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Autore: Walt96    22/10/2017    4 recensioni
La Fantasia è il motore che muove il mondo.
Nella città natale di Walt, Athom, la Fantasia era quel potere innato che nei giovani determinava lo sviluppo di un potere piuttosto che un altro; Walt controllava l'elettricità.
È giunto il momento di un nuovo inizio, il ragazzo viene ammesso alla famosissima Accademia dei Sette, dove i sette maestri insegnavano l'utilizzo della Fantasia ai loro studenti.
Vecchie e nuove amicizie andranno a fondersi e il destino di Athom sarà imbrigliato tra Luce e Oscurità.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 7
 
The One I'd Like to Be
 
 
 
 
Dopo un mese di trepidante attesa e incessanti allenamenti, finalmente quel giorno Walt avrebbe avuto la prima lezione privata con Walter.
Il sorriso stampato sul volto del ragazzo, che fantasticava su ciò che lo attendeva quella sera, metteva a dura prova la segretezza dell’evento stesso, ma lui era troppo contento per rendersene conto.
L’appuntamento con il maestro era sul picco roccioso della scogliera che si alzava un paio di chilometri a destra di Athom alle sette di sera. Con l’arrivo dell’estate avrebbero goduto ancora di alcune ore di luce prima del calar del sole e la temperatura era ormai piacevole anche durante la notte.
Da quando il maestro gli aveva rivelato il suo secondo elemento, ovvero lo Spazio, Walt aveva tentato di esercitarsi ad utilizzarlo senza alcun successo. Non sapeva come immaginarselo, cosa avrebbe dovuto aspettarsi, e questo lo metteva in seria difficoltà, come se fosse davanti ad un muro invalicabile.
«Hey Erik, te sapresti come utilizzare un elemento che non puoi né vedere né percepire?» chiese al suo fidato compagno mentre si dirigevano alla lezione odierna con Avis ed Eugeo.
«Uhm» disse lui grattandosi il mento «Non saprei proprio. Nei manuali, sia attuali che antichi, la base del controllo degli elementi tramite la Fantasia è sempre l’immagine che si genera nella mente di chi esegue il controllo. Perciò se si dovesse trattare di un elemento che non si può né vedere né percepire, la vedo difficile immaginarselo. Dovresti chiederlo a Matt, lui controlla sia l’Aria che la Roccia, forse per controllare l’Aria, che è un elemento di per sé invisibile, ha faticato di più» gli rispose l’amico ragionando velocemente.
 «No, mi prenderebbe per scemo».
«Perché me lo hai chiesto?».
«Ah, così per curiosità!» si affrettò a rispondere Walt «Mi chiedevo se ci fossero altri elementi oltre a quelli classici che siamo abituati a vedere tra di noi»,
«Beh, ad esempio so che esiste l’elemento Spettro o Ombra, chiamalo come vuoi. Lo utilizza un ragazzo della nostra età. Ad esempio lui riesce ad evocare spiriti e ombre e li utilizza come se fosse un elemento qualunque, dovrebbe essere abbastanza raro. Ad esempio fa molto male a chi utilizza la Mente, perché distorce i pensieri e le emozioni oltre a fare danno» argomentò alla perfezione Erik.
Intanto i due ragazzi raggiunsero il cancello principale delle mura di Athom, sulla cui cima splendeva il simbolo ettagonale della città con i sette pallini colorati.
Sotto l’arco c’era Matt ad aspettarli per dirigersi alla lezione che si sarebbe svolta in quella calda giornata di inizio estate, con i maestri Avis ed Eugeo insieme.
«Certo che con questo caldo passa proprio la voglia di seguire le lezioni, soprattutto se si svolgono al mare, quasi quasi la prossima volta saltiamo?» propose Matt.
«Dipende dagli argomenti trattati, ma se c’è Eugeo io salto volentierissimo» rispose Erik che non riusciva mai a soddisfare l’anziano maestro della Terra.
 
