso Malfoy e a pronunciare con la voce ferma e tranquilla:
“Sarà anche peggio, Malfoy…”. Trovo dentro di me persino l’ombra di un sorriso.
Sorriso gemello al suo, velato come il mio. Mi chiudo la porta alle spalle, un
magone dentro.
Sarà peggio per tutti e due, vero?
Perché nessuno dei due sa cosa aspettarsi dall’altro.
O meglio, lo sappiamo perfettamente
cosa aspettarci l’uno dall’altra.
E questo la rende la cosa peggiore
del mondo.
Quello che, però, non sappiamo è per
quale assurda ragione entrambi abbiamo accettato la
cosa peggiore del mondo.