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Autore: LiLi 94    11/07/2017    1 recensioni
Cosa pensate possa accadervi quando vi ritrovate catapultati indietro nel tempo di quasi vent’anni ad un epoca di pace di cui sapete poco e niente, con la famiglia di cui conoscete solo racconti, conoscendo appena il nome di vostra madre?
Non ricordo come arrivai ad Hogwarts. Ci ero stata solo da neonata, poco prima che venisse distrutta.
Eppure fu li che passaporta mi portò, lì che la giratempo mi scaraventò. Caddi nel Lago Nero dopo essermi sostanzialmente smaterializzata sopra di esso. Fu la preside, Minerva McGrannit a tirarmi fuori.
Ero finita vent’anni indietro nel tempo, a due anni prima della mia nascita.
Fu la preside che riuscì a mettere insieme i pezzi io ero troppo sconvolta per non fare altro che rispondere a monosillabi. Ed era mia intenzione fermare questa guerra ancora prima che cominciasse: avrei impedito ai miei genitori di dover restare separati tutta la vita per un bene superiore, avrei impedito tutte quelle morti. Sono la figlia di James Potter il ricercato n. 1, il Terrorista e l’unica persona che si frappone tra l’Impero magico e la libertà e porterò avanti la sua missione con passione anche se lo farò vent’anni prima.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo primo

BRUNCH ALLA TANA

 

Victoire era stata categorica: quella era la mia famiglia, avrei dovuto conoscerli prima o poi. Questo non significava che non avessi paura, eppure non stavo più nella pelle: avrei finalmente rivisto di mio padre e avrei finalmente potuto vedere il viso di mia madre senza che esso fosse ricoperto di lividi e reso irriconoscibile dalle tortura subite.

Victoire mi aveva spiegato che James e mia madre, Claire, si erano cominciati a frequentare appena l’estate prima e che nessuno davvero aveva creduto nella loro storia: Claire era troppo calma e pacata, avevano sempre pensato, ma avevano dimostrato a tutti che si amavano davvero e a breve sarebbero andati a convivere, appena Claire avesse finito la scuola di legge.

— Vedrai che andrà tutto bene, tesoro — la voce di Victorie mi riscosse dai miei pensieri: stavamo guidando nell’auto incantata di zio Teddy verso la Tana, avevamo lasciato Hogwarts per il solito brunch della domenica a casa di Nonna Molly.

Erano passate ben cinque settimane dal mio arrivo, dicembre ormai era arrivato e con lui la neve e il gelo: non avevo mai visto il castello innevato, era un posto magico, meraviglioso e capii perché mio padre lo amasse tanto.

— È agitata, amore, è normale — fece Teddy, prendendo la mano di sua moglie nella propria e baciandone il dorso — dirle di non preoccuparsi non farà che peggiorare le cose.

Victoire annuì stringendo la sua mano nella propria e riportando la sua attenzione fuori  dall’automobile.

La Tana era ricoperta di neve, c’erano ben quattro pupazzi di neve nel giardino e quattro automobili incantate.

Victoire mi aggiustò il cappotto, sembrava quasi più nervosa lei di me, sorridendomi materna.

— Allora sei agitata? — domandò, in tutta risposta le mostrai la mia mano tremante, la prese tra le sue: — Non devi, ti adoreranno — mi rassicurò, prima di voltarsi prendere la mano tesa di suo marito e farmi strada fino alla porta d’ingresso.

Ad aprire fu una donna di mezza età con lunghi capelli color caramello attorcigliati in una crocchia disordinata, il suo viso era ovale e le sue labbra erano tese in un sorriso gentile, i suoi occhi scuri ci fissarono sorridenti: — Molly! — chiamò — sono arrivati Vic e Teddy con la loro ospite! — si voltò verso di noi, baciando le guance di zio Teddy e di Victoire, loro ricambiarono il saluto con un sorriso sulle labbra, poi si rivolse a me:

— Tu devi essere Lucy — disse — Io sono Hermione Malfoy — mi porse la sua mano e la presi studiando attentamente la madre che Scorpius aveva tanto amato. Aveva un’aspetto gentile e dolce, ma era come una copertura, mi dava l’impressione di essere fatta d’acciaio e considerai che forse lo era: era stata un’eroina della seconda guerra magica, aveva combattuto pregiudizi e maldicenze a fianco di suo marito e aveva cambiato la vita delle Creature Magiche prima dell’ultima guerra. Doveva avere per forza una tempra di ferro. Potevo vedere Scorpius nella forma delle labbra e del naso, le sorrisi.