 
 
 
Raggiunsero le altre classi che si erano radunate attorno ai due maestri. Si trovavano in un punto a lato della spiaggia in cui a pochi metri dal mare cresceva ancora rigogliosa l’erba, segno che al di sotto non vi era solo sterile sabbia.
«Se finalmente siete arrivati tutti, direi che possiamo iniziare, Avis» disse burbero Eugeo reggendosi al bastone con una mano e tenendo l’altra dietro la schiena.
«Allora ragazzi, l’argomento di oggi è molto importante: si tratta infatti dell’importanza degli agenti esterni alla Fantasia durante una lotta» presentò Avis la lezione.
«Più precisamente i fattori secondari e terziari in un duello» la corresse lievemente Eugeo.
«È quello che ho detto» ribatté Avis senza alterare il suo tono gentile e cordiale, ma sottolineando la sua affermazione, poi proseguì «Normalmente la natura impone delle regole ferree che si basano sia sulle leggi della fisica elementare, che avete studiato a scuola con Claudio, sia nella natura stessa degli elementi. L’esempio più semplice è che l’Acqua spegne il Fuoco. Per natura stessa degli elementi non potrà mai avvenire il contrario e questo è un esempio di efficacia schiacciante di un elemento su un altro».
Avis era sempre stata brava ad esporre gli argomenti, un insegnante nata per quel ruolo, infatti gli studenti la adoravano; faceva un po’ da mamma e professoressa insieme.
«Altri esempi di supremazie naturali degli elementi possiamo trovarle nell’Erba sulla Terra e nella Mente sulla Lotta. Oggi io e il maestro Eugeo vi faremo vedere che non sempre gli esiti degli scontri seguono il volere della natura, e ciò è possibile grazie agli agenti esterni» continuò la sua spiegazione la maestra.
«Fattori secondari e terziari» ribadì Eugeo.
Detto questo la maestra si avvicinò di qualche passo al mare, dove le piccole onde si stavano infrangendo impercettibili, era molto calmo quel pomeriggio.
Svolazzando il suo velo azzurro e ricchissimo di brillantini con un movimento fluido e preciso delle braccia, la maestra manipolò alla perfezione una colonna d’acqua di mare che si inarcò e si andò a fermare sopra le loro teste.
Mantenendo la sua consistenza fluida e perciò non rimanendo immobile ma in continuo mutamento, l’acqua restò appesa lì, in attesa.
Eugeo diede un leggero colpo al suolo con il suo antico bastone nodoso e subito un blocco perfettamente cubico di terra si separò e lentamente si sollevò fino ad entrare nella colonna d’acqua, completamente immerso.
«Ovviamente saprete tutti che per natura il terreno si scioglie nell’acqua e forma il fango. Ah a proposito, saranno argomento di una futura lezione le combinazioni di elementi per tutti quelli che ne possiedono più di uno, ad esempio chi controlla Acqua e Terra può sfruttare il fango, e essere particolarmente letale a seconda della situazione. Ma torniamo a noi, osserviamo» divagò un attimo la maestra.
In quel momento, l’acqua in cui era immerso il blocco di terra che già si stava iniziando a sciogliere per conto suo, iniziò ad agitarsi in maniera evidente, formando sottili ma forti correnti vorticose interne.
La terra perse la sua forma cubica in un batti baleno e in pochi attimi si disciolse completamente.
«In questo caso la natura ha agito nella più totale libertà. Normalmente l’acqua si muove e la terra resta ferma senza vita, ma cambiamo prospettiva, adesso» e quando concluse la frase, Eugeo, con un nuovo colpo del bastone, sollevò un secondo cubo, identico al primo che si andò a riposizionare all’interno dell’acqua.
La colonna di mare ricominciò ad agitarsi e a tentare di corrodere il cubo che però, questa volta, si sgretolò in maniera più faticosa, lentamente e ne rimase un nucleo tondeggiante centrale anche dopo che la dimostrazione era finita.
