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Autore: Hermy1994    19/06/2009    12 recensioni
Avviso: storia in revisione!
[Come potevo continuare a guardarlo così?
Come facevo ad avere le gambe tremanti solo all'idea di stargli vicino?
Perchè, per me, esisteva solo lui e nessun'altro?
Tante domande ed una sola -sfortunata- risposta.
Ero innamorata, questa volta sul serio. E di chi?
Di quell'idiota e arrogante conosciuto più comunemente con il nome di Daniele Granieri.]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Note dell'autrice: Buonasera donzelle. Dopo qualche mese di assenza eccomi di nuovo qua!
Imploro il vostro perdono ma è ricominciata l'università e io, da studentessa ligia al dovere, sto sgobbando come una matta. ( Seeeeee come no!)
Avevo promesso che non sarei più mancata per periodi così lunghi e, per questo, vi chiedo scusa!
Ora, bando alle ciance!
( perchè tanto lo so che, se continuo a parlare, invocherete la mia prematura morte xD)
 Vi auguro una buona lettura.
Un bacione, Paola.
Ps: Come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate! Le recensioni sono sempre gradite.
Nb: il capitolo è un pò corto ma, spero che vi piaccia lo stesso. Ho deciso di non allungare il brodo. Tanto mi farò viva al più presto quindi non dovrete aspettare molto per il prossimo capitolo.








Capitolo V




*My imperfect boy*



"Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta,
si arriva sempre, con un pò di attenzione, a distinguerla dal volto."
Alexandre Dumas, I tre moschiettieri.




***



-Ora si permette anche di arrivare in ritardo signorina Sparvieri?-

La sua preside, nonché sua insegnante di Filosofia, la stava scrutando con un sopracciglio alzato mentre Sara entrava trafelata in classe.
Aveva pregato ogni divinità esistente sulla faccia della Terra affinché la Palombo arrivasse in ritardo quel giorno ma, le divinità non l'avevano ascoltata.
- Mi scusi, professoressa.- disse semplicemente mentre si dirigeva verso il proprio banco cercando di non fare alcun movimento brusco che potesse indispettirla e darle così l'occasione di deriderla su un piatto d'argento.
- Che c'è? La sveglia non è suonata?- domandò la preside scetticamente con un sadico ghigno sulle labbra. Adorava mettere in difficoltà i propri alunni e, chissà perchè, Sara era sempre l'alunna privilegiata per questo.
- No - rispose la ragazza raggiungendo Giorgia che la osservava incuriosita.
- Hai perso l'autobus?- insistette ancora la donna senza lasciar perdere il discorso. Cosa che, Sara ne era certa, qualsiasi altro professore normale avrebbe fatto.
- No, professoressa.- dichiarò la ragazza afferrando il manuale e aprendolo sulle pagine riguardanti Socrate. - Sono venuta in macchina- aggiunse poi.
Calma, doveva stare calma. La Palombo era solita farle interrogatori del genere e lei non si sarebbe assolutamente fatta vincere!
- Allora come mai sei in ritardo? Volevi scampare una probabile interrogazione o... preferivi baciarti come una ragazzina di dieci anni con il tuo ragazzo nel parcheggio?- chiese la preside disgustata.
Beccata.
Sara emise un profondo respiro vedendola avvicinarsi al suo posto con aria minacciosa. - Ti comporti come una sciocca e frivola ragazza nella mia scuola e hai pure il coraggio di arrivare in ritardo?-. Merda, come faceva quella donna ad essere una furia già di prima mattina? Non era stata un'adolescente? Non si era mai baciata con il proprio ragazzo davanti ad altre persone?
La osservò con sfida. Aveva i capelli quasi grigi raccolti in un severo chignon, il vestito che portava era decisamente sciatto, per non parlare della dura espressione che mostrava incorniciata da un velato filo di baffetti.
No, la preside non aveva mia avuto un ragazzo.

