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Autore: Saigo il SenzaVolto    03/01/2018    7 recensioni
AU, CROSSOVER.
Prequel de 'La Battaglia di Eldia'
Boruto Uzumaki, il figlio del Settimo Hokage di Konoha. Un prodigio, un genio. Un ragazzo unico nel suo genere.
Un ragazzo il cui sogno verrà infranto.
Una famiglia spezzata. Una situazione ingestibile. Un dolore indomabile. Una depressione profonda. Un cuore trafitto.
Ma, anche alla fine di un tunnel di oscurità, c'è sempre una luce che brilla nel buio.
Leggete e scoprite la storia di Boruto Uzumaki. La sua crescita, la sua famiglia, il suo credo, i suoi valori.
Leggete e scoprite la storia di Boruto Uzumaki. Un prodigio. Un ninja. Un traditore. Un Guerriero.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sarada Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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BORUTO - LA MORSA DEL DESTINO:

IL PIANTO DEL CUORE


 

UNO SGUARDO SUL FUTURO

                                                       



 
A DEMON’S FATE
(Within Temptation)
 
You'll burn this time,
Seeing the violence
It's feeding my mind.
No one is saving you.
How can you find
A heaven in this hell?
 
Leave it behind,
Hearing your silence
It screams our goodbye.
Cannot believe it's an eye for an eye.
Let us go to waste.
 
Angels have faith!
I don't want to be a part of his sin!
I don't want to get lost in his world!
I'm not playing this game!
 
When the shadows remain
in the light of Day,
On the wings of darkness he'll retaliate.
He'll be falling from grace
Till the end of all his days.
 
From the ashes of hate,
It's a cruel demon's fate!
On the wings of darkness
He's returned to stay!
There will be no escape,
Cause he's fallen far from grace!
 
What have you done?
Is this what you wanted?
What have you become?
Your soul's now forsaken.
You're walking alone
From heaven into hell!
Now that you know
Your way in this madness,
Your powers have grown,
Your chains have been broken,
You've suffered so long
You will never change!
Questa volta brucerai,
Vedendo la violenza
Che nutre la mia mente.
Nessuno ti salverà.
Come puoi trovare
Un Paradiso in questo Inferno?
 
Lasciati tutto alle spalle,
Sentendo il tuo silenzio
Che grida il nostro addio.
Non posso credere che sia occhio per occhio.
Lasciamoci consumare.
 
Gli angeli hanno fede!
Non voglio fare parte del suo peccato!
Non voglio perdermi nel suo mondo!
Non giocherò questo gioco!
 
Quando le ombre rimangono
nella luce del giorno,
Sulle ali dell’oscurità Lui tornerà a vendicarsi.
Sarà abbandonato dalla grazia
Fino alla fine dei suoi giorni.
 
Dalle ceneri e dall’odio,
È il destino crudele di un Demone!
Sulle ali dell’oscurità
Lui è tornato per restare!
Non ci sarà via di fuga,
Perché si è allontanato troppo dalla grazia!
 
Che cosa hai fatto?
È questo ciò che volevi?
Che cosa sei diventato?
La tua anima adesso è abbandonata
Camminerai da solo
Dal Paradiso verso l’Inferno!
Ora che hai capito
La tua strada in questa follia,
I tuoi Poteri sono cresciuti,
Le tue catene sono state spezzate,
Hai sofferto così a lungo
E adesso non cambierai mai più!
 
 
03 Giugno, 0022 AIT
Villaggio della Foglia, Terra del Fuoco.
11:05

3 anni dopo gli eventi de ‘La Battaglia di Eldia’
 
Il boato dell’esplosione riecheggiò con forza e fragore nell’aria come un tuono. Una serie imponente di scoppi ed esplosioni si susseguirono di seguito l’una dopo l’altra, facendo tremare tutta la terra e scagliando in aria detriti e macerie carbonizzate.

L’odore del fumo e della cenere pervasero l’aria come una macchia d’olio, tempestando tutto l’ambiente con il loro tanfo pungente e pesante.

Dalla cortina di fumo, una figura avvolta in un mantello blu balzò fuori dalla nuvola nera fumante che risaliva verso il cielo, atterrando in ginocchio sulle macerie dei palazzi con forza, facendo strisciare le gambe e la punta della sua spada contro il terreno fatto di detriti di cemento, ferro e pietra.

Davanti a sé, a una decina di metri di distanza, una seconda figura atterrò con rapidità sul suolo appena un secondo dopo, e i due si fronteggiarono a vicenda con i loro sguardi puntati l’uno contro l’altro.

