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Autore: Devil_san    31/12/2017    2 recensioni
Marinford.
La guerra tra i Pirati e i Marines è quasi giunta alla sua fine e i pirati si stanno ritirando visto che quello che sono venuti a fare è stato fatto.
Problema, Pugno di Fuoco è una dannata testa calda, ed è caduto nella trappola di Akainu e ora per salvare suo fratello darà in cambio la sua vita.
No, aspetta.
Sono appena stati salvati entrambi da Kurosaki Ichigo, lo Shinigami.
…No, aspetta di nuovo. Perché diamine lui è qui!?
O
Ichigo si è ritrovato catapultato nel Mondo di One Piece più di vent’anni fa finendo per unirsi alla ciurma dei Pirati Jolly Roger; viaggiando, esplorando, cambiando la storia senza saperlo e venendo adottato come zio da tre tempeste scuoti-mondo senza che gli chiedessero il permesso.
Non che si penta di niente di tutto questo.
In fin dei conti, loro tre sono il suo Tesoro.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: ASL, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Treasure's Series'
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Sotto la luce del tramonto i cui raggi si dispiegavano sull’orizzonte come la ruota di un superbo pavone, meravigliando l’oceano con i suoi continui giochi di luce sulle nuvole che pigre fluttuavano sotto le stelle che si svegliavano dopo una lunga e pigra giornata passata sotto le lenzuola celesti con cui ogni giorno il sole le rimboccava all’alba, Ichigo e Marco si stavano riposando su un errante isola nel cielo, dalle morbide coste di nuvole bianche sfumate di rosa e in cui erano sparse antiche e logorate rovine di una civiltà che non esiste oramai più.
Il nuovo capitano dei pirati di Barbabianca stava guardando di sottecchi il suo compagno di viaggio che si stava pettinando i lunghi lunghissimi capelli sciolti prima di stendersi a riposare e Marco non poteva fare a meno di rimuginare sul mistero che era lo Shinigami.
Fin da quando era comparso più di vent’anni fa sulla nave del fu Re dei Pirati quell’uomo si portava dietro misteri su misteri, informazioni su di lui sono quasi inesistenti – particolarmente quelle riguardanti le sue origine e da dove venisse (neppure il mare di appartenenza si sapeva) – e le poche informazioni che sia i pirati e i marines (e i rivoluzionari) avevano raccolto su di lui erano sempre di dopo che lui era comparso sulla scena pubblica (quel tiro mancino che aveva fatto al Governo Mondiale sottraendogli da sotto il naso – e le mani – il corpo del Re di Pirati il Governo non glielo perdonerà mai) e anche in questi giorni passati insieme e in cui si era sbottonato su se stesso – e le avventure che aveva passato con quelle tre pesti – erano nel grande schema delle cose di poco conto.
Una cosa Marco era sicuro però, Shinigami no Ichigo era forte, davvero forte con tanti assi nascosti nella manica e di cui nessuno sapeva niente.
In effetti, parlando di assi nascosti, la sua capacità di ‘camminare sull’aria’ era davvero interessante, particolarmente perché non era geppo o qualsiasi altra tecnica conosciuta su questi vasti mari.
In quel momento lo Shinigami si girò a guardarlo, alzando un sopracciglio al suo palese fissare alla sua schiena e Marco, ben consapevole di essere stato beccato, chiese la prima cosa che gli venne in mente per evitarsi un completo imbarazzo: «Da dove vengono quelle strisce di stoffa per capelli, yoi?»
Con un mezzo sorrisetto divertito – Ichigo non era stupido e sapeva che Fushicou (come tutto il resto del mondo) era curioso su di lui – prese in mano le suddette strisce che aveva accuratamente piegato dopo averle slegate dai suoi capelli e con grande magnanimità rispose senza deriderlo: «Me le hanno regalate le mie tre pesti per il mio compleanno, l’anno in cui sono diventato il loro Occhan.» e inconsciamente accarezzava con il pollice le tre stoffe – rossa, blu e gialla, i colori con cui da piccoli i tre si identificavano nella loro personale bandiera pirata quando erano giovani e spensierati.
Roteò gli occhi affezionato: «Non sono sicuro dove le abbiano prese ma mi ricordo che per un intero mese sono stati costretti a stare lontano da Goa se non volevano essere inseguiti dalle guardie non appena si avvicinavano alle porte della città.»
Inclinò lo testa: «Da quel che mi ricordo di aver sentito è perché durante la loro fuga hanno calato le brache a diversi nobili per rallentare le guardie.»
Silenzio.
«…voglio sapere come hanno fatto.»
«Io no,» rispose Ichigo piatto: «anche se purtroppo due anni più tardi ho avuto il dubbio piacere di averne una dimostrazione della loro tecnica su diversi malcapitati, …e malcapitate.»
Marco scoppiò a ridere.
Ci volle un po’ perché la risata di Fushicou si calmasse, e ancor di più che i due andassero a dormire visto che quello fu lo spunto per cadere in una fiumana di aneddoti su Ace e i suoi fratelli, fino a quando non erano inclusi tutti quelli che avevano incontrato durante i loro viaggi per mare.
E il sole calò dietro l’orizzonte fatto di onde e nuvole cullato dalle loro gioiose chiacchiere.
 