Troppo irritata per avere compassione di lei, Sara notò di avere le mani che le tremavano per la rabbia. Come osava attaccarla in quel modo quando era una delle più brave studentesse? Come si permetteva di darle della sciocca e frivola ragazza quando era una delle poche ragazze in quella scuola ad avere cervello?
Giorgia, vedendo il leggero tremolio delle sue dita, le strinse forte il braccio come segno di avvertimento. Il suo sguardo sembrava dirle: non fare sciocchezze. Ovviamente la bionda lo prese come un invito; infatti,la guardò di sottecchi e, fece un sorriso beffardo.
- Ebbene si, ho preferito sbaciucchiare il mio ragazzo piuttosto che guardare la sua faccia da sgorbio un'altra volta!- esclamò alzandosi in piedi e fronteggiandola.
La preside la guardò per un attimo sbalordita; mai aveva osato risponderle così. Il suo viso si colorò di varie tonalità per giungere infine al rosso e le pupille si dilatarono furiose e scioccate allo stesso tempo - Fuori da questa classe!- urlò ferocemente indicandole la porta. 
- Molto volentieri professoressa.- rispose Sara sarcasticamente acchiappando le proprie cose e chiudendo il libro di scatto, provocando così un forte rumore che fece sussultare i suoi compagni rimasti in silenzio mentre Giorgia gemeva dall'esasperazione. Sara fu certa di averla sentire dire " ma proprio io dovevo avevo per amica un'idiota?"
-Devo dedurre che la mia punizione si allunga?- domandò la ragazza facendo l'occhiolino a Giorgia per poi afferrare la maniglia della porta tirandola verso il basso.
- Deduzione esatta!- esclamò lei inviperita - Altre due settimane, sempre se non mi viene in mente qualcosa di meglio. Ora fuori di qui o giuro che ti metto un due che rovinerà la tua media!-  A Sara sembrò che pittosto che metterle un due in pagella sembrava pronta a tirarle addosso tutti i libri che aveva sulla cattedra. Libri molto grandi tra l'altro e, quello si che le avrebbe fatto male. Così, senza aggiungere niente, si dileguò velocemente fuori dalla classe, chiuse la porta dietro di se e sospirò di gioia vedendo che nessun De philosophia di Aristotele o Simposio di Platone  le avevano procurato danni permanenti alla testa.
Sapeva che era stata una stupida a inveire così contro la Palombo; dopotutto i suoi genitori le avevano sempre trasmesso il rispetto verso le persone adulte. Ma la preside la faceva infuriare come non mai; era una donna odiosa e aggressiva che ci godeva nel metterla in difficoltà in ogni occasione, visto che non ci riusciva durante le interrogazioni. Molte volte aveva perfino provato a interrogarla a sorpresa ma Sara non si era mai fatta trovare impreparata e rispondeva a ogni domanda complicata che le rivolgeva.
Vedere ogni volta quello sguardo sconfitto e irritato le dava un forte senso di soddisfazione ed esaltazione.

Ghignò perfidamente mentre si allontanava dalla classe sedendosi  per terra appoggiata al muro e si sentì quasi in colpa per i poveretti rimasti in classe che avrebbero dovuto sopportarla. Quasi.
Dallo zaino afferrò il proprio cellulare e, sbuffando rumorosamente, iniziò a navigare su internet per far passare il tempo mentre si appoggiava completamente con le spalle al muro. Nella mezz'ora successiva stette lì seduta a guardare qualche video divertente su Youtube e le vecchie foto che aveva su Facebook.
- Guarda, guarda: una nuova barbona nella scuola! Uno status perfetto per te.- esclamò una voce femminile facendole alzare gli occhi dallo schermo del telefono. Jessica Trevisi.
- Ciao tesoro! Vuoi unirti a me? - domandò Sara sarcastica guardandola di sbieco. Indossava la solita minigonna inguinale con una canottiera bianca dalla quale si intravedeva il volgare reggiseno nero di pizzo. Aveva i capelli rossi legati in un'alta e stretta coda con la frangetta perfettamente allineata sulla fronte e il viso abbronzato contornato da un acceso rossetto rosso. L'ideale per una dalle gambe sempre aperte.
Tuttavia, quel giorno aveva un aspetto leggermente più trasandato; lo testimoniavano la gonna non allineata perfettamente, il rossetto leggermente sbavato e quelle poche ciocche di capelli che erano riuscite a liberarsi dalla coda.
Che avesse già fatto una capatina nel famoso ripostiglio delle scope con qualche disperato ragazzo?
- Manco morta tesoro. Solo vederti mi ripugna!- esclamò stridula la ragazza scrutandola dal basso verso l'alto; sembrava che stesse guardando un disgustoso scarafaggio.
- Wow, mi sorprendi! Conosci il verbo ripugnare; stai facendo progressi in italiano. Era ora.- dichiarò Sara mestamente tornando a guardare il cellulare e cercando di ignorarla. Di certo non voleva essere beccata in corridoio da qualche professore mentre litigava con quella! La sfuriata della Palombo le era bastata e, sicuramente, non ne voleva altre.
Jessica la guardò inferocita e le si avvicinò di qualche passo indispettita - Sono molto più intelligente di te cara, dovresti saperlo.-

