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Autore: crazy lion    05/11/2017    5 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Sono tornata!
Ecco il nuovo capitolo! Come vedete è più corto degli altri, ma credetemi ci ho messo l'anima. Sono più di due settimane che ci lavoro.
Inizia, qui, una nuova esperienza per Demi, Mackenzie e Hope, che non hanno mai avuto un gatto nella loro vita. Nei prossimi capitoli il rapporto tra loro e il micio che sceglieranno (e credetemi, decidere quale prendere non sarà semplice), sarà approfondito molto di più. In questo capitolo ho voluto descrivere l'inizio di questo legame.
 
Ci vedremo, con il capitolo 87, alla fine di questo mese o il mese prossimo. Perdonatemi, ma tra tesi e tutto il resto, gli aggiornamenti saranno un po' lenti in questi mesi.
 
 
 
 
 
 
86. UNO IN PIÙ IN FAMIGLIA

Andrew, Demi, Mackenzie e Hope entrarono nel rifugio con il cuore che batteva all'impazzata. La prima cosa che li colpì fu che il pavimento era in legno e ciò, assieme al colore giallo delle pareti, dava all'ambiente un'aria calda e accogliente. Nell'atrio in cui ora si trovavano non c'erano gatti, né gabbie o altro che potesse far pensare agli animali. Al centro della piccola stanza si trovava un bancone dietro il quale stavano seduti un uomo e una donna, tutti e due sulla trentina.
"Buon pomeriggio" disse questa alzandosi e andando ad accogliere i visitatori.
"Salve" rispose Demi. "Io, il mio fidanzato e le mie bambine siamo venuti perché vorremmo adottare un gatto."
"Okay. Io sono Erika e lui è mio marito Angel. Abbiamo creato quest'associazione qualche anno fa. Ci occupiamo di aiutare gli animali in difficoltà, se qualcuno ci chiama perché ha trovato un gatto abbandonato noi ci rechiamo sul posto e cerchiamo di capire la situazione. Siamo entrambi veterinari, ma ovviamente abbiamo altre persone che lavorano con noi per dare una mano. Siamo tutti volontari e siamo molto felici di dare in adozione dei gatti che hanno bisogno di una casa. Se, invece, non riusciamo a torvare loro una famiglia, li teniamo qui e non li lasciamo mai andare."
Demi ed Andrew sorrisero. Gli occhi azzurri di Erika si erano illuminati mentre aveva fatto quel breve discorso e i due vi avevano letto un grande amore per gli animali e una passione molto forte per il proprio lavoro.
"Erika, tesoro, non stancare i signori" la rimproverò bonariamente il marito, avvicinandosi a sua volta.
"Scusate, parlo troppo" sussurrò lei imbarazzata.
"Non si preoccupi, è bello sapere quanto ama la sua professione" le rispose Andrew.
Fu la volta dei quattro di presentarsi. Mackenzie strinse la mano ad Erika e Angel e poi scrisse il suo nome. I due le sorrisero e non le chiesero nulla, capendo che probabilmente aveva qualche difficoltà e non volendo farla sentire in imbarazzo.
"Mackenzie, Hope, se volete potete venire con me a vedere i gatti" disse Erika. "I vostri genitori andranno con Angel a parlare un po'."
Perché non possono venire con noi? chiese Mackenzie, mentre Hope iniziava a battere i piedi per terra.
Era piccola e, come tutti i bambini della sua età, perdeva facilmente la pazienza e non le andava di star ferma a lungo.
"Lo faranno presto" la rassicurò la ragazza, "ma è necessario che parlino con Angel perché prima di dare in adozione un gatto lui deve fare alcune domande agli adottanti. Questo serve per capire se secondo noi potrete davvero prendere un micio." Vedendo lo sguardo preoccupato di Mackenzie, che iniziava a temere che non avrebbe potuto adottare nessun gatto, continuò: "Non è quasi mai capitato che ritenessimo una famiglia non idonea, quindi non dovete preoccuparvi. Sembrate tutti simpatici e di buon cuore."
Detto questo, la ragazza prese per mano Mackenzie e Hope, che non si spaventarono affatto, anzi si comportarono come se la conoscessero da sempre.
"Fate le brave" disse loro la mamma sorridendo. "Ci vediamo tra poco."
 
