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Autore: kamy    11/08/2017    0 recensioni
Dopo il ritorno dal viaggio nello spazio, Trunks non è più lo stesso. Riuscirà a capire cosa lo ha cambiato e a ritrovare se stesso?
Partecipa alla challenge 'Prompt sotto l'albero' di Il giardino di Efp.
Scritta sui prompt di Livia Duras.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goten, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Pan/Trunks
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=qxs2VNPOxHM.

 

Cap.4 Angeli di carta

 

Pan appese alla finestra una serie di angeli di carta, tenuti insieme da un filo sottile. Piegò di lato il capo, facendo ondeggiare i lunghi capelli mori.

Il suo fiato si condensava contro il vetro della finestra chiusa.

Udì dei passi e si voltò, vedendo Trunks raggiungerla.

“Hai fatto una doccia anche tu?” domandò il giovane. Le sue gote erano leggermente rosate e si passò la mano tra i corti capelli color glicine.

Pan chinò il capo e giocherellò con una ciocca mora, sorridendo.

“Sì, ma ho perso anche parecchio tempo perché ho trovato il tuo gatto in corridoio. Mi ha fatto le fusa e voleva attenzioni, perciò ho iniziato ad accarezzarlo ed il tempo è volato” mormorò. Alzò lo sguardo e le sue iridi color ebano incontrarono quelle azzurro cielo del giovane.

“Io ho approfittato del silenzio per leggere un altro po’. Sai, Goten è uscito per unirsi all’allenamento di Bra e papà” spiegò Trunks.

“Povero zio, quei due lo massacreranno” disse Pan. Ridacchiò e le sue labbra divennero di un rosso acceso. Batté le palpebre un paio di volte, Trunks avanzò di un altro passò. Era di fronte a lei, a un palmo di distanza, il suo fisico muscoloso era due volte più alto di quello di Pan. Sfiorò uno degli angeli di carta con l’indice.

“Ho continuato quel libro sugli angeli metropolitani. Decisamente forse era meglio una storia d’amore normale, invece lei s’invaghisce di un ex-ballerino malato di cancro” sussurrò.

Pan appoggiò la mano sul braccio, il battito cardiaco accelerato.

“Decisamente una storia poco natalizia, mi dispiace” sussurrò.

Trunks chinò la testa, guardandola in viso, avvertì un brivido percorrergli la schiena.

“Mi ha fatto riflettere” mormorò.

< Insieme alle parole di Goten > pensò.

Pan sporse leggermente il labbro inferiore e inclinò di poco la testa.

“Non c’è niente di male nelle storie d’amore. Però, sai, per buona parte della mia vita ho pensato di essere innamorato di una ragazza. L’ho sempre associata a un demone ravveduto, a qualcosa di feroce e passionale. Ho cercato di stare con lei sin da bambino e quando finalmente ci sono riuscito, a legarci è stato un amore passionale. Lei, dentro, era molto più grande di me e questo ha quasi finito per consumarmi. Alla fine mi ha anche lasciato, perché in me cercava qualcosa che poi non aveva trovato. Io non sono l’eroe salvatore di un mondo futuristico, non sono il cavaliere dalla bianca armatura e dalla spada lucente.

Forse sono troppo simile a mio padre…” spiegò Trunks.

Pan gli cinse il braccio e se lo strinse al petto.

“Era lei che ha sbagliato a cercare in te qualcosa che non c’era, non vedevo quello che, invece, c’era” mormorò.

Trunks socchiuse gli occhi.

“Penso di essermi innamorato di un angelo dalle mille sfaccettature, come un diamante. Però ho paura di fare io la parte del demone, adesso.

Sono troppo grande rispetto a lei e, forse, solo carnale” mormorò.

Pan gli lasciò andare il braccio, lentamente.

“Forse dovrebbe essere lei a deciderlo” ribatté. Strofinò la punta della scarpa sul pavimento.

“E non devi demonizzare la passionalità. Lei te l’ha fatta vivere nel modo sbagliato, ma è lì per coronare i sogni d’amore, anche quelli più dolci”. Aggiunse.

Trunks fletté le gambe e arcuò la schiena, avvicinando il suo viso a quello di lei.

“Pan, io ti amo” ammise.

Pan chiuse gli occhi e lo baciò, Trunks sgranò gli occhi. Pan gli accarezzò la guancia, fece per allontanarsi e Trunks la cinse tra le braccia, approfondendo il bacio. Le loro lingue s’intrecciarono, le loro labbra si premettero, arrossandosi, e si staccarono, riprendo fiato.

“Come puoi avermi idealizzato a tal punto da considerarmi un angelo dopo quello che vi ho fatto passare in quel viaggio assurdo per l’universo?” domandò Pan.

Trunks si raddrizzò, cullandola contro il proprio petto.

“Mi hai sopportato quando mi sono finto morto, non hai fiatato quando ti hanno reso bambola, ho potuto sempre contare su di te e, anche quando siamo tornati, ti sei presa cura di me” disse.

Pan chiuse gli occhi, appoggiando la guancia contro di lui.

“Se vuoi che io sia un angelo, sarò il tuo angelo, ma ti prego, non soffrire mai per me. Ti amo anch’io” disse con voce tremante.

“Se mi ami, ho tutto quello che mi serve” rispose Trunks.

  
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