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Autore: Hermy1994    15/06/2009    6 recensioni
Avviso: storia in revisione!
[Come potevo continuare a guardarlo così?
Come facevo ad avere le gambe tremanti solo all'idea di stargli vicino?
Perchè, per me, esisteva solo lui e nessun'altro?
Tante domande ed una sola -sfortunata- risposta.
Ero innamorata, questa volta sul serio. E di chi?
Di quell'idiota e arrogante conosciuto più comunemente con il nome di Daniele Granieri.]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Note  dell'autrice: Eccomi qua con il nuovo capitolo al quale tengo particolarmente.
Ringrazio tutti voi per il massiccio sostegno che mi dimostrate e, sperando che anche questo capitolo vi piaccia, vi auguro buona lettura!



Capitolo III





*Water...again*



"Tu continua ad odiarmi, solo allora comincerò ad amarti"

***




Driin, driin! Driin, driin!
Un leggero movimento sotto le soffici coperte.
Una ragazza che sbuffa.
Driin, driin!
La sveglia, lo strumento più odiato al mondo, che suona.
Driin, driin! Driin, driin!
Delle coperte che vengono gettate a terra.
Un braccio fuori dal letto.
Una sveglia che viene lanciata contro il muro.
-
Che palle!- mormorò Sara mentre si alzava in piedi con il segno del cuscino stampato sul viso.
Sospirò tragicamente mentre si dirigeva verso il muro e, raccoglieva la sveglia da terra per poi rimetterla sul comodino accanto al letto.
Per fortuna che era rivestita di gomma.
La Signora Sparvieri era alquanto stufa di comprare in continuazione delle nuove sveglie visto che la figlia aveva l'innata propensione a lanciarle un po ovunque.
Ancora mezza assonnata, la ragazza si avviò verso il bagno per prepararsi per una nuova giornata scolastica. Si fece una lunga doccia e, dopo essersi asciugata i lunghi capelli biondi, indossò frettolosamente una gonna nera, le amate converse e una semplice maglietta bianca.
- Tesoro! Muoviti o perderai l'autobus!- le urlò sua madre dalle scale mentre legava i capelli in una coda alta e metteva un po di fondotinta sul viso.
- Arrivo- urlò in risposta per poi afferrare i libri di scuola e metterli all'interno dello zaino, lasciando fuori solo quello di Storia. Durante il tragitto dell'autobus avrebbe dovuto ripassare visto che la professoressa aveva annunciato la sua idea di torturare la classe con qualche domanda.
Scese al piano di sotto e, arrivata in cucina, esclamò "Buongiorno" ai suoi genitori mentre afferrava una fetta biscottata e se la metteva tra le labbra. Guardò sua madre che in quel momento stava bevendo il caffè appoggiata al bancone.
Non aveva alcuna intenzione di accennare al perfido scherzetto della sera precedente perché, ne era certa, quella donna non aspettava altro.
Aveva impiegato tre ore e mezza a riempire d'acqua quelle maledette bottigliette e, quando aveva finito, con le braccia completamente doloranti le aveva portate nella cantina. Aveva fatto su e giù per le scale almeno trenta volte e poi si era gettata sul letto imprecando contro tutti e chiunque.
Iniziava decisamente a provare una strana repulsione nei confronti di tutte le bottigliette d'acqua.
Sua madre aveva un sorrisetto in faccia, come se avesse percepito i suoi pensieri. La ragazza si voltò allora verso suo padre che sembrava totalmente all'oscuro dei fatti mentre leggeva tranquillamente il giornale.
- Papà avrei bisogno dei soldi per pagare l'ultima rata per il viaggio con la scuola-
- Perché, quando avete bisogno di soldi, voi figli vi rivolgete sempre ai papà?- le chiese lui con un sorriso a metà tra l'irritazione e il divertimento senza staccare mai gli occhi dal giornale.
Le donne di casa risero contemporaneamente.
- Tesoro. Sei l'uomo di casa, è naturale che tu debba provvedere a tutto.- gli disse la moglie accarezzandogli lievemente la spalla.
Il signor Sparvieri grugnì sfacciatamente mentre tirava fuori delle banconote e li dava a sua figlia.
- Cerca di non perderli perché non te li ridò-.