 
 
Demi aveva appena finito di spiegare che aveva un cane e che a lui non avevano mai dato fastidio i gatti.
"Non abbaia loro se li vede per strada. Semplicemente li guarda e prova ad avvicinarsi, anche se io sto sempre attenta temendo che un micio possa graffiarlo."
"Beh, direi che è un'ottima cosa!" esclamò Angel.
"Perché veniamo ritenuti idonei ad adottare il gatto, lei dovrà venire a casa mia a fare un controllo?" chiese Demetria.
"Alcuni rifugi lo fanno, noi no. Non è una cosa prevista dalla legge, e noi ci fidiamo ciecamente delle persone che vengono qui per adottare. Vorrei comunque sapere se abita in periferia oppure in città, vicino a una strada…"
"Sì, c'è una strada non molto lontano, ed è piuttosto pericolosa" disse Demi.
Era vero. Le macchine  correvano veloci. Avrebbe dovuto fare molta attenzione nel far uscire il proprio gatto, magari in un modo graduale. Avrebbe chiesto consigli ai proprietari del rifugio e ad Andrew, che se ne intendevano sicuramente più di lei.
"Capisco. Le consiglio di portare fuori il gatto con un guinzaglio. per i primi tempi, ovviamente dopo averlo tenuto dentro casa per alcuni mesi. Almeno uno, perché riconosca l'odore dell'abitazione, ma io consiglio sempre di fare uscire i gatti dopo tre mesi circa. Potrebbe far costruire una porticina per il micio, in modo che abbia la possibilità di entrare e uscire quando ne ha voglia."
"Intende una porticina basculante?"
"Esatto."
"Ce l'ho già, in cucina. L'ho fatta costruire anni fa quando avevo ancora il mio cane, Buddy, che purtroppo è morto. È sulla portafinestra della cucina."
"Ottimo, allora è a posto così."
"Che tipo di croccantini mi consiglia?"
"La Purina One è una marca davvero molto buona, una tra le migliori. Se prenderà un cucciolo dovrà comprare i croccantini per i gattini, più ricchi di grassi, mentre se sceglierà un gatto adulto, quindi già sterilizzato, dovrà nutrirlo con un altro tipo di croccantini."
"Capisco. Per quanto riguarda i vaccini?"
"Tutti i gatti che accogliamo vengono visitati, curati se necessario, sverminati e vaccinati quando raggiungono l'età giusta, ovvero tre mesi. Vengono messi loro l'antipulci, il micro-chip. Dopo qualche mese vengono fatti dei controlli per capire se hanno o no la FELM e la FIV, cioè la leucemia felina e l'AIDS felino e, se non ne soffrono, vengono vaccinati anche per quello."
Sono malattie incurabili nei mici pensò Demi. Sarò egoista, probabilmente, ma non riuscirei mai a prendere un gatto ammalato.
"Lei è in affitto? Se lo è, deve chiedere il permesso al proprietario della casa per prendere un altro animale. Solo dopo aver ottenuto qualcosa di scritto da parte sua potremo…"
"No, la casa è mia" lo interruppe la ragazza.
Le interessavano quelle spiegazioni, sapeva che erano importanti, ma d'altra parte non voleva perdere tempo.
"Molto bene. Ho bisogno di vedere la sua patente di guida e il libretto veterinario del suo cane."
Gli consegnò il primo documento e disse che avrebbe dovuto tornare a casa per prendere il secondo.
"Potrebbe portare qui anche il suo cane, se lo desidera. In questo modo, vedremo subito come si comporterà con i gatti e poi in particolare con quello che sceglierete."
"D'accordo.
 