Ichigo non lo ammetterà mai ma ringrazia che con gli anni, dopo che era effettivamente morto e unito ufficialmente alle schiere di shinigami nella Soul Society e sottoposto a follia e pazzia e infantilismo più sfrenato su base giornaliera (che poi avesse preso l’abitudine di sparire per qualche mese da Kisuke, o nell’Hueco Mundo o da qualche altra parte interamente prima di degnarsi a ricomparire nel Seireitei per tranquillizzarli che fosse ancora vivo è tutta un'altra storia), avesse sviluppato quello che era comunemente noto come il sorriso Shiba che ti permetteva di andare e avere tutto quello che ti pareva senza troppi problemi.
Ma, anzi, incantando tutti.
Ma proprio tutti.
(…Ichigo non vuole davvero pensare perché ha dovuto svilupparlo. Quei ricordi è meglio per tutti che rimangano sepolti).
Soprattutto perché gli aveva appena evitato di essere trasformato in puntaspilli dalle Amazzoni che sorvegliavano la piccola conca in cui i Pirati Hearts e Jinbei si stavano riposando e riprendendo dalle ferite.
Sia Ichigo che Marco non furono mai più che felici di vedere Jinbei ed essere salvati dal trasformarsi in suddetti puntaspilli dalle Kuja sospettose o dopo i convenevoli di essere rassicurati dai due capitani che nonostante tutto, anche con Luffy essendo quello messo peggio dei tre, che i fratelli avrebbero fatto il pieno recupero.
In effetti tutti e tre erano già svegli e in piedi a fare non si sa che nella foresta che circondava l’isola (a quanto pareva Luffy aveva incanto tutta la popolazione dell’isola così tanto che poteva andare dovunque voleva e i suoi fratelli anche grazie al loro stato di parentela).
E mentre parlavano e si informavano dei danni che avevano riportato i suoi nipotini – Ace malnutrizione ed affaticamento, Sabo qualche graffio e i danni interni di Luffy dovuti a combattimenti non-stop fin da Impel Down a Marinford sono quelli che lo hanno atterrato in sala operatoria; tuttavia nessuno dei tre è sfuggito dalla mano di Sakazuki visto che ora Ace aveva una brutta bruciatura sia sul petto che sulla schiena rovinandogli il tatuaggio del Jolly Roger di Shirohige di cui era tanto orgoglioso, Sabo era stato solo bruciato di striscio sulla faccia ma aveva rischiato di perderci l’occhio sinistro e Luffy era stato beccato in pieno sul petto aggravando ancor di più le sue condizioni già critiche – Ichigo non poté non notare, anche durante il dettagliato resoconto medico, il spilungone con un gonfio cappotto di piume nere seduto non molto lontano con una bottiglia di liquore in mano che li teneva d’occhio ma in particolare non perdeva mai di vista il giovane tatuato capitano.
E Ichigo era pronto a giurare che aveva già visto quella faccia.
Certo, i disegni facciali erano diversi, più a cuore, ma…
Ma non lo conosciamo? Chiese perplesso Ichigo alle sue zanpakuto ascoltando con solo un orecchio per il momento gli altri tre capitani.
Anche i suoi spiriti si concentrarono sullo spilungone.
Cazzo sì! Esclamò Shiro pochi secondi dopo, una lampadina accendendosi sopra la sua testa, Non era il…e qui Ichigo ebbe la netta impressione che stesse schioccando le dita come se lo avrebbero aiutato a ricordare prima.
Fortunatamente Ossan aveva meno difficoltà di loro a ricordare i dettagli anche dopo tutti questi anni, Se non sbaglio è lo stesso marine a cui hai salvato la vita su Minion Island nel North Blue.
E a quello a Ichigo si illuminò la metaforica lampadina. Con un sorriso – terrificante secondo il modesto parere dei pirati intorno a lui – si diresse verso il biondo tatuato esclamando allegro: «Rocìn
Una bottiglia gli volò incontro.
«Ti ho già detto di non chiamarmi così!» gridò irritato l’alto e colossale uomo biondo mentre Ichigo ridendo schivava la bottiglia.
«Davvero? Devo essermene dimenticato...» disse Ichigo con un mezzo sorriso, e quando il biondo provò ad alzarsi e prontamente inciampò sul niente cadendo a terra di faccia, il suo divenne un intero sorriso divertito: «e vedo che la tua goffaggine non è migliorata con gli anni.» finì mentre lo aiutava a rialzarsi in piedi.
Il biondo solo brontolò un mezzo ringhio infastidito e guardandolo per lunghi istanti dall’alto verso il basso in tutta la sua altezza si sentì un aria pesante intorno a loro che si prolungava nel tempo, che allungava gli attimi in ore… ma che si dissipò in un istante quando il colosso sbuffò divertito – e affezionato non mancarono di notare – e le sue spalle crollarono giù perdendo tutta la loro tensione precedente: «E’ bello rivederti Ichigo-san.» mormorò con un sorriso storto.
«Già… è bello, Rosinante.» concordò quieto.
«Cora-san,» interruppe il momento il giovane capitano dei pirati Hearts: «conosci lo Shinigami?»
«Certo che lo conosco, Law,» e sorrise ironico: «dopotutto mi ha salvato la vita.»
Qui tutti li guardarono sorpresi, non si aspettavano tale rivelazione, ma lui non finì lì: «E lo conosci anche tu Law,» continuò alzando un sopracciglio sardonico: «In fin dei conti hai passato l’intera settimana che è rimasto con noi ad adorare la terra su cui camminava.»
Law si accigliò confuso e in diniego: «Io ad adorare? Ma non è poss-»
Il suo borbottio si fermò di colpo alla vista del sorriso tutto denti – sadico il suo cervello lo appuntò, molto simile al suo personale e caratteristico sorrisetto sadico in effetti – che lo Shinigami gli stava dando non appena si era girato a guardarli, la stessa luce di un uomo che si è appena ricordato qualcosa di molto bello per lui e molto brutto per gli altri.
«Waterloo!» esclamò deliziato, un sorriso spacca-guance (e terrificante), venendo verso di lui a grandi passi: «Vedo che sei cresciuto bene!» constatò dandogli una grossa pacca sulla spalla sul povero e impietrito capitano che al sentire il tanto odiato soprannome si era appena ricordato dove e perché aveva conosciuto Shinigami no Ichigo.
…Quelli erano memorie che al momento non aveva voglia di ripensare.
Un altro giorno.
Forse.
Comunque, in quel momento, tutti si distrassero da tale scena – per l’immenso sollievo di Law – quando sentirono provenire dalla foresta delle voci molto alte, rumorose e indubbiamente maschili.
Tutti si voltarono verso i teli che dividevano la radura dal resto in tempo per vedere Ace, Sabo e Luffy comparire da sotto i teloni che discutevano animatamente tra di loro ma non ci volle molto perché i tre notassero i due nuovi venuti.
Le facce dei tre fratelli si illuminarono di colpo.
«Occhan!» tutti e tre gridarono, seguito poi da un unico grido di: «Marco!» da parte di Ace, e ben presto i tre corsero verso di loro ridendo e sorridendo e lanciandosi per un abbraccio spaccaossa sul loro zio preferito.
E un peso si sollevò dal cuore alla loro vista.
Bendati e fasciati ma sorridenti.
Che sollievo.