- Oh, si. I tuoi voti parlano chiaro... - ribatté sarcastica Sara tornando a guardarla e rimanendo sorpresa della convinzione che le leggeva negli occhi. Quella ragazza si credeva davvero intelligente! -...sbaglio o hai la media del quattro in quasi tutte le materie proprio ora che si avvicinano gli esami di maturità?-
- I voti non contano per essere intelligenti, ciò che conta è l'esperienza e la pratica.- disse Jessica con enfasi.
- E come fai pratica? Facendo ripetizioni negli sgabuzzini a gambe aperte?- domandò la bionda con un sopracciglio alzato - Davvero un ottimo metodo.-
Jessica rimase impassibile e le sorrise fintamente – Almeno io mi diverto. Sai...rimarresti davvero sorpresa di chi gode tra le mie gambe. Qualcuno lo conosci perfino sai? Giusto ora ho avuto un round con uno...-
Sara fece una smorfia disgustata e contrariata. Solo l'idea di ascoltare una lista dei ragazzi che si era fatta la disgustava; come potevano i maschi lasciarsi andare così facilmente ai piaceri del corpo? In una ragazza non era forse più importante l'intelligenza, la tenacia e la razionalità piuttosto che un corpo provocante che dava solo un piacere illusorio? Probabilmente molti maschi non la pensavano così visto che si nascondevano ovunque con la provocante e meno che mai intelligente Jessica
- Ti prego risparmiami i nomi. Non riuscirei più a guardarli in faccia- annunciò Sara oltraggiata e implorante allo stesso tempo.
- Sicura? Conoscere le mie conquiste potrebbe rivelarsi davvero illuminante per te.- ribadì Jessica guardandola estasiata, come se conoscesse un segreto a tutti sconosciuto.
- No, grazie. Perché ora non vai a scoparti qualcuno? La tua presenza mi sta facendo rivoltare lo stomaco. - esclamò la ragazza alzandosi in piedi e, voltandole le spalle sperando che le avrebbe dato retta.
- Non così presto cara!- urlò Jessica afferrandola rudemente per il braccio e facendola voltare con forza in modo da guardarla in faccia - Non ti azzardare più a parlarmi così hai capito? Potrei davvero farti rivoltare lo stomaco facendoti uscire il sangue dalla bocca a suon di pugni!-
Sara si liberò bruscamente dalla presa e rise fortemente, quella minaccia non la intimoriva per niente - Ma guardati! Sei tutta ossa e niente pelle, come potresti anche solo farmi uscire una gocciolina di sangue? Ridicola.-
- Caspita. Una lite tra donne, davvero eccitante. - commentò una voce fuori campo cogliendole di sorpresa.
Le due ragazze si voltarono inviperite verso la voce. Daniele Granieri le guardava sarcastico e quasi affascinato.
- No, vi prego, continuate pure. Voglio vedere come va a finire.-
Sara lo guardò impassibile. Il ragazzo aveva il solito ghigno dipinto sulle labbra e le osservava con un sincero interesse mentre si appoggiava con noncuranza al muro.
- Danieluccio! Come mai qui?- esclamò la Trevisi andandogli incontro tutta raggiante e appiccicandosi al suo petto con un sorriso a trentadue denti.
Il ragazzo non le rispose nemmeno e, passandole impassibile un braccio sul fianco, guardò Sara - Fammi indovinare: la Palombo ti ha di nuovo buttata fuori?.-
- Non sono affari tuoi. Io me ne vado.- dichiarò Sara voltandogli le spalle e incamminandosi lungo il corridoio. Maggiore era la distanza tra loro due, meglio era.
Fortunatamente Lo Squalo era della sua stessa idea perché non la rincorse, come sempre per sbeffeggiarla, ma si lasciò persuadere dalla vicinanza della cagna che aveva accanto a se.
Sara infatti poté sentire chiaramente la frase provocatoria della Trevisi che gli chiedeva di andare da qualche parte per stare soli soletti e, sentì ancora più chiara e forte la risposta del ragazzo: un " se proprio vuoi" praticamente urlato!
Ignorò il loro discorso mentre si allontanava rapidamente con una strana sensazione dietro la nuca. Non osava voltarsi per controllare ma, era sicura che qualcuno la stava fissando. E di certo non era Jessica Trevisi.
Perchè mai Daniele Granieri la fissava poco prima di andarsi a sbattere l'ennesima ragazza? Voleva forse metterla a disagio?

