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Autore: QueenManga907    17/11/2017    1 recensioni
Salve a tutti! eccomi con un'altra fanfiction ispirata al Trono di Spade ( si, sono in fissa con questa serie ç_ç ) le coppie saranno: Kidd x Law; accenni Killer x Penguin; Ace x Bonney. La storia ruota attorno alla vita di un giovane Stark, promesso sposo (contro la sua volontà) a una Greyjoy di cui non conosce ne il volto ne il nome. Il destino sembra essergli avverso, senza possibilità per lui di opporsi, ma la faccenda prenderà una piega inaspettata quando incontrerà il fratello della sua promessa sposa, un Greyjoy molto particolare.
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Eustass Kidd, Killer, Penguin, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Indubbiamente le giornate piovose possono dar origine a sentimenti malinconici,  e dunque perchè negare al nostro essere quel naturale bisogno di rinchiudersi talvolta in se stessi e schiudere la porta a quella lieve sofferenza in cui si avverte la mancanza di qualcosa che non si riesce ad afferrare e che ci impone ritmi più lenti per frugare dentro la nostra anima?  Quel tardo pomeriggio la fredda pioggia si era ripresentata, l’acqua veniva giù fitta e picchiava sul terreno come tanti spilli che cadendo con irruenza penetravano il manto stradale,scivolava via sottile, timida, quasi impalpabile ma fastidiosa fino a diventare molesta. Si infiltrava nelle case, sotto le porte, sprigionando quell’odore di stantio e ammuffito che perfora le narici e le tormenta col suo olezzo, col suo scroscio regolare e costante sembra quasi voglia scandire il tempo come un signore riverente. Law Stark se ne stava nella sua stanza, rannicchiato tra i cuscini del comodo letto a baldacchino, mentre sfogliava l'ennesimo libro di anatomia che aveva preso dalla biblioteca, il pavimento era disseminato di volumi e vecchi appunti e la porta era chiusa rigorosamente a chiave. Da circa due giorni si era rintanato nella sua camera con il preciso scopo di star il più lontano possibile dai malati di menti che vagavano per quel maledetto castello, persino Penguin era stato allontanato ma non per quel motivo. La verità è che aveva la necessità di mettere in ordine i pensieri, visti gli avvenimenti delle ultime 48 ore. Andando per ordine: Doflamingo quel pomeriggio di due giorni fa si era mostrato più inquietante del solito, era comparso alle sue spalle con troppo silenzio per i suoi gusti, e come se non bastasse quel bastardo aveva dichiarato di aver conosciuto sua madre e di averla quasi sposata; in un universo alternativo lui sarebbe potuto essere il figlio di quel fenicottero...raccapricciante, orribile, spaventoso. Ciliegina sulla torta, gli aveva di nuovo messo le mani addosso nonostante fosse risultato chiaro come il sole che quel contatto non era stato gradito la prima volta e di conseguenza, non lo sarebbe stato neppure la seconda. Per non parlare del suo sguardo: Law questa volta non se lo era immaginato, quello stronzo se lo stava divorando con gli occhi, aveva nello sguardo una luce lussuriosa e possessiva, cosa che contribuiva a renderlo un soggetto da tenere alla larga. Dopo essere letteralmente fuggito via pensava che la giornata fosse finita, che la sfiga fosse finita ma si sa, gli Dei non sono mai misericordiosi. Sulla strada del ritorno verso la sua stanza aveva incontrato quella testa rossa appoggiato con la schiena sulla parete del corridoio con le braccia incrociate al petto e lo sguardo, perennemente scazzato, rivolto verso la finestra davanti a sè. Il moro gli passò davanti come se non lo avesse visto, voleva evitare di avere altre conversazioni che gli incasinassero il cervello ma neppure quella volta gli andò bene; dopo aver superato il Greyjoy di pochi passi senti la sua voce rimbombare nel suo orecchio, minacciosa e bassa.