 
 
Mackenzie e Hope entrarono in una grande stanza. Sembrava una camera, visto che c'erano due letti addossati ad una parete e un divano ad un'altra. I gatti erano dappertutto: alcuni acciambellati sui letti, altri raggomitolati in una grande coperta di lana sul divano, altri sopra lo schienale di quest'ultimo. Qualcuno, invece, preferiva giocare sul tappeto, rincorrendo gli altri. Era bello vederli giocare, pensò Mackenzie. Si mordevano e si graffiavano a vicenda, ma non lo facevano per cattiveria, bensì perché si volevano bene.
"Quanti gatti!" esclamò Hope stupita.
Li guardava con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Era così tenera che Erika non poté fare a meno di sorridere.
A mac piaceva il sorriso di quella donna e adorava l'espressione dolce dei suoi occhi. Aveva i capelli lunghi e biondi, che le ricadevano sulle spalle come una cascata lucente.
"Eh sì, ne abbiamo tantissimi! C'è un'altra stanza, qui vicino, dove teniamo i cuccioli. Tutti, se vogliono, possono uscire in quel giardino" disse e indicò una porta aperta, nella parte opposta della stanza, che Mackenzie non aveva notato. Dopo di essa c'era un grande giardino con alcune panchine e molti alberi. "Quindi vanno fuori e giocano anche là" concluse.
"Eccoci!" esclamò Angel, che entrò seguito da Andrew.
Dov'è la mamma? chiese Mackenzie.
Il papà glielo spiegò.
"Allora," chiese poi alle figlie, "come va con la ricerca del vostro gatto?"
Non so quale scegliere ammise la piccola. Ce ne sono così tanti! Non riesco nemmeno a contarli e non so neanche se voglio un gatto adulto o un cucciolo.
"Prova ad avvicinarti ad un gatto, pian piano, e a vedere come si comporta" le suggerì Angel.
La bambina sorrise e, molto lentamente, andò verso un letto sul quale erano accoccolati quattro gatti.
"Ciao!" avrebbe voluto dire loro, ma non poteva e questo, per un momento, la fece sentire triste.
Guardò prima il papà, poi Angel e i due si scambiarono uno sguardo velato di preoccupazione, non riuscendo a capire il motivo di quell'improvvisa tristezza.
"Che cos'hai, piccola?" le chiese il padre.
Niente, sto bene. Ora è passato si affrettò a rassicurarlo.
Si era trattato solo di un piccolo momento di sconforto, ma ora Mackenzie si sentiva meglio. Non avrebbe permesso ai sentimenti negativi che provava di farla stare male, almeno non in quel momento. Accarezzò un gatto bianco, piuttosto grosso e con gli occhi azzurri. Era bellissimo e molto tranquillo, cosa della quale la bambina si stupì perché sapeva che, a volte, i gatti sono diffidenti con gli sconosciuti, anche se sono abituati a vedere molte persone. Hope le si avvicinò e fece qualche carezza al micio, il quale le leccò le dita soddisfatto di quelle coccole. La piccola rise.
Mackenzie prese in braccio il gatto e lui la lasciò fare senza nessun problema.
"È stato portato qui da una famiglia che non poteva più tenerlo" spiegò Erika. "È nel rifugio da qualche mese."
Mac se lo strinse al petto, affondando il viso nel suo pelo morbido. Era una sensazione meravigliosa! Tuttavia, non era convinta che quello fosse il gatto che voleva. Era meraviglioso, dolcissimo, ma sentiva che non era quello giusto per lei. Voleva lasciarsi guidare dal cuore. Era convinta che lui le avrebbe detto di quale micio si sarebbe innamorata. Forse non era un gatto adulto che voleva… Avrebbe potuto vedere i cuccioli, non costava nulla, anzi le sarebbe piaciuto tantissimo. Magari uno di loro stava aspettando proprio lei. Lo scrisse ed Erika e il marito accompagnarono i tre in un'altra stanza.
"Gattini tanto piccoli!" esclamò Hope, correndo in mezzo a loro.
"Tesoro, piano, così li spaventi" le disse il papà.
La bimba si chinò e ne prese uno in braccio. Era rosso.
"Che bello" sussurrò mentre lo accarezzava.
Mackenzie si avvicinò e gli fece qualche carezza. Il gattino aveva il pelo corto ma molto folto. Era fantastico! Andrew, non potendo resistere, ne aveva preso uno a sua volta. Era un gatto persiano.
"Lei è Maggie" gli disse Angel. "L'abbiamo trovata su una strada, denutrita e con una ferita alla schiena, ma l'abbiamo curata, si è ripresa e ora sta bene. Ci è voluto qualche mese, però adesso è sanissima e può essere adottata."
"È bellissima" commentò lui, estasiato.
A Mackenzie i cuccioli facevano troppa tenerezza! Miagolavano spesso, ma dopo un po' di pianti iniziavano a rincorrersi e a fare la lotta. Erano pieni di energia e di vita.
Come i bambini, del resto rifletté.
Fosse stato per lei, se li sarebbe portati a casa tutti ed era sicura che anche Hope e il papà l'avrebbero fatto, se ne avessero avuto la possibilità. La mamma non sarebbe stata da meno e Mac si augurò che tornasse presto.
Vorrei solamente un gatto che fosse… giusto scrisse ancora la bambina.
Per quanto quella parola non le piacesse, non avrebbe saputo come altro esprimere il suo desiderio.
"Proviamo ad uscire in giardino, che ne dici?" le chiese Erika. "Aspettiamo un po'. Magari sarà il micio a venire da te, non tu ad andare da lui."
Mackenzie annuì, felice che la ragazza avesse capito.
 
