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Autore: Giorgia_Farah    17/01/2018    0 recensioni
Una Terra divisa tra il Bene e il Male. Due Regni in balia all'odio li avevano portati a guerre sanguinose e stragi di morti innocenti.
Sigillare un patto era l'unico modo per riportare nel mondo la pace e la prosperità.
Ma ad un caro prezzo: ossia sacrificare la propria vita per amare una persona che meritava soltanto di essere odiata
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Threesome, Violenza
Capitoli:
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Sono le otto del mattino e non ho dormito. Riflettevo sul sogno e sul battibecco avvenuto qualche ora fa, ma ho la mente troppo occupata per elaborare il tutto. So cosa succederà in questa giornata e devo solo concentrarmi su essa. Io e le ragazze ci vestiamo degli stessi abiti indossati al ricevimento, sotto ordine della Grande Signora, le tre donne velate di nero entrano come loro solito improvvisamente nella nostra stanza e ci aiutano nel trucco e parrucco. Una volta finito mi guardo allo specchio e noto che il fondotinta non è riuscito a coprire perfettamente le occhiaie violacee di questa mattina. Ma poco mi importa, non voglio piacergli, quindi va bene così. Facciamo colazione alla svelta e una volta uscite ci uniamo al gruppo. È freddo, ma abbiamo preso i mantelli per ripararci dal gelo. Come dico sempre: "Dal collo in su è tutta testa" "Questo è il vostro primo giorno come corteggiatrici", incomincia la Grande Signora. "...perciò esigo rispetto e ubbidienza verso il vostro principe. Se vengo a sapere che una di voi ha trasgredito qualche regola, sarà punita severamente". Ci da le spalle e si avvicina al portone, mentre noi la seguiamo in silenzio. Tra le teste delle fanciulle noto quelle di Sarah e Sasha, stanno vicine, a qualche metro di distanza da noi. Come sempre sono affiancata da Ariel, mentre nell'altro lato Isadora mi stringe con forza la mano. Trema come una foglia, e anch'io fremo al solo pensare cosa può fare alla bambina. Saliamo al secondo piano tramite delle scale a chiocciola nascoste da una tenda e situate in un buco di roccia scavato nella parete, che terminano dopo il lungo corridoio del piano terra; quest'ultimo dedicato completamente agli ospiti e alla servitù. Al secondo piano ci troviamo catapultate in ampie stanze, la maggior parte di queste senza le porte, dalle foto di Daimond capisco che questo è il suo piano. Perfino la sala pranzo è ampia, situata ad ovest, rettangolare; al suo centro un tavolo di quercia lungo chissà quanti metri, e il fulcro di questa stanza è il gigante camino che ne riscalda tutto il perimetro. Tutto è semplicemente spettacolare, inoltre i caratteri sgrotteschi, medievali, i colori caldi, e il profumo antico che si percepisce in ogni parete lascia tutti senza fiato. Per un attimo mi sento come se partecipassi ad una gita guidata e mi dimentico di tutto. L'incantesimo finisce quando vado a sbattere contro una ragazza. Non mi sono accorta che ci siamo fermate. Quest'ultima si gira infastidita. "Ehi, guarda dove cammini, pivella!" Spalanco gli occhi, ma non emetto un suono. Ci rimango male. Tutto quello che riesco a dire è un "scusa" soffocato dall'imbarazzo. Ho capito che non tutte sono gentili come Ariel, Sasha e Sarah, ma che fossero così perfide proprio non me lo aspettavo. Solo quando la ragazza si volta verso Penelope ed entrambe ridono divertite, sicuramente non ho una bella espressione, capisco che è una delle oche giulive della bionda. "Silenzio laggiù!", tuona la voce della Signora. "Il principe non è presente in questo momento, ma presto ci raggiungerà. Pertanto ci ha dato il consenso di entrare nel suo alloggio. Quindi seguitemi e ascoltatemi una volta entrate" Apre il portone che da allo studio del principe, poi si fa da parte per lasciarci entrare. Come per tutte le altre stanze, anche questa non tradisce la bellezza. Prima di tutto è molto ampia, rettangolare anch'essa. Al centro un enorme letto a baldacchino in legno, a due piazze, affianca la parete sinistra; a destra invece notando le portefinestre coperte da tende in tessuto nero, mi lascia intendere che all'esterno ci sia un balcone. Anche qui, come nella sala da pranzo, il camino è grande e riscalda la