 
 


 
 
«Perché mi hai salvato?» chiese Rosinante, una mano sulle bende e gli occhi seri come non mai sul suo salvatore, su Kurosaki Ichigo, su un pirata che a rigor di logica non ci guadagnava niente dal salvarlo dalla morte che suo fratello Doflamingo lo aveva condannato.
«Perché mi chiedi?» e alzò i suoi occhi dal giornale che stava spulciando: «Sinceramente non lo so.» 
Al suo sguardo incredulo piegò il giornale e si voltò verso di lui, completamente serio: «Potrei darti diversi motivi sul perché: perché sono un medico, perché avevo bisogno di informazioni, perché eccetera eccetera… potrei dartene tanti altri se volessi ma… la verità? La verità è che io seguo sempre il mio istinto e cuore, e il mio cuore mi diceva che qui si sta sviluppando una tempesta all’orizzonte, è lì, in attesa di scatenarsi, non oggi, non domani ma un giorno in un futuro non troppo lontano e quando ti ho visto a terra nella neve sporca del tuo sangue il mio istinto mi ha sussurrato di salvarti la vita, …per far continuare a sorridere una tempesta, credo? Francamente, non ho capito il perché, ho capito solo che era meglio che tu fossi ancora vivo e vegeto. E come ho detto prima io seguo sempre il mio istinto, dopotutto non ha ancora sbagliato.»
 