— È un piacere — dissi sincera, entrando nella casa.

L’atmosfera era calda e piacevole, l’intera casa profumava di biscotti appena sfornati e legna da ardere.

— Ho sentito di quanto è successo coi tuoi parenti — mi disse, mentre mi chiudeva la porta alle spalle e mi faceva cenno di passarle il cappotto e il cappello — brutta storia sapere che ci sono ancora persone capaci di allontanare la propria famiglia per diverbi di opinioni — commentò scuotendo il capo costernata.

Annuì lentamente, pensando che i miei nonni erano tutto fuorché persone che non dessero valore alla famiglia: erano stati uccisi per le persone che amavano e mi dispiaceva infangare così la loro memoria, ma era necessaria una storia di copertura.

Mi fece cenno di seguirla e mi condusse in un salotto enorme, con un grande caminetto scoppiettante e vari divani e poltrone.

— Togli le mani di dosso a mia sorella, Scorpius! — tuonò una voce che riconobbi a stento, mi voltai sgranando gli occhi: Albus Potter stava con le bracci incrociate al petto fissando con sopracciglia corrugate poco distante da lui, le scale, dove zia Lily e Scorpius stavano abbracciati l’uno all’altra.

— Piantala di rompere le scatole, Bus! — fu la replica di zia Lily —so benissimo badare a me stessa e a questo biondo!— mi resi conto solo in quel momento di quanto effettivamente fossero giovani: zia Lily non poteva avere che sedici anni, zio Albus diciotto… sembravano quasi dei bambini in confronto al ricordo che avevo di loro e Scorpius sorrideva! L’avevo visto sorridere raramente, solo a zia Lily, nella mia epoca: la perdita di tutta la sua famiglia l’aveva segnato terribilmente a quanto avevo capito aveva perso due sorelle, madre e padre in un raid al Malfoy Manor all’inizio della guerra. Era comprensibile che fosse sempre tetro.

Ma sorrideva e i suoi occhi sprizzavano gioia, assomigliava così tanto a sua madre, nonostante i colori fossero completamente diversi.

Vidi Hermione sorridere nella direzione del figlio, un sorriso orgoglioso e vidi il trio avvicinarsi a noi, solo allora Scorpius lasciò la mano di zia Lily per abbracciare la madre.

Lily e Albus si presentarono in sincrono come due gemelli, ridacchiando e cominciando a bisticciare su un oggetto che sembrava dovesse spettare a Lily, ma che Albus non pareva avere intenzione di restituire.

— Come se io e vostro padre avessimo l’intenzione di lasciarvelo — arrivò la voce cristallina e divertita di una seconda donna: una donna dall’aspetto spaventosamente belligerante, con corti capelli rosso fiammanti e un’espressione divertita sulle labbra tinte di rosso scuro. Ginny Potter, realizzai di colpo, sentendomi come investita da uno schiantincantesimo.

— Tu sei l’amica di Vic, Lucy, giusto? — mi disse porgendomi la propria mano — mia nipote anche si chiama Lucy. Io sono Ginny — strinsi la sua mano, osservandola attentamente rivedendo in lei non solo zia Lily, ma anche mio padre, nel sorriso e negli occhi castano verdi.

— È un piacere — replicai sorridendo, mentre parlavamo del più e del meno sentii un brivido corrermi lungo la schiena e sentì degli occhi perforare la mia schiena. Mi voltai e mi ritrovai faccia a faccia con gli occhi plumbei di Draco Malfoy che aveva abbracciato la moglie alle spalle e aveva poggiato il capo sulla sua spalla, osservandomi. Gli occhi erano dello stesso colore di quelli di Scorpius, ma parevano più freddi, più calcolatori e indagatori, più attenti: erano gli occhi di una persona che fino a che non aveva avuto sua moglie a combattere al suo fianco non aveva potuto fare altro che combattere per la sua famiglia anche se dalla parte sbagliata della guerra. Erano gli occhi di una persona che non aveva avuto scelta e che nel momento in cui gli era stato concesso di scegliere si era creato una famiglia; erano gli occhi di chi aveva visto il lato peggiore della guerra.