«Qualcuno riconosce cosa c’è di diverso?» chiese Avis.
«Ora è rimasta della terra al centro» disse Andy alzando la mano.
«Grazie Andy, quello lo vediamo tutti» lo bacchettò Eugeo.
«Adesso il maestro ha opposto resistenza!» tentò Al, che condivideva con Eugeo l’elemento in questione.
«Precisamente Al, bravo. In questo caso io ho opposto resistenza, la quale è un fattore esterno difensivo di seconda categoria. Può salvarvi la vita»
Mentre Eugeo finiva di parlare, Avis separò una nuova parte di mare, questa volta una sfera, e la mantenne in equilibrio sopra la testa del maestro che continuò a spiegare.
«Un altro fattore di seconda categoria è, ad esempio, la quantità!» disse e, sempre sbattendo al suolo il bastone sollevò sei pilastri di terra che fluttuarono in aria e andarono ad unirsi in un unico enorme blocco schiacciando ed assorbendo la bolla di Avis.
«Se c’è grande differenza tra le quantità dei due elementi si possono ribaltare gli esiti naturali» disse.
«Un incendio può far evaporare un secchio d’acqua» provò a fare un altro esempio Erik.
«Esattamente, forse quello tra Acqua e Fuoco è il caso più estremo, ma è esatto»
«Ci sono altri fattori secondari?» chiese Lezia.
«Certamente!» disse Avis portando al centro degli studenti una conchiglia grossa circa trenta centimetri, bellissima.
«La concentrazione degli elementi, nel senso di quantità concentrate, possono esservi molto d’aiuto, anche nelle combinazioni di due elementi. Osservate cosa può fare l’Acqua altamente concentrata…» disse e tre piccoli rigagnoli le risalirono il braccio andando a concentrarsi sulla punta del dito.
L’acqua continuava a comprimersi senza potersi liberare e poi, finalmente, Avis generò un getto sottilissimo, sembrava quasi un raggio di luce e, muovendolo con la punta del dito, andò a tagliare perfettamente a metà e senza alcuna fatica la conchiglia, che si separò mostrando tutto lo scheletro interno di madreperla. La sua forma geometrica perfetta era meravigliosa, faceva davvero capire quanto fosse perfetta la natura.
«Avrebbe tagliato anche la pietra se ve lo steste chiedendo» aggiunse Avis, vedendo le facce sbalordite degli studenti «Ovviamente il fattore della concentrazione non è utilizzabile da tutti gli elementi in maniera efficace, però può esservi molto utile per effettuare attacchi di precisione o a grande area» precisò Avis.
La mente di Walt già pensava ad un raggio di elettricità altamente concentrato e a quel punto la sua curiosità fu tale che chiese: «Quali sono i fattori terziari?».
Eugeo non lasciò tempo ad Avis di rispondere e riprese in mano la scena «Come spiegato a pagina 394 del libro sulle efficacie degli elementi, i fattori terziari sono definiti come tutti quei fattori che influiscono una battaglia legati alla situazione che si crea e al luogo in cui ci si trova».
«Ovviamente non si possono schematizzare come le precedenti, perciò vi daremo una piccola dimostrazione, cercate di non fare nulla di inappropriato» avvisò Avis, portandosi nuovamente vicino alla spiaggia.
«Non fate nulla di idiota, intendeva» aggiunse Eugeo, guardando in particolare Andy e mettendosi davanti a loro, con il ruolo evidente di assicurarsi la loro sicurezza durante il piccolo scontro tra i maestri.
I ragazzi erano talmente presi dalla lezione che molti neanche si erano accorti di ciò che stava per accadere, era un evento raro anche se sotto forma didattica.
Avis prelevò una grossa quantità di mare e la scaraventò velocemente contro gli studenti.