 
 
"Batman!" chiamò Demi.
Il cane arrivò subito, ma non scodinzolava, né pareva felice di vederla come invece accadeva di solito.
"Sì, lo so" gli disse accarezzandogli la testa, "sei triste perché non hai un altro amichetto con cui giocare. Ora andremo a prenderne uno, d'accordo? Lascia solo che prenda una cosa."
Andò in cucina e aprì uno scaffale in cui teneva varie scatole di documenti. In alcune c'erano quelli per l'adozione, che aveva conservato per ricordo, in altre le informazioni riguardanti Mackenzie e Hope. Dopo cinque minuti di ricerca trovò finalmente ciò che cercava. Mise tutto nella borsa, prese il guinzaglio, sollevò il cane tra le braccia, uscì e lo fece sedere nei sedili del passeggero.
"Stai buono, okay?" Batman le leccò la faccia e la ragazza lo abbracciò teneramente. "Ti adoro ancora di più quando sei così coccolone."
 
 
 
Sul prato, i gatti correvano, saltavano o si riposavano sdraiati al sole. Le bambine ne accarezzarono uno beige, che appena le aveva viste arrivare si era sdraiato a pancia all'aria come avrebbe fatto un cane.
"Mac Mac, gualda che calino!" esclamò Hope.
La sorella annuì. Ne aveva accarezzati tanti e il gatto, come i precedenti, si lasciò prendere e le fece anche le fusa, eppure lei non sentì con quel micio il legame speciale che, credeva, ci fosse tra una persona e un suo nuovo amico a quattro zampe. Sospirò stancamente, domandandosi se fosse lei a sbagliare qualcosa e poi si rese conto che sì, aveva commesso un errore, non ascoltando il consiglio di Erika.
"Sono davvero stupida" si disse, ma la voglia di toccare un altro gatto era stata talmente tanta che le aveva fatto dimenticare tutto il resto.
Aspettò, dunque, sedendosi sull'erba accanto ai padroni del negozio e al papà, poi fece cenno alla sorellina di accomodarsi lì con loro. Hope ubbidì.
"Che gioco facciamo?" chiese, pensando che quando la maestra diceva a lei e ai suoi compagni di sedersi, subito dopo spiegava loro a cos'avrebbero giocato.
"Adesso aspettiamo che qualche gatto venga qui da noi e poi lo coccoliamo" le spiegò il papà scompigliandole affettuosamente i capelli.
"Eccoci!"
Una voce alle loro spalle li fece voltare tutti. Era Demi con Batman al guinzaglio, il quale non faceva altro che guardarsi intorno e annusare per terra. Osservava i gatti con curiosità, seguendo prima i movimenti di uno e poi spostando la propria attenzione su un altro.
"Ho portato i documenti" continuò Demi.
"Grazie" rispose Angel. "Appena avrete deciso che gatto adottare andremo in ufficio, poi lei dovrà compilare alcuni moduli e l'adozione sarà finalizzata."
Mackenzie disse alla mamma che non sapeva che gatto scegliere.
"Vedrai che lo capirai, tesoro" la rassicurò la donna. "Se non succederà oggi, torneremo un altro giorno."
La bimba, però, era stanca di sentire consigli o rassicurazioni. Desiderava solo trovare il suo gatto! Chiedeva troppo, forse?
All'improvviso, un piccolo batuffolo corse come un fulmine in giardino e andò a nascondersi sotto un albero, in un punto in cui non c'erano altri gatti.
Sembrava terrorizzato. Mackenzie cercò di avvicinarsi ma lui corse via appena la vide muoversi, nonostante fosse lontana.
