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Autore: Signorina Granger    22/10/2017    12 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
C’è un’area ristretta, protetta da una barriera inaccessibile, dove le persone vivono in armonia, nella ricchezza, ognuno ha il suo ruolo e vige la più totale giustizia.
L’opportunità di accedervi viene data a tutti, quando ogni quattro anni ha luogo un Processo di selezione, fatto di test e prove, al quale viene sottoposto chiunque abbia già compiuto vent’anni, dando a chi più se la merita la possibilità di vivere una vita migliore nell’Offshore.
L’occasione è una sola e se sprecata recuperarla è impossibile.
Benvenuti nel Processo.
[La storia prende ispirazione dalla serie “3%”]
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 4: Gli antidoti 



Dopo la prova dei cubi, e l’eliminazione di altri 21 candidati, Benjamin aveva incontrato brevemente tutti i ragazzi restanti, congratulandosi con loro per aver superato la prima parte del Processo e per comunicare che la seconda prova si sarebbe svolta la mattina dopo.

I ragazzi avevano quindi il resto della giornata libera ed erano stati accompagnati nei loro alloggi temporanei per riposarsi. 

Cosa che, ovviamente, nessuno fu in grado di fare a causa della tensione. 

Nonostante fosse davvero stanca, non per niente aveva dormito a malapena la notte precedente, Alethea si sentiva perfettamente sveglia e vigile, dormire non rientrava neanche lontanamente nelle sue intenzioni. 

Dopo essersi sfilata le scarpe si era seduta sul letto che aveva scelto tra i tre baldacchini presenti nella stanza a gambe incrociate, abbracciando il cuscino per meditare tra sè, in silenzio. 


Riflettendo su come sarebbero potute andare le cose di lí in avanti.
In realtà le voci che la circondavano la disturbavano non poco, ma disgraziatamente non poteva avere un angolo completamente riservato per starmene in pace e in silenzio… e, cosa che non contribuiva a stendere la tensione, non aveva nemmeno con sè nessun libro.

Non avevano alcun modo di potersi distrarre, lì dentro… potevano solo conversare tra loro e arrovellarsi sulle prove successive, chiuse dentro quelle quattro mura bianche. 

Possibile che tutto quel bianco non avesse mai mandato nessuno fuori di testa? Era lì da poche ore e già faticava a sopportarlo. E di certo contribuiva a renderla tanto sveglia, quasi irrequieta. 

La Corvonero sbuffò sommessamente, stringendo la presa sul cuscino e appoggiando il mento sulla federa candida mentre cercava di non prestare troppa attenzione alle ragazze con cui avrebbe condiviso la stanza, molte delle quali stavano conversando tra loro… eccetto per Hailey, che si era arrampicata su un letto in alto senza più muoversi o proferire parola, restando stesa sul materasso con gli occhi fissi sul soffitto. 

Non sapeva se stesse dormendo, ma qualcosa le diceva che, come lei, stava pensando alla prova che le attendeva di lì a poche ore. 

L’unico problema era che non aveva idea di come ci sarebbe arrivata, visto che in quella stanza il tempo sembrava non scorrere… non c’era nemmeno l’ombra di un orologio, e neanche una finestra. 
Si sentiva quasi in cella, non avendo nemmeno idea di che ora potesse essere.


La ragazza che aveva occupato il letto sopra al suo, bionda dagli occhi chiari, stava parlando con una ragazza bruna che era seduta sul letto in alto del terzo baldacchino, impegnate a confrontarsi sulla prova successiva, ipotizzando di cosa potesse trattarsi.

Alethea sbuffò leggermente, desiderosa di avere anche solo un briciolo di solitudine. Non parlare con nessuno non le aveva mai dato problemi, era sempre stata piuttosto solitaria e introversa, più incline ad osservare che a parlare. 
Cosa che stava facendo anche in quel momento, dal momento che non poteva fare nient’altro: si limitava ad ascoltare distrattamente i discorsi delle altre ragazze, cercando di capire con chi avesse a che fare. 
In fin dei conti erano ancora in 142… e non era una gara a squadre, bensì tutti contro tutti per il raggiungimento di un obbiettivo comune. 