<< Hai finito di trastullarti con quel cretino di un fenicottero a quanto vedo >>

Law fermò la sua camminata, come se fosse stato gelato sul posto. << Come prego? >>. Sibilò quelle parole a denti stretti senza voltarsi, stava ancora metabolizzando le parole pronunciate da quella boccaccia dipinta di rosso. Si sentì afferrare violentemente per le spalle e sbattere al muro con ancora la presa ferrea dell'altro addosso, che lo fissava con malcelata irritazione.

<< Da quel che ricordo avevi detto di detestare il contatto fisico, credevo che io fossi un'eccezione ma a quanto pare mi sbagliavo >> sputò Kidd velenoso.  Che cazzo, gli aveva dato fastidio vedere quel viscido vestito di rosa mentre toccava  Law senza che quest'ultimo reagisse ma, restasse immobile come una statua; certo la tensione era stata palpabile da parte del moro ma...non lo sopportava comunque!  Il giovane Stark alzò gli occhi al soffitto; << Non fare la mogliettina gelosa Greyjoy, o potrei pensare che tu ti sia innamorato di me >> gli sorrise sarcastico. Per risposta il rosso gli prese il mento con una mano, ma senza fargli male, con sorpresa di Law. << Nessuno deve metterti le mani addosso stronzo, solo io posso farlo! non intendo condividere quello che mi appartiene >> sfiorò le labbra del ragazzo di fronte a lui con insolita delicatezza, anche se dentro stava ardendo come fuoco. Law afferrò il colletto della maglia di Kidd avvicinandolo ulteriormente al suo viso, la voglia di sentire il suo odore era troppo forte, così come il volersi specchiare in quegli occhi color ambra. << Potrei dire la stessa cosa di te Greyjoy >> sussurrò appena, gli occhi ridotti a due fessure. Questa volta fu il turno del rosso ad alzare gli occhi al cielo; << Ancora con questa storia? ti ho detto che Ace è solo un mio vecchio amico, non credere che non abbia notato le frecciatine che continuavi a lanciargli giù nei sotterranei scemo >>.

<< Sia come sia, la prossima volta che si azzarderà anche solo a sfiorarti lo userò come cavia per i miei esperimenti medici >> Law ovviamente non diceva sul serio, il suo era solo l'ennesimo tentativo di stuzzicare Kidd, aveva capito perfettamente che tipo di rapporto c'era tra il rosso e il Baratheon e in un certo senso, quasi invidiava quella complicità e quel legame fraterno che legava i due, anche se quello che provava per il rosso andava ben oltre. Gonfiò le guance nel tentativo di apparire imbronciato, ma l'effetto che ottenne fu comico considerando la bassa risata del Greyjoy. 
Dal canto suo anche Kidd capì che quella minaccia era solo una presa per il culo, trovò il tentativo di Law di apparire incazzato quasi tenero, gli venne voglia di tirare quelle guance ambrate ma, ovviamente non lo fece, non voleva apparire smielato anche se aveva davanti la persona che..gli piaceva? amava? non seppe dirlo.  Diede un fugace bacio sulle labbra del moro, strappandogli un sorriso. Quando  Law sorrideva ( e non nel modo sarcastico in cui si rivolgeva solitamente agli altri) Kidd sentiva una strana sensazione all'altezza del petto, che lo faceva stare bene, che gli faceva venire voglia di stringere quell'esile corpo tra le sue braccia e non lasciarlo sfiorare da nessun altro. A tal proposito gli rivenne in mente la scena in cui il sovrano poggiava una mano sul volto del moro, e, inevitabilmente l'irritazione riaffiorò; << Ad ogni modo prima dicevo sul serio, non voglio che quel bastardo ti metta le mani addosso un'altra volta o giuro che non rispondo di me >>.Le mani del rosso si spostarono dalle spalle del moro soffermandosi sui fianchi in una stretta quasi impercettibile. 