- Ok, capo! Ora scappo che devo ripassare. Ci vediamo stasera!- esclamò Sara dando un bacio sulla guancia ad entrambi per poi mettersi lo zaino in spalla e raggiungere la porta di casa.
- Almeno un grazie non mi dispiacerebbe!- urlò l'uomo dalla cucina mentre lei stava quasi per uscire.
- E' il tuo dovere papi!- esclamò lei ridendo mentre chiudeva la porta dietro di se. Poteva ancora sentire la voce di suo padre che iniziava a borbottare "Piccola insolente. Ma proprio da tua madre dovevi riprendere il carattere?".
Sara rise sfacciatamente uscendo in strada e, cercando di ignorare le urla di sua madre che risentita stava esclamando " Tu.Stasera.Divano."
Raggiunse la fermata dell'autobus e iniziò a pensare all'evento più atteso da parte degli studenti della classe quarta e quinta, il viaggio a Parigi. Non ci era mai stata e, non vedeva l'ora di vederla.
Certo, probabilmente avrebbe dovuto sopportare per tutti e cinque i giorni le angherie di Granieri ma, decise subito di scartare quel detestabile pensiero per non rovinarsi la mattinata.
Quando riuscì a salire sull'autobus si dedicò completamente alla Storia. Era brava in quella materia ma la professoressa tendeva spesso a fare domande molto più complicate rispetto al previsto con parole troppo forbite che nessuno riusciva a capire. Molti erano gli studenti che si erano beccati un "impreparato" soltanto perché non avevano compreso le domande visto che la professoressa aveva usato termini come "artatamente" "azzimato" "cachettico". Parole che, anche lei che aveva la media del nove, ancora non conosceva. Quindi era leggermente in ansia.
Arrivata presso l'edificio scolastico andò in Segreteria e pagò la rata per il viaggio che si avvicinava sempre di più. Mancavano solo due settimane e, molti studenti, era in uno status di totale fermento.
Salutò poi qualche faccia che conosceva e, al suono della campanella, entrò in classe trovando Giorgia già al loro banco. Possibile che non riuscisse mai a batterla nella puntualità?
Passarono le successive tre ore tra filosofia e letteratura italiana. Uno spasso assoluto insomma.
Durante le due ore di filosofia, Sara rimase muta come una tomba considerando chi la insegnava: l'amatissima preside Palombo. Prese appunti senza alzare mai lo sguardo temendo che, se avesse solo osato guardarla, quella le avrebbe allungato la punizione che iniziava proprio quel giorno.
Sperava anche di non incontrare Granieri perché, se solo si fosse azzardato a farle un solo riferimento alla sua punizione, non sapeva come avrebbe reagito.
Dopo aver ascoltato di Socrate e di Manzoni, finalmente arrivò l'ora della ricreazione e, tutti gli studenti poterono dare sfogo alla loro parlantina.
Sara e Giorgia uscirono dall'aula e, parlando del più e del meno, raggiunsero il bar che si trovava fuori dai cancelli della scuola nel quale avevano preso ormai l'abitudine di andare da qualche anno.
-Buongiorno Cesare!- esclamarono in coro al simpatico proprietario che aveva disponibili per loro sempre calorosi sorrisi e, a volte qualche panino gratis.
- Ehilà ragazze! La vostra merenda è già pronta. Tenete!- annunciò lui porgendo loro due mega-giganti panini incartati che, le ragazze iniziarono subito a mangiare sedendosi su due sgabelli.
- Allora sei pronta per storia?- domandò Sara masticando.
- Se almeno chiudessi la bocca e mi eviteresti il rivoltante spettacolo del tuo cibo, potrei anche risponderti- le disse Giorgia schifata e, avendo come risposta una bella bocca spalancata.
-Dai, smettila!- esclamò la riccia chiudendo gli occhi con forza tra le risate dell'amica. - Comunque, non lo sai?-
- Che cosa?-
- La figlia di quella di Storia si sposa oggi, quindi abbiamo un'ora libera!- esclamò Giorgia soddisfatta e gongolante.
- Davvero? Non mi stai prendendo per il sedere vero?- domandò la bionda sospettosa.
- Ti sembro il tipo che scherza riguardo a una materia in cui avrei preso sicuramente un bel quattro?- le rispose l'amica alzando il sopracciglio destro.