 




 
 
«Che ti è successo alla faccia?»  chiese Ichigo a Rosinante mentre tutti gli altri erano distratti dallo spettacolo che erano sempre gli infantili bisticci dei tre fratelli e che finivano sempre per trascinare in mezzo anche quelli che non c’entravano niente o non volevano proprio entrarci ma ci finivano lo stesso in mezzo a causa della forza maggiore che erano i tre: «Prima non avevi questi tatuaggi!»
«Lui è successo!» esclamò puntando il dito contro Law che, contro la sua volontà, supervisionava il battibecco tra i tre fratelli insieme a Jinbei e Marco per non rischiare che venissero alle mani: «Un giorno arriva e mi dice: hai bisogno di un nuovo stile. E sai che fa? Fa’ room e mi taglia la testa. Chiude il mio corpo in una cassa – per sicurezza, lui dice – e con la mia testa sottobraccio mi porta da un tatuatore spaventando a morte tutti i passanti e pure il tatuatore! E poi, nonostante le mie proteste, costringe il tatuatore puntando la spada al collo del bastardo di farmi questo tatuaggio qui e il tatuatore cosa fa? Ovviamente lo fa! E ora mi ritrovo con sto affare permanentemente in faccia e nonostante quanto volte glielo chiedo Law si rifiuta di rimuovermelo! Ecco cosa è successo!» finì affannato.
«Meglio?» chiese Ichigo quando lo vide più calmo.
«Sì.» rispose più tranquillo Rosinante.
«Bene. Allora andiamo a fermare i miei nipotini, altrimenti rischiamo che distruggano l’intera spiaggia se vanno avanti così.»
Una pausa riflessiva.
«O peggio ancora Waterloo tagli loro la testa per zittirli.»
Rosinante sorrise alla molto plausibile possibilità. 

«Come mai Akainu c’è l’ha a morte, o più del normale almeno, con te?» chiese Rosinante più tardi quella sera davanti al falò.
«Potrei, e dico potrei, avergli dato fuoco.»
Silenzio.
«…dopo che aveva già mangiato il suo Akuma no Mi
Silenzio di tomba.
«E’ stato un incidente!»
Tutti lo guardarono increduli.
«E’ stato un incidente, lo giuro! Non è che in quel momento stessi pianificando di incendiarlo ma diamine mi arriva da dietro e mi fa ‘Tu! Pirata!’ e quando mi giro mi vedo questo pugno di magma incandescente venirmi verso la faccia mentre lui mi ringhia ‘Muori’ e secondo voi che cosa dovevo fare? Ho semplicemente agito d’istinto. Non mi aspettavo seriamente che lo bruciasse, solo che lo confondesse per un secondo, giusto il tempo per me di levarmi da lì e invece me lo vedo poi che si butta a terra cercando di spegnerne le fiamme da tutto il lato destro del corpo, non importa il fatto che la spalla e braccio fossero tutta lava al momento. E dopo che riesce a spegnere le fiamme giura ringhiando di uccidermi giusto un attimo prima che io gli mollo un pugno sul mento mandandolo a dormire.» spiegò concitato.
«Immagino che non me l’abbia mai perdonata.» aggiunse riflessivo un momento dopo.
Tutti lo guardavano increduli cercando di trattenere le risate.
«Aspetta, aspetta.» fa Rosinante con un luccichio malizioso negli occhi: «Mi stai dicendo che Akainu si è fatto quell’immenso tatuaggio per coprire il fatto che sei riuscito a bruciarlo?» chiese incredulo.
«Uh, probabile? Perché sono abbastanza sicuro che allora non aveva nessun tatuaggio…» finisce Ichigo un po’ perplesso.
A quello Rosinante scoppiò a ridere, seguito ben presto da Marco e Jinbei, così come dal sorrisetto di Law, e le risate strozzate di Ace e Sabo che cercavano di non morire soffocati dai loro cosciotti di carne mentre Luffy ride con la sua risata tipica anche se non ha ben capito perché tutti stiano ridendo.
«Oro! Questo è oro!» esclamò ridendo sfrenato Rosinante, riuscendo a cadere a terra e a prendere fuoco tutto in un unico movimento maldestro, e anche mentre Law si prendeva cura del piccolo incendio sul cappotto di piume nere, lui continuò a ridere senza freni.
«Solo, non ditelo a nessuno.» fece scherzoso e mezzo serio Ichigo, con l’indice davanti alle labbra nel gesto del silenzio: «Altrimenti il cagnaccio mi verrà dietro abbaiando minacce di morte e io non potrò più dormire.»
Le risate raddoppiarono di volume, luminose come le fiamme del falò.
E Ichigo sorrise soddisfatto.
 