Eugeo alzò una mano e la sabbia mescolata alla terra si alzò creando un muro difensivo ma troppo sottile per reggere oltre quel colpo, infatti andò a disciogliersi all’impatto.
Avis nel frattempo aveva cambiato posizione e stava tranquillamente in piedi sul mare ad alcuni metri dal bagnasciuga mostrando, per la prima volta agli occhi degli studenti, la sua abilità di poter camminare sull’Acqua.
Appoggiò le mani sulla superficie richiamò a sé una grande quantità di liquido che andò ad innalzare orribilmente il livello del mare sotto di lei, tenendo sospesa un’onda di circa dieci metri.
Appena lei la lasciò andare, Eugeo abbandonò il suo bastone unendo le mani con forza e sollevò quattro spessi muri di terra che circondarono lui e tutti gli studenti.
L’onda si andò ad infrangere con violenza e l’acqua andò a scorrere ai lati di quell’area protetta.
Eugeo portò le mani verso l’alto e sollevò se stesso e tutti gli studenti alzando il suolo sotto tutti quanti portandolo alla stessa altezza di Avis, e neutralizzando gli attacchi acquatici potenziati grazie alla forza di gravità.
Successivamente l’anziano prese il controllo di tutto il fango che si era venuto a creare dopo l’impatto dell’onda, lo sollevò e lo scaraventò con forza contro Avis, che cadde, immersa nel mare.
Successivamente ci fu una sorta di tiro alla fune per la contesa della massa di fango, sia Eugeo che Avis, sempre sott’acqua, tirarono a se il proprio elemento mescolato all’altro.
Ciò ne conseguì la naturale separazione perfetta dei due elementi: l’acqua rimase limpida e la terra venne estratta solo un po’ umidiccia.
Avis, che aveva trattenuto il respiro fino a quel momento spostò l’acqua sopra di sé creando un vero e proprio “buco” nel mare che gli permise di respirare aria fresca pur avendo i piedi sul fondo del litorale.
Eugeo non le lasciò molto tempo e, plasmando la terra formando un cono appuntito, la scaglio nel foro in cui al centro c’era la maestra.
Lei richiuse il mare in un istante lasciandosi in una bolla d’aria per respirare, ma fortunatamente la massa d’acqua fu tale da frenare e disciogliere la terra appuntita prima che la raggiungesse.
«Per oggi può bastare così» disse Eugeo riprendendosi il bastone e reinserendo la colonna alta dieci metri, su cui si trovavano lui e i suoi studenti, nel suolo.
Avis uscì dal mare camminando senza alcuna fatica e uscendo dalla bolla d’aria che aveva mantenuto. Elegantemente, poi, utilizzò la sua egregia abilità per estrarre dal suo vestito ogni singola particella d’Acqua che aveva assorbito, lasciandola perfettamente asciutta come se nulla fosse mai accaduto.
«Allora, avete visto come la situazione ha influito sullo scontro?» chiese lei.
«Se lei non avesse utilizzato l’onda gigante probabilmente al maestro non sarebbe venuto in mente di utilizzare il fango per buttarla sott’acqua» disse Frida che aveva sempre avuto un occhio alleato per le probabilità.
«Esattamente Frida! Se fossimo stati su un terreno roccioso ad esempio questo non sarebbe avvenuto e ricordiamoci che, per quanto possiamo essere potenti a controllare elementi tipo l’Acqua, siamo pur sempre esseri umani e non siamo fatti per stare sott’acqua. Io ho perso il mio vantaggio naturale a causa delle conseguenza di una mia mossa precedente. Perciò fate attenzione!» espose il ragionamento la maestra.
«Per oggi è tutto, andate pure e studiate la teoria sul libro delle efficacie degli elementi da pagina 375 a pagina 408» aggiunse Eugeo congedandoli.
Mentre si allontanavano, Walt fantasticava già con Erik e Matt di un raggio di elettricità sottilissimo ad alta concentrazione, in grado di tagliare ogni genere di difesa.
 