"Quel gatto è stato salvato da una signora che l'ha sentito miagolare" spiegò Angel. "Si trovava nel suo giardino, era molto piccolo, pieno di pulci e denutrito. Probabilmente la mamma l'ha abbandonato e l'ha lasciato lì. Dopo aver messo un annuncio per ritrovare i padroni, dato che nessuno ha risposto e che lei non poteva tenerlo, l'ha portato qui. Ora ha tre mesi, non gli abbiamo ancora dato un nome, ed è un gattino molto spaventato come potete vedere. L'avevamo dato ad un'altra famiglia, che però l'ha riportato indietro perché continuava a graffiare e a mordere."
"Mi sembra normale, è un gatto e vuole giocare" commentò Andrew.
"Sì, lei ha ragione, ma è un micio che ha sofferto molto ed è estremamente diffidente. Non tutti riescono a prendersi cura di gatti che hanno vissuto esperienze traumatiche."
Lui è come me e Hope pensò Mackenzie.
Tutti e tre avevano sofferto e quel micio aveva ancora paura. Probabilmente, quando era stato dall'altra famiglia, si era sentito come lei nei tre mesi e mezzo nei quali aveva continuato a girare di casa in casa: spaesato, stanco, terrorizzato. Era quello il suo gatto. Mamma, voglio lui scrisse e le spiegò perché. Vorrei amarlo e desidererei che capisse che non deve più avere paura. Secondo me possiamo aiutarlo io, tu, papà e Hope.
Demi le si avvicinò e le diede un bacio.
"Avevo pensato la stessa cosa" le sussurrò, poi passò il foglio ad Erika.
"Mackenzie, hai una maturità incredibile!" esclamò, stupita. "Ora Angel andrà a sistemare alcune cose con i tuoi genitori e intanto io cercherò di prendere il gatto. Non avete un trasportino, vero?"
"No" rispose Demi e poi si dette dell'idiota, dicendo che avrebbe dovuto pensarci.
"Non vi preoccupate, ve ne diamo uno noi." Detto questo la ragazza si alzò e cominciò a chiamare il gattino. "Vieni qui micio! Micio, micio, micetto!" Il cucciolo, però, non si muoveva, così Erika iniziò ad avvicinarsi a lui camminando pianissimo. Mackenzie sorrise: sembrava una formica tanto andava piano! La ragazza si chinò e il gatto scattò improvvisamente indietro, soffiando. "Andrai in una nuova casa" gli sussurrò "e sono sicura che stavolta sarà per sempre." Iniziò a muovere la mano, schioccando le dita in modo che il gatto, attirato dal rumore, si avvicinasse. Funzionò, perché il cucciolo fece qualche passo e iniziò ad annusarle la mano. "Eccoti!" esclamò allora lei, prendendolo con dolcezza.
Finalmente Mac riuscì ad accarezzarlo. Il gattino si raggomitolò tra le braccia di Erika, ma comunque guardò la bambina quando lei iniziò a grattarlo sulla schiena e dietro le orecchie. Miagolò, più per paura che per piacere, ma poi iniziò a fare le fusa, anche se Mackenzie quasi non le udì.
"Le farà più forti quando ci conosceremo meglio" si disse.
Il cuore iniziò a batterle forte e sentì subito un legame speciale con quel piccolo e dolce batuffolo. Il gatto le leccò il dito.
"Pazzesco, non l'aveva mai fatto con nessuno!" esclamò Erika. "Da quando è arrivato qui non ha fatto altro che nascondersi in tutti i buchi possibili ed immaginabili, ed è davvero raro che si faccia prendere. Penso che tu sia la prima persona a cui dà un bacino."
A Mackenzie si illuminò il volto, mentre sentiva che a breve il cuore le sarebbe scoppiato. Allora anche quel micio sentiva che c'era qualcosa di forte tra di loro! Anche lui sapeva già di volerle bene!