— Tu saresti? — mi domandò con voce fredda.

— Draco! — rimproverò sua moglie — sii educato! È nostra ospite! Ti prego di scusarlo, ma è sempre intrattabile quando vede la sua bambina soffrire. — spiegò indicando con il capo il tavolo poco lontano.

Seduta a capotavola stava una ragazza, una donna dai lunghi capelli argentati le porgeva un piatto con dei biscotti cercando di convincerla a mangiare, ma quella continuava a rifiutare, scuotendo la testa bionda e guardandosi le mani: i suoi capelli avevano visto sicuramente momenti migliori, erano arruffati e decisamente lavati almeno un giorno prima, i suoi occhi erano rossi e gonfi di pianto, era pallida e smagrita, indossava un maglione nero troppo grande per essere suo che le copriva quasi completamente le mani.

— Oh cara! — la mia visione della ragazza fu coperta dalla figura imponente della donna.

Le sorrisi, riconoscendo il tono immediatamente: Nonna Molly.

— Salve, signora — dissi, mordicchiandomi l’interno guancia per trattenermi dal lanciarmi addosso alla donna che mio padre e i miei zii avevano tanto amato — La ringrazio per avermi invitata.

— Oh sciocchezze! — replicò lei — bella e anche educata! — si complimentò — sei la benvenuta cara e qualsiasi cosa puoi chiedere a noi! — esclamò attirandomi in un abbraccio da togliere il fiato.

Ricambiai la stretta immergendomi nel suo odore di lana, panna e biscotti appena sfornati.

La mia era una famiglia enorme, realizzai.

Zio Albus e Scorpius erano seduti a terra giocando ad uno scacchi dei maghi così realistico che c’erano perfino zampilli di sangue; Scorpius teneva una mano sulla coscia di zia Lily che seduta sul divano di fianco a me sfogliava una rivista commentando di tanto in tanto qualche notizia dell’ultimo momento.

Alla fine mi era stata presentata anche la ragazza che non voleva mangiare: Theia Malfoy, non mi osai a chiedere cosa fosse successo, ma era evidente dai suoi occhi lucidi che fosse qualcosa che doveva averla scossa molto.

Si era presentata con un sorriso mesto che non raggiungeva i suoi occhi, scusandosi per la sua scortesia giustificandosi che era stata una pessima giornata.

Si era seduta poi su una poltrona, raggomitolata su se stessa, le braccia che abbracciavano le gambe e fissava fuori dalla finestra come in attesa: avevo visto calde lacrime scendere lungo il suo viso, ma dal suo atteggiamento era evidente che non voleva che nessuno la consolasse o la compatisse in quel momento, solo suo padre si osò a carezzarle un braccio passando di lato alla poltrona mentre parlava con Billy Weasley e sua moglie Fleur.

Harry Potter e Ronald Weasley, mio nonno e il suo migliore amico, erano entrati poco dopo il mio arrivo assieme a Billy e George e a Nonno Arthur, erano stati gentili e adesso erano seduti intorno al tavolo chiacchierando. Si erano aggiunti altri cugini di mio padre che non avevo conosciuto: Louis e Dominique, non sapevo che fine avesse fatto Louis, ma Dominique era in Francia durante la guerra e di tanto in tanto, quando riusciva, ci faceva arrivare delle provviste o qualsiasi necessità potesse. Poi c’erano Molly e Lucy, Rose, Freddy e Roxanne; Freddy era stato uno dei migliori amici di mio padre, era morto salvandogli la vita durante la battaglia in cui era “morta” anche mia madre; nessuno sapeva cosa fosse successo a Roxanne si sapeva solo che aveva dato di matto quando aveva visto il fratello venire ucciso e aveva attaccato alla cieca, nessuno aveva più avuto sue notizie.