 
 
 
Walter era seduto su una roccia con le gambe accavallate, le braccia conserte e gli occhi chiusi, in completa meditazione.
Con un piccolo lampo bianco, Walt apparve davanti a lui, sulla cima del picco roccioso. Era ormai tardo pomeriggio.
«Pensavo di vederti arrivare con il movimento dinamico» disse Walter aprendo lentamente gli occhi.
«Sì maestro, infatti l’ho utilizzato!» rispose Walt entusiasta dei suoi progressi sia con l’elettricità sia con il movimento dinamico.
«Hai eseguito nove salti prima di arrivare qui» gli rispose il maestro con aria gentile ma canzonatoria.
Walt si portò una mano alla nuca con aria leggermente imbarazzata «Ehm sì, non riesco a raggiungere una distanza superiore ai quattrocento metri, devo migliorare».
«Vedrai che con l’allenamento riuscirai a raggiungere ogni luogo» gli disse il maestro fiducioso «Ma ora, veniamo a noi! Ti ricordi, vero, quale sarà l’oggetto di queste lezioni private?» chiese.
«Rendermi in grado di utilizzare lo spazio come elemento!».
«Sì, più o meno. Infatti scommetto che da quando te l’ho detto tu abbia provato a utilizzarlo, non è così?».
«Esatto!».
«Ma non ci sei mai riuscito?».
«Già…» disse Walt con aria mogia.
«Non preoccuparti è perfettamente comprensibile. Vedi, noi maestri di solito non ci facciamo mai una lezione sopra, ma un fattore fondamentale per riuscire ad utilizzare i propri elementi è quello di averceli ben chiari nella mente. Tu hai ben chiaro come è fatto l’elemento Spazio?».
«Uhm, come è fatto lo spazio nel senso di universo sì, o per lo meno ho visto le illustrazioni nei libri a scuola con Claudio, ma non lo Spazio come elemento».
«E invece è proprio quello che serve a noi. Vieni qui vicino» disse il maestro abbassandosi alla sua altezza e mostrandogli il palmo della mano.
Con una leggera vibrazione delle dita, si andò a formare un puntino che si espanse fino a diventare una bolla perfettamente sferica e di un rosa sfumato, opalescente.
«Ecco, questo è l’elemento Spazio. Il volume all’interno della sfera è completamente sotto il mio controllo e posso farne ciò che voglio» concluse il maestro.
Finalmente sapeva come era fatto, quale immagine dovesse fissarsi nella mente e su cui concentrarsi per evocarlo e usufruirne a suo favore.
Finalmente poteva davvero raggiungere il livello dei suoi compagni e potenzialmente superarli.
«Cosa può fargli fare?» chiese con una voce quasi spezzata dall’emozione e dalla curiosità.
«Beh un uso comune è quello di utilizzarlo sotto forma di bolla come contenitore ermetico» e così dicendo si alzò facendo rotare la bolla tra le due mani e ingrandendola fino alla dimensione di una palla «Quello che c’è dentro non esce e quello che c’è fuori non entra».
Walt lo guardava ammaliato, come se fosse davanti ad un regalo meraviglioso.
«Un altro uso comunissimo è il teletrasporto del contenuto» e così dicendo fece svanire la prima bolla per farne comparire una ancora più grande parzialmente inserita in uno spuntone roccioso.
Mentre Walter chiuse la mano in direzione della sfera, questa si rimpicciolì fino a scomparire, portando con sé la pietra che conteneva e lasciando un foro perfettamente sferico e lucido.
Poi puntò il braccio in un'altra direzione, facendo ricomparire il blocco di pietra svanito che cadde a terra con un forte boato.
«Fantastico!» esclamò Walt «E poi che altro?» disse, ma ormai era la curiosità da bimbo a parlare al posto suo.
«Beh in combattimento già questi due utilizzi sono già estremamente vantaggiosi ma se proprio vogliamo esagerare…» e mentre parlava avvolse nuovamente il cumulo di roccia ormai separato dal blocco originale in una nuova bolla «… possiamo distorcere lo Spazio a nostra disposizione e ovviamente ciò che c’è dentro».
Roteando lentamente la mano sul proprio asse, il maestro distorse la bolla.
Dall’esterno parve che il contenuto si stesse deformando avvolgendosi su se stesso a spirale seguendo la velocità di rotazione imposta dal movimento della mano di Walter.
All’interno della sfera c’erano solo rocce, ma se Walt avesse dovuto descrivere ciò che stava accadendo loro avrebbe sicuramente detto che “stavano soffrendo”.
Alla fine del movimento la sfera di Spazio svanì rivelando che la roccia si era frantumata.
«La distorsione è una capacità molto difficile da apprendere e da eseguire, bisogna avere coscienza di tutte le particelle che si stanno modificando e serve una grande abilità di manipolazione dello Spazio. Nemmeno i migliori riescono ad eseguirla in ogni occasione» spiegò il maestro con lo sguardo rivolto al mucchietto di ciottoli.
«È un potere tremendamente spaventoso, non voglio che tu lo utilizzi nella maniera sbagliata, è chiaro?» disse questa volta guardando negli occhi Walt.
«S-sì maestro, chiarissimo. Può stare tranquillo» rispose lui, leggermente sotto pressione.
«Bene, ancora qualche nozione: non necessariamente lo devi utilizzare sferico…» e così dicendo creò tre cubi rosa alla stessa maniera di prima «...può essere utile anche a livello difensivo…» e gli fece vedere come utilizzarlo come scudo perfettamente piatto e invalicabile.