"Potto accalezzallo?" chiese Hope.
Erika le disse di sì e pensò che quella bimba era davvero tenera quando sbagliava a parlare. Le sarebbe tanto piaciuto abbracciarla, ma aveva troppa paura di metterla a disagio. Sperava che anche lei avrebbe avuto dei bambini. Ci stava provando da alcuni mesi con Angel.
"È tanto bello!" esclamò Hope, con sguardo sognante.
"Lo vuoi, piccina? A quanto ho capito, tua sorella se n'è già innamorata."
Mackenzie annuì e la bimba più piccola urlò:
"Sììììììì!"
Intanto Demi ed Andrew tornarono in ufficio, lei compilò alcuni moduli, mostrò all'uomo i documenti necessari e, in poco tempo, l'adozione fu finalizzata.
"Ce l'ha fatta a prenderlo" disse la ragazza, quando tornò in giardino.
"Sì e pare che con le sue figlie si trovi già molto bene."
"Ne sono contenta!"
Lo accarezzò e poi Andrew fece lo stesso.
"Posso portare le bambine a scegliere il trasportino?" chiese Angel.
Il padre annuì.
Tra quelli che Mackenzie vide, e che si trovavano in una stanzetta vicina a quella nella quale avevano visto i gatti adulti, ne scelse uno molto carino, sopra al quale era raffigurato un gatto addormentato.
Mettere dentro il cucciolo fu molto più difficile di quanto tutti si sarebbero aspettati. Corse via una volta e andò a nascondersi di nuovo sotto l'albero, ma appena Angel lo prese iniziò a graffiarlo e a morderlo così forte che gli fece uscire un po' di sangue da un dito e poi scappò via come un fulmine.
"No, micio!" esclamò Hope.
Mackenzie la accarezzò per tranquillizzarla e Demi le spiegò che il gattino aveva solo paura e che bisognava portare pazienza.
Batman, che fino a quel momento era stato tranquillo, corse verso il gatto. Demetria, però, lo fermò richiamandolo in maniera un po' troppo decisa. Il cagnolino tornò ugiolando.
"Scusa" sussurrò la ragazza. "Tu non hai fatto niente."
Lo abbracciò, gli diede un bacio e lo riempì di carezze. Dopo un po' di coccole Batman tornò a scodinzolare felice.
"Vado ad aiutare Angel" si offrì Andrew, il quale riuscì a riacchiappare, seppur con un po' di fatica, il gatto che si era nascosto sotto un'altra pianta.
Dopo aver salutato e ringraziato tantissimo Erika e il marito, la famiglia se ne andò. Ora, contando Batman e il nuovo arrivato che erano, a tutti gli effetti, membri della famiglia, erano in sei.
Il cane continuava a guardare il gatto. Probabilmente non riusciva a capire perché lo stessero portando a casa.
In macchina il piccolo non fece altro che piangere sempre più forte. Sembrava avere un pianto quasi umano, come se fosse stato un bambino e non un animale e questo spezzò ancora di più il cuore di Demi ed Andrew. La ragazza teneva il trasportino sulle gambe cercando di calmare il micetto.
"Stai tranquillo, tesoro" gli sussurrava.
Immaginava ciò che il piccolo doveva provare, mentre Mackenzie lo capiva benissimo. Era impaurito e disorientato, sicuramente non comprendeva quel che stava accadendo. Anche se a lei era stato detto che sarebbe stata adottata e se si era sentita felice di andare a casa, aveva comunque avuto paura e le ci era voluto un po' per abituarsi alla sua nuova vita, ad avere di nuovo una famiglia. I primi tempi aveva temuto che Demi l'avrebbe riportata indietro, ma la ragazza, con il suo immenso amore, era riuscita a farle superare tutto. Era una mamma fantastica ed Andrew un bravissimo papà. Sperava che anche il gattino si sarebbe reso conto, il più presto possibile, che loro quattro non l'avrebbero mai abbandonato, né riportato al rifugio.
