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Autore: Dalhia_Gwen    23/10/2017    4 recensioni
Tutte le ragazze hanno un'ambizione, lei compresa.
Ma la sua è qualcosa di particolare.
Inconsueta.
Singolare.
Lei voleva diventare un marinaio.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Duncan, Geoff, Gwen, Scott | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Chapter 14




 

Percorse tutto il tragitto non distogliendo gli occhi da Jo, che giaceva inerme tra le sue braccia, completamente rapito dal sonno.
Arrivato alla porta, la spalancò con un calcio, facendo spaventare la sua ospite che, tra le lenzuola, lo aspettava impaziente di placare la voglia di poterlo avere tutto per sé.
- Finalmente mio caro… - iniziò lei, scoprendosi lentamente con fare sensuale, ma si ritrasse quando vide il capitano avere un’altra persona tra le braccia, intento a farla stendere sul suo letto, ignorando la fanciulla completamente.
- Vattene. - le disse irritato, mentre poggiava delicatamente Jo sotto le lenzuola.
La nobile parve non capire.
- C-Come tesorino…? - chiese, ma il capitano non le fece terminare la frase.
- Ho detto VATTENE! FUORI DALLA MIA STANZA E DALLA MIA NAVE! - urlò lui guardandola con odio.
La ragazza dalla pelle mulatta gettò un urlo per lo spavento, guardandolo stralunata senza capire il motivo di quel rifiuto netto ed improvviso.
Si alzò in fretta e si rivestì velocemente, lanciando occhiate assassine all’ospite che probabilmente fu la causa dell’ira incondizionata del capitano, il quale in quel momento sembrava avere occhi solo per lui.
Si sistemò al meglio che poté, e si avviò verso la porta con fare adirato.
- Devi riportarmi a terra. Altrimenti come torno a palazzo?! - chiese lei con la sua solita voce stridula, che ultimamente il capitano trovava sempre più insopportabile.
Il capitano non le degnò nemmeno uno sguardo.
- Troverai un mio uomo sulla nave. Chiedi a lui di portarti a terra. - disse serio, sistemando i cuscini. All’ennesima indifferenza da parte del ragazzo, lei perse completamente la pazienza e si rivolse a lui inorridita.
- Ma chi diavolo è quello lì!? Da quando l’hai portato qui sei totalmente cambiato!!! - strillò a limite della sopportazione.
- Non sono cambiato, Courtney. Ho solo aperto gli occhi, su di te e sul tuo schifoso mondo. Tra noi è finita, per sempre. - disse con tono che non ammetteva repliche, volgendo finalmente lo sguardo su di lei ed incenerendola. D’altro canto la principessa si sentì ribollire nell’animo: era una persona che detestava perdere, e il capitano lo sapeva benissimo.
Sapeva quanto erano simili nei loro difetti, e quanto sarebbero stati incompatibili nella vita.
Soprattutto dopo che seppe la verità dell’interessamento della ragazza nei suoi confronti.
La sentì strillare qualcosa di incomprensibile, dopodiché avvertì la porta della sua cabina sbattuta forte e un rumore di tacchi veloci che si allontanarono sempre di più.
Il capitano sospirò, assaporando il dolce sapore della tranquillità.
Non ne poté più di tutta quella falsa. Oramai il suo sentimento verso di lei si spense totalmente.

