The Gojyo’s life
1: Io sono…
Ci sono giorni in cui
tutto sembra andarti storto, momenti in cui il mondo sembra avercela con te,
attimi in cui le persone sembrano guardarti con diffidenza. Giorni, momenti,
attimi… a me è una vita che ogni cosa va nella direzione inversa a quella che
desidero, va indietro anziché avanti, e poi è logico che va a sbattere contro
un palo e ci vuole un bel carro attrezzi ed un cacciavite per far tornare tutto
come se nulla fosse successo.
Oggi è uno di quelli che
ha inserito la retromarcia e non ha lo specchietto
retrovisore.
Ha appena suonato il
campanello. Sento che qualcosa di sinistro sta per accedere,
qualcosa di oscuro ed inquietante; giuro a me stesso che non guarderò mai più
‘Ring’, ne letto il libro, ne il fumetto, ne visto il remake americano. Per
sette giorni ho staccato il telefono ed il televisore ed ho dormito con la luce
accesa… se quello che ho fatto si può chiamare dormire. Lo definirei più che
altro tentativo fallito.
Faccio
finta di niente e me ne sto a
scolarmi una birra spaparanzato sul divano, guardando a destra e a sinistra per
vedere se Sadako fosse venuta a farmi una visitina.
Il campanello suona di
nuovo con impazienza e più a lungo.
«Arrivo! » dico senza muovermi minimamente. Dopo un quarto
d’ora di pace e tranquillità ecco che si sento delle
voci fuori dalla porta. Sembrano due voci maschili, conosciute e non promettono
nulla di buono.
Dopo aver gridato per
l’ennesima volta che stavo arrivando, mi alzo, faccio la mia caduta trionfale
inciampando sull’angolo del tavolino davanti al divano, eseguo un tuffo
olimpionico, sbatto il mento sulla maniglia della porta che si apre. Mai
sfortuna più grande!
«Alla buon ora… » dice una voce
profonda e malevola che riconosco come quella di…
«Sanzo, qual vento di fogna ti porta qui insieme al tuo
animaletto favorito? » chiedo a scapito della mia incolumità, fisica mentale e
qualcos’altro. E quel qualcos’altro se ne va non
appena mi alzo ed il venerabile biondo mi mette un ginocchio tra i gingilli
lasciandomi mezzo morto e mezzo vivo ad accasciarmi con le mani al cavallo dei
pantaloni, la faccia blu ed il respiro mozzato.
«Chi sarebbe un animale? » mi chiede Goku, il più basso dei
due, ma che in questo momento mi sembra così alto…
Tra il dolore e la
scarsità d’ossigeno riesco a rispondere un soffocato
«Tu, stupida scimmia! »
«E perché sarei un animale? » mi
chiede allora nella sua totale… ‘ingenuità’? Però non
me la sento di lasciarlo nel suo dubbio amletico e poi potrei far accapponare
la pellaccia a mister ‘Fighetto’
qui davanti che sembra che questa parte di discussione l’abbia rapito…
intimorito…
«Allora… è meglio se ti chiarisco le idee… in parole povere,
semplici e schiette, non ho mai sentito nessuno, e ribadisco,
NESSUNO, lamentarsi in modo così rumoroso quando fa sesso! »
Goku,
che attendendo la mia risposta si era versato del te, quasi ingoia il
bicchiere, mentre il venerabile biondo stringe qualcosa all’interno della sua
giacca… chissà cosa e se devo preoccuparmi.
Sono abbastanza
soddisfatto, ma solo abbastanza, quindi continuo.
«Il tuo santino qui è così bravo che ti fa arrapare
anche in mezzo ad un corridoio? » memore di un’esperienza non proprio casta e privata da parte dei due che erano stati
sorpresi dall’intero condominio nonostante Goku avesse infilata la lingua di
Sanzo in bocca quella volta (e non solo per zittirlo).
Vedo con la coda
dell’occhio Sanzo che raggiunge una tonalità di rosso definita ‘Tonalità-Heidi’, mentre la scimmia, indietreggiando,
inciampa sull’angolo di tavolo dove ero inciampato prima
io, esegue anche lui un tuffo olimpionico e finisce faccia a terra.
Mi appresto a fare la
mia battuta finale, ma qualcosa cala sulla mia testa con la stessa intensità di
un incudine scagliata con forza da un palazzo di
dodici piani: molto, molto dolorosamente. Per la seconda volta nell’arco della giornata (e sono appena le dieci del mattino
di una domenica di ottobre piuttosto piovosa) sono mezzo morto e mezzo vivo.
Vedo Sanzo che recupera
la scimmia momentaneamente svenuta, ancora con la faccia a terra, caricarsela
sulle spalle e non mancare ovviamente di dargli una sfuggevole palpata
piuttosto in basso.
Escono dalla porta.
La scimmia si è
svegliata evidentemente dopo il botto prodotto dalla violenza con cui l’aveva
chiusa. Ed io sono ancora qui, con le mani sulla
testa. Sento che sta per uscire il lato nascosto di Sha Gojyo. Un lato nascosto
e terribile che si può chiamare lato del…
«Ahia…mi ha fatto la bua…!! »
… piagnone. E dire che non vorrei averlo questo lato nascosto, però
‘L’erba voglio non esiste nemmeno nel giardino del re’,
o qualcosa del genere.