Mentre Andrew guidava, Mac provava a far stare calmo Batman che, sentendo quel pianto continuo, si stava innervosendo. Ringhiava, abbaiava e si muoveva a scatti. Demetria l'aveva visto pochissime volte così nervoso.
Prima di tornare a casa Andrew le portò al negozio dove andava sempre a comprare il necessario per i gatti.
"Se vuoi scendo io a prendere tutto l'occorrente" si offrì.
Demi acconsentì aggiungendo che, non avendo mai avuto gatti, si fidava ciecamente di lui.
L'uomo tornò dopo poco con due pacchetti di croccantini, un tiragraffi, una lettiera, sabbia, una spazzola, una cuccia e qualche giochino. Mise ogni cosa nel bagagliaio e poi ripartì.
"Quanto ti devo?" gli domandò la fidanzata.
"Nulla, tesoro!"
"Ma…"
"Niente ma. L'ho fatto volentieri, davvero."
"Allora grazie."
"Benvenuto a casa, piccolo!" esclamò Andrew quando tutti furono entrati.
Il gattino iniziò a guardarsi in giro con curiosità. Demi appoggiò il trasportino sul tappeto.
"Bimbe, mi aiutate a sistemare le cose che abbiamo comprato?"
Risposero di sì, entusiaste.
La ragazza voleva coinvolgerle in quelle piccole attività e desiderava insegnare a Mackenzie come prendersi cura del gattino. Notò che la bambina aveva già in mano un piattino di plastica e vi stava mettendo dentro i croccantini, presi dal sacco che Demi aveva già aperto.
Il papà mi ha fatto dare da mangiare ai suoi mici una volta, quando tu eri in ospedale con Hope le spiegò.
"Sei davvero brava! Ehm, Mac, gliene stai dando troppi" disse la ragazza ridendo. "Gli basteranno per una settimana. Comunque non ti preoccupare, imparerai."
Demi riempì la ciotola d'acqua e chiese aiuto a Hope per portarla vicino al cibo. La bambina riuscì a non spanderne nemmeno una goccia.
"Sei stata bravissima" disse il papà e lei batté le manine, felice. "Demi, sto io qui con Hope, Batman e il gatto, visto che tu tra poco devi andare in ospedale."
"Sono già le 15:30?" chiese guardando il suo orologio. "Non mi ero accorta che il tempo fosse volato così in fretta."
Dobbiamo andare subito, mamma? chiese Mackenzie.
Avrebbe voluto passare un altro po' di tempo con il gattino.
"No, possiamo aspettare ancora un po'. Che dite, apriamo il trasportino?"
Batman era andato a sdraiarsi nella sua cuccia e il micetto cominciava a lamentarsi di nuovo. Evidentemente era stanco di stare lì dentro e Demetria non poteva dargli torto.
Tutti furono d'accordo.
Il cucciolo andò a nascondersi in un angolo della gabbia. Sembrava deciso a rimanere lì dentro, ora che era stata aperta. Chissà, forse aveva paura del cane, oppure di tutti quanti loro.
"Allontaniamoci un po'" propose Andrew. "Forse in questo modo si sentirà più tranquillo."
Il gatto alzò le orecchie, come per captare qualche rumore che avrebbe potuto spaventarlo ancora di più, poi si guardò intorno e solo dopo qualche minuto cominciò a muovere alcuni passi verso l'uscita.
"Esci micio, esci!" continuava a dire Hope e cercava di andare verso il trasportino.