Sara ghignò sfacciatamente e, tenendo il panino con i soli denti, iniziò a battere le mani esaltata.
- Si lo so, sono sempre una portatrice di buone novelle. Ma forse è il caso che usi le mani con quel panino, non vorrei che ti cadesse sui vestiti. Sembri una deficiente- disse Giorgia guardandola sorridendo. Sara obbedì e, quando finirono il panino, salutarono Cesare mentre uscivano dal bar.
- E comunque...-iniziò a dire la riccia stando davanti a Sara - ... i vestiti che ho comprato ieri sono f a v o l o s i ...- disse gesticolando soddisfatta mentre apriva la porta. - Quello celeste è uno schianto, non vedo l'ora di indos....ma cosa!?-.
Sara alzò di scatto lo sguardo sentendo quell'esclamazione e, guardò perplessa l'amica che finiva addosso a un ragazzo.
Un ragazzo con i capelli neri, un fisico atletico e dei teneri occhi blu: Guido Mastronardi.
- Scusa, ti ho fatto male?- domandò lui mettendole le mani sulle braccia per non farle perdere l'equilibrio.
-No, no! Anzi...- esclamò lei arrossendo improvvisamente come un peperone.
Sara si coprì le labbra con le mani per nascondere una risata mentre Guido sorrise gentilmente alla sua amica lasciandola andare.
- Ciao Guido, come stai?- domandò la bionda avvicinandosi a loro.
- Tutto bene, grazie. Stavo giusto venendo a comprare le sigarette prima che suonasse.-
- Se vuoi ti aspettiamo...- disse Giorgia velocemente e impacciata . In presenza del ragazzo non riusciva mai a tapparsi la bocca!
-Ok, ci metto tre secondi...- disse il ragazzo scomparendo rapidamente nel bar mentre Sara osservava con un sopracciglio alzato l'amica.
- "Anzi"? - domandò scettica - le sue possenti braccia ti piacciono così tanto?-
Giorgia si coprì la faccia con le mani imbarazzatissima - Ti prego, uccidimi.-
Sara rise ma non poté risponderle visto che il ragazzo stava già tornando. All'anima dei tre secondi!
- Andiamo?- disse lui rivolgendosi direttamente a Giorgia che annuì mentre si avviavano verso il cancello della scuola.
Dopo alcuni istanti di silenzio imbarazzante, Guido chiese cortesemente - Allora, venite a Parigi?-
-Ovvio...non mi perderei mai la capitale della moda!- esclamò Giorgia.
-Ovvio...non mi perderei mai la capitale dell'amore!- disse contemporaneamente Sara.
Il ragazzo rise sfacciatamente alla loro duplice risposta - Bé...io la vedo come la capitale della Belle Epoque...-
Tutti e tre ridacchiarono mentre sorpassavano il cancello.
- Guarda, guarda...amico mio, dovresti migliorare le tue compagnie.- disse una voce fintamente divertita dietro di loro.
Guido si voltò verso Daniele e, impassibile, dichiarò - vuoi aggiungerti a noi?-.
Il ragazzo lo squadrò con un espressione squisitamente disgustata poi, fece un leggero cenno con il capo nella direzione di Giorgia come per salutarla e, guardò infine Sara. La ragazza lo osservava immobile, come in attesa di partire all'attacco.
- Sparvieri- le disse lui svogliatamente guardandola con quei profondi occhi azzurri.
- Granieri.-  annunciò la ragazza per rispondere al suo saluto stranamente quasi civile anche se era perfettamente evidente il tono riluttante. - Che c'è? Ti senti solo e vuoi farci compagnia?-.
- Ti piacerebbe bionda? Vorresti che ti fossi sempre vicino?- rispose lui prontamente con il solito ghigno.
- Ma vattene al diavolo! Solo una povera ubriaca ti vorrebbe accanto - esclamò lei riprendendo a camminare e, cercando di ignorarlo.
Doveva solo raggiungere la classe e, sarebbe andato tutto bene.
Ma il ragazzo iniziò subito a camminarle dietro - Come mai ieri al centro commerciale non hai finito la tua cioccolata? Ti avevo fatto venire le farfalle nello stomaco?- domandò canzonatorio.
Cavolo non gli sfuggiva niente!