Mi resi improvvisamente conto di quante persone la mia famiglia avesse perso. Avrei voluto piangere, ma non potevo: ora erano tutti qui, vivi, senza pensieri e potevo salvarli.

 

Fu allora che qualcuno bussò alla porta e sentii il cuore in gola perché mancava all’appello il viso dell’unica persona che avrei voluto davvero vedere.

I suoi occhi castano verdi erano allegri e pieni di vita quando posai i miei sul suo viso, un viso giovane privo di cicatrici incorniciato da capelli castani arruffati e disordinati. Trattenni il respiro, cercando di contenere l’istinto e fiondarmi nelle sue braccia, di nascondere il viso contro il suo petto come avevo fatto tante notti, di sentire di nuovo il suo calore e il suo profumo.

Sentii una mano sulla mia spalla, mi voltai, era zio Teddy che evidentemente doveva aver capito il mio subbuglio interno alla vista di mio padre.

Lui teneva per mano una ragazza, un paio di anni più piccola di lui, con capelli biondi, lunghi fino alle spalle e mossi, lei aveva grandi occhi chiari e sorrideva mentre mio padre salutava Nonna Molly che era accorsa a salutarlo.

Mia madre. Era bellissima, più bassa di come me la ero immaginata, ma d’altronde l’aveva vista solo durante una battaglia ed era possibile che indossasse i tacchi tipici della divisa femminile degli imperialisti in quella istanza. Aveva un sorriso dolce e potei vedere che le sembrava un sogno trovarsi lì, insieme a mio padre.

Poi avvenne qualcosa che non mi sarei aspettata: gli occhi di mio padre si rivolsero nella mia direzione e fiammeggiarono di ira. Che cosa avevo fatto per meritare tanto odio? Mi domandai nel panico.

Poi però lo vidi lasciare la mano di mia madre e fare grandi passi nella mia direzione, ignorando i saluti dei suoi fratelli e cugini. Mi domandai come potesse odiarmi tanto ferocemente senza neanche avermi conosciuta e abbassai il capo contrita, ma lui non si curò di me. Mi superò lanciandomi solo un’occhiata incuriosita, seguii il suo passo e mi domandai se non si stesse dirigendo da sua madre, a quanto avevo capito dalle storie era sempre stato molto legato a lei, ma mi stupì fermandosi di fronte alla poltrona su cui sedeva Theia.

Lo vidi afferrare la ragazza per i polsi e attirarsela al petto, stringendola a sé, lei era alta, ma non abbastanza rispetto al metro e novanta di mio padre, e come una bambina allacciò le gambe alla sua vita nascondendo il viso contro il suo petto mentre lui le carezzava la schiena con una mano e con l’altra le accarezzava il capo, mentre lei era scossa dai singhiozzi.

Mi voltai verso mia madre allibita e la vidi imbarazzata ancora con la mano tesa fino a dove un momento prima c’era stato mio padre, lo sguardo ferito e imbarazzato mentre cercava di nascondere il subbuglio che doveva sentire all’idea che il ragazzo che amava l’aveva lasciata da sola per accorrere in aiuto di un altra ragazza. La vidi abbandonare la sua mano mollemente al fianco mentre sorrideva cortese agli altri che la salutavano.

Mio padre non pareva essersi accorto del disagio che aveva creato. Mentre continuava ad abbracciare Theia Malfoy.

— Cosa ti avevo detto? — lo sentii dire — Ti avevo detto che non prometteva nulla di buono. — la bionda scosse la sua testa contro il suo petto.

— Nessuno di voi ha pensato di farle una cioccolata calda? — domandò rivolto ai suoi parenti che scostarono lo sguardo a disagio; Nonna Molly lo osservava pronta a rimproverarlo con le mani strette a pugno sui fianchi.

— Nonna — disse — per favore, con panna e cannella. — le ricordò dolcemente. La donna gli lanciò un’occhiata eloquente sparendo nella cucina. Intanto la bionda sembrava aver smesso di singhiozzare e lentamente slacciò le gambe dalla sua vita e mio padre la posò a terra, continuando però ad abbracciarla.