Sbuffò disgustata immaginandoli uno addosso all'altro mentre cercavano di darsi piacere in un modo primitivo e selvaggio, solo il pensarci le faceva venire la nausea. Come poteva una ragazza come Trevisi essere soddisfatta della nomina che ormai l'intera scuola le aveva affibbiato? Come poteva Lo Squalo andare con una che da lui voleva solo il suo corpo?
Da quando lo aveva conosciuto in primo liceo, Daniele Granieri non aveva mai avuto una ragazza fissa ma solo avventure passeggere. Dopo un po' un ragazzo non si stufava di essere circondato da ragazze superficiali che volevano solo la popolarità e il piacere carnale?
Attraversò il corridoio per raggiungere il distributore automatico e guardò fuori dalle grande finestre. Il cielo era completamente sereno e ciò la mise immediatamente di buon umore mentre posava gli occhi sul parcheggio. Fu sorpresa di vedere che la macchina di Lorenzo stava uscendo dalla scuola proprio in quel momento. Era passata quasi un'ora da quando lo aveva salutato, come mai era ancora lì? Non aveva frequentato neanche quella scuola quando faceva il liceo quindi non aveva nessun professore o compagno da salutare in memoria dei vecchi tempi.
Prima di farsi prendere da un insensato panico Sara fece un lungo e profondo respiro. Era ovvio che qualunque persona poteva avere la macchina uguale a Lorenzo. Quell'auto poteva essere di chiunque e poi, quale ragione avrebbe mai dovuto avere il suo ragazzo per rimanere in quell'edifico per tutto quel tempo?