Courtney Elizabeth Beverly Barlow
* era la figliastra del re d’Inghilterra, e conobbe il capitano Duncan durante una delle sue convocazioni in cui il padre gli chiedeva di portare a termine determinati compiti. Cominciarono a frequentarsi in segreto, divenendo da subito amanti. Per Duncan fu attrazione a prima vista, era completamente ammaliato da quella fanciulla tanto vicina quanto lontana dalla sua portata, ma era disposto a combattere anche il suo stesso re pur di averla.
D’altro canto la principessa era una ragazza ostile e viziata, attratta da quel ragazzo affascinante che emanava una sicurezza e una determinazione tali da renderlo irresistibile.
Le piaceva stare con lui, ogni volta era un’emozione sempre nuova, ma sapeva bene che quello non era amore.
Erano due mondi completamente diversi ed incompatibili, dettati da leggi che andavano in contrasto con l’altro mondo.
E lei era cresciuta mentendo, le era talmente naturale che non aveva neanche bisogno di fingere.
Marchingegni, stratagemmi e manipolazioni erano all’ordine del giorno in una corte, e i nobili erano più che addestrati, lei compresa.
Per cui non le fu difficile non rifiutare quello che sarebbe stato un matrimonio più che vantaggioso con il futuro re della Giamaica, terra contesa tra nobili e pirati, facendo così in modo che l’Inghilterra si impossessasse di un pezzo di mondo che i pirati stavano colonizzando con la loro autorità.
Sapeva che in quel complotto vi era anche Duncan, per cui quale miglior occasione sarebbe stata quella di estorcergli informazioni preziose dei suoi compari, manipolando i suoi sentimenti più che evidenti verso la nobile, anticipando così le mosse?
La ragazza era più che d’accordo, aveva una dote naturale per certe cose, e così facendo non avrebbe di certo rinunciato al suo giocattolo serale, mentre allo stesso tempo sarebbe stata la moglie pura e casta che tutti avrebbero voluto.
Lei non sapeva cosa significasse amare, né tantomeno ci teneva, troppo presa dal potere e dai vantaggi da esso scaturiti.
Tuttavia però qualcosa andò storto nei piani tra padre e figlia, nel momento in cui Duncan chiese la mano del re per sposarla. A quel punto la verità venne a galla, ma Courtney fu talmente abile da raggirarlo di nuovo, spiegandogli che sarebbe stato solo un matrimonio di convenienza e promettendogli che il suo cuore sarebbe sempre appartenuto al pirata.
Quella scoperta segnò profondamente il giovane corsaro che, per la prima volta nella sua vita, mise finalmente da parte la sua maschera costruita duramente nel tempo, per dare sfogo ai suoi sentimenti, giusti o sbagliati che fossero stati.
Lui si denudò per lei, mostrò il suo lato debole per lei, rischiando di diventare un bersaglio facile per tutti i suoi nemici.
Avrebbe affrontato tutto, convinto che al suo fianco ci sarebbe stata lei che gli sembrò così simile ed incline al suo stile di vita.
Tutte menzogne, si ritrovò a pensare, nel momento in cui ricevette quella doccia fredda di verità, e da quel giorno si ripromise di non commettere più un errore del genere.
In quel modo mise in pericolo non solo sé stesso, ma anche la vita della sua intera ciurma: si comportò da debole, facendo sì che il suo cuore comandasse la mente, e fu un disastro totale.
Tornò così più spietato ed insensibile di prima, annebbiato da un unico obiettivo: la vendetta.
 
Giocò così d’astuzia, facendo credere alla bella principessa di accettare il compromesso da lei imposto, ottenendo due preziosi vantaggi: il primo fu tenere sotto controllo le mosse del re, e il secondo fu il suo compiacimento carnale, che non rifiutava mai.
Nonostante l’arte e l’indole della giovane per quel tipo di attività, Duncan si accorse col tempo che la fiamma che alimentò il suo piacere verso quella ragazza si stava spegnendo sempre più, dopo ogni loro incontro.
Il suo corpo non rispondeva più come prima, e le sensazioni che solo lei era in grado di fargli provare scemarono senza che lui potesse fare nulla, facendolo diventare insensibile ad ogni loro ricongiungimento.
Oltretutto, l’arrivo di quello strano ragazzo di nome Jordan, lo distolse completamente dalla crisi ormonale che stava attraversando, fino ad arrivare a quella sera in cui capì che non provava più nulla per lei.
Per questo all’ennesimo tentativo di lei di averlo tutto per sé quella notte, lui rifiutò il suo invito, trovando la scusa di dover prendere una boccata d’aria prima di scatenarsi sotto le lenzuola.
Fu così che si ritrovò sul ponte, poggiato al parapetto, con la mente persa tra le stelle, sempre più consapevole della pugnata di quel tradimento.
 
Si sentiva una pedina, un giocattolo, e questo gli logorava l’anima.
Non era rimasto più nulla da essere orgogliosi nel suo cuore.
Solo odio e ribrezzo, per averlo usato e gettato.
E si sa, chi avrebbe usato il cuore di un pirata ferendolo fino all’orgoglio, l’avrebbe pagata molto cara.
 
⚓⚓⚓
 
Rimasto finalmente solo, il ragazzo si sentì libero di rilassarsi e prendere consapevolezza di quello che stava facendo.
Si concentrò sul giovane steso di fronte a lui, e non poté fare a meno di ammirarlo.
 
Aveva un viso sereno, nonostante i fastidi che l’alcol gli fece provare poco prima di addormentarsi, ma ciò che lo colpì maggiormente furono i lineamenti così delicati del viso.
Le sue ciglia erano lunghe e delineate, e aveva una bocca così rossa e carnosa che gli venne quasi voglia di baciarla.
Si diede immediatamente del matto per aver permesso ad un pensiero così assurdo di oltrepassare la sua mente, ma proprio non riusciva a capacitarsi che quel Jo fosse quello che tutti credevano: un uomo.
Non resistette e, preso da una voga incontenibile, prese il berretto da cui il ragazzino non si separava mai e glielo sfilò delicatamente, per paura di svegliarlo.
Man mano che liberava la testa dal berretto, folte ciocche nere e lunghe si espansero imperterrite sul cuscino, dando alla figura assopita un aspetto completamente diverso.
 
Rimase scioccato nel constatare che tutti i dubbi che riservò e a cui non riuscì a dare una spiegazione, stavano man mano lasciando spazio a certezze sempre più reali.
 
Guardò poi il viso nell’insieme, e notò affascinato che il risultato non fosse poi così male.
 