— Ciao — mi voltai di scatto, trovandomi di fronte il viso di mia madre, che mi sorrideva.

— Ciao — esalai, sorridendole.

— Io sono Claire, tu sei? — domandò porgendomi la mano.

— Lucy — replicai — Lucy Fleming. — dissi prendendo la sua mano nella mia.

— Oh che coincidenza, mia sorella si chiama Lucy — affermò facendomi scappare un battito: mi avevano dato lo stesso nome di mia zia, realizzai.

— Davvero? — la voce mi uscì più sibilante di quanto non volessi e lei mi osservò incuriosita.

— È proprio una coincidenza meravigliosa — esclamai e lei mi osservò stranita, mi morsi la lingua, maledicendomi.

— Beh intendo dire che è meraviglioso che tu abbia una sorella — dissi — io sono figlia unica e ho sempre sentito la mancanza di un fratello o una sorella.

— Oh. Come mai non hai fratelli o sorelle? — mi domandò sedendosi al mio fianco.

— Mia madre… morì quando ero molto piccola, mio padre l’amava così tanto che non riuscì mai a risposarsi. — raccontai, lanciando uno sguardo discreto nella direzione di mio padre, adesso la bionda si era allontanata leggermente da lui, ma lui la teneva ancora per le braccia.

— Io lo ammazzo! — raramente avevo sentito tanta rabbia e tanto odio nella voce di mio padre, abbastanza da farmi correre un brivido lungo la schiena, mi voltai apertamente verso la scena. Theia si era seduta nuovamente nella poltrona, mio padre era in piedi le braccia tese le mani strette a pugno tanto che le nocche erano diventate bianche, Draco Malfoy di lato annuiva completamente d’accordo.

— Non se lo faccio fuori io, prima — replicò Scorpius evidentemente d’accordo con mio padre sulla questione.

— Non gli farete nulla! — esclamò Theia, gli occhi che saettavano tra i due ragazzi — Dico sul serio, Scorp, nulla! — questa volta appariva di più come un ordine e vidi Scorpius mettere su il muso e incrociare la braccia al petto come un bambino imbronciato; mio padre, d’altra parte non si sarebbe fatto convincere facilmente.

James —pregò con un’occhiata eloquente la bionda, ma mio padre era troppo furente per sentir ragioni, camminava avanti e indietro davanti alla poltrona scuotendo la testa.

— Non capisci, Theia! Ti ha mentito, ti ha rubato il lavoro, ti ha tradita e spezzato il cuore! Non ho nessuna intenzione di permettergli di passarla liscia! — esclamò come se fosse stato commesso il peggior peccato del mondo.

— James, per favore. — pregò la bionda — non voglio ricorrere alla forza. Voglio dimostrargli che lui e i suoi studi rivoluzionari sull’utilizzo degli Avvicini nella medicina odierna posso andarsi a far fottere, voglio soffiargli da sotto il naso tutti i possibili investitori! E voglio farlo ad armi pari! — esclamò, facendo annuire Hermione alle sue spalle che le posò una mano sul capo in segno di appoggio.

Mio padre boccheggiò, sembrava voler dire qualcosa ma rimase in silenzio. Theia gli lanciò un’occhiata di supplica e lo vidi cedere lentamente.

— Va bene — annuì controvoglia, stupendomi perché mai lo avevo visto cedere in una discussione — Ma se lo vedo un bel pugno in faccia non glielo toglie nessuno. — promise schioccando la lingua minaccioso. Theia annuì grata, mentre Nonna Molly le portava la sua  cioccolata calda.

— Grazie.

— Non ringraziarmi ancora, potrei cambiare idea. — replicò lui prima di lasciarsi cadere seduto di fianco a mia madre baciandole la fronte e poi le labbra: — Scusa, tesoro — lo sentii dire — È che…

— Lo so — lo interruppe lei — È come una sorella, lo capisco, James. Sono solo stupita che ti abbia convinto. — chiosò prendendo una sua mano tra le sue e intrecciando le loro dita.

Sorrisi di fronte a quel gesto, prima che anche lui si presentasse e mi dovessi trattenere dal buttarmi al suo collo e piangere come una bambina.