Lui mise fuori una zampa, poi un'altra e in seguito la testina. Annusò il tappeto e uscì. Mackenzie e Hope avrebbero voluto accarezzarlo, così la sorella più grande prese per mano la minore guidandola pian piano verso di lui, ma questi andò a nascondersi dietro una tenda.
"Verrà fuori dopo" si disse Mac, che aveva capito che bisognava portare pazienza.
Sorprendentemente il gattino uscì proprio in quel momento e si avvicinò alle due bambine miagolando così piano che loro quasi non lo sentirono. Mac si chinò e lo prese in braccio. Era così leggero e minuscolo!
"Hai paura di romperlo, vero?" chiese Demi sorridendo.
Mac fece cenno di sì, domandandosi come avesse fatto sua mamma a leggerle nel pensiero.
"Tranquilla! I cuccioli sono come i bambini piccoli: elastici, se così si può dire. Lo stai tenendo bene, non gli farai nulla."
Mac iniziò a grattarlo sul pancino, poi si chinò in modo che Hope potesse toccarlo.
I due fidanzati si guardarono, avevano già capito che molto probabilmente il gattino stava instaurando un legame speciale con le bambine, in particolare con Mac.
"Bimbe, vi faccio una foto con il gatto" disse Demi. "Sorridete!" esclamò, poi tolse il flash per non far male agli occhi del micio e la scattò.
L'aveva fatta con il cellulare, quindi decise di postarla su Twitter. Vi entrò e sotto la fotografia scrisse:
La nostra famiglia si è allargata. Non ho mai visto le mie bambine così felici!
Pochi secondi dopo cominciarono ad arrivare i primi commenti dei fan che continuavano a dirle che il gatto era meraviglioso e che erano felicissimi per loro.
"Mamma?"
"Dimmi, Hope."
"Come chiamiamo micio?"
Il nome era importante, per una persona come per un animale, pensò Demi. Poteva descrivere il suo carattere, oppure  avere un significato più profondo. Avrebbero dovuto scegliere con cura quello per il loro gatto. I quattro si guardarono per un lungo momento senza sapere cosa dire.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
mi sono informata su come funzionano i rifugi per gatti in America e ne ho trovato uno di Los Angeles che lo spiegava ancora meglio. Tutto ciò che ho detto è vero. Non funzionano come l'ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), cioè i proprietari o i dipendenti non vengono a casa degli adottanti a fare un controllo, per questo non l'ho scritto.
 
Le domande che il veterinario fa a Demi sono importanti, anche se posso immaginare che, forse, quella parte risulti un po' noiosa. Ho comunque desiderato scriverla per far vedere la situazione non solo dal punto di vista di Mackenzie e Hope, ma anche da quello di persone più grandi, che si preoccupano, giustamente, di cose come quelle. Inoltre, i vari momenti nei quali ho paragonato la situazione passata di Mac e la sorellina a quella presente del micio sono assolutamente voluti. Ho insistito perché mi sembrava importante far capire quanto i tre siano simili sotto quel punto di vista.
 
Ora ho bisogno di voi, ragazze. Ho deciso di coinvolgervi in una scelta importante, e probabilmente avrete già capito di cosa si tratta. Come potrebbe chiamarsi il gatto? Suggeritemi dei nomi! Io li leggerò, ci rifletterò e prometto che, nel prossimo capitolo, saprete quale ho scelto.
   
 
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