<< Farò del mio meglio per evitare che accada di nuovo, non preoccuparti >> Detto ciò  Law posò un casto bacio sulla punta del naso del Greyjoy, si liberò delicatamente dalla sua presa e si allontanò diretto nella sua stanza mentre il rosso fece altrettanto nella direzione opposta; il sole stava calando ed era proibito andare in giro per il castello durante la sera.

Tornando al presente; ormai l'ora di cena era passata da un pò e non avendo nulla da fare era logico mettersi a dormire o finire di leggere il capitolo sul cuore ma Law non aveva voglia di terminare la sua giornata in quel modo. Erano due giorni che Kidd non si faceva vedere e sinceramente la cosa lo irritò non poco. Aveva una gran voglia di andare da lui ma avrebbe dovuto aspettare il mattino per vederlo, visto che di notte non si poteva scorrazzare per i corridoi; rimase in silenzio per circa 2 minuti con gli occhi chiusi fino a quando non li sgranò, lanciò il volume da qualche parte nella stanza e si alzò dal letto diretto verso la porta e aprendola. "Fanculo", nessuno poteva dirgli quello che doveva fare, tanto meno le regole di quel fottuto manicomio in cui si trovava. Velocemente percorse tutto il tragitto che a grandi linee ricordava per raggiungere la stanza del rosso, senza premurarsi di guardarsi intorno, l'ambiente era buio e silenzioso, non c'era anima viva in giro nonostante non fosse tardi. Pensò di trovare il servitore biondo fuori dalla porta di Kidd ma non si sorprese più di tanto quando non vi trovò nessuno, in fondo anche lui aveva detto a Penguin di non restare come una statua fuori dalla sua camera. Fece qualche passo in avanti trovandosi la porta proprio a pochi centimetri di distanza, e in quell'istante mille pensieri gli invasero il cervello come una miriade di spilli; che cosa avrebbe detto al rosso per giustificare la sua presenza lì a quell'ora? magari l'altro lo avrebbe pure preso per il culo, e in tal caso lo avrebbe mandato al diavolo spiaccicandogli sulla faccia il suo dito medio. Prese un profondo respiro e bussò 2 volte senza troppa forza. In cuor suo sperò che il rosso si fosse già addormentato, in modo da avere ancora la possibilità di andarsene ma per sua sfortuna la porta si aprì rivelando la figura del Greyjoy che lo fissava con stupore e incredulità mentre teneva la porta aperta con una mano, evidentemente non si aspettava di ricevere una sua visita, almeno non in quel momento. Law lo guardava in silenzio, senza aver la forza di poter parlare, si sentiva bloccato nonostante avesse mille cose da dire. L'aria intorno a loro divenne strana, più leggera e più calda e i loro occhi si accesero di passione. Kidd aprì completamente la porta, un gesto di invito piuttosto esplicito; Law si mosse senza rendersene conto entrando e portandosi al fianco del rosso senza distogliere lo sguardo da quello dell'altro e chiuse la porta della stanza. A poca distanza dalla porta, dietro un angolo buio qualcuno aveva osservato la scena, qualcuno con un pezzo di tonno appiccicato sulla guancia. 

In quello stesso momento, nella stanza di una certa lady che se stava seduta davanti a un tavolino di legno di mogano elegantemente apparecchiato con tanto di vasi di fiori, candelabri e varie pietanze, qualcuno bussò alla sua porta. "Avanti" disse la rosa con fare allegro. Dall'entrata apparve Robin che rivolse alla sua signora uno sguardo di trionfo << E' stato difficile ma alla fine abbiamo portato a termine la vostra richiesta >> Detto ciò si rivolse a qualcuno ancora fuori alla porta facendogli cenno di entrare: Nami varcò la soglia trascinandosi dentro uno scombussolato Ace avvolto da spesse corde. << Abbiamo catturato l'obbiettivo >> rispose la rossa sorridendo. Ace sospirò tristemente. solo perchè aveva rifiutato l'invito di Bonney di cenare loro due soli nella sua stanza era stato accalappiato come un cane, la sua amica proprio non si rassegnava.  Fu costretto a sedersi di fronte alla Greyjoy, e in seguito slegato per la sua gioia
. "Senza rancore amico" gli rivolse Nami prima di uscire insieme a Robin che gli fece un'occhiolino.