Ridendo per i propri pensieri sciocchi e, dovette ammetterlo tra se e se, anche un po' sospettosi, Sara raggiunse il distributore automatico e, dopo aver inserito qualche moneta, prese una merendina al cioccolato iniziando a divorarla subito. La litigata con la preside e l'amorevole incontro con la Trevisi, per non parlare poi di quello sguardo infuocato che, ne era certa, l'aveva seguita, stranamente le avevano messo fame.
- Ciao Sara.- annunciò una voce dietro di lei cogliendola di sorpresa e facendola quasi strozzare.
- Mio dio Guido! Ma il quinto liceo non ha una cazzo di lezione oggi? State tutti in giro!- domandò scioccata ed esasperata allo stesso tempo.
Il moro rise appoggiandosi al distributore - Abbiamo un'ora di buco. Gentile come al solito, eh?- la apostrofò canzonatorio.
Sara lo guardò con sincero dispiacere - Scusami ma stamattina ho avuto un bisticcio con il tuo amichetto, la Palombo mi ha buttata fuori, ho una doppia punizione, la Trevisi non sa tenere la bocca chiusa come al solito, e Giorgia è agitatissima per il vostro appuntamento...- annunciò nervosamente spalancando di colpo gli occhi - ops...questo non avrei dovuto dirlo.-
Guido le fece un sorriso che definire esaltato era riduttivo - Ah! Mi mancava la Sara che quando è nervosa inizia a parlare di qualsiasi cosa le passi per la testa!- le si avvicinò lentamente con occhi furbi- E dimmi, perché mai Giorgia dovrebbe essere agitatissima?-
Sara si morse la lingua per non farsi sfuggire qualche parola di troppo. Giorgia l'avrebbe sicuramente ammazzata se solo avesse saputo cosa gli aveva appena detto; ma Guido la guardava con così tanta impazienza e malcelato timore che, non riuscì a zittirsi.
- Perché sei tu.- Rispose riluttante dando un ulteriore morso alla merendina. Forse se avesse avuto la bocca piena sarebbe potuta rimanere in silenzio senza dover mettere nei guai la sua migliore amica.
- Lo so che io sono io.- le rispose lui guardandola stranito e curioso. Sicuramente la stava prendendo per pazza. - Ma perché è agitata?-
- Perché sei uno dei ragazzi più carini della scuola.- ammise lei - Qualunque ragazza sarebbe agitata all'idea di dover uscire con te! Vuoi una merendina? Sono al cioccolato, o meglio...ci sono scaglie di cioccolato. Sono piccole ma morbide, perfette da assaporare. Certo il cioccolato ingrassa ma una misera merendina non ti farà di certo ingrassare. Mangiare cioccolato fa bene e poi...aiuta tutti nei momenti tristi. Come il gelato...-
- Sara, taci.-
- Ma è una merendina così buona!-
- Non sono stupido. Dopotutto siete amiche, è ovvio che se Giorgia provasse qualcosa per me tu non me lo diresti mai. Lo rispetto, quindi non farti prendere dal panico-
- Oh, grazie al cielo.-
Lui, sorprendentemente, le sorrise a trentaquattro denti – Tuttavia non hai negato niente di ciò che ho appena detto. Quindi vuol dire che Giorgia prova qualcosa per me, vero?- dichiarò vittorioso guardandola di sottecchi.
Sara lo guardò oltraggiata mentre si ficcava l'ultimo pezzo di merendina in bocca. Cavolo, quel ragazzo era troppo astuto!
- Devo ammettere che... la merendina è davvero ottima.-



*


Era ormai pomeriggio inoltrato quando Sara ritornò a casa. Era abbastanza stanca per la giornata passata a scuola e non vedeva l'ora di farsi una lunga ed rilassante doccia prima di uscire con Lorenzo. Il ragazzo le aveva inviato un messaggio con scritto di farsi trovare pronta per le otto. Se proprio doveva essere sincera, Sara non aveva per niente voglia di uscire quella sera. Desiderava solo sdraiarsi sul letto e magari leggere un libro oppure guardarsi qualche film. Oltretutto era anche abbastanza pensierosa. Giorgia si era comportata in maniera più strana del solito quel giorno.
Quando era rientrata in classe dopo essere scappata agli spudorati tentativi di Guido di farla parlare, l'amica l'aveva guardata stranita e non le aveva neanche accennato un sorriso. Sembrava demoralizzata. Sara aveva provato a chiederle che cosa le fosse successo ma, lei aveva fatto finta di niente. Sperava solo di non aver fatto qualcosa che l'avesse fatta arrabbiare.
A Guido, alla fine, non aveva detto niente. Quindi quale poteva essere il problema? Di solito Giorgia le diceva tutto quello che succedeva e, allora perché non le raccontava ciò che la turbava? Era sicura che ci fosse qualcosa che le facesse rodere il fegato.