Tuttavia non arrivò a conclusioni affrettate: poteva benissimo essere un ragazzo con i capelli lunghi e dai lineamenti gentili, ne vide tanti in giro, e li derise per non essere abbastanza mascolini.
Dunque pensò di andare avanti nelle sue ricerche, deciso e sempre più a fondo.
Cominciò a manovrare la camicia che Jo indossò quel giorno, sbottonandola lentamente fino ad arrivare a metà busto. Poi l’aprì completamente, rivelando così quello che nascondeva.
Un bustino avvolgeva il petto e gran parte del corpo del giovane, comprimendolo per divenire lineare, e fu lì che vide l’anomalia: il busto servì a comprimere il seno che, prosperoso, finì con l’eccellere sopra, dando l’impressione di avere un accenno di pettorali, oltretutto di dubbia natura.
La prova fu lampante, ed immediatamente il capitano capì tutto.
 
Jordan, che si spacciava tanto per un uomo, era in realtà una donna: una bellissima e dannata donna che aveva ingannato tutti, persino lui.
 
Inevitabilmente gli nacque un enigmatico sorriso, mentre una mano cadde sul viso caldo della fanciulla, accarezzandolo dolcemente. Sentì la pelle liscia sotto il palmo della mano, e improvvisamente un calore attraversò il suo corpo, arrivando fino in basso.
In fondo era quasi mezza nuda di fronte a lui, e la sua bellezza aveva un effetto devastante sul capitano.
 
Non aveva mai visto nulla di così bello, tuttavia si era ripromesso che non sarebbe caduto di nuovo nella tentazione.
 
Dopo essersi ripreso dallo stato di trans in cui cadde per pochi minuti, decise di chiuderle la camicia e le fece indossare di nuovo il berretto.
Si alzò frustato dal letto, respirando a fatica per le sensazioni che quella fanciulla gli provocò pochi istanti prima, non avendo però alcuna risposta.
Furono così diverse da quelle che provò con Courtney, ma tuttavia tanto intense da paragonarle a quelle che provò quando fece per la prima volta l’amore con la principessa.
 
E quelle erano sensazioni che nacquero col tempo.
 
Raggiunse in fretta e furia il tavolo su cui erano appoggiati due bicchieri e una bottiglia di rum.
Sentì l’esigenza di bere, così decise di riempirsi un bicchiere e lo mandò giù in un solo istante.
Stava impazzendo, decisamente, ma doveva trovare una soluzione a quello che divenne un grosso problema: odiava ammetterlo, ma aveva inconsapevolmente portato a bordo una donna, e una creatura del genere poteva essere solo oggetto di contese e di risse.
Non credeva alle leggende che condannavano la donna come causa delle sciagure che si imbattevano su una nave, ma era sicuro sul fatto che ognuno dei suoi marinai avrebbe abusato di lei senza neanche un minimo di contegno.
Oltretutto lei era anche molto bella, e ciò complicava ancor di più le cose.
Si riempì un nuovo bicchiere di rum e, dopo aver dato un sorso, si girò per guardarla nuovamente.
Aveva la pelle cinerea, provata tuttavia dall’eccessiva esposizione al Sole a cui fu costretta, e che le diede un colorito ancor più attraente. Aveva le gote rosse, e le mani erano rovinate dal lavoro troppo intenso. Ma non si era mai lamentata, anzi, pareva le piacesse, e questo lo mandava completamente in tilt.
In quel momento, stesa sul suo letto, sembrava un angelo.
 
Una creatura angelica che però di celestiale aveva solo l’aspetto: se era arrivata a tal punto, poteva essere solo pericolosa.
 
Improvvisamente la vide agitarsi, emanando piccoli lamenti, e in quel momento una strana consapevolezza di volerla difendere si fece largo nel suo cuore e annebbiò la sua mente.
Avrebbe retto al gioco, si era detto, altrimenti su quella nave si sarebbe scatenato il più totale caos.
Inoltre era stato preso in giro dall’ennesima donna, e questo non l’ammetteva.
La piccola fanciulla doveva avere una severa lezione: doveva capire che su quella nave comandava lui, e lei non poteva fare tutto quello che voleva, come invece fece.
 
Raggiunse l’altro capo del letto, rendendosi conto di essere parecchio stanco, dopodiché si stese e, non prima di averla contemplata nuovamente, attratto come una calamita, si addormentò.



*Nome puramente casuale




Angolo Autrice:
E finalmente la verità è venuta a galla! Il capitano ha scoperto tutto, l'nganno e la vera natura di Jordan.
Come si comporterà?
Cosa avrà in mente il giovane capitano?
Ma soprattutto... come reagirà Gwen?
Scoprirete tutto nei prossimi capitoli!
Intanto spero che questo vi sia piaciuto ed attendo impaziente le vostre recensioni!
Grazie di cuore a tutti e ci risentiamo presto ;)


Dalhia_Gwen
  
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