stanza, incastrato dalla parete di pietra, parallela all'entrata. Ci sono mobili, armadi, una scrivania con specchio e una sedia, tutto in legno ed estremamente confortevole. I colori sono gli stessi toni caldi, contrastati con dei decori freddi, che riempiono le pareti del palazzo. Ho tutte le ragioni del mondo per provare invidia a questo ragazzo: al confronto a questa roba, la nostra stanza sembra uno sgabuzzino. Seppur bellissimo. La cosa goffa e che mi lascia smarrita è la presenza di una poltrona in pelle posta ai piedi del letto, mentre ai due lati parte una fila verticale di cuscini rossi. E delle candele profumate sono sparse in tutto il luogo, regalando un atmosfera "romantica". Anche se in questo contesto di romantico non c'era niente. Ci riuniamo in cerchio insieme alla Signora e la ascoltiamo parlare. "Presto il principe arriverà, ho riferito a lui medesimo le passioni e le particolarità ad ognuna di voi, quindi se vi chiede di fare qualcosa, fatelo, che sia suonare, cantare, danzare e recitare. Non dovrete mai opporvi. In questa stanza c'è tutto quello che vi serve, quindi non temete se pensate che sia sprovvista di ciò che avrete bisogno. Non disubbidite, siate accondiscendenti, anche se ci sarà un eventuale richiesta di rimanere nel suo letto per la notte" Aggrotto il naso per il disgusto. Che schifo... "Dovrete posarvi sui cuscini in questo modo", la vecchia si avvicina ad uno dei cuscini e si inginocchia sopra di esso. La schiena diritta, sguardo basso, mani adagiate sulle gambe un po' distanziate l'una dall'altra. Passato un minuto si rialza per guardarci. "E non dovrete mai guardarlo, se non sarà lui ad ordinarlo" Tutte annuiamo allo stesso momento. La Grande Signora sorride soddisfatta. Per la prima volta un sorriso, uno vero. Quei sorrisi che ti fanno illuminare gli occhi. Sicuro starà pensando di quanto il principe potrà essere orgoglioso di questa povera megera. "Ora prendete ognuna i vostri posti. Vostra Maestà sarà qui a momenti", ordinò la donna. Silenziosamente ci inginocchiamo sui cuscini, nella posa che ci ha mostrato la strega poco fa, e abbassiamo lo sguardo. Isadora è tra me e Ariel. La guardo di sottecchi e le sorriso rassicurandola, e sembra che quest'effetto le abbia calmato il tremolio al corpo. Rimaniamo in silenzio per svariati minuti, tanto che non riesco più a stare diritta, ma basta un "Sta arrivando" della bambina che ritorno in posizione corretta. Nello stesso momento qualcuno apre il portone d'entrata. Passi svelti di Diamond echeggiano per tutta la stanza, ogni suo passo è il doppio battito del mio cuore. E il suo profumo mi fa girare la testa. È delizioso, non vorrei più farne a meno. Sento un sospiro nell'aria, poi i passi della Grande Signora che avanza verso l'uscita, ma questa non si trova nemmeno a metà strada che i miei occhi la vedono scomparire in un battito di ciglia. Mi chiedo se non fa la stessa cosa mentre dormiamo di notte. Il principe intanto sta facendo una perlustrazione di ognuna di noi, non è un caso infatti che quando si trova dietro di me, indugia per molti secondi. Secondi che passano troppo lentamente. "Se disubbidite, sapete la punizione che vi aspetta", la sua voce melodiosa rimbomba tra le pareti, facendomi sussultare. "Non fatemi diventare cattivo. Ho già ucciso abbastanza in questi giorni. Sono stato chiaro?" "Sì, Vostra Altezza", rispondiamo in coro. Perché ho come l'intuizione che sta sorridendo? "Bene, ora ho voglia di musica. Qualcuno di voi sa suonare?" Prontamente, io e un'altra ragazza alziamo le mani. "Alzatevi e avvicinatevi", ordina. Ubbidiamo, e mi ritrovo affiancata alla compagna di Penelope, inginocchiata davanti al principe. "Ripetetemi i vostri nomi, e fatemi il piacere di ricordarmi quale strumento sapete suonare" "Vostra Altezza, il mio nome è Emilie Leroy. Suono ogni tipo di flauto" "Sai fare qualcos'altro?" La bruna, presa alla sprovvista, deglutisce. "Ehm...No, Vostra Grazia" "Pff...insignificante umana", commenta. Sono convinta che in questo momento la sta guardando con astio. Eppure da tutto ciò riesco a sorridere vittoriosa. Avrei voluto avere lo stesso tono per rispondere male a questa ochetta, se solo ne avessi avuto la possibilità prima. Diciamo che il principe mi ha fatto un favore. "E tu cosa suoni?", chiede