- L'unica reazione che il mio stomaco ha quando ti vedo è un'improvvisa voglia di vomitare per lo schifo che ho davanti.- disse Sara riuscendo a mantenere stranamente la calma mentre sentiva il lieve brusio di Giorgia e Guido che, chissà di cosa stavano parlando.
Ormai stavano camminando nel lungo corridoio e, le mancava pochissimo per raggiungere la classe e per liberarsi della presenza di Granieri. Solo qualche passo e avrebbe raggiunto la serenità.
- Oh, così mi offendi profondamente!- esclamò lui portandosi diverto una mano sul cuore - Ma dimmi...- continuò poi afferrandole improvvisamente il braccio e, facendola voltare verso di lui sotto lo sguardo degli altri studenti -...tutta questa irritazione che cerchi di nascondere è perché non vedi l'ora di pulire la classe alla fine delle lezioni?- disse perfidamente.
Sara, immediatamente, gli puntò addosso lo sguardo. Fino a un attimo prima aveva tenuto gli occhi rivolti verso gli altri studenti, fingendo disinteresse di fronte al ragazzo che le teneva il braccio e di fronte a tutti quei ragazzi che sembravano in attesa dello scoppio di una bomba.
Bomba che effettivamente scoppiò visto che Daniele Granieri aveva toccato un tasto alquanto dolente.
Aveva davvero cercato di ignorarlo ma lui aveva attaccato come una volpe astuta mettendo al centro della scena il punto debole della ragazza: l'orgoglio.
- Come osi!- esclamò lei inviperita e irrigidendosi subito. Sembrava una delle tre Erinni e, nella sua testa c'era un'unica e agognata parola: vendetta.
Con le guance diventate rossissime e con uno strano luccichio negli occhi si guardò intorno in cerca di qualcosa. Ma cosa?
Proprio in quel momento un ragazzino del secondo anno stava passando tranquillamente con una bottiglietta d'acqua tra le mani che, prontamente, la ragazza afferrò aggressiva - Scusa, te la ricompro!-. Il povero ragazzo la guardò con gli occhi spalancati ma, ebbe il buonsenso di filarsela sotto quello sguardo omicida.
Sara, si liberò con forza dalla stretta di Daniele e, lo guardò minacciosa.
Ma proprio una bottiglietta d'acqua le doveva capitare? pensò mentre con un piccolo movimento della mano svitava il tappo davanti all'espressione vigile del biondo.
- Non ti azzardare.- le disse minaccioso, capendo subito le sue intenzioni.
- Tranquillo, questa volta non cercherò di sfigurare il tuo bel faccino.- annunciò lei innocentemente.
-Ti avverto, prova solo a....- cominciò lui ma non poté continuare visto che un getto d'acqua lo colpì in faccia e sul petto.
Improvvisamente, per tutto il corridoio, calò un totale silenzio mentre Sara sorrideva trionfante buttando la bottiglietta in un cestino lì accanto. Sentiva perfettamente dietro di se l'esclamazione sorpresa di Giorgia mentre tornava a voltarsi in direzione dello Squalo.
Aveva il viso livido per la rabbia e, le braccia gli tremavano come se cercasse di mantenere il controllo ormai perso. Se doveva essere sincera, Sara non l'aveva mai visto così collerico.
Con un gesto stranamente calmo, il ragazzo posò una mano sulla propria guancia per togliere alcune goccioline d'acqua poi, la guardò negli occhi.
- Questo, è proprio ciò che non dovevi fare.- disse facendo un passo nella sua direzione.
Sarà avvertì subito che c'era qualcosa di diverso rispetto ai loro precedenti battibecchi e, ne fu consapevole quando sentì la voce di Guido che diceva un semplice " Oh, oh. Ora sono guai." come se la ragazza avesse combinato qualcosa di irreparabile.
Gli occhi di Granieri erano ridotti a due fessure mentre le veniva incontro come se volesse sbranarla e, Sara inconsapevolmente indietreggiò.
- Che c'è? Ora vuoi scappare?- le chiese lui furibondo percependo il suo lieve movimento.
- Io non scappo da nessuno, tanto meno da te.- gli rispose la ragazza fiera.
- E fai male.- disse lui. E scattò in avanti come un lupo provando ad acchiapparla.
Sara, senza rendersene conto,indietreggiò ancora e gli voltò le spalle correndo verso le scale e cercando di distanziarlo il più possibile.