“Continuo a pensarci… ho ancora i brividi.”

Mairne piegò le labbra in una smorfia mentre teneva il cuscino stretto a sè, abbracciandolo con veemenza per cercare di scaricare la tensione su qualcosa. 
Lilian annuì alle parole dell’amica, parlando con un tono cupo che si allontanava moltissimo da quello vivace che era solita usare:

“Lo so. È tremendo… e da come hanno reagito pare che non sia una novità.”
“Non riesco a capacitarmi del fatto che qualcuno sia disposto a togliersi la vita pur di non tornare a quella che conduceva prima… io non lo potrei mai fare.”

“Neanche io, anche solo per rispetto nei confronti della mia famiglia, dei sacrifici che ha fatto per me.”

Lilian annuì prima di sollevare una mano, portandosela istintivamente alla base del collo. 
Quando però non trovò alcun ciondolo a forma di stella da sfiorare chiuse la mano a pugno, riabbassandola rapidamente come se si fosse scottata. 

Per un attimo si era dimenticata di non aver più al collo la sua collana. 
E immaginare il visino di Lindsay mortificato nel vederla senza la collana che le aveva regalato le faceva venire solo voglia di sprofondare. 


“L’idea di non vederli più non ti spaventa?”
“Un po’. Ma voglio smetterla di essere un peso per loro… sono la più grande, è ora che io prenda la mia strada. Mi mancherebbero, certo, ma voglio davvero vivere nell’Offshore.”

“Immagino che ricominciare sarebbe molto più facile se riuscissimo a farcela insieme a qualcuno a cui teniamo… per me sarebbe meraviglioso riuscire a passare insieme a te o a Noah.”

Un piccolo sorriso increspò le labbra di Mairne, che parlò con gli occhi chiari quasi luccicanti e Lilian ricambiò, annuendo leggermente:

“Sarebbe bello, vero?”
“Sarebbe un sogno.”


*


Kay era steso sul letto, gli occhi fissi sul soffitto della stanza. Bianco, ovviamente. 
Tutta quell’assenza di colori gli stava quasi dando alla testa, invece che rilassarlo quel bianco lo rendeva solo più nervoso ed irrequieto. 

E poi continuava a pensare a Jeremy.
Non riusciva a fare a meno di pensare che, se lui fosse riuscito ad accedere nell’Offshore, forse non l’avrebbe più rivisto. E odiava quella prospettiva. 

Non aveva avuto una vita facile, Kay Arik Platinum. E l’idea di poterne avere una migliore era oltremodo succulenta ai suoi occhi… ma più si immaginava nell’Offshore più immaginava la vita che il suo amico avrebbe condotto di lì in avanti.

Per un attimo il biondo pensò al ragazzo che si era tolto la vita solo un paio d’ore prima ed ebbe un tuffo al cuore, ripetendosi che no, Jerry non l’avrebbe mai fatto.

No, Jerry era forte, non si sarebbe tolto la vita. 
Sarebbe tornato a casa e avrebbe riabbracciato i suoi genitori e suo fratello, avrebbe continuato a condurre la vita di sempre, come se il Processo non fosse mai esistito.


O almeno, lo sperava. 


“Dispiace anche a me per Jeremy.”

Sentendo una voce Kay quasi sobbalzò, ritornando improvvisamente alla realtà prima di voltarsi su un fianco e abbassare lo sguardo, trovandosi così i penetranti occhi blu di Theodore Clark davanti.

“Sì, beh… mi sarebbe piaciuto poter condividere con lui questa esperienza più a lungo.”
“Onestamente credo potesse dare di più. Ma non abbatterti Platinum, devi pensare al tuo percorso, non al suo. È normale demoralizzarsi vedendo un tuo amico andarsene, ma non deve per forza andare così anche per te.”