lui, indicandomi. "Mi chiamo Pearl Howard, Vostra Altezza, e riesco a suonare l'arpa" "E..?" "So ballare la danza del ventre" "Mmm...allettante", esclama tra lo stupore e l'eccitazione. Me lo trovo improvvisamente davanti, mentre il suo pollice mi costringe ad alzare il mento. Ci scontriamo con lo sguardo, mare in tempesta contro ghiaccio, e mi sento mancare il respiro. So di averlo visto due ore fa, ma inconsapevolmente ho sentito la sua mancanza; in un angolo del mio cuore. Mi sono mancati quegli occhi familiari, quel viso familiare, queste carezze familiari. Di certo è stato un mio angelo del sogno, qualche tempo fa, eppure mi sembra strano che un sogno possa diventare realtà; di solito io e la sfortuna andiamo a braccetto. "Suona per me", e più che un ordine mi parve un invito. Annuisco e mi alzo. Intanto la bruna era ritornata accanto al suo leader, imbronciata e piena di tristezza. Dopo pochi minuti, fortunatamente la trovo. La afferro con tutte le forze, immaginando, che il suo peso non è tra il leggeri, invece mi accorgo che mai nessuna intuizione fu sbagliata di questa. È leggerissima, come se tenessi in mano un ramoscello. Una fatica in meno. Quando ritorno indietro, il vampiro ha già posto una sedia accanto alla poltrona. Mi siedo in silenzio, lo sguardo di lui mi studia attentamente, e incomincio a pizzicare le corde. "Perfetta, Lady Pearl, davvero perfetta", si congratula lui, rilassandosi sullo schienale. Sorrido di rimando. La musica prosegue lenta e melodiosa, e tramite la melodia si apre una porta che va a collegarsi con i ricordi del passato: le carezze di Nessuno, i suoi baci, e per non parlare dei nostri incontri durante la notte. Ci incontravamo sempre al fiume: il nostro luogo segreto, e lì potevamo parlare e fare di tutto. Non avevo paura del buio se c'era lui. "Che cosa stai suonando?", chiede lui, alterato. La rabbia del vampiro mi costringe a fermarmi e guardarlo in faccia. Sì, è chiaramente infastidito, lo noto nel suo sguardo. "Ehm...una melodia. Non le piace, mio Signore?", rispondo io, incerta. "Non rispondere ad una domanda con un'altra domanda", esclama. Abbasso lo sguardo, spaventata. Il suo sguardo è troppo cattivo per riuscire a reggerlo. "Mi scusi" "Rispondimi, ragazza!", grida vicino al mio orecchio. Stringo gli occhi per la paura. "Una melodia....", balbetto. "...che mi insegnò una persona anni orsono" I muscoli del principe si irrigidiscono. "E chi è questa persona?" "Un amico di molti anni fa" Si raddrizza di scatto. "Ti ha deflorata?" Lo guardo imbarazzata. Come può farmi una domanda simile con una decina di ragazze davanti a noi? "Le giuro su tutto quello che ho di più caro, Vostra Grazia, che nessun uomo mi ha mai permesso di deflorarmi, nemmeno con la violenza", rispondo diretta. Le guance sono rosse dalla rabbia. "Non posso mai saperlo se non faccio degli accertamenti", ribadisce. Ancora! Ma è serio?. "Mio Principe, la Grande Signora mi ha già controllato intimamente, molto prima di essere smistate nelle nostre camere. Quindi non vedo il motivo per cui dovrei fare un altro controllo", ribatto in mia difesa. "Chi può dirlo che non l'hai fatto con qualcuno durante le tue passeggiate mutatine", interviene la bruna. Al solo sentire la sua voce, provo fastidio. Quanto vorrei chiudergli la bocca. "Stai zitta, puttana! E pensa alla tua reputazione. Avrai visto più membri maschili tu che questa fanciulla", la rimprovera il vampiro, mostrando i denti. Ma non è questo a lasciarci di pietra, se non il ribollimento che uscì dalla sua bocca sotto forma di ruggito, e i suoi occhi improvvisamente rossi una volta che ritorna a guardare me. "Ad ogni modo, preferisco controllare" Serro i pugni per la rabbia. "Può chiederlo alla vostra balia, Signore, io le giuro..." "Non credo ai tuoi giuramenti, sfacciata, se mi avete appena detto che questa canzone vi è stata dedicata da un amico", ruggisce. "E con ciò? Questo non vi riguarda" "Oh, sì, tesoro. Mi riguarda eccome" La sua minaccia mi lascia nuovamente confusa. Che cosa gli importa del mio passato? Perché deve trovare una scusa banale per torturarmi. "Mi avete ordinato di suonare, io per vostro piacere l'ho fatto, ma se non desiderate più la mia bravura allora vi invito a chiamare qualcun'altra" "Era il vostro ragazzo?", chiede