Ma, il ragazzo, non era certo il tipo di persona che demordeva tanto facilmente e, con agilità, la seguì lasciando dietro di se una miriade di studenti scioccati.
-Sparvieri!- urlò collerico mentre la avvicinava ma la ragazza davanti a lui aumentò di velocità e, scese rapidamente le scale con uno squittio sorpreso.
- Lasciami in pace!- Urlò ansimando senza accennare a fermarsi.
-Mai.- annunciò lui scattando ancora di più e riuscendo a diminuire la distanza. Con un rapido balzo allungò le mani per afferrarla ma riuscì ad acchiappare solo l'aria dato che, all'ultimo secondo, lei aveva improvvisamente svoltato.
- Quell'acqua...Te.La.Meritavi.- esclamò ancora lei tra un respiro e l'altro.
-Tu credi?- le disse lui tranquillo mentre deciso accelerava il passo. Il tempo dei giochi era finito.
Con un rapido movimento la raggiunse e strinse un suo braccio. Tra le sue urla la prese per i fianchi e, con agilità se la caricò su una spalla.
- Che cazzo fai coglione?- strillò lei trovandosi improvvisamente a testa in giù rivolta verso la sua schiena e con una presa salda attorno alle cosce.
- Che linguaggio volgare per una giovane donzella- le disse semplicemente lui iniziando a scendere per altre scale.
- Vaffanculo!- esclamò la ragazza dandogli dei pugni sulla schiena.
- E' ora che qualcuno ti insegni l'educazione.- rispose Granieri stringendole forte le cosce e facendole scappare un gemito di dolore.
-Lasciami.- gli ordinò lei incavolata provando a divincolarsi.
- Facciamo un resoconto della situazione invece. Ho la maglietta e i capelli bagnati dato che tu hai osato lanciarmi addosso l'acqua di fronte a tutta la scuola. E' giusto che ricambi il favore.-
Lei, in risposta, continuò a dargli dei forti pugni - Fammi scendere stronzo!-
- Mi hai appena colpito il sedere? Non ti facevo così perversa.- annunciò lui sarcastico.
Sara arrossì imbarazzata e bloccò la scarica di pugni improvvisamente -Cosa vuoi fare?-
- Abbi pazienza e lo vedrai.- fu la sua laconica risposta mentre raggiungeva la porta della palestra.
Ma dov'erano i professori quando servivano?
Tra i continui sbuffi dalla sua preda, lo Squalo entrò in uno dei tanti spogliatoi facendo sgranare gli occhi alla ragazza che, a quel punto, capì le sue intenzioni.
-Oh, non ci provare nemmeno lurido parassita!- esclamò con lampi di odio negli occhi e, ricominciando a divincolarsi ancora più ferocemente.
Lui, non le rispose nemmeno mentre raggiungeva una doccia.
- Cazzo, lasciami andare!-
Daniele la fece scendere velocemente e la sbatté contro il muro aprendo con una mano l'acqua e allontanandosi da lei bloccandole l'uscita.
L'acqua la colpì con un forte getto sui capelli mentre provava a fare un passo in avanti per poi venire subito spinta dentro dal ragazzo che iniziava a ridere.
- Ma sei proprio un cretino!- esclamò lei con il volto totalmente bagnato e, con i vestiti che le si stavano appiccicando alla pelle. Provò nuovamente ad allontanarsi dal getto dell'acqua ma...niente. Lui prontamente la rispingeva sotto.
Daniele Granieri rideva come un pazzo mentre demoliva ogni suo tentativo di uscire dalla doccia e, questo la faceva letteralmente incazzare.
- Ma che pulcino bagnato che abbiamo qui...- disse lui divertito.
Sara lo fulminò con un'occhiataccia e, fece nuovamente un passo verso il ragazzo che prontamente allungò la mano per bloccarla. Quello fu il suo errore.
La ragazza infatti, lo afferrò per il braccio e, lo tirò verso di se rendendolo vittima della sua stessa idea.
- Un altro pulcino bagnato, eh?- domandò sarcastica lei spingendo la sua testa sotto l'acqua.
Daniele era livido. Merda l'aveva fregato di nuovo!
La strinse forte per i fianchi con l'intenzione di allontanarla ma, ciò che toccò lo immobilizzò per un attimo. Perché sotto le sue mani sentiva la pelle della ragazza; scoperta a causa della maglietta che si era lievemente alzata durante la loro lotta.