 Theodore si strinse nelle spalle, pensando al ragazzo con cui per sette anni aveva condiviso Dormitorio e lezioni. Dispiaceva anche a lui per Jeremy, anche se non erano mai stati grandi amici, e anche se riusciva ad immedesimarsi in Kay riteneva che non dovesse gettare tutto all’aria: quell’occasione era irrecuperabile. 

“Beh, spero per te di non perdere un tuo amico tanto in fretta, Clark.”

Al borbottio di Kay Theo pensò ad Alastair, Kieran e Phoebus. In realtà gli ultimi due erano diventati suoi amici solo perché a scuola si era avvicinato molto ad Alastair, ma era ben lieto che fossero ancora tutti e quattro nel Processo. 
Chissà che quella situazione non potesse prolungarsi ancora per un po’.

Il Corvonero si voltò verso il letto di Phoebus, dove lui e Alastair si erano seduti con Kieran di fronte, seduto sul suo letto, impegnati a discutere. 

Non gli risultava affatto difficile adottare la filosofia del “tutti contro tutti, ognuno gioca per sè”, era cresciuto abituandosi a doversi guadagnare qualunque cosa, a non dover mai condividere nulla, a tenersi stretto ciò che aveva e a guardare con diffidenza chiunque potesse portarglielo via. 

Eppure, una parte di lui pensava a quanto sarebbe stato piacevole condurre una vita diversa, magari con meno solitudine.


*


“Tu conoscevi qualcuno tra i ragazzi che hanno eliminato?”

“Margaret Pennon e Jeremy Patterson hanno la mia età, ma lei era Grifondoro e lui Corvonero, non li conoscevo molto bene. Per quanto mi riguarda, sono felice di essere ancora qui.”

Zavannah si strinse nelle spalle mentre, seduta sul letto in basso che Nymphea aveva occupato, parlava con l’ex compagna di Casa e Berenice. 

“Ormai siamo rimasti circa in 140… in un giorno ne hanno mandati fuori già una sessantina. Di questo passo tra una settimana sarà già tutto finito.”

“Beh, a me non dispiacerebbe, odio quest’attesa… secondo voi da quanto siamo qui?”

Berenice sbuffò con evidente impazienza ma Nymphea scosse il capo, mormorando che non ne aveva proprio idea. 

L’assenza di finestre, il fatto che fossero vestiti tutti uguali e l’ambiente la facevano sentire chiusa dentro una cella, e quella sensazione non le piaceva affatto. 
Aveva la netta sensazione che non avrebbe dormito molto, quella notte. 

“Tecnicamente qui dentro possono fare quello che vogliono, potrebbero anche far passare due interi giorni tra una prova e l’altra, giusto per mandarci fuori di testa non avendo nessun contatto con l’esterno… “
“Pensi davvero che lo farebbero?”

“Chi può dirlo Nym… forse potrebbero volerci vedere reagire sotto pressione, verificare come siamo in grado di gestire l’ansia. L’ansia gioca brutti scherzi qui, mi ricordo di Jeremy Patterson, a scuola. Era bravo, molto bravo, non era un ragazzo stupido… era davvero sveglio. Fatico a credere che sia stato eliminato in una prova prevalentemente di logica spaziale.”


*


Ripensò, con un debole sospiro, a quando il giorno prima Margaret le aveva praticamente ordinato di mangiare. 
Nemmeno quella mattina Louella aveva molta fame, aveva una tazza di thè caldo davanti ma non aveva preso nulla da mangiare, anche se la sera prima non avevano mangiato nulla.

Pazzesco con fossero arrivati lì solo il giorno prima, quando a lei sembrava di essere dentro quell’edificio da almeno una settimana… e la prospettiva di dover affrontare le prove successive senza il supporto della sua amica era a dir poco sconfortante. 

Le sembrò di sentire nuovamente la voce dell’amica intimarle di mangiare per evitare di svenire nel bel mezzo della seconda prova, ma il suo stomaco sembrava essersi categoricamente chiuso, rifiutandosi di ingerire qualunque cosa. 
E il fatto che avesse dormito a malapena non l’aiutava a sentirsi più tranquilla per la prova imminente, proprio per niente. 