Era incredibile come la presenza di mio padre, per quanto non fosse ancora l’uomo, l’eroe che avevo conosciuto per tutta la mia vita, mi mettesse a mio agio e mi facesse sentire amata e a casa.

Poco prima di mangiare arrivarono gli ultimi due ritardatari: Willow Malfoy e Hugo Weasley. Willow aveva la stessa età di mia madre e giocava per le Arpie mentre Hugo l’era passata a prendere dopo un allenamento.

Willow sprizzava gioia e vitalità da tutti i pori: tra i tre Malfoy era quella che aveva ereditato i capelli color caramello della madre, ma aveva le fattezze del padre, il suo viso ovale e i suoi occhi grigi, sebbene avesse preso la figura minuta di Hermione.

La vidi lanciarsi addosso al padre come se si stesse tuffando mentre gli baciava la guancia, era evidentemente una cocca di papà, realizzai.

— Ma come! — esclamò quando vide James seduto accanto a Claire in un angolo mentre si sussurravano parole dolci — Mi deludi, Potter! Avevo scommesso che a quest’ora Marc Bellamy fosse già finito al San Mungo, ero convinta che te ne saresti occupato tu, così non ci avrei dovuto pensare io! — replicò guardandolo orripilata, mio padre alzò gli occhi al cielo divertito.

— Paga, Malfoy! — latrò Hugo Weasley con il pugno in aria vittorioso — Theia lo convince sempre. — vide Willow abbandonare, tristemente, cinquanta galeoni nella mano aperta del ragazzo con capelli di un biondo rame brillante che si andò a sedere di fianco a sua sorella Rose e a sua madre Luna.

— Stupido biondastro — borbottò Willow sedendosi nel posto libero accanto a Roxanne e facendole l’occhiolino, prima di baciarla all’angolo della bocca.

— Com’è andata allenamento? — domandò la Weasley sorridendo affettuosamente alla Malfoy che si scrollò nelle spalle: — Sto morendo di fame! — fu tutta la sua risposta mentre la abbracciava.

Non avevo mai capito che la sorella più piccola di Scorpius fosse lesbica, non che fosse un problema, semplicemente mi sorprese, mi voltai verso Hermione e Draco e vidi lui che si passava una mano sul volto borbottando: — Potter e Weasley, davvero la mia progenie non ha gusto. — trovai adorabile il modo in cui Hermione gli strinse una mano baciandogliela e consolando il povero marito disperato.

Finimmo di mangiare alle due di pomeriggio.

Non avevo mai visto tanto cibo tutto in una volta.

Né avevo mai visto la mia famiglia sorridere tanto e ne fui felice.

— Ciao tu devi essere Lucy! Io sono Willow! — esclamò la più giovane dei Malfoy sedendosi praticamente in braccio a me con un ghigno sul viso che metteva inquietudine.

— Sì, io sono Lucy — replicai, sorridendole imbarazzata e lanciando uno sguardo terrorizzato verso Roxanne, che però non pareva in vista.

— Sei molto carina — mi disse, ammiccando — non fossi già una donna impegnata…

— Roxanne! — arrivò la chiamata annoiata di Scorpius Malfoy in mio soccorso — la tua fidanzata sta mettendo a disagio la nostra ospite!

— È tua sorella, biondo! Fa qualcosa — arrivò la secca risposta della ragazza, che pareva però divertita.

— Non ho nessuna intenzione di essere schiantato nella prossima settimana come l’ultima volta, è la tua ragazza è una tua responsabilità — fu la risposta maligna del biondo che ghignò nella mia direzione.

— Ci siamo già viste da qualche parte? — domandò Willow, ignorando fratello e fidanzata che bisticciavano su chi dovesse salvarmi, inclinando la testa di lato incuriosita — hai un viso famigliare.

— Io… ho solo una di quelle facce — dissi, arrossendo imbarazzata fino alla punta delle orecchie — Non credo che possiamo esserci già conosciute. — chiosai.

— Probabilmente mi confondo. — si scrollò nelle spalle lei — ricorderei un bel visino come il tuo se l’avessi già visto.