<< Era davvero necessario arrivare a tanto Bonney? >> Disse il moro portandosi la mano al volto con fare esasperato;                                                             

<< Beh, tu non sei molto collaborativo e io ci tenevo molto a cenare in tua compagnia stasera ma, sembra proprio che tu voglia innalzare un muro tra noi >> rispose lievemente imbronciata Bonney.


<< Non è così e lo sai, ma ti ho già detto di non poter ricambiare i tuoi sentimenti quindi ti chiedo di non rendere le cose più difficili di quanto non lo siano già >>

<< Per me sei come un libro aperto Ace, non sei mai stato bravo a raccontare bugie, così come non lo è mai stato Rufy; lo capisco quando mi dici una menzogna quindi ti chiedo: perchè ti ostini a mentirmi? cosa ti blocca? >>.
 
"Cazzo" imprecò mentalmente il Baratheon; era vero, Bonney lo conosceva come il palmo della sua mano e questo dettaglio gli scaldava il cuore ma non poteva rivelargli la verità, che era promesso a un'altra donna. Ma come poteva mentire alla persona che più di tutti riteneva importante?
Ace si chiuse in un silenzio ostinato che fece perdere la pazienza alla rosa che sbattè i pugni sul tavolo, provocando il movimento delle posate. Era ovvio che il suo amico gli stava nascondendo qualcosa! e se non avesse confessato di sua spontanea volontà quale fosse il problema, glielo avrebbe fatto sputare a suon di schiaffi. Si alzò con così tanta foga da far rivoltare la sedia a terra, e si avviò a grandi falcate verso il moro che la fissava con un briciolo di preoccupazione.
Ora erano cazzi amari. Senza alcun pudore Bonney si sedette a cavalcioni sulle gambe del moro e gli prese il viso con entrambe le mani incatenando i loro sguardi; 

<< Parlami Ace, non avere segreti con me perchè io non ne ho con te..>> Unì le labbra con quelle del moro sotto di sè in un casto bacio, un contatto delicato senza nessuna malizia; i loro respiri si infransero sulla pelle di entrambi, riscaldandoli con un lieve tepore. Bonney teneva gli occhi chiusi e dentro di sè si senti esplodere di felicità per aver finalmente baciato l'uomo che amava da tempo, temeva di venir nuovamente rifiutata e forse anche odiata ma, aveva deciso di giocarsi il tutto per tutto; spostò le mani dalle guance di Ace dietro alla sua nuca per sentirlo più vicino. Sentì due forti braccia avvolgerle la vita in un abbraccio. Ace aprì la bocca per permettere alla lingua di Bonney di entrare nella sua cavità: il bacio divenne passionale e umido, le lingue danzavano lentamente e le salive si univano fino a non riconoscersi più. Entrambi si strinsero di più all'altro come se temessero che qualcuno o  qualcosa avesse potuto separarli. 

" Quante volte il nostro cuore va per la sua strada? incurante dei problemi e delle priorità? "