Quasi non si accorse che qualcuno aveva preso posto di fronte a lei e di conseguenza sobbalzò quando sentì una voce familiare:

“Non hai fame? Non mangiamo niente da diverse ore. A meno che tu non abbia una specie di riserva segreta nella tua camera, certo.”
La bionda sollevò lo sguardo dalla tazza che aveva davanti per posarlo sul volto familiare di un ragazzo, abbozzando un sorriso:

“No, nessuna riserva segreta Kay. Comunque no, non ho fame.”
“Come preferisci… io invece penso che saccheggerò le scorte, visto che questi simpaticoni ci hanno lasciati a digiuno ieri sera.”

Kay si strinse nelle spalle mentre versava una quantità industriale di sciroppo sulla torre di pancake che aveva davanti, scaturendo così un debole sorriso da parte della dell’ex compagna di Casa:

“Fai bene. Mi dispiace per Jeremy, comunque.”
“E a me per Margaret, era simpatica.”
“Sì, lo è. Spero che stia bene e che non si butti giù.”

La bionda si strinse debolmente nelle spalle mentre Kay, che si limitò ad annuire, le metteva un pancake nel piatto senza dire nulla, suggerendole silenziosamente di mangiarlo con un cenno.

E Louella gli sorrise con gratitudine, riuscendo quasi a sentire le parole di approvazione di Meg nella sua testa.


*


“Ciao… come va?”

Sentendo una mano poggiarsi sulla sua spalla Mairne si voltò, sorridendo quando si trovo davanti Noah:

“Ciao Noah… bene, grazie, anche se non ho dormito molto.”
“Neanche io, sarà l’agitazione... sei più tranquilla rispetto a ieri?”

Noah prese posto accanto alla bionda, che annuì senza dire niente, evitando di chiedergli se si stesse riferendo all’agitazione per la prova o per il suicidio a cui aveva assistito. 
In realtà rivedeva ancora tutto quel sangue sulle piastrelle bianche quando chiudeva gli occhi, ma preferiva che l’amico non lo sapesse. 

“Sì, non preoccuparti.”

Seppe di non averlo convinto, ma la Corvonero preferì comunque chiudere il discorso, abbozzando un sorriso:

“Davvero, non pensare a me, ci dobbiamo concentrare per la prova di oggi. Vedi di non farti buttare fuori, mi hai capita bene?”
“Farò del mio meglio per non essere eliminato e compiacervi, Vostra Grazia…”



*


Quando, subito dopo la colazione, erano stati accompagnati sul luogo della seconda prova, probabilmente nessuno di loro aveva saputo che cosa immaginarmi. 

Ci si era arrovellato per interminabili minuti il giorno prima, quando si era rigirato nel letto per ore, senza riuscire ad addormentarsi. 
Una decina di idee gli affollavano la mente e moriva dalla voglia di sapere se una si sarebbe rivelata corretta. 

Quando mise piede nella grande stanza un sorriso gli increspò le labbra, sentendosi immediatamente molto più a suo agio: sì, a quanto sembrava ci aveva preso. 
A giudicare dal considerevole numero di calderoni, la prova avrebbe avuto a che fare con le Pozioni. 

E Phoebus se l’era sempre cavata molto bene a scuola, in quella materia. 
Il Serpeverde si voltò per rivolgere un sorrisetto carico di soddisfazione in direzione di Kieran, che ricambiò quasi con aria divertita – intuendo a cosa stesse pensando l’amico – prima di voltarsi verso Alastair, che invece era quasi impallidito non appena aveva posato lo sguardo sui calderoni:

“Allora Al… ora come la mettiamo?”
“Oh, state zitti… questa non mi ci voleva, Porco Salazar.”


*


“Come avrete intuito, questa prova si basa su una materia che tutti voi avete studiato, ad Hogwarts… Pozioni. La prova consiste nel riprodurne una non solo nel minor tempo possibile, ma che abbia gli effetti giusti. Dovrete dividervi a coppie e, insieme, preparare la ricetta… una volta pronta ognuno ne berrà un po’, e allora si vedrà chi l’avrà preparata correttamente e chi no.”