«Ed ultimo ma non meno importante, puoi creare portali per qualunque luogo che la tua mente rimembri» disse e creò un portale circolare per la base delle mura di Athom che richiuse subito.
«Bene Walt! Come prima lezione sui fondamentali dell’utilizzo dello Spazio direi che può bastare! D’ora in avanti, con ormai le idee chiare, puoi provare ad utilizzarlo. Senza esagerare naturalmente, evita di fare sciocchezze».
«Può starne certo, maestro!» disse lui euforico «Inizierò ad allenarmi sin da subito!».
«Ottimo!» disse Walter portandosi le mani sui fianchi «Ti ricordi la condizione di cui ti avevo parlato l’altra volta?».
«Certo, di non dire a nessuno delle nostre lezioni».
«Esatto! A quella ne aggiungo una seconda: non devi utilizzare questo potere in nessun duello prima, ma soprattutto durante, la Battle Stadium» disse serio.
«Come mai?» chiese Walt inclinando la testa non comprendendo il motivo di questa condizione così limitante.
«Lo Spazio è uno dei due elementi più incontrollabili e devastanti che esistano, non voglio che nessuno si faccia male nella mia città. Soprattutto se la causa è un ragazzo innocente».
Walt parve riflettere più sulle parole del maestro che sulla regola in sé e per sé. Quanto gli sarebbe piaciuto essere come lui: risoluto, coraggioso, potente e saggio. Un sogno che parve irrealizzabile al giovane ragazzo.
«Maestro posso chiederle una cosa?» disse alla fine Walt immerso nella sua ammirazione verso il suo mentore.
«Certo, chiedimi quello che vuoi» rispose lui simpaticamente.
«È vero che nessuno l’ha mai vista combattere?» chiese con tutta la pacatezza che riuscì a trovare.
Walter parve sorridere ma assunse anche un’espressione più severa del solito. Come se quello fosse un argomento che non sopportasse ma a cui tenesse in maniera particolare.
«Vedi Walt, ogni maestro di Athom ha dei compiti ben specifici: Eugeo gestisce l’istruzione sia all’interno dell’Accademia che della scuola dove insegna il maestro Claudio; Avis promuove e fa applicare le leggi e le norme e amministra la giustizia; Erika gestisce le armi e la vigilanza in città; Antonella è colei che organizza e coordina le attività agricole e di smaltimento dei rifiuti di tutti gli abitanti di Athom; Kudo è il responsabile della ristrutturazione annuale degli edifici e delle mura; mentre Dave organizza e coordina tutte le attività sportive e gli eventi di festa in genere. Ora, vuoi sapere qual è il mio compito come parte dei sette maestri di Athom?» gli chiese appoggiandogli la mano sulla spalla e guardandolo dritto negli occhi.
In quel momento sembravano uno la versione più giovane dell’altro, così simili, sia nell’aspetto che nell’abbigliamento, ma soprattutto nei valori.
«Sì» riuscì solo a dire Walt, restituendogli uno sguardo dritto e sicuro di sé.
«Io mi occupo della protezione e della sicurezza di Athom. Nonché della gestione energetica della città. Il giorno in cui mi vedrai combattere, sarà per proteggere ciò che amo e che ho contribuito a costruire, ovvero Athom e i suoi abitanti».
Non poteva essere più chiaro di così.
«Ho capito» disse Walt e all’improvviso un ultima domanda gli uscì spontanea: «Maestro, che cos’è Kingdom Hearts?» disse, quasi tutto d’un fiato.
Walter lo osservò curioso, inarcando il sopracciglio e diventando ancora più serio di prima: «Dove hai sentito questo nome?» chiese.
«Durante la gita nella Sala delle Profezie, la mia profezia parlava di questo Kingdom Hearts, e che avrei contribuito a crearlo grazie al mio cuore e alla Luce» spiegò Walt.
Walter lo osservò indagatore ancora per qualche secondo mentre i suoi pensieri andavano a collegarsi e a sovrapporsi in fretta.
«Kingdom Hearts… si pensa che sia una figura leggendaria che rappresenti la Luce vera… ma non è mai stato visto, nemmeno da noi maestri. Appare solo in alcune iscrizioni della parete incisa nella Sala delle Profezie. Dovrebbe essere un qualcosa di fondamentale per debellare l’Oscurità. Ma sono solo ipotesi…» disse il maestro «Se non hai altre domande io ti saluto. Dopo la Battle Stadium verificheremo i tuoi progressi con lo Spazio e faremo altri esercizi, d’accordo?» propose il maestro ritornando al suo atteggiamento simpatico e allegro di sempre.
«Sì, mi impegnerò al massimo!» rispose Walt e, subito dopo, vide svanire il maestro in un lampo bianco, mentre lo salutava con la mano.
Walt, si voltò e si godette ancora per qualche minuto la vista stupenda che aveva su Athom al tramonto.
Tutta la città era sotto di lui, nella sua placida tranquillità, illuminata da un tramonto rosso fuoco mentre all’orizzonte il Sole si tuffava in mare. C’era anche qualche persona sulla passeggiata sopraelevata appena inaugurata
Era una vista stupenda.
Poi, sospirando soddisfatto della giornata, si preparò a affrontare altri nove salti in movimento dinamico per tornare a casa.
 