Ace ci aveva provato a resisterle, a reprimere i suoi sentimenti verso la rosa ma quando lei si era seduta sul suo grembo facendogli sentire la consistenza del suo esile corpo non ci aveva più visto, era come impazzito e il suo cervello aveva smesso di funzionare; "al cuore non si comanda" gli ripeteva sempre il suo amico Sanji. Fanculo tutto! si alzò in piedi con ancora il corpo di Bonney avvinghiato al suo, e con una mano liberò il tavolo da tutto ciò che c'era sopra facendo abbastanza spazio per appoggiare sopra la superficie lignea la Greyjoy senza smettere di baciarla; prese ad accarezzarle le schiena e i fianchi mentre sentiva Bonney fare lo stesso. Spostò la mano sul seno destro accarezzandolo sensualmente strappando un gemito di piacere dalla bocca della rosa, rumore che lo riportò alla realtà. In una frazione di secondo si sentì terribilmente in colpa, conscio di star usando e mentendo a Bonney,e un senso di malessere si impadronì del suo corpo, spingendolo a interrompere il bacio e allontanandosi dal corpo della rosa lentamente, spostando lo sguardo per non dover guardare la ragazza in faccia e leggervi la più completa delusione. "Perdonami" sussurrò in direzione di Bonney che lo guardò dirigersi verso la porta e uscire senza nemmeno voltarsi. 




Intanto in un'altra stanza, sopra un enorme letto a baldacchino rivestito di rosso e magenta due corpi accaldati, sudati e completamente nudi si strusciavano come a volersi fondere e gli unici rumori udibili erano i gemiti di piacere e baci scambiati con lussuria e saliva. Il giovane Stark si trovava sopra il corpo di Kidd che non smetteva di toccarlo, accarezzarlo e morderlo; le loro lingue erano impegnate nell'ennesima battaglia per la supremazia che nessuno dei due avrebbe mai vinto. Law spostò la bocca verso il collo niveo del rosso nonostante fosse già costellato di segni violacei e morsi, tanta era stata la foga con cui lo aveva marchiato, depositandovi un dolce bacio come per farsi perdonare. Kidd decise di ribaltare le posizioni portando lo Stark sotto di sè e lo guardò negli occhi: appena Law era entrato nella sua stanza e la porta  era stata richiusa si erano letteralmente buttati l'uno nelle braccia dell'altro e da lì in poi non si era capito più nulla: baci roventi, vestiti che venivano strappati e il ritrovarsi sul letto del rosso a sfiorarsi come se avessero atteso tutta la vita per quel momento. In quel momento finalmente comprese quanto davvero avesse desiderato quel ragazzo dagli occhi plumbei, poterlo guardare interamente, poter assaggiare la sua pelle e sentirlo interamente suo. Law alzò una mano depositandola sulla guancia del rosso in una lieve carezza, come se avesse letto nei suoi pensieri e trovandosi d'accordo con lui.  Kidd gli prese la mano baciandola e portandosi vicino al volto dell'altro per baciarlo ancora: ne non avrebbe mai avuto abbastanza di quelle labbra sublimi. Per quanto la voglia di assaggiare ogni lembo di quella pelle ambrata fosse impellente, il Greyjoy decise che era ora di passare al sodo. Portò due dita all'interno della sua bocca inumidendole per bene e le portò all'entrata del moro iniziando a prepararlo nel modo più gentile possibile. Law inizialmente si irrigidì a quell'intrusione estranea ma non si lamentò, ne si ribellò.  Quando Kidd ritenne che fu sufficiente avvicinò il suo membro verso l'apertura del moro, che gli diede il consenso con un gesto della testa avendo visto negli occhi del rosso una luce di incertezza; era ovvio che non voleva fargli male essendo la prima volta per lo Stark ma visto che si trattava del rosso, a Law andava bene. Strinse le candide lenzuola e inarcò la schiena quando sentì l'altro penetrarlo fino ad entrare completamente. Kidd restò immobile per dare tempo all'altro di abituarsi all'intrusione, il suo passaggio era così caldo e stretto che il rosso tremò di piacere. Con un colpo di bacino Law intimò all'altro di muoversi, anche se avvertiva ancora una punta di dolore ma a lui non interessava. E mentre Kidd si spingeva dentro di lui con impeto crescente il giovane lupo gli andava incontro, liberando dalla sua bocca gemiti incontrollati; andarono avanti per diversi minuti fino a quando entrambi arrivarono al limite, e scambiandosi un focoso bacio. Completamente esausto Kidd si stese con la schiena sul morbido materasso, con Law che si era avvinghiato a lui poggiando la testa sul petto del rosso che lo aveva avvolto con un braccio per stringerlo a sè. Il moro aveva preso ad accarezzargli distrattamente gli addominali e si rilassò ancora di più quando sentì le dita dell'altro che affondavano nella sua chioma corvina, accarezzandolo con estrema dolcezza; si sentiva in pace con sè stesso. Passarono diversi minuti a farsi le coccole fino a quando Law alzò il volto vedendo lo sguardo assorto dell'altro, si chiese a cosa stava pensando il suo compagno.