Fuori
dalla
porta sta avvenendo qualcosa… non vorrei mai che le parole pronunciate prima
abbiano accesa una piccola scintilla nelle loro teste di… dai siamo educati!
Dopo un attimo non li
sento più, ma riesco ad udire dei passi pesanti e poco dopo una porta che si
chiude. È l’ora.
Esco dalla porta,
attraverso il corridoio e scendo le scale.
Davanti all’appartamento
dei due sento degli strani rumori… ora che sento un po’ di più, bhe, non sono
poi così strani, sono solo un po’… bhe, si è capito no?!
Decido seduta stante di vendicarmi. Il dolore alla testa è ancora grande,
ma tutto ha un prezzo ed io questo sono disposto a pagarlo, non so quello che
succederà dopo, ma non mi importa, l’importante è il presente
ahah! E poi qui siamo al
primo piano…
Sento il rumore di una
serratura che si apre. È Kogaiji, perfetto!
«Che succede? » mi chiede ed io
capisco che è tonto.
«Indovina? » gli rispondo e lui capisce al volo «Senti non è
che mi daresti una mano a fare…»
Gli dico il mio piano e
lui annuisce.
«Ammazza…
» dice Homura con le lacrime agli occhi: lui ha sempre avuto un debole per Goku
e, in questo momento, ha le lacrime che gli scendono copiose.
«Ammazza…»
conviene Kogaiji trovando il mio pieno appoggio. Adesso si spiegavano molte
cose.
«Non è educato… » dice
invece Hakkai con quella sua faccia da angioletto pudico ed
garbato. Bhe, non che avesse tutti i torti: guardare dalla finestra del
soggiorno di Sanzo mentre lui se la spassa con la
scimmia non è del tutto morale, però è divertente assai. Sento che tra poco
Homura scoppierà a piangere. Ecco perché mi sono portato una mazza da baseball
di mio fratello Doku.
«Perché…» mormora triste. Io lo
guardo senza dire niente, non avendo appunto niente da dire.
Mi giro verso Zenon e
Shien, loro dovrebbero conoscerlo meglio di me, ma alzano le mani con
espressione interrogativa: perché cavolo il cavallo dei suoi pantaloni era in
quello stato se non era nemmeno lui a farlo con la scimmia? Il mio amichetto
sarebbe andato giù giù… ma
probabilmente è il solo fatto di vederlo senza vestiti ed inibizioni…
«Dai, può capitare…» gli dice
Hakkai dolcemente.
All’interno della
camera, i due se la spassano che è una meraviglia, infatti
Sanzo ha appena leccato il collo della scimmia che ha reagito con uno strano
movimento.
Guardo di nuovo Homura,
molto preoccupato e lui fa una smorfia addentando un fazzoletto all’eucalipto.
Guardo Hakkai con la faccia spaventata e lui guarda me con un sorriso… un po’
strano in verità, ma ora non conta, ritorno con lo
sguardo oltre la vetrata. Mi nascondo meglio, mimetizzandomi con un cespuglio.
Homura singhiozza. Mi chiedo se sia stata una buona idea
portarlo qui, soprattutto dato che Sanzo sta serenamente slinguazzando
con il suo amato e non solo. È divertente da guardare, quasi quasi rido. Però
potrebbero beccarmi… quasi quasi smetto. Preparo la
mazza da baseball sulla spalla. Tra poco ci sarà la capitolazione di uno così
duro che è stato soprannominato ‘Il dio della guerra’ a causa di parecchie scorribande al liceo. Ed ora è solo uno spettacolo da vedere: avrebbe riso perfino
il venerabile ghiacciolo al limone e con questo si può affermare che ho detto
tutto.
E mentre penso a questo
avviene qualcosa… uno strano movimento da parte del ‘Dio
della guerra’ e poi l’urlo di dolore. Gli do la
mazzata. Lui sviene all’istante, ancora nella stessa posizione. Guardo la finestra… non si sono accorti di nulla, stanno
continuando i loro affarini.
Ma vedo con orrore la
testa di Homura ciondolare e poi cadere con un tonfo abbastanza rumoroso contro
il muro.
Parte uno schizzo di
sangue.
Terrore.
Gli altri due hanno
sentito il botto.
Zanon si carica il ‘Dio’ sulle spalle e cominciamo a correre mentre un Sanzo
ancora reduce da una mattinata infuocata ci corre dietro lanciandoci oggetti di
qualsivoglia natura, dai rami dei cespugli, alle statuette buddiste tirate
fuori da chissà dove.
Alla fine sono ancora
salvo. Sanzo si è accorto di essere vestito solo della sua pelle solamente quando un nugolo di donne lo ha braccato
chiedendogli la sua mano, ma non solo quella.
Sono sicuro che ce la
farà pagare molto, molto cara, ma ora non importa, mi
sono divertito assai ed è questa la cosa più importante.
…
…
Mi viene in mente una
cosa: oggi sono venuti i due maniaci vero?
Abbiamo discusso.
Ho sfottuto la scimmia.
Le ho prese di santa
ragione.
Ora mi sorge una
domanda: che diavolo sono venuti a fare?