Pozioni le era sempre piaciuta, in effetti se l’era sempre cavata molto bene… a non piacerle fu, più che altro, il sorrisetto divertito che l’esaminatore aveva sfoggiato per tutto il tempo quando aveva spiegato la prova. 

Asterope si voltò verso Erza, rivolgendole un cenno come a volerle chiedere silenziosamente di fare coppia con lei. La rossa annuì e le due Serpeverde si avvicinarono alla postazione più vicina, piazzandosi dietro ad un calderone mentre intorno a loro tutti gli altri candidati erano impegnati nella stessa operazione. 



“Merda. Questa non ci voleva… io sono assolutamente negata, non ce la farò mai!”
“Lo dici a me, Lily? Le mie Pozioni a scuola producevano nubi tossiche! E ora come facciamo…”

Mairne sospirò, trattenendosi dal nascondersi in un angolo remoto della stanza mentre accanto a loro nemmeno Milo sembrava particolarmente felice mentre si rivolgeva a Noah, proponendogli di preparare la Pozioni insieme.
E per quanto gli si fosse affezionato, Noah per un momento fu quasi tentato di declinare, visti i trascorsi dell’ex compagno di Casa in quella materia. 

“D’accordo Milo… ma ti prego, lascia fare a me. Non sono una cima nemmeno io, ma di certo non potrei fare più danni di te.”
“Nessun problema, lascio tutto nelle tue mani.”



“Theo, smettila di ridere. Perché non è divertente!”
“Ho accettato di stare in coppia con te e di pararti così il fondoschiena Al, dovresti essermi grato visto che, come sanno tutti, sei assolutamente pessimo in Pozioni!”

Theodore sorrise con aria divertita mentre invece l’amico sbuffò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli castani, pregando di riuscire a cavarsela grazie all’aiuto del Corvonero. 


“Grazie per la puntualizzazione, come se potessi mai dimenticarmene… Ho una proposta, Clark: io leggo gli ingredienti e tu esegui, ci stai? Forse in questo modo eviterò di fare danni.”

“Visto che la prova è di coppia e quindi presumo che lo saranno anche le eliminazioni sì, ci sto, non voglio tornare a casa a causa della tua profonda incapacità.”



Solo quando tutti i candidati si furono divisi in coppie e preso posto dietro ad un calderone l’esaminatore parlò di nuovo, terminando di spiegare la prova:

“Come vi ho già detto, dovrete preparare una Pozione e, alla fine, berne un po’ ciascuno. Penso che gran parte di voi già conosca la ricetta in questione, si tratta dell’Antidoto per Veleni Rari.”

Con un lieve colpo di bacchetta l’uomo fece comparire la ricetta sulla grande lavagna che occupava buona parte della parete alle sue spalle, mentre un lieve brusio si diffondeva a macchia d’olio tra i ragazzi:

“Antidoto? Ma perché dovremmo bere un antidoto?”

Erza si accigliò leggermente mentre accanto a lei invece Asterope sfoggiò una smorfia, trovando conferma nei suoi timori iniziali: evidentemente aveva fatto bene a trovare poco promettente il sorriso dell’esaminatore.

“Per nessun motivo, immagino… a meno che non ci abbiano rifilato chissà che cosa a colazione, certo.”


*


“Non riesco a credere che l’abbiano fatto sul serio… ci hanno avvelenato, ma che cos’hanno in testa questi tizi?”

Hailey sbuffò mentre riempiva d’acqua il suo calderone e Alethea, in piedi accanto a lei, prendeva un coltello per incidere i semi di fuoco freddi:

“In effetti non si può negare che sia una prova sopra le righe… addirittura dover preparare l’antidoto per la nostra stessa incolumità, un colpo da maestro.”
“Sì, beh, intanto se non lo prepariamo entro venti minuti resteremo paralizzare per due ore, grazie al veleno che ci hanno gentilmente somministrato a colazione…”

Hailey sbuffò, parlando con un tono piuttosto acido mentre si appuntava mentalmente di annusare con estrema attenzione tutto il cibo che si sarebbe trovata davanti sotto quel tetto, di lì in poi.