“Sei diventata più forte, sorellina.” disse Boruto, rimettendosi in piedi lentamente.

“Che cosa hai fatto, Boruto?” urlò Himawari, disperata e sconvolta. “Hai distrutto tutto! Come hai potuto!”

Boruto si raddrizzò, mentre il vento gli fece muovere il mantello e i capelli. “Sto facendo ciò che deve essere fatto! Quello che sarebbe dovuto essere stato fatto molto tempo fa!” le rispose con un tono privo di emozione.

“Cosa?! Sei impazzito? Avevi detto che stavi agendo per il bene di tutti!” lo interruppe lei bruscamente.

“Io sto agendo per il bene di tutti!” ribatté il biondo senza battere ciglio.

“COME!?” lo incalzò Himawari con rabbia ed incredulità. “Dimmi come tutto questo può essere un bene per tutti!” La sua mano si mosse ad indicare tutto ciò che li circondava.

Boruto voltò lievemente la testa, osservando col suo occhio sinistro il risultato di ciò che lui ed i suoi amici avevano fatto.

Il Villaggio era stato completamente raso al suolo. Non c’era rimasto un solo edificio intatto, una sola costruzione che si reggesse ancora in piedi. Tutto era stato distrutto. Konoha, il primo Villaggio della storia dei ninja, era stato distrutto completamente.

Dove prima si trovavano palazzi, case e grattacieli, adesso solo un gigantesco ammasso di macerie restava come testimonianza del passato. Un’insormontabile estensione immensa di detriti e macerie fumanti occupava completamente l’area dove prima si ergeva con tutta la sua gloria il più grande e il più potente Villaggio mai esistito al mondo.

Persino la Montagna degli Hokage era stata interamente distrutta. Dove prima si ergevano con fierezza e potenza i Sette Volti di tutti gli Hokage della storia, adesso soltanto la roccia bruciata e distrutta restava visibile.

Boruto osservò con una nota di soddisfazione ciò che restava dei Sette Volti di pietra, sorridendo lievemente con le labbra.

La maschera di Kakashi. Un ciuffo di capelli di Minato. Un pezzo dell’elmetto di Tobirama. Non era rimasto nient’altro. Nient’altro era rimasto della precedente gloria degli Hokage. Neanche il volto di suo padre era sopravvissuto. Era stato completamente eliminato. Non c’era rimasta una sola traccia del Settimo. La montagna in quel punto era stata distrutta completamente, Boruto se n’era accertato personalmente.

Il biondo si voltò di nuovo verso sua sorella. “Non puoi guardare una foresta puntando gli occhi ai singoli alberi, sorellina,” le disse con un tono vacuo. “I Villaggi degli Shinobi sono l’ultimo ostacolo per noi Guerrieri, e come tali devono essere distrutti. Per riuscire a raggiungere la Pace, per poter trovare la stabilità nel nostro mondo, l’era degli Shinobi deve concludersi per sempre. Per poter creare qualcosa di nuovo, devi prima essere pronto a distruggere tutto quello che c’è di corrotto attorno a te.”

Himawari scosse la testa, incapace di comprendere quelle parole. Il suo volto era pieno di lacrime, la sua espressione colma di dolore e muto sconvolgimento.

“Come hai potuto?” esclamò con dolore e disperazione. “Questo posto era la nostra casa! Ti rendi conto di quello che hai fatto?”

Boruto fece un passo avanti, stringendo l’elsa della spada con una mano. “Sto facendo quello che deve essere fatto, Himawari. Quello che nessun altro ha mai avuto il coraggio di fare. Quello che nessun altro ha mai potuto fare! Questo Villaggio, questo mondo… sono tutti corrotti. Questo sistema, questo stile di vita, sta morendo. Una morte lenta e indolore, ma pur sempre una morte... Nostro padre ha solo prolungato l’inevitabile, ma per quanto ancora? Un giorno gli Shinobi riprenderanno di nuovo a farsi la guerra tra loro, e quando quel momento arriverà, chi sarà in grado di mettere di nuovo fine a tutto questo?”

Himawari si asciugò furiosamente le lacrime, facendo un passo indietro, lontano da suo fratello.

“Ma perché tutto questo?” urlò ancora lei, la sua faccia una maschera di dolore e sconforto. “Perché distruggere ogni cosa? Perché uccidere tutte queste persone innocenti?”

