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Autore: killian44peeta    15/11/2017    0 recensioni
Prologo - Gli Elementi - Secondo libro della prima trilogia di ''i sei predestinati'' -
La luce sciamava appena tra le sottili mura di quella che per aspetto poteva apparire una stanza come tante, provenendo da una piccola lampada accesa e appesa alle pareti, la cui fiamma bramava ossigeno per la bassa quantità che c'era nella stanza.
I sibili e gli schiocchi delle lingue di fuoco si ripetevano a lungo, come un tabù tra quel pesante silenzio, dando a Luxor una sensazione di ripetitività insopportabile ed insostenibile.
Se ne stava lì, sul letto, le mani congiunte e chiuse in una stretta ferma e rigida, rigida come la stessa mascella del giovane, talmente tanto serrata che sembrava stesse stringendo i denti per non urlare di rabbia, per non sputare ogni emozione negativa soppressa.
I suoi occhi gelidi fissavano la porta chiusa dall'esterno con ira folle e insistenza.
Dentro stava perlopiù boccheggiando, era una settimana intera che era rinchiuso in quella stanzetta come un animale in gabbia, cercando una ragione per non iniziare rabbiosamente a sbattere il proprio corpo sull' uscita per cercare di buttarla giú.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Nemes

Passammo diversi minuti a finire di allenarci, riprovando diverse volte a ottenere risultati che non giunsero minimamente, attizzando spesso il nostro nervosismo trasformato in imprecazioni arrabbiate e confuse, principalmente da parte della Luce che, a non ricevere ciò in cui sperava anche se ci metteva tutta se stessa, finiva coll'andare in crisi, avanzando e retrocedendo come una bestiola, per poi prendere respiri profondi e tornare tranquilla come prima.

Il fatto che ci aveva principalmente fatti scattare era che Silver non aveva capito come avesse potuto riuscire ad ottenere l'Elemento utilizzando quel maledetto guanto e per questo, noi quattro restanti avevamo continuato a risultare incapaci di scatenarci.

Ero un po' esasperata dalla situazione se dovevo ammetterlo, il non avere punti almeno da segnare per sapere dove si aveva sbagliato era frustrante a dir poco, non riuscivo a stare tranquilla, non così.

Mi innervosivo ogni volta di più, anche perché vedevo ciò che Silver stava riuscendo a fare, rispondendo ai colpi che Guy aveva preso a lanciarle senza problemi, provocando contrasti, mostrando l'acqua che saettava contro l'oscurità, impedendo qualsiasi tipo di vera sconfitta.

Noi altri eravamo affianco a lei, ansimanti, esausti, ormai privi di forza, troppo stanchi per procedere ancora, provati, quasi sul punto di gettare la spugna ogni qualvolta che notavamo la differenza tra noi e loro due, ben impegnati.

Rientrammo nella grotta verso un orario parecchio tardo, o almeno così pareva e ci lasciammo appisolare un po' tutti, non avendo neppure fame per trovare qualcosa con cui cibarci, forse per colpa della delusione momentanea che non potevamo non provare.

Ero con il corpo accovacciato addosso al quasi fondo della prima parte della grotta, alla ricerca di un calore decente anche per le spalle e non solo per il petto che si scaldava grazie ad un fuocherello acceso su una manciata di arbusti secchi.

Sentivo il silenzio rotto dallo schioccare di essi sotto le lingue delle fiamme indomite, seguite dalla inquietante sensazione di essere in un orologio, immobile, con le lancette che acceleravano ogni volta che provavo a fare un passo in avanti.

Come fatto era, non solo fastidioso, ma anche scoraggiante, logorante e deludente.

Il sapere di non muoversi mentre tutto correva era qualcosa che mi terrorizzava, il rimanere indietro e l'incapacità di reagire per riprendere in mano la propria esistenza era un tabù mentale privo di risposte e di felicità.

I desideri si cancellavano al di sotto di esse, come ombre alla scomparsa della luce, confondendosi nel miscuglio di sottofondo che le trascinava verso il basso.

Tutta la convinzione doveva riemergere, ma io non ero mai stata una persona convinta di me stessa.

Forse, realizzando di aver fatto qualcosa di buono, un poco l'avrei recuperata.

E con tale rumore che mi occupava i pensieri, sconvolgendomi la mente e tracciando quasi solchi in essa, con quel sibilare delle fiamme che consumavano ossigeno, mi addormentai, scivolando come verso il fondo dell'oceano.