Bagnata, morbida, da accarezzare.
Osservò la ragazza che sussultò improvvisamente e abbassò lo sguardo. Le sue grandi mani  contornavano i suoi fianchi con una presa che lievemente si addolcì.
Inconsapevolmente mosse le mani e le fece andare dietro la schiena, alzando ancora di più la maglietta bianca che ormai totalmente bagnata, gli permetteva di avere una completa visione del reggiseno grigio di pizzo. Daniele deglutì rumorosamente.
Ma cosa diamine stava facendo?
Sara si riscosse dall'immobilità che l'aveva dominata e, tentò di allontanarsi mettendogli le mani sul petto e spingendolo lontano ma, l'acqua ai loro piedi la fece scivolare e barcollare pericolosamente. Il ragazzo allora la strinse ancora più forte appoggiandosi al muro per non cadere anche lui e, ritrovandosela completamente tra le braccia.
Contemporaneamente, alzarono entrambi lo sguardo. Sara lo guardava con gli occhi spalancati  mentre lui la osservava quasi spaesato. Daniele abbassò di nuovo lo sguardo verso le mani che lei teneva ancora sul petto. La ragazza voleva - doveva- ritirarle ma, era letteralmente paralizzata. Anzi quando lui iniziò a fare delle brevi carezze sulla sua schiena nuda, strinse ancora più forte il tessuto.
Daniele, mosse lievemente una mano e lentamente la fece scendere verso il basso. Leggera come una piuma quella discese verso le natiche e si fermò all'altezza dell'orlo della gonna.
Il ragazzo continuò a guardarla intensamente mentre accarezzava la coscia con movimenti circolari che portarono Sara a fare dei respiri sempre più corti. Poi, improvvisamente, le mani di lui si staccarono e le afferrarono rudemente il sedere.
Sarà ansimò inconsapevolmente mentre lui la tirava ancora più vicino con un roco gemito poi, come se si fosse ripresa dalla trance in cui era sprofondata, spalancò gli occhi e con forza si divincolò.
Daniele la lasciò subito andare mentre la guardava sistemarsi la maglietta e la gonna coprendo la poca pelle visibile. Che cazzo gli era preso?
Sbuffò silenziosamente mentre chiudeva la doccia e, usciva fuori da quello spazio ristretto; si avvicinò a una panca e afferrò l'unico asciugamano presente sentendo il respiro di lei che iniziava a calmarsi.
Sara era rimasta in piedi non sapendo dove guardare. Dio, Daniele Granieri l'aveva toccata e, nel suo sguardo aveva visto per un momento un guizzo di...desiderio?
Cavolo, neanche Lorenzo l'aveva mai toccata così!
Oddio, Lorenzo.
Come poteva stare con un ragazzo e farsi toccare da un'altro?
Chiuse improvvisamente gli occhi notando che la vista era leggermente annebbiata a causa delle lacrime che spingevano per uscire. Era una persona orribile.
Mestamente si avvicinò alla panchina in cerca di qualcosa con cui asciugarsi tentando di ignorare il ragazzo a pochi metri di distanza da lei.
-Tieni.- le disse semplicemente lui allungandole l'asciugamano che teneva tra le mani.
Quelle stesse mani che l'avevano accarezzata così sensualmente fino a pochi istanti prima.
- Grazie.- rispose sarcastica afferrando il tessuto ormai fradicio.
Granieri, stranamente, non le rifilò alcuna battutina delle sue mentre si aggiustava i disordinati capelli biondi. Il ragazzo, semplicemente sbuffò e, in totale silenzio raggiunse la porta.
- Aspetta!- esclamò Sara improvvisamente.
Lui lasciò la maniglia e, si voltò verso di lei - cosa c'è?- domando guardandola impassibile.
- Quello....che...è successo. Insomma..non...è niente,no?- gli chiese lei stranamente imbarazzata. Non le era mai successo di parlare con Granieri con quel tono insicuro.
Lo guardò tentando di mostrare un'assoluta calma e, cercando di evitare quelle maledette goccioline d'acqua che gli scorrevano lungo il viso e che, birichine, scendevano scomparendo sotto la maglietta. Una maglietta che nascondeva un petto muscoloso e possente che lei aveva sentito con le proprie mani.
