Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: SellyLuna    09/11/2017    5 recensioni
«È imbarazzante!»
Non si era vergognato così tanto nemmeno la prima volta che aveva sfilato da bambino e, in passerella, era scivolato rovinosamente; sotto lo sguardo severo e deluso di Gabriel Agreste, aveva trovato rifugio e conforto tra le braccia di sua madre. Da allora ne aveva fatta di strada, aveva imparato cosa significasse essere un modello e come le sue azioni avessero una ricaduta sul buon nome della famiglia e potessero mettere in cattiva luce suo padre, famoso stilista.
Mettersi a fare le fusa – seriamente le fusa? – alla sua partner durante un combattimento, perché si erano trovati a stretto contatto l’uno con l’altra rientrava tra le sue esperienze più imbarazzanti di sempre!
...
..
.
Per alcuni minuti nella stanza non volò una mosca fino a che delle leggere risate attirarono l’attenzione di Tikki.
«Come mai ridi adesso?» chiese, perplessa, alla sua portatrice.
«Pensavo a Chat Noir! È proprio buffo!» e per confermare quanto affermato, la giovane si lasciò andare a una gioiosa risata.
La piccola kwami non riuscì a seguire il pensiero della giovane.
«A cosa ti riferisci di preciso?»
«Alle fusa, no?»
[Spoiler seconda stagione]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fusa

 

 

«Oh Tikki, sono così esausta!»

Appena entrata nella sua camera, Marinette si era diretta verso la chaise longue e, senza tante cerimonie, vi si era lasciata cadere sopra.

«Lo credo bene! Tra la scuola e salvare il mondo!» convenne il piccolo spiritello che ricordava una coccinella.

Anche il suo kwami riconosceva l’impegno e la fatica che metteva nello studio e nella sua missione da Ladybug.

«Non sembra anche a te che le Akuma siano più forti?» ponderò la ragazza.

Anche a Tikki avevano dato quest’impressione, come se Papillon avesse ottenuto più potere da infondere nelle sue vittime; era necessario che andassero dal maestro Fu per chiedere consiglio e per avere delle risposte. Dovevano conoscere per combattere il loro nemico.

«Sì, ma tu e Chat avete fatto un ottimo lavoro, come sempre» cercò di rassicurarla.

«Vero, però inizio a pensare che forse non siamo abbastanza, avremo bisogno d’aiuto. Non trovi?»

Un’altra questione che avrebbero dovuto trattare con il guardiano dei Miraculous al loro prossimo incontro.

«Ah, tutto questo pensare mi fa venire mal di testa!» esclamò la ragazza, frustrata «Meglio che riposi un po’.»

Sì, Marinette si meritava un po’ di calma e tranquillità: quell’ultimo periodo era stato veramente micidiale e un po’ di relax non avrebbe fatto nessun male. Recuperate le energie, sarebbe stata più forte di prima, ne avrebbero giovato gli scontri.

Per alcuni minuti nella stanza non volò una mosca fino a che delle leggere risate attirarono l’attenzione di Tikki.

«Come mai ridi adesso?» chiese, perplessa, alla sua portatrice.

«Pensavo a Chat Noir! È proprio buffo!» e per confermare quanto affermato, la giovane si lasciò andare a una gioiosa risata.

La piccola kwami non riuscì a seguire il pensiero della giovane.

«A cosa ti riferisci di preciso?»

«Alle fusa, no?» le rispose l’altra, convinta che fosse ovvio.

Ma per Tikki era una cosa assolutamente nomale, come se le avessero detto che il sole splende in cielo.

«Non è il primo Chat Noir a comportarsi così» le rivelò poi.

«Davvero?» la vide mettersi seduta «Vuoi dirmi che anche i precedenti Chat Noir sapevano fare le fusa?»

Marinette era esterrefatta: non solo dallo scoprire quell’abilità comune per l’eroe gatto, ma soprattutto nel sentire parlare dei predecessori del suo Chaton. Chissà com’erano. Che rapporti avevano con le loro Ladybug?

Tikki stava annuendo con la sua testolina.

«E lo può fare anche in forma civile?» la ragazza si immaginò Chat che, mentre filtrava con le sue ammiratrici, frammezzava le sue parole alle fusa. Quanto avrebbe voluto vedere la scena, chissà che spasso!

«Io questo non lo so» le stava, intanto, rispondendo Tikki.

Avrebbe dovuto domandargli come funzionava la prossima volta che si sarebbero visti. Era davvero troppo curiosa.

Era un pensiero che le metteva allegria.

 

 

  

 

 

 

◊◊◊

 

 

 

 

 

 

Ammirò la maestosità della Tour Eiffel, simbolo della sua città, resa ancora più magica dall’illuminazione notturna; rimaneva sempre estasiata a quella vista.

Udì dietro di lei un tonfo: Chat Noir doveva essere appena atterrato sul tetto.