Al mio risveglio, invece, istante di ripresa lenta e pacata,  vidi il fuoco spento, colle braci che mostravano un accenno ancora leggermente incandescente, forse dovevano essere state placate da poco tempo, massimo una decina di minuti,e tutti addormentati, tutti tranne due che mancavano all'appello, che probabilmente erano usciti dalla grotta o erano andati nella parte più interna di essa, magari guardandone il portale che uno dei due aveva visto solo di sfuggita e che l'altra non aveva proprio nemmeno visto.

Mi alzai, scuotendo le gambe intorpidite e passandomi una mano tra i capelli lunghi, studiando le doppie punte che si dividevano tra le dita, con un improvviso mal di testa che mi occupava fastidiosamente i sensi, mentre sbadigliavo fino a farmi lacrimare gli occhi, portandomene via poi uno che lo seguí.

''Prima o poi me li devo tagliare, i capelli lunghi non mi stanno nemmeno bene e sono solo una scocciatura'' mi dissi, strofinandomi i polsi contro le guance per togliere quel mio essere assonnata che, poco ma sicuro, mi avrebbe riportata a sdraiarmi e riaddormentarmi una seconda volta.

Cercai laddove vi era il portale, non contandoci molto ma decidendo di lanciare un ultima occhiata alla seconda parte della grotta.

Vuota, come decisamente pensavo, dovevano essere fuori, fatto che decisamente non mi sorprendeva in sè, ma che piuttosto mi prendeva alla sprovvista perchè erano loro e solo loro a starci, come già era capitato in precedenza nel corso di quei diversi istanti che erano passati prima dell'allenamento.

Tornai dunque indietro, lanciando una rapida occhiata a chi ancora dormiva.

Diana era raggomitolata a terra, le braccia che avvolgevano le gambe per stringerle al petto.

Aveva un espressione calma, serena, mentre continuava a dormire tranquillamente, i capelli candidi come la neve che si sparpagliavano disordinatamente al suolo.

Will aveva la testa gettata all' indietro.

Dormiva seduto, le braccia lasciate tra le gambe, l'aria di chi si sarebbe risvegliato con un gran torcicollo, l'espressione tranquilla, il blu dei ciuffi che scivolava sulle sue spalle sottili e prive di troppi muscoli che lo rendevano quasi esile e un poco fragile.

Mi ci avvicinai un poco, osservando semplicemente le ciglia lunghe e le sopracciglia ben curate.

Tornai quindi al posto dove ero stata in precedenza, nel centro della grotta, fissando l'ultimo

Guy  era sdraiato, con l'espressione di chi non faceva affatto sogni tranquilli, la pelle pallida percorsa da qualche rivolo di sudore provocata da il probabile incubo che stava avendo.

Si agitava un poco, tremando, le labbra semiaperte che mostravano la mandibola serrata in modo tale che se avesse avuto qualcosa da stringere, l'avrebbe sicuramente maciullata, le mani strette a pugno, la cascata nera dei capelli che venivano trascinati da una parte all'altra nel mentre che girava la testa, quasi disperatamente, con un frenetico che mi metteva ansia al solo osservarlo.

Decisamente i suoi sogni non erano dei migliori.

Mi chiesi se svegliarlo oppure no, valutando la opzione mordendomi l'interno della guancia, inizialmente puntando sul sì, magari per farlo riprendere un poco, ma cambiai idea quasi in immediato, trovandola insensata.

Li faceva ogni notte, gli incubi, di certo non lo si poteva svegliare ogni singola volta... per quanto lo si volesse.

Sarebbe servito soltanto ad aumentare la sua incapacità a dormire e a portargli via ore di sonno, per quanto tormentate queste potessero dimostrare di essere.

Una volta svegliato, poteva non addormentarsi più, restando magari sveglio ad annoiarsi, stanco e provato.

Presi perciò ad avanzare verso l'uscita, nettamente di malavoglia, completamente contro il mio stesso volere,fermandomi sulla soglia, osservando ciò che ci circondava.

Dovevano mancare poche ore all'alba, il cielo era decisamente scuro, quasi nero, privo di nuvole nella mia direzione, le quali sorgevano invece laddove il mio sguardo poteva solo assistere ad una massa uniforme.