L’espressione di Boruto si fece solenne. “Credi che cambiare il mondo sia così semplice?” ribatté con decisione. “Non farmi ridere, sorellina! Il mondo non può cambiare attraverso l’amore e la comprensione reciproca che quello sciocco di nostro padre tanto esaltava. Soltanto quando un solo vincitore emergerà dalla battaglia, allora tutti i conflitti avranno fine. Non esiste altro modo. Il mondo non potrà essere salvato dall’amore. Il nostro passato e la storia degli Shinobi ne sono la prova più concreta. Lo sai anche tu.”

La ragazza sentì le lacrime riprendere a scorrerle lungo le guancie. “Se solo nostro padre fosse qui, tu non avresti mai potuto compiere una mostruosità simile...” sibilò con rammarico.

Il biondo ebbe l’audacia di ridere alle sue parole. “Forse hai ragione,” le concesse con un sorriso. “Ma ormai il Settimo non è più qui. E niente e nessuno potrà impedire a noi, a me, di procedere e guidare il mondo verso un futuro migliore.”

Poi, con un rapido movimento del braccio, Boruto rinfoderò la sua fedele spada dietro la schiena, osservando con il suo occhio sinistro la figura di sua sorella.

Himawari rimase confusa dal suo gesto.

“Io non sono crudele, Himawari.” disse lentamente il biondo. “Non mi piace causare dolore inutilmente. Ma quello che oggi abbiamo fatto era necessario per il bene e la salvezza del nostro mondo. Non possiamo permettere che questo sistema corrotto possa condurre l’umanità alla distruzione. Il concetto di Shinobi è ciò che ha portato alla rovina tutti noi, e per questo deve essere estirpato per sempre. Guarda dentro di te, sorella. Sono certo che anche tu te ne rendi conto, vero?”

La ragazza abbassò lo sguardo a terra, serrando i pugni con così tanta forza che le nocche divennero bianche.

“Anche tu hai visto quanto è corrotto il sistema degli Shinobi,” continuò a dire il ragazzo con il suo tono privo di emozione. “So che ne sei consapevole. Tu non hai visto quello che ho visto io, non hai vissuto quello che ho vissuto io, ma nonostante questo lo sai bene anche tu. Ammettilo, Himawari. L’unico modo per fermare questa piaga è distruggere per sempre il concetto di ninja che ha regnato per secoli in questo mondo.”

La ragazza non disse nulla, continuando a singhiozzare sommessamente. Passarono diversi secondi di silenzio. Diversi secondi carichi di tensione in cui nessuno dei due proferì parola.

Boruto cominciò ad avanzare verso di lei a passo lento. “Ma farlo non sarà facile,” riprese a dire subito dopo. “Il mondo ha bisogno di persone forti, persone che siano in grado di guidare l’umanità verso l’evoluzione e verso una nuova era. Persone come noi. Persone come te.”

Himawari sgranò gli occhi, senza alzare la testa da terra.

“Tu sei forte, Himawari.” continuò Boruto, il suo tono lento e pacato. “Sei incredibilmente forte. I Guerrieri hanno bisogno della tua forza, hanno bisogno di persone determinate come te. Perciò, nonostante tutto ciò che abbiamo vissuto in passato, nonostante tutto l’odio e la rabbia che ho sempre provato nei tuoi confronti, oggi io voglio finalmente provare ad andare oltre nei tuoi confronti. Oggi... voglio provare a ricominciare daccapo con te.”

Il corpo della ragazza tremò leggermente.

Boruto si fermò davanti a lei e le poggiò una mano sulla spalla. “Unisciti a me, Himawari. Insieme, io e te saremmo inarrestabili. Insieme, noi due potremmo portare questo mondo verso la vera Pace. E in questo modo potremmo tornare ad essere fratello e sorella ancora una volta. Non c’è bisogno di continuare a lottare tra noi. Potremmo essere entrambi più felici se solo provassimo a ritornare insieme come un tempo. Ti prego, unisciti a me! Te lo chiedo per favore, sorella, vieni con me…”

Si ritrovarono faccia a faccia, osservandosi a vicenda. Un occhio carico di determinazione e speranza contro due occhi pieni di dolore, incertezza ed esitazione. Due volontà opposte e separate da anni che si fronteggiarono di nuovo dopo così tanto tempo.

La ragazza alzò lentamente la testa verso Boruto, osservando attentamente il suo volto pieno di determinazione.

“Che ne dici, sorellina?” domandò ancora una volta lui, il suo occhio pieno di speranza.

Himawari abbassò di nuovo la testa e serrò i pugni, il suo sguardo puntato al suolo con forza. Le sue spalle si alzarono e si abbassarono con un singhiozzo silenzioso e sommesso. Guardò ancora una volta suo fratello, poi volse la testa verso le rovine del Villaggio, e poi guardò di nuovo il biondo davanti a sé.