Sara aveva provato a chiamarla almeno più volte nel pomeriggio ma l'amica non le aveva risposto e, solo dopo quattro chiamate le aveva inviato un messaggio sbrigativo scrivendo che stava ancora in giro con il fratello e che probabilmente si sarebbero sentite la sera dopo cena. Sara sbuffò nervosamente mentre guardava l'orologio. Erano le sei e mezza; quel giorno aveva impiegato molto più tempo a ripulire la classe. Sembrava che i suoi compagni di classe si divertissero a lasciarla sgobbare alla fine delle lezioni lasciando carte e cartacce ovunque! Perciò,  le rimaneva  un'ora e mezza prima che Lorenzo la venisse a prendere. Almeno avrebbero passato un po' di tempo insieme visto che in quei giorni accadeva raramente.
Si diresse verso il bagno e fece scorrere l'acqua della doccia per poi cominciare a spogliarsi. Il rumore della doccia le fece improvvisamente ricordare l'episodio negli spogliatoi con lo Squalo mentre rabbrividiva inconsapevolmente rimanendo nuda. Sperava solo che fosse per il freddo e non per quel corpo muscoloso e duro che lei aveva avuto il piacere di stringere per poco tempo. Troppo poco, secondo lei.
Si morse la lingua cercando di scacciare pensieri poco casti che le facevano venire voglia di ripetere l'episodio, ma questa volta in maniera molto più approfondita.

Le si tinsero di rosso le guance immaginando loro due nella doccia degli spogliatoi. Soli. Nudi. Affannati
Lui l'avrebbe guardata con un tale desiderio da farla sciogliere? Le avrebbe accarezzato le spalle nude, i fianchi, il seno e, infine si sarebbe addentrato più in basso, verso quel luogo che tanto avrebbe voluto le sue attenzioni?
- Oh cazzo! Ma che diavolo vado a pensare?- esclamò sull'orlo dell'isteria mentre raccoglieva i propri vestiti da terra e li gettava malamente nella cesta dei panni sporchi. Non poteva fantasticare su ciò che avrebbe voluto fare con lo Squalo! Quel ragazzo non doveva assolutamente infilarsi nella mente e farle perdere la lucidità.
Lei non avrebbe mai e poi mai fatto quelle cose con Daniele Granieri. Mai.

Si infilò nella doccia e tremò per la differenza di temperatura mentre pensava a un pensiero che la tormentava più degli altri.
Perché non ho mai fantasticato di fare cose del genere con Lorenzo?

Si massaggiò ferocemente i capelli con lo shampoo tentando di placare la propria mente frenetica. Doveva chiudere assolutamente il "discorso Granieri".
Si sciacquò velocemente, desiderando solo uscire al più presto fuori da quello spazio troppo angusto. Il rumore dell'acqua sembrava estremamente eccitante e la doccia non la stava facendo per niente rilassare!
Quando finalmente si mise l'accappatoio bianco attorno al corpo si sentì più al sicuro. Strizzò i capelli e iniziò a spazzolarli per poi venire distratta dal campanello che suonava.
- Oh merda!- esclamò istericamente mentre si fiondava a controllare l'orologio appoggiato sul lavandino. Le sette.
Lorenzo non era mai in anticipo di un'ora. Allora chi era?
Il campanello si fece sempre più insistente e fu costretta a correre pur di non sentire quel suono così fastidioso.
- Arrivo, porca miseria!-

Raggiunse la porta e la aprì inviperita trovandosi di fronte la sua migliore amica.
 - Gio ma si può sapere che cazzo hai?- esclamò non riuscendo a trattenere però un sorriso di sollievo. Se Giorgia si trovava lì voleva dire che lei non aveva niente di male e che quindi non era arrabbiata.

Tuttavia il suo sorriso si spense notando l'espressione della sua amica. Tristezza, frustrazione e malinconia le incorniciavano quel viso sempre sorridente ma che Sara, per la prima volta, stentava a riconoscere.
- Mio Dio. Che cosa è successo?- le disse invitandola ad entrare. Non appena ebbe chiuso la porta dietro di se, Giorgia la stritolò in un abbraccio.