«Chat!» gli diede il benvenuto. Si voltò nella sua direzione e gli sorrise «Iniziamo la ronda, ti va?»

Ladybug aveva uno splendido sorriso, ma Chat non riuscì a non pensare che quella sera nascondesse qualcosa, non gli piaceva, il suo sesto senso gli suggerì di essere cauto. Tuttavia non fece nessun commento in merito, espresse il suo assenso alla proposta dell’amica e, insieme, saltarono sul tetto prospiciente.

La tenne d’occhio per tutto il pattugliamento, ma non carpì nessun indizio; la ragazza era di ottimo umore e solitamente questa era una buona notizia per Chat, perché significava che l’eroina era ben disposta a sopportare le sue battute e le sue avances – pur non oltrepassando un certo limite!

Raggiunta la Torre Eiffel, decisero di fare una pausa.

«Chat?» tentò Ladybug.

«Cosa?»

«Mi stavo chiedendo: come funziona la cosa delle fusa?»

Non credeva alle proprie orecchie: la sua Lady gli stava dicendo non solo che si ricordava di quel suo momento imbarazzante, ma che lei ci aveva pure riflettuto e voleva sapere come era possibile.

«F-fusa? Quali fusa?» cercò di svincolare.

«Su, non fare il finto tonto! Sai benissimo cosa intendo» lo ammonì lei.

Ma nonostante il suo tono autoritario, Chat non sapeva che risposta darle.

«È una cosa strana, ma è anche tenera» sorrise la ragazza.

Avvertì  le guance imporporarsi al commento della sua amata e percepì, in gola, nascere quel suono distintivo dei felini. Per quanto cercasse di soffocarlo, seppe di aver perso quella battaglia, quando sentì la ragazza ridere di gioia.

«Sai, non mi dispiace affatto sentire le tue fusa, gattino» gli disse avvicinandosi e grattandogli sotto il mento «Ogni tanto, però. Non esagerare, mi raccomando.»

Poteva dirsi fortunato: il tanto temuto confronto era andato meglio di quello che si aspettava!

 

 

 

 

 

 

◊◊◊

 

 

 

 

 

 

Volto rigato di lacrime e sangue, vagava alla disperata ricerca di Adrien. Non poteva perderlo, proprio ora che si erano trovati.

La battaglia finale era stata massacrante e era rimasta sorpresa nello scoprire la determinazione di Papillon nel raggiungere il proprio scopo, anche dopo aver scoperto che la maschera di Chat Noir celava suo figlio, questo non l’aveva fermato dallo sferrare attacchi mortali.

E ora il suo Adrien si trovava da qualche parte, sotto quella pioggia torrenziale, ferito e solo. Lei doveva trovarlo, curarlo e amarlo.

Solo insieme potevano farcela.

Ma perché non lo trovava? Stava perdendo le forze e le speranza; cadde in ginocchio, in lacrime.

Adrien, resisti! Non morire.  

«Marinette

Sussultò e, aprendo gli occhi, si riscoprì nella penombra della sua camera da letto. Volse la testa al suo fianco e trovò un Adrien visibilmente preoccupato; il solo scorgerlo vicino a lei le diede sollievo.

«Adrien

Era confusa. Che cosa era successo?

«Ti stavi agitando nel sonno. Immagino per colpa di un incubo.»

Ripensò al suo brutto sogno e si sentì invadere ancora da quella brutta sensazione di aver perso tutto.

«È stato orribile» singhiozzò «Ho rivissuto la battaglia contro Papillon. Io ti cercavo, ma non ti trovavo.»

«Shh… va tutto bene. Vieni qui» e l’abbracciò stretta a sé.

Seppur erano ormai passati anni da quello scontro, capitava che sua moglie ripercorreva nei suoi sogni quell’esperienza e ogni volta si risvegliava, scossa.

La cullò dolcemente, iniziando a ronfare; solo così si tranquillizzava.

Marinette, con l’orecchio appoggiato al collo del marito dove proveniva quel suono rassicurante, chiuse pian piano gli occhi.

Non aveva mai capito come faceva Adrien a fare le fusa anche quando non condivideva i poteri di Plagg e lui aveva sempre voluto tenerle nascosto quel piccolo segreto.

Era sicura che anche ai loro figli sarebbe piaciuto e li avrebbe calmati in tempo da record.

Non ebbe più paura di scivolare nell’abisso dell’oblio; era certa che niente e nessuno l’avrebbe più turbata, perché aveva dalla sua un cavaliere in tuta nera a difenderla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti! ^^

Leggendo i vostri commenti, mi sono detta: “Perché non scrivere quello che manca?” e quindi, eccomo come è nata questa seconda parte.

Spero vi piaccia.

Con un po’ di LadyNoir e Adrienette. Enjoy! C:

Fatemi sapere come vi sembra. ;)

Grazie per l’attenzione.

Au revoir! ;)

Selly  

 

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: SellyLuna