E infine, con la potenza di un gigante, sferrò un possente pugno sul suo petto.

Boruto lo bloccò appena in tempo con entrambi gli avambracci, strisciando coi piedi all’indietro con un grugnito di dolore. La sua strisciata si fermò dopo tre secondi, e il biondo si raddrizzò lentamente, trasalendo appena percepì il dolore alle ossa delle braccia causato dal pugno di prima.

Sua sorella si posizionò ad una dozzina di iarde da lui, la sua faccia segnata dalle lacrime e la sua espressione contorta dalla rabbia e dal dolore.

“Mio fratello è morto molto tempo fa,” disse lei improvvisamente, la sua voce carica di dolore.

Fece male. Incredibilmente male.

Boruto dovette ammettere che udire quelle parole uscire dalla bocca di sua sorella lo ferì in un modo che non si sarebbe mai aspettato. Credeva di essere riuscito a superare il dolore del suo passato. Credeva di essere riuscito a tagliare completamente i legami con la sua vecchia famiglia.

Si era sbagliato.

Nonostante tutto ciò che aveva passato, nonostante tutto il dolore che aveva sperimentato a causa loro, non era ancora riuscito ad eliminare dal suo cuore quelle tre persone che gli avevano rovinato la vita. Non era riuscito a dimenticarle e ad andare avanti con la sua vita. Non era riuscito a distruggere completamente le catene del suo passato.

Boruto sentì una lacrima colargli inspiegabilmente dall’occhio destro chiuso. Non riusciva a credere che le cose alla fine avrebbero dovuto davvero concludersi così. Aveva sperato. Aveva sperato con tutto il cuore che Himawari accettasse la sua proposta. Non stava mentendo quando aveva detto che voleva provare a ricominciare daccapo con lei.

Ma adesso, adesso non era più possibile.

“Sono stata sciocca per non essere riuscita a capirlo prima,” continuò sua sorella, imperterrita. “Mio fratello è scappato via sette anni fa… e non è più tornato! Lui è morto là fuori! E tu… tu sei solo un mostro che ha preso il suo nome e la sua faccia!”

Le lacrime presero a colare con più forza dal suo volto. Boruto sentì il suo cuore contrarsi dolorosamente all’udire quelle parole, spezzandosi in mille pezzi minuscoli. Era come un pugnale, un pugnale che lo perforava con forza e crudeltà in pieno petto.

Tentò di ignorare le sue emozioni. Tentò di dimenticare tutto ciò che stava provando, concentrandosi solo sul suo obiettivo ed ignorando tutto il resto.

Calpestò con tutte le sue forze il proprio cuore, dimenticando qualsiasi emozione e focalizzandosi solamente sulla battaglia.

Himawari assunse una posa d’attacco, la sua faccia contemporaneamente furiosa, disperata e decisa. I suoi occhi versavano lacrime come fiumi, e le sue pupille assunsero immediatamente una colorazione gialla, mentre le iridi nere diventavano orizzontali e le palpebre presero a colorarsi di rosso.

“Io… Io ti eliminerò per sempre,” singhiozzò dolorosamente la ragazza, attivando la Modalità Eremitica dei Rospi. “Non ti permetterò di continuare ad infangare il ricordo di mio fratello!”

Qualcosa di profondo, di smisuratamente profondo si spezzò e si frantumò dentro il cuore di Boruto. Qualcosa che era stato dentro di lui per tutta la sua vita, ma che non riuscì ad identificare neppure in quel momento. Contro la sua stessa volontà, una seconda lacrima prese a colargli dalla guancia.

Adesso, mentre provava questo dolore così intenso e così straziante, finalmente lui comprese la realtà dei fatti. Adesso, per la prima volta in vita sua, Boruto comprese le conseguenze delle sue azioni.

Aveva intrapreso il cammino della guerra e dei Guerrieri. Aveva intrapreso il cammino del dolore e del tormento.

E adesso non aveva altra scelta che percorrerlo.

Qualcosa di caldo e di insopportabile ribollì velenosamente dentro di lui: rabbia. Il suo chakra divampò come fuoco liquido nel suo corpo. L’adrenalina prese a circolare nel suo sistema con furia e trepidazione.

“Tu sei sempre stata la preferita della famiglia,” disse allora lui con un tono basso e crudele. “E ti ho sempre odiata per questo!”

Volle rimangiarsi quelle parole appena finì di pronunciarle. Vedere l’espressione di sua sorella contorcersi di dolore e agonia fu come sentire una lama gelida che gli aveva improvvisamente trapassato il cuore. Ma lui non si fermò. Lui non si lasciò placare dal dolore.