- Merda. Sono un'amica orribile....volevo dirtelo....ma...- Sara ricambiò l'abbraccio in totale confusione, non capendo una virgola tra i singhiozzi dell'amica.
- Ma che diavolo stai farneticando? E si può sapere perché stai piangendo? Tu non piangi praticamente mai!- esclamò sorpresa allontanandola delicatamente da se. - Calmati un attimo e, mettiti seduta.- le ordinò perentoria mentre la spingeva contro il divano del salone.
Giorgia la guardò titubante – Sei tu quella che deve sedersi.-
Sara emise un gemito di sorpresa ma, obbedì e la guardò timorosa, iniziando a preoccuparsi – Che cacchio è successo?- esclamò nervosa.
All'amica tornarono gli occhi lucidi mentre la accarezza debolmente su una spalla. - Innanzitutto...ti prego: non essere arrabbiata con me. Non ne ero sicura e, volevo dirtelo solo quando lo sarei stata al cento per cento. Avevo dei miei dubbi ma oggi...Oh, Sara! Ti voglio troppo bene e, dirti una cosa del genere mi sta facendo soffrire troppo...come vorrei...solo che non voglio vederti stare male...-
A quel punto Sara stava letteralmente impazzendo. Cosa diamine sarà successo oggi? Perché non vuole che stia male?
-Giorgia. Ti prego mi stai facendo venire l'ansia. - le disse dolcemente rassicurandola con un lieve sorriso che sembrò finto perfino a lei - Cerca però di calmarti perché non sto capendo un accidenti!- esclamò poi non riuscendo a nascondere il proprio nervosismo dietro una risatina isterica..
L'amica la guardò ancora e, si asciugò gli occhi – Si, hai ragione. Devo calmarmi...- disse risoluta facendo un bel respiro profondo - ...il fatto è che tu oggi sei stata cacciata fuori e io ero venuta a cercarti e...ho visto...loro due...lui stava lì...sorridevano...poi nello sgabuzzino....aveva detto...la nonna...-
Giorgia stava di nuovo straparlando per l'agitazione sovrapponendo frasi su frasi ma, a Sara non servivano altre parole per capire ciò che le voleva dire.
Che sciocca che era stata: avrebbe dovuto capirlo prima. Molto prima.
Ora tutto aveva un senso. E pensare che erano stati molti gli indizi di quei giorni che aveva ingenuamente ignorato.

“ Ma perché Lorenzo sta venendo lì? Non aveva da fare con nonnina? ”


Glielo aveva detto Giorgia, quando lui si era stranamente liberato per venirla a trovare. 


“ Tesoro, ieri ho incontrato i genitori di Lorenzo in banca, ti salutano.”


Glielo aveva detto suo padre, mettendola a conoscenza del fatto che lui le aveva mentito.
I suoi genitori non erano mai partiti, lui non era mai stato obbligato a stare dalla nonna.


“Allora, come sta nonna Emilia?” “Bene. Molto bene.”


Glielo aveva chiesto lei stessa per poi sentirlo irrigidirsi.
Ora sapeva che non era per colpa delle carezze che gli aveva fatto sul petto.


“ Domani ti accompagno io a scuola, ti va? ”


Le aveva domandato lui, e lei da ragazzina sciocca qual'era, aveva creduto che volesse stare con lei.
Solo con lei.


“Sai...rimarresti davvero sorpresa di chi gode tra le mie gambe. Qualcuno lo conosci perfino sai?”


E...Jessica Trevisi le aveva confermato praticamente tutto, mettendola al corrente del fatto che il ragazzo perfetto non esisteva.
Lorenzo era totalmente e infinitamente imperfetto, e lei aveva creato una figura di perfezione che, in realtà non esisteva. Non era mai esistita.
Quella figura di perfezione che ora le stava dando praticamente un violento e feroce calcio nel petto. Uccidendola.
A quel punto, fu il torno di Sara di piangere sotto gli occhi dell'amica che la guardavano addolorati.
Si appoggiò completamente a Giorgia iniziando a emettere un singhiozzo dopo l'altro tra le sue braccia rivelando la cruda e dolorosa verità.
- Mi ha tradita...Lorenzo mi ha tradita.-






***






  
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