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Autore: gabryTheGift    19/12/2017    8 recensioni
Oscar e André tornano a palazzo dopo essersi scontrati contro i primi tumulti di Parigi, dopo la scena in cui André ha protetto la sua donna (come al buon Alain piace sottolineare). I due protagonisti, fianco a fianco, tornano a casa mentre Oscar cerca di capire quale sia adesso il suo rapporto con il suo amico di sempre e cosa sia rimasto della loro vita vissuta insieme. Un missing moment, la voce di una Oscar che ancora non capisce il sussurro del suo cuore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La cena sapeva di casa.
Non mi aspettavo che fosse così.
Non credevo che sapesse di dolcezza e di tempi andati.
Certo ho parlato molto poco, come mio solito.
Mi sono limitata ad osservare le persone sedute davanti a me, ho ammirato queste persone speciali, talmente speciali da non sapere nemmeno di esserlo.
Nanny, poverina... Devo averla sconvolta: non sapeva nemmeno lei quali e quante pietanze mettere sulla tavola e André...
Beh André era... mi vergogno anche a pensarlo ma era splendente.
Non si è limitato solo ad essere un'ombra, come fa ormai da tanto, troppo, tempo: era cordiale, disinvolto, era semplicemente felice.
I suoi occhi non mentono mai, anche quello costretto all'eterno buio brilla, grazie alla forza dei suoi sentimenti e alla limpidezza delle sue sensazioni.
Possibile che gli basti così poco? Possibile che nella vita basti così poco per sentirsi felici?
Io nella vita felice non lo sono stata mai.
Certo da bambina, durante l'infanzia, ero libera, mi sentivo libera ma con il passare dei giorni, il passare degli anni, quella libertà è scivolata via dalle mie dita grazie ai miei doveri, alla mia uniforme, grazie alle fasce che, giorno dopo giorno, hanno stretto il mio seno con sempre più forza.
Il rigore mi ha intrappolata, poco alla volta, ogni giorno di più.
Tranne nei momenti che riuscivo a ritagliarmi con André.
Con lui ero serena, per pochi minuti, potevo essere ancora libera.
Ero libera di sorridere ma è anche vero che, in quegli attimi, sentivo sempre qualcosa, un nodo alla gola indecifrabile, uno strano sentimento, un disagio che non sono mai riuscita a comprendere... Che forse ancora oggi non riesco a comprendere.
E se non volessi comprenderlo?
Cosa può significare tutto questo?
E come dovrei leggere quella strana frenesia che conduce il mio sguardo, celato dal protettivo abbraccio della finestra del mio ufficio, verso la grande piazza d'armi per cercare  il suo volto tra quello dei miei uomini?
Riconosco sempre il suo passo, l'odore che lo accompagna, da sempre è un profumo che mi regala sicurezza.
Riconosco di averlo perdonato per quella tragica notte e riconosco che forse io stessa, con il mio egoismo, l'ho portato all'esasperazione.
E allora cosa vuol dire tutto questo?
Lui è il mio André, lo so da sempre ma non riesco davvero a cogliere il significato di queste poche parole.
Forse è solo colpa dei tumuli della città, delle decisioni da prendere... Forse è solo questo che mi fa sentire insicura, insicura su di me e su ciò che sento.
Vorrei tanto parlarti come un tempo André.
Parlarti come facevo prima che la Reggia, che Fersen, che la mia Regina, ci dividessero...
Perché non mi hai mai parlato con franchezza, André?
Possibile che tu non ci abbia mai provato?
O forse sono stata io, stolta e cieca, a non accorgermi dei tuoi gesti?
A non voler sentire le tue parole?
Quando hai perso la vista... Quando Bernard ha trafitto il tuo occhio con quella spada... Mio Dio... Non so ancora bene cosa ho provato in quel momento ma so con certezza che avrei voluto esserci io al tuo posto, che avrei voluto prendere io il tuo dolore.
Volevo solo proteggerti, soltanto quello, e nemmeno in quella circostanza sono riuscita a dimostrartelo.
Volevo ucciderlo, lo confesso... Ma tu mi hai fermata, sapevo che non avresti voluto.
Infatti sei diventato suo amico: il Cavaliere Nero era mosso da una giusta causa, voleva solo sfamare il tuo popolo... È stato solo un incidente di percorso... Un incidente che ti è costato parte della vista ma a te non sembra importare...
È più importante nutrire, anche uno solo, di quegli innocenti che la tua vista, non è così André?
Sei un vero uomo André.
Sei un uomo migliore di molti nobili che di nobile hanno solo il titolo e nient'altro.
Sei un uomo migliore di quello che sarei potuto essere io, è questa la verità.

Bussano ancora alla porta, non faccio quasi in tempo a rispondere che Nanny entra trafelata nella mia stanza.
Mentre si scusa per l'ora, vedo che tra le mani stringe una lettera, mi dice che è da parte di mia madre, direttamente da Versailles.
La Regina ha bisogno di tutto il sostegno possibile e lei è lì a darle una mano, come sempre...