-Ma non dovremmo comunque dirlo?- udii all' improvviso, voce un poco roca, bassa e inaspettata che mi portò via un sussulto, fatto che mi fece cercare la sua provenienza con un che di frenetico, visualizzando le due figure sedute sull'erba, una a gambe incrociate e l'altra quasi accovacciata.

Certo, avevo cercato proprio loro due, ma pensando al dolore notturno del Buio, avevo finito per distrarmi e perdere di vista il mio precedente obbiettivo.

Mi rimproverai mentalmente, guardando ancora i due, tacendo, spostandomi verso l'angolo di destra per essere più vicina e allo stesso tempo meno visibile.

-No, non sai che reazione potrebbero avere... e soprattutto non credo che ne valga la pena... non é stata davvero colpa tua- rispose rapidamente Irhina, con tono calmo, spostando lo sguardo sul rosso che invece rispose con un rapido scuotere di capo

-Non lo é stata? Ah, no? Lo credi davvero?- lui, decisamente, non era calmo, cosa che si percepiva parecchio dal tremare della sua voce, facendo una pausa in cui immaginai, essendo alle sue spalle, distante circa di quaranta metri, sentendo solo grazie al silenzio quasi totale, capendo  le parole a stento, che avesse mandato giù la saliva, guardando in basso

 -Non sei tu quella che é impazzita a tutt'un tratto e che ha dato fuoco a delle persone umane... per quanto poco umane fossero di carattere, per poi risvegliarsi dal proprio 'coma momentaneo' del cervello, manco mi avessero rapito per sostituirmi con qualcun'altro e accorgersene quando ormai era troppo tardi! Non sei tu! Quello... ero io e... Basta. - lo disse piano, ma non abbastanza per non farmelo sentire, lasciandomi più che di stucco, mentre realizzavo di cosa stessero parlando e che le tesi esposte da Will erano esatte.

Nonostante tutto, però, la cosa non mi metteva a disagio o in ansia.

Era come se, in un certo senso, la disperazione nel suo tono, il suo sentirsi già così terribilmente in colpa, mi avesse già cancellato la negatività dell'azione e il sapore delle menzogne, non sembrava valer la pena di percepirsi minacciati.

Una brezza d'aria mi portò a socchiudere gli occhi, trattenendo un fremito.

''Spiacevole'' pensai in immediato, reprimendo un sussulto.

-Lo hai detto tu stesso, renditene conto! Non eri tu, eri come qualcun'altro... quindi non ha senso, non ha assolutamente senso che ti dai la colpa per la morte di quelle persone- la ragazza inclinò il capo -Io ti ho visto, quindi, capiscimi, so perfettamente che...no, non ne vale assolutamente la pena-

Un tale discorso, da lei, non me lo sarei assolutamente aspettato.

Potevo tranquillamente dire che Irhina, oggi, mi stava riempiendo di sorprese.

-Ma...- Task fece per ribattere qualcos'altro, ma si interruppe di scatto.

E tacqui, cercando di capire, assistendo all' espressione dell' Acqua, tesa e non poco, quasi come una corda di violino sul punto di rottura mentre ella, nel secondo in cui avevo serrato le palpebre, aveva finito con l'afferrargli il volto tra le mani.

Brandon la fissava interdetto, con un che di stralunato e confuso.

-O...ok-

La vidi avvicinarsi con quell'espressione e per un attimo credetti che lo avrebbe baciato, cosa che mi fece indietreggiare di due passi, vergognandomi di essere rimasta lì a spiarli, ma, contro le mie aspettative, la ragazza fece qualcosa di totalmente diverso.

Gli schiaffeggiò le guance tre volte di fila, prima più piano e poi più forte, fatto che lasciò di stucco sia me che Fireburns stesso, le guance segnate dalle ditate e gli occhi spalancati.

-Ma che...- lo vidi accarezzarsi la faccia con un leggero mugolio -Ti sei divertita a mollarmeli, non è vero?- sbottò con tono tra il seccato e lo stupefatto,  dando una leggera gomitata alle costole di Irhina, la quale ridacchiò, come se lo avesse preso come un piccolo prezzo da pagare per quei tre schiaffi.

-Stavo solo condividendo il gesto che generalmente mi faccio da sola quando mi accorgo di star diventando scema-

-Ah?- lo vidi appoggiare le mani ai fianchi - Watersea, giuro che questa me la segno-

-Fai pure! Quando me lo vedrai fare, non essere troppo scioccato- ghignò sfacciata in quella che credeva la propria superiorità, innalzando la testa con un aria da bambina che per poco non mi strappò via una risata

Con la sua espressione venivano mostrate delle fossette che le rendevano il viso un poco paffuto e pacioccone.