«D. non muoiono.»
A questo Marco, Rosinante e Jinbei, gli unici ancora svegli del loro gruppetto riunito attorno al falò, alzarono lo sguardo dalle loro tazze mezze vuote, e con il leggero russare dei più giovani spaparanzati tutti intorno a loro come musica di sottofondo.
«O almeno non nel senso comune,» concesse Ichigo guardando contemplativo la tazzina di sakè: «e credo che tutti voi sappiate cosa intendo; Capitano Roger in fin dei conti è morto solo quando ha voluto lui morire. E gli altri D. non sono per nulla meglio in quell’aspetto.»
«Mi stai dicendo che sono impossibili da uccidere?» chiese Marco scettico, diversi momenti dopo.
«No, solo che sono più difficili da uccidere di una persona normale.» gli rispose esasperato Ichigo roteando gli occhi: «Sta tutto nell’accettazione, l’accettazione della loro stessa morte e se tale requisito non viene raggiunto… loro… non importa cosa fai, continuano a sopravvivere come scarafaggi molesti e come tali insetti fastidiosi te li ritrovi più tardi a infastidirti di nuovo finché non finisce che cerchi di schiacciarli e tutti sappiamo come è andata a Marinford… per fare un esempio.» e Ichigo doveva essere più ubriaco di quel che sembrava per lasciare la lingua andare così tanto a ruota libera: «Infatti l’unico momento in cui ho avuto veramente terrore che Ace morisse è stato quando Sakazuki ha attaccato Luffy anche se stava combattendo contro Ace. Lì sì che ho avuto paura, …perché anche da dove ero io potevo vedere che Ace era disposto a tutto per salvare il suo fratellino, pure morire per lui. E io so, che se non fossi riuscito a intervenire in quel momento, quasi sicuramente Ace non sarebbe qui. E sono sicuro che voi sappiate di cosa io stia parlando.» puntò contro loro l’indice, indicando particolarmente Marco e Rosinante.
Rosinante fece una faccia, come se avesse ingoiato un limone, a tale punzecchiatura, perché lui ben sa di cosa Ichigo sta parlando, dopotutto Law era ancora qui vivo e vegeto.
Non che ha alcuna intenzione di confermarlo – e un braccio si strinse intorno alle spalle di Law tenendolo più stretto contro di sé, – la sicurezza e benessere di Law è e sempre sarà la sua prima priorità.
Ichigo dopo aver lasciato il concetto affondare nelle loro teste si voltò verso Marco serio: «Per questo, quando andrai ad affrontare Kurohige – sì, lo so che tanto hai intenzione di dargli la caccia, Marco, cosa pensi che sia io, rimbambito? Tutto quello che vuoi, ma non ci voleva un genio per capire che ti vuoi vendicare per la morte di Shirohige, – assicurati che Teach accetti la sua morte, non importa per disperazione o fede perduta o chissà ché, ma l’importante è che nella sua mente non ci sia neppure una goccia di convinzione che nonostante tutto lui ne uscirà da quel combattimento vivo. Altrimenti ce lo ritroveremmo ancora tra i piedi. …come uno scarafaggio.» finì puntandogli nuovamente l’indice contro per sottolineare il suo punto.
«Vedrò di fare del mio meglio, yoi.» fu tutto quello che disse Fushicou, la sua mente già tramando per assicurarsi il risultato desiderato seguendo il consiglio dato, perché l’affermazione dello Shinigami aveva un suo certo senso, e Marco riluttantemente doveva ammettere che non aveva mai conosciuto un D. che non fosse morto dopo che aveva accettato la sua morte.
Il Re dei Pirati era un buon esempio di questo.
Tutto considerato era morto solo dopo che avesse raggiunto il suo sogno, e guai a chi si mettesse sulla sua strada, perché sarebbe stato spazzato via dalla tempesta umana che era.
Annuendo a se stesso Ichigo appoggiò la sua tazza a terra, strinse a sé i suoi nipotini più contro di lui e lentamente si distese a terra trascinando i loro corpi inermi con sé e tirando fuori una coperta da non si sa dove e la distese sopra loro quattro: «Bene. Allora ora che ho detto il mio pezzo posso andare a dormire.»
E con gran menefreghismo possibile solo quando si è alzato un po’ troppo il gomito si rigirò su un fianco, si assicurò che i suoi nipoti fossero tutti vicini e ben coperti, e salutò con un definitivo: «Buonanotte.»
E si addormentò all’istante sotto le stelle brillanti della notte.
 