"Dammi pure Nanny, non preoccuparti"
"Certo Oscar, comunque mi sono lamentata a dovere con il messo! Gli ho detto che questo non è un orario consono in cui presentarsi, ma ha risposto che la contessa tua madre ha insistito tanto."
"Non è certo colpa di quell'uomo Nanny, non angustiarti. Infondo non stavo facendo nulla"
"Va bene bambina, ancora una volta hai ragione tu. Allora ti lascio. Buona notte."
Mi sorride sempre quando si congeda, la mia Nanny.
Dovrei ringraziarla questa volta, anche solo per questa serata, dovrei ringraziarla per avermi fatto sentire parte di una famiglia.
"Nanny, grazie... di tutto."
"Non devi ringraziarmi, sei la mia bambina. Buona notte, Oscar!"

Mentre apre la porta, per lasciare la stanza, vedo André che, prontamente, con un cenno della mano e un piccolo sorriso mi saluta. Non posso certo meravigliarmi della sua presenza: attende sua nonna, sicuramente desidera rimanere un po' con lei senza nessuno intorno, senza occhiate indiscrete.
Goditela André, goditela, più che puoi.
Ma appena Nanny chiude la porta, dietro di sé, li sento bisbigliare e non vorrei ma la mia curiosità vince e non posso fare a meno di avvicinarmi e di tendere l'orecchio per ascoltare meglio.
La bambina di tanti anni fa, ogni tanto, fa ancora capolino in questo mio corpo da adulta.

"Non poteva tornare invece di far mandare una lettera? Non poteva lasciare la Reggia solo qualche ora? Che Dio mi perdoni ma a volte penso... lasciamo perdere..." Le lamentele sommesse di Nanny si sentono bene.
"Nonna non prendertela così e sopratutto non parlare così, Oscar potrebbe sentirti! Qualcosa avrà trattenuto la Contessa, altrimenti non avrebbe fatto mandare nemmeno quella lettera"
"André, benedetto ragazzo, non hai visto la mia bambina questa sera? Nessuno capisce la mia bambina... Nessuno..."
"Vieni con me nonna, avanti, ti preparo qualcosa di caldo."

Eh già la gente parla e la mia Nanny non fa eccezione.
L'unico che si distingue da tutti è sempre e solo André.
Mi dispiace farti soffrire Nanny, mi dispiace che tu mi capisca così bene, probabilmente capisci il mondo che mi circonda molto meglio di me.
Non posso fare altro che aprire la missiva di mia madre e leggere, con i miei occhi, cosa ha voluto dirmi con tanta urgenza.
 
Mia cara Oscar, ho appena saputo che sei tornata a palazzo dopo i tumulti che hai vissuto in città questa mattina.
Confido nella repentina ripresa del tuo corpo, so che starai presto meglio.
Non posso lasciare gli alloggi della Regina, certamente capirai quanto la nostra amata Sovrana abbia bisogno di me, sopratutto in un momento delicato come questo. Spero che con queste poche righe ti arrivi l'amore di tua madre.
Con affetto

 
Certo madre, con queste poche righe sentirò tutto il suo affetto. 
Un mucchio di stupidaggini!
Ecco cosa sono queste poche righe: un modo per pulirsi la coscienza!
Nanny ha ragione, non desidera trovare il tempo per me!
Sono un soldato e quindi non ho bisogno di nulla.
Sono solo un soldato, non conto proprio nulla per la mia famiglia?
Mio padre si serve di me per la Corona, per tramandare l'onore del nobile casato della famiglia de Jarjayes e mia madre... non so nemmeno a cosa potrei servirle.
Per rimanere più a lungo a Versailles, forse?
È colpa mia?
Sono io che non sono in grado di farmi amare da nessuno?
È il mio carattere che riesce solo ad allontanare tutti?
E André?
Perché allora, quella notte, disse di amarmi?
Non era vero?
Era solo pena?
Era solo la voglia di voler aiutare un'amica?
Il suo animo è nobile, potrebbe averlo detto solo per smentire le parole di Fersen?
Per farmi sentire bella e desiderabile agli occhi di un uomo?
È stato solo per amicizia?
Mi scoppia la testa!
Perché?
Perché non riesco a dare una risposta a nessuna di queste domande?
Chi potrebbe aiutarmi?
Chi potrebbe mettere in fila i miei pensieri se non André?
Non dovrei ma devo parlargli, devo... la sua presenza mi calmerà e potrò tornare in me.
Potrò tornare ad essere solo il Comandante de Jarjayes!
Tutti questi pensieri... È solo colpa di questa maledetta donna che dorme dentro di me.
È solo lei la causa di tutto, è lei la causa di questa mia confusione.
Devo metterla a tacere!
Ora!
Adesso!
  
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