 
 
 
Walter apparve nella Sala dei Sette, sulla sua seduta, con le mani giunte a reggergli il mento.
Oltre a lui erano presenti Avis, Erika e Dave.
Poi, vedendo che tutti stavano aspettando un suo resoconto, si decise a parlare.
«La profezia gli ha parlato del Kingdom Hearts» affermò agli altri.
Aveva volutamente omesso che l’incisione finale della Sala delle Profezie rappresentava proprio il Kingdom Hearts.  








 
 
Angolo dell’autore:
 
Eccomi di nuovo! Dopo un periodo di pausa finalmente torniamo a puntare gli occhi su questo prequel.
Leggiamo di una nuova lezione, quella in cui Avis ed Eugeo spiegano le efficace di un elemento su un altro e dei fantomatici “fattori secondari e terziari” che possono influire nei duelli.
Cosa ve ne pare di questa lezione? La dimostrazione finale dei maestri vi è piaciuta?
Pensate che abbiano combattuto al massimo delle loro capacità?
Successivamente leggiamo della lezione privata di Walt con Walter.
Cosa ve ne pare dello Spazio come elemento? Secondo voi Walt imparerà ad utilizzarlo?
Alla fine Walter pone una seconda condizione a Walt.
Quale pensate sia l’altro elemento pericoloso e potente alla pari dello Spazio?
Chi potrebbe possederlo?
Vi sono piaciuti i ruoli secondari dei Maestri? Li trovate azzeccati? Secondo voi vedremo mai Walter combattere per i motivi che dice?
Fatemelo sapere in una recensione!
 
Critiche, commenti e nuove idee sono sempre ben accetti!


La prossima pubblicazione sarà l’ULTIMO capitolo di “Kingdom Hearts 2W”, perciò vi consiglio di non perdervelo ;) ovviamente contiene informazioni importantissime al livello di trama, sia per quello che abbiamo appena visto sia per il futuro.
Domenica 5 sarò al Lucca Comics perciò lo troverete online già da mercoledì 1 circa.
 
See you next time!
   
 
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