Questa volta la voce divertita era quella di Hermione: — Draco! Tua figlia sta terrorizzando la nuova arrivata! Fà qualcosa. — chiamò.

— Perché è sempre mia figlia quando terrorizza la gente? — arrivò la risposta annoiata del biondo.

— Perché ha preso da te. — fu la secca e disarmante risposta — io non ho mai provato gusto nel terrorizzare le persone.

— Ma se era il tuo passatempo preferito terrorizzare me — replicò l’uomo, inarcando un sopracciglio e stupendomi — Non so come sia sopravvissuto in una anno nella stessa Sala Comune con te.

— Continuavi a girarci intorno, tesoro, avrò pur dovuto fare qualcosa per provocarti a vuotare il sacco. — fu la nuovamente disarmante risposta della donna, in quel momento capii che Willow assomigliava più a lei che a suo padre.

— Oh certo e terrorizzarmi finché non avessi vuotato il sacco era la soluzione, vero, amore?

Hermione ridacchiò.

—Eppure giuro di aver già visto queste labbrucce tenere… — fece Willow accarezzandomi il viso, arrossii ancora di più, indecisa se schiantarla o no.

Mio padre e mia madre erano di lato e ridacchiavano tra loro, Theia Malfoy poco distante osservava la scena divertita scuotendo la testa all’atteggiamento della sorella.

— Roxanne… la farà morire dall’imbarazzo, la povera creatura! — chiamò allora Draco, risolvendosi nel chiamare la fidanzata della figlia.

Finalmente Roxanne pensò che avevo subito abbastanza e giunse in mio soccorso.

— Willow — chiamò con voce tuonante, la ragazza voltò immediatamente il viso verso di lei.

— Tesoro?

— Vieni con me per favore — ordinò serafica, la mora si tolse da di dosso a me e si diresse come un cagnolino dalla fidanzata.

— Cosa avevamo detto sul terrorizzare gli sconosciuti?

— Che non si fa — chiosò Willow apparendo contrita — ma a mia difesa, credo di averla già vista da qualche parte, perché ha un viso famigliare.

Roxanne mi studiò per un attimo: — Ha solo il naso alla francese come James, Willow — replicò secca — Non la puoi conoscere.

— Non avevo neanche fatto caso al suo naso. — borbottò lei.

— Willow.

— Va bene! — esclamò quella, si voltò nella mia direzione: — Mi dispiace, non volevo metterti in imbarazzo.

— Non ci pensare — sorrisi, facendole gesto di non preoccuparsi.

— Però è vero — se ne uscì zia Lily studiandomi attentamente — Scorpius, non trovi che abbia lo stesso ovale di tua nonna, Narcissa? — mi gelai sul posto.

— Non credo, Lily — replicò lui, osservandomi — Non mi pare, Theia? — la bionda si scrollò nelle spalle.

— Credo che tu ora stia vendendo le somiglianze dove non ci sono, tesoro — fece Ginny con un sorriso tirato, così simile ai sorrisi che faceva di tanto in tanto mio padre — In fondo tutti ci assomigliamo un po’. — corse in mio aiuto mia madre, sorridendomi.

Ricambiai il sorriso, ma non riuscii a scuotere lo sguardo indagatore di Draco Malfoy dal mio viso.

— Se è per questo le sue labbra sono uguali a quelle di Claire — fece Lily, e sorrisi ancora di più all’idea che se ne fosse accorta e avrei voluto urlare: certo! Sono sua figlia!, ma mi morsi l’interno della guancia per trattenermi.

— Oh sto dando di matto, credo abbiate ragione voi — fece sconfitta Lily lasciandosi cadere sul divano a occhi chiusi.

Sorrisi. No zia, non stai dando di matto.


Eccoci col primo vero capitolo. Ed ecco quindi i nostri personaggi che arrivano a farsi vedere: James, Albus e Lily. Scorpius, Theia e Willow, che ne pensate della nostra Willow? E della madre di Lucy, Claire? 
E della dinamica tra i personaggi?
Fatemi sapere, ci saranno tante sorprese proseguendo :)
alla prossima ~ G.

   
 
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