senza pensare. "Come?", lo guardo stranita. "Sei sorda? È stato un vostro vecchio compagno che vi ha dedicato una cosa?", nelle ultime parole sento tutto il suo disgusto stordirmi la mente. Non ha nessun diritto di descrivere la "nostra melodia" come "una cosa". In un attimo sono in piedi davanti a lui, guardandolo con astio. "E se anche fosse?", chiedo, sfidandolo. Per una frazione di secondo i suoi occhi si spalancano, e tace sorpreso mentre io aspetto una risposta. Dietro di noi si sente uno sbuffo. "Avete visto? È una bugiarda!", urla la bruna, orgogliosa, indicandomi con il dito. "Attenta a come parli, nullità", la fulmina Ariel, intervenendo in mia difesa. La bruna ricambia lo sguardo, infastidita dall'intervento della mia amica. "Che c'è, difendi una puttana? Ah, giusto, sei la sua amichetta. Ne avrai visti tanti anche tu di uomini, eh!", ride. Ariel stringe i denti, ascoltando le risa delle due cornacchie: Penelope e compagnia bella. "E non ditemi che anche la bambina ha incominciato presto! Gli avete insegnato come si cavalca un uomo?", ribatte la vipera. Isadora impallidisce, un secondo dopo inizia a piangere. Questo è troppo! Avanzo verso di lei per dirgliene quattro, ma il braccio ferreo di Diamond mi blocca. Mi guarda come per dire "lascia fare a me". "Cos'hai contro la bambina?", chiede il principe, avanzando minaccioso verso di lei. Ma la ragazza, ignara di quello che sta per accadere, ride sempre di più. "Ma mio Principe, non vi rendete conto? Sta insieme a due sgualdrine", evidenza come per lei se fosse ovvio. Diamond scuote lentamente la testa. "Povera ignorante. Tu non sai cosa hai combinato", posso sentire che il tono della sua voce non è gentile, è più minaccioso di un licantropo pronto ad attaccare. E ciò mi procura brividi per tutto il corpo. La ragazza rimane così, con una risata fragorosa che l'avrebbe accompagnata per sempre: se un secondo dopo si trovava inginocchiata a burlarsi di me, l'attimo dopo era a terra, in una posizione disumana, con la gola squarciata e il collo rotto, circondata dalle grida terrorizzate di noi altre, rimaste a guardare pietrificate quel corpo senza vita. "Nessuno deve permettere di sparlare della ragazza in mia presenza! Capito? Nessuno!!!", urla arrabbiato a noi altre, mentre il sangue della vittima le cola nel mento. Siamo terrorizzate davanti ad un mostro pronto ad attaccare se solo avesse voluto, e allora saremmo morte tutte. Isadora piange ancora più forte, tanto che sono costretta a prenderla in braccio e a cullarla; perfino Ariel mi accompagna per canticchiarle una canzoncina. "Vostra Altezza, si calmi per pietà. C'è una bambina", lo supplico io, inconscia se sono stata autorizzata a parlare o meno. Gli occhi rossi del vampiro mi guardano furiosi, ma quando guardano la bambina sembrano addolcirsi. "Uscite da questa stanza adesso", ordina, apparentemente calmo. Le ragazze e io non ce lo facciamo ripetere due volte, e ci avviciniamo sbrigative al portone. "Non tu!", mi afferra per un braccio. "Tu rimani con me. Si prenderà cura Lady Ariel della bambina" "Ma..." "Ragazza, prendete la bambina", ordina rivolto alla mia amica, senza sentire obbiezioni. Mi rivolgo ad Ariel con un sorriso. "Tienila tu, io ritorno subito", le do il permesso. Le passo la bambina che non ne vuole sapere di lasciarmi andare. Dopo un po' di esitazioni, si decide a malincuore di scollarsi da me. Le guardo andare via, un po' impaurita per quello che sarebbe successo adesso, un po' speranzosa che Ariel sarebbe stata brava ad occuparsi della piccina, mentre una vocina mi dice di correre a supplicare il vampiro di lasciarmi andare. Il portone si chiude e cala un silenzio inquietante. Il corpo di Emilie giace ancora nel suolo, creando una pozza di sangue. Le mani del ragazzo afferrano le spalle, girandomi verso il suo petto, mentre il suo sguardo rosso di rabbia incontra quello implorante e spaventato del mio. "Tu e io dobbiamo verificare una cosuccia" Il suo sorrisetto non tradisce emozioni. **** Buona sera vampiretti! Le cose non si mettono bene alla nostra Pearl. Cosa le succederà? Fatemi sapere se vi piace e cosa ne pensate! Vi auguro una buona lettura e una felice serata! Un bacio e al prossimo sabato! Giorgia
   
 
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