E per fortuna se l’era sempre cavata bene in Pozioni, così come Alethea… di norma entrambe preferivano lavorare da sole e non in gruppo, ma se non altro facendo coppia si erano assicurate la vittoria quasi al 100%.


*


“Grazie per aver accettato d8 fare coppia con me, è un sollievo… io non me la sono mai cavata molto bene, in Pozioni.”
Zavannah abbozzò un sorriso mentre, sotto precise indicazioni di Nymphea, mescolava lentamente il contenuto del calderone. Quest’ultima, in piedi accanto a lei e impegnata a pestare con movimento rapidi e decisi i pungiglioni di Billywig, sollevò momentaneamente lo sguardo per rivolgerle un caldo sorriso cortese, parlandole con gentilezza:

“Figurati, è un piacere. A buon rendere quando capiterà qualcosa in cui io sarò negata, spero.”
“Assolutamente. Spero davvero di riuscire a farcela con il tuo aiuto, essere eliminate per non essere riuscite a preparare in tempo l’antidoto sarebbe oltremodo umiliante.”


La bionda lancio un’occhiata torva in direzione dell’esaminatore, ringraziando sentitamente chiunque avesse avuto quella brillante idea: per preparare l’antidoto avevano solo venti minuti, prima che il veleno facesse effetto e causasse un momentaneo blocco delle ossa e delle articolazioni.
In poche parole, chiunque avesse finito per subire gli effetti del veleno sarebbe stato eliminato. E Zavannah non aveva nessuna intenzione di andarsene quel giorno, tantomeno trascinando Nymphea a fondo con sé.


*


Mentre lasciava cadere il corno di Graforno nel calderone, mentre l’antidoto ribolliva e aveva ormai assunta una sfumatura violacea, Louella stava quasi pregando mentalmente, sperando di riuscire a tirar fuori qualcosa di buono da quella prova: non era mai stata particolarmente dotata in Pozioni, anzi, ma Kay se la cavava meglio di lei e aveva quindi finito col fare praticamente affidamento su di lui.

Anche se, conoscendolo, forse non era una grande idea.


“Lou, credo che dovresti sorridere e rilassarti, sembra che tu stia disinnescando una bomba.”
“Beh, c’è la tensione e il conto alla rovescia, e ormai mancano meno di dieci minuti allo scadere del tempo… quindi sì, sono nervosa, non voglio andare a casa.”

“E non ci tornerai, o almeno non oggi. Fidati di me!”

Il biondo sfoggiò un sorriso, come se non fosse affatto preoccupato dalla prova in corso, mentre invece l’ex Grifondoro non riuscì ad imitarlo, neanche sforzandosi: era più facile a dirsi, che a farsi…


*


“So che non dovrei, ma è più forte di me. Al è davvero troppo divertente.”

Phoebus ridacchiò mentre, continuando a mescolare l’antidoto ormai praticamente pronto, teneva gli occhi fissi sul ragazzo: Alastair aveva preso posto qualche metro più in là, accanto a Theodore, e la sua agitazione si sarebbe potuta benissimo scorgere dalla Luna. 

“Sì, forse non dovresti, ma hai ragione: l’ho visto di rado tanto nervoso come ora.” 

Anche Kieran sorrise, estremamente rilassato come l’amico – a differenza di gran parte tra i presenti che stavano, invece, sudando freddo per terminare in tempo – mentre ultimava la preparazione dell’antidoto. 

“Beh, spero che lui e Theo ce la facciano, sarebbe un vero peccato.”
“Già… ma da una parte spero che vengano eliminati in molti… sono comunque avversari in meno, no?”







………………………………………………………………………………
Angolo Autrice:

Temo proprio che per leggere la seconda parte e sapere chi è stato eliminato dovrete aspettare il prossimo capitolo… A giovedì! 

Signorina Granger 

   
 
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