-Certo che non è niente!- esclamò lui improvvisamente - Non voglio di certo avere nulla a che fare con te.- disse guardandola con totale disprezzo. - Anzi, mi stupisce perfino il fatto che tu ti sia lasciata toccare da me. Devo dedurre che ti piace tanto il tocco di qualsiasi ragazzo?-
Sara lo guardò sbigottita - Mi stai dando della puttana?- domandò con gli occhi quasi lucidi che il ragazzo non notò. Non aveva mai osato offenderla a tal punto.
- Precisamente- affermò lui tagliente aprendo la porta e, chiudendola rumorosamente dietro di se mentre usciva lasciando una ragazza che, per la prima volta nella sua vita, pianse per colpa di Daniele Granieri.



*




Quando, Giorgia Blasoni, guardò la sua migliore amica che tornava da chissà dove capì subito che c'era qualcosa che non andava. Sara, aveva gli occhi stranamente lucidi e indossava la tuta che usavano solo per fare ginnastica.
- Cosa è successo?- le chiese preoccupata avvicinandosi a lei.
-Niente- rispose Sara ma, la riccia sapeva che quando la ragazza diceva niente, in realtà era tutto.
-
Non mi prendere per il culo- esclamò infatti indispettita. - Perché hai pianto? Come mai non indossi più la gonna?-
- Credo che non indosserò mai più una gonna per tutta la vita...- fu la laconica risposta della bionda prima di narrare i fatti accaduti.
Giorgia Blasoni non aveva mai avuto niente contro il ragazzo più famoso della scuola. Certo, detestava certi suoi comportamenti ma, tra i due, non c'era mai stata quell'ostilità che faceva sorgere insulti e aspre battaglie. Entrambi avevano deciso silenziosamente di ignorarsi a vicenda senza provocare danni. Tuttavia quel giorno la ragazza, sempre buona e gentile con tutti, stava letteralmente decidendo di uccidere Daniele Granieri.
Nessuno, poteva permettersi di definire la sua amica come puttana e, riuscire a scamparla! Era completamente furiosa, e ciò lo si poteva dedurre dalle numerose imprecazioni e parolacce che tutti gli studenti della scuola la sentirono esclamare a gran voce al termine delle lezioni.
-Quel farabutto mentecatto....-
-
Giorgia, per favore smettila- la implorò Sara tra gli sguardi curiosi di numerosi ragazzi e ragazze che, stranamente, quel giorno non volevano andarsene da scuola.
- Coglione megalomane...-
-
Giorgia!-
- Lurida creatura di sesso maschile che ragiona con il pisello...-
-
Ora basta.- le ordinò Sara mentre raccoglieva i propri libri scocciata.
- Essere merdoso e indegno...-
Sarà sbuffò spazientita trucidando con un occhiataccia gli studenti che, improvvisamente scomparvero dalla classe.
-Sara cosa sta succedendo?- Domandò Guido passando davanti alla loro aula dopo aver sentito da un ragazzino che "La Blasoni era stata posseduta".
-
Non smette di imprecare contro Granieri.  Non riesco a placarla.- disse la ragazza scoraggiata.
- Figlio di puttana che deve andare all'inferno...- continuò Giorgia senza notarli mentre chiudeva lo zaino.
- Posso aiutarti io?- le domandò gentilmente Guido.
- Bastardo puttaniere...-
-
Ti prego si! Devo iniziare a pulire la classe. Prova a dirle qualche cosa tu, a me non dà retta.- lo implorò Sara mettendo la cartella sulla cattedra - Io intanto vado a prendere lo straccio e il secchio...-
- Stupido pennuto senza cervello...-
Guido, guardò stranito la riccia - Perfetto, a tra poco.- disse avvicinandosi a Giorgia.
Sara uscì dalla classe sperando che quel ragazzo riuscisse davvero a farla stare zitta e a farla andare via. Non voleva di certo rimanere in quel posto più del dovuto per colpa sua!
Ma cosa poteva inventarsi Guido? Quando Giorgia si accaniva su una cosa, niente riusciva a distoglierla dai propri pensieri.
Tuttavia fu costretta a ricredersi mentre sentiva scendere uno strano silenzio nell'aula.
 - Giorgia, ti va di uscire con me Sabato?-
Guido era davvero riuscito a zittirla.

***

  
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