-In realtà sono scioccato di non avertelo ancora visto fare, ma...- il tono con cui Task le rispose era pienamente beffardo, fatto che portò Silver ad interromperlo in immediato.

Per farlo, le ci volle veramente poco, le bastò rifilargli uno spintone che lo fece crollare sull'erba, cadendo peró a sua volta quando lui le tiró il braccio, facendola crollare su di lui.

Lei a quel punto, tra l'offeso e l'imbarazzato, gli molló un pugno sulla spalla, spostandosi da dov'era, gettandosi sul terreno erboso, strappandogli una risata viva e quasi incontrollata a cui lei rispose con una linguaccia, voltando rapidamente il capo.

-Visto che stai facendo lo scemo di nuovo, te ne meriteresti altri tre, di schiaffi!- disse lei, inclinando la testa, con un tono più che convinto nel dire tali parole

-No, grazie, ne faccio anche a meno- disse dunque, smettendo di ridere, rimettendosi seduto decentemente, passandosi le mani tra i capelli rossi fiammanti, alzandosi dopo poco, gettando le mani sui pantaloni per scuoter via l'erba, facendomi realizzare il motivo del suo improvviso mettersi in piedi quando vidi che fissava in alto, il collo quasi nascosto dalla nuca e dalla chioma.

Il cielo mostrava un alba che sgusciava lentamente fuori dall'oscura notte, dipingendola come un quadro su una tela enorme, le cui pennellate sembravano quasi dense e pastose per via delle nuvole soffici prima nascoste e lontane dallo sguardo che risaltavano con curve che sparivano, confondendosi tra altre.

Le piccole masse circolari che solcavano l'infinito andavano principalmente a sfociare in colori pastello

-Mi sta venendo da chiedermi una cosa, però- fece lui, senza abbassare o voltare la testa, mentre Silver si alzava a sua volta in piedi.

-Che tipo di cosa?-

-Beh... io... no, non fa nulla, é una cosa stupida, non ha senso che te la chieda- lo vidi infilarsi le mani nelle tasche, sospirando lievemente

-Come vuoi-

Dopo aver passato almeno due minuti a osservarli ancora in silenzio che tacevano, sperando che, da un momento all' altro, avrebbero ripreso a parlare, cosa che non accadde, mi chiesi se valesse la pena restare lì ancora un poco, girandomi e sobbalzando al notare che non ero l'unica in piedi, ma che dietro di me vi erano gli altri tre, due su tre sorridenti, il terzo serio come al suo solito.

Will mi era proprio affianco, sbucando dallo spazio che mi distanziava dalla parete.

Trattenni una risata, chiedendomi da quanto probabilmente fossero arrivati e come diamine avessi fatto a non accorgermene, soprattutto perché avevo l'Aria così vicino che era davvero impossibile che non lo avessi nemmeno percepito, eppure era così.

Certo, ero stata parecchio assorta dalla situazione, ma proprio non sentirli affatto era davvero il colmo.

Ma non più colmo di quei due, che non avevano udito tanto meno il mio, di arrivo.

"Quanto avranno sentito? Probabilmente meno, forse non abbastanza per capire..." mi dissi, lanciando nuovamente un occhiata alle loro espressioni "Ma forse hanno compreso comunque"

-Ohi- Guy interruppe improvvisamente il silenzio che era calato, facendo quasi saltare in aria Acqua e Fuoco, i quali si girarono con l'aria di chi era stato colto nel sacco a fare qualcosa di probabilmente spiacevole, ma più che altro spaventati dalla sorpresa inaspettata per loro.

-Vogliamo rimetterci al lavoro?-

Li vidi annuire, un po' incerti all' inizio, realizzando poi che non avevo più così tanto timore di continuare ciò che avevamo iniziato.

Non dovevo scoraggiarmi, a guardarli avevo capito questo.