«Ehi, Marco.»
Fushicou si girò da dove stava guardando il mare, posando gli occhi su Ace che gli si era avvicinato in completo silenzio e da solo, la sua famiglia un po’ più in là fermi vicino a un costone di roccia sporgente che quietamente osservava i due senza mai perderli di vista – ed era strano vederli così silenziosi ma dopo la sgolata che i quattro si erano fatti mentre si erano presi a urla per tutta la mattina nella foresta a discutere non si sa che o cosa (tuttavia per quanto incomprensibili erano ancora riuscite le loro urla a fargli squillare le orecchie, così come di tutti gli altri pirati) era piuttosto comprensibile che non avessero più molta voce – cercando ovviamente di dar loro un po’ di privacy ma rimanendo comunque a vista.
«Che c’è Ace, yoi?»
Il giovane moro lo guardò apprensivo: «Oyaji…» iniziò, non sapendo davvero come fare tale domanda, perché tale domanda significava riconoscere che Shirohige era davvero e definitivamente morto.
Marco ebbe pietà di lui: «Lo abbiamo già seppellito.»
La faccia di Ace cadde alla risposta.
Il neo capitano sospirò rammaricato: «Avremmo voluto poter aspettare che ci fossi anche tu, ma…»
«Lo so,» tagliò corto Ace con gli occhi a terra: «non è colpa tua, o di qualcun altro. E’ solo che avrei voluto esserci anche io quando…» prese un respiro fortificante: «quando Oyaji fosse stato seppellito.»
Marco gli diede una pacca sulla spalla: «Lo so, Ace.»
I due si guardarono con occhi ugualmente tristi.
«Lo so.»
Stringendo la presa che aveva sul suo compagno di ciurma in segno di conforto aggiunse: «Non appena possiamo ti accompagno a visitare la sua tomba, va bene, yoi?»
Ace annuì in accettazione e proprio in quel momento si sentì un Re del Mare ruggire di furore e rabbia, e tutti e cinque di loro si voltarono verso la costa, incuriositi da tale baccano.
«Dai, andiamo a vedere cosa sta succedendo, yoi.» fece Marco avviandosi verso il piccolo accampamento.
Con questo cinque paia di piedi si diresse verso il trambusto lasciando dietro di loro, per un momento, i pensieri tristi e dolorosi.
 
Caos.
Puro e semplice caos.
Schiamazzando come un matto Ichigo guardava, compiaciuto e soddisfatto di sé, l’articolo di giornale che aveva scosso il mondo nel profondo, di nuovo, e a solo poche settimane dalla guerra,  sull’ultimo smacco che i marines avevano subito a causa sua, dei suoi amati nipotini e con l’aiuto di Jinbei-san e Rayleigh-san.
E con lo zampino, per nulla leggero, di Garp pure.
…Era per questo che Ichigo amava le idee di Rayleigh quando gli veniva lo schiribizzo e decideva che era un idea magnifica e spassosa quella di confondere tutto e tutto con le sue trovate.
…che stavolta fosse stato il quartier generale della Marina il suo obiettivo era ancora meglio.
Le facce dei marines a vedere chi aveva dirottato una delle loro navi erano state impagabili.
Mettendosi comodo contro il pennone, con i gabbiani che schiamazzavano gioviali e le onde a cullarlo, osservava con affetto le foto di famiglia sul giornale che raccontavano la loro piccola scappatella a Marinford.
Dopo che i sei di loro avevano dirottato una nave da guerra della marina si erano apprestati, per lo shock generale di marines e reporter e semplici curiosi, di circumnavigare l’isola con lui al timone con un sorrisetto sul volto divertito dalle reazioni dei loro spettatori mentre Rayleigh-san e Jinbei-san si occupavano di intercettare le pallottole e le palle di cannone sparate contro di loro mentre i suoi cari nipoti Ace, Sabo e Luffy, uno affianco all’altro, erano invece sulla prua della nave sopra i cannoni mentre osservavano solenni il mare e l’orizzonte mentre lui timonava intorno all’isola di Marinford come da rituale per un funerale in mare. 
Tutti loro sapevano che il mondo tale gesto non l’avrebbe mai compreso appieno, tutti loro avrebbero pensato che questo era solo un gesto da parte di Portgas D. Ace per commemorare il suo padre e capitano, dopo che si era sacrificato per permettere a lui e a tutti i suoi altri figli di fuggire dal sanguinoso campo di battaglia che era diventata la piazza di Marineford, e che i suoi fratellini e lui stesso fossero lì solo per accompagnarlo durante la funzione funebre.
E mentre questo era vero, in fin dei conti si era perso il funerale di Shirohige a causa delle ferite riportate durante la guerra, il vero motivo per cui tutti loro avevano accettato di partecipare a questo schema folle era solo per permettere a Luffy di poter trasmettere in tutta sicurezza e sulla più ampia scala possibile il messaggio che portava dipinto sul braccio.
E loro sapevano che solo i destinatari di tale messaggio avrebbero compreso il vero motivo dietro questo folle gesto.
Ed Ace, oltre a causa dei suoi istinti da fratello maggiore aveva accettato prontamente il piano proposto da Rayleigh-san, nonostante chi lui fosse, perché era in fin dei conti era un ottimo modo per omaggiare il suo Oyaji.
Quale modo migliore se non mostrargli i suoi rispetti se non beffandosi dei marines con tale gesto sfacciato e insolente, nel luogo stesso in cui sarebbe dovuto morire quel fatidico giorno?
E Sabo aveva concordato prontamente quando il Mei-Ou aveva chiesto se voleva unirsi insieme a loro nel realizzare la sua idea, e a Ichigo e Jinbei-san non ci volle molto ad essere convinti a unirsi a loro ad andare a creare scompiglio.
Con un sorriso Ichigo spianò la pagina di giornale e rise di nuovo mentre leggeva l’articolo, ricordando come i giornalisti e curiosi li avevano seguiti come cuccioli confusi, seguendo la scia di marines svenuti lasciata da Ace, Luffy e Sabo e se stesso.
Gli altri due pirati invece erano rimasti indietro a tenere occupati i pochi marines rimasti al Quartier Generale visto che ora che Shirohige era morto i disordini causati da pirati, criminali e altri delinquenti comuni si erano solo moltiplicati e in tutti i mari c’era bisogno di rinforzi in massa per poter sedare i disordini che si stavano scatenando su tutti i quattro Blues e la Grand Line (governo idiota, come aveva potuto pensare che uccidere Shirohige sarebbe potuta essere una buona idea? Non gli era bastata l’esperienza con Roger per sapere che questo tipo di idee non erano buone ma anzi disastri in piena regola per loro?).
Loro quattro, con una consistente scia di marines alle spalle, si erano diretti verso dove era custodita la Ox Bell e i tre fratelli avevano fatto rintoccare insieme per ben sedici volte la campana mentre lui stava a fare la guardia e si occupava della gestione della folla tenendo i marines lontani dai suo nipoti, che anche se erano in piedi e scalcianti erano ancora feriti, stanchi e bendati a causa delle ferite che avevano riportato.
E poi, come tocco finale, i tre fratelli si erano diretti verso le macerie della guerra, e si erano fermati in particolare davanti alla voragine cheShirohige aveva creato dividendo efficacemente la piazza a metà e avevano gettato dei mazzi di fiori nella voragine in segno di omaggio e rispetto per il suo sacrificio, così come per tutti gli altri pirati morti lì per Ace, e togliendosi i loro cappelli dalla testa e poggiandoli contro il petto avevano chinato la testa e recitato una preghiera silenziosa senza riserbo.
Ichigo ridacchiò alla foto pubblicata sul giornale.
Con un dito tracciò le tre figure ritratte nella foto, immortalati per l’eternità per i posteri, in tale posizione solenne mentre si poteva vedere sullo sfondo, oltre a vari marines e Marinford in via di ricostruzione, lui e Garp che si scontravano dietro di loro, lui che parava con Zangetsu i micidiali pugni di Garp mentre diverse jigokuchou svolazzavano intorno a loro.
Non molti lo sapevano, e Ichigo aveva tutte le intenzioni di lasciare le cose in questo modo, ma dopo che era giunto in questo mondo, aveva scoperto che dopo che eseguiva un konso, una versione speciale visto che qui le anime dei morti e l’aldilà era strutturato in modo diverso che a casa, poteva purificare un intera zona, in genere un campo di battaglia, dalle anime dei morti che rimanevano attaccate alla terra permettendo loro di andare avanti senza problemi e in cambio dei suoi servigi, per così dire, Ichigo si ritrovava circondato dopo tale atto da un numero pari dijigokuchou alle anime dei morti che aveva pacificato grazie alle sue azioni.
E visto che le farfalle infernali erano ottime per mandare messaggi alle persone senza che nessuno potesse intercettare i messaggi e anche per ritrovare la strada quando ci si perdeva tra le infide acque di questi mari capricciosi, era iniziata a circolare la leggenda che se vedevi unajigokuchou nelle vicinanze potevi star sicuro che lì ci sia stata una morte e che lo Shinigami fosse passato di lì.
Era da qui che il suo soprannome di Shinigami si era consolidato fino a far diventare di lui qualcosa simile a un mito o superstizione a chi cavalcava le onde del mare.
E la loro fuga era stata ancora più caotica grazie all’aggiunta di Garp al loro siparietto, con loro fuggendo di gran carriera, i tre fratelli con espressioni terrorizzate, da Garp che dimenava i suoi pugni come un ossesso mentre gridava contro di loro.
Infatti la seconda foto con loro quattro in fuga dal loro nonno pazzoide sotto la prima molto più solenne riusciva sempre a farlo ridere a crepapelle ogni qualvolta che la guardava, dopotutto le facce terrorizzate dei suoi tre nipotini erano immortalate per sempre sulle pagine dei giornali di tutto il mondo e lui aveva tutte le intenzioni di tenersi una coppia di tale foto per ricordo, …e ricatto.
E Garp era stato piuttosto accanito nei suoi doveri di Marine nell’inseguirli durante la loro fuga dall’isola.
E anche se finirono con tutti loro, ma proprio tutti, anche gli altri due che erano rimasti indietro a proteggere la riva e la loro via di fuga, a fuggire terrorizzati da una pioggia di palle di cannone per la calorosa cortesia di Garp, Ichigo sapeva che il vecchio marine non aveva avuto serie intenzioni di catturarli. Era stato più per spettacolo.
Anche se in quel momento, mentre lanciava palle di cannone come se pesassero niente contro di loro, non dava per nulla l’impressione che fosse tutta una messa in scena, anzi, tutto il contrario.
Di sicuro nessuno lo potrà accusare di non essere stato ligio al dovere.
E grazie al loro caro vecchio nonno, ora Marinford era ancora più distrutta di subito dopo la guerra.
Forse Ichigo non avrebbe dovuto mandargli il messaggio attraverso una delle sue jigokuchou di rimanere a Marinford così che potesse vedere con i suoi stessi occhi come stessero i suoi nipotini dopo tutto quel che era successo.
…Naaah.
Con un ultima risata mise via la pagina di giornale con la loro avventura impressa sopra dentro il suo shihakushou, e si appoggiò, mettendosi comodo, contro il mastio della nave da guerra dei marines che aveva distrutto poche ore prima.
Lanciò le restanti pagine di giornale al vento.
Con la certezza che i suoi nipotini sarebbero stati bene – Ace che da ora doveva essersi riunito con la sua ciurma insieme a Marco, Sabo tornato a complottare la caduta del Governo Mondiale con i Rivoluzionari e Luffy ad allenarsi da qualche parte nella Calm Belt con Rayleigh – e la speranza che la ciurma del suo nipotino dal Cappello di Paglia avesse decifrato il messaggio, intrecciò le mani dietro la testa e si rilassò al suono delle grida dei gabbiani, con le pagine del giornale che si disperdevano nella brezza e sotto la dolce luce dell’alba di un nuovo giorno.
Una nuova Era stava iniziando.





 






Owari...
 





Dizionario:
Shinigami no Ichigo: Ichigo 'Dio della Morte' lo Shinigami
Fushicou no Marco: Marco la Fenice
Geppo: Moon Step (Passo lunare) 
Occhan: zio
Zanpakuto: spada-mieti anime
Shiro: Bianco
Ossan: Vecchio
Rocìn: Il nomignolo da Ronzinate da 'Don Chisciotte della Mancia'
Waterloo: Il nomignolo da 'La Battaglia di Waterloo'
Akainu: Cane Rosso
Akuma no Mi: Frutto del Diavolo
Kurohige: Barbanera
Shirohige: Barbabianca
Oyaji: Padre
Mei-Ou: Re Oscuro
Jigokuchou: Farfalla Infernale
Konso: Sepoltura dell'Anima
Shihakushou: Abbigliamento delle Anime Morte




Note dell'Autrice:
E' con mio grande rammarico annunciarvi che dopo otto lunghi anni di onorato servizio il mio alimentatore del computer è morto e... ok, va bene, la smetto. Però è vero, il piccoletto mi è morto e mi ha lasciata appiedata per un bel po'. Senza contare che poi sono partita in vacanza, dopo sono stata male non c'ero con la testa e il computer ha assunto un nuovo alimentatore ma io non c'ero con la storia, poi sono stata male ancora un po' di più e fortunatamente l'altro giorno ho avuto un illuminazione divina che mi ha permesso di buttare giù le parti mancanti del capitolo (praticamente tutto), le idee c'erano ma non riuscivo a organizzarle come Lo Scritto comanda.
Quindi sì, eccomi qui, questo ultimo giorno dell'Anno a darvi l'ultimo capitolo promesso di questa storia con un buon mese di ritardo. Chiedo scusa per questo ma non lo faccio a posta ma finisco sempre per essere una ritardataria cronica.
Spero vivamente che vi piaccia, che l'attesa ne sia valsa la pena ecc. ecc. ... ... ...
Forse di questa storia ne farò un seguito, un giorno (molto lontano), o ne faccia delle tante piccole AU di come avrebbe potuta andare se si cambia un piccolo minuscolo dettaglio.
Quindi...
Ja ne!

 
E
Buon Capodanno!
Felice Anno Nuovo!


Devil-san



 
  
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