 << Dì un pò, a che pensi? >> chiese curioso lo Stark senza distogliere gli occhi da quelli dell'altro;

<< Penso al fatto che vorrei vivere questo momento per altre mille volte, lo trovi strano? >> Law negò con la testa.

<< Per cui sono arrivato ad un'unica conclusione..e volevo renderti partecipe della mia idea >> disse serio il rosso.

Il moro fu tentato di dirgli "tu sei capace di formulare idee?" ma si trattenne, voleva sapere a cosa aveva pensato Kidd.

<< Sposiamoci >> disse tutto d'un fiato il rosso. Law alzò lentamente la testa e lo fissò come se avesse appena detto la cosa più irreale di questo mondo, sbattendo più volte le ciglia.

<< Cosa hai detto? >> il giovane lupo era a conoscenza del fatto che il matrimonio tra persone dello stesso sesso era stato legalizzato un paio di decenni fa da un precedente sovrano, il re Shanks detto il Rosso, ma prima di allora erano proibiti. 

<< Mi hai sentito scemo, se mi sposi non sarai costretto ad unirti con mia sorella e..non sarai più costretto a tornare da quel bastardo di tuo padre; inoltre è quello che voglio, averti accanto a me per tutta la vita..>>. Il rosso si sentì in imbarazzo, non sapeva proprio quali parole usare. Law se ne stava in silenzio, e nel frattempo si era messo a sedere sul letto: la prospettiva di quella nuova vita che gli stava offrendo Kidd lo stuzzicava parecchio: rivedere suo padre era l'ultima cosa che voleva, così come lo sposare Bonney ma, diventare il compagno ufficiale del Greyjoy..poteva davvero farlo? poteva davvero essere felice e stare al suo fianco per tutta la vita? sentì un tuffo al cuore che gli imporporò il viso. Vedendolo indeciso il rosso fece un ulteriore sforzo e calpestò ancora il suo orgoglio: gli prese una mano tra le sue distogliendolo dai suoi pensieri;

<< Vieni via con me a Pyke, non appena ci saremo sposati torneremo nelle isole di Ferro e faremo il culo a mio zio, in questo modo diventerò il legittimo erede al Trono del Mare e tu regnerai al mio fianco, potrà venire anche il tuo servitore, ho notato che sta sempre appiccicato a Killer >>  

Effettivamente ora che ci pensava Penguin non perdeva occasione di svignarsela per andare chissà dove e puntualmente quando lo trovava era in compagnia del ragazzo mascherato; fu felice al pensiero del suo amico legato a qualcun'altro che non fosse lui. Ad ogni modo lui la sua decisione l'aveva già presa, non c'era nulla su cui dover riflettere veramente. 

<< Se proprio me lo chiedi così gentilmente..>> fece una breve pausa << Sarò felice di accontentare la tua richiesta, anche se mi immaginavo più romanticismo da parte tua >> disse il moro sorridendogli sarcasticamente e facendogli la linguaccia;

<< Ma non rompere i coglioni Stark, piuttosto sentiti onorato di diventare la mia mogliettina >> ghignò il rosso avvicinando il corpo dell'altro al suo per poterlo stringere.

<< Vai a fanculo testa di merda >> rispose il moro appoggiando la testa nell'incavo del collo del rosso.

<< Ti amo anche io stronzo >> replicò baciandogli la testa.


 

 



 
  
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