*

Passarono in seguito poi ore, quasi metà giornata, superato tra allenamenti duri, ma meno estenuanti di quelli precedenti e quelli che eravamo costretti a fare alla montagna, più tranquilli che prima, pranzando con ciò che riuscivamo a recuperare, alcuni alimenti  prelevati dallo zaino che ci eravamo portati a dietro, altri dalla fauna ripetitiva che permetteva il ritrovamento di cose che avrebbero potuto definirsi, oltre che diverse, quasi distaccate dalla monotonia, come qualche selvaggina procacciata tramite trappole ingegnose che Will aveva preso a costruire in un momento di pausa per le gambe, insegnandone il processo anche a Diana, la quale aveva scelto volontariamente di farsi istruire per, probabilmente, rendersi utile e anche perché, con l'umore tirato su, avrebbe fatto qualunque cosa per non annoiarsi.

-Mio padre mi ha insegnato a farle prima che andasse in guerra, mi ricordo solo questo su ciò che tratta del mio genitore- spiegò lui, alzando la testa  da una retina sottile, formata da rami secchi lisciati e schiacciati con un sasso appuntito, il quale li aveva assottigliati più del normale -Era molto bravo, aveva costruito una casetta per uccelli che aveva poi appeso al cancello... generalmente vi entravano sui tre o quattro uccellini- lo vidi sorridere,  abbassando lo sguardo per tirare lievemente un nodo su cui in precedenza aveva lavorato -Mi ricordo vagamente che io e Zéin cercavamo di fare sempre i lavori uguali ai suoi, cercando poi di sorprendere la mamma... facevamo a gara per quasi qualsiasi cosa, anche le più stupide... l'unica cosa che ci distingueva era che io preferivo leggere, mentre lui adorava starsene in giardino a bazzicare o a dormire con la mamma... lui... lo preferiva-

Lo vidi mollare la rete ad un tratto, per poi scuotere la testa e riprendere -Uhm... gli uccelli che entravano nella casetta tornavano sempre, senza obbligarli, prima che venisse distrutta-

-Distrutta?- chiesi, nascondendo parte del mento tra le gambe, guardandolo incerta

-Sí, sono arrivati dei probabili vandali... quando l'abbiamo trovata era letteralmente a pezzi e...- lo vidi prendere un sospiro -Quello é stato il giorno che mio padre é partito e in cui mia madre si é ammalata seriamente... la distanza dall'amore l'ha consumata lentamente. Avevo circa tre anni ed il resto é molto confuso- fece, sospirando, stringendo un altro nodo, alzando la testa verso Diana, intenta a sua volta a intrecciare fili e a stringerli ripetutamente-Ah! Lí devi passare sopra e sotto, poi fare due nodi e lo hai concluso-

-Davvero? Ma ce n'é ancora un po' di...-

-No, concludilo, le fibre lí sono mal ridotte, meglio evitare di utilizzarle, anche solo una parte caotica può rovinare la rete e permettere alla preda, grande o piccola che sia, di scappare via-

-Ok, uhm...due nodi, hai detto-

-Esatto, così- Will fece una pausa mentre Diana concluse il secondo nodo, mostrando una rete più o meno lunga, abbastanza per definirsi utile -Perfetto-

Io avevo preferito non farlo, quel genere di lavoro, ero davvero un incapace con i lavori a mano e l'unica cosa che avevo la capacità di costruire era la ghirlanda di fiori.

Avevo un netto pollice verde, ma forse questo dipendeva dal mio Elemento, anzi, ero sicura dipendesse da questo.

Ero anche abbastanza brava con gli animali, poi nel resto... beh, non eccellevo molto.

Cacciai una mano nelle tasche dei pantaloni, guardando anche Will completare la propria, di rete, lunga il doppio di quella di Diana.

-Okay, ora posizionaci ai lati altri fili... quelli non irrigiditi, io mi occupo della girella-

Osservai il processo che portó alla conclusione della trappola di entrambi, vedendo poi l'appostamento di essa, una decina di minuti dopo, ad un albero.

-E come facciamo a sapere se abbiamo catturato qualcosa?- chiesi io

-C'é una campanella che ora metteremo... nel caso in cui non prendiamo nulla, visto che, in effetti, di tempo ce n'é poco per una caccia seria, potremmo tenerla nella prossima tipologia addestramento-

-Ma se ci cadesse una persona dentro?-

-Non é abbastanza robusta la rete per contenere una persona adulta, al massimo un bambino piccolo, ma un uomo no, la romperebbe-

-Chiaro, eviterò di caderci dentro- urlò Silver, ammiccando e mettendo la mano a di vittoria, facendo sospirare il Buio che assisteva semplicemente, le braccia incrociate.

  
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