Voleva ferirla, ferirla esattamente come lei lo aveva appena ferito con le parole di prima. Volva farla soffrire esattamente come lui stava soffrendo in quel momento.

“Vorrei non aver mai avuto una sorella!” esclamò freneticamente Boruto. Stava piangendo ormai, ne era consapevole. Questa volta, non furono le parole di Himawari a piantargli il pugnale nel cuore.

Furono le sue stesse parole.

“Nostra madre e nostro padre mi avrebbero amato di più se tu non ci fossi stata!” disse ancora con rabbia e odio. “Vorrei che tu non fossi mai nata!”

Himawari emise un gemito acuto di dolore all’udire ciò. Boruto si portò la spada davanti al corpo con un braccio, il suo volto carico di rabbia e odio.

Erano bugie. Bugie che stava urlando a lei e a se stesso. Ne era consapevole. Bugie che stavano lentamente uccidendo una piccola e fragile parte della sua anima ogni volta che pronunciava quelle parole. Ma nonostante questo egli non si arrese. Nonostante il dolore egli decise di calpestare i propri sentimenti.

Aveva scelto la via del dolore, e adesso l’avrebbe percorsa fino in fondo.

Non ci furono altre parole. Non ci fu nessun altro scambio di battute.

Tutti e due compresero cosa bisognava fare. I due giovani si fronteggiarono a vicenda con furia e ferocia, osservandosi come cani rabbiosi pronti a scannarsi a vicenda.

Himawari divaricò le gambe, attivando il Byakugan con un comando mentale.

Boruto sollevò la spada lentamente, aprendo il Jougan di scatto ed attivando il Marchio di Ishvara sul suo braccio.

Passarono cinque secondi di silenzio. Cinque secondi in cui nessuno dei due si mosse. L’aria attorno a loro si fece tesa e pesante. Il terreno sotto i loro piedi si crepò dalla pressione della loro energia.

E poi, con un terribile e rabbioso urlo di guerra reciproco, fratello e sorella scattarono in avanti, decisi a vicenda ad eliminare il proprio avversario.
 






 

Note dell'autore!!!

Salve a tutti, lettori e lettrici! Finalmente sono tornato di nuovo! Come vi avevo promesso ormai l'anno scorso, è con enorme gioia e trepidazione che vi presento il primissimo capitolo della seconda parte della serie 'Boruto - La Morsa del Destino'.

Lo so, lo so. So già cosa state pensando. Avevo promesso un prequel, eppure il primo capitolo avviene ben tre anni dopo la storia precedente. Che significa?
Beh, diciamo solo che ho voluto anticipare qualcosina per tutti quelli che mi hanno chiesto un assaggio di ciò avverrà dopo. Niente di più, niente di meno. Dal prossimo capitolo, noi verremo catapultati nel passato, pronti a scoprire la vita di Boruto Uzumaki nella sua interezza.

Vi avviso sulle note che ho deciso di aggiungere all'inizio di ogni capitolo.
Come avete letto, all'inizio del capitolo si trova la scritta  '03 Gennaio, 0022 AIT' seguita dal luogo e l'ora in cui si svolge il capitolo. Questa non è altro la cronologia che ho inventato io riguardante il mondo di Naruto. La scritta 0022 AIT vuole dire che sono passati 22 anni dal salvataggio del mondo di Naruto dallo Tsukuyomi Infinito, ovvero che il capitolo si svolge 22 anni dopo la fine del manga di Naruto. (AIT significa semplicemente 'After Infinite Tsukuyomi', ovvero 'Dopo lo Tukuyomi Infinito') Ho deciso di mettere una data ai capitoli per fare ordine e dare un senso del tempo alla storia.Tutto qui.

PS: Vi prego, dopo aver letto questo capitolo non tempestatemi con domande di questo genere: "HAI UCCISO NARUTO?!" oppure: "NARUTO E' MORTO DAVVERO?!" o anche: "NON AZZARDARTI A FARMELO MORIRE!!" . Vi basta leggere il capitolo per capire da soli che non c'è scritto da nessuna parte che il nostro eroe sia morto. Boruto dice semplicemente 'ormai il Settimo non è più qui', il che può voler dire molte cose. Ma io non dico nulla...

Detto ciò, vi aspetto domenica 7 Gennaio con il prossimo capitolo!

Ovviamente vi invito, come sempre, a darmi i vostri pareri e le vostre impressioni. Sono aperto a qualsiasi tipo di critica e di chiarimento. Grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno e sopratutto a coloro che commenteranno